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Autore: Elos    18/02/2010    3 recensioni
- Kami! - Geme lui, più sconcertato che seccato, alzando la testa quel tanto che serve per guardarla in faccia. - Parli più di Naruto, e non credevo fosse umanamente possibile! -
Lei protesta lamentosamente, inchiodandolo nuovamente tra le gambe per impedirgli di ritrarsi:
- Sei troppo vestito! Se tu fossi meno vestito io starei più zitta! -
[...]
- E' un bel problema. Però credo si possa risolvere. -

Prima classificata al concorso "Kakashi loves... sorpresa!" indetto da Verolax.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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16 anni - Kusa - Di curve, trappole e costoni




C'è qualcosa di stranamente familiare nel modo in cui se ne sta appollaiata su quel costone aguzzo di roccia, più un'impressione che un ricordo, con quelle gambe flesse verso l'esterno, le punte delle dita e dei piedi che reggono il peso del corpo e le spalle ripiegate verso la testa mezza inclinata da un lato.
Porta il coprifronte sulla gola, il simbolo tutto da una parte, e i capelli raccolti in un ciuffo sparato nella direzione opposta: anche alla luce danzante di una luna nuvolosa si vedono brillare il metallo e gli occhi, che affiorano a malapena dalla frangia.

Avrei dovuto essere sorpreso di trovarmela davanti. Incontrarla di nuovo da quelle parti, con tutte le squadre che c'erano di stanza ai confini, sembrava una possibilità tanto lontanamente remota che...
Diciamo solo che era improbabile.
Avrei dovuto essere sorpreso. Però non ero sorpreso. Non quanto sarebbe stato ragionevole esserlo.

E' che avevo pensato a loro - lei, il fratello, la mia ultima squadra quasi normale - nell'esatto momento in cui avevo messo piede nelle terre di Iwa: così, a vederla, avevo pensato per un attimo che fosse sbucata fuori dritta dritta dalla mia testa.


- Vi stavo aspettando. -
Sorride esattamente come Kakashi ricorda, allegra e trasognata, mentre si lascia cadere dallo spuntone di roccia di fronte alla squadra in arrivo. Anche i vestiti sono come lui ricorda: vestiti da uomo, che sarebbero andati bene sia addosso a lei che al fratello, e anche l'andatura un poco dinoccolata da persona troppo alta è la stessa.
Quel che lui non ricorda e che è, diamine, una sorpresa sono quelle - diciamo - curvilineità all'altezza del torace e dei fianchi che, ne è sicuro, tre anni prima non c'erano state. E' certo che non se ne sarebbe dimenticato, nel caso.
E' intensamente soddisfatto, al momento, di essere entrato negli ANBU: ANBU con una comodissima divisa dotata fortuitamente di una provvidenziale maschera di legno che copre la sua faccia, tutta, così che il sangue che gli è andato al viso non si vede affatto.
E' l'adolescenza, si dice con rassegnazione, adolescenza e ormoni. Con la maturità passano.

Una cosa è certa: difficilmente potrebbero scambiarla, ora come ora, per il fratello.

- Il passaggio corre attraverso le montagne. E' il modo più veloce per tagliare oltre il Paese dell'Erba e raggiungere Iwa: ma l'Hokage ha proibito che venissero stese mappe dei cunicoli, e giù nelle gole ci si perde facilmente. -
Un'altra cosa che è rimasta immutata è la scarsa propensione di Yoru al silenzio: chiacchiera cinguettando come se avere come uditorio un gruppo di maschere bianche e inespressive dai contorni vagamente mostruosi non la disturbi minimamente.
Nel periodo passato con gli ANBU Kakashi si era quasi dimenticato com'è avere in squadra qualcuno che parla, che - Kami! - fa rumore muovendosi, perché i passi di Yoru sono spontaneamente lievi, sì, ma sono passi di grazia da guerriera, non il suono estinto degli assassini e dell'infiltrato.
Alle sue orecchie risuonano morbidamente tra le pareti di pietra con echi dolci di compagnia.
Non è come muoversi con gli spettri: è stare con qualcuno che c'è. E' viva e respira. Se dopo Obito - e dopo Minato, e dopo Rin - fosse rimasto in una squadra, avrebbe avuto attorno altri come lei.
- Mio fratello... - A quelle parole Kakashi torna ad ascoltarla: s'è distratto, per un po', perso su altri pensieri. Anche questo è come era stato tre anni fa, a sentire quel cinguettio troppo a lungo ci si distrae e non si bada più a seguirlo. - … è andato avanti nel passaggio per controllare che non ci siano intrusi: Konoha non ha l'esclusiva sulla conoscenza del posto. -
Rallenta appena, Yoru, girandosi per guardare verso gli ANBU che la seguono: anche nella penombra delle gole strette di roccia si vedono splendere gli occhi scurissimi al di sotto della frangia.
- Se ci saranno ostacoli dovremo deviare verso ovest, e il tragitto sarà più lungo. -
Kakashi vorrebbe chiederle se Kurai sta bene. Non gliene importa davvero - non troppo, comunque - però Kurai è stato uno della sua squadra - la sua ultima squadra normale. Ha diviso tre giorni con Yoru e Kurai, e sono stati probabilmente tre tra i migliori giorni di vita dopo Obito, Minato, Rin e prima degli ANBU. Quella con gli ANBU non è proprio vita, sembra più un sogno, e non è ancora del tutto sicuro che gli piaccia davvero esserci finito in mezzo.
Comunque ad aprire bocca e parlare è possibile che Yoru lo riconosca: e questo, davvero, è meglio che non accada.
- C'è da scendere. - Annuncia Yoru tutto ad un tratto, fermandosi proprio sull'orlo di una grotta nera, fonda e buia in tutto e per tutto simile ad un pozzo del quale non si vede il fondo: lei se ne sta sorridente e disinvolta in punta di piedi sul bordo del nulla. - Giù comincia il tratto sotterraneo e si sta piuttosto stretti, eh? Attenzione alla testa, comunque, che il soffitto è basso... - Un altro minuscolo passetto, distrattamente, e poi tutti e due i piedi sono oltre l'orlo. Sparisce inghiottita dal pozzo.
Uno degli ANBU della squadra emette una specie di breve sibilo, una via di mezzo tra un sogghigno e un verso di disappunto, alzando due dita a battere su una tempia con un gesto piuttosto eloquente. Una parte di Kakashi è perfettamente d'accordo con lui - non tutta la testa di Yoru funziona come dovrebbe - ma un'altra parte in lui disapprova sentitamente: Yoru non è matta, è solo un po' stramba.
Preferisce non chiedersi quale percentuale di questa considerazione dipenda dalle precedentemente rilevate curvilineità del soggetto in questione - sospetta si tratti di una cifra alta in una maniera desolante - e si affaccia al bordo del pozzo.
A guardarlo così, be', sembra ancora più profondo e scuro di quanto non sembrasse ad una prima occhiata.
Con un mezzo sospiro, si lascia cadere.

Una parete è ruvida come carta vetrata all'impatto con il suo braccio. Lo ritrae di scatto, finendo per sbattere sulla parete alle sue spalle: e che, scopre, è stata lavorata per essere levigata, una specie di scivolo di pietra che si inclina sempre più, rallentandolo, mentre ci punta sopra i piedi per evitare altri sgradevoli incidenti.
Il fondo è buio, ma meno di quanto si aspettasse: il corridoio nel quale finisce alla fine ha file sottili di lampade verdi piccole come lucciole disposte a intervalli regolari.
- Non si vedono a guardare da sopra. - Gli spiega Yoru, rannicchiata sotto ad una di esse: se ne sta curva perché il soffitto, in effetti, è terribilmente basso. - E' una questione di riflessione, posizione dello scivolo e dell'ingresso, roba così. Non so bene: una volta mio fratello ha provato a spiegarmelo, ma non ci ho capito niente. - Conclude con candore. - E' andata bene la discesa, caposquadra? -
- Avresti potuto dircelo, che c'era uno scivolo. - Risponde lui, meccanicamente.
Gli occhi di Yoru si sgranano ancora un po', facendosi semplicemente enormi: quella parte che Kakashi sospetta disperatamente influenzata da ormoni e adolescenza rileva che anche il viso della ragazza è tutt'altro che disprezzabile. Approva. Approva sentitamente.
- Ho dimenticato di dirvelo, caposquadra? -
- Già. - A Kakashi occorre mezzo secondo di troppo per realizzare che c'è qualcosa fuori posto:
- Com'è che mi hai chiamato? -
Il sorriso di Yoru si allarga, per quanto sembri impossibile, ulteriormente:
- Scusa, caposquadra, ma è stato Kurai a dirmi che ti aveva riconosciuto. Ci ho messo un po' a dargli ragione, ma, sai, è diventato un sacco un bravo medico, ed è sempre meglio dargli ragione quando dice qualcosa, tanto ha sempre e comunque ragione lui ed anche quando ha torto si ostina a dire di avere ragione. E' più facile dirgli di sì da subito. E insomma: mi sembrava scortese non salutarti. -
Kurai. Medico. Riconoscere. Kakashi provvede, rassegnato, ad isolare le informazioni essenziali in quell'inondazione chiacchierante che Yoru gli somministra.
- Kurai è nelle vicinanze, allora. -
- Sei ore di cammino da qui. - Esclama Yoru, allegramente. - Saremo da lui prima che fuori sorga il sole, come da programma, caposquadra. -
Alle sue spalle, lungo lo scivolo, Kakashi sente un sibilo lieve che preannuncia l'arrivo di un altro degli ANBU.
- Non chiamarmi così davanti agli altri, Yoru. Non è una buona cosa che tu mi abbia riconosciuto. -
La ragazza chiude insieme pollice ed indice, appoggiando i polpastrelli alle labbra e facendoli scorrere da una parte all'altra: mi cucio la bocca, dice il gesto. Sorride ancora, con il capo inclinato da una parte e gli occhi un po' persi nel vuoto, ma contenti:
- Anche Kurai mi ha detto che avrei fatto meglio a star zitta. Me lo dice sempre, e comunque ha sempre ragione. Però sono davvero felice di vederti, caposquadra, sai? -
La voce si è abbassata, nel dir questo, e adesso è meno che un sussurro, appena percettibile; e il sorrisino che lei gli rivolge è sveglio e un po' ironico, un sorriso da adulta. Ha una faccia svagata da testa tra le nuvole, Yoru, ma non è scema per niente.
A Kakashi piace, questo. Se lo appunta, quello sguardo assente e quel sorriso che pare voler dire non sono in casa, perché sembra una maschera migliore di quella di legno bianco che si porta sulla faccia: una cosa buona da tirar fuori quando serve.
Yoru si gira e, sempre rannicchiata, muove qualche passo avanti nel cunicolo. Gli occhi di Kakashi scivolano verso il basso prima che lui riesca a controllarli, e si trova a fissare i fianchi della ragazza e più giù, dove quei fianchi divengono gambe snelle e spariscono nei calzoni tagliati sotto al ginocchio.
- Ti trovo bene, Yoru. - Mormora, distratto e un po' impacciato: non è sicuro che sia la cosa giusta da dire, ma la ragazza si gira e gli sorride ancora. Stavolta è lei a guardarlo, osservandolo con una specie di interesse curioso. Kakashi sente il sangue andargli alla faccia - di nuovo e con suo grande disappunto - quando realizza che quello sguardo, esattamente come dev'essere il suo dietro la maschera, esprime una certa approvazione.
Ha per un attimo l'impressione che il sorriso della ragazza si faccia malizioso; la voce, però, è solo trasognata:
- Anche te stai bene, caposquadra. -


Come aveva promesso, ci vollero meno di sei ore per uscire fuori dai cunicoli.
Vorrei poter dire che furono sei meravigliose ore - e, in effetti, il mio umore aveva la tendenza a migliorare ogni volta che mi capitava per caso, sempre per caso, di buttare l'occhio verso Yoru e di osservare che quelle gambe e quello che c'era sopra, sotto, davanti, era tutto egualmente ottimo - ma Yoru, e in questo non è cambiata affatto, mai, ha la tendenza a dimenticarsi di comunicare parecchi dettagli di non irrisoria importanza.
Ad esempio, si scordò di avvertirci che in un passaggio immerso nel buio si erano formate tante piccole e graziose stalattiti che pendevano dal soffitto e che avevano la tendenza a frapporsi nei momenti meno opportuni proprio di fronte alla testa di chi passava.
Sono stato un ANBU niente male, e quello che ho sul lato sinistro della faccia è uno degli ultimi occhi degli Uchiha - il che è incredibilmente comodo in certe occasioni - ma, decisamente, percepire stalattiti lunghe venti centimetri in un cunicolo largo circa mezzo metro, alto nemmeno quattro volte tanto e completamente immerso nell'oscurità non è una delle tecniche di cui dispongo.
Oppure si dimenticò di informarci che c'era una trappola, sopra una grande, grossa e profonda crepa nel terreno, che doveva essere stata proprio ben nascosta, perché nessuno di noi se ne accorse. Non dimenticherò mai la reazione di Genzo, che la scoprì inaspettatamente: non ne fu proprio per nulla contento.

Insomma: furono sei lunghe - molto lunghe - ore.
Fuori ci aspettava Kurai. Fu un po' sconcertante, per me, ritrovarmi davanti una copia pressoché identica del viso di Yoru montata su un corpo che, be', non era quello di Yoru.
Erano identici - ancora - e la cosa continuava, a distanza d'anni, ad inquietarmi: tra l'altro adesso non riuscivo proprio a fare a meno di sovrapporre la faccia scontrosa di Kurai - Kurai, maschio, suscettibile, irritabile, maschio, arrogante,
maschio - e quella di Yoru.
Diamine, non è che ci volesse molto a sovrapporle: la faccia era la stessa!
Lui fece finta di niente, io feci finta di niente. Yoru cinguettò allegramente ancora per un po', causando in Genzo un vago attacco di aggressività del quale lei non si accorse -o finse di non accorgersi, con Yoru rimane sempre il dubbio - e ci accompagnò ancora per un tratto, lasciando indietro il fratello.

E' un buon ricordo, quello.
E' il suo viso che si affaccia dalla roccia, sempre appollaiata a quel modo un po' buffo e un po' felino, come una specie di gatto sornione e trasandato, e lo conservo, quel viso, come la faccia di quelli che dovrebbero essere i sedici anni: i miei, i suoi, sedici anni.
Era lieve, era integra e intatta. Sorrideva ed era - Kami - era una cosa bellissima.

Sapevo che, malgrado Obito - e Rin e Minato e il bimbo con la spirale sulla pancia che avevo tenuto per un po' tra le braccia, e gli AMBU, mio padre e gli altri - io - e lei - avevamo tutta la vita davanti.






Note

Salice, che questa storia l'ha letta quand'era ancora in fase di stesura, mi ha fatto notare che questo capitolo rispetto agli altri risulta molto meno scorrevole, come inceppato. In effetti è una sensazione che ho avuto anche io, ma ormai è così com'è, e dato che mentre lo scrivevo ero in catastrofico ritardo, non mi è passato neanche per la testa di provare a riscriverlo... xD
Detto questo vi invito ad andare a vedere anche la sua storia - che sì, ha finalmente pubblicato - a questo indirizzo:
Le cicatrici del cuore

Ringrazio di cuore Bimba_Chic_Aiko per i quattro bellissimi banner, e ne approfitto per inserire subito quello per Tutta la vita davanti:



the forgotten dreamer: Io toglierei il "caro", ultimamente più leggo più mi deprimo, e questo non è bene. Era cominciato come un fumetto tanto carino ed amichevole, adesso mi fa venir voglia di frullarlo fuori dalla finestra! Grazie per i complimenti! *_*

slice: Fino a "l'ha" come articolo ancora non sono arrivata, ma non scommetterei sul futuro. Sì, Kakashi passa l'80% del suo tempo a preoccuparsi e deprimersi: è assurdo quanto riesca a sembrare notevole malgrado questo, però... xD Temo che l'idea dei gemelli in simbiosi sia tutto meno che originale, quindi io per prima dovrei andare a cercare il primo creatore/la prima creatrice e farmi firmare una liberatoria. Grazie! ^^
  
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