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Autore: sonyx1992    23/02/2010    2 recensioni
E se gli angeli esistessero? E se uno di loro si innamorasse di una ragazza? Ma poi lei sarà capace di dimenticare veramente il suo primo ed unico amore?---Leggete e commentate!!!--- DAL CAPITOLO 08:
“Come ti chiami?”...
Lui voltò la testa verso di lei, guardandola stupito. Aveva il volto sereno e lo sguardo perso nel blu infinito sopra di loro...
“Come sarebbe? Io ti racconto che sono un angelo, con le ali e tutto il resto e tu vuoi semplicemente sapere il mio nome?”...
“Bè, è la prima domanda che mi è venuta in mente; ed inoltre, mi sembrava una cosa carina da chiedere…”... (…)...
L’angelo al suo fianco si accorse che qualcosa la turbava, si sentiva male a sua volta, come se qualcosa lo perforasse. Non ne conosceva il motivo, ma era legato a quella ragazza da qualcosa di troppo enorme da capire, qualcosa di troppo intenso e complicato.
Tornò anche lui a guardare il cielo sopra di loro e cercò di misurare le parole, di non farle tremare sulle sue labbra, di dirle con naturalezza, per non farle capire l’immenso ed inspiegabile dolore che provava dentro si sé...
“Non ce l’ho un nome..” si bloccò per un secondo, “o, perlomeno non lo ricordo…si vede che noi angeli non ne abbiamo bisogno..”, aggiunse subito, come se non avere un nome all’improvviso fosse diventato una cosa bizzarra. E lui, lui non voleva più essere bizzarro, no, lui ora desiderava essere come tutti gli altri, o almeno, come quella ragazza sdraiata accanto a lui sulla spiaggia...
(...)...
“Che ne dici di Samuel? E’ un bel nome, no?”...
Lui si voltò un secondo per guardarla, poi annuì silenziosamente...
“Si, è un bel nome…mi piace...”...
Lei si tirò su seduta e tese la mano verso di lui...
“Allora piacere Samuel. Il mio nome è Rachel..”...
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01-LA META’ PERFETTA DI UNA MELA

 

“Ognuno di noi ha un’anima gemella, nascosta da qualche parte del mondo. Sta a noi trovarla per unirsi a lei e creare un insieme perfetto di due metà.

La mia la sto ancora cercando. Chissà, forse è morta ed io, ignara di questo fatto terribile, me ne sto qui, a scrivere su questo diario ed a continuare, invano, la mia ricerca.

Forse è giunto il momento di rinunciare ai miei sogni e alle mie speranze, di dire addio a queste stupide fantasie e rassegnarsi all’idea di non poter trovare una persona che mi completi.

Ho davvero paura che la mia anima gemella sia proprio morta…”

Rachel chiuse il diario e appoggiò la penna sulla scrivania.

Era da qualche mese, ormai, che aveva iniziato a scrivere tutto quello che le veniva in mente su quel quadernetto. Le piaceva leggere e rileggere quelle parole all’infinito, senza mai stancarsi, sia che indicassero momenti tristi o felici, che fossero pensieri poetici o deprimenti... era indifferente, lei adorava scriverli e ricordarli tutti, in questo modo, per tenerli sempre con sè e non dimenticare nessun momento della sua vita, significativo o meno che fosse.

Questo, che aveva appena terminato di scrivere, lo avrebbe classificato nei poetici, ne era certa...Le piaceva il modo in cui l’aveva composto.

L’anima gemella. Una persona che riesca a completarti, la metà perfetta di una mela, così la vedeva lei.

Subito un’altra idea le balenò in mente e, afferrata la penna con l'inchiostro blu, riaprì il quadernetto e riprese a scrivere, sotto la debole luce della lampada che rischiarava a malapena la sua camera da letto.

“O, forse, è ancora là fuori che aspetta solo di essere trovata da me.

Chissà com’è?… Come si chiama?… Dove vive?…”

Scarabocchiò delle linee orizzontali sulle ultime 3 domande. Non andavano bene scritte così! Dovevano essere più poetiche!

Appoggiò la punta della penna sulla carta bianca, ma non sapeva come andare avanti: le era passata l’ispirazione.

“Accidenti!…” disse, seccata; allontanò la mano dal foglio e si appoggiò pesantemente contro lo schienale della sedia, guardando il soffitto con aria amareggiata. Le era sembrata un’idea così bella! Come poteva continuare?

Ripose lo sguardo su quelle parole bluastre che coloravano il foglio bianco e le rilesse.

“Forse è ancora là fuori, nascosta da qualche parte ad aspettarmi…” in un secondo sentì di nuovo l’ispirazione e riprese a scrivere, gli occhi scuri illuminati da quella luce di fantasia che le si accendeva sempre in quei momenti.

“..Alla fine ci ritroviamo sempre allo stesso punto. Tocca sempre a noi darci da fare per trovarla e, se ci arrendiamo, perderemo per sempre la possibilità di ricongiungerci a lei. Non dobbiamo mai perdere la speranza perché, anche se piccola ed invisibile, lei ci sarà sempre e non ci abbandonerà mai. Dobbiamo continuare ad alimentare la nostra fantasia ed i nostri sogni in tutti i modi e non permettere mai alla nostra anima gemella di morire o di lasciarci, così, senza poter vivere insieme alla nostra metà perfetta. Si, non ho più dubbi ormai: la mia è ancora là fuori che mi aspetta, con pazienza, e, quando la guarderò fissa negli occhi, la saprò riconoscere, perché in quel momento i suoi saranno felici come i miei e brilleranno dalla gioia per avermi, finalmente, trovata.”

Si fermò e rilesse, soddisfatta di sé, ciò che aveva appena finito di scrivere.

Chiuse il diario, appoggiò la penna sulla scrivania e, spenta la luce della lampada, si buttò sul letto, sprofondando nelle soffici coperte.

Lì, chiusi gli occhi, cercò di addormentarsi, ma inutilmente, poiché subito un ricordo le sfiorò i pensieri e questo bastò per farla tremare e piangere silenziosamente.

Purtroppo le frasi che scriveva non le servivano a niente; era inutile continuare a sperare di ritrovare la sua anima gemella, dato che, la sua, l’aveva già perduta da tempo, ormai.

La sua se n'era già andata e niente avrebbe potuto riportarla indietro.

Non avrebbe più potuto rivedere il suo dolce viso, i suoi occhi blu come il mare, il suo sorriso così bello e perfetto da far saltare, ogni volta, un battito del suo cuore.

Si era sentita morire ogni istante che aveva passato con lui, ma questo non le era mai dispiaciuto perché quei momenti le erano sempre sembrati indolori e meravigliosi.

Ma quando lui era scomparso dalla sua vita, quando tutte quelle sensazioni se n'erano andate, il dolore era sopraggiunto e, da allora, l'aveva sempre dilaniata nel profondo.

Lo sentiva mancare, dentro di sé, come una droga, come una parte importante del proprio corpo. E quella era proprio una triste, dolorosa ed infinita fine.

Per quanto sarebbe riuscita a sopportarlo, ancora non lo sapeva, ma doveva resistere.

A volte, si pentiva di avergli giurato che qualunque cosa fosse successo all’altro, avrebbero continuato a vivere le loro vite, senza rimpianti.

Perché aveva giurato? Che gesto stupido…

Ora era costretta a vivere nel dolore ed a soffrire per una morte lenta ed insopportabile.

Il ricordo dei suoi capelli dorati e della sua pelle morbida, le diedero una fitta terribile al petto, nel punto dove il suo cuore, ormai da tempo, faticava a battere.

Si raggomitolò, stringendo le braccia intorno al suo stesso corpo, mentre, con gli occhi chiusi, rivedeva ancora una volta il suo viso, luminoso e sorridente, e, mentre le lacrime le rigavano il volto, si rigettava nei suoi occhi azzurri come il cielo, immensi come il mare e silenziosi come il battito d’ali di una farfalla.

Pronunciare anche solo il suo nome la faceva morire, ma come rinunciare alla sensazione di poterlo sentire ancora lì, accanto a lei?

“Samuel…”

Nessuna risposta la raggiunse, ma, in fondo, era come se quel silenzio la cullasse tra le sue braccia, come faceva sempre lui quando qualcosa la preoccupava.

In qualche modo lo sentiva ancora lì, sentiva il suo respiro e le sue braccia che la stringevano forte a sé.

Si addormentò piano, subito dopo aver rivolto un ultimo sguardo a quel quaderno che stava sulla scrivania. Non aveva mai sentito il bisogno di scrivere le sensazioni che la tormentavano quando ripensava a lui, forse semplicemente perché non voleva conservare dei ricordi così dolorosi.

Quel diario era inutile. Quell’abitudine era inutile. Era tutto inutile. Aveva deciso che, il giorno dopo, l’avrebbe stracciato.

 

 

 

 

 

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Ragazzi…Scusate!! Davvero mi inginocchio a terra!!!

Non uccidetemi ma con la storia de “IL CUORE DI HEAVEN PARK” mi sono completamente bloccata…cioè so cosa scrivere, ma non so come!! (si, in effetti è un po’ complicato…) e piuttosto che rovinare quella storia preferisco aspettare…

Intanto mi è venuta in mente questa…penso sia abbastanza originale, forse no..(semmai ditemelo…)…anche se adesso non voglio proprio svelare tutta la trama…preferisco che si scopra man mano si vada avanti…=)

Vi prego di avere un po’ di pazienza per chi segue l’altra (Grazie Laban per i tuoi commenti!! =P)…fatemi sapere che ne pensate di questa storia!! A differenza dell’altra questa è meno drammatica ed avrà un finale positivo!!

P.s: volevo avvisarvi inoltre che il titolo di questo libro non è sicuro al 100%!!!

CIAO!!!

=Sony=

   
 
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