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Autore: Stregatta    10/02/2010    1 recensioni
- Brian Molko, ti sembrano cose da chiedere o a cui alludere? Un po’ di rispetto, che diamine! –
{#1: Fiabe Sporche}
- Sta diventando un'abitudine, invece che un piacere. -
{#2: Fino al Filtro}
- Credo che prima poi chiunque si fermi a fare il punto della propria esistenza per scoprire cosa le manca o cosa è di troppo.-
{#3: In Vino Veritas}
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Placebo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III – In Vino Veritas
 
Adoro la vodka.
Quando la versi dalla bottiglia scorre limpida e docile come acqua e, mentre ti fai abbindolare dalla sua trasparenza, il bicchiere continua a riempirsi fin quando non tracima e l’alcool dilaga sul tavolo.
Capita soprattutto quando si è un po’ brilli, ad essere precisi.
Steve, scuotendo il capo con tutta la compostezza che la sua sbronza incipiente decide di concedergli, addita la pozza alcolica allargatasi alla base del mio bicchiere.
- Hai rovesciato la… Adesso la lecchi, Olsdal. La vodka non si spreca.-
La sua voce tuona viziata da un riverbero esageratamente accentuato, come se venisse fuori da un amplificatore mal funzionante – è molto simile a quelle degli altri clienti del locale.
Il fumo di sigaretta si appiccica acre alla gola in barba ai cartelli di divieto minacciosamente esposti sulle pareti, l’alcool asciuga e ristora in un circolo vizioso decine di bocche sghignazzanti.
- Io non mi abbasso a leccare tavoli, Gumpie. È una cosa che fanno quelli come te. -
Steve sgrana gli occhi per un attimo; la stramaledetta copia-carbone del mio ciuffo, quel raggio di luce che gli taglia trasversalmente la fronte, è stropicciata ed incollata alla sua pelle velata di sudore.
L’immagine mi ricorda che sento caldo. E che quando fa caldo mi saltano i nervi.
- Quelli come me?-
Cerco di mettere a fuoco la sua faccia in mezzo alle lucine sfocate che adornano ogni cosa in questo dannato pub – sei ubriaco, Stefan. Tanto ubriaco.
Forse non è stata la cosa più saggia da fare, ingollare tanto alcool quanto peso… Non dopo una settimana da quando Brian è stramazzato privo di sensi su un palco agli antipodi di casa sua.
Il management ci sta addosso, devo ricordarmelo. Non vogliono che un incidente del genere si ripeta.
… ma che ne sanno loro, delle lusinghe di Madama Artic e dell’allegro Herr Heineken?
- Sì… Voialtri mocciosi ancora adepti del culto della Depravatissima Trinità: Sesso, Droga e Rock ‘n’ Roll. -
Sì, Stefan, quando cominci ad esprimerti attraverso personificazioni di alcolici e parodie blasfeme vuol dire che sei assolutamente fradicio.
Steve lo sa. Non è uno spettacolo ricorrente, ma sa che quando alzo eccessivamente il gomito divento così: intrattabile, verboso e gratuitamente offensivo.
Una testa di cazzo, ecco.
- Credevo che in questo culto si svolgessero attività più divertenti, a dire il vero.-
Mi accorgo che la vodka versata ha intriso il fondo del pacchetto di sigarette di Steve.
Non glielo dico, non me ne frega abbastanza.
- Divertenti?-
Una ciocca di capelli mi finisce davanti ad un occhio; la ricaccio all’indietro, spazientito.
- Sì. -
Le lucine che danzano nell’aria ora sembrano smorzarsi. Mi concentro su due fonti di luce differenti, quelle incastonate poco sopra gli zigomi di Steve.
Oh, Steve. Cazzo, se sei bello.
Mi sento biascicare sinistro qualcosa che non appartiene a me, che viene da qualche pozzo rancoroso di cui non so stabilire l’ubicazione o la motivazione intrinseca: - Vedi? È così che ragionate. Oh, la vita della rockstar! Soldi, figa, cazzi e divertimento a palate: che c’è di meglio al mondo? Visiti tre, quattro nazioni nel giro di una settimana per esibirti di fronte a gente che ti brama, ti venera e venderebbe la madre per un brandello delle tue mutande.-
Ridacchio, cattivo e sudato: - È vero, Steve. Se dicessi che non mi è piaciuto fare il dio, mentirei… Ma sai, un giorno o l’altro può accadere qualcosa in grado di farti cambiare idea – o semplicemente tutto può implodere quando capisci che un dio non lo sei e non lo diventerai mai.-
O ancora, quando vedi il tuo amico – amico? Tuo fratello, la tua appendice – sdraiato a terra esanime e ti chiedi anche solo per un attimo “Che stiamo facendo?”
Ne ho viste tante, mio piccolo Gumpie. Il problema è che da un po’ mi sembrano troppe.
Ma che ci fa uno Steve Forrest così giovane, solare ed integro accanto ad uno come me che va avanti solo per inerzia?
- Io non credo nelle divinità, Stef. E non aspiro a far parte di una loro fantomatica cerchia.-
Sorride, e non in quella sua solita maniera solare e un po’ sciocca. Sembra quasi saggio.
- Credo che prima poi chiunque si fermi a fare il punto della propria esistenza per scoprire cosa le manca o cosa è di troppo.-
Cosa lo spinge ad avvicinarsi a me? Se fossi in lui mi abbandonerei su questa panca che stiamo condividendo o su questo tavolo sporco, come una giacca dimenticata da un forestiero distratto.
Stasera è così. Stasera mi odio, odio ciò di cui faccio parte e odio… No, lui no. Lui è troppo bello per essere odiato – non so come facciano certi fans a volergli tanto male.
La sua mano si ferma accanto alla mia, come fosse troppo timida per tentare un approccio più diretto.
- A te cosa manca, Stefan?-
Lo fisso, aggrottando le sopracciglia perplesso – e un po’ anche per mettere a fuoco i suoi lineamenti.
Sembra serio. Deciso. La sua non è una provocazione, come quella perpetrata ai miei danni dalla sua coscia premuta contro la mia.
È così caldo. Ha tutta una vita a pulsargli dentro le vene e a brillargli dentro le iridi.
- Sono in crisi. Ho paura. Sono vecchio. - sussurro, arrendendomi alla realtà dei fatti.
In fondo, ammettere una sconfitta è un buon punto di partenza – anche quando non sai dove vuoi arrivare.
Qualcosa mi dice che invece lui ha già in mente tutto il percorso da fare per guadagnare la meta; probabilmente è consapevole anche che ci vorrà molta pazienza e che dovrà spesso invertire la rotta perché la strada scelta si sarà rivelata sbagliata.
Le sue labbra sono ad un soffio dalla mia tempia, e improvvisamente le desidero sulle mie.
Baciami. Risvegliami, Steve. Rianimami.
- … vorrà dire che sarò sereno, temerario e giovane anche per te. –
 
Spero che il viaggio sia di tuo gradimento, piccolo. Mi sforzerò di essere di compagnia.
 
E STREGATTA CI RIUSCÌ *O*! *abbraccia l’hard disk vecchio ed il macchinario trasferisci-cose-da-un-hard-disk-all’altro*
A parte il giubilo… Episodio strano. Voglio dire, non credevo mi venisse fuori uno Stefan tanto arrabbiato, data l’opinione che ho di lui (eh, mio splendido uomo di ghiaccio secco e bollente <3)… Steve invece lo volevo esattamente così: intelligente. xD
Ad ogni modo, siamo giunti finalmente all’ultimo capitolo della trilogia più striminzita che avrete mai occasione di visionare nel corso della vostra esistenza xDDDD… Spero di tornare a maneggiare i pairing citati al più presto – mi piacciono molto tutti e tre, vi dirò <3 – e magari di dilungarmi un po’ di più *coff* soprattutto sul primo *coff*.
:**************
 
nainai: la cosa meravigliosa è che Bowie stesso ha confermato la mia visione del suo rapporto con Brian, sai xD? Sono canon, yeeeeah <3!
Comunque, venendo al quadretto del capitolo precedente, posso dire che l’idea che volevo trasmettere era proprio quella – altro yeeeeah!
Oh, e quasi dimenticavo… Ovviamente l’allusione ai fans che odiano Sunshine di cui sopra non scaturisce da fatti e/o persone reali. Nono.
:******** <3
 
nitro_circus: *allontana gli infermieri e apre le manette* E invece hai detto una cosa molto bella e ti ringrazio ^__^ Credo sia per questo che non riesco a scrivere del Molsdal – il loro rapporto o perlomeno l’idea di esso che mi sono fatta mi sembra già fantastica di per sé, senza doverla trasformare in romance (nonostante le apparenze, non ho i famigerati slash goggles per ogni cosa xDDDD) u.u
A presto (spero xD) :***!
   
 
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