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Autore: JoeyPotter90    28/01/2010    4 recensioni
Questa storia è scritta insieme a Aster_Nepthys, nata in un momento di pura follia.
Dimenticate il sesto libro.
Immaginatevi due ragazze stanche della loro vita che decidono di rischiare tutto per cambiarla.
Cancellate l'odio che avete provato per Severus leggendo il sesto libro perchè noi lo abiamo dipinto diversamente.
Preparatevi a un ritorno inaspettato, e a due storie d'amore, una più prevedibile, l'altra completamente illogica.
Ecco a voi la nostra visione del sesto anno di Harry Potter. E' il primo lavoro che pubblichiamo, siate clementi.
P.S. Un grazie di cuore va a Stefano, nostro primo lettore e grande supervisore.
Genere: Romantico, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Finalmente siamo tornate anche noi! ci spiace per il ritardo ma tra scuola, esami e feste non siamo riuscite ad aggiornare prima! Contente che anche questo capitolo ti sia piaciuto Lyrapotter. ti proponiamo questo capitolo che ha in comune con il precedente la leggerezza ma non la brevità... Speriamo che tu sia un amante dei sentimenti perché questo capitolo è romantico all’inverosimile… ma del resto come potrebbe essere diversamente visto che c’è un ballo?
Per quanto riguarda Kyra… i cuoricini danzanti ci sono ma lei non l’ha ancora capito… ma prima o poi qualcuno riuscirà ad aprirle gli occhi, vedrai!
Allora ti lasciamo alla lettura con la speranza che ti piaccia come i precedenti, se non di più!

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DANGEROUS: A tutti quelli che capitano in questa pagina, si prega di fare attenzione! Se siete diabetici o puritani pregasi di non proseguire la lettura: può causare shock anafilattico XD

CAPITOLO DICIASETTE: Il ballo

La settimana che li separava dal ballo passò fin troppo lentamente per tutte le ragazze di Hogwarts. Ormai non facevano altro che pensare all’evento imminente e i professori a questo punto si stavano rassegnano a spiegare a delle classi la cui attenzione era pari a zero. Sembrava che tutta la loro concentrazione fosse spesa nel passaggio di bigliettini dove si scambiavano consigli ed aspettative. Dopo il ventiquattresimo biglietto ritirano dalla professoressa McGranitt durante l’ultima ora del venerdì, questa rinunciò a fare lezione decidendo che arrabbiarsi sarebbe stato inutile e che avrebbe tolto troppi punti.
Era diventato frequente assistere, nel mezzo dei corridoi, a richieste pubbliche di inviti per partecipare a quel ballo. La più clamorosa risaliva a due giorni prima in cui un elegantissimo George si era presentato davanti alla classe dell’ultimo anno dei Grifondoro e aveva sorpreso Katie con una stradina fatta di fiori di rose rosse, che al suo passaggio si trasformavano in splendidi uccellini. Rifiutare fu impossibile e tra gli sguardi ammirati di tutte le ragazze accettò baciandolo dolcemente.
La sera prima del ballo le ragazze erano in camera e a loro si era aggiunta anche Ginny, mentre Ariel riposava tranquilla sul cuscino di Joey e Grattastinchi le era accanto emettendo dolci fusa. Osservavano davanti a loro le scarpe di Kyra in bella mostra.
La faccia della rossa diceva tutto: quando era tornata da Hogsmeade era bastato un solo sguardo per farla pentire di quell’acquisto, troppo appariscente e, per i suoi gusti, totalmente inadatto.
-Io quelle cose non le metto- gemette Kyra, fissandole scandalizzata.
-Certo che le metterai- rispose Joey –Pensi davvero che ti lascerei andare con delle schifose scarpe da tennis? Non rispondere, non è una vera domanda-
-Tu sai quante scale ci sono ad Hogwarts?-
-Certo che no… Non passo la mia vita a contarle… Comunque probabilmente Hermione lo sa. Puoi chiedere a lei- Joey si alzò dal letto, avvicinandosi alle scarpe, e sorrise contenta che Kyra le avrebbe indossate. Cosa sarebbe mai stato in fondo? Avrebbe imparato a camminarci. La bionda sii avvicinò alla libreria di Hermione e prese un pesante tomo.
-Il libro Storia di Hogwarts non è di certo così dettagliato- disse Hermione con tono saccente –Comunque a che ti serve quel libro?-
-Per farle mantenere l’equilibrio, no? Come dovrebbe imparare altrimenti?-
-Non ho intenzione di camminare su dei trampoli con quel tomo in testa. È inutile e senza senso- si ribellò, alzandosi e allontanandosi da lei con un movimento brusco.
-Avanti, Kyra!- la incoraggiò Ginny. –Non è così terribile…-
-Parla per te… Ballare con quei cosi sarà peggio di una tortura medioevale…- sbuffò la rossa.
-Esagerata!- esclamarono Joey ed Hermione insieme.
-Non ho mai messo i tacchi in vita mia e non ho intenzione di iniziare ora, per uno stupidissimo ballo!-
-Ho sentito che Sirius adora le ragazze con i tacchi…- disse Ginny, maliziosamente.
La ragazza arrossì e si voltò verso la finestra cercando di ribattere qualcosa. –Come se mi interessasse…- disse infine, poco più di un sussurro.
Le ragazze ridacchiarono. –Certo!- esclamò Joey –Guardami e dimmelo in faccia che il parere di Sirius Black non ti fa né caldo né freddo-
-Bene, questo silenzio parla da solo- disse Hermione vedendo che lei non parlava, con un sorriso dolce mentre Kyra sbuffava.
-Ok, ora. Hai due scelte- disse Joey prendendo in mano le scarpe. –O le provi con noi o posso sempre chiamare Seamus… Ho sentito dire che gli manchi molto in questo periodo…-
-Lui non può entrare qui…- si difese debolmente la rossa.
-Nessuno ha detto che sarà Seamus ad entrare… Conosco un bell’incantesimo che ti spedirebbe dritta dritta nelle sue braccia…-
-Lo sai che ti odio, vero Joey?- chiese lanciandole un’occhiataccia.
-Certo- sorrise la bionda facendola sedere sul letto e cominciando ad armeggiare con i lacci delle scarpe. –Mi ringrazierai, vedrai-
Si, l’avrebbe ringraziata, ma solo dopo la terza caduta. E non aveva ancora provato con il libro!
Quando finalmente riuscì a percorrere la stanza in un semi equilibrio Joey le posò il libro sulla testa. –Guarda che se non stai perfettamente dritta, cade…- disse Joey.
-Appunto…- gemette poi fissandola mentre lanciava le scarpe dall’altra parte della stanza e saltellava su un piede solo, massaggiandosi le dita.
Non appena Joey aveva poggiato il libro sulla sua testa, infatti, non era riuscita a mantenere l’equilibrio con il solo risultato di far finire il tomo a terra proprio sul suo piede sinistro.
-Al diavolo le scarpe, il libro e la tua stupida idea!- esclamò quando finalmente il dolore era quasi passato.
Joey rise di gusto insieme alle altre che si era piegate in due per cercare inutilmente di nascondere il viso sotto i capelli.
Quando Ginny riemerse, tra un singhiozzo e l’altro, disse: -Non disperiamo, abbiamo tempo-
-Certo, come no!- esclamò Hermione fissando l’orologio nella loro stanza. –Abbiamo solo qualche ora, visto che il ballo sarà domani sera…-
Il silenzio calò su di loro. Poi Joey prese di peso Kyra e la riportò davanti alle scarpe.
-Al lavoro, truppa!- incoraggiò le altre che, scosse da nuove risate si avvicinarono alle due, ignorando le deboli, e ormai pressoché nulle, proteste di Kyra, che un po’ stava cominciando a sperare che tutto questo potesse portare a qualcosa di buono.

Il nervosismo che si respirò la mattina di sabato era tale che l’atmosfera si poteva tagliare con un coltello e se qualche ragazzo osava urlare troppo in Sala Comune si beccava una ramanzina di almeno mezz’ora sull’importanza del silenzio nei luoghi pubblici. Alla fine anche i ragazzi cominciarono a desiderare follemente il ballo per fare tornare velocemente tutto alla normalità.
Anche Kyra era sempre più agitata da quando aveva saputo che Sirius sarebbe venuto al ballo. Più di una volta aveva pensato di non andare per evitare brutte figure, sempre spinta da Joey ed Hermione a fare il contrario.
Ormai pensava a lui continuamente ed, ogni volta che l’immagine dell’uomo attraversava i suoi pensieri, non riusciva a fare a meno di sorridere. Era sempre più confusa da quelle sensazioni che prima di allora non aveva mai provato e che non riusciva a capire appieno.
Persino Ginny fu contagiata dalla smania di Joey ed Hermione.
Il dormitorio quel pomeriggio sembrava un piccolo salone di bellezza dove le quattro ragazze, a cui si aggiunsero anche Calì e Lavanda, passarono gran parte della giornata. I due animeletti del dormitorio femmiile, Ariel e Grattastichi, le guardavano quasi offesi accanto alla porta perchè le rispettive padrone non riservano loro le solite coccole prese com'erano dai preparativi per l'occasione che le aspettava. Ormai era calata la sera e mancava poco meno di mezz’ora all’inizio del ballo quando finalmente Kyra finì di sistemare i lunghi boccoli all’amica.
-I tuoi capelli lisci erano molto più facili da pettinare…- sussurrò la rossa con un sorriso subito ricambiato.
-Siamo pronte?- chiese Hermione. –Ginny, muoviti!- aggiunse poi alla ragazza che stava ancora finendo di mettersi un leggero strato di ombretto bianco.
-Pronta!- disse qualche secondo dopo la rossa, alzandosi e raggiungendo le altre all’uscita.
In fondo alla scalinata Harry e Ron, estremamente nervosi, le aspettavano, nei loro abiti da cerimonia. Quello di Harry era un completo nero elegante: la giacca era semplice, con dei bordini bianchi che davano un tocco di casual, sotto portava una camicia bianca in perfetto contrasto con la giacca e la cravatta, anch’essa nera. I pantaloni seguivano la stessa fantasia della giacca, con i bordini bianchi che percorrevano i lati esterni delle gambe. Il completo di Ron invece era più sportivo: indossava dei jeans scuri che gli fasciavano le gambe lunghe, una camicia celeste e una giacca dello stesso colore dei pantaloni.
Joey sorrise appena vide Harry e scesero le scale. Sorrideva anche lui, porgendo una mano alla ragazza che la prese appena fu abbastanza vicina. Harry se la spinse contro, accorciando le distanze e seppellendo il viso tra i suoi capelli.
-Sei bellissima, Joey- le sussurrò lui avvicinando la bocca all’orecchio e facendo arrossire la ragazza.
-Anche tu, Harry- sussurrò lei, assecondando quei movimenti e poggiando una mano sulla spalla di lui.
Si baciarono leggeri, sulla bocca mentre sentivano Kyra lamentarsi scherzosamente.
-Vi prego! Ci diamo una mossa? Già avevo detto che non ci volevo venire, se poi dobbiamo metterci una vita a scendere, torno su e mi cambio-.
-Va bene, va bene…- rise Harry allontanandosi di malavoglia da Joey, prendendola per mano. –Non vorrei mai che John passasse la sera solo per colpa nostra. Andiamo-
Uscirono dal buco del ritratto e incominciarono a scendere le varie scalinate immaginando come avrebbero allestito la Sala Grande per l’occasione.
Arrivati davanti al portone John li stava già aspettando, vestito con dei jeans chiari e una camicia semplice. Sorrise quando vide Kyra porgendole il braccio che lei prese senza troppo entusiasmo.
-Sei fantastica- le disse lui mentre entravano in Sala Grande.
-Grazie- rispose semplicemente lei, con un mezzo sorriso.
Si fermarono poco dopo essere entrati, osservando le stupende decorazioni create dal professor Vitious che scendevano come collane di diamanti dal soffitto, mentre striscioni di seta scarlatta adornavano le pareti. I grandi tavoli delle Case erano stati tolti per lasciar posto a una serie di tavoli più piccoli e circolari, adatti a gruppetti di sei o sette persone, solo uno era rimasto, sistemato contro il muro sulla destra del’entrata, ingombro di bevande e pietanze. Dove mangiavano di solito i professori, invece, era stato allestito un palco, sul quale una piccola orchestra si stava preparando per suonare.
Guardandosi intorno riconobbero Fred e George che intrattenevano Angelina e Katie con qualcuna delle loro incredibili creazioni e che li salutarono entusiasti appena li videro, Lupin e Tonks erano un po’ in disparte che bevevano della Burrobirra mentre Arthur Weasley parlava allegramente con il professor Silente, accanto alla moglie.
Passando davanti alla porta con il suo accompagnatore, Kyra vide Seamus lanciargli degli sguardi tutt’altro che cordiali e si ripromise di parlargli, per fargli capire una volta per tutte che lo riteneva solo un buon amico.
I ragazzi andarono a sedersi a uno di quei tavoli proprio mentre, da una delle grandi finestre che davano sul cortile, entrò Sirius, elegantissimo nel suo completo di velluto blu.
Alcune ragazze dell’ultimo anno rimasero a fissarlo incantate, mentre si guardava intorno con una mano infilata in tasca e l’altra che stringeva un bicchiere mezzo pieno. Si appoggiò con la schiena al muro, sorseggiando la sua bevanda.
Quando tutti gli invitati furono nella sala, le candele si spensero, lasciando come unica luce quella delle stelle visibili magicamente sul soffitto.
La sala calò in un completo silenzio, carico di aspettativa, finchè improvvisamente delle piccole scie luminose entrarono nella Sala, volteggiando tra i presenti, simili a stelle cadenti in miniatura, per poi posizionarsi al centro di un tavolo quadrato, comparso accanto a quello degli stuzzichini e delle bevande.
Cominciarono a girare in cerchio, prima lentamente, poi sempre più velocemente, creando una piccola tromba d’aria che raggiunse il piano del tavolo. Quando si dissolse in un’esplosione di scintille colorate sul tavolo era comparsa una meravigliosa torta di panna e fragole.
Con un battito delle mani del Preside le luci si riaccesero, illuminando nuovamente la sala come se fosse giorno.
Silente si avvicinò, conducendovi galantemente la professoressa McGranitt che con un sorriso prese il coltello.
-Non starò ad annoiarvi con lunghi discorsi, voglio solo ringraziarvi per aver essere venuti e per questa bellissima festa!- dichiarò, prima di tagliare la prima fetta di torta.
Presto tutti furono serviti, e una musica lieve si diffuse nella stanza per accompagnare il basso chiacchiericcio degli invitati.
-Signori, vi chiedo di concedermi ancora un attimo di attenzione!- esclamò all’improvviso Sirius, portandosi al centro della stanza. –Vorrei cogliere l’occasione per dare una splendida notizia a tutti voi: il mio grandissimo amico Remus Lupin ha finalmente deciso di sistemarsi con l’incantevole Dora Tonks, lasciando così a noi scapoli qualche bellezza in più da conquistare!-
A quelle parole gran parte della sala ridacchiò, mentre l’uomo continuava a parlare.
-Vi prego di fare un caloroso applauso a questi due futuri sposi e di unirvi a me nell’augurare a loro ogni bene!- concluse Sirius, cominciando ad applaudire, seguito subito da tutti i presenti.
Lupin e Tonks si strinsero, arrossendo lievemente mentre sorridevano.
-Coraggio Moony! Vogliamo vedere un bacio!- gli urlò Sirius –Ma guarda te se devo spiegarti sempre tutto io!- lo prese in giro.
Remus gli tirò un’occhiataccia, ma subito dopo abbraccio la sua futura sposa, baciandola con passione in uno scroscio di applausi, mentre la banda cominciava a suonare un lento a cui i due diedero inizio.

Harry e Joey erano al centro della pista. Era lui che conduceva, facendola sentire a suo agio: volteggiando, senza smettere di guardarsi negli occhi, sorridendosi ogni tanto.
-Te l’ho già detto che sei bellissima?- chiese disegnando con le dita percorsi invisibili sulla sua spalla nuda.
-Si, almeno una decina di volte…- bisbigliò lei, chiudendo gli occhi e beandosi di quel contatto.
-Potrei abituarmi, sai?- chiese poi, staccandosi per una leggera giravolta e tornando tra le braccia di lui come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-A cosa?- chiese il ragazzo spostandole un ciuffo di capelli che le era finito davanti agli occhi.
-A tutto questo… A te… Non sono mai stata così bene con qualcuno…-
-Neanche io… Ti amo…- le disse piegandosi su di lei per baciarla, dolcemente. Ripreso a ballare e la ragazza posò la testa sul suo petto, lasciandosi accarezzare i capelli, mentre volteggiavano con eleganza. La musica finì e ne iniziò subito un’altra, lenta come la precedente.
-Non sapevo che Harry Potter ballasse così bene…- annunciò Joey tornando a guardarlo negli occhi. –Calì non mi ha parlato bene del vostro ballo del quarto anno... Dice che non l’hai mai fatta ballare e che poi se ne è cercata un altro… Mi ha detto che se volevo aveva un amico da presentarmi per questa sera…-
-Cosa?!- chiese Harry, indignato –Ma… insomma, si non l’ho fatta ballare, è vero. A parte che lei non mi è mai piaciuta… Ma suggerirti di uscire con un altro! Quando è successo? Perché io me lo sono perso?-
-E’ stata l’altra sera, in Sala Comune… e se non erro tu leggevi un libro sul Quidditch con Ron e Kyra…-
-Accidenti, non posso lasciarti sola cinque minuti…- disse contrariato scuotendo la testa.
-Si, non dovresti proprio…- convenne lei, sorridendo.
-E che lei hai risposto?-
-Che non mi importava se mi facevi ballare o meno, l’importante sarebbe stato stare con te…-
-Ottima risposta!- le sorrise lui, portandola al lato della pista. –Comunque visto che non ti interessa ballare…- annunciò incominciando ad allontanarsi.
-Dove vai?- si lamentò lei, costringendolo a ballare, stringendosi di nuovo a lui. –Non vuoi fare vedere a Calì quanto si sbagliava?-
-Si, direi che potrei fare uno sforzo…- rispose mentre lei si sporse verso di lui, baciandolo.
-E poi tornando al discorso Calì, quel ballo era orribile, organizzato male, niente in confronto a questo… E Ron aveva bisogno di sostegno…-
-Perché mai Ron avrebbe dovuto aver bisogno di sostegno?- chiese, spaesata la ragazza.
-Hermione era stata invitata da Krum… E puoi immaginare tu…-
-Ah, quindi la cosa va avanti da un bel po’!-
-Si- ammise Harry –Ora però le cose sembrano migliorate- aggiunse indicando i due ragazzi che ballavano poco distanti da loto e parlavano vicini, sorridendosi ogni tanto.
-Si, direi di si- rispose annuendo. –Non ti da un po’ fastidio?-
-Dovrebbe?- chiese lui, stranito da quell’ipotesi e poi guardando l’espressione di Joey scosse la testa. –Sono contento per loro. Spero solo che non si complichino ulteriormente le cose, ma niente altro. Siamo stati sempre amici, niente di più-
Lei annuì, poi il suo sguardo fu attratto da Silente che si era staccato con un inchino composto dalla professoressa McGrannitt per raggiungere le file di Serpeverde, invitando una sconcertata Pansy Parkinson per il ballo successivo.
Anche la professoressa Sprite si era diretta verso il tavolo di Corvonero, portando in pista un ragazzino del secondo anno, imbarazzatissimo eppure sorridente.
Dal tavolo dei Serpeverde, invece, Blaise si era alzato, diretto verso la professoressa McGranitt, che aveva accettato con estremo garbo il suo invito a ballare.
Joey guardò Harry negli occhi, staccandosi leggermente da lui.
-Ti dispiacerebbe se…?- chiese, lasciando la frase in sospeso.
-Credi che accetterebbe? Insomma… Non desterebbe troppi sospetti?- chiese un po’ preoccupato Harry.
Joey tornò a guardare le coppie che in quel momento occupavano la pista, le più strane che avesse mai visto: Silente sorrideva a Pansy mentre le faceva fare una giravolta; Blaise faceva volteggiare la McGranitt con aria divertita, consapevole che quell’episodio difficilmente sarebbe stato dimenticato e proprio in quel momento Lavanda aveva preso l’iniziativa lasciando il suo accompagnatore al bordo della pista, dirigendosi verso il professor Relief che accolse la proposta con uno dei suoi rari sorrisi.
-No… Alla fine tutti stanno ballando con tutti…-
Harry annuì, avvicinandola per un ultimo bacio prima di guardarla dirigersi verso Severus e di andarsi a sedere al tavolo con Kyra e John.
Con passo misurato la ragazza si avviò nella direzione in cui il professore parlava con Vitious, bevendo da un bicchiere di cristallo.
Lo sguardo del mago si spostò su di lei mentre si avvicinava, assottigliando leggermente lo sguardo: aveva già capito le sue intenzioni.
-La prego- disse solo lei, quando fu abbastanza vicino da farsi sentire.
-No, scordalo, signorina Anderson- rispose lui, irremovibile –Non sono capace di ballare, non rientra nelle mie competenze…-
-La guiderò io, professore- assicurò prima di voltarsi verso Vitious –Le spiace se glielo porto via per un po’?- chiese voltandosi verso Vitiuos.
-No, certo che no. Continueremo dopo la nostra conversazione, Severus- rispose divertito dall’espressione del mago.
Lei sorrise, ringraziandolo e condusse Severus in pista. Rimasero un po’ in disparte mentre lei gli posizionava una mano dietro la sua schiena e l’altra la stringeva nella sua, ed infine poggiava la sinistra sulla spalla dell’uomo.
-Lasciati guidare- le disse lei. –Porta dietro il destro, poi sinistro. Ti fermi un secondo e avanti col sinistro e poi col destro, ok? Passi più piccoli, Severus, più piccoli...-
-Mi sento uno stupido... Non sono portato per queste cose… Andiamocene…- Lui fece per allontanarsi ma lei lo bloccò.
-Ti prego… Forza, Sevy. Avanti, indietro… Segui me… Indietro, avanti.-
Ben presto il professore prese il ritmo, sempre però lasciandosi seguire da Joey, che lo costrinse a spostarsi a sinistra, e fece una mezza giravolta, proprio mentre passavano davanti al tavolo dove gli altri erano seduti, vedendo Kyra che sorrideva davanti a quella scena.
-Te la cavi, visto?- chiese lei, tornando a guardarlo.
-Non è che me la cavo, stai facendo tutto tu... Non mi piace il vestito di Kyra, comunque- disse improvvisamente mentre un’altra giravolta li avvicinò a Silente che ora ballava con Hannah Abbott e che sorrise vedendoli. –Non è da lei… Glielo hai scelto tu?-
Lei sbuffò sorridendo. –Non è che gliel’ho scelto io… Le ho solo detto che le stava divinamente e sembrava cucino su di lei…-
-Quindi glielo hai scelto tu- concluse Severus. –Non vi ho dato i soldi per comprare abiti così succinti…-
-Forse… Però devi ammettere che le sta benissimo…-
Lui annuì mentre la canzone finì e con una piccola giravolta si trovarono proprio di fronte al tavolo di Joey, che si staccò da Severus e lo mise davanti a Kyra, invitandoli a ballare.
La rossa sorrise, alzandosi, e lasciandosi condurre dal professore sulla pista.
-Non credevo lo avresti mai fatto Sevy- gli disse scherzosamente la ragazza.
-Non chiamarmi così. Comunque avrei potuto dire la stessa cosa di te- la rimbeccò il mago, senza riuscire a trattenere un sorriso nonostante lo sguardo corrucciato.
-In effetti fino all’ultimo minuto ho pensato di mettere le scarpe da tennis sotto la gonna, almeno avrei avuto meno probabilità d’inciampare… Ma non ho avuto modo di vincere con Joey…- gli confidò con un sospiro, facendolo quasi ridere.
Cominciarono a volteggiare lentamente mentre Severus guidava la ragazza.
-Ma vedi che sei portato per il ballo!- esclamò divertita Kyra ad un certo punto –Sei migliorato tantissimo!-
-Non prendermi in giro Kyra, sto ballando solo per far felici voi- ribatté lui, lanciandole un’occhiataccia. –In ogni caso chi è il tuo accompagnatore?-
Il suo sguardo indagatore la fece sorridere –Un certo John… Sinceramente non so nulla di lui, ma se hai assistito anche tu a quella patetica scenetta, sai che mi ha invitato per salvarmi da Seamus- spiegò rassegnata.
-Mi pare fin troppo insistente quel Finnigan…- disse individuandolo tra la folla, seduto a un tavolo con un paio di ragazzi, che continuava a guardare Kyra imbronciato.
-Non preoccuparti di cercare un modo per dargli una punizione, credo che sia bastata la batosta che gli ho tirato rifiutando il suo invito…- disse quasi speranzosa.
-In ogni caso fai attenzione a quel John, non si sa mai che tipi sono quelli di Corvonero- borbottò rivolgendo la sua attenzione al ragazzo che beveva seduto dove Kyra lo aveva lasciato.
Questa volta la ragazza non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, sotto lo sguardo interrogativo dell’uomo.
-Per te Sevy, ogni ragazzo in questa sala è uno “strano tipo” da cui devo guardarmi le spalle- gli rispose, senza smettere di ridacchiare.
-Mi preoccupo solo per te- ribatté lui, indispettito.
In quel momento la musica si fermò, e le coppie cominciarono a sciogliersi con l’inizio della canzone successiva. Anche Kyra e Severus si separarono, ma prima di voltarsi la ragazza gli diede un velocissimo e quasi impercettibile bacio sulla guancia –Grazie per aver ballato con me… papà- gli disse semplicemente, sorridendogli.

Quando tornò al tavolo John non c’era così, si sedette ad attenderlo.
Presto la sua attenzione fu catturata da Sirius, che aveva appena rifiutato l’invito di una ragazza del terzo anno. Stranamente sembrava che la giovane fosse elettrizzata, probabilmente ancora non riusciva a credere che le avesse rivolto la parola.
Si accorse solo allora che aveva tolto la giacca, rimanendo con addosso solo la camicia bianca.
All’improvviso l’uomo si voltò verso di lei, alzando il calice che aveva in mano in segno di saluto, e facendola arrossire, prima che riuscisse a ricambiare il gesto con un cenno del capo.
-Tieni Alisia- disse il suo accompagnatore, distraendola, mentre le porgeva un bicchiere pieno di succo di zucca. Lei lo ringraziò, poi si voltò a guardare Joey ed Harry ballare al centro della sala.
-Sembrano davvero felici- disse sorridendo il ragazzo accanto a lei, vedendo dov’era diretto il suo sguardo.
-Si, sono perfetti insieme!- rispose lei, continuando a sorseggiare la sua bibita.
In quel momento, Sirius si avvicinò ai due, inchinandosi elegantemente –Mi concede questo ballo?- chiese a Kyra prendendole la mano. La ragazza arrossì nuovamente, appoggiando il bicchiere sul tavolo e annuendo.
-Ti dispiace John?- chiese poi al biondo accanto a sé che sempre sorridendo scosse la testa.
Sirius la portò sulla pista, mentre l’orchestra cominciava a suonare una nuova canzone, leggermente più veloce delle precedenti.
-Io non sono molto brava a ballare…- sospirò la rossa, in un sussurro.
-Non devi vergognarti di me- le ripeté l’uomo sorridendo – Dopotutto sei riuscita a ballare con Piton-.
Sentì la mano forte dell’uomo poggiarsi sulla sua schiena nuda, trasmettendole un brivido caldo in tutto il corpo, mentre l’altra non aveva mai lasciato la sua. Si appoggiò alla sua spalla, sentendo i muscoli sotto la stoffa del vestito, prima di cominciare a volteggiare lentamente. Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre Kyra, imbarazzata, dimenticava tutti i pensieri che fino a qualche attimo prima le frullavano in testa, tanto da non riuscire a pensare niente di intelligente da dire.
-Ottima scelta questo vestito, anche se sarebbe stato meglio ad una ragazza dai capelli neri- gli sussurrò vicino all’orecchio.
Quell’affermazione, riferita al suo vero aspetto, il modo in cui l’aveva pronunciata, le fece alzare gli occhi con un nuovo fremito, incrociando lo sguardo magnetico dell’uomo, i suoi occhi di metallo così particolari, e di nuovo arrossì.
-Non mi sarei mai aspettata un tuo invito- disse infine, cercando di distogliere l’attenzione dal suo viso.
-Sono curioso di sapere qualcosa di più sulla ragazza che mi ha salvato la vita e mi sembrava il modo migliore per non essere disturbati- spiegò lui, sul viso un’espressione così sicura e rilassata che riuscì a mettere la ragazza a suo agio.
-Dimmi cosa vuoi sapere, e io ti risponderò- rispose lei sorridendo mentre la musica finiva.
I due si fermarono e Sirius la condusse fuori, nel giardino, lontano dalla confusione di quella sala troppo piena per parlare.
-Sei un Animagus anche tu?- le chiese, quando furono abbastanza lontani da non essere sentiti da nessuno.
Lei scosse la testa, ridendo –No, sono una mutaforma. È stato molto difficile arrivare ad assumere le sembianze di un animale completamente. In più ho scoperto che molte volte la trasformazione sia così radicata da coinvolgere anche la mente. In quel caso può diventare pericolosa, perché se l’istinto animale prende il sopravvento, non si riuscirebbe a tornare umani. Era esattamente quello che ci serviva per salvarti: diventare un animale quasi completamente - spiegò.
-Capisco- annuì il mago –E come mai hai scelto proprio la pantera?-.
La ragazza sorrise mentre ricordava cosa l’aveva spinta –Quando ero piccola non sono mai stata con mio padre, e non ho mai saputo chi fosse mia madre. Severus si è preso cura di me, e successivamente anche di Joey. Il primo regalo che mi fece, era un bellissimo peluche, proprio una pantera, che portavo sempre con me, ovunque andassi. Anche il mio Patronus è una pantera, forse per questo riesco a trasformarmi più facilmente in questo animale – raccontò, il viso rivolto in alto verso il cielo.
-Si, inoltre è molto probabile che tu abbia una particolare affinità con il felino dal manto nero- disse seriamente, ricordando il suo vero aspetto. La giovane si voltò e nuovamente quegli occhi la colpirono, mentre brillavano come catturando la luce tutto intorno a loro.
-Cosa intendi dire?- chiese, non sapendo come interpretare quella frase.
-Stavo pensando a un semplice accostamento cromatico- rispose lui, con un sorriso scherzoso.
Kyra sorrise, cercando di dissimulare quello che sentiva: qualcosa era cambiato in lei, nel modo in cui vedeva quell’uomo. Non riusciva a capire perché il suo cuore battesse all’impazzata, anche stando solamente al suo fianco a parlare, perché accelerasse ogni volta che i loro sguardi si incrociavano e perché le saltasse in gola ogni volta che le sorrideva.
Cos’era questo desiderio irrazionale di farlo rimanere nella scuola il più a lungo possibile? Non poteva credere di essersi affezionata così tanto a un uomo che poteva essere suo padre, ne tantomeno riusciva a ripensare a quei momenti passati insieme senza sorridere di gioia.
-Ti vedo pensierosa questa sera, va tutto bene?- chiese Sirius, distraendola dai suoi pensieri.
-Certo! Non preoccuparti- rispose arrossendo lievemente. – Semplicemente non credevo fosse possibile che le cose si sistemassero così… -
Il suo sguardo vagò per il giardino di Hogwarts, verso la sala grande da dove si sentiva ancora provenire, sebbene lieve, la musica, per poi tornare a guardare il cielo, sorridendo.
-Non avrei mai sperato di poter passare delle giornate così serene, di vedere la mia amica così raggiante e di conoscere persone tanto sorprendenti- concluse chiudendo gli occhi mentre la brezza le accarezzava il viso e i corti capelli rossi.
-Sono felice che tu sia riuscita a vivere tutto questo – rispose l’uomo, avvicinandosi.
-Sono felice che tu sia tornato per vederlo- rispose lei, voltandosi a guardarlo.
Dopo qualche istante, rendendosi conto delle parole che aveva pronunciato arrossì, distogliendo lo sguardo mentre Sirius sorrideva con dolcezza.
-Come avete scoperto che il solo modo per entrare nell’arco era in forma animale?- chiese dopo qualche minuto, cambiando argomento per metterla a suo agio. –Ho chiesto ad Harry ma non mi ha saputo rispondere.
La giovane sorrise mentre cominciava a spiegargli delle loro ricerche, del problema della mancanza di informazioni su gran parte dei libri, del colpo di fortuna nella libreria a Hogsmeade e infine delle loro traduzioni.
L’uomo la osservava in silenzio, colpito dalla passione con cui la ragazza parlava, dalla sua voglia di vivere e di scoprire. Gli sembrò quasi riuscire a vederla mentre sfogliava libri indecifrabili per arrivare a una soluzione convincente.
-Sei stata piuttosto incauta a voler entrare in quel limbo senza avere nessuna prova certa della veridicità della tua teoria- le disse a bassa voce l’uomo quando la ragazza ebbe finito di parlare.
Kyra lo guardò negli occhi, stupita della preoccupazione che le era sembrato di leggere nella sua voce e sul suo viso ma subito l’uomo continuò, tornando a sorridere: -Sono davvero felice che tu abbia avuto ragione, sarebbe stato molto triste non poter uscire da quel posto e soprattutto non riuscire a conoscerti!- le confidò con un sorriso così dolce e sensuale che la rossa si sentì sciogliere mentre il suo viso avvampava.
Quindi non si era immaginata quell’ansia? Davvero si era preoccupato per lei nonostante tutto fosse ormai passato? Era sempre più confusa dal modo di comportarsi del mago e soprattutto da lei, da quello che il suo corpo le faceva provare ogni volta che erano insieme.
-Come mai avete deciso di parlarmi di quel Medaglione? Non sarebbe stato meglio che anche io rimanessi all’oscuro?-
-Sei una persona di cui si fidano tutti e crediamo che in questo modo puoi aiutarci molto di più nella nostra ricerca- rispose mentre l’uomo le si sedeva accanto, annuendo lentamente. -E comunque nessuno di noi riteneva corretto tenerti all’oscuro: sei il padrino di Harry, è giusto che almeno tu sappia tutta la verità… Anche perché non capisco il motivo di tutta questa riservatezza…- continuò pensierosa.
Sirius sorrise. –Siete stati molto premurosi. In ogni caso devi sapere che Silente è fatto così: ha molti segreti e preferisce non dividere tutto con l’Ordine. Devo ammettere che è frustrante a volte, ma probabilmente è anche la cosa più sicura da fare…- chiarì, senza smettere di osservarla.
Kyra annuì, d’accordo con la sua spiegazione, e rimase in silenzio alcuni minuti, un po’ pensando alle parole del mago, un po’ cercando un altro argomento di cui parlare.
–Ho sentito tante cose su di te, Sirius Black… Cosa combinavi durante gli anni passati ad Hogwarts?- gli domandò, ricordando improvvisamente le parole di Hermione e ridacchiando quando vide il viso dell’uomo farsi curioso.
-E cosa avresti sentito su di me?- chiese lui, mentre un ghigno sbarazzino gli si allargava sul volto.
-Non molto a dire la verità, se non che avete creato la Mappa del Malandrino… Ma mi sembra che tu, Remus e il padre di Harry ne abbiate combinate di tutti i colori-.
Sirius rise, incapace di trattenersi. –Possiamo dire che durante la scuola ci siamo divertiti parecchio, si-.
Il suo sguardo sembrò perdersi nei ricordi mentre cominciava a raccontare: -In realtà eravamo più io e James a divertirci. Remus è sempre stato più serio e controllato di noi. È stato per il suo problema che siamo diventati Animaghi, e devo dire che sono stati dei momenti veramente belli da passare insieme-.
Il suo viso si era improvvisamente fatto triste, mentre si guardava le mani, appoggiate sulle gambe. La giovane appoggiò la propria sulla spalla dell’uomo, avvicinandosi leggermente, preoccupata per la malinconia che era comparsa su quel volto sempre sorridente.
-Qualcosa non va?- chiese.
Sirius sorrise a quel contatto, alzando il viso per guardarla negli occhi –No, semplicemente ripensavo a James. Era il mio migliore amico e mi manca molto. A questo ballo sembra manchino solo lui e Lily- si confidò.
Kyra non rispose, rendendosi conto che qualunque cosa avrebbe detto sarebbe stata fuori luogo. Sapeva cos’era la paura di perdere chi ami, ma ancora non aveva provato sulla sua pelle il dolore dell’effettiva scomparsa di una persona cara e sperava di non doverlo conoscere mai.
Rimasero in silenzio per alcuni istanti, quasi immobili, poi Sirius sembrò riprendersi.
-Che imperdonabile maleducato sono stato! Far annoiare una signorina così graziosa al freddo della sera!- esclamò, tornando nuovamente a sorridere. – Mi permetta almeno di ripagare il mio errore offrendole una bibita-.
Sparì per un paio di minuti, tornando con due piccoli calici pieni di vino, uno dei quali lo porse alla ragazza che lo sorseggiò sorridendo, contagiata dalla nuova allegria dell’uomo.

-Potrei esserne quasi geloso…- disse Harry quando Kyra e Severus si staccarono e lei tornò a sedersi accanto a John.
-Di cosa?- chiesa Joey, decidendo di riprendere a ballare e lasciandosi condurre in mezzo alla pista accanto a Fred che ballava stretto con Angelina. –Non capisco…-
-Di come ballavi con Severus-
-Fammi capire… Sei geloso di Severus?- chiese lei divertita dal solo pensiero.
Lui annuì, serio. –Sono geloso di chiunque ti si avvicini, in particolare se balla con te…-
-Ma non ha senso! Lui è… è Severus!-
-Infatti- concordò il ragazzo. –Colui che ha fatto parte della tua vita per sedici anni che a me sono sconosciuti…-
-Anni di cui non c’è molto da invidiare…- rispose lei, con voce cupa. –Davvero, e lo sai. E non ti sono del tutto sconosciuti... Ti ho raccontato un po’ di cose… e non mi sembravi molto entusiasta neanche tu...-
-Infatti non lo sono. Però deve essere stato bello vederti crescere e diventare la donna che sei ora...-
Lei arrossì per quel complimento, distogliendo lo sguardo.
-A proposito di cose che mi devi raccontare...- ricordò lei. -Chi sono i Malandrini?-
Lui rise. -E' una storia molto interessante, e non mi sembra il caso di raccontarla in mezzo a questo casino, non renderebbe giustizia al racconto e ai protagonisti... Però ti prometto che domani mattina te la racconto-
Lei sorrise, fidandosi della promessa, e tornando a poggiare la testa sul suo petto, sentendosi a proprio agio tra le sue braccia mentre gli occhi di Harry corsero al portone dove Sirius e Kyra stavano uscendo.
-Questa sera Sirius è in buona compagnia- disse lui alzando il viso della ragazza tra le sue braccia per poterla guardare negli occhi.
-Con chi è?- chiese curiosa.
-Con Kyra. Andavano verso il parco…- rispose sorridendo.
Lei lo guardò, un attimo confusa, non capendo, visto che fino a cinque minuti prima era con un certo John che non aveva niente a che fare con Sirius. Fece per aprire bocca e chiedere qualcosa ma fu messa a tacere da un bacio dolce di Harry.
Poi lui sospirò e Joey sentì il suo umore cambiare, gradualmente. Ipotizzò che poteva essere stanco, visto che ballavano già da un bel po' ma, quando riaprì gli occhi e vide il suo sguardo, capì che la danza centrava ben poco.
-Mancano solo loro…- bisbigliò distogliendo gli occhi dai signori Weasley che parlavano amabilmente con Tonks e Lupin, rispondendo alla muta domanda della ragazza.
Joey strinse la mano di lui e capendo lo portò fuori, nell’aria fresca della sera.
-I tuoi genitori?- chiese la ragazza quando furono lontano da orecchie indiscrete, mentre lui le porgeva la giacca, vedendola tremare di freddo.
-Si. E' solo che... Non è facile... Vedere Sirius e Remus di nuovo insieme... E pensare che mancano solo loro due... Immaginavo già mio padre intervenire nel discorso di Sirius e mia madre correre ad abbracciare Remus e Tonks mentre lanciava un'occhiata contrariata ai due che avevano dato la notizia... A mio padre sarebbe piaciuto assistere al matrimonio di uno dei suoi migliori amici-.
Lei sorrise, senza sapere bene cosa dire, sperando solo che la sua stretta di mano poté essere sufficiente.
-Sarebbero stati contenti anche di te, ne sono sicuro- aggiunse poi, mentre lei lo fermava e lo avvicinava per baciarlo.
-Sono certa che loro sono fieri di te, anche se tu non li puoi vedere…- disse lei in un sussurro tornando a baciarlo. Lui sorrise in quel bacio, portando le mani nei suoi capelli e quando si staccarono sorrideva ancora.
Appoggiò la sua fronte contro quella di Joey, chiudendo gli occhi.
-Grazie- disse semplicemente.
Lei sorrise e ripresero a camminare, senza nessuna fretta.
-Mi racconti di loro, allora?- chiese, senza riuscire a trattenersi. -Dei Malandrini? Quello che sai ovviamente...-
-Non puoi proprio aspettare domani?- chiese sorridendole.
-No! Ti prego!-
Lui annuì, passandole un braccio intorno alle spalle e incomincinciò a raccontarle di Remus e del piccolo problema che aveva, di come suo padre, Sirius e Peter avevano deciso di aiutarlo diventando Animaghi nel giro di soli tre anni, cosa molto difficile da ottenere. Così, trasformati in cervo, cane e topo, passavano le serate di Luna Piena con Remus, scoprendo i posti più segreti di Hogwarts e creando così la Mappa del Malandrino. Lei rimase completamente sorpresa da quella notizia e si lasciò sfuggire che a dicembre avevano preso la Mappa a sua insaputa.
-Erano dei grandi amici...- commentò Joey alla fine di quel racconto.
-Si, se non fosse stato per Minus che li ha traditi...-
-Minus? Peter Minus?- chiese lei schifata.
Lo ricordava bene… Quante volte sua sorella l’aveva nominato, lodandosi suo malgrado per quello che aveva fatto, visto che era merito suo che il Signore Oscuro era tornato? Per Joey era e rimarrà sempre un lurido codardo, che avrebbe avuto paura di tutte le conseguenze delle sue azioni.
-Lo dovresti aver presente….-
-Infatti. Per me rimane solo uno schifo verme parassita-
Harry rise a quelle parole prima di stamparle un lieve bacio sulle labbra.
Si interruppero solo quando videro Sirius e Kyra parlare e decisero di avvicinarsi.

Già in lontananza poterono sentire le risate delle due persone che si rincorrevano, facendo sorridere anche Harry e Joey che si stavano avvicinando.
Appena li videro Sirius e Kyra si zittirono, osservandoli avvicinarsi.
-Ma siete sempre a bere voi due? Sirius non mi starai facendo diventare Kyra un alcolista!
-E’ solo un bicchierino innocente, cuginetta!- esclamò Sirius, unendosi alle loro risate.
-Abbiamo interrotto qualcosa?- chiese Harry, poco dopo.
-Niente di quello che pensate- rispose l’uomo voltandosi senza smettere di sorridere, mentre Kyra si limitava a scuotere la testa, sorridendo ancora e concentrandosi sul suo bicchiere per nascondere il rossore.
Joey si prese qualche secondo per guardare la sua migliore amica: conosceva quello sguardo, l’aveva visto su lei stessa solo pochi mesi prima. Ma era possibile che lei…? Ripensò ai giorni passati, alla sua ansia ingiustificata per il ballo, alla sua poca voglia di andarci con John e ogni cosa sembrò prendere il giusto posto, come se all’improvviso fosse più chiaro. E sorrise, involontariamente, al pensiero che qualcosa dentro Kyra stava cambiando, trasformandosi senza che nemmeno lei se ne rendesse conto, non del tutto almeno.
-Come mai la tua ragazza ha quello strano sorriso stampato sulla faccia?- chiese Sirius, dubbioso ad Harry.
-Non lo so…- fu la banale risposta dal ragazzo scrollando le spalle.
Kyra, nel frattempo, aveva alzato lo sguardo incontrando quello di Joey, che continuò a sorridere. Di solito non c’era bisogno di parole tra di loro, riuscivano a capirsi con uno sguardo, ma non pareva quello il caso. Kyra sembrava confusa dal sorriso dell’amica, senza riuscire a capire il vero motivo. Quel pensiero fece allargare ancora di più il sorriso di Joey e facendo contrarre le sopraciglia di Kyra, diventata improvvisamente pensierosa come se stesse rivivendo tutta quella sera per cercare di arrivare a dove Joey era giunta, sapendo bene di aver ragione.
Poi si voltò verso Harry e Sirius che le guardavano leggermente confusi.
-Che c’è?- chiese Kyra, non capendo.
Sirius scosse il capo e decise di lasciar cadere il discorso. –Beh, forse è meglio che siate arrivati, credo sia il momento di incominciare le ricerche…-
-Quando?- chiese Harry, guardandosi intorno e assicurandosi che nessuno li ascoltasse.
-Domani. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo o non riusciremo mai a finire le ricerche nella Stanza delle Necessità-
I tre annuirono, d’accordo con lui. –Dobbiamo avvisare Ron ed Hermione allora-
-Si, però possiamo farlo domani- disse Harry –Questa sera lasciamoli un po’ da soli. Per come è Hermione si agiterebbe troppo… Un sacco di regole da infrangere e tutto il resto… Sapete com’è…-
Tutti risero. –Si, si. Meglio non…-
Improvvisamente una pioggerellina leggera cominciò a cadere, facendo scappare tutti i presenti dal grande giardino.
-Andiamo a ripararci, non vorrei che prendessi freddo- propose Harry a Joey senza lasciar finire la frase a Kyra.
Kyra invece sorrise –Andate pure, io sto bene qui- disse alzando il viso al cielo, mentre le gocce di pioggia le scendevano sulle guancie e sul collo, scivolando fino alle braccia e alla schiena.
Joey la guardò confusa, ma vedendo il suo sorriso, si decise a seguire Harry che aveva estratto la bacchetta, creando una piccola barriera per evitare che si bagnassero.
La rossa non sapeva perché voleva rimanere, era un desiderio strano provocato da una sensazione tanto simile a quella che aveva provato al di là del Velo da farle venire i brividi.
Sapeva che la situazione era completamente diversa, ma quel desiderio di libertà che l’aveva pervasa durante il salvataggio la stava invadendo ancora, risvegliato da una semplice pioggerella.
-Una ragazza per bene non dovrebbe rimanere sotto la pioggia- le disse Sirius, avvicinandosi.
Lei sorrise, senza aprire gli occhi –Ora stai parlando come un papà molto rigido-.
-Beh, bambina mia… Devo dedurre che tu non sia una brava ragazza?- continuò a prenderla in giro Sirius.
Lei si voltò a guardarlo, i corti capelli bagnati che le incorniciavano il viso, gli occhi tornati del loro consueto color ambra. Il sorriso si allargò sul suo volto, malizioso, mentre osservava i capelli dell’uomo bagnarsi sotto la pioggia che si faceva mano a mano più insistente.
Seguì con lo sguardo il percorso di una gocciolina solitaria che dalla guancia era scesa verso il collo, nascondendosi poi sotto la camicia ormai fradicia.
-Devo dedurre che tu mi vedi come una cattiva ragazza?- rispose lei a tono, ridendo. –E poi anche tu sei rimasto sotto la pioggia-
-Beh è risaputo che non sono un bravo ragazzo, anche se ho fatto tutto questo per galanteria-.
Kyra fece una lieve riverenza, per prenderlo in giro, poi si passò una mano nei capelli per scostarli dagli occhi, nuovamente blu.
-Alla fine quelle non rimangono semplicemente per non sciuparsi la pettinatura… e non sanno cosa si perdono- sussurrò senza spostare lo sguardo dall’uomo che le stava di fronte.
Un tuono rimbombò in lontananza, catturando la loro attenzione e preannunciando una tempesta più seria. Ridendo come due bambini, rientrarono di corsa in Sala Grande, appena in tempo per non essere investiti da un vero e proprio diluvio.
Sirius allora prese la sua giacca da una sedia e, sorridendo, gliela appoggiò delicatamente sulle spalle per riscaldarla.

Stavano sorseggiando dell’ottimo idromele, quando videro Sirius e Kyra, completamente fradici, entrare dal portone principale. Joey, che dal suo posto riusciva a vedere Severus, non poté ignorare lo sguardo di fuoco che il professore lanciò ai due, troppo presi da loro per notarlo, proprio mentre Sirius offriva alla ragazza la sua giacca. A quanto pare Severus si era fatto due conti, osservandoli quella sera, ed era giunto alle stesse conclusioni di Joey, il che non avrebbe portato niente di buono.
-Se poi domani ti viene la febbre io non voglio saperne nulla…- proferì Joey quando si avvicinarono.
-Non preoccuparti, sono forte io!- la contraddisse la rossa.
Joey non fece in tempo a replicare, vedendo Remus e Tonks avvicinarsi.
-Ragazzi- li salutò Remus, con un sorriso.
Kyra e Joey rimasero in silenzio, indecise se complimentarsi o meno con loro per l’imminente matrimonio, lasciando calare su di loro un silenzio un po’ imbarazzante.
-Amore… credo che dovremmo essere noi a parlare per primi…- cominciò Tonks facendosi più vicina, evidentemente imbarazzata.
-Si, hai ragione. Dobbiamo delle scuse a qualcuno…- concordò il mago.
-Ma non è necessario, davvero…- provò Kyra, subito interrotta.
-Lo è eccome- la contraddisse Remus –Mi spiace per come vi abbiamo accolte all’Ordine, dovevamo fidarci del giudizio di Silente e non dubitarne-
Tonks annuì partecipe. –Del resto, ora sappiano che non ci sono più dubbi… Avete rischiato la vita per uno come lui…-
-Andiamo Dora, non sono così male…- protestò sorridente l’uomo chiamato in causa.
Tutti scoppiarono a ridere, poi Tonks si rivolse direttamente a Joey. –Mi spiace per quella sera, davvero. Non avrei dovuto reagire in quel modo. A volte faccio le cose senza pensare-
-Non c’è problema, davvero. Non più ormai. L’importante è che abbiate capito chi siamo- disse Joey, con un sorriso avvicinandosi a Tonks e abbracciandola per congratularsi con lei mentre Kyra faceva lo stesso con Remus.
Quando si staccarono Joey si voltò verso Harry, il cui sguardo insistente non l’aveva lasciata neanche un secondo.
Dentro di lei scoppiò improvvisamente il desiderio di abbracciarlo e stringerlo forte a se, come mai aveva fatto e si lasciò guidare da se stessa, senza pensare a niente: si avvicinò, mettendo le mani intorno alla sua vita, stringendosi contro di lui. Si guardarono per un attimo negli occhi e poi si avvicinarono baciandosi profondamente, come facevano solo quando erano in posti solo loro dove nessuno poteva osservarli.
Dei colpi di tosse li riscossero ma ci misero un po’ a staccarsi.
-Vieni con me…- le disse Harry, poggiando la fronte contro la sua.
-Dove?- chiese in un sussurro.
-In un posto, ti piacerà…-
Si diedero un altro bacio, più casto, mentre altri colpi di tosse li richiamarono alla realtà.
-Scusateci, noi ci assentiamo per un po’-
Non attesero risposta ma si avviarono verso il portone, mano nella mano, mentre la voce di Sirius ancora li seguiva.
-Si andate, e vedete di…-
Ma quello che cercò di dire poi nessuno riuscì ad udito: Remus aveva puntato la bacchetta contro di lui praticando un incantesimo Tacitante in modo che tutta la Sala non sentisse quello che stava urlando. Solo quando si fu arreso a parlare, fissò con sguardo contrariato Remus in attesa del contro incantesimo mentre le due ragazze ridevano.
-Se mi giuri che non urli ti libero, Felpato-
Sirius mise una mano sul cuore e Remus praticò silenziosamente il contro incantesimo.
-Comunque, volevo solo dire “e vedete di non fare tardi…”- cercò di difendersi il mago, poco convinto.
-Si, certo, Felpato- gli rispose a tono Remus –Come se non ti conoscessi…-
E detto questo il licantropo se ne andò, prendendo per mano Tonks, senza ascoltare le proteste dell’uomo.

La Stanza delle Necessità si materializzò davanti a loro, lasciandoli entrare. Era bella, sistemata in quel modo, con un letto enorme a baldacchino su un lato e un camino di fronte. Semplice, come doveva essere.
Appena entrarono Joey si preoccupò di tornare del suo aspetto normale, con il vestito leggermente grande. Harry sorrise mentre la portava sul letto e si sedevano. Si persero per un attimo, guardandosi, mentre Joey riusciva a malapena a rendersi conto delle dita di lui che le spostavano una ciocca di capelli per vederla meglio in viso.
-Ho paura….- gli disse lei, stupidamente.
-Non devi… Ti amo-
-Ti amo anche io, Harry…-
E accadde ancora prima che lei se ne rendesse conto, ignorando il classico dolore da prima volta, che sbiadiva di fronte a quel mare di emozioni che provò poco dopo.
E mentre lui era sopra di lei sentiva che quello che stava succedendo andava ben oltre al semplice sesso che più di una volta alcune ragazze del loro corso avevano descritto, raccontando di un incontro di fiamma con qualche ragazzo del loro anno, andava ben oltre il loro desiderio che in quel momento bruciava, nuovo e inaspettato, andava ben oltre a qualsiasi cosa provata in quei mesi. Andava oltre tutto. Non seppe dire con chiarezza cos’era, se amore o qualcosa di più forte, se esisteva. Seppe solo, senza alcun dubbio, che il suo cuore sarebbe esploso, incapace di contenere tutto quel sentimento che cresceva ad ogni movimento di Harry.
Era un sentimento nuovo, che solo ora rendeva tutto chiaro, tutto nitido come mai lo era stato: la bellezza nel conoscerlo, la fatica per mostrargli chi erano davvero, la gioia nel riaverlo, l’attesa di quel momento prendevano il loro posto, incastrandosi come i pezzi perfetti di un puzzle che loro stavano costruendo giorno dopo giorno.
Era come se una finestra sporca fosse ora pulita perfettamente e le permettesse di vedere tutto con più lucidità, di scoprire quel sentimento che, mentre i secondi passano, si approfondiva e si radicava in lei, andando ad occupare il posto che gli spettava da quando aveva conosciuto Harry Potter. Sentiva qualcosa dentro di lei cambiare e trasformarsi, legarsi a Harry in maniera indissolubile, irreversibile e capì di amarlo come mai lo aveva amato prima, come mai avrebbe potuto amare.
E volle fermare il tempo, quel tempo che stava rubando attimi preziosi a loro, che la faceva tremare di paura non rendendola certa del futuro insieme a lui, mentre lo guardava negli occhi e ci leggeva tutto quello che provava lei, qualunque cosa fosse, qualunque cosa volesse dire.
Un respiro condiviso e un desiderio che si consumava tra i loro corpi, caldi. Joey sapeva che in quel momento sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa, ma lei non ci avrebbe badato: in testa aveva solo i suoi occhi verde smeraldo che la guardavano brillando di quel piacere che si stavano regalando.
Era strano e bello scoprire come in quella stanza tutto stava sparendo. La preoccupazione per Severus, le parole di Silente, quel medaglione… Sembravano lontani chilometri come se entrambi avessero preso la decisione silenziosa di non parlarne più, almeno per una sera, soprattutto per quella sera. Il resto davvero non aveva alcuna importanza, se non lui, sopra di lei, che la faceva sentire la persona più importante dell’universo con delle semplici carezze.
Sorrise, stringendolo più forte, come mai aveva fatto, sentendolo, respirandolo per non dimenticarsi mai della dolcezza che ci metteva in ogni gesto. Gli scostò un ciuffo di capelli dalla fronte e si impresse a fuoco quell’immagine di lui, così perfetto da farle togliere il fiato.
Lo vide chiudere gli occhi e tremare lasciandosi andare su di lei, con il respiro accelerato.
-Ti amo, Harry Potter- sussurrò lei, accarezzandogli i capelli, mentre lui sorrideva nei suoi tornando poi a nascondersi in un bacio. Finalmente si sentiva completa, e sapeva che nulla e nessuno l’avrebbe mai separata da lui, non l’avrebbe permesso. Avrebbe lottato fino alla morte per avere quel futuro che era suo, che era loro, e ora, sentendo il suo corpo caldo e il suo cuore diminuire i battiti, tutto sembra più semplice e sicuro.
Si fece cullare dal respiro di Harry che divenne più regolare, e si addormentò anche lei, abbracciata il più possibile a lui.

   
 
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