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Autore: snapEly    07/03/2010    6 recensioni
Qualcosa di strano sta succedendo a Draco. Harry sospetta un complotto, ma ciò che scoprirà va ben al di là di qualunque cosa entrambi avrebbero mai potuto immaginare.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24

Piton fece comparire tre tazze e una teiera fumante.
Lasciò che i suoi ospiti si servissero, poi rimase in piedi un po’ in disparte, sorseggiando in silenzio il suo tè, mentre Axhel si accingeva a spiegare la causa della sua inquietudine.
Il ragazzo registrò in un angolo della mente quell’atteggiamento complice ma allo stesso tempo estremamente rispettoso che il Preside aveva sempre tenuto soltanto verso il suo predecessore, ma che ora mostrava anche nei confronti di Axhel.
-Draco… - esordì l’Engill posando la tazza - …so bene che desideri soltanto tornare ad una vita normale, magari passare l’inverno qui a Hogwarts e finire gli studi, ma…
Esitò, ma Draco non lo interruppe e rimase freddamente in attesa.
-… il fatto è che, ecco… ciò che hai fatto questa notte è stato davvero ammirevole e hai sicuramente salvato molte vite, però hai potuto constatare tu stesso, poco fa, come i fatti possano venir facilmente travisati.
-Se ti riferisci a quella ragazza, penso che fosse soltanto sconvolta dal dolore… non penso che ce l’avesse davvero con me.
-Forse… ma ti posso assicurare che è soltanto la punta dell’iceberg. Molti in passato l’hanno pensata come te, ma sempre si sono dovuti ricredere. Hai conosciuto Bridget, vero? Molti secoli fa si è rivelata agli abitanti di un villaggio non molto distante da qui, per proteggerli da un’epidemia. All’inizio le sono stati molto grati, poi hanno cominciato a venerarla come una divinità. Lei li ha lasciati fare, diceva che sembravano manifestazioni del tutto innocue. Si era anche affezionata: aveva visto nascere e crescere i figli, i nipoti e i pronipoti di coloro che aveva aiutato. Con il tempo la tribù divenne numerosa e prospera, ma arrivarono anche i guai. Persone ambiziose e prive di scrupoli assunsero il potere e iniziarono una guerra contro i popoli vicini. Sembravano dare per scontato che la loro protettrice avrebbe combattuto al loro fianco, contro altri esseri umani che consideravano nemici. Bridget provò a farli ragionare, ma fu inutile. Allora li abbandonò, lasciando che se la sbrigassero da soli. Questo non impedì a quella gente di continuare ad invocare il suo aiuto e ancora oggi il suo nome è associato a quello di una divinità protettrice dei guaritori ma anche dei guerrieri.
-Queste sono leggende babbane… - provò a obiettare Draco.
-Maghi  o babbani, è sempre la stessa storia. Dopo la guerra contro la Congrega Oscura gli Engill non sono più riusciti ad integrarsi nelle società umane, neanche nella comunità magica. Eppure ci hanno provato molte volte. In alcuni casi si è passati da essere adorati come divinità benevole a venir considerati demoni malvagi che riversano disgrazie di ogni tipo su coloro che non pagano  un tributo, pretendendo sacrifici di ogni genere. Ci sono molte, troppe persone desiderose di credere che ci sia qualcuno in grado di risolvere tutti i loro problemi, e quando pensano di averlo trovato non gli perdonano di non essere onnipotente.
-Non ho intenzione di permettere che questo accada. Starò bene attento a spiegare sempre che i nostri poteri, per quanto eccezionali, non sono poi così diversi da quelli di qualunque altro mago.
-E pensi che questo possa bastare? Pensi che nel corso dei secoli non ci sia stato chi ci ha provato? Ogni tentativo si è rivelato un disastro, in qualunque epoca e in ogni parte del mondo, e ogni volta è stata peggiore della precedente. E la tua apparizione sopra il campo di battaglia non ha fatto che rinfocolare le antiche credenze.
-Ma non ho fatto altro che lanciare Incantesimi Scudo! Non dovrebbero nemmeno essersi accorti di me.
Axhel sorrise con affetto all’ingenua umiltà del suo protetto: decisamente non era più il ragazzino viziato che aveva conosciuto l’anno precedente.
-Non hai idea dell’impatto che la tua apparizione ha avuto su chi ti ha visto, vero? Apparizione è la parola giusta, quella che probabilmente useranno i giornali quando descriveranno ciò che è accaduto.
Draco scosse il capo confuso.
-Io non capisco… pensavo che mantenendomi in parziale smaterializzazione sarei passato inosservato…
Axhel sospirò sfregandosi a fronte con una mano.
-Avrei dovuto avvertirti… hai presente l’iconografia che raffigura le apparizioni angeliche?
Draco sollevò le sopracciglia e si limitò ad esclamare: - Oh…!
-Chiunque sia stato presente là fuori la notte scorsa ha visto un essere soprannaturale circondato di luce che con una spada – o una lancia – proteggeva gli avversari di Lord Voldemort.
-Ma… io avevo soltanto la mia bacchetta…
-La gente vede ciò che vuol vedere, ragazzo mio. Credimi, l’unica soluzione è agire di nascosto, facendo in modo che nessuno possa associarci alle leggende che sono sorte intorno al nostro nome.
Draco rimase in silenzio, fissando il pavimento e cercando nella sua mente un appiglio, una via d’uscita.
-Se mi è permesso…
La voce profonda e un po’ strascicata di Piton lo riscosse dai suoi pensieri.
-… penso che dovresti dare ascolto ad Axhel, Draco… almeno per il momento. E’ più prudente che tu sparisca dalla circolazione per un po’, e soprattutto che non ti faccia vedere intorno al Salvatore…
-Il Salvatore…?
-Già… - ridacchiò il Preside con una smorfia ironica – E’ così che hanno cominciato a chiamare il signor Potter… il “Salvatore del mondo magico”. Ho sentito qualcuno asserire che è già stato decretata la sua nomina a Capo dell’Ufficio Auror. Chi può ricoprire quella carica meglio di colui che ha l’innata capacità di combattere e sconfiggere la Magia Oscura…?
Draco guardò sconcertato il professor Piton.
-Dice sul serio…? Ma se non ha nemmeno conseguito tutti i M.A.G.O. necessari per essere ammesso alla scuola per Auror!
- Infatti sono tutte congetture senza il minimo fondamento. Come vedi i miti hanno la fastidiosa abitudine di spuntare ovunque, come la gramigna. Comunque sarà dovere di ogni membro dell’Ordine della Fenice far sì che il ragazzo non venga risucchiato nel vortice delle dicerie che si spargeranno intorno alla sua persona.
-Non preoccuparti Draco – sorrise Axhel posando la sua mano su quella del ragazzo – dovremo solo aspettare che le acque si calmino. Intanto potrai comunque studiare e prepararti per gli esami di fine anno. Vedrai, non perderai tempo e l’anno prossimo potrai tornare e tentare la carriera di Pozionista, come avevi programmato.
-L’a… l’anno prossimo…? – sussurrò Draco con sgomento.
-Naturalmente nulla ti impedirà di frequentare la tua famiglia, in privato… è il vantaggio di potersi materializzare ovunque. A proposito, bisognerà trovare una sistemazione per i tuoi genitori. Non penso che possano tornare a Villa Malfoy, per il momento.
Piton annuì.
-Ho saputo che l’Ufficio Auror ha sequestrato la proprietà e ha apposto i sigilli magici. Questo la protegge dall’essere devastata dalla folla inferocita, ma ci vorrà un po’ prima che le indagini vengano portate a termine.
Il Preside esitò e poi aggiunse lentamente, misurando le parole:
-Ti renderai conto, spero, che tuo padre dovrà subire un processo. E’ probabile che, grazie alla sua collaborazione, e alla tua soprattutto, riuscirà a cavarsela non troppo male, anche se… in passato ha commesso diversi crimini…
-Lo so… e lo sa anche lui.
Draco sospirò ed abbassò lo sguardo, tormentandosi le mani.
-Axhel… io devo assolutamente vedere Harry, prima di partire.
-Temo sia piuttosto impegnato al momento, ma faremo in modo di mettervi in contatto… potrete scrivervi, o parlarvi via camino, se per te è così importante comunicare con i tuoi amici.
-No… è che… c’è una cosa che non ti ho detto… Capisco che ci sono cose ben più importanti e forse ti sembrerò un bambino viziato, ma…
Qualcuno bussò alla porta e i due Engill guardarono Piton.
-Fareste meglio ad andare. Temo che questo ufficio sarà presto molto affollato.
Axhel si alzò e si spostò in mezzo alla stanza, ma Draco raggiunse Piton che si era già diretto alla porta e lo afferrò per un braccio.
-Professore, la prego…
Piton si voltò e lo guardò sorpreso.
-Mi scusi… - continuò il ragazzo ritraendo la mano – Ho bisogno del suo aiuto, per favore. Devo far arrivare un messaggio a Harry.
Tornò di corsa verso la scrivania, afferrò un pezzo di pergamena e una penna e vergò velocemente poche parole. Poi arrotolò il foglio e lo porse al Preside.
Severus lo osservò con sospetto, gli occhi ridotti a due fessure.
-Che cosa state nascondendo, voi due? Ha per caso qualcosa a che fare con il fatto che il signor Potter è sopravvissuto quando non avrebbe dovuto? Se è così farai bene a dirmi cosa sai…
Altri colpi risuonarono contro la porta e Draco mise il piccolo rotolo in mano al mago.
-Non so niente di tutto ciò… ma è ugualmente molto importante. La prego, lo consegni a Harry e gli spieghi perché sono dovuto partire.
Poi raggiunse Axhel e insieme si smaterializzarono.

Piton guardò i due Engill scomparire, poi mise la pergamena in tasca e si affrettò ad aprire la porta.
-Professore, mi scusi se la disturbo, ma si tratta di Draco…
Il Salvatore del mondo magico stava sulla soglia, visibilmente stanco e più arruffato del solito, seguito dai suoi inseparabili guardaspalle.
Piton non disse una parola, ma si fece di lato per lasciarli entrare.
Appena il ragazzo ebbe messo piede nello studio un fragore rimbombò nella stanza, facendo sobbalzare i presenti.
Ma non si trattava di un altro attacco dei Mangiamorte, né di un tardivo crollo di una parte del castello.
I Presidi che avevano abbandonato i loro ritratti per seguire la battaglia erano tornati ai loro posti abituali ed ora applaudivano il giovane eroe.
Il professor Silente sorrideva e alcune lacrime rotolarono sulla sua barba candida, mentre diceva qualcosa che Harry non riuscì ad afferrare.
Avrebbe parlato dopo con il ritratto del vecchio Preside: c’erano ancora alcune cose che doveva discutere con lui, ma per il momento Draco veniva al primo posto.
-Professor Piton, temo sia successo qualcosa a Draco. Non riusciamo a trovarlo e giù in Sala Grande abbiamo sentito dire delle cose strane…
Piton sollevò un sopracciglio, poi salì velocemente i pochi gradini che lo separavano dalla scrivania e si sedette sul seggio dall’alto schienale.
Fece comparire una terza sedia ed attese che i tre ragazzi prendessero posto.
-Strane come… cosa?
-Si è sparsa la voce che gli Engill sono tornati, ma poi qualcuno ha cominciato a dire che se ci sono i Malfoy di mezzo probabilmente era tutto un trucco, che sono passati dalla nostra parte per evitare di finire ad Azkaban… e forse che si tratta di una manovra di Mangiamorte molto potenti che mirano a prendere il posto di Voldemort! E poi Draco è scomparso. Temiamo che gli sia successo qualcosa…
Il professor Piton si sporse in avanti allarmato, con un’aria minacciosa alla quale, tuttavia, erano abituati.
-Spero che non abbiate rilasciato dichiarazioni a questo proposito… non vi siete lasciati scappare che gli Engill sono davvero qui a Hogwarts, vero?
I tre si scambiarono occhiate confuse.
-N-no… è proprio per questo che abbiamo cominciato a cercare Draco, per sapere da lui cosa dobbiamo dire.
Piton si lasciò andare contro lo schienale e parve rilassarsi.
-La prego, professore – esclamò Hermione con le lacrime agli occhi – dobbiamo fare qualcosa! E se lo hanno…?
-Si calmi, signorina Granger.  Il signor Malfoy sta bene. Anzi, per la precisione lo avete appena mancato. Si è smaterializzato da questa stanza pochi minuti fa, per raggiungere gli altri… al sicuro.
-Oh… se n’è… se n’è andato? –  Harry deglutì – Ma… perché?
Il Preside sollevò gli angoli della bocca.
-Direi che voi stessi, poco fa, avete dato risposta a questa domanda. Non è consigliabile per il signor Malfoy e per gli altri come lui restare nei paraggi, almeno fintanto che le acque non si saranno calmate. Lei, signor Potter, nei prossimi giorni, settimane e forse mesi, si troverà esposto agli occhi di tutta la comunità magica, e con lei chiunque le sarà accanto. Pertanto temo che i quattro Moschettieri dovranno tornare ad essere tre. Il vostro amico probabilmente terminerà gli studi altrove e poi, forse, potrà tornare… sempre che lo desideri ancora.
 Harry impallidì e i suoi amici lo guardarono in silenzio, un po’ imbarazzati e un po’ addolorati.
-E non ha detto niente? Se si farà vivo lui o dove possiamo trovarlo?
Piton lo fissò per diversi secondi con quelle sue iridi scure e penetranti.
Poi finalmente tirò fuori dalla tasca la pergamena e la porse a Harry.
-Ha lasciato questa per lei, signor Potter…
Harry la afferrò senza farsi pregare e lesse avidamente.

Caro Harry,
devo andare, Piton ti spiegherà perché. Mi metterò in contatto al più presto.
Ti amo
Draco

Ron e Hermione si sporsero per sbirciare il messaggio e Harry li lasciò fare, con un vago sorriso sulle labbra.
-Beh… non è poi così male, per essere un Serpeverde, no? – disse Ron con tono burbero, dandogli due leggere pacche sulla spalla.
-Ron! – lo redarguì prontamente Hermione, ma era già più serena e sorrise ad entrambi.
-Già… - rispose Harry laconicamente.
Piegò con cura la pergamena e la infilò nella tasca interna della giacca.
Piton incrociò le mani sopra il piano della scrivania e parlò con voce annoiata:
-Questa sera ci sarà una riunione dell’Ordine per stabilire quella che dovrà essere la versione ufficiale dei fatti, compresa una copertura per gli Engill. Domani vi sarà comunicata, in modo che possiate confermarla. Per adesso vi consiglio di ritirarvi nel dormitorio della vostra Casa e riposare fino a domattina. Darò disposizione che vi venga servita la cena nella Sala Comune.
-Ma come faremo se il Wizengamot vorrà ascoltare la nostra deposizione? Dovremo mentire? – domandò Hermione scandalizzata.
-Certo che no, signorina Granger. Nessuno può sospettare che dei ragazzini sappiano dell’esistenza di magia così oscura come quella degli Horcroux e nessuno vi farà domande tanto imbarazzanti. Adesso, se non vi dispiace, avrei molte incombenze da sbrigare.
Il professor Piton si alzò e i tre ragazzi lo imitarono.
-Professore… - disse Harry – Avrei bisogno di parlare un momento con il Professor Silente…
Il Preside si volse verso il ritratto del vecchio mago, il quale annuì con un sorriso, guardandolo da sopra le lenti, come era abituato a fare in vita.
-Molto bene. – disse seccamente Piton, dirigendosi verso l’uscita – Chiudete la porta quando ve ne andate.
Poi si fermò un istante soprapensiero e si voltò di scatto verso di loro.
-Signor Potter… che cosa le da la certezza che questa volta Voldemort se ne sia davvero andato per sempre? Secondo il professor Silente soltanto la distruzione di tutti gli Horcroux, compresa la sua… dipartita, ci avrebbe messi al riparo da un altro eventuale quanto inopportuno  ritorno di Riddle.
Harry sorrise tra sé e annuì.
-E aveva ragione. Solo che, una volta in più, Voldemort ha sottovalutato il potere della protezione che mia madre mi ha dato.
Piton inclinò leggermente il capo di lato e lo fissò stringendo le palpebre, in attesa che continuasse.
-Il fatto è che due anni fa Peter Minus ha messo in atto il piano del suo padrone e ha usato il mio sangue per riportarlo in vita. Quando la notte scorsa sono andato da lui non ha perso tempo e mi ha subito lanciato la Maledizione che Uccide. Sarei sicuramente morto, ma l’amore di mia madre scorreva nelle sue vene insieme al mio sangue e mi ha tenuto agganciato alla vita. Questo è ciò che mi ha spiegato il professor Silente, quando ci siamo incontrati in uno strano luogo, una specie di zona di passaggio. C’era anche qualcun altro, sembrava un bambino piccolo, che si agitava a terra. Era tutto scorticato e faceva fatica a respirare, ma il professore ha detto che non avremmo più potuto fare niente per lui. Così sono tornato indietro, ma quell’esserino è rimasto dall’altra parte.
Il professor Piton sembrò valutare per un momento ciò che Harry aveva appena raccontato, poi disse lentamente:
-Molto bene.
Si voltò ed uscì dallo studio, lasciando i tre ragazzi da soli.

Axhel e  Draco si materializzarono direttamente nel grande atrio della residenza degli Engill.
-Vuoi mangiare qualcosa, Draco?
-No grazie, non mi sento molto bene…
Sentiva una forte nausea e un cerchio intorno alla testa.
-Allora forse dovresti riposare. Ma… c’era qualcosa che volevi dirmi?
Il ragazzo si era già avviato verso le scale e rispose solo con un: -… magari più tardi…
Salì faticosamente fino alla sua vecchia stanza e si buttò sul letto così com’era, ancora vestito, convinto che sicuramente non sarebbe riuscito ad addormentarsi, e forse nemmeno a riposare, visti i pensieri poco felici che affollavano la sua mente.
Ma la fatica di quella lunghissima giornata si fece sentire e ben presto cadde in un sonno profondo.
Era già decisamente buio quando si svegliò, ma l’orologio indicava soltanto le cinque e trenta del pomeriggio.
Aveva dormito solo un paio di ore, però si sentiva bene e pieno di forze.
Ma sopra ogni altra cosa, appena aprì gli occhi seppe che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di tenerlo
lontano da Harry un solo minuto più del necessario.

Fine prima parte

************************************

Qui si conclude la prima parte della mia storia.
Se volete continuare a seguire le vicende di Harry e del suo adorato angioletto Draco, sappiate che sto già lavorando ai primi capitoli di Hidden Angels 2 e incomincerò a postare tra pochi giorni.
Intanto ringrazio chi mi ha seguita fin qui, chi ha messo la storia tra le seguite e tra le preferite, e soprattutto chi mi ha spinta a continuare commentando di capitolo in capitolo:

hay_chan: sono contenta di riuscire a tirarti un po’ su il morale. Continua a seguirmi: sono sicura che la seconda parte ti piacerà ù_ù
Damia: un po’ delusa? Lo so, è un capitolo di passaggio, ma rinnovo anche a te (come a tutte le mie lettrici) l’invito a leggere la seconda parte (rating rosso! eheheh!)
123babydevil123: Il mondo ce l’ha con i nostri innamorati, ma loro hanno la pelle dura! XD
zippolino: lo so, sono crudele, ma ho preso gusto a scrivere questa storia e non voglio farla finire.
luox74: non piangere! La separazione è solo momentanea, almeno nelle intenzioni di Draco *me perfida*
Sabry: idem come sopra: non li lascerò soli a lungo *me perfida ma non troppo*, e farò in modo che possano passare insieme tanti bei momenti, eheh!
  
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