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Autore: kannuki    15/07/2005    4 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ford si agita sulla sedia a disagio

Ford si agita sulla sedia terrorizzato. Non ha mai parlato a nessuno della sua ‘avventura’ nel magazzino di merce scaduta che Durque usa per svolgere i suoi tanti traffici illeciti.

Brutta gente, brutta faccenda.

Ammanchi bancari da coprire prima che il bastardo se ne fosse accorto. Il mestiere dello strozzino rende bene a chi lo pratica…un po’ meno a chi si trova con la gola chiusa e il cappio pronto.

 

“Non ci siamo, Shelton. Rendimi il mio denaro prima che perda la pazienza del tutto.”

“Ho un cavallo vincente nella prossima corsa! Il mio bookmaker mi ha assicurato…”

Durque scosse la testa senza lasciarlo finire.

“Sei una testa dura Shelton. Hai bisogno che ti lasci un ricordino? Un nodo al fazzoletto che ti aiuti a ricordare che mi devi un dannatissimo pacco di soldi?!”

Durque aveva urlato innaffiandogli la faccia con uno spruzzo di saliva che gli aveva fatto socchiudere un occhio e tirare un po’ indietro la testa.

“Te li rendo, i tuoi soldi, basta che non mi sputacchi in faccia, hai un alito metifico!” aveva scherzato nervosissimo cercando di allentare la pressione delle dite dei tirapiedi di Durque che gli stavano quasi spezzando un braccio.

Lui aveva sorriso, inclinando un po’ la testa di lato mentre Ford sentiva una lama scattare e cominciava fremere di paura.

“Vedo che non perdi la tua innata verve. Mi piace in un uomo…” aveva sibilato “peccato che non mi piaci tu. Per niente, Shelton!”

 

Ford non aveva neanche visto da che parte era arrivata la coltellata che gli aveva inciso la fronte in profondità. L’istinto di sopravvivenza l’aveva costretto a piegare la testa così velocemente da farsi male al collo con il terrore di perdere l’occhio che pulsava in tutte le cellule del suo corpo.

Fortunato, Shelton: la lama l’aveva solo sfiorato incidendo superficialmente la palpebra.

 

Aveva gridato, forse…non lo ricordava tanta era la paura che lo attanagliava. Era crollato a terra, in ginocchio, tenendosi la fronte e urlando per il terrore di essere diventato orbo e per il sangue che gli scorreva fra le dita e gli bagnava i polsini della camicia. 

 

“Ogni volta che ti guarderai allo specchio, te ne ricorderai.

 

Era stata l’ultima frase di Durque che aveva percepito mentre piangeva e sentiva solo quel dolore pulsante e non capiva se l’occhio funzionasse ancora o no.

Era corso al pronto soccorso, spaventando mezzo personale paramedico e farfugliando sul suo occhio, che non ci vedeva più, cristo! “Cazzo, non ci vedo più, cazzo!!” 

 

Ford la riviveva mentre raccontava a Charlie la storia, senza tralasciare di scendere nei dettagli più squallidi e sordidi. Sbiancava a tratti, perdendo il filo del discorso, costringendo la donna a farlo tornare indietro per capire, mentre biascicava qualcosa che continuava a non afferrare. Gli battè una mano sulle sue, strette a pugno, le dita bianche dallo sforzo di tenere ferma la voce.

“Ford, basta. Non m’interessa, alla fine: era pura curiosità femminile” gli disse con voce dolce e uno sguardo che non lasciava dubbi alle sue buone intenzioni.

“Si…si, ok” lo sentì farfugliare in fretta, svuotando mezza tazza di caffè ormai freddo in un sorso.

“Una camomilla sarebbe meglio” suggerì quasi tentata di fermare un cameriere per ordinargliela.

Ford non diede cenni di averla sentita.

Rimuginava la faccenda come un condannato a morte armato di cucchiaio che scava un buco per sottrarsi alla prigionia, consapevole dell’esistenza di una via di fuga ma continuando a girare a vuoto, scavando sempre nella stessa direzione che lo porta inesorabilmente contro un muro nero e invalicabile.

 

***

Durque non è stato per niente contento quando è arrivato alla ‘augusta ‘magione di Claude. Trovare morto il suo quasi fratello, era l’ultimo dei suoi desideri. Quando ha scoperto il cadavere, ci ha impiegato un bel po’ a calmarsi e telefonare ad Alfred per avvertirlo dell’improvvisa dipartita del loro comune amico.

“Potrebbe essere stata quella donna”

Che donna?”

“La ballerina”

Durque aveva stretto la cornetta con forza desiderando spezzarla. La puttana canterina! Strinse la cornetta come avrebbe voluto stringere il collo di quell’algida baldracca con la puzza sotto il naso.

 

Tutti conoscono Jordan e tutti sanno dei suoi rapporti con Shelton. Eccellente! Quella troia mi ha dato un buonissimo motivo per vendicarmi di lui due volte: ammazzargli la donna e recuperare i ‘famosi’ soldi con i relativi interessi accumulati!

 

***

Simonne arretra dalla porta della propria abitazione alla vista dei poliziotti con facce truci che la spingono dentro senza tanti complimenti e la subissano di domande il più delle volte mediate da sottili minacce.

“Non so dove sia, ve l’ho già detto mille volte, la stiamo cercando anche noi!” urla in faccia al poliziotto più basso dei due: muso rincagnato da bull dog e alito da salma ricomposta per l’estrema funzione.

Non sono molto convinti della sua ignoranza; ricorrono alle maniere forti…quando non si ha molto tempo, non si è certi della confessione o semplicemente, quando piace far del male si usano i metodi bruschi. Quello non lo insegnano ai corsi: si impara osservando quelli più spietati di te!

 

Silenzio.

Un silenzio opprimente…un gran brutto silenzio quello che si lasciano dietro, uscendo dall’appartamento della periferia.

Sorridono gentilmente alla vecchina del pianterreno che non riesce ad entrare nel condominio. Le aprono la porta e la lasciano passare rimediandosi ‘che bravi ragazzi, fossero tutti come voi’ mentre nell’appartamento 12 D del secondo piano, Simonne esala i suoi ultimi istanti di vita.

 

***

Natalie ha trovato un lavoretto in un negozio di anticaglie. È poco retribuito ma la vecchietta che lo gestisce è molto dolce e gentile con lei e la ospita volentieri perché non ha più nessuno. Non le fa pagare l’affitto, ma in cambio le ha chiesto aiuto per le faccende domestiche.

Natalie non sa fare molto poiché a casa sua era pieno di cameriere che pulivano ovunque lasciasse delle briciole e fare la lavatrice è un onere non da poco. Nelle sue repentine fughe non si è mai dovuta preoccupare dei vestiti, perché Ford la trovava quasi subito e quando tornava a casa, scaricava alla cameriera il borsone pieno di panni sporchi.

La dolce signora Merrybethma chiamami Nanny come tutti, tesoro - non le domanda mai nulla della sua vita ma quando la trova a sospirare di fronte al telefono non può fare a meno di sorridere

“Aspetti la telefonata dell’innamorato?”

L’innamorato…la fa sorridere quel termine! Sua madre avrebbe detto il fidanzatino’ e il padre ‘il ragazzetto’.

Lei lo chiama semplicemente per nome e ci sospira sopra giornate intere, con una malinconia struggente nel cuore. Sorride amaramente e lo mette via “magari. Non è innamorato di me”

Nanny sorride e le batte la mano fiduciosa “non si può mai sapere, cara. Non si può mai sapere“

 

La ragazza la guarda con un sorriso incoraggiante ma dentro è sconsolata e depressa. Se fosse rimasta in città, avrebbe potuto vederlo quando voleva. Invece così..

Così è libero di pensare alla sua ex! Sibila il lato cattivo avvelenandole il cuore.

 

***

Charlie  ha già deciso dove dormirà per quella notte. Dopo aver avvertito la centrale che ‘starà fuori per un caso urgente’ si è istallata a casa di Ford, appropriandosi della stanza padronale e spulciando l’intera collezione di cd lasciata in giro per casa, senza pensare neanche un attimo di chiedere il permesso di frugare fra le sue cose.

“Forse dovresti farti una domestica” gli suggerisce alzando un sopracciglio al disordine evidente.

Anche un’impresa di disinfestazione non ci starebbe male!” gli consiglia Max storcendo il naso a sua volta.

Se non vi sta bene, pulitevela da soli. Ho altro a cui pensare!” esclama ad alta voce il padrone di casa, in tono duro e scazzato. Sbatte la cornetta sul telefono e impreca perchè Simonne non risponde “Io esco, fare i bravi e non accoppiatevi contro natura!”

“Ford!”

Charlie è fintamente indignata e indica con sprezzo Max che la guarda divertito e con una mezza idea di approfondire la conoscenza….soprattutto ora che si è tolta quella cravatta!

“Non mi lascerai con questo?!”

Se ti da fastidio ammanettalo”

La donna sorride e annuisce lanciandogli un’occhiata palese “mi serve come uomo di fatica: bisogna ripulire questo porcile”

“Stai scherzando? Non ci penso neanche!” ribatte ilfacchino’ incrociando le braccia “Shelton, vengo con te!”

“No. Ricordati delle iene!” urla mentre esce di casa in tutta fretta, finalmente libero da quelle due bestiacce che non fanno altro che accapigliarsi.

Max singhiozza contro la sua crudeltà e aspetta che sia uscito per lanciarsi all’attacco.

Che iene?”

La domanda lo fa girare verso Charlie che fissa divertita la fila di giornali dallo smaccato contenuto socio culturale elevato “sempre sta robaccia…tue o sue?”

“Sue. Io ce l’ho, la donna. Anche più di una” afferma con unvaghissimo’ sentore di maschile orgoglio.

E per affermazioni come queste che mi stai sulle palle!” sibila nella sua direzione.

Ma se è la prima che faccio!”

“Le altre le hai pensate tutte!”

L’uomo si avvicina discretamente, le tecniche di abbordaggio le conosce tutte a memoria.

 

DECIDERE COSA SI VUOLE E ANDARSELO A PRENDERE.

 

Questo il motto intramontabile di Max che ha studiato parecchio per diventare un’inguaribile farfallone.

 

Le dieci regole base per avere successo con le donne: (stilate nel corso di una vita di abbordaggi!)

1) Sono un maschio sano, adulto e sessualmente maturo e ho i miei desideri da soddisfare.

2) La donna ha bisogno di me, non io di lei.

3) Lei non mi puoi controllare.

4) Non si prende in considerazione  una femmina finchè non ci sono andato a letto.

5) Il primo passo per attrarre la femmina concupita è ottenere la sua completa  attenzione.

6) lo non discuto con una femmina, ne cerco di compiacerla. Ascolto ciò che ha da dire ma faccio quello che ho pianificato.

7) Non c’è donna così bella che io non possa avere.

8) Una da “6” neI letto batte una da ‘10” nella testa, ma una da “10” nel letto batte tutto il resto.

9) Non ci si lascia coinvolgere seriamente da una femmina che abbia più problemi di me.

10) La persistenza senza la flessibilità è la chiave per il disastro. Variare l’approccio e lo stile.

 

Dopo aver ripetuto più volte il suo mantra divino, Max parte all’attacco aggirandola come uno squalo attorno alla preda che perde sangue e incalzandola di domande e complimenti che le dovrebbero far abbassare la guardia. 

Charlie lo lascia blaterare pensando ai fatti suoi, al cane che ha affidato al vecchio Bob e all’appuntamento dalla parrucchiera che salterà anche stavolta.

Non ha ascoltato una parola di quello che ha detto e quando se lo ritrova davanti con un sorriso seducente, alza un sopracciglio tirando indietro la testa. “Hai detto qualcosa? Mi sembrava di aver sentito un brusio…eri tu?”

Max avvampa e impallidisce e scuote la testa mugolando unno’ che la fa ghignare internamente.

L’uomo respira a fondo ma non demorde.

 

NON ESISTONO FALLIMENTI, SOLO RISULTATI!

 

Quando Ford torna, pallido come un morto e lanciandosi ancora sguardi furtivi alle spalle, Charlie lo guarda di traverso accorgendosi che trema. “Beh, che ti è successo?Ti hanno molestato sull’autobus?”

“Hanno ucciso Simonne…” bisbiglia con lo sguardo indurito “deve essere successo qualcosa di pensate e di grave, molto grave. Deve aver pestato i piedi a qualcuno”

La donna lo fa sedere e afferra al volo un pezzo di carta e una penna prendendo appunti “va bene lascia fare a me” sussurra prendendogli il volto fra le mani. I suoi occhi percorrono i lineamenti induriti ed invecchiati rispetto a tre anni fa. Gli batte una mano sulla guancia con un sorrisetto e si precipita fuori armata di belliche intenzioni.

Max lo osserva poco lontano battendosi un mestolo sulla spalla: Charlie lo stava costringendo a cucinare rifiutandosi di mettersi ai fornelli con la scusa di ‘far asciugare lo smalto’: afferrata una delle tante riviste impegnate di Ford l’aveva sfogliata con curiosità e un mucchio di risatine divertite, commentando che solo gli uomini potevano inventarsi certe cose pensando di far colpo su una donna. 

Mai vista una donna che legge Playboy, aveva pensato grattandosi la fronte e osservandola per bene mentre Charlie scalciava via le scarpe e si sdraiava scompostamente sul divano e rideva come una matta, gettando la rivista da una parte e afferrandone un'altra, riservandole lo stesso trattamento.

“E’ forte la tua amica” borbotta osservando il cumuletto di riviste che è stato soggetto ad una critica ferocissima.

“Si..” Sussurra tremendamente preoccupato per la sorte di Jordan.

Il pensiero di Natalie l’ha abbandonato per qualche istante: gli era tornata in mente mentre guidava fino all’appartamento di Jordan.

Avrebbe bisogno di una boccata d’aria, di svagarsi un po’ per non soccombere al dolore che lo attanaglia e alla preoccupazione che lo rende troppo vigile e attento, sulla difensiva, una belva sul punto di mordere.

La può sentire agitarsi dentro, una fiera che gli mescola i nervi e lo costringe a pensare e a pensare e a pensare sempre e solo a Jordan.

Natalie con la sua freschezza rigenerante… un salvagente, in mezzo alla merda in cui sguazza attualmente. Quando le sta accanto si sente quasi normale: un tipo normale che ha voglia di ridere, di buttarsi su un prato a prendere il sole e di andarsene al cinema a guardare un film stupido per sorridere almeno mezz’ora. 

Vorrei chiamarla...Si e poi che le dico? No, no. Lasciamo stare, pensa alzandosi stancamente senza aver ascoltato una sola parola di quello che gli ha detto Max in tutto quel tempo.

Si spoglia gettando i vestiti un po’ dove capita. Poi li guarda e li raccoglie appoggiandoli sul letto, stremato, con un bisogno urgente di far uscire la belva che gli gratta il petto e lo stomaco.

S’infila sotto la doccia, cercando di escludere tutti e tutto dalla mente. Le lacrime cominciano a scorrergli sul viso mentre batte un pugno chiuso sul muro...perchè sono così incapace?!

Si è fatto lasciare da Jordan, ha buttato all’aria il loro rapporto, non ha saputo proteggere Simonne e non ora...Natalie…gli è sfuggita anche lei…

“Cazzo!” grida sotto il fragore della doccia sentendosi un inetto senza spina dorsale.

 

Questo lavoro non da sempre soddisfazioni, certe volte ti tocca ingoiare e voltare la testa per non vedere.

Ma che dici, papà…

Spero non ti capiti mai, ma nella vita non si può mai dire.

 

…Cazzo se avevi ragione, papà…si struscia le mani sul viso, chiudendo l’acqua. Almeno Natalie…no, doveva stare lontano da lui, chiunque gli si avvicinava faceva una brutta….

 

Ford solleva gli occhi sulle piastrelle bagnate e le fissa muovendo appena le labbra….

 

...tutta gente che lo conosceva…

…qualcuno che ce l’aveva con lui….troppa gente, chi poteva essere?

 

Natalie si rigira nel letto nella stanzetta che una volta era della nipote di Nanny. Sta soffrendo come un cane, la malinconia non la fa dormire e la tiene sveglia con un fazzoletto a portata di mano. Le mancano i suoi e le manca Xavier e le amiche stupide e le manca…tanto….

Arranca verso il cellulare e compone un numero senza pensarci perché davvero non ce la fa più e ha bisogno di sentirlo.

 

Telefonoo!!”

Max urla da dietro la porta del bagno distraendo le elucubrazioni di Ford

 

…qualcuno che lo odia, che conosceva Jordan e Simonne ….qualcuno…

 

“Telefono!”

“E rispondi, coglione!” urla emergendo dalla trance profonda nel quale era immerso. Stava per venire a galla, c’era quasi..

 

Max sbuffa comicamente all’ordine e risponde al volo, roteando gli occhi  “non sono Ford ma potete lasciare un messaggio dopo il bip. Bip”

Natalie stringe il telefono ammutolitachi è? “Vorrei parlare con Ford”

“In questo momento è sotto la doccia. Di pure a me, riferirò. Sono un’ottima segreteria telefonica!” blatera mentre continua a spulciare il frigorifero alla ricerca di una sana cena ipocalorica. Ci tiene alla linea, lui!

“No, devo parlare con lui….sono..

“Jordan?!” esclama d’un tratto “aspetta, te lo passo subito!”

Natalie attacca in preda alla rabbia e al dispiacere mentre Max si affretta verso la porta del bagno. 

Apri, è Jordan!”   

Apre la porta nudo, facendogli scappare un ‘arghh’ di disgusto e gli strappa il telefono di mano in preda ad uno scompenso. “Jordan, Jo..

Quando ode il segnale di via libera e fissa la schermata vuota, il suo sguardo si spegne nuovamente. “Ha attaccato. Sicuro fosse lei?” gli domanda irrigidito e nervoso mentre annaspa nel nulla per trovare un asciugamano.

“No. Però ha balbettato che voleva parlare con te, pensavo fosse lei” ammette cercando il numero fra le chiamate “nessun numero...e quando mai.

“Com’era la voce? Impaurita, allegra..” Lo interroga mentre si veste con la prima roba che trovava nell’armadio.

“No…mi sembrava stesse piangendo. La sentivo a malapena, aveva una vocetta così sottile..

Ford si volta di scatto...non era Jordan….“Sottile?! Quanto sottile?”

Max alza le spalle pensandoci su per un momento. “Che ne so!” Sbotta guardandolo di traverso “Sottile. Mi sembrava una voce un po’ da bambina…”

“Dammi il telefono e vattene, fai schifo come maggiordomo!” esclama gettandolo fuori della stanza.

Se tu mi dessi lo stipendio potrei anche sforzarmi!” lo sente urlare da dietro la porta.

“Ringrazia che non ti riporto da Justine, stronzo ingrato!”

 

Natalie resta a guardare il telefono con la mano stretta attorno al fazzoletto ormai fradicio di lacrime.

La lucetta sul comodino la infastidisce, ma il display illuminato le ferisce gli occhi nel buio più completo, così scosta la tenda e lascia entrare la luce della strada e della luna.

Affonda il viso sul cuscino e continua ad asciugarsi le lacrime su di esso, le guance paonazze e gli occhi lucidi di pianto.

Lui non pensa a me! Non gliene frega niente! Continua a ripetersi insistentemente, finchè uno trillo ripetuto non la costringe a rispondere. “Si?” mugugna a fatica tirandosi a sedere.

“Natalie…”

La ragazza raggela al suono della voce e ricomincia a piangere di contentezza “ciao Ford”

Ciao piccola, come stai?”

Natalie sorride fra le lacrime e si sforza di non far trapelare nulla dalla voce “bene…scusa, è caduta la linea prima” mente in imbarazzo prima che lui le chieda qualcosa.

“Stai piangendo?”

Quella domanda la coglie impreparata, costringendola a tacere con un labbro stretto fra i denti. Scuote la testa cercando di schiarirsela e abbraccia il cuscino posandolo contro lo stomaco che le fa male di nuovo ma per la contentezza, stavolta “no, si…sono un po’ triste.

“Dove sei?”

Natalie ci pensa su più volte prima di rispondere “prometti che non cercherai di riportarmi a casa?”

“Te lo prometto. Dimmi dove sei, voglio sapere che fai e se stai bene”

“Sto bene, ho incontrato una signora gentile, lavoro nel suo negozio e abito con lei.

 

Ford tira un sospiro di sollievo palese che la fa sorridere “eri preoccupato per me?” domanda con un certo batticuore che la lascia sospesa nel nulla, aggrappata ad una corda sottile.

“Molto” ammette a mezza bocca con un rimescolio di sentimenti dentro. Le vorrebbe chiedere ‘sei felice?’ ma non riesce a d aprire bocca.

Vorrebbe confessarle che le manca con le sue continue finte – fughe attuate solo per attrarre l’attenzione dei genitori ma dopo si farebbe ridere in faccia dalla ragazza. Così riesce solo a dire: “dove sei?”

“A Bleiza; è carina, c’è bella gente….”

Si, dio ti ringrazio! Adesso sa dove andarla a scovare! Non ha neanche bisogno di appuntarselo, ricorda tutto a memoria…fortunatamente non gli è mai mancata.

“Ford, senti…”

Natalie cincischia con il cuscino tormentandosi le labbra “volevo dirti una cosa da un pò..

“Ho un braccialetto che ti appartiene” la interrompe con un mezzo sorriso scemo “ci vediamo così te lo rendo?”

La ragazza resta imbambolata alla proposta e comincia ad annuire “ah…ok…domani non lavoro” sussurra sentendosi immensamente felice e piombando giù dal letto per aprire l’armadio e cercare un vestito adatto all’occasione.

“Dammi l’indirizzo, vengo da te”

Quelvengo da te’ la lascia con una mano alzata verso la stampella “ah…si, va bene” mormora  imbarazzata dandogli la via e le indicazioni necessarie per trovarla.

 

“Ford, porca miseria che stai facendo per telefono! Ho delle notizie sensazionali!”

Charlie irrompe in camera agghiacciando al sorriso che ha sul volto. Sembra quasi…innamorato? Oddio mio! L’abbiamo perso!

Shelton, dammi retta e lascia state le chat erotiche, ho scoperto una cosa!” sbotta nuovamente facendogli calare un’espressione cupa e nervosa sul viso.

 

Natalie lo sente grugnire e sorride divertita attizzando le orecchie per carpire quale informazione in più. “Chi è?”

“Una rompicoglioni” sibila nel telefono irritato “certe volte capisco le tue fughe!”

“Scappa anche tu!”gli suggerisce facendolo sorridere “è divertente le prime volte.

Posa il telefono sul letto e guarda Charlie avvelenato “voi due mi state rompendo le palle da quando siete arrivati! Adesso vi metto alla porta come si fa con i cani!”

Natalie ridacchia a più riprese a quelle maniacce urlate a pieni polmoni.

 

“Non dire cazzate: ho appena scoperto una cosa che non ti piacerà!” urla di rimando sbattendogli un fascicolo sulla fronte

“Dopo, ora sono impegnato” sibila continuando a lanciare occhiate al corldess

“Beh, richiamala: ho appena scoperto che la tua amica Simonne lavorava in un locale appartenente alla cosca di Durque. Afferma puntando il dito sulla foto dell’uomo e facendolo raggelare. “Durque..”

“…e sempre questo Durque ha un amico che si chiama Claude, quel Claude che se ne sta all’obitorio sotto ghiaccio. Lo stesso Claude che usciva con una tale Jordan. La tua Jordan!”

A quelle parole il cuore di Natalie si spezza in mille frammenti seguito a raffica da quello di Ford che non riesce più a emettere un fiato.

Charlie allunga la mano verso il telefono con sguardo nervoso. “Ti richiama” borbotta lasciando Natalie a bocca aperta.

 

  
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