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Autore: Lamuchina    15/02/2010    2 recensioni
Jules Sullivan è una bella ragazza di 23 anni con una sfrenata passione per la musica, sin da bambina. Proprio questa sua passione la spingerà, da un giorno all'altro, ad abbandonare la tranquilla vita della sua cittadina, prendere un aereo e trasferirsi nella città degli Angeli, dove già abita il suo adorato fratello Michael, e realizzare il suo sogno di diventare una cantante vera. Il tutto con il benestare dei suoi adorati e svitati genitori. Fino a qui sembrerebbe tutto perfetto: ma cosa succederà una volta trasferitasi nel superlussuoso appartamento di Michael? Jules aveva scordato, poverella, che la sua convivenza sarà divisa, non solo con l'affermato fratellone medico, ma anche con il migliore amico di quest'ultimo, eterna nemesi della nostra protagonista sin dal primo momento che si sono incontrati, anni prima...Cris Thompson farà saltare i nervi alla nostra beniamina più di una volta ma come si sà, l'odio è un sentimento forte quanto l'Amore, e Jules lo scoprirà ben presto, anche grazie all'ausilio della sua coscienza in versione GRILLO PARLANTE PETULANTE! Citazione dall'introduzione: " Era inevitabile non guardarlo e pensare a qualcosa che non fosse: STUPIDO ARROGANTE IDIOTA: TI VOGLIO E TI DESIDERO FINO A STARNE MALE!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dieci

Come capitolare nel giro di due secondi? Chiedetelo a Cris Thompson!

 

 

 

Ho sempre avuto l’assoluta convinzione di essere una persona con la testa sulle spalle, dotata di uno spiccato raziocinio e pervasa dalla capacità, più unica che rara, di prendere e mettere in pratica una precisa decisione senza che potesse capitare di avere dei ripensamenti di alcun genere che mi spingessero a cambiarne prospettiva od obiettivo.

Inoltre, ho sempre ritenuto di essere caratterialmente forte e decisa: una volta fatta una promessa, questa veniva dalla sottoscritta mantenuta in qualsiasi maniera, sia con le buone sia con le cattive.

In una parola mi si poteva definire una ragazza SOLIDA, anche se con LA TESTA COMPLETAMENTE E PERENNEMENTE TRA LE NUVOLETTE DI MARZAPANE.

Si, ho usato il verbo passato “ poteva “ non a caso proprio perché la situazione sembra essermi completamente sfuggita di mano al punto da distruggere le mie, fino a questo momento, convinzioni più radicate.

Il mondo si è totalmente ed inspiegabilmente capovolto.

Ora, tra le braccia di Cris Thompson.

Cosa ci eravamo promessi qualche tempo prima? Ah, si, ricordo perfettamente: Quello che è successo tra noi non dovrà ripetersi mai più!

Che gran bella promessa da marinaio, visti gli sviluppi recenti.

Perché oltre ad aver infranto ampiamente l’accordo precedente, che se non erro si basava sul non avere più dei contatti fisici ravvicinati, qui, a quanto vedo e sento, si sta andando ben oltre i limiti della pubblica decenza.

E la cosa peggiore, o migliore dipende dai punti di vista, è che non mi dispiace per niente trovarmi così, perché sto bene, semplicemente.

Non me ne frega niente perché non sto facendo nulla di male. La situazione è abbastanza chiara e palese. Sto copulando o amoreggiando, come preferite voi definire tutto quanto, con il ragazzo di cui sono innamorata, da sei anni a questa parte.

E questa straordinaria ed imprevista scoperta ( perché è così che la si può definire, una “scoperta” perché tutto mi sarei aspettata tranne di venir colpita dall’illuminazione assurda di amare faccia da schiaffi, ed in questo caso non potete darmi torto alcuno se, come dire, mi considero “colpita” da un improvviso ma alquanto piacevole fulmine a ciel sereno! )  non verrà intaccata da niente, nemmeno dai sensi di colpa, che ahimè, sono piuttosto numerosi.

Hai ragione Jules, per una volta sono d’accordo con te…

Eh no, qui c’è qualcosa che non quadra!

Io e la mia coscienza non possiamo trovarci d’accordo su qualcosa. Siamo in lite continua, ci punzecchiamo dalle prime ore del mattino sino alle ultime del notte come due vecchie pensionate e lavandaie di paese.

Pensate un po’, mi è capitato di litigarci anche durante la fase sonno, cullata tra le braccia forti e consolatorie di Morfeo.

Figuriamoci se posso credere che questo fatto improbabile possa essere seriamente veritiero! Fin quando non lo constato di persona, con gli strumenti tecnici e scientifici in dotazione alle squadre di CSI Miami, oppure di CSI New York, ma non trascuriamo anche quella di CSI Las Vegas, negherò tutto, fino all’evidenza.

Ma allora sei cretina sul serio! Ti scervelli con queste elucubrazioni caotiche mentre dovresti concentrarti sul bacio che ti stai scambiando con Cris! Mi fai scendere il latte alle ginocchia!

E mungilo allora! Che ti posso dire?   

Beh, un cosa potresti dirmela…

Sarebbe? Comincio a sudare freddo, e non ne so il perché.

È una reazione normale del tuo corpo. Dal momento che sei mentalmente ritardata, la tua pelle, una delle poche parti di te salvabile, reagisce producendo liquido dalle ghiandole sudorifere, per compensare alla mancanza di una parte della materia grigia.

Vuoi anche la musichetta di sottofondo in stile documentario del National Geography?

Ma lo vedi come fai?

Su una cosa sono concorde con te, comunque.

Vedi che la colpa non è solo mia se troviamo un punto d’incontro? That’s amore!

Beh, in effetti c’entra l’amore. Quello che ti voglio dire è che mi pare proprio il caso di concentrarmi sull’avvinghiamento creatosi tra me e Thompson. Coscienza mia, ci si sente eh…

Sono in completa apnea e necessito quindi di staccare un attimo le mie labbra dalle sue. Ma tranquilli, ci tornerò subito, non allarmatevi.

Con i respiri di entrambi affannati, Cris mi guarda e mi pone la più semplice ma allo stesso tempo, la più complicata delle domande.

“ Jules, perché lo hai fatto? “

Ecco, vaglielo a spiegare adesso. Cosa m’invento?

Prima possibilità: magari posso dirgli che le mie labbra e le nostre lingue agilmente intrecciate tra loro sono capitate di lì per puro caso o per coincidenza.

Seeee, non ci crederebbe neppure un bambino. Ma forse, se questa scusa qualcuno la rifilasse a te, tu saresti anche in grado di crederci e cascarci come un’allocca!

Passiamoci sopra, che è meglio. 

Seconda possibilità: posso dire che mi hanno costretta a farlo e che per cause di forza maggiore non ho potuto fare altrimenti. Posso aggiungere che una pistola puntata alla tempia ed il sequestro del mio cane, che in realtà nemmeno possiedo, mi hanno spinto ad agire di conseguenza, perché mi si può toccare tutto, ma non i miei affetti!

Don’t touch my dog! Ma sei fuori di testa completamente! Ma è una scusa appioppabile secondo te?

Possibile che le mie ipotesi, anche le migliori, dette da te, sono prive di logica? Ma come fai?

È una cosa semplice cara mia! SI CHIAMA BUON SENSO!

E non farmi la paternale! Taci!

Torniamo al presente, che è meglio.

Sforza, sforza, sforza.

Possibile che non mi venga in mente niente di sensato?

 “ Ecco, io…veramente…” mi sento il viso in fiamme e sto pure balbettando.

Balbettando?

Non l’ho mai fatto in vita mia figuriamoci se non dovevo iniziare proprio con Lui.

Sono un’attira “ figure di feci “ da guinness dei primati. Non mi stupirebbe di vedere messo in onda un servizio che mi riguarda, o meglio che riguardi le mie numerose figuracce. Chiaro, solo con Thompson.

E certo, perché secondo voialtri quando ho contatti con altre persone la paranoia ed il senso di terrore mi accompagna così come mi succede con Lui?

La risposta è telegrafica: NO.

Quando litigo con faccia da schiaffi, solitamente, sono la sicurezza fatta a persona. Spiegatemi invece una cosa: perché adesso non riesco neanche a formulare una frase di senso compiuto?

Beh, certamente vederlo solo in camicia, con le maniche arrotolate fino ai gomiti, lasciando scoperte parte delle braccia, non mi è certo d’aiuto.

Tutt’altro direi.

Sospiro pesantemente.

I muscoli sono così perfetti che…che…gli salterei addosso molto volentieri, seduta stante e senza impicci di mezzo.

E se questi ultimi ci fossero, beh, verrebbero spazzati via con una folata di vento.

Ci potete contare.

“ Stai bene Jules? Non parli e per questo motivo non ti riconosco! “ chiede lui stupito come pochi “ Non avrai la febbre? Sei malata? Perché non sentirti pronunciare frasi o parole è davvero molto strano. Mi devo preoccupare? Sei anche arrossata! “

Cazzo.

“ Io sto…benissimo, non ti preoccupare “ dico io diventando, se possibile, ancora più rossa “ Sono solo…”

Su su su, che non ho tempo da perdere! Sei solo cosa accidenti?

Sono solo cosa coscienza? Secondo te?

Voglio sentirlo pronunciare direttamente da te!

Sadica, ecco come ti definirei!

Non girarci intorno: cosa sei?

Innamorata di lui.

Apriti cielo e che Dio l’abbia in gloria!

Pure biblica ora?

Credente, ma non praticante!

Ok, inclinazioni religiose a parte, il problema è un altro: cosa devo fare?

“ Tu sei in imbarazzo, ecco cosa sei! “ dice Cris ridendo.

Ecco che mi risolve Lui il problema!

Macchè risolve! Semmai te lo peggiora!

Grazie coscienza, non l’avevo capito. Meno male che posso sempre contare su di te. Mi fai sempre apparire come l’ultima delle cialtrone! Crepa!

E tu Thompson ti meriti una serie d’insulti d’antologia, almeno mentali, quali: Strafottente, insopportabile, petulante, borioso e chi più ne ha più ne metta. Toh!

Ma…ma…ma…Che sorriso allucinante ragazzi!

È normale che mi abbia fatto venire la pelle d’oca? Come diavolo ho fatto a non accorgermene anni fa di quanto fosse tremendamente bello ed affascinante?

Ti dico la verità: ci sto pensando anche io da un bel po’ di tempo e nonostante tutti i miei sforzi non sono riuscita ancora a sciogliere il rompicapo!

Ma tu non eri crepata?

A quanto pare no!

Ed allora ti ci rimando a crepare! Vai! 

Provo a proseguire nel mio misero ed abbarbicato intento.

Almeno proviamoci così non avrò nulla da rimproverarmi in futuro.

Che previdente che sei!

E tu che rompipalle che sei! Vuoi starti zitta per una buona volta?

“ No, ti stai sbagliando! Io non sono imbarazzata! E poi, perché mai dovrei esserlo? “

Bella domanda questa. Di certo non sono una novellina nel campo amoroso e relazionale con l’altro sesso, ma con il qui presente l’esperienza sono costretta a buttarla nel sacco dell’immondizia, quello dell’umido per riciclare, e ricominciare tutto da capo, come una ragazzina alla prima cotta.

Maledizione a te Thompson! E tu, cuore mio che batte all’impazzata, ti ordino categoricamente di fermarti!

Perché non mi dai retta? Eh?

Devo andare via, il prima possibile, prima di non essere più in grado di rispondere delle mie azioni.

“ Allora, perché l’hai fatto? Anzi, per meglio dire, perché mi hai ribaciato? “

Ed ora che gli dico?

“ Ecco, io…volevo…” provo a dire ma dal momento che la sindrome del balbettamento sembra avermi colpito, le mie intenzioni ma soprattutto le mie parole sono poco più che un sussurro velato.

Il cervello è momentaneamente in stand by. Mi sembra di vedere anche un simpatico e vivace screen saver!

Scusa se mi intrometto carina e non ho deciso di crepare per farti felice e contenta, ma una cosa la devi spiegare anche a me: perché adesso sei così riluttante e restia a farti avanti? Proprio non ti capisco e vabbè, la cosa non è una novità!

Mhhhh, vuoi essere spedita a quel paese?

Già stata ed il soggiorno è stato più che ottimo! Ma quello che voglio sapere è: Sei o non sei innamorata di lui?

Certo che lo sono, che domanda ridicola!

Ed allora qual è il problema?

Non lo so nemmeno io!

Beh, allora siamo proprio a cavallo guarda! Vedi di sbrigarti in fretta a capirlo, che qui si fa la muffa!

“ Se mi vieni a dire che lo hai fatto per compassione o per un qualsiasi altro motivo simile, giuro che non la passi liscia! “ parla irritato, rivolgendo lo sguardo verso il basso, con precisione verso il tappeto del salone “ Potevi risparmiarti di prenderti gioco di me e dirmi subito che stavi con quel microcefalo del tuo produttore! “

Ma ho capito bene oppure un’improvvisa ondata di cerume ha invaso i miei condotti uditivi, tappandoli? Occorrerà l’intervento di un auto spurgo? Perché quello che ho sentito, non posso realmente averlo sentito!

Se prima ero sul serio imbarazzata, ora sono veramente infuriata come una belva assetata di sangue.

Maledetto Thompson! Me la pagherai!

“ Ma cosa vai blaterando? “ grido scandalizzata “ Come ti permetti d’insinuare certe cose? Ti ho già detto prima che tra me ed Adam non c’è assolutamente niente. Sei caduto dal seggiolone quando eri piccolo? Perché non si spiegherebbe questa difficoltà nel capire un misero concetto esplicato! “

“ Che lui abbia intenzioni particolari l’ho capito immediatamente visto come ti guarda sbavando ogni volta che sei nel raggio di dieci metri! Di te non riesco a fidarmi totalmente! “

“ E di grazia, questo tuo giudizio nei miei confronti da cosa è dettato? Mi accusi di non darti la sicurezza necessaria per farti stare tranquillo ed in pace con te stesso quando lavoro con il mio produttore? E sottolineo lavoro imbecille! E comunque, tra noi c’è un rapporto così stretto e tale da giustificare come mi comporto con lui? “

Quando vorrei che ci fosse davvero un rapporto da giustificarti con i fatti…

“ Tra noi non c’è nessun rapporto! “ mi dice pungente “ Lo stesso non si può dire di te ed il cretino rockettaro! “

Insiste, eh?

“ Ovvio zuccone! Lui è il mio produttore ed io la sua artista, tutto qui! Un minimo di rapporto dovrà pur esserci, altrimenti come comunichiamo? Con i foglietti come alle elementari? “

“ Che tu sia la “ sua “ artista ne da dimostrazione ogni santa volta che vi vedo insieme! Ti comanda a bacchetta! “

Questo è partito per la tangente, completamente.

“ Se continui a fare di questi discorsi vuol dire che non mi credi, o meglio non credi che io e lui ci limitiamo ad un rapporto strettamente professionale e lavorativo! “

“ Non ti deve interessare se ti credo o meno, tanto ormai hai Plamer che ti consola quando ti tratto male! Corri subito da lui, vero? E cosa gli dici? Quel brutto ceffo di Cristopher mi ha trattato male, mi consoli? E lui non aspetta altro che cogliere l’occasione! “

E poi sarei io quella tarda di comprendonio. Coscienza mia, prova ad avere a che fare con questo qui!

Vediamo se riesco a spiegarmi con parole semplici e facili facili.

“ Te lo ripeto per l’ultima volta Cris ed ascoltami bene perché non ce ne sarà un’altra…IO NON STO CON ADAM PALMER! Quando ha provato a baciarmi non nego di aver pensato, per un nanosecondo di ricambiare perché, diciamocela tutta, non c’era nulla di sbagliato nel farlo. Volevo fare una prova…”

Chiudi la bocca Jules, chiudila immediatamente!

Aprila invece!

Non incitare al terrorismo,tu!

“ E cosa volevi provare? Volevi inscenare lo spettacolo: COME MISCHIARE LAVORO E PIACERE? “

Un muro di mattoni parrebbe più perspicace.

“ Ma allora hai davvero la patente per essere così demente! Volevo solo capire cosa provo realmente! Perché…”

“ Perché? “ cerca d’incoraggiarmi, ma dal momento che il mio coraggio ha deciso improvvisamente di farsi un giro per prati di margherite, non riesco a formulare una spiegazione plausibile.

E come se la situazione non fosse già pessima, ci si mette anche il mio stomaco a fare una serie di capriole triple.

Perché vi chiederete?

Perché Cris mi si è avvicinato e con le mani sulle spalle mi ha gentilmente e dolcemente spinto verso il pianoforte posto sul lato destro del salotto, fino a quando non vi ho sbattuto la parte inferiore della schiena.

Sono in trappola ma sono felice.

Ecco spiegato il motivo delle mie capriole gastriche.

“ Io…io…”

“ Cosa provi Jules? Mi stai facendo uscire di matto! Perché non lo hai baciato? “

La situazione è la seguente: ho i palmi delle mani sudati e placidamente poggiati sulla superficie lucida e nera del piano, mentre le braccia di Cris m’ingabbiamo, dal momento che sono poste ai lati del mio corpo.

“ Dimmelo Jules, dimmelo per favore! “ mi urla in faccia.

Ma come si permette? Anche se a causa sua sto vivendo in una bolla di eccitazione, nessuno si può permettere di rivolgersi a me in questi toni, nemmeno il ragazzo che amo. Anzi, men che meno Lui.

“ E questo tono? “ gli domando ad un palmo di naso dal suo viso “ Non ti hanno insegnato che ci si rivolge con gentilezza alle persone? “

“ Ti ho detto di dirmelo! “ dice, come se non avesse ascoltato nemmeno una parola di quello che ho pronunciato in precedenza.

Eh no, non ci siamo affatto. Uno schiaffo non glielo leva nessuno.

Alzo la mano destra, in direzione guancia, anch’essa destra, di faccia da schiaffi, ma questa viene rapidamente bloccata all’altezza del polso dalla sua.

Ma non mi scoraggio e ripeto il mio gesto con la sinistra, ma anche in questo caso il risultato è pessimo, se non inguardabile.

Sbuffo sonoramente, intrappolata con le mani a mezz’aria tra le sue e non riesco a pensare a niente che mi possa aiutare a sciogliere da quella terribile matassa in cui sono andata a ficcarmi.

Non riesco nemmeno più ad aprir bocca. I suoi occhi verdi aiutano la mia attuale scarsezza di respirazione, a perdere totalmente il fiato.

Ci guardiamo per un lungo, eterno istante, soffiandoci la rabbia mal repressa uno in faccia all’altro.

E poi tutto è immediato ed inaspettato: ci fiondiamo nuovamente l’uno sulle labbra dell’altro, con violenza. Le nostre mani, automaticamente, intrecciano le dita tra loro, rimanendo sempre a mezz’aria.

Io dischiudo la bocca e Cris immediatamente ne approfitta per insinuare la sua lingua dentro la mia cavità orale, emettendo un leggero gemito.

Prosegue un gioco eccitante a livelli osceni, interrompendosi e riprendendo il suo splendido lavoro. Senza staccarci mai…

Dopo alcuni secondi abbandoniamo la nostra stretta di dita e mentre io tocco le sue spalle, sentendone e palpandone la consistenza soda e tonica, i suoi fianchi e tutto ciò che mi è possibile, Cris fa altrettanto con me, infilando le mani tra i capelli, sfiorandomi le guance, cingendomi la vita con le forti braccia, attirandomi a sé come se temesse di non vedermi più, come se temesse di vedermi scappare da un momento all’altro.

Dio benedica l’America!

Il tutto, tendo a sottolineare, sempre e comunque con le bocche incollate, le lingue che riprendono la loro conoscenza già instaurata.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: che sapore sublime ha!

Mi lascio scappare un inevitabile sospiro di piacere quando ci stacchiamo ed il suo naso sfiora le mie labbra, quando i nostri respiri affannano e si uniscono vicendevolmente, creando vapore, vapore di passione.

Ci scrutiamo ancora negli occhi, non capendo bene come comportarci ora.

Io riprenderei volentieri da dove abbiamo interrotto.

Ma la sua espressione è strana e mi gela il sangue nelle vene.

Perché mi sta guardando in questa maniera? Come se si stesse pentendo di cosa siamo arrivati a fare?

A mia discolpa posso solo dire che se una qualche responsabilità deve essere necessariamente imputata nei confronti di qualcuno, il cinquanta e cinquanta sarebbe la soluzione più giusta ed equa.

E come mai mi verrebbe voglia di scappare in camera mia e piangere a dirotto?

Calmati Jules, sono tue supposizioni! Uno sguardo può voler dire tante cose.

Ed il suo ora che mi vorrebbe significare? Che cazzo ho fatto? Ed ora chi se la scrolla più di dosso questa qui?

Aspetta, aspetta! Ascoltami!

Non ho voglia di ascoltarti, non me la sento. Ora voglio allontanarmi da qui, da questa stanza, ma soprattutto da Lui.

E detto fatto.

Lo spintono con le braccia, senza nemmeno guardarlo in viso, raggiungo a capo basso e ad andatura veloce, definibile falcata, la mia camera e sbatto la porta furiosamente.

Comincio a girare nervosamente nella stanza, avanti ed indietro ripetendomi come un mantra: NON PIANGERE JULES, QUEL BABBEO NON SI MERITA LE TUE LACRIME, TRATTIENILE DENTRO!

Ce la posso fare, ce la devo fare!

Jules…

Zitta! Ti ho detto che devi stare zitta!

Va bene, fai come ti pare.

Quanto sarà passato? Cinque, dieci minuti? E grazie alla mia collaudatissima forza di volontà l’acqua salata non è fuoriuscita dai miei occhi.

Brava ragazza, così si fa. Non dare soddisfazione a coloro che non ti meritano. Mi auto compiaccio!

Dopo aver riacquistato un minimo di razionalità, scombussolata come sono a livello ormonale, decido di stendermi sul letto. Sono quasi in procinto di buttarmici sopra a peso morto quando d’improvviso la porta della camera viene aperta, mi blocco, e dinnanzi mi trovo un Thompson furente, o meglio, irriconoscibile ad occhi umani.

“ Spero che sia consapevole che noi due non possiamo andare avanti così! “

Eh?

“ Non ti capisco, perdonami! “

“ Mi hai capito invece, non fare la finta tonta! “

Seriamente, che sta blaterando questo qui?

“ Giuro che non ho la più pallida idea di quello che stai dicendo Cris! “

“ Che vuoi fare? Dimenticarti completamente di ciò che è successo tra noi? Insomma, vuoi far finta che non siamo attratti l’uno dall’altra? Il fatto che quando siamo vicini non riusciamo a resisterci non ti suggerisce niente? “ mi dice irritato.

“ Allora, cominciamo a mettere i puntini sulle I e le stanghette sulle T: primo, entri in camera mia come una furia senza bussare, come un completo maleducato e secondo, la modestia non è di casa tua? Chi ti credi di essere? Sei convinto che non possa resistere quando nelle vicinanze ci sei tu? Abbassa le penne pavoncello! “ gli grido arrabbiata.

Eh no, non si può permettere di sparare queste cavolate gratuite, oltretutto con quel tono da vittima, come se la colpa fosse la mia! Eh no bello mio, le cose non stanno affatto così!

“ Smettila di comportarti così! Mi verrebbe voglia di darti uno schiaffo da quanto sei irritante! “ afferma livido di rabbia, avvicinandosi pericolosamente nella mia direzione.

Come come? Lo spavento e la sorpresa per quelle ultime parole insieme al suo passo rapido, mi fanno inciampare e sbattere il piede destro contro lo spigolo del comodino, provocandomi un dolore indescrivibile, tanto che non riesco a trattenere un urlo di dolore lancinante, cadendo rovinosamente a terra.

“ Ahiaaaaaaa! “

Perché diavolo mi sono tolta gli stivali? Almeno avrei potuto attutire il colpo. Scema, scema ed ariscema.

Mentre continuo a bestemmiare in tutte le lingue conosciute negli emisferi boreale ed australe, non mi rendo conto che nel frattempo due braccia mi hanno avvolto, una all’altezza delle ginocchia e l’altra sulla schiena e con scioltezza mi hanno portato via dal parquet su cui ero caduta come una pera cotta.

“ Ti sei fatta male? Fai vedere…“ mi bisbiglia roco Cris sui capelli.

Istintivamente sollevo il viso fino ad incontrare il suo sguardo smeraldo preoccupato ma anche…eccitato?

Le mie mani sono poggiate sul petto e sento il suo battito accelerato, un po’ come il mio.

Oddio.

“ No…no…sto bene, grazie! “ sussurro impercettibilmente guardandolo negli occhi “ Se vuoi ora puoi mettermi giù! “

Davvero sei tutta scema. Ti lasci scappare un’occasione del genere?

E che io…

E che tu sei una pappamolla, ecco cosa sei!

“ No, non ti lascio. Non ci penso proprio a farlo! “

“ Che vuoi dir “ non completo la frase perché le labbra di Thompson si poggiano sulle mie con dolcezza. Non impiego neppure un secondo ad aprirle ed accogliere quella lingua che mi fa impazzire accarezzando ogni parte più sensibile della mia bocca.

Questa volta il bacio è lento e  passionale. Le nostre lingue s’incontrano lentamente ed io morirei così, se mi dessero la possibilità di scegliere la mia morte.

Lentamente anche le nostre mani cominciano a muoversi: io percorro la linea dei suoi pettorali coperti dall’inutile tessuto della camicia, mentre lui dopo questo mio gesto, mi stringe ancora di più a sé e sono “ costretta “ a cingergli il collo con le braccia.

Non resisto ed infilo una mano tra i capelli mentre l’altra gli accarezza sensualmente la pelle della nuca.

D’improvviso sento i piedi che toccano la superficie fredda del pavimento ma la presa su di lui è ancora ben salda.

Lascio le sue labbra e comincio a sbottonare la sua camicia, piano, fino a quando la stessa vola via non so neppure io bene dove.

Con i polpastrelli accarezzo la pelle del torace ed alterno questo gioco ad una serie di gratti leggeri con le unghie.

Lo sento irrigidirsi e sospirare rumorosamente sotto il mio tocco ma non ne ho ancora abbastanza: avvicino la bocca, bacio e lecco sapientemente ogni centimetro di pelle a disposizione, soffermandomi più del dovuto sui suoi capezzoli.

“ Per Dio, ahhhh “

Ho la netta sensazione che la cosa lo garbi assai.

“ Ora però è il mio turno! “ mi dice d’improvviso con la voce strozzata dal piacere.

Ed io lo lascio fare perché non mi permetterei mai di negargli qualcosa, come ho avuto già modo di dire qualche tempo fa.

Infatti, infila le mani sotto la mia canottiera a pouis bianchi, accarezzandomi l’addome piatto e disegnando dei cerchi concentrici all’altezza dei lati dell’ombelico. Aiuto…

Riesce a sfilarmi l’inutile indumento che va a finire probabilmente accanto alla sua camicia e comincia a baciarmi il collo lasciando delle scie incandescenti ad ogni tocco.

Appena tutto sarà finito, il più tardi possibile spero, saprò che guardandomi allo specchio un evidente succhiotto all’altezza della giugulare sarà bello evidente. Sensuale…

Arriva all’altezza della spalla ed abbassa con i denti e con estrema calma la spallina sinistra del reggiseno a balconcino, nero in pizzo, che indosso e poi con le labbra lascia dei leggeri baci in direzione del cuore.

Ho la pelle d’oca, ovunque, anche sotto la carne delle unghie.

Mi stringe nuovamente fino a quando raggiunge il gancetto del reggiseno che una volta aperto fa la stessa fine della mia maglietta e della sua camicia.

Mi guarda, seminuda, ed una nota di piacere non sfugge al mio occhio attento. Ci riavviciniamo e finalmente liberi da indumenti, la sensazione dei miei capezzoli a contatto con la pelle del suo petto, mi manda in disibilio, tanto che non resisto e riprendo a baciarlo con sempre più trasporto.

Le mie mani raggiungono la cinta dei suoi jeans e lentamente comincio ad aprire il bottone e calare la zip.

Le sue di mani, invece, stringono i miei seni, massaggiandoli con esperienza ed una maestria mai vista. Con l’indice ed il pollice stuzzica i capezzoli, ormai turgidi.

Sospiro soddisfatta, che altro posso fare?

Nel frattempo i suoi jeans, come anche i miei pantaloni raggiungono la collinetta di roba creatasi in precedenza.

Ora siamo noi due, io in culotte e lui in boxer.

Che visione celestiale, ragazzi miei!

Con un impeto di rabbia mi fa cadere sul letto e si piazza sopra di me, con le mani ai lati della testa e riprende a baciarmi il collo, raggiunge il seno ed i miei capezzoli che morde e lecca per alcuni secondi.

Ed io sto meravigliosamente bene.

Con la lingua ancora sulla pelle raggiunge l’ombelico, dove si concentra simulando una penetrazione con i fiocchi.

“ Ahhhhh “ riesco solo a dire.

Ma questo è niente perché lento ed inesorabile raggiunge la mia femminilità, coperta dalle culotte.

Ma questo non è un problema Cris, vero?

M’inarco in modo tale che possa sfilarmeli ed il gioco è fatto.

Addio mondo, è stato bello conoscerti.

Cris comincia a toccarmi, baciarmi e leccarmi lì, proprio lì, come mai nessuno ha fatto.

“ Oh Santo Cielo! “ provo a dire al culmine del piacere, ma lui non me lo lascia fare dato che mi tappa la bocca con un bacio mozzafiato, dove le lingue riprendono a cercarsi.

Ma come fa? Ma soprattutto, perché ho aspettato tre mesi prima che ciò potesse accadere?

“ Shhhh Jules, non urlare! “ afferma dopo che si stacca.

Non urlare? Spiegatemi un po’ come posso impedirmelo dopo quello che mi ha testè fatto! Impossibile…

“ Una parola! “ dico affannata.

Ridacchia guardandomi in viso e mi sussurra sensualmente all’orecchio una frase che scioglierebbe anche il più spesso ghiacciaio dell’Antartide.

“ Sei ancora più bella in balia del piacere, lo sai? Con gli occhi liquidi, le labbra dischiuse e le guance rosse. Sei una visione bellissima! “

“ Beh, lo devo prendere come un complimento? “

“ Ovvio! “ dice mentre mi prende per i fianchi incitandomi a tirarmi su.

“ Che vuoi fare ora? Mi gira ancora un po’ la testa! “

Ride, soddisfatto.

“ E smettila di ridere, che non sei stato poi così bravo! “

Certo certo, come no.

“ Ci credo Jules, tranquilla! E comunque, visto che hai ancora dei capogiri “ sottolinea la parola capogiri calcando troppo la mano “ aggrappati a me, che non abbiamo ancora finito! “

“ No? Interessante…”

Come una cagnetta mansueta intreccio le gambe alla sua vita e con un colpo di reni mi sollevo dal letto e racchiudo le braccia sul suo collo.

Le sue mani mi tengono per il sedere.

“ Dove mi stai portando? Non vorrai farmi girare in queste condizioni per casa? Ringrazio che Michael sia in ospedale! “ chiedo mentre riesco a staccarmi dall’ennesimo bacio.

“ Per una volta ringrazio i suoi assurdi orari di lavoro vipera! “

Compiaciuto il ragazzo, eh?

“ Concordo, ma non mi hai ancora detto dove stiamo andando! “

“ Guardati intorno, siamo già arrivati a destinazione, curiosona! “

Ed infatti, dopo una rapida occhiata, osservo di essere nel mio bagno, più precisamente nella zona “ box doccia “, con i piedi sul lavabo.

Mhhhh, ne prevedo delle belle…

Stando al suo caldo gioco domando con una faccina da finta innocente “ E come mai siamo finiti qui? “

“ Per questo! “ ed apre il rubinetto che emette un getto di acqua tiepida. Si sa, l’effetto acqua amplifica ogni cosa, figuriamoci la prospettiva di un meraviglioso rapporto sessuale.

“ Perverso Cris? “

“ No, semplicemente accecato dal desiderio di averti. Tutto qui! “

Beh, con le parole, devo dire, il ragazzo ci sa ampiamente fare.

Perché, con i fatti tesoro?

Idem con patata coscienza mia.

“ Vedo vedo, ma c’è qualcosa che stona in tutto questo “ gli dico sensualmente, completamente fradicia e nuda.

“ Sarebbe? Io credo che sia tutto perfetto! “ bisbiglia mentre con le mani mi scosta i capelli dal viso e me li porta all’indietro.

Ingenuo.

“ Eh no, è qui che ti sbagli! “ ed indico con la testa le sue parti basse “ I tuoi boxer sono d’intralcio bello mio e quindi necessitano di essere immediatamente tolti! “

Mi guarda stralunato mentre raggiungo l’elastico e con calma studiata glieli calo fino ai piedi, accarezzandogli le gambe.

“ Ora non c’è più niente a separarci! Siamo alla pari! “

Sento la sua eccitazione che sbatte prepotentemente sul mio ventre. Ormai totalmente priva di qualsiasi pudore la raggiungo con la mano destra e comincio a muovermi, su e giù, prestando particolare dovizia alla parte più sensibile.

E l’effetto è immediato.

Gemiti di soddisfazione riesco ad udire dalla sua gola, roca e bassa e questo non fa che contribuire maggiormente ad eccitarmi, come se non fosse già abbastanza.

Lo sento dire, strascicando le parole “ Io ti consiglierei di togliere la mano da lì se non vuoi che il gioco finisca presto, troppo presto! “

“ Ai suoi ordini comandante! “ sorrido nel dirlo, e lui, imbrogliando, riprende a torturarmi il seno.

Sei nato per fare questo Cris Thompson, non per fare l’architetto! Parola mia!

“ Così non vale beota, la nostra deve essere una lotta alla pari. Sto rischiando seriamente d’impazzire! “

“ Ma il bello arriva adesso, non mollare proprio ora Sullivan! “

E mentre l’acqua continua a scorrere sui nostri corpi al limite ormai, Cris raggiunge un mio gluteo, quello destro, stringendolo sensualmente.

La mia reazione? Semplice! Sollevo la gamba e l’avvolgo al suo fianco sinistro.

Ed in quel momento entra in me con veemenza e dolcezza allo stesso tempo.

A stento, giuro, riesco a trattenere un grido primitivo di piacere. Mai provato nulla di paragonabile. Mai.

Porto la testa all’indietro, mordendomi le labbra, mentre Cris infila la sua nell’incavo tra il mio collo, largamente esposto, e la spalla.

Si muove dentro di me in un modo che mi porta quasi alla follia, lento ma deciso, intenso e passionale contemporaneamente.

Ed io non posso fare a meno di essere percorsa da brividi e non posso allo stesso tempo evitare di aggrapparmi alle sue spalle ed accarezzargli la schiena liscia lambita dall’acqua.

Non avevo mai desiderato così ardentemente un corpo maschile così come mi sta succedendo ora.

Oltretutto, mai avrei pensato che quel corpo sarebbe appartenuto a faccia da schiaffi. Se fosse stata fatta una scommessa, mai avrei versato un centesimo sulla possibilità di andare a finire a fare l’amore con Lui.

La vita è una continua sorpresa…

Nel frattempo, il ritmo di Cris aumenta in contemporanea al mio piacere che sta raggiungendo il punto di non ritorno.

L’orgasmo ci raggiunge nello stesso istante, liberandoci e saziandoci come due affamati.

Ci baciamo ancora, come se il sesso non fosse stato sufficiente a placare il nostro desiderio reciproco.

Gli cingo di nuovo la vita con le mie gambe, respirando a fatica, impedendogli di uscire da me.

“ Aspetta, rimaniamo così per un po’! Mi piace! “

Annuisce sorridendomi solare come solo Lui sa fare.

Con il suo sorriso sghembo che mi ha fatto innamorare perdutamente.

 

 

Solita sorpresina:

Il completo intimo di Jules:

 

  
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