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Autore: kannuki    12/07/2005    7 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Certi suoni si ripetono incessanti entrandoti nella testa con il loro fastidioso monologo e proseguono finchè la mente non li

Certi suoni si ripetono incessanti entrandoti nella testa con il loro fastidioso monologo e proseguono finchè la mente non li esclude e tu non li odi più, le orecchie si abituano e scartano il ritmo cantilenante.

Le quattro frecce che Max ha acceso con un gesto scattoso e meccanico, ticchettano nel silenzio dell’abitacolo mentre l’uomo studia la cartina stradale per l’ennesima volta, gli occhi chiari che si muovono su e giù fra le ciglia scure, seguendo dei tratti immaginari. 

La getta accanto a se sbuffando un po’ esasperato…ma come pretende riesca a trovare quella ragazza?

L’indicazione che la bella Natalie si stesse muovendo lungo una strada ‘lunga e senza nulla attorno’ non era sufficiente per la sua caccia alla donna scomparsa.

Chissà quante ce ne sono così, in questo paese…

I suoi occhi si muovono lungo il cruscotto ricadendo sulla cartina che ondeggia al vento che trapela dal finestrino aperto al lato del passeggero.

Può sentire l’odore della carta riscaldata dal sole e della polvere dei tappetini che dovrebbe far ripulire. Quest’auto è indecente come quello che me l’ha affibbiata, pensa sprofondando nel sedile e appoggiando un gomito fuori del finestrino.

Il suono incessante delle frecce riesce a penetrare il muro di silenzio artificiale che si era innalzato nel suo cervello e con una smorfia spinge la levetta nella posizione di riposo.

Sospira soddisfatto e si passa una mano sul viso, pizzicandosi la radice del naso un pò aquilino. Dove potrebbe essersi cacciata una che non vuole farsi trovare?

Ovunque!”esplode battendo un pugno sul volante…accidenti a me e quando gli ho detto si!

 

Un lieve picchiare sulla macchina lo fa voltare verso un poliziotto della stradale che lo squadra interrogativo nella sua uniforme blu.

“Salve agente” borbotta rimettendosi seduto e alzando su di lui uno sguardo vagamente colpevole che fa stranire l’uomo.

A Max non piacciono i poliziotti o l’autorità in generale, qualunque sia la sua forma: lo fanno sempre sentire in colpa come se avesse appena fatto qualcosa di cui vergognarsi.

Sarà perchè le straccio sempre, le multe? Si domanda facendo una smorfietta e tornando a guardare l’agente.

Che cosa sta facendo? La vecchia Peabody mi ha telefonato dicendo che è fermo qui da quasi un’ora” gli dice duro indicando la macchina.

“Non ho idea di chi sia la signora, ma non è mia abitudine irretire le vecchiette o fare loro la posta sotto casa.” Precisa leggermente offeso. “Sto pensando; è vietato pensare standosene seduti in macchina?”

Max alza la voce innervosito e capisce dall’espressione corrucciata del poliziotto che è meglio cambiare tono “sto cercando uan ragazza scomparsa” ammette tranquillo tirando fuori una foto “L’ha vista da queste parti?”

  

Il poliziotto la studia per qualche istante senza emettere alcun suono “mai vista. Provi in centrale…e si tolga dal giardino della signora Peabody in fretta!”

“Come no?!” Esclama folgorato da un’idea: che ci sta a fare la polizia, solo per fargli le multe?

 

Si dirige in tutta fretta verso la stazione, immersa nell’apatia e nel silenzio. Beh, quella è una piccola cittadina e a parte qualche sporadico episodio, non succede mai nulla di rilevante. Max adocchia le donne che fanno parte del personale e alza un sopracciglio inorridito: con un tale assortimento di frutti di mare, una ragazza come Natalie salta agli occhi come una pelliccia di visone su un manichino scamuffo.

“Salve!”esclama tutto baldanzoso al poliziotto all’entrata “vorrei denunciare la scomparsa di una ragazza”

“Da quanto tempo è scomparsa?” cantilena afferrando un modulo vuoto con un gesto stanco.

“Da tanto” è la vaga risposta che fa alzare gli occhi all’uomo.

“Ho capito…” sibila girando la testa verso l’orologio “più di 48 ore?”

“Si”

“Bene: generalità e se ha una foto…”

“Certo che ce l’ho: guardi qua quant’è bellina” ridacchia mollando l‘istantanea sul bancone e lanciandosi occhiate tutto intorno “non è passata di qui? Una come questa si fa notare”

“Mai vista” afferma girando nuovamente la testa verso i colleghi che ciondolano senza prestare loro attenzione “ragazzi, l’avete vista questa?”

 

Max aspetta pazientemente finché non giunge alla conclusione che quegli esseri dalle vaghe sembianze maschili sono talmente affogati dalla noia da un riuscire a distinguere una scopa da una donna con le tette. Si riprende la foto al volo e la sventola per qualche istante “continuerò a cercarla da solo; grazie e tanti saluti a tutti!”

 

Si volta di scatto scontrandosi con una miniatura di femmina umana dall’aria piuttosto scocciata che gli strappa la foto e la osserva continua a fumare e a ciccare in terra. “Carina…la tua ragazza?”

“Magari, l’amica di un amico” precisa lanciandole un’occhiata di ammirazione.

La sua mente lavora come un computer per incamerare l’identikit di quella mini bellezza dall’aria nervosa: poco più di un metro e cinquanta, un davanzale più che regolamentare evidenziato dalla camicia e dalle bretelle che indossa (mai vista una donna con le bretelle) e cravatta stropicciata un po’ consunta per l’uso.

Una donna con la cravatta! Arrapante! Mi ci devo fermare in questo posto, pensa mentre osserva la corta capigliatura un po’ maltrattata dalle mechès rosse che avrebbero bisogno di una ritoccatina alla base. Decisamente fuori dalla fascia di mercato legale ma niente male davvero!

 

La donna passa distrattamente una mano fra i capelli seguendo il suo sguardo ipnotizzato e diviene piuttosto nervosa, sottoposta a quell’esame che evidentemente non le fa piacere “nel mio ufficio” mugugna a bassa voce mentre cammina decisa fino ad una porta con una targhetta che sarebbe da cambiare.

‘Commissario Elias’…e di nome come fa, l’affascinante commissario?!

 

“Siediti” gli ordina nuovamente accomodandosi e allargando la cravatta già allentata. Una donna con la cravatta...le da un tocco esotico.

Max continua studiarla mentre lei fa lo stesso con lui.

Pappagallo, è la semplice definizione che il cervellino nascosto sotto il caschetto rosso le invia alle labbra. Fortuna che ha imparato a tenere i pensieri per se.

Sfrontato e marpione è la definizione che le grida la sua femminilità, vilipesa da quell’esame prolungato che la sta mandando in paranoia. Un cittadino con la puzza sotto il naso…un medico. Sicuramente un medico, pensa osservando le dita che tamburellando sul bracciolo in attesa di qualcosa. Forse che lei faccia delle domande.

Odio i medici, pensa continuando a tirare dalla sigaretta quasi finita.

 

Se è sempre così nervosa, qua dentro non hanno vita facile, è il concetto che sta rimuginando Max in quel momento, seduto davanti a lei, separato dalla scrivania libera da pratiche e ingiunzioni mentre la donna si insacca su se stessa e appoggia un ginocchio al bordo del tavolo. Spegne la sigaretta e s’infila in bocca una gomma alla nicotina. Torchiamolo un po’!

“Quello non è l’uso corretto” gli dice senza riuscire a trattenersi. O fumi o mangi le gomme, carina!

“Sto provando a mettere” mugugna come se dovesse scusarsi. Stronzo impiccione! Si raddrizza di scatto e lo interroga “allora, questa ragazza?”

Max snocciola tutta la faccenda alla donna che sta in silenzio o annuisce a tratti.

“E’ maggiorenne e vaccinata. Capisco la vostra preoccupazione ma quella ragazza è libera di farsi la sua vita senza un martellamento pressante dei genitori o dei cosiddetti ‘amici’” afferma squadrandolo da capo a piedi. Del tuo poi…

“Non è mia amica. La sto cercando per un amico.”

E il suo amico non può cercarsela da solo?”

“Lui sta cercando un’altra sua amica”

Max sorride mentre lo dice e la donna è convinta che la stia prendendo in giro. Il commissario lo guarda e tace per molti minuti “che lavoro fa, signor…”

Gershow. Giornalista, ma mi hanno licenziato”

Strano! Ma non importa “Odio i giornalisti” afferma gettando la gomma nel cestino “e il suo amico che lavoro fa?”

“L’investigatore privato” afferma seguendo la traiettoria del chewing-gum grigiastro sopra la sua testa e osservandolo finire dritto dritto nel cestino “che mira!”

“Allenamento quotidiano…e ha un nome il suo amico?” sibila afferrando una penna e brandendola come se fosse lo scettro di una regina.

Max la guarda e non risponde all’inizio “il mio amico vuole solo sapere se sta bene, se se la cava e se ha un lavoro perché ci tiene a lei” precisa con tono duro.

“Senta, nessun vuole mettere nei guai nessuno” afferma la donna più dura di lui “se la ragazza viene avvistata da queste parti, avvertiremo lei o il suo amico”  conclude richiudendo la penna e gettandola distrattamente sul tavolo. Coglione!

Se voleva il mio numero di telefono poteva dirlo subito” ridacchia malizioso facendola tacere e rimediandosi un’occhiataccia incenerente.

“I pappagalli da noi fanno una bruttissima fine!” l’avvisa con voce sottile e cattiva.

“Lei alza il livello delle donne che ho visto qua fuori e riscatta un’intera cittadina d’orrori genetici incontrollati” insiste sporgendosi verso di lei “me lo sarebbe il suo numero?!”

 

E ti pareva! Le donne!

 

Max si appoggia al muro della cella nella quale il commissario l’ha fatto rinchiudere e sospira guardandosi con il sorvegliante che scuote la testa “è un po’ suscettibile” gli dice alzando le sopracciglia.

L’uomo non risponde e si limita a leggere il giornale locale di sport.

Che palle!

Non fa in tempo a sedersi che la vede arrivare con l’aria seccata. Ordina al guardiano di tirarlo fuori e nel frattempo lo informa del fatto che nessuna ragazza di quella descrizione è stata avvistata recentemente nelle cittadine vicine.

“Non c’è una strada da questa parti, lunga e spersa nel nulla?”

Il commissario lo guarda per un po’ e poi annuisce “la statale 57. Una trappola mortale se ti si buca una ruota.. buia e fredda di notte. Un posto da coyote e lupi mannari” afferma indurita “spero la sua amica stia bene”

“Lo spero anche io, Ford non se ne sarebbe contento” borbotta ad alta voce facendo girare la donna.

 

Shelton? Ford Shelton? Quella mezza checca del cazzo? Non ci posso credere non lo vedo da una vita!” ridacchia tirandoselo dietro per tutta la stazione “come sta quel vecchio ubriacone derelitto? Se gira ancora con il distintivo falso della polizia, lo sbatto dentro per il resto dei suoi giorni!”

Mentre chiacchiera a ruota libera e con un sorriso smagliante che le arriva alle orecchie, s’infila la giacca di taglio maschile e lo conduce fuori, indicandogli la macchina della polizia “andiamo a fare una bella sorpresa a Ford, amico di Ford”

“Max” afferma debolmente colpito dal polso fermo di quella donna “forse non è il momento di disturbarlo, sta cercando…”

“Ford cerca sempre qualcosa o qualcuno ma non sarebbe capace di trovarsi neanche il culo con le mani” sghignazza mettendo in moto e partendo velocemente “bene Max, ci sarà da divertirsi!”

 

***

 

Ho interrogato tutti gli amici di Jordan e non mi è piaciuto per niente quello che ho scoperto. C’è già passata la polizia da queste parti e li hanno già torchiati tutti uno per uno.

Questo non va bene, se la stanno cercando vuol dire che la incolpano dell’omicidio di quel bastardo.

La domanda che mi pongo è la seguente: come hanno fatto a scoprire che è stata lei ad ucciderlo?

Chi li ha avvertiti? Ci deve essere un infiltrato o unamico’ nascosto…qualcuno che sapeva della sua relazione con Jordan.

Simonne ha negato un rapporto fra i due, ma non mi ha guardato negli occhi mentre lo diceva. Forse per non ferirmi. Non me ne frega un cazzo di essere ferito. Qui non centrano i sentimenti per Jordan.

….

Le balle che invento a me stesso sono a dir poco incredibili: sto letteralmente impazzendo di preoccupazione per lei e mi preoccupo lo stesso di mentire a me stesso e a voi…

Per salvarmi la faccia.

….

Che cazzata! La mia faccia non ha bisogno di essere ulteriormente declassata, non credete? Ormai vi sarete fatti un’opinione pessima di me: l’investigatore becero con il pelo sullo stomaco che si sbatte le prostitute perché non c’è straccio di donna che si lascerebbe avvicinare e che è talmente idiota da sbavare ancora dietro alla sua ex.

 

Una volta non mi preoccupavo così tanto. Forse mi divertivo di più…

E’ cominciato tutto per colpa di Natalie.

Natalie…

 

Mi accorgo di essermi bloccato in mezzo alla strada. Chissà da quanto tempo sto fermo in questa posizione. La gente mi lancia occhiate strane e sempre a livello della cicatrice. Forse ho fatto male  a tagliarmi i capelli, la coprivano un pò.

Mi specchio nella vetrina di una cartoleria piena di peluche e pupazzetti che fanno impazzire le ragazzine e mi domando che fine abbia fatto Natalie…chissà se queste cose le piacciono.

Una ragazza esce e mi lancia un’occhiata stranita. Mi ha preso sicuramente per un maniaco. Sospiro per la frustrazione e mi addosso al muro della vetrina.

Cristo, certe volte mi chiedo che abbia fatto di male nella vita! Era tutto più facile prima…tanti ‘prima’ fa.

Scorgo distrattamente un orsetto abbracciato ad un cuscino rosso e mi domando se a Natalie piacerebbe. Forse è troppo grande per una cosa del genere…

Un ragazzino sta aspettando fuori la sua fidanzatina e mi fa sorridere perchè è nervosissimo e continua a mangiarsi le unghie. Sarei scocciato anche io ad aspettare ore una che parla come una demente indicando quelle stronzatine colorate con il dio smaltato di verde.

Si ficca le mani in tasca e dondola su una gamba e poi sull’altra.

Mi avvicino senza pensarci e gli indico l’orsetto “secondo te ad una ragazza piacerebbe?”

Lui mi guarda e fa una smorfia “a loro piace tutto ciò sia colorato e piccolo...e tenero!” afferma con un tono disgustato.

“Quanti anni hai?

“18…perchè?”

E la tua ragazza?”

“16” mugugna un po’ sulla difensiva.

“Mh...troppo piccoli” borbotto infilandomi le mani in tasca e sbuffando. Appoggio un piede sullo scalino della vetrinola e mi piego a fissare quel benedetto orso. Tenero, tondo e colorato…i requisiti ci sono.

“Lo devi regalare alla tua ragazza?” mi domanda di punto in bianco seguendo il mio sguardo.

“Lo devo regalare e basta. Forse…non è detto” mugugno perplesso. “E se poi non le piace?”

“E’ la tua ganza?”

Ganza? Ah.. “No”

“Potresti fare una figura del cazzo!” afferma appoggiandosi come me contro la vetrina.

Lo guardo un po’ innervosito “dimmi qualcosa che non so!”

 

“Amore, andiamo?!”

 

La ragazzina balza fuori del negozio, seguita da uno zainetto stracolmo di portachiavi di tutte le fogge. Mi guarda stranita e poi guarda ‘amore’. Lui le indica l’orso e le domanda se è carino.

Lei s’illumina e annuisce “da morire!”

Il ragazzino fa una faccia espressiva: ha già capito come vanno le cose…ma non ha capito che dovrà regalarglielo, prima o poi! Sghignazzo al pensiero ma faccio finta di  niente. Vedrai quanto frignerà per averlo!

“Forte la cicatrice!” mi dice prima di andarsene conamore’ avvinghiata che lo trascina per un braccio.

Ma chi era quel tipo strano?”

“Uno sfigato che non sa comprare un regalo alla propria ragazza!” ridacchia stringendola per la vita

 

Brutto bastardo! Anche i mocciosi mi coglionando, adesso!

Sbuffo tutto insieme ed entro in quel luogo rosa e…pieno…di…che cazzo è sta roba?! Mi guardo attorno e rabbrividisco alla vista di pupazzetti e dichiarazioni d’amore e cuoricini stampati ovunque! No, è troppo per me!

Esco in fretta e me ne torno a casa col passo affrettato, arrovellandosi  nuovamente su un possibile luogo da ripassare al pettine per scovare Jordan, quando una volante della polizia che sopraggiunge a velocità elevata mi taglia la strada facendomi inchiodare. Sbilanciato, appoggio le mani sul cofano caldo e guardo allarmato e con un po’ di fifa la donna che esce dall’auto con un sorriso smagliante e gli occhiali da sole che solleva dal naso e calca ben bene sul caschetto rosso

 

“Finalmente ti ho beccato, Shelton!!”

 

Non ci posso…la guardo per qualche istante e poi sposto lo guardo su Max che emerge dall’auto con la faccia contrita “non è colpa mia” borbotta ancora sconvolto dalla donna. Per forza!

 

Il commissario Elias aggira l’auto con un sorriso beffardo e mi squadra soddisfatta “vedo che sei sempre il solito brutto ceffo di tre anni fa!”

“Charlie..” Sussurra avvicinandosi un po’ “ma come ti sei ridotta?!” Ma che ha fatto?! Una volta era una bambolina fatta e finita...e adesso?!

Lei solleva le spalle e scosta una ciocca dietro l’orecchio “ho il look da commissario cattivo! Ci ho messo un sacco per crearlo!”

Si pavoneggia allargando le bretelle e facendomi cadere lo sguardo sul seno. Tutto quel ben di dio merita di essere riverito con un’altra occhiata finchè lei non mi molla uno schiaffetto sulla guancia e non mi abbraccia, costringendomi a piegarmi un bel po’! Mi mancava questo tappo di bottiglia! “Come stai, stronzone? Mi sei mancato, non mi hai fatto neanche una fetida telefonata…fetido!!”

“Ho avuto da fare” borbotto guardando Max che sorride e suona un immaginario violino rimediandosi un gestaccio dal sottoscritto. Ci mando lui in quel negozio della perdizione!

 

Charlie mi lascia andare e mi da una pacca sul braccio “più invecchi e più diventi una schifezza!”

Carina, Charlie...sempre la parola buona al momento giusto!

“Già” affermo in fretta “sei arrivata in un momentaccio. Ma che ci fai con lui?”

Che ci fai tu, con lui! Quel fighetto da yacht club ha detto di essere tuo amico: ti sei messo a frequentare un brutto giro?!”

“Ehi!” esclama ilfighetto’ in questione un bel po’ offeso “non mescoliamoci, grazie!”

Charles lo guarda e alza le spalle “mi sta sulle palle” sibila sottovoce “l’ho sbattuto in galera mentre reperivo notizie sulla tua amichetta carina”

“Natalie? Hai scoperto dove si è cacciata?!”

Questo tono urgente la sorprende non poco. Per forza, non me n’è mai fregato un cazzo della gente che dovevo ritrovare.

“Tre anni fa eri tutto Jordan - Jordan e ora tutto Natalie - Natalie? Mai trovato un uomo che prende cotte a ripetizione come te!” mi prende in giro non accorgendosi che ha toccato un bruttissimo tasto. Jordan…“Sto cercando anche lei, Charlie”

E ti pareva!” sospira esaurita “invece di fare conversazione in mezzo alla strada, andiamocene a prendere un caffè così mi racconti”

Annuisco e mentre passo davanti alla vetrina la fermo “secondo te, è carino?”

Vomitevolmente carino. Regala una cosa del genere ad una ragazza e la farai scappare a gambe levate” ridacchia cercando di spingermi via. Poi mi fissa e sorride “è carino ma una di quell’età non ne può più di orsetti e peluche”

“Non sai neanche quanti anni ha!” ribatto tirandomi dietro Max che ridacchia come uno scemo.

“Certo che lo so: 22”

Mi volto verso il colpevole e ringhio una parolaccia che gli fa alzare le spalle.

“Regale un cd, è meglio!” mi suggerisce dandomi una pacca sulla schiena e spingendomi avanti di qualche passo.

Cammino in silenzio e lancio un paio di maledizioni ad entrambi…cd…si, ma di che genere?!

 

 

Carlotta Elias, alias Charlie - perché ha un nome che le fa schifo - ascolta pazientemente il racconto ponendo domande precise che resistono risposte precise che non posso darle.

“Ahia…se ha ammazzato un uomo c’è poco da fare. Poteva denunciarlo e restarsene buona in ospedale in attesa di giudizio, ma così..” Sospira accendendosi una sigaretta e fumando lentamente.

“A meno che non avesse qualcosa da nascondere…”

E cosa? Quello la violenta e lei scappa perchè ha paura di finire in prigione! Punto!”

 

Charlie mi fissa facendo una smorfia poco gradevole “sei sempre stato cieco per quanto riguardava Jordan, lasciatelo dire”

“Un cazzo!” Sbotto facendo girare mezzo locale verso di noi.

“Fatevi gli affari vostri, voi!” Li redarguisce la donna mostrando un distintivo bello pulito alla cintura. “Se ti aiuto a ritrovarle che mi dai in cambio?” mi domanda ridacchiando e cercando di farmi sorridere almeno un po’

“Ti cedo Gershow come uomo di fatica”

“Chi?”

“Quello che sta facendo la guardia alla macchina”

“Ah, il giornalista” borbotta spegnendo la sigaretta “non mi piace, troppo damerino.

“Tu li rimorchi nei vicoli bui, gli uomini. Max ti piacerà: è spiantato, in fuga dalle ex e senza fissa dimora. Un vero vagabondo da portarsi a casa e coccolare nelle fredde notti invernali” sghignazzo cattivo additando il poveretto messo fuori ‘al freddo e al gelo’

Se dici così scateni il mio lato materno. Ho 32 anni, Ford. In teoria dovrei sposarmi e fare qualche marmocchio ma dove sto io, il tipo più bello ha la silouette di un tombino…e una relazione con un collega è fuori discussione, lo sai”

“Fatti un cane”

Ce l’ho già” afferma divertita “te lo chiedo adesso e in maniera gentile per non sembrare troppo esplicita: che cazzo hai fatto all’occhio? Sembri Capitan Harlock!”

 

Mi aspettavo quella domanda ma non così presto. Mi rabbuio e distolgo lo sguardo strusciandomi  la cicatrice “una storiaccia”

Charlie si mette comoda e allarga le braccia “comincia, ho tutto il tempo”

 

  
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