Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _LaUra    07/02/2010    1 recensioni
Darleen, Medison e Alice le protagoniste di questa storia. Tutte e tre hanno avuto dei gravi incidenti dai quali si riprenderanno grazie all'aiuto di un bellissimo dottore. Ma il Dottor Nicols chi sceglierà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7 CIAO A TUTTI!
ECCOCI ARRIVATI AL SETTIMO CAPITOLO DI QUESTA FF...
SPERO VI PIACCIA!
MI RACCOMANDO FATEMI SAPERE SE è IL CASO DI CONTINUARE, SMETTERE, MIGLIORARE...
COMMENTATE INSOMMA!
PRIMA DI AUGURARVI BUONA LETTURA RINGRAZIO Nina95 e sassybaby PER LE LORO RECENSIONI!

ORA BUONA LETTURA! xD



Alice

Lacrime.
Si, erano lacrime quelle che mi bagnavano il viso.
Mai in vita mia avevo pianto per un uomo, mai.
Per lui invece si, perche?.
Non sapevo di preciso cosa avesse di speciale per avermi fatta innamorare così.
Era una sensazione, un qualcosa che sentivo dentro di me ogni volta che lo vedevo o lo avevo vicino.
Un qualcosa che avevo sentito dalla prima volta in quel letto d'ospedale fino a quel momento mentre, con le lacrime agli occhi, scappavo via da quella visione, da lui.
Lui che è il mio dolore.
Quando mi sentii abbastanza lontana da tutto mi fermai, il fiatone mi impediva quasi di respirare.
Ma le lacrime continuavano a scendere come piccole cascate dai miei occhi inzuppando il fazzoletto, ormai inutile, che tenevo in mano.
" Alice!" aveva urlato Jack quando avevo cominciato a correre.
L'avevo abbandonato, senza una spiegazione, senza un semplice " scusami".
Me ne ero andata.
Mi lascai cadere a terra senza forze e abbracciai le gionocchia.
Feci come quand'ero piccola, stretta alla mie gambe iniziai a dondolarmi avanti e indietro. Mi calmai piano, piano.
" Alice! Alice, dove sei?" urlava una voce da lontano.
Jack non aveva visto dove mi ero nascosta.
Ma rimasi li, seduta sotto quella grandissima quercia del parco pubblico, li raggomitolata e in silenzio.
Passarono i minuti, poi ore e si faceva sempre più buio e freddo.
" Alice!" continuava a chiamare la voce preoccupata di Jack.
Poi, finalmente mi trovò.
" Oh Alice! Sei qui, ti ho trovata... temevo di averti persa..." disse raggiungendomi con una corsa.
Continuai a non rispondere.
Volevo spiegargli tutto ma quando cercavo di aprire bocca uscivano soltanto singhiozzi e lamenti.
" Ma, tu stai piangendo..." disse cambiando il suo tono da sollevato a preoccupato.
Si sedette accanto a me assumendo la mia stessa posizione.
Mi prese tra le sue braccia calde e iniziò ad accarezzarmi piano.
" Non occorre che tu mi dia una spiegazione... ho capito tutto.." disse ad un certo punto.
Riuscii a rispondergli.
" Mi dispiace Jack.." e ricominciai a piangere.
" Non hai nulla da scusarti..." disse lui con voce dolce e protettiva.
Non ricordo quanto rimanemmo li fermi in quella posizione, ricordo solo di essermi risvegliata nel mio letto dopo un sogno pieno di flash.
Momenti che avevo passato con Eric.
Un incubo in quel momento.

" Sicura di volere lo zucchero filato?" mi chiese Eric sorridendo.
" Sicurissima!" gli risposi ricambiando il sorriso.
La fiera era cominciata da pochi giorni.
Da quando ero bambina aspettavo con impazienza per tutto l'anno questo periodo, l'unico in cui potevo mangiare lo zucchero filato.
" E va bene... lo compro solo per far continuare la tua tradizione!" disse dolcemente il mio bel dottore.
" Grazie amore!" gli dissi dolcemente e accarezzai il suo viso perfetto.


" Se ti dico che non so saltare la corda vuol dire che non la so saltare!" urlai istericamente.
Avevo sempre avuto paura delle corde, dei nastri, dei fili, avevano tutti qualcosa di inquietante secondo me.
Per questo motivo non sapevo saltare la corda.
" Provaci!" mi ordinò lui mantenendo la voce calma e serena.
Da ore ormai mi rifiutavo di provarci, lui però non aveva perso la pazienza.
" Ma..." mormorai sconfitta.
" Fallo per me..." disse facendomi gli occhioni dolci.
Non poteva comportarsi così, utilizzando la sua bellezza imperfetta come arma. Non era leale.
Presi la corda tra le mani e mi misi in posizione come avevo imparato da lui.
" Tre, due, uno... via!" disse facendomi cenno di cominciare.
Iniziai a saltellare, ma al secondo balzo la corda prese in pieno il mio piede e così precipitai a terra in una caduta da candid camera.
Sentii la sua meravigliosa risata, alzai gli occhi verso di lui e lo vidi sfoderare, come il cavaliere sfodera la sua spada, il suo famoso sorriso sghembo.
" Visto!" dissi soddisfatta nonostante la caduta, almeno gli avevo dato prova della mia avversione verso le corde.
Prese la corda e iniziò a saltellare.
Lo guardavo meravigliata. Perchè io non ci riuscivo?.
Poi inciampò proprio come era successo a me e si ritrovò a terra.
Ci ritrovammo l'uno difronte all'altra e in quel momento lui mi baciò per la seconda volta prima di scoppiare in una sonora, fantastica risata.

Poi mi ero svegliata con le lacrime agli occhi e nella mente si ripeteva ancora quella visione.
Eric baciava delicatamente le labbra di Darleen.
Un dolore troppo forte per essere cancellato in una notte.
Ci sarebbero voluti giorni e forse mesi.
Non sarebbe stato facile.
Ma, anche se il mio cuore continuava a battere per lui, non potevo perdonargli quello che aveva fatto.
Con me non avrebbe avuto più niente a che fare.
Lui era il passato.
 

Darleen

La vidi scappare via portandosi le mani al viso per asciugare quel fiume di lacrime che le bagnava le guancie.
Cosa avevo fatto, mi sentivo stupida per non aver capito prima che lei era follemente innamorata del dottore, e evidentemente lui l'aveva illusa.
Mi girai verso Eric con gli occhi lucidi e il viso rosso per la vergogna che provavo.
" Come hai potuto farle questo?!" gli chiesi urlando istericamente.
" Fare cosa?" chiese esibendo un sorriso che qualche minuto prima mi sarebbe apparso meraviglioso, mentre in quel momento mi fece alzare la mano destra. Fu un gesto velocissimo. Molto doloroso.
Gli mollai uno schiaffo.
" Perchè l'hai fatto?!" mormorò lui massaggiandosi la guancia.
" Perchè sei un bastardo! Un falso.. un traditore.." dissi facendo esplodere tutta la rabbia che avevo in corpo.
" Non è colpa mia se la ragazzina si è fatta troppi film mentali!" replicò lui fingendosi la vittima.
Avevo letto negli occhi piangenti di Alice, non erano film quelli che avevo visto, sembravano gli occhi di qualcuno che aveva vissuto veri e propri momenti con il dottore.
" Non erano film! Sei un insensibile!" gli urlai e poi girai i tacchi e presi il primo taxi che trovai lungo il ciglio della strada.
" Darleen! Aspetta!" urlò lui, ma io non lo volli ascoltare.
Seduta sullo scomodo sedile del taxi una lacrima corse veloce sul mio viso.
Stavo perdendo una persona importante della mia vita, una persona che forse avrebbe potuto rendermi finalmente felice.
Stavo perdendo Eric, i suoi capelli sempre in disordine, la sua barba trascurata, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso.
Sarei riuscita a resistergli?.
Si.
L'avrei fatto per lei, Alice.
Non la conoscevo nemmeno, ma il dolore che avevo letto nei suoi occhi era bastato a convincermi di che persona era realmente il dottor Nicols.
Sentii il cellulare squillare.
Dottor Nicols.
Riattacai.
Il taxi frenò di colpo davanti al portone di casa mia.
Scesi velocemente, entrai e corsi in camera mia.
Non volevo vedere, sentire nessuno.
Avevo bisogno di silenzio per concentrarmi e decidere come mi sarei comportata.


Medison

Immaginavo che Josh sarebbe tornato, ma non pensavo così presto.
Erano passate appena due settimane da quella sera in cui avevo ricevuto lo schiaffo.
La mia paura era ancora presente e il solo pensiero di ritrovarmelo davanti mi faceva tremare.
In tarda mattinata, quando ero appena uscita dalla doccia, sentii bussare alla porta.
Trasalii.
Quando non aspettavo visite avevo sempre paura che fosse lui.
E oggi non mi sbagliavo.
" Med..." mormorò con voce dolce, come se non fosse mai successo nulla.
" Josh.." sussurai io presa dal panico.
" Mi fai entrare?" disse facendo sembrare la frase più che una domanda un ordine.
" Oh.. certo.." risposi facendomi da parte per lasciarlo entrare.
Ed ora che sarebbe successo? Mi avrebbe picchiata di nuovo?.
Iniziavo a sentirmi confusa e la testa aveva cominciato a girare.
" Vedo che va tutto bene anche se manco io.." borbottò irritato.
Cercai di calmarlo, non volevo che si arrabbiasse, che mi picchiasse di nuovo.
" In realtà mi manchi.." sussurai cercando di non dare a vedere la mia voce tremante.
" Davvero?" chiese conferma lui facendo sparire ogni traccia di rabbia.
" Si..." mormorai non troppo convinta.
" Bene! Ho fuori le valige.. torno qui con te! Sei contenta vero!?" chiese di nuovo senza farla sembrare una domanda.
" Certo, certo.." dissi io mostrando un sorriso troppo forzato.
" Sicura?" chiese facendosi accigliato.
" Si, sono sicura.." lo convinsi.
Josh uscì pimpante per andare a prendere le valige e poi tornò dentro per sistemare le sue cose.
" Oggi pomeriggio devo andare alla clinica.." dissi indifferente.
" Bene, voglio che tu guarisca.." rispose guardandomi dolcemente.
Il mio sguardo era spento, privo di tutta la gioia che provavo un tempo nello stare con lui.
Non vedevo l'ora di andarmene da quella casa perchè non sopportavo nemmeno il profumo del suo dopobarba.
Eppure in fondo al mio cuore lo amavo, ed era quello il motivo per cui non lo avevo ancora denunciato alla polizia.
Si può amare un'uomo che ti picchia?.
In un certo senso si.
" Non ti importa se vedo il dottor Nicols?" chiesi stringendomi nell'accappatoio.
" Perchè dovrebbe?" mi rispose lui con una domanda.
" Mi hai picchiata perchè credevi che tra me e lui ci fosse qualcosa..." dissi quasi sicura che avrebbe sfogato la sua rabbia un'altra volta su di me.
" Ho capito che mi sbagliavo.. e ti giuro, Med.. non lo farò mai più.." disse lui con sguardo supplichevole.
Non risposi.
Forse era cambiato davvero, forse no.
" Torno stasera, ti lascio un pò di tempo per riflettere.." disse lui con tono comprensivo.
Poi, prese la giacca e uscì di casa.
Lasciai scappare un sospiro.
Andai a cambiarmi e poi raggiunsi la clinica.
" Buon pomeriggio Dottore!" dissi cercando di nascondere il mio turbamento.
" Ciao Medison.." disse lui con un tono di voce strano, diverso dal solito ammaliante.
" Dove sono Darleen e Alice?" chiesi non vedendo le due ragazze.
" Darleen si allena durante gli orari del dottor Chase.." disse dispiaciuto.
" Alice?" chiesi iniziando a preoccuparmi per il dottore.
" Alice ha lasciato la clinica..." disse tristemente.
" Come?" chiesi convinta di non aver capito bene.
" Ha cambiato clinica.." disse portandosi le mani alla fronte.
" Senti Eric.. perchè non ne parliamo?" chiesi dispiaciuta di vederlo così triste.
Negli ultimi tempi tra me e il Dottor Nicols era nata una buona amicizia.
Ci sentivamo quasi tutte le sere al telefono e così avevamo imparato a conoscerci e ad accettare i difetti dell'altro.
Eric era un insensibile bastardo con le donne che ci provavano con lui, ma io avevo imparato ad accettarlo.
Io mi facevo troppo trasportare dagli eventi e dalla massa senza mai prendere una decisione che dipendesse solo da me e da nessun altro.
" Forse è meglio.." disse scompigliandosi i capelli.
Si alzò e insieme uscimmo dalla clinica.
Cominciammo a passaggiare l'uno accanto all'altra sul ciglio della strada.
" Io non sono così, o meglio io non ero così.." disse Eric scuotendo la testa.
" Cosa stai dicendo?" chiesi , non capendo a cosa si stava riferendo.
" Io non mi sono mai innamorato di una ragazza, io non ho mai sofferto per un ragazza.. perchè da quando ho conosciuto Alice è diverso?" chiese sperando in una mia risposta.
" Perchè lei è speciale, lei è " quella giusta" come si suol dire.." dissi cercando di convincerlo.
" Perchè l'ho persa se lei era "destinata" a stare con me?" chiese disperato.
" Perchè hai permesso al tuo terribile carattere di vincere sui tuoi sentimenti, hai accettato l'invito di Darleen e hai combinato questo gran casino!" lo rimproverai.
" Non sapevo come comportarmi.." mormorò.
" Forse non l'hai persa del tutto.. mi dispiace solo per Darleen che si è innamorata di te per poi rimanerne delusa" dissi pensando a quella povera ragazza dai capelli neri.
" Ora devo riprendermi Alice!" disse riassumendo la carica di sempre.
" Così ti voglio Eric!" dissi contenta che si fosse finalmente svegliato.
Esiste l'amicizia tra uomo e donna?.
Si.
Io e Eric siamo la prova vivente.
" E tu? Che è successo? Ho notato che mi nascondi qualcosa.." disse con un sorriso pieno di affetto.
" Josh è tornato.." dissi guardando l'asfalto.
" L'hai fatto entrare in casa tua? Hai permesso che lui rientri a far parte della tua vita?" chiese irritato.
" Sai benissimo perchè abbiamo litigato.." dissi.
" Per me.." disse lui dispiaciuto, si sentiva colpevole.
" Lo sai che non è colpa tua, ma lui mi ha picchiata perchè pensava che tra me e te.." mi bloccai, faceva troppo male ricordare.
Eric mi aveva rifiutata quando mi ero dichiarata, quando gli avevo aperto il mio cuore.
Ero rimasta sola un paio di settimane, nel più profondo e completo dolore.
Poi, lui era venuto a cercarmi e da quel giorno avevamo iniziato a frequentarci come amici.
Ora lui era il mio migliore amico.
" Sai che mi dispiace per come mi sono comportato, ma sono fatto così..." disse consapevole che, il fatto che il suo fosse un brutto carattere, non era una scusa.
" Ora non so come comportarmi con Josh.." dissi senza ascoltarlo.
" Come ti ha picchiato quella volta può farlo anche stasera appena torni a casa.." disse lui preoccupato.
" E se fosse cambiato?" chiesi difendendo Josh.
" Se sei disposta a rischiare di essere picchiata di nuovo per scoprirlo fai pure.." disse lui arrabbiato.
" So che non capisci, non capisco nemmeno io.. cioè, mi ha picchiata, dovrei non volerlo più vedere!" dissi confusa.
Mi abbracciò.
" Ti capisco Medison.." mi sussurrò all'orecchio.
" Ora devo tornare da lui..." dissi sciogliendo l'abbraccio.
" E io devo cercare lei.." disse deciso.
" Buona fortuna!" dissi.
" Anche a te!" disse lui salendo nella sua auto grigio metallizzato.

Quando tornai a casa, aprendo la porta, un delizioso profumo di pesce mi raggiunse.
" Ho cucinato per te!" disse con voce dolce Josh.
Sopra la tavola era stato messo un mazzo di rose rosse e l'antipasto era già stato servito.
" Grazie.." mormorai con le lacrime agli occhi.
Ne ero certa, non mi avrebbe più picchiata.















  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _LaUra