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Autore: _LaUra    31/01/2010    2 recensioni
Darleen, Medison e Alice le protagoniste di questa storia. Tutte e tre hanno avuto dei gravi incidenti dai quali si riprenderanno grazie all'aiuto di un bellissimo dottore. Ma il Dottor Nicols chi sceglierà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 BUONGIORNO o BUONASERA A TUTTI MIEI CARI LETTORI!
ECCOCI QUI CON IL QUINTO CAPITOLO..
SPERO CHE LA STORIA VI PIACCIA!
RINGRAZIO PER LA RECENSIONE Nina95 E INVITO TUTTI I LETTORI A LASCIARE UN COMMENTO, UN CONSIGLIO..
DITEMI MAGARI COSAVORRESTE CHE SUCCEDESSE!
ASPETTO RECENSIONI! ALTRIMENTI MI DEMORALIZZO! =)
BUONA LETTURA!





Medison

" Quel dottore non mi piace Med! Ti presta troppe attenzioni..e tu continui a dargli corda tesoro!" urlava arrabbiato Josh.
Era uno dei suoi ormai frequenti momenti di gelosia, in cui gridava, lanciava a terra libri, cuscini, cornici.
Non mi era facile continuare a sopportarlo, ed erano troppe le volte in cui aveva cercato di scaricare la sua rabbia su di me, picchiandomi.
Fortunatamente c'era sempre stato qualcosa ad impedirgli di farlo, ma prima o poi sarebbe successo.
Avevo paura e per questo motivo cercavo di passare la maggior parte del tempo alla clinica del Dottor Nicols.
" Josh smettila! Non ne posso più della tua gelosia! Io non sono TUA, io non sono di NESSUNO!" gli risposi urlando a mia volta.
Qualcosa mi colpì velocemente e fortemente la guancia.
Rimasi immobile al centro del salotto, mi portai una mano al viso e trasalii al contrasto tra la mia mano fredda e la guancia in fiamme.
" Vattene..." gli dissi quando mi scese una lacrima.
Mai nessuno prima di allora aveva osato picchiarmi, nemmeno mia madre quand'ero piccola, ma lui in quel momento l'aveva fatto. Io non potevo perdonarglielo.
" Scusami amore.." mormorò lui tendando di avvicinarsi.
" Vattene ho detto!" urlai con voce isterica.
Prese la giacca e uscì.
Mi lasciai cadere a terra e iniziai a piangere disperatamente.
Non sapevo di preciso per quale motivo, se per lo schiaffo appena ricevuto, se per aver perso una persona che amavo, se per la troppa gelosia di Josh.
Non lo sapevo.
Presi il cellulare che stava dentro la borsa e velocemente digitai il numero del dottore.
Aspettai qualche secondo e poi sentii la sua voce melodiosa.
" Pronto." disse.
" Ciao Eric, sono Medison.." dissi con voce rotta dal pianto.
Da qualche settimana ormai ci chiamavamo per nome e ci davamo del tu.
" Che è successo?" mi chiese preoccupato.
" Josh..." non riuscii a dire altro e mi riportai la mano fredda alla guancia.
" Arrivo!" disse lui e riattaccò.
Dopo circa mezz'ora arrivò e suonò al mio campanello.
Corsi ad aprire. Fuori si era già fatto buio.
" Che ti ha fatto?!" mi chiese con voce arrabbiata.
Nei suoi occhi si leggeva tutta la rabbia che provava nei confronti del mio compagno, o meglio, ex compagno.
Gli mostrai lo stampo dello schiaffo nella mia guancia.
" No.." mormorò lui trattenendo un ringhio di rabbia.
" L'ha fatto.." dissi io " Tutta colpa della sua gelosia!" e ricominciai a piangere.
Eric mi abbracciò dolcemente, poi mi prese in braccio e mi portò sul divano, si sedette accanto a me.
" Dove metti il ghiaccio per il ginocchio?" chiese riassumendo il suo tono professionale.
" Nel frezeer..." dissi a voce bassa.
Il dolore era forte, troppo forte.
Tornò pochi minuti dopo e appoggiò delicatamente il sacchettino gelido sulla mia guancia.
" Riposati ora..." mi disse ad un certo punto.
Chiusi gli occhi e prima di abbandonarmi al sonno mormorai : " Non abbandonarmi, ti prego...".
Mi baciò delicatamente la guancia destra, che non aveva ricevuto lo schiaffo.
" Te lo prometto.." sussurrò e poi iniziò a accarezzarmi piano i capelli.
Sentii nello stomaco risvegliarsi qualcosa, era stranamente familiare.
Le farfalle.
Anche in quel terribile momento, sentirlo accanto a me, mi metteva in agitazione.


Alice

Il cuore mi batteva a mille.
Ero preoccupa, molto preoccupata. Quale sarebbe stata la sua risposta?.
Proprio quando mi stavo preparando a sentire un " di solito non esco con le pazienti"  lo sentii ridere.
Lo divertiva che una diciassettenne gli chiedesse di uscire?.
" Volentieri! Hanno aperto un ristorantino poco lontano da qui..domani sera potremmo andarci.." disse con il suo solito sorriso abbagliante.
" C..cosa?..Cioè, certo, certo!" dissi ritornando al mio colore rosso pomodoro.
In quel momento il miò cuore sembrò esplodere, avevo un'appuntamento con il dottore.
" Ma dovrai promettermi una cosa.." disse facendo il misterioso.
" Mi dica.." dissi sapendo che avrei accettato qualsiasi condizione.
" Ci daremo del tu e ovviamente ci chiameremo per nome... non voglio sentire le solite due paroline : " Dottor Nicols". Domani sera, per te, sarò Eric" disse e sfoderò il suo magnifico sorriso sghembo.
" Si signore!" risposi scherzosamente.
Erano passati solamente cinque minuti e già iniziavo a sentirmi più a mio agio con lui.
La sera dopo, come mio solito, mi ero presa in ritardo.
Nonostante la mia gamba malridotta e il tutore ingombrante ero riuscita ad indossare un bellissimo abito color pesca che mi lasciava scoperte le spalle e copriva le cicatrici sopra il ginocchio.
Avevo adirittura convinto la mia amica Sharon a prestarmi un paio di sue scarpe col tacco, non sapendo ancora che l'unione stampelle e tacchi non era geniale.
Ma, tutto sommato, ero carina.
Avevo camminato tutto il pomeriggio, su consiglio di mia madre, con tacchi e stampelle. La mia andatura era migliorata notevolmente e i miei movimenti apparivano naturali anche con i tacchi ai piedi.
Verso le sette e mezzo il dottor Nicols passò a prendermi con la sua auto color grigio metallizzato.
" Che eleganza!" esclamò appena mi vide uscire di casa.
" Non si preoccupi signora, non faremo tardi!" disse con la sua voce melodiosa, che sembrò tranquillizzare mia madre.
" Grazie!" dissi quando fummo in macchina.
" Ho detto la verità!" mi rispose con un sorriso.
Dopo circa un quarto d'ora arrivammo al piccolo ristorantino.
" Ho prenotato per due..." disse aiutandomi a scendere dall'auto.
" Meglio, sembra pieno di gente!" dissi contenta che si fosse preso così cura di organizzare la serata.
Entrammo.
L'ambiente era moderno. Alle pareti color lilla erano appese grandi foto del posto negli anni '70 o '80.
I tavolini erano tutti occupati, tranne uno, nella parte più appartata del locale, sul quale era stato lasciato un bigliettino con su scritto " prenotato, Nicols ".
Mi prese per mano e mi accompagnò fino alla nostra postazione.
Entrambi ci sedemmo.
" Allora, ti piace?" mi chise.
" Si, è un posto bellissimo!" risposi guardandomi attorno.
Dopo qualche minuto arrivò un cameriere a prendere le ordinazioni e poi finalmente passammo un pò di tempo soli.
" Dicono che si mangi bene.." cominciò lui.
" Dopo stasera, anche noi potremmo dare il nostro parere.." dissi e gli sorrisi.
" Già.. sai, potremmo girare per tutti i ristorantini appena aperti, mangiarci e darne un giudizio!" disse scherzosamente.
Risi.
" Sei carina quando ridi!" disse lui dolcemente.
" Grazie, anche tu sei carino..quando..beh! sempre.." risposi lasciandomi scappare qualcosa di troppo.
Arrossii e abbassai lo sguardo.
Con una mano mi alzò il viso e mi guardò dritto negli occhi, sempre dolcemente.
" Non hai detto nulla di sbagliato.." disse infondendomi un forte senso di tranquillità.
Dopo quel momento cercai di non comportarmi più da bambina, tantomeno di fare brutte figure.
Al momento del dolce la serata era al culmine della sua bellezza, io ed Eric avevamo scoperto avere molto in comune e andavamo d'accordo.
Ci avevano appena servito una fetta di meringata e lui mi stava imboccando come se fossimo stati due fidanzatini.
Lo imboccai anch'io.
" Che stupidi!" disse ridendo.
" Già! Sembra la scena di un film!" dissi unendomi alla risata.
" In questo momento accande anche questo.." disse.
Si alzò leggermente verso la sedia e si sporse verso di me.
Lo guardavo incuriosita.
Poi mi baciò delicatamente.
" Driin, Driin!" il suo cellulare stava squillando.
Possibile che ci fosse sempre qualcosa pronto a rovinare i momenti più belli?.
" Arrivo!" disse con voce preoccupata dopo qualche minuto passato al telefono.
" Che è successo?" chiesi cercando di capire.
" Ti spiegherò.." disse sbrigativo.
Dov'era finita tutta la sua dolcezza?.
" Ti dispiace tornare in taxi?" mi chiese e notai con mio dispiacere lo sguardo supplicante.
" Nessun problema.." mormorai dispiaciuta.
" A domani!" disse e se ne andò senza nemmeno un bacio.
Rimasi li, seduta in quel tavolino che fino a pochi minuti prima era stata la nostra romantica postazione.
Poi arrabbiata, presi le stampelle e prima di uscire passai alla cassa, dove mi dissero che era stato pagato tutto.
Chiamai un taxi e tornai a casa.
Prima di addormentarmi, stesa sul letto, pensai al bacio veloce che ci eravamo scambiati.
Cos'era stato per lui?.


In questo capitolo, come avete notato manca la parte dedicata a Darleen, torneremo a parlare di lei nel prossimo capitolo!
Continuate a seguirmi!
Baci!











  
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