6. Doveri e decisioni
Syrion era affollata a causa del mercato che
veniva allestito tutti i mesi per la luna nuova. Tra le bancarelle si potevano
scorgere gli oggetti più disparati: da un antico calamaio ad una lampada ad
olio tempestata di gemme. I tanti volti dei padroni delle bancarelle e dei
passanti rispecchiavano una moltitudine di etnie e razze, come anche tutte le
parole che venivano scambiate tra essi.
Era molto facile perdersi in quell’ammasso
di gente, ma non potevo permettermi di perdere altro tempo. L’incontro
inaspettato con Reuel e Leuviah mi aveva dimezzato il
tempo che Chaetel mi aveva concesso per gli acquisti.
Per questo motivo mi sbrigai a raggiungere l’emporio che si trovava in fondo al
mercato in una piccola via buia e deserta.
Quando vi arrivai fui scosso da un brivido
intenso lungo la schiena, ma cercando di sciogliere la tensione che mi
attanagliava, mi avviai lungo la via.
L’ingresso dell’emporio era sovrastato da
un’elaborata insegna intagliata nel legno a forma di un drago. Le parole incise
dicevano: “Infusion and Concoction”.
Dopo averle dato una rapida occhiata entrai cercando di non dare troppo
nell’occhio.
L’interno era semioscuro e avvolto da una
sottile nebbiolina, resa visibile da alcune candele cilindriche sparse per la
piccola stanza, mentre nell’aria aleggiava un miscuglio di profumi intensi ed
essenze esotiche e orientali. Nella stanza erano sparsi senza un senso logico
tre tavoli, sui quali vi erano dei fogli antichi con misteriose scritte, dei
mortai con resti di erbe e tanti altri strumenti bizzarri e non, probabilmente
utilizzati per maneggiare erbe e spezie. Mentre davo un’occhiata in giro per
cogliere tutti i particolari di quell’insolito posto, da una tenda decorata con
perle di ogni tonalità, mi venne incontro una ragazza dai capelli color dell’argento
e dagli occhi simili alla candida neve. Nell’insieme appariva come
l’incarnazione umana di una dea, ma nei suoi occhi c’era un bagliore
indecifrabile. Quando mi vide si diresse verso il tavolo che probabilmente
fungeva da bancone principale, facendomi cenno di seguirla.
Giunta al bancone si voltò verso di me
rivolgendomi per la prima volta la parola.
-Che cosa vi porta qui straniero? Non vi ho
mai visto da queste parti. Da dove venite?-
-vengo dal palazzo del re Sitael. Sono qui per effettuare delle compere per il
banchetto che si terrà stasera alla reggia-
-Di cosa avete bisogno?-
-Mandarago, giuntiglio, verdonnea e assomazia-
-Perfetto. Aspettate solo un attimo. Vado a
prenderle nel retro. Torno subito-
-Certo. Grazie-
-Niente. È il mio lavoro-
Dopo cinque minuti buoni la ragazza tornò
con un piccolo pacchetto giallo tra le mani.
-Son venticinque avi-
-Ecco qui il denaro-
-Perfetto-
-Se non sono indiscreto posso sapere il
vostro nome?-
-Certo. Mi chiamo Yoliah.
E voi?-
-Puoi darmi del tu. Comunque il mio nome
è...Mihael-
Per qualche strana ragione non ero riuscito
a fidarmi di quell’ambigua ragazza e per tempo ero riuscito a fornirle un nome
falso.
-Bel nome. Allora a presto-
-Penso di si. Ciao-
-Ciao-
Scambiati i saluti, uscii molto più tranquillo
da quel misterioso e curioso posto. Mi restava solo mezz’ora per tornare
nuovamente al castello, così rifeci di corsa la via del ritorno.
Fortunatamente arrivai con cinque minuti di
anticipo impedendo a Chaetel di rimproverarmi o
mettermi in punizione. Quando giunsi in cucina le lasciai il cesto con gli
acquisti e il resto del denaro che avevo con me. Fatto ciò mi diressi verso la
mia stanza esausto, ma la cuoca mi chiamò.
-Ehi ragazzo! Aspetta un attimo. Il re vuole
vederti. L’unica cosa è che non puoi presentarti così, quindi corri nella tua
stanza a darti una sistemata, poi recati nella sala azzurra dove sua maestà ti
sta aspettando-
-Grazie dell’informazione. Per caso conosci
il motivo di questa chiamata?-
-Purtroppo no, però spero non sia nulla di grave.
Sei un ottimo sguattero e se ti perdessi sarebbe molto difficile sostituirti-
Restai sbalordito di quell’improvvisa
manifestazione di affetto.
-Sul serio? Beh grazie. Se va tutto bene
dopo ti racconto tutto-
-Ok, ma non sei obbligato-
-Non c’è problema. A dopo-
-Ciao-
Con l’ansia nel cuore raggiunsi la mia
stanza dove lasciai il mantello che avevo utilizzato per le compere. Dopo una
breve sistemata mi recai verso la sala azzurra, ancora con tutti i sensi
all’erta.
Ero molto bravo a controllare le emozioni e
a mantenere il sangue freddo, ma quel giorno per qualche ignota spiegazione,
per ben due volte, mi ero fatto cogliere dall’agitazione. Quella sera avrei
dovuto fare un bel esame di coscienza per capire che cosa mi stava succedendo!!
Quando arrivai alla sala trovai Mehiel che
mi aspettava sulla soglia.
ÓzÎ
Dopo varie ore di cammino finalmente ci
fermammo per riposare e riprendere le forze. Lasciai Ehyiah
a tenere sotto controllo la situazione delle ragazze e mi allontanai per
restare un po’ da solo per riflettere sulle parole della vecchia che ci aveva
ospitato poco tempo prima.
Dopo poco mi ritrovai in una radura,
circondato da vari tipi diversi di alberi e arbusti che al buio non riuscivo a
distinguere.
Amavo
fare passeggiate tra la natura, ma ancora di più amavo restare solo quando
avevo dei pensieri e dei dubbi che mi attanagliavano. Durante quei momenti
riuscivo a scaricare tutte le emozioni che mi tenevo dentro e potevo finalmente
essere me stesso. Fin da quando ero entrato nella setta mi ero creato una
maschera per non rivelare quello che ero e provavo realmente, soprattutto per
non rivivere gli episodi spiacevoli della mia infanzia.
Flashback...(circa 10 anni prima...)
.....
-Ehyiah sbrigati dobbiamo andare!-
-Ma mamma io non voglio andare via!-dissi
tra le lacrime.
-Smettila di fare il bambino! Bisogna
andare! Poche storie!!-
-Ma...-
-Ho detto basta. Smettila di fare la
femminuccia e cerca di essere come tuo padre, che non mostrava mai quello che
realmente provava-
-Ok...-
-Sai quello che devi fare. Tuo padre è morto
e purtroppo non riusciamo a pagare tutti i debiti che ci ha lasciato. L’unico
modo per sopravvivere è affidarti alla setta che ha aiutato tuo padre prima di
morire-
-Come vuoi. Entrerò nella setta-
-Così ti voglio. E ricorda non lasciare
trasparire le tue debolezze o sarà la fine. Ora vai e buona fortuna figlio mio-
-Anche a te madre. Addio-
-Addio-
.....
Avevo tenuto fede alla promessa di mia
madre, ma quando ero solo si risvegliava in me quella sensazione di disagio e
paura che mi dominavano in quei momenti.
Mentre meditavo sulle parole della vecchia
sentii un fruscio tra le foglie e scattai agile attaccando la cosa che aveva
interrotto i miei pensieri.
Dopo un salto verso la zona da dove era
venuto il rumore, mi ritrovai a terra avvinghiato a un’impaurita e sorpresa Hariel. Dopo una frazione di secondo capii il mio errore e
rosso per l’imbarazzo l’aiutai a rialzarsi da terra, riponendo il pugnale che
avevo usato per difendermi nella fodera legata alla cintura.
-Scusa per come ho reagito ma non pensavo
che fossi tu-le dissi senza guardarla negli occhi, spaventato da una qualsiasi
reazione della ragazza che avevo cercato di ammazzare.
-Non c’è nessun problema. La colpa è mia.
Non dovevo avvicinarmi così di soppiatto-
-No sono io il colpevole perché ti ho quasi
tagliato la gola-
-Già quasi. Sono ancora viva quindi non c’è
nulla di cui scusarsi-
-Ok come vuoi...-
-Perfetto. Per quale motivo sei venuto qui
da solo?-
-..ehm...avevo bisogno di pensare...-
-Ah...ok...allora me ne vado...-
-No...aspetta...resta-
-Davvero lo vuoi?-
-...si...resta qui con me...-
-Ok..-
Detto questo ci ritrovammo l’uno nelle
braccia dell’altro. Ci stavamo baciando con una passione a mostrata prima.
Entrambi stringevamo l’altro come a impedire una qualsiasi fuga. Con un
semplice bacio stavamo esprimendo tutto il sentimento che provavamo l’uno per
l’altra.
Ci staccammo solo un attimo per riprendere
fiato e guardarci negli occhi.
-Scusa non volevo assalirti...-disse Hariel rossa in viso.
-Non chiedere scusa...era da una vita che
volevo farlo...-le dissi accarezzandole una guancia.
-Dici davvero? Vale anche per me...ma non
riuscivo a trovare le parole per dirtelo...-
-Anche io...ma finalmente ce l’abbiamo
fatta-
-Già..-
In un secondo riprendemmo a baciarci,
ritrovandoci per terra.
La mattina seguente quando mi svegliai mi
ritrovai disteso a terra e accanto a me c’era Hariel,
ancora addormentata. Era bellissima. Per la prima volta potevo osservare tutti
i particolari che la caratterizzarono. I riflessi rossi tra i suoi morbidi
ricci castani risplendevano al sole. Le sue labbra erano di candido rosa ed
erano lievemente aperte. Il suo corpo sinuoso, avvolto in una semplice tunica
celeste, era acciambellato per terra e proteso nella mia direzione.
Mentre la contemplavo però Hariel si ridestò dal sonno guardomi
perplessa da quella strana situazione in cui eravamo.
-Ciao..-mi disse, con la voce ancora
impastata dal sonno.
-Ciao...dormito bene?-
-Insomma...penso che dovremmo raggiungere
gli altri.. saranno preoccupati della nostra assenza non credi?-
-Oh..già hai ragione-
Che stupido! Mi ero totalmente dimenticato
di Ehyiah e Leuviah.
-Allora sbrighiamoci-
-Certo-
Così ci avviammo verso la piccola radura
dove la sera prima avevo lasciato i miei compagni.
Ciao a tutti!! Finalmente sono
riuscita a finire questo capitolo!! Dopo tante peripezie sono riuscita a
pubblicarlo!! Ma ora passiamo ai ringraziamenti:
un grazie a dolceGg94 che ha messo la fan tra i preferiti
un grazie a dolceGg94 e jazz211 che
hanno messo la fan tra le seguite.
Ma soprattutto un GRAZIE particolare
alle quattro persone che hanno commettato:
dolceGg94:
grazie per il tuo sostegno continuo!! Spero che questo nuovo capitolo ti
piaccia a presto tvb
SuperEle46:grazie
per tutti i tuoi bellissimi commenti!! Attendo un tuo prossimo commento baci tvb
jazz211:mi fa
molto piacere che stai continuando a seguire la mia fan!! Spero continuerai!! a
presto tvb
mollicadipane:eccoti qui!! Grazie ancora per le tue bellissime
parole che ogni volta scrivi per ogni capitolo!! Sono davvero contenta che tu
stia seguendo la mia fan!! Al prossimo commento! baci tvb
Alla prossima baci
Morkia94