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Autore: TonyCocchi    13/02/2010    2 recensioni
Una chiamata misteriosa di Kurenai e tre giovani ninja con il loro compagno a quattro zampe scattano uniti all'azione! Per chi ama il team 8! PS: BUONE FESTE! ^__^
Genere: Commedia, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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team 8 babysitter ultimo capitolo

Ehilà a tutti! Rieccomi qui, più pimpante che nello scorso capitolo: ho superato il mio primo esame! Evvai! Peccato ne abbia ancora altri… Comunque, questa fanfic ha atteso troppo a lungo per arrivare alla fine, ed è ora che io le renda omaggio di una degna e giusta conclusione. U__U

È stata divertente da scrivere, e l’idea era buona, ecco perché mi sarebbe piaciuto scriverla in un altro momento, meno stressante e più allegro. Ma sono comunque contento di questo risultato, e dei bei commenti ricevuti ^__^

Come per ogni giornata, è giunto il momento della chiusa, della resa dei conti, del ritorno della mamma! Cosa mai troverà? Qualcuno di voi ci ha già pensato? Allora vediamo un po’ se aveva ragione! Buona lettura, commentate!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Lo scatto dell’interruttore echeggia quel tanto che può negli ampi spazi del condominio, e le luci si accendono dal primo all’ultimo piano. Scomparso il buio, Kurenai sospira e si avvia per le scale. Quasi non si sente altro se non i suoi passi: il suo palazzo era risaputo per l’assenza di elementi rumorosi, una condizione più unica che rara capace di rendere le riunioni degli inquilini molto meno battagliere che altrove.

Per fortuna quella di sua madre si era rivelata una febbricella passeggera: più che uno spavento, un’occasione di ritrovo in famiglia. Lei stessa aveva insistito perché sua figlia tornasse dal nipotino, e da quei “così bravi ragazzi” che avevano “spontaneamente” accettato di darle una mano.

Sono le nove di sera; Kurenai sale i gradini, col passo lento e stanco, ma leggero, di chi torna a casa (si spera) a riposare: le condizioni di sua madre non erano gravi, ma non ciò non significava avesse passato una giornata in panciolle

Arrivata al terzo piano, e posate a terra le borse, indugia ancora un po’ fuori del proprio appartamento.

“Bene, eccoci qua. Sono curiosa di vedere come se la sono cavata i ragazzi con Asuma.”

Però la sua curiosità andava a braccetto con la sua ragionevole preoccupazione.

<< Vediamo… >> -pensava- << Cosa posso aspettarmi nella peggiore delle ipotesi? >>

 

Apre la porta. Il corridoio sembra a posto, ma come si affaccia sulla cucina è il finimondo: macchie di sugo alle pareti, pastina scotta sparsa sul pavimento, appiccoso e coperto di briciole, giocattoli lasciati liberi a pascolare nel disordine. Si dirige in cameretta, ma passando scruta un principio di inondazione far capolino da sotto la porta chiusa del bagno: non aprire quella porta, titolo da film horror nonché, in quel caso, imperativo categorico. La stanzetta di Junior sembra uno scenario post-sismico. Sono tutti lì: Hinata con gli occhi bianchi cerchiati di grigio e di umore nero per lo stress, Kiba con la maglietta sporca di rigurgito di poppante, Akamaru che si è grattato tanto da perdere chiazze di pelo, Shino giace in un angolo, come una guardia alla sua postazione, armata di un barattolo di borotalco mezzo vuoto, e l’altra metà gli è tutta in faccia e tra i capelli.

Al centro della stanza, seduto sul tappetino c’è Asuma: sano e salvo, a parte per un cerottino anti-bua in fronte ed un pannolino sporco per la millesima volta.

Kiba: “… Non è come sembra.”

 

<< Sembra proprio che in tal caso mi disconosceranno come loro maestra… >>

No, si disse, stava sopravvalutando suo figlio: aveva solo otto mesi, e loro erano pur sempre in quattro.

<< Invece, nella migliore delle ipotesi, cosa accadrà quando aprirò la porta? >>

 

Gira la chiave nella serratura. Apre la porta…

SWISH!

E si ritrova Asuma tra le mani: pulito e contento.

Cerca di capire, ma quando alza gli occhi i suoi ragazzi la stanno già superando a tutta velocità gridando: “BUONA SERATA, MAESTRA KURENAI!”

A quel punto sbatte le palpebre due volte e porge piano l’orecchio al rumore di piedi che divorano gradini scendendo di corsa, anzi, in carica!

Per il resto la casa è abbastanza a posto…

 

<< L’ideale sarebbe una via di mezzo. >>

L’amore di mamma e di mentore ha il sopravvento e si decide a tirar fuori le chiavi. Spalanca la porta… Tra le braccia non ha ancora Asuma, buon segno. Il silenzio però la inquieta un po’; la luce della cucina è spenta, quella del soggiorno invece è accesa.

Controlla nella prima e, come nella migliore delle ipotesi, trova tutto in ordine.

“Ragazzi? Sono qui.” chiama.

Niente risposta, e si domanda se non debba iniziare a preoccuparsi; ma bastava mettere da parte l’ansietà per un secondo e prestare un po’ più d’attenzione per riceverne una che non si aspettava.

Respiri. Respiri rilassati e regolari.

Kurenai: “Ragazzi?... Uh?!”

 

Zzz… zzz… zzz…

 

Come nella peggiore delle ipotesi, erano tutti riuniti ed esausti, ma quello non era un quadretto di babysitter sconfitti. Era una scena tranquilla, di tre ragazzi, un bambino e un cane bianco che dormivano accoccolati tra di loro su un divano del tutto sfatto.

Mette una mano davanti la bocca il primo istante di sorpresa, poi si appoggia alla porta e lì resta a guardare.

Kiba è quello che fa più rumore di tutti; è disteso con la testa poggiata sul suo cane, che a sua volta si gongola, accucciato e acciambellato il più possibile in modo da starci tutto senza ingombrare. Shino, rannicchiato sulla parte opposta, ha la bocca chiusa e lo sbuffo silenzioso, ma non i suoi soliti occhiali, nota in un secondo momento. Hinata dorme dritta tra i due, con la testa reclinata a lato, e con le gambe che coprono quelle di Kiba facendogli da scalda-zampe… Seduto sulle ginocchia, tranquillo tra le braccia della Hyuga come fossero cinture di sicurezza, Asuma junior, suo figlio, dorme come l’angioletto che esattamente non è.

 

 

Kurenai si avvicinò in punta di piedi. Sul tavolino di vetro accanto Shino si accorse di un’istantanea poggiata lì

“E questa?”

Stesso posto, stessi protagonisti, ma stavolta ben svegli e sorridenti per un ritratto di gruppo! Le piaceva moltissimo:

<< Che foto carina… Ma non quanto quella che potrei fare adesso… >>

Avevano lasciato la macchina sul tavolo. Tolse il flash e scattò.

Il rumore dello scatto non turbò il loro sonno: dormivano tutti profondamente.

Prese dal tavolo la sua sedia preferita, quella su cui leggeva, e vi si accomodò, aspettando che la macchina stampasse l’istantanea; non trascorse che qualche secondo, e lei seppe coglierne tutta la pace che ciascuno trasmetteva, tra la sedia, il silenzio, e tutti i suoi ragazzi riuniti.

Provò una bella sensazione, di compagnia. Anche se era l’unica sveglia lì, mentre loro si trovavano chissà dove in qualche bel sogno collaudato, li sentiva vicinissimi, presenti come non mai.

Effettivamente, Kiba, Hinata e Shino non avevano mai preso tanta confidenza prima di quel giorno con lei, suo figlio, la sua casa (e soprattutto il suo divano…), ma era più che felice di concedergliela, come a dei parenti venuti a trovarla.

 

Come fossero parte della sua famiglia.

 

Non aveva mai pensato così profondo il rapporto che la legava a Hinata, Kiba e Shino. L’essere diventata mamma l’aveva forse resa più sentimentale?

Semplicemente le aveva aperto gli occhi su quanto è felice chi sa avvertire l’affetto e la gratitudine di chi ha o ha avuto bisogno di te.

Il team 8 era stata la prima e fino ad allora unica squadra da lei allenata, assegnatale poco dopo la sua promozione a jonin, in modo farle “fare le ossa” in quel nuovo grado. Loro tre erano cresciuti e migliorati molto più di lei, poteva dire con fierezza dopo quegli anni; e dopo anni solo allora, in quegli attimi sola coi suoi pensieri ad aspettare una loro foto, realizzava di considerarli praticamente come dei figli.

Ed Akamaru come cucciolone di famiglia, perché no?

Formalmente non era più la loro maestra: il team 8 si era sciolto nel momento in cui tutti e tre avevano compiuto il salto di qualità da genin a chunin, da bambini a ragazzi maturi. Un salto che era anche merito suo. Un merito che nessuno di loro aveva potuto dimenticare.

Ancora oggi lei era per loro “La Maestra”, l’unica e la sola, come l’unica e sola mamma per Asuma Junior.

E ieri era già stata insostituibile per l’uomo della sua vita, ed unica… l’unica per la quale, e per il figlio che aveva in grembo, avrebbe rinunciato alle sigarette, il che, visto il soggetto, non era poco!

 

L’istantanea uscì dalla fessura.

 

Tra qualche anno forse avrebbe ripreso ad insegnare, avrebbe avuto altri allievi, ed anche per loro sarebbe diventata una brava ed insostituibile maestra; ma i “primi”, sarebbero stati sempre loro, e foto o non foto, li avrebbe portati sempre nel cuore, con le loro voci, i loro caratteri tanto diversi, e la loro egregia prestazione come babysitter quel giorno!

 

Si alzò, prese suo figlio (quello vero), dalle braccia della “sorellona”, badando a non svegliare nessuno dei due, e portò il piccolino a letto.

<< Potevano vincere loro, o potevi vincere tu. Alla fine vi siete arresi tutti, ih ih! Chissà quante birbonate avrai combinato, e quante cose avrai imparato con loro, ma tranquillo, amore mio, non ti sveglierò apposta per chiedertele. >>

Adagiò Junior nella culla e tirò il lenzuolino.

Carezzò la sua testolina con due dita, pensando a quale misterioso e ancestrale sentimento spinge qualunque essere dotato di cuore a sorridere ogniqualvolta è di fronte ad una nuova vita.

Gli diede il bacio della buonanotte, ed tornò di là, stavolta per svegliare.

 

Batté le mani: “Ehi, voi, sveglia! Penso siate abbastanza grandi per non andare a letto alle nove di sera, eh eh eh!”

“Mf…”

Nessun sobbalzo, ciascuno riprese a muoversi e spalancò gli occhi prendendosi i suoi tempi, chi accompagnandosi con un borbottio, chi con un “Che?”, chi con un “Cosa?”

“Forza ragazzi, ce l’avete fatta, dovete riscuotere i complimenti di fine missione!”

Hinata: “Ci siamo appisolati?”

Kiba: “Uffa, stavo sognando che ero tornato bambino e tutti mi dovevano servire e riverire!”
Kiba: “Ti direi che sei il solito animale… se non avessi fatto lo stesso sogno…”
“… BLEAH!”
Shino: “Potrei dire la stessa cosa: va bene il lavoro di gruppo, ma condividere le onde cerebrali con uno come te…”

Il ringhio di Kiba si spense in uno sbadiglio.

“Ehm… ci scusi maestra… Eravamo riusciti a far addormentare Junior, ed eravamo stanchi…”
“E il suo divano è così comodo…”

Kurenai si mostrò accomodante: “Oh, tranquilli ragazzi… basta che lo rimettiate a posto… ORA (^__^)”

Team 8 (°__°): “Agli ordini!”

Scattarono in piedi: Akamaru e Kiba a recuperar cuscini e Kiba e Hinata a rimettere a posto gli schienali e la copertura spiegazzata.

“Un’altra cosa…”

Shino (pensiero): << Quando oggi ho fatto cadere i libri non li ho rimessi bene in ordine? >>

Hinata (pensiero): << Ho sbagliato a prendere la macchina fotografica senza permesso? >>

Akamaru (pensiero): << Vuole farmi diventare pelliccia per aver squarciato a zampate la stoffa del sofà? >>

Kiba (pensiero): << Si è accorta che ho spazzato la polvere sotto il tappeto? >>

“Ottimo lavoro! Mi avete fatto trovare la casa in ordine (quasi tutta), pulita, e Asuma già lavato e a nanna. Grazie!”

Team 8: “… Oh, di nulla!” (^__^)

Akamaru scodinzolò: “Wof!”

 

 

Qualche minuto dopo, in corridoio…

“Si è fatto tardi; è il momento che torniate a casa.”

“Uh, non ha idea di quanto ho aspettato di sentirvelo dire, maestra.” fece Kiba stiracchiandosi rumorosamente.

Hinata gli lanciò un sorrisetto dubbioso.

“Che c’è?”

“Non so, mi era sembrato non avessi così tanta voglia di andar via…”
Tra l’altro era stato anche il primo di loro ad addormentarsi (ma con pochissimo anticipo sugli altri bisogna aggiungere…).

Kiba arrossì: “Beh, ecco… Eh eh!”

“Quindi… non è stato poi così terribile alla fin fine, vero?” domandò Kurenai.

“Non abbastanza terribile da mollarle il bambino in braccio non appena avesse aperto la porta per poi filare via a razzo.” disse calmo Shino, aggiustandosi sulla faccia i suoi… occhiali 100% riciclabili…

“Senti, Shino, mi spiace per i tuoi occhiali. Te ne farò fare un paio uguali, è il minimo che possa fare visto quanto ci eri affezionato.”

Sorprendentemente, l’Aburame fece segno di lasciar perdere: “Non si preoccupi, maestra. In fondo… sono bambini, si sa che ne combinano tante.”

Kiba: << Questa non me l’aspettavo da lui! >>

“Maestra” –fece Hinata, neanche lei così ansiosa di andarsene- “Non vuole sentire qualcosa di ciò che è successo oggi?”

“Umpf, certo che si, ma domani: siete stanchi e non voglio trattenervi ancora.”

Il team 8 era tutto schierato davanti a lei per il momento dei saluti, come su un attenti rilassato e confidenziale.

“Allora a domani maestra.”
“Spero che oggi abbiate imparato almeno qualcosina.”

Kiba si fece subito avanti: “Lavoro di squadra, amicizia, pazienza coi mocciosi, senso di responsabilità… Le solite cose.”

“La prossima volta che vorrà chiamarci saremo preparatissimi!” aggiunse Hinata in tono entusiasta!

 

SDONG!


Un entusiasmo non corrisposto…

Guardò le facce dei tre compagni ed anche a lei uscì un gocciolone dietro la testa…

“Eh eh eh… ehm, solo, maestra…”

Shino: “Questa “prossima volta”…”
Kiba: “Potrebbe arrivare… più tardi possibile?”

Akamaru: “Wuuuf…”

Kurenai non la prese male, anzi, scoppio a ridere.

“Tranquilli. Voi siete dei babysitter di alto livello, vi chiamerò solo in casi eccezionali. Però, ragazzi, sappiate che potete venire qui a trovare me e Junior quando volete. Credo che gli piaciate.”

Ecco una proposta interessante!

Kiba: “Io verrò di sicuro! Devo mostrare ad Asuma il continuo della nostra avventura: “I cercatori della cesta perduta 2: il carillon maledetto”! Wow, che titolo!”

“Verremo di certo!”

Forse era l’inizio di qualcosa, qualcosa che avrebbe portato quei quattro ad avere un nuovo fratellino minore!

Kurenai aprì la porta e li salutò uno per uno.

Richiuse, e quando gli ospiti vanno via, appena la porta si chiude, anche per la padrona di casa giunge il momento di una bella stiracchiata!

Si passò una mano sulla fronte e si avviò in camera sua per mettersi comoda.

 

TOC TOC!


“Uh?”

Torno sui suoi passi.

 

“Shino?”

“……”

Silenzioso, l’insettaro si recò in soggiorno e Kurenai lo seguì.

“Cosa c’è? Hai dimenticato qualcosa forse?”

Shino (velocissimamente): “Chi vuole che prenda in prestito il libro che voglio leggere tanto tanto tanto dice << Cosa? >>”

“Cosa?”

“Grazie.”

Afferrò il volume e andò via a grandi passi salutandola di nuovo e richiudendosi dietro la porta.

MEGLIO TARDI CHE MAI!

 

Kurenai: “…… Boh?”

 

 

Mise il pigiama ed andò a dare un’altra occhiata ad Asuma, anche se non aveva bisogno di nulla.

“Eh, questi giovani…… MA CHE STO DICENDO!? Accidenti, finirò per sembrare una befana se inizio a parlare così, eh eh!”

Un secondo bacio della buonanotte: “Buonanotte Asuma.”

Uscendo accese la lucina anti-incubi.

Asuma si rigirò nella culla.

Dormiva sorridendo, aspettando il nuovo giorno per rivedere la mamma, e il continuo della vita.

 

 

 

Ed ecco qua! Un finale tutt’altro che scoppiettante, certo, ma tutto sommato adatto ad una storia semplice e tranquilla come questa.

Dedico questa fanfic a tutte le e i babysitter, sperando che ve ne siano tra quelli che hanno letto: vi siete riconosciuti in questo insolito Team 8?

Avevo questa storia in mente da tanto tempo, e i ricordi della mia infanzia, in particolare quelli dell’infanzia troppo lontana da ricordare e gentilmente forniti da genitori e parenti, mi sono stati d’ispirazione e un po’ si ritrovano in questi capitoli. Ad esempio il ciucciotto preferito di Asuma caduto giù dal balcone: nel mio caso un ciucciotto vecchio e cestinato che un mio zio ha dovuto andare a recuperare nella spazzatura e disinfettare perché sennò non lasciavo dormire nessuno XD

Trovo sempre molto bello rievocare i tempi in cui si era dei “dolci pupetti”, anche se vieni a sapere di cose per cui ti prenderesti a schiaffi da solo! XD

Quest’ultimo capitolo, come avete visto si è incentrato molto su Kurenai, la cui personalità e i cui pensieri ho sviluppato cercando di considerare la sua attuale condizione di mamma. Resta però pur sempre una ninja e una donna forte e sicura, anche se può sembrare che ne abbia dato un’immagine troppo “casalinga” U__U

Resta un po’ di rammarico per aver fatto aspettare tanto tempo una storia così semplice e carina, un po’ perché non è un bel periodo per me, un po’ per colpa mia e della mia pigrizia, che spero vada via al più presto…

Che altro dire, spero consiglierete questa storia a chi sta pensando di trovare un “comodo” lavoretto part-time per arrotondare!

Alla prossima cari lettori, grazie dei commenti e delle letture!

 

 

FINE

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
  
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