Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sunny    27/07/2005    49 recensioni
A vent'anni dalla scomparsa di Voldemort, il Mondo della Magia si vede ricomparire il suo Marchio Nero nell'oscurità della notte... ma questa volta in campo scenderanno anche nuove forze, più decise e più agguerrite che mai. Intrighi mortali, lotte all'ultimo sangue, amori inarrestabili e passioni travolgenti sconvolgeranno gli eroi della 'vecchia' e della 'nuova' guardia, in un mondo in guerra in cui il cuore ha la meglio anche sulla ragione...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FIRE MELTS ICE

FIRE MELTS ICE

 

 

 

 

CAPITOLO 11: CHE SCOOP!

 

 

I'm getting on, what's the use
You know how I get
I can't decide which is the truth
At least not yet
I got the feeling, it's you
What can be said, alone in this room, no…
You’re falling out, I'm falling in
So it's goodbye again
It's way past time for one last try
So it's goodbye... again
                                               Goodbye Again, Vertical Horizon

 

 

***************

 

 

Amelia strizzò gli occhi per un attimo e riprovò a colpire il sacco, e stavolta lo prese in pieno. Quella mattina si sentiva più male del solito, e considerato che nelle ultime settimane la sua salute non era stata al top, quello decisamente non era stato un buon inizio di giornata. A dire il vero non passava una giornata buona dalla vigilia di Natale, o più precisamente da quella prima maledetta settimana di Gennaio, da quando si era imposta di dimenticare quella notte e per questo era stata costretta ad evitare il più possibile il suo Jack. E restare senza il suo migliore amico per quasi due mesi era stato un inferno per lei. Così erano cominciati quei terribili crampi allo stomaco che a volte la facevano anche vomitare, e quel senso di fatica perenne che però imputava alle sessioni di massacrante allenamento in più che ora praticava per la maggior parte della giornata… erano un’ottima scusa per stare lontana da casa.

 

Ma quella mattina i suoi dolori sembravano quadruplicati. Per non parlare dei terribili e violenti giramenti di testa, che solo poco prima le avevano fatto mancare il sacco colpendo l’aria. Amelia sbuffò e si asciugò il sudore col suo asciugamanino, poi provò a riprendere a colpire il grosso sacco penzolante ma un nuovo e più forte giramento di testa la fece barcollare in avanti, tanto che ebbe bisogno di appoggiarsi al muro.

 

Che diavolo mi succede stamattina?!

 

“Qualcuno ha indetto una caccia alle mosche e non sono stato invitato?”

 

Amelia s’irrigidì visibilmente quando sentì quella voce viscida che purtroppo conosceva bene… e non potè non provare un brivido di disgusto quando sentì il suo fiato freddo sulla nuca.

 

“Avresti potuto dirmelo, tesoro.” Frank Famble ghignò sadicamente, allungandole le mani sui fianchi sottili. “Io sono abilissimo nella caccia. Riesco sempre a stanare le mie prede, prima o poi.”

 

Amelia fece una smorfia disgustata e si allontanò da lui. “Fuori di qui, mi sto allenando.”

 

“A fare cosa, a mancare il bersaglio?” con un sorrisetto perfido, il ragazzo tornò ad avvicinarsi e non le lasciò molto spazio a disposizione. “Posso sempre farti compagnia, ci si allena bene in due.”

 

“No, mi dispiace.” Amelia lo guardò con aria di sfida, senza paura. “Non riesco a sopportare la tua puzza.”

 

Frank le si avvicinò abbastanza da poterla guardare dall’alto in basso, a una distanza minima. “Dovrai abituarti a molti odori nuovi, cara mia.”

 

“Vai al diavolo.” Amelia fece per scansarlo, ma inaspettatamente si ritrovò la mascella impugnata in una delle mani del ragazzo e le mani immobilizzate nell’altra.

 

Frank la guardò con un ghigno di superiorità stampato sulla faccia, e si chinò leggermente su di lei. “Piccola sgualdrinella presuntuosa…” le sibilò. “…quando avrò finito con te, non potrai camminare per settimane… striscerai ai miei piedi come un povero verme… ma sai che ti dico… potrebbe perfino piacerti…”

 

Con una spinta decisa, Amelia si liberò e lo guardò con uno sguardo di fuoco. “Figlio di puttana, non provare a toccarmi di nuovo se non vuoi rimetterci una mano!”

 

Gli occhi di Frank quasi luccicavano… pericolosamente. “Sei così eccitante quando fai la dura… posso solo immaginare che cosa sarà per i miei sensi sentirti mentre mi implori di fermarmi… o di continuare, chi può dirlo, le puttanelle come te sono piuttosto ambigue da capire…”

 

“Porco pazzo e perverso, va’ fuori di qui!!” Amelia provò un profondo senso di rabbia misto a disgusto… e il terribile crampo che le assalì lo stomaco accentuò il senso di nausea. Questo indebolì una reazione che in un’altra circostanza sarebbe stata molto più terribile.

 

Purtroppo per lei il dolore allo stomaco si fece quasi insopportabile, e proprio in quel momento Amelia fu colta da un senso di fatica e sfinimento così forte che barcollò… e questo non sfuggì a Frank, che non perse l’occasione: le torse un braccio dietro la schiena e l’attirò di spalle contro il suo petto, tappandole la bocca con l’altra grossa mano invadente. “Fammi obbedire adesso, piccola Sheffield…” le sussurrò sadico all’orecchio, mentre con le dita le tappava anche il naso. “Su, coraggio, obbligami a fermarmi…”

 

Amelia non riusciva a crederci, sembrava tutto un incubo… le faceva malissimo il braccio, lo stomaco non le dava tregua, la nausea e i giramenti di testa si erano fatti insostenibili e adesso senza aria e senza la possibilità di muoversi le sembrava di impazzire… gemeva disperatamente mentre la vista le si riempiva di macchie nere, e la disperazione prese il sopravvento…

 

La mano si scansò, e lei riprese a respirare con affannose ed enormi boccate d’aria… e Frank sfruttò l’occasione per farle scivolare la mano lungo tutto il corpo e palpeggiarla con tutto il suo desiderio ardente, ancora più eccitato dal fatto che lei non potesse impedirgli di fare quello che voleva. Amelia si dimenò come poteva, maledicendo in tutte le lingue il fatto che non si stessero battendo ad armi pari, ma tutti quei dolori la tormentavano senza darle tregua… e poi le dita grosse e callose tornarono a tapparle il naso, e oltre all’aria che le mancava sopraggiunse il dolore per il morso che il suo aggressore le aveva appena dato sul collo… era tutto un incubo, un incubo dal quale non riusciva ad uscire…

 

 

***************

 

 

Jack fu ben felice di non averci messo tanto a trovare Susan… il quartier generale dei War Mage era piuttosto grande, se avesse dovuto frugarlo tutto ci avrebbe messo troppo tempo, tempo che a lui ora più che mai serviva tutto. Susan invece, per sua grande fortuna, era con Lucas nel corridoio e stava parlando con lui di qualcosa con molta tranquillità. Quando lo videro arrivare di corsa, i due ragazzi lo salutarono bonariamente.

 

“Ooh, guarda chi si è deciso a presentarsi… ti stavo aspettando, non dovevamo farci un’ora di sparring prima del turno?”

 

“Ehi, Jack, sei in ritardo oggi.”

 

Jack si limitò a fare uno sbrigativo cenno con la testa a entrambi, troppo teso per fare altro.”Avete visto Amelia?”

 

Lucas notò la sua aria preoccupata. “No, veramente stamattina no…”

 

“E’ successo qualcosa?” domandò subito Susan.

 

“…vorrei saperlo anch’io.” Jack si passò una mano fra i capelli. “Normalmente non avrei problemi ad ammettere che l’ho fatta imbestialire io, il problema è che no so cos’ho fatto! Mi evita non appena ne ha la possibilità, sono due mesi che non scambiamo due chiacchiere in modo decente, non ci incontriamo nemmeno a pranzo e a cena… qui c’è sotto qualcosa, perciò se vi ha parlato… non so, qualunque cosa vi venga in mente…”

 

Lucas storse la bocca e scosse la testa. “In realtà in quest’ultimo periodo tutto quello che fa è allenarsi, non è che abbiamo parlato più di tanto.”

 

“Si, questo è vero.” Susan si morse le labbra quando Jack la guardò. Non sapeva in effetti cosa le fosse successo, ma forse Amelia aveva deciso di prendersi un po’ di tempo per disintossicarsi dai suoi sentimenti per Jack… gliel’aveva suggerito mille volte, forse alla fine l’aveva ascoltata. Però lei questo a Jack non poteva assolutamente spiegarlo, anche se le faceva una gran tenerezza. “Non mi ha detto niente, però Jack… qualche volta noi ragazze abbiamo bisogno dei nostri spazi. Secondo me a volte tu dimentichi troppo spesso che Amelia è una donna, anche lei è…”

 

“Stai dicendo che sono invadente?” fece brusco Jack, ora piuttosto accigliato.

 

“Io non ho detto questo.” Rispose Susan. “Voglio solo rassicurarti, il fatto che Amelia se ne stia un po’ per conto suo non vuol dire che…”

 

Jack la guardò male. “La conosco molto più di te, saprò io quando c’è qualcosa che non va, non credi?”

 

“Ma non è detto che tu possa fare qualcosa per aiutarla! Magari è sufficiente lasciarla in pace per un po’.”

 

“Ooh, questa sì che è un’idea brillante.” Fece sarcasticamente Jack, facendo una smorfia sgradevole. “Lasciamo pure che si cuocia nel suo brodo, così non mangia per settimane e poi finisce in un bel letto d’ospedale, ma l’importante è che ha avuto tutta la libertà di questo mondo, giusto?”

 

Susan sbattè gli occhi. “Ma che stai dicendo?”

 

Jack sospirò e abbassò la testa. Non era giusto prendersela con Susan, la sua frustrazione non doveva esplodere alla cieca in questo modo. In fondo lei cercava solo di dare una mano. Forse spiegare le cose sarebbe stato molto meglio per tutti. “Il fatto è che… Amelia ha dei grossi problemi col cibo, fin da quando era piccola. La vedete com’è magra, no?”

 

Susan ora sembrava genuinamente preoccupata. “Come? Ma… non mi ha mai detto niente…”

 

“Perchè non ne è completamente consapevole nemmeno lei. In realtà è qualcosa che le capita, ma neanche ci fa caso.” Jack scosse la testa. “Se ne sono accorti mio padre e mia madre nel tempo. Quando ha qualche problema o sta male per qualcosa, Amelia taglia i ponti col cibo. Non è che sia anoressica o cosa, semplicemente non sente lo stimolo della fame e potrebbe andare avanti per giorni senza toccare più di una mollica di pane. E’ come se il suo organismo si dimenticasse che deve nutrirsi, o perlomeno se ne dimentica il suo cervello.”

 

Susan scosse la testa, profondamente scossa. “…credimi, non me n’ero mai accorta…”

 

Lucas si grattò una tempia. “E tu credi che abbia ricominciato a non mangiare.”

 

Jack fece una smorfia. “Non ne ho la più pallida idea. Non la vedo, quindi non lo so cosa fa… ma abbiamo sempre il frigo pieno, chissà come mai.”

 

Lucas annuì. “Ok, allora sarà meglio trovarla e scambiare due chiacchiere con lei, non credete?”

 

“Andiamo subito a cercarla.” Fece ansiosa Susan. “Non sarò tranquilla finchè non mi sarò assicurata che non sta vivendo di nuovo questo problema alle nostre spalle.”

 

“Così puoi capire la mia angoscia.” Jack sembrava avvilito. “E la mia delusione, visto che in genere era sempre da me che veniva quando aveva un problema…”

 

Lucas gli diede una bottarella fraterna sulle spalle. “Non perdiamo altro tempo. Probabilmente si starà allenando, di solito non fa altro. Andiamo in palestra e parliamoci, magari ha avuto delle buone ragioni per non dirti niente.”

 

Jack annuì, ma le parole dei suoi amici non alleviarono la sua tensione. Erano quasi due mesi che non riusciva a parlare con Amelia, tutto quello che aveva potuto vedere di lei erano gli occhi tristi e l’aria silenziosa… ormai nemmeno a colazione riusciva a beccarla più. E gli mancava da morire. Il solo pensiero che lei potesse star male per qualcosa, che lo stesse affrontando da sola senza dirgli niente… a meno che…

 

“Susy… che tu sappia, c’è di mezzo un uomo?”

 

Susan esitò. “Non mi ha detto niente di diverso dal solito di recente… anzi, è più taciturna. Credimi, Jack, se sapessi qualcosa di importante te la direi… sono preoccupata anch’io. E mi sento in colpa per non aver mai fatto caso a quella sua aria triste delle ultime settimane.”

 

“Abbiamo avuto tutti il nostro bel da fare ultimamente con tutto il casino che sta succedendo, non darti colpe che non hai. E che non hai nemmeno tu.” Lucas si rivolse a Jack, mentre camminavano a passi rapidi lungo il corridoio del pian terreno. “Amelia è sempre stata forte, ultimamente però qualcosa si è incrinato… probabilmente lei stessa ha pensato di poter risolvere le cose da sola prima di chiedere aiuto, sai com’è fatta, no?”

 

“Non ci sono mai stati segreti fra me e Amelia, Lucas.”

 

Arrivati davanti alla porta della palestra, Jack appoggiò la mano sulla maniglia… ma si bloccò quando sentì dei rumori strani provenire dall’interno. Sembravano quasi… gemiti soffocati. Incredulo e stupito, Jack guardò i suoi amici e vide che anche loro sembravano abbastanza sconcertati… in pieno giorno e nella palestra grande? Chiunque fosse lì dentro non conosceva vergogne…

 

…eppure c’era qualcosa che non andava in quei gemiti. A sentirli bene non erano di piacere, e non erano esattamente gemiti… sembravano piuttosto… lamenti strozzati in gola. Jack si accigliò, e con la massima cautela socchiuse lentamente la porta per guardare dentro…

 

Susan capì immediatamente che stava succedendo qualcosa di tremendo quando vide Jack sfondare la porta con un calcio e correre dentro, ma nemmeno il suo pessimismo cronico poteva prepararla a vedere la sua migliore amica lì in piedi, stretta in una presa serratissima da niente meno che il neo-nominato sergente Frank Famble, con i primi due bottoni del pantalone aperti e il corpo teso in quella che era palesemente una posizione scomoda e dolorosa… Famble le teneva naso e bocca tappati con una mano e le torceva un braccio dietro la schiena con l’altra, mentre sembrava più che soddisfatto di distribuirle morsi qua e là nell’incavo tra la spalla e il collo. Susan vide rosso per la rabbia, ma non ebbe il tempo di esternarla perché vide Jack avventarsi su Famble come un orso selvaggio, e scaraventarlo a terra con un pugno in faccia che fece perfino rumore per quanto era stato violento, e a quel punto Susan scelse di lasciare al giovane rosso la vendetta e corse a prendersi cura di Amelia, che era crollata a terra e non si muoveva più.

 

“FIGLIO DI PUTTANA!!!” Jack afferrò Frank – ancora stordito per il colpo ricevuto così all’improvviso – e lo sollevò in piedi, sbattendolo contro il muro e sfondandogli letteralmente il naso con un pugno che gli fece sbattere la nuca contro il muro.

 

“Jack, no!!” Lucas dovette usare tutta la sua forza per trattenere Jack, sapendo che il suo amico non si sarebbe accontentato di rompere il naso a quell’avanzo di galera che avevano davanti. Oh no, stavolta probabilmente non si sarebbe fermato affatto. “Maledizione, calmati!! Non fare il suo gioco, ti farai sbattere fuori dai War Mage!!”

 

“IO T’AMMAZZO, LURIDO VERME!!!” urlò Jack, lottando furiosamente per divincolarsi dalla presa di Lucas che invece tentava con tutte le sue forze di tirarlo indietro. “Ti spezzo le ossa una dopo l’altra, giuro sul sangue di Merlino che non te lo faccio rivedere il sole domani!!!”

 

Frank fece un sorrisetto e con una manica si pulì naso e bocca sanguinanti, mentre si rialzava a fatica appoggiandosi alla parete alle sue spalle. “Sbattiti pure quanto vuoi, frocetto figlio di papà… io il mio assaggio l’ho avuto, e presto tornerò a prendere anche il resto della torta.” Con un orribile ghigno di soddisfazione e vittoria, il ragazzo uscì dalla palestra.

 

Lucas si prese una gomitata in faccia che gli fece vedere le stelle, ma non mollò la presa… a giudicare dalla sfilata di epiteti con i quali lo stava apostrofando e dalla forza con cui si dimenava – E poi dicono che i figli non assomigliano ai genitori… - se Jack avesse messo le mani su Frank Famble lo avrebbe direttamente ucciso… e per quanto questo pensiero gli sembrasse molto, molto piacevole, poi il giovane Weasley sarebbe finito in una marea di guai.

 

“Jack, se lo ammazzi ti buttano fuori!!”

 

“Non me ne frega un cazzo, lasciami!!!”

 

“Jack, no, vieni qui… Amelia ha bisogno di te!”

 

Lucas avrebbe volentieri baciato Susan per la sua prontezza… aveva detto l’unica cosa che poteva veramente fermare quella furia, e infatti Jack smise di dimenarsi per voltarsi dalla sua parte. Lucas lo lasciò immediatamente libero quando si fu assicurato che non sarebbe andato a sgozzare Famble.

 

Jack si fiondò in ginocchio accanto alle due ragazze e strappò Amelia dalle braccia di Susan, stringendosela al petto e scansandole la frangia dagli occhi. “Ehi, piccoletta… Amelia? Amelia?!” la sua preoccupazione divenne frenesia quando cercò di farla sedere più dritta e le vide ricadere la testa debolmente indietro sul suo braccio.

 

…no…

 

Per un momento a Jack parve quasi di rivivere un flash-back, e le immagini di una ragazza bionda con gli occhi azzurri e il viso cadaverico si sovrapposero a quelle davanti ai suoi occhi, facendogli sentire un’incredibile voglia di vomitare tutto quello che aveva mangiato a colazione.

 

…no… piccoletta, no… tu no… ti supplico, no…

 

Jack smise di sentire Susan che cercava di tranquillizzarlo dicendogli che Amelia era solo svenuta, o Lucas che gli stava suggerendo di portarla direttamente in infermeria. Aveva un solo pensiero in testa mentre continuava a stringere a sé la sua migliore amica, e cioè quanto non era stato in grado di starle vicino e proteggerla come era giusto… e più l’abbracciava, più la sentiva magrolina e per la prima volta fragile fra le sue braccia ben più robuste, e più si odiava fino alla morte. Lei gli era stata accanto in ogni istante della giornata quando lui aveva sofferto… e lui, invece? Dove aveva avuto la testa per non vedere che stava male per qualcosa, che aveva bisogno del suo aiuto? Che razza di dannato amico era?!

 

Senza sprecare un secondo di più, Jack si alzò con Amelia fra le braccia e scattò il più velocemente possibile verso l’uscita, ignorando Susan e Lucas che gli stavano dicendo qualcosa che nemmeno riusciva a distinguere… aveva un solo pensiero fisso in quel momento ed era la sua Amelia, e il terribile senso di colpa per averla lasciata sola ad affrontare qualunque cosa l’avesse ridotta così. E più correva più la stringeva a sé, con la paura che da un momento all’altro lei potesse scivolargli via dalle braccia come aveva fatto Steacy solo pochi mesi prima… ma ora non poteva succedere di nuovo, non l’avrebbe mai permesso, mai.

 

…resisti, Amy…resisti…

 

 

***************

 

 

“E quando tutto questo?”

 

“Tra due mesi esatti. Il giorno prima di Pasqua.”

 

Alex chiuse forte gli occhi. “Voi non immaginate neanche lontanamente il dolore che Katie proverà.”

 

Anthony fece una piccola smorfia ironica. “Veramente lo sappiamo eccome, mi pare che lo stiamo facendo proprio per questo… e poi ti ricordo che Stephen ha usato le tue informazioni per programmare tutto questo. Stavolta non falliremo.”

 

“Ma non lui… non merita una fine così orribile, è una brava persona! Senza contare che Katie lo adora, non riesco nemmeno a immaginare la sua reazione…”

 

“Lestrange invece la prevede benissimo. Secondo lui perderà completamente la testa, e diventerà vulnerabile al cento per cento.”

 

“Ah, meno male che lui ha la palla di vetro in cui prevede il futuro.”

 

“Maledizione, Alex! E’ il piano della tua missione, non ricominciamo a dire sempre le solite cose!”

 

“Anthony, io voglio parlare con Stephen.” Alex parlava velocemente… nervosamente. “Ci deve essere per forza un altro modo… affrontiamoli, uccidiamoli, va bene… ma a viso scoperto e alla luce del giorno, dannazione! Questo non è leale, non c’è onore a prendere il nemico alle spalle!”

 

“Sono parole della tua Katie, vero? Onore, lealtà…” Anthony sospirò stancamente. “Questa ragazzina ti sta cambiando radicalmente e tu neanche te ne accorgi… e sai la cosa bella? Ti porta sempre più vicino all’annientamento totale.”

 

“Io sono me stesso, non ho bisogno di farmi influenzare da nessuno.” Replicò duramente Alex.

 

“Allora, per l’amor del cielo, fa’ quello che devi fare e non metterti contro i tuoi stessi princìpi! Alex, non potrò continuare a coprirti all’infinito.”

 

Alex sbuffò e si coprì la faccia con le mani per un breve momento. “Almeno cambiamo vittima… non lui. Non è giusto, non ha nessuna colpa… e poi dico sul serio, Katie sarà distrutta e le previsioni di Lestrange non serviranno proprio a un cazzo, a quel punto…”

 

“A quel punto te la caverai benissimo. E’ per questo che è toccata a te, Alex… perché sei in gamba, sei il migliore in questo campo.” Anthony gli appoggiò una mano sulla spalla. “Senti, amico, io capisco tutto… ma non puoi tirarti indietro proprio adesso. L’onore della tua famiglia è il tuo principale obbiettivo, se molli adesso butti all’aria tutta una vita di sacrifici e sforzi, te ne pentiresti fino alla morte, credimi, e sai perché? Perché tu, io, Stephen, Lestrange, siamo tutti uguali… parte di un mondo che non è questo, e potremo finalmente smetterla di vivere nascosti come delle faine solo se ce lo costruiamo noi il nostro mondo… a qualunque costo. Quelli come noi non possono sperare di affermarsi in nessun altro modo. E poi, Alex, se giochi bene le tue carte arriverai al successo con un nome di tutto rispetto e la piccola Weasley al tuo fianco. Non vale la pena lottare per questo?”

 

 

 

 

 

Le parole di Anthony rimbombavano nella testa di Alex ad ogni passo che faceva, e che lo portava più vicino alla sala comune di Serpeverde. A sentirlo sembrava quasi che avesse ragione… in fondo era quello che desiderava, la sua gloria personale e la ragazza che amava… però c’era una cosa che lo bloccava. Katie era come il vento di primavera, libero, fresco e profumato, portatore di allegria e gioia di vivere… sarebbe davvero rimasta la stessa anche dopo l’avvento del nuovo mondo? Lui ne dubitava seriamente. Quell’allegria che le illuminava gli occhi azzurri si sarebbe dissipata, avrebbe perso la sua freschezza e la sua unicità. Se si fossero affrontati sul campo di battaglia sarebbe stato terribile doverla trascinare con sé in catene, ma almeno le avrebbe permesso di conservare il suo carattere e la sua fierezza d’animo. Quello che avrebbe passato nel vedere chi più amava soffrire in quel modo le avrebbe spezzato qualcosa dentro. E trasformarla in una traditrice avrebbe definitivamente distrutto la vera essenza di quella piccola peste dal cuore d’oro, lui lo sapeva bene questo.

 

“Ehi, dove stai andando?”

 

Alex si sorprese con se stesso nel notare che pensando e ripensando si era distratto, tanto che aveva superato la porta della sala comune di Serpeverde ed era arrivato poco più in là nel corridoio… e ancora più incredulo fu nel vedere che a chiamarlo era stata proprio Katie, che se ne stava tutta sorridente seduta sul muretto sotto la finestra.

 

“E tu che ci fai qui?”

 

“Aspettavo te.”

 

“Fuori dalla sala comune di Serpeverde?” Alex le stampò un piccolo bacio sulle labbra, sistemandosi in piedi fra le sue gambe e appoggiandole le mani sui fianchi. “Sei una ragazza coraggiosa... Grifondoro in tutto e per tutto.”

 

Katie scrollò allegramente le spalle. “Grifondoro, Serpeverde, sono solo nomi… siamo tutti dalla stessa parte ormai.”

 

“Tu dici?” Alex inarcò un sopracciglio, scettico. “Io non direi proprio.”

 

“No?”

 

“Biondina, non vorrei deluderti… ma la cattiveria esiste oggi, è esistita un tempo ed esisterà sempre. E’ parte della nostra natura umana.”

 

Katie scosse la testa ricciolosa. “Voi Serpeverde non siete affatto cattivi, siete solo più astuti e dispettosi di noi. E in risposta alla tua domanda si, la malvagità esiste, ma sono pochissimi quelli che ci nascono con l’odio nelle vene… nel novanta per cento dei casi si tratta di persone che sono state messe a dura prova dalla vita e si sono indurite, ma in realtà hanno ancora molto da dare perché c’è ancora un cuore dentro di loro. Tutto sta a saper recuperare il sorriso… basta poco. Per nostra fortuna, la vera cattiveria è molto rara.”

 

Alex le passò ripetutamente una mano fra i capelli, mentre la guardava rapito. “A sentire te il mondo è un posto pieno di sole.”

 

Katie si accigliò, ma non smise di sorridere. “Perché, non lo è?”

 

“Non sempre.” Alex evitò il suo sguardo. “C’è tanta ombra… e tanta oscurità. Non è tutto bello come lo vedi tu.”

 

Katie gli sollevò il mento con un dito. “Si crea ombra solo se si mette qualcosa davanti al sole… ma se si rimuove quel qualcosa, torna la luce.”

 

Alex non potè evitare un piccolo sorriso… Katie era sempre così piena di speranza che finiva sempre per contagiarlo di ottimismo. “Ti posso baciare?” le chiese sorridente.

 

Katie rise vispa. “Non hai bisogno di chiedermi il permesso, sai.”

 

Alex le accarezzò più volte i capelli, perdendosi nei suoi bellissimi occhi azzurri. Gli piaceva guardare il suo viso e scoprirne ogni dettaglio… il modo in cui le luccicavano gli occhi quando sorrideva, il grazioso movimento del naso quando faceva le smorfie, gli zigomi spruzzati da leggerissime lentiggini chiare che le conferivano un’aria ancora più sbarazzina… tutto di lei era splendido e solare, ed era questo il desiderio che voleva trasmetterle mentre la baciava appassionatamente… voleva imprimersi quell’immagine nella testa per non scordarla mai.

 

Katie si fece indietro e gli accarezzò le guance, guardandolo in modo preoccupato. “Tutto a posto, si?”

 

“Si.” Alex distolse lo sguardo. “Tutto a posto.”

 

Katie avrebbe potuto dire che mentiva anche solo guardandolo, ma decise che farglielo notare… sarebbe stato del tutto inutile. Se aveva voglia di dirle qualcosa, sarebbe stato lui stesso a parlare. “Beh, se lo dici tu… senti, volevo dirti che per Pasqua ho intenzione di andare a casa a festeggiare.”

 

Alex alzò di scatto la testa. “A casa tua?”

 

Katie inarcò un sopracciglio. “Avevo capito che ti piaceva la mia famiglia…”

 

“Mi piace molto, ma non è questo il punto… vorrei capire come sei riuscita a convincere tuo padre a farti uscire di qui.”

 

“Gli ho detto che sto male e che sento un bisogno disperato di vederli. Di vedere come se la passa Jack. Hanno avuto tutti quanti un pessimo inverno.”

 

Alex era così intento a maledire tutti gli astri che remavano contro i piani di Lestrange che ci mise un attimo in più per interpretare lo sguardo eloquente di Katie… che era fin troppo chiaro. “Tu non vuoi tornare per festeggiare, vuoi solo aiutarli a sentirsi meglio, vero?”

 

Katie s’inumidì tranquillamente le labbra. “E se così fosse?”

 

“E’ pericoloso, l’ha detto anche tuo padre.”

 

“Se hai paura non venire.”

 

“Non è questo il punto.” Alex sospirò stancamente e le accarezzò il viso. “Mi preoccupo per te… non voglio che ti accada niente.”

 

Katie fece un piccolo sorriso e gli prese il viso fra le mani. “Loro hanno bisogno di me in questo momento così difficile, non lo ammetteranno mai ma so bene che è così. Io posso aiutarli. E’ molto, molto importante per me… lo capisci, vero?”

 

Alex esitò, poi annuì e lasciò che la propria fronte si appoggiasse contro quella della ragazza. “Io però vengo con te.”

 

“Certo che vieni con me… con un po’ di fortuna, stavolta riusciamo a godercela veramente la vacanza. Vedrai, ci divertiremo.”

 

Alex trovò inutile insistere. Katie era maledettamente testarda… non avrebbe mai cambiato idea. Ecco, ancora una volta il piano di Lestrange andava ritoccato… il problema era che adesso, con Katie di mezzo, la sua preoccupazione per come si sarebbero svolti i fatti si era raddoppiata… e il ragazzo sentì le viscere contrarsi dolorosamente al pensiero della vacanza in arrivo.

 

 

***************

 

 

“…vuoi ricontrollare un’altra volta, per favore?”

 

“Jack, per piacere…”

 

“Hai l’assoluta certezza che quello schifoso lurido bastardo non le abbia fatto niente? Quel gran figlio di…”

 

“Sshh, basta… sei terribilmente simile a tuo padre, tu.”

 

Ginny sorrise fra sé e sé mentre Jack continuava a brontolare per quello che voleva fare e che non aveva potuto fare – o qualcosa di simile – con toni molto poco pacifici; la bella rossa però lo ignorò e continuò a fare quello che stava facendo: accarezzare dolcemente con un fazzoletto umido il viso della ragazza che riposava nel suo lettone, e che stava cominciando a riprendersi perché aveva appena voltato il viso prima da una parte e poi dall’altra.

 

“…quella bestiaccia, lurido verme, porco di merda, ah ma appena gli metto le mani addosso…”

 

“Buono, Jack… ooh, eccola qui… bentornata fra noi, piccola.” Ginny sorrise amabilmente ad Amelia, che aveva appena aperto gli occhi e si stava guardando in giro con aria spaesata. “Va tutto bene, sei a casa mia e non è successo niente di grave… come ti senti?”

 

Ginny non ebbe il tempo di scansarsi che fu travolta dal nipote, e quasi cadde dal letto. Jack non ci fece nemmeno caso, perché si buttò freneticamente accanto ad Amelia e la trascinò in un abbraccio così solido che avrebbe potuto tranquillamente frantumarle le ossa.

 

“…Dio mio…” le mormorò piano, nascondendo il viso nel suo collo. “…stai bene…”

 

Amelia non ci stava capendo molto. Si sentiva incredibilmente debole e stanca e non riusciva a immaginare come fosse finita a casa degli zii di Jack, ma quell’abbraccio così disperato e frenetico, quel senso di urgenza che sentiva vibrare dal suo corpo… quello poteva comprenderlo. Jack era ancora traumatizzato dalla morte di Steacy, chissà in che stato l’aveva trovata e aveva avuto paura di perdere anche lei… dopo così poco tempo…

 

Ginny scosse la testa, ma fu sollevata nel vedere che Amelia gli stava accarezzando dolcemente la nuca… Jack era identico a suo padre, la sua copia sputata, e come lui tendeva a vivere le emozioni in modo fin troppo profondo… la paura inclusa.

 

Jack si fece indietro e le accarezzò ripetutamente il viso, baciandole la mano che lei stava usando per rispondere alle sue carezze. “Quel viscido porco non ti ha… fatto niente, vero?” lei scosse piano la testa. “Sei sicura? Aspetta che me lo ritrovo davanti, allora vedrai come…”

 

“Vogliamo pensare ad Amelia invece che alla vendetta?” gli disse pazientemente Ginny, appoggiando per un momento a terra un bicchiere contenente un liquido verde. “Su, aiutiamola a mettersi seduta.”

 

Jack sollevò Amelia con una grazia di cui non si credeva capace, e si sedette dietro di lei per permetterle di appoggiare la schiena contro il suo petto. Lei gli fece un sorriso assonnato e lui le baciò la fronte, la tempia e la guancia, tenendola stretta a sé.

 

“Brava… adesso bevi questo. Si, lo so, non ha un bell’odore… ma ti sentirai molto meglio in pochi minuti.” Ginny aiutò la ragazza a bere il liquido verde. “Ecco, così… bravissima, perfetto.”

 

Amelia fece una smorfia disgustata e arricciò il naso, e malgrado tutto Jack sorrise… gli ricordava tremendamente l’espressione che faceva sempre una bambina coi capelli perennemente in disordine ogni volta che c’era da prendere lo sciroppo per la tosse. Una bambina magrolina e con tanti problemi, che però sorrideva di più… molto di più.

 

“Zia Gin, possiamo capire cosa l’è successo?”

 

Amelia lo guardò… sembrava così preoccupato. Quanto doveva aver sofferto a causa del suo comportamento, lo evitava da settimane ormai, e chiaramente doveva essersene accorto… e conoscendolo chissà quanta pena se n’era fatto… si, si era comportata decisamente da egoista. Era ora di finirla con la soluzione dell’anno sabbatico.

 

“Un bel miscuglio di cose, direi.” Ginny guardò severamente la ragazza. “Amelia, da quant’è che non fai un pasto completo?”

 

Amelia sbattè gli occhi. “Io… ho mangiato, davvero…”

 

“Quello che volevi tu, come volevi tu e quando volevi tu.” Replicò severa Ginny. “Cioè hai assaggiato qualcosa una volta al giorno.”

 

“N-No… non ho avuto molta fame, ma non per questo…”

 

“Amelia, non andiamo bene così.” Ginny scosse la testa. “Se ti sei sentita male oggi è perché hai avuto un vertiginoso calo della pressione, non hai abbastanza zuccheri in corpo… specialmente ora è una cosa molto pericolosa che non ti puoi permettere. Guardati, hai perso parecchio peso dall’ultima volta che ti ho vista… hai idea di quanto è rischioso questo genere di dieta?”

 

Amelia abbassò gli occhi, sentendo su di sé lo sguardo furibondo di Jack. “Mi dispiace.” sussurrò.

 

“Ne sono convinta. Comunque adesso vediamo di rimetterti in piedi il prima possibile… perciò vedi di obbedire. Intanto ti prendi un paio di giorni di licenza e te ne stai a casa senza fare niente, e prendi la pozione che ti ho dato adesso per due volte al giorno, prima di pranzo e prima di cena. Poi ora ti preparo una dieta equilibrata che dovrai seguire alla lettera per un mese esatto, dopodichè ci rivedremo e ci aggiorneremo in base a quanto peso hai riacquistato.”

 

“Dalla a me questa dieta.” Fece duro Jack. “Me ne occupo io, controllo che segua costantemente le tue istruzioni invece di fare altre idiozie.”

 

Amelia sbuffò, seccata dal fatto di sentirsi trattata come una bambola di porcellana. “Io non faccio idiozie… e non trattarmi come se fossi di cristallo.” borbottò.

 

Ginny sorrise largamente. “Di cristallo no, ma di sicuro dovrai fare un po’ più di attenzione a te stessa per qualche tempo. Come ho detto prima, è per un bel miscuglio di cose che sei svenuta oggi, tesoro.”

 

Jack si accigliò. “Vuoi dire che c’è dell’altro? Sta… sta male per qualcosa?”

 

“C’è dell’altro, ma… forse sarebbe meglio parlarne in privato?”

 

Amelia sentì Jack irrigidirsi alle sue spalle, e decise di prevenirlo appoggiandogli una mano sul ginocchio. “Io non ho segreti per lui.”

 

“Va bene.” Il sorriso di Ginny si allargò ulteriormente. “Allora congratulazioni, piccola Amelia… aspetti un bambino!”

 

Ginny rimase alquanto confusa quando vide Amelia impallidire vistosamente e Jack inarcare le sopracciglia fino quasi a finirgli nei capelli. Ma come… non erano contenti della notizia? Forse il ragazzo di Amelia non era un tipo a posto?

 

Jack ruppe per primo il silenzio, per quanto sembrasse il più scosso. “Zia Gin, non ho capito… l’ho portata da te perché sei la miglior guaritrice in circolazione, e ora tu mi spari questa cazzata?”

 

Ginny inarcò un sopracciglio. “Non è una cazzata.”

 

“Si che lo è! Come puoi dire che Amelia è incinta?!”

 

“Vuoi ripeterlo tu l’incantesimo, Jack? Perché io l’ho fatto tre volte per essere sicura al cento per cento, e ho avuto sempre e solo risultati positivi.”

 

“Ma non può essere! Come diavolo fa Amy a essere incinta se è ancora vergine, eh?! Avanti, Popò, diglielo tu…”

 

Per Jack fu una doccia gelata. Amelia non si stava affannando per negare… aveva una mano appoggiata sulla pancia e lo sguardo lontano, pensieroso… e un piccolo sorriso le stava spuntando lentamente sulle labbra.

 

…ma allora tu…

 

Inorridito e furibondo, Jack si alzò di scatto e non le lasciò il tempo di replicare: infilò la porta e uscì a passi rapidi e pesanti. Amelia fece per alzarsi e seguirlo, ma Ginny la trattenne.

 

“No… lascialo sbollire. Non so cosa diavolo gli sia preso, conoscendo suo padre non mi stupisce niente, ma ciò non toglie che tu ora devi riposarti, così darai il tempo alla pozione di fare effetto. Adesso devi cominciare a preoccuparti molto di più della tua salute, perché è anche quella del tuo bambino.”

 

Amelia annuì stancamente e si appoggiò ai cuscini del lettone, chiudendo forte gli occhi. Col pensiero tornò alla sua notte di passione con Jack, e a tutte le volte che in quelle lunghe ore avevano fatto l’amore senza pensare neanche per un secondo alle precauzioni… e così adesso…

 

Non potrò mai spiegartelo questo, Jack… come potrei?

 

 

***************

 

 

“Ci siamo capiti, Rogers?”

 

“Si, colonnello.” Il giovane maggiore nero annuì vigorosamente. “Lei sa che su di me potete sempre contare. Ci penso io a spifferare il passaparola.”

 

Hermione gli sorrise grata, e gli appoggiò una mano sulla spalla. “Grazie, maggiore. E’ un compito importantissimo quello che le stiamo affidando, ma ci fidiamo ciecamente.”

 

“Mi onora, colonnello.”

 

Hermione aprì la bocca per rispondere, ma qualcuno bussò alla porta. “Avanti.”

 

Thomas Taventoon e il suo sorriso tronfio fecero capolino dalla porta, portando una zaffata d’aria fredda nell’ufficio. “Desidero conferire in privato con lei, Granger.”

 

Il maggiore Rogers salutò Hermione – e malvolentieri Taventoon – con un cenno chino della testa, e uscì dalla stanza. Taventoon chiuse lentamente la porta e rivolse un sorriso quasi beffardo alla sua interlocutrice. “Vedo che si dà da fare col suo solito zelo come di consueto… molto bene. Non immagina quanto posso odiare i lavativi sul lavoro.”

 

Hermione era sempre stata una persona estremamente razionale, e fu solo per questo che si astenne dal desiderio folle di prendere a calci nel sedere il proprietario di quella voce untuosa e falsa.

 

Taventoon le si avvicinò. “E vedo con altrettanto piacere che ha accettato di buon grado il mutamento di posizione della sua carica. Il settore amministrativo le si addice, a quanto riporta il suo curriculum.”

 

“Dopo vent’anni passati per le strade di Londra e dintorni, il settore amministrativo non è assolutamente il posto dove avrei voluto concludere la mia carriera.” Replicò freddamente Hermione. “Ma sono un soldato, so obbedire agli ordini dei superiori.”

 

“E questo le fa onore.” Taventoon sorrise, scoprendo i denti giallastri. “Me ne rallegro… come lei sa, stiamo dando una sistematina al personale, qui… e francamente mi dispiacerebbe molto di dover essere costretto a sospendere uno dei migliori elementi del mio esercito. Senza contare che lungi da me l’idea di privare dello stipendio una madre con una figlia minorenne a carico.”

 

Gli occhi di Hermione bruciavano di rabbia, ma ancora una volta il buonsenso ebbe la meglio in lei… se voleva aiutare Harry e Ron doveva tenersi stretto il suo posto. “Si, signore.” Sibilò fra i denti.

 

“Bene, vedo che ci intendiamo… dunque possiamo affrontare e chiarire un piccolo problema riguardante la sua relazione sulle nuove assunzioni.”

 

“Mi dica.”

 

“Per quanto condivida la maggior parte dei suoi argomenti, colonnello, non mi piace il modo in cui ha trattato il discorso del reclutamento delle nuove leve. Un tantino… severo il suo commento, non le pare?”

 

Hermione non si scompose. “Resto del parere che sia azzardato assumere soggetti che hanno la fedina penale sporca, anche se per reati minori.”

 

Taventoon scosse la testa. “Forse non ha preso in considerazione che questa relazione devo firmarla io… e che devo presentarla al Dipartimento della Difesa come sunto delle novità dell’anno.

 

Hermione non distolse il suo sguardo glaciale. “Ho scritto solo quello che penso. E’ il mio lavoro, no?”

 

“Certo, certo… ma in tal caso, forse possiamo accordarci per un compromesso.” Taventoon sorrise in modo untuoso e viscido. “Sono certo che con lei questo sia possibile… e così eviteremo di replicare quanto è successo con suo marito e suo cognato.”

 

Quanti calci in bocca avrebbe voluto rifilargli… Hermione si stupì con sé stessa per la calma estrema di cui fece sfoggio in quell’occasione così precaria. “Se questo è un ordine, signore, è mio preciso dovere obbedire.” Sibilò tagliente.

 

Taventoon sorrise come un idiota per l’ennesima volta e si avvicinò di più. “Quanto potremmo andare d’accordo, noi due…”

 

Hermione gli rivolse un’occhiata feroce. “Se ha finito, generale, mi tocca riscrivere la relazione e dunque vorrei l’ufficio per me.”

 

Taventoon rise forte e annuì, avviandosi verso la porta. “Ma certo, colonnello… e buon lavoro, naturalmente.”

 

Hermione serrò forte i pugni attorno alla sua poltrona e si morse le labbra… ora capiva Ron quando parlava di prurito alle mani. Quella viscida canaglia l’aveva provocata davvero bene… ci era andata troppo vicina, ormai ogni giorno che passava correva il rischio di fare la fine di Harry, Ron e Ginny, ma questo lei non poteva permetterselo affatto… era necessaria per il piano di Harry.

 

Ma quanto ancora sarebbe stata capace di resistere in quelle condizioni?

 

 

***************

 

 

“No, Celeste, oggi niente svolazzatina.”

 

Simon accarezzò il muso del grosso drago alato, simulando quella che con un cane sarebbe stata una grattatina dietro le orecchie. A chiunque avrebbe dato i brividi accarezzare il muso di un drago dalla dentatura tanto affilata, ma Simon adorava i draghi e la loro vicinanza lo rilassava. Celeste, poi, aveva una vera e propria venerazione per lui… lo stava guardando quasi come se cercasse di capire il perché del suo comportamento annoiato e malinconico, e in segno di affetto gli strofinò il muso addosso.

 

Questo fece sorridere Simon. “Che c’è, ci sentiamo coccolose oggi?”

 

“Adesso ho capito come mai ultimamente sei sempre così impegnato… hai un’altra, eh?”

 

Simon si sorprese molto di trovare la sua ragazza, sorridente e allegra, appoggiata al recinto di legno alle sue spalle. “Cosa fai tu qui?”

 

“Sono venuta a rapirti.” Mel scrollò le spalle. “Così magari riesco a passare cinque minuti insieme a te, visto che ultimamente è quasi impossibile.”

 

Simon sospirò e annuì, accarezzando distrattamente Celeste. “Mi dispiace se ti senti trascurata… ho avuto un po’ da fare ultimamente.” Mormorò, allontanandosi dal drago e raggiungendola per salutarla appropriatamente con un bacio.

 

“Impegnato… “ Mel gli accarezzò il viso. “…a organizzare il nostro matrimonio segreto?”

 

Simon spalancò gli occhi. “Ma come… non è possibile, non ho detto niente a nessuno perché volevo farti una sorpresa…”

 

Mel lo zittì con un piccolo bacio. “Ho parlato con Julie.”

 

Simon fece una smorfia delusa e annuì. “Lo sapevo.”

 

“Amore, nessuno ha mai fatto una cosa così dolce per me… ma perché stai organizzando tutto questo senza dire niente ai tuoi? Sai come ci resteranno male?”

 

“Mel, io sto per diventare tuo marito e questo ti rende la mia prima priorità. La tua felicità è anche la mia… ho visto com’eri triste quando abbiamo dovuto disdire tutto, te l’ho letto negli occhi.” Simon scosse la testa e si strinse nelle spalle. “Non ti preoccupare, sto cercando di garantirti ugualmente tutto quello che hai sempre desiderato per questo giorno, anche se faremo le cose a porte chiuse. E’ per questo che ci sto mettendo un po’ più di tempo, ma ormai manca pochissimo e…”

 

Mel non riuscì a trattenersi oltre e lo baciò, a lungo e con tutto il suo amore. Dopo una buona manciata di minuti, quando si tirò indietro, gli accarezzò il viso e gli sorrise amabilmente. “Amore mio… hai un cuore così grande e speciale che certe volte mi chiedo cos’ho fatto per meritarti. Tu lo sai, vero, quanto non vedo l’ora di essere tua moglie e di dividere con te la nostra casetta?”

 

Simon fece un piccolo sorriso. “Sapessi come lo desidero io.”

 

Lei annuì. “E’ vero, è una vita che sogno come deve essere il mio matrimonio… da piccola avevo progettato tutto, perfino il numero degli invitati e il vestito di mio padre… ma la sai una cosa? Da quando abbiamo deciso di sposarci, improvvisamente tutti quei piani studiati a tavolino mi sono sembrati così stupidi e inutili… mi basti tu sorridente che mi aspetti all’altare, e questo sarà sufficiente a rendere spettacolari le mie nozze.”

 

Simon s’illuminò. “Allora sei d’accordo con…”

 

“Ma…” Mel lo zittì appoggiandogli dolcemente un dito sulle labbra. “C’è una condizione su cui non possiamo proprio trattare… la felicità. Il nostro matrimonio non deve essere indimenticabile per il mio vestito o per il numero degli invitati, ma per la gioia e la felicità che abbiamo provato noi e le nostre famiglie. E voglio che tua madre si commuova… l’adoro quando lo fa, mi fa sentire di famiglia… non posso immaginare le mie nozze senza il resto della mia nuova famiglia. Non voglio rinunciare a papà che mi porta all’altare e mi sussurra all’orecchio che è felice perché ho trovato un ragazzo più unico che raro… queste cose non le potremo avere se facciamo tutto in segreto come dei ladri, amore. e io le voglio. Le voglio perché la nostra storia è come una favola a lieto fine… e deve esserlo fino in fondo. E’ questo che importa veramente per me.”

 

Simon esitò per un lungo momento, quindi si grattò la nuca e fece un sorrisetto buffo. “Direi che ho ancora parecchio da imparare sulle donne… credevo ti importassero quelle cose che fanno le fissazioni delle spose tipo che ne so, il vestito, la torta…”

 

Mel ridacchiò. “Oh, vedrai quando sarà il momento come mi ci fisserò anch’io con queste cose.” Lui ridacchiò, e lei gli accarezzò il viso. “Sei la persona più dolce che abbia mai incontrato… ti adoro, e quando lo dico mi devi proprio credere.”

 

Simon fece un sorrisetto furbastro e si voltò alle sue spalle, oltre il recinto. “Sentito, Celeste? Mi adora!” Mel rise e il drago buttò fuori una sbuffata di fumo dalle grosse narici.

 

“Ehi, che ne dici se ce ne andiamo a mangiare al Paiolo Magico?” propose allegra lei. “Ho tutto lo spacco libero fino alle tre.”

 

Simon annuì. “Ottima idea! Possiamo prendere quelle strane frittelle che… ehi, Amely!”

 

Mel si voltò. “Ciao!”

 

Amelia stava scendendo i gradini di legno per accedere alla vallata recintata e completamente al sole, e non sembrava esattamente di buonumore. Avvicinandosi fece un cenno di saluto all’amica, e guardò entrambi i ragazzi con un’espressione mortificata. “Scusatemi, non volevo disturbarvi… è che… ho molto bisogno di parlare con te.”

 

Simon si accigliò. “C’è qualcosa che non va?”

 

Mel la vide esitare, e capì che preferiva essere lasciata sola con Simon. “Io comincio a prenotare il tavolo.” Gli mormorò, scoccandogli un bacio a fior di labbra e allontanandosi verso l’uscita, lanciando un sorriso genuino ad Amelia.

 

“Scusami ancora, Mel!”

 

“Amely? Mi sembri un po’ pallidina… va tutto bene?”

 

Amelia si morse le labbra. “Devo dirti una cosa.” Mormorò nervosamente. “Una cosa che se non dico scoppio, ma puoi saperla solo tu… e devi giurarmi che non dirai mai, mai niente a nessuno in assoluto. Avanti, giura.”

 

Simon inarcò un sopracciglio. “Va bene, lo giuro… ma che cosa ti è capitato? Sei nei guai?”

 

Amelia tirò un sospiro profondo. “Sono incinta.”

 

Simon strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta per qualche istante. “Inc… ma come… scusa, ma lui…”

 

“E’ di Jack. Ma lui non lo sa, e non lo deve sapere.”

 

“…potresti ripetere, per favore???”

 

 

***************

 

 

Era proprio vero che Simon aveva un’innata capacità di ascoltare le persone, perché ora che finalmente si era sfogata con lui Amelia si sentiva molto meglio… Simon le aveva offerto affetto e comprensione, e anche se non le aveva nascosto i suoi dubbi in merito alla sua decisione di non dire la verità a Jack, le aveva confermato il giuramento… quella notizia sconvolgente non l’avrebbe rivelata ad anima viva.

 

Solo che adesso veniva il peggio. Doveva affrontare lui… lui, che era fuggito via con un’espressione ferita e inorridita, e che ora probabilmente era andato in autocombustione per la rabbia.

 

Calma e sangue freddo, capito?

 

Psicologicamente pronta e decisa a gestire la situazione, ora che oltretutto aveva le idee chiare, Amelia girò la maniglia della porta della sua casa ed entrò, chiudendosela alle spalle un attimo dopo. Ma la manona che con forza e velocità si andò a piantare contro il muro alla destra della sua testa la fece sobbalzare di brutto.

 

“Chi diavolo è lui?!” ruggì Jack, col viso tirato in una smorfia di rabbia incontenibile e a malapena repressa. Era pronto per esplodere da un momento all’altro, si vedeva chiaramente.

 

“Jack…”

 

NON VOGLIO SENTIRE ALTRO CHE IL SUO FOTTUTO NOME!!!

 

Amelia sentì il proprio temperamento focoso e rabbioso prendere il sopravvento sui suoi buoni propositi di calma e sangue freddo, e con la forza che la contraddistingueva lo spinse violentemente indietro, facendolo arretrare e guadagnando spazio. “Non alzare la voce in quel modo! Sono qui per parlare…”

 

PARLARE?! Tu vuoi parlare?!? E non credi che avresti dovuto farlo prima??” Jack scosse la testa, al massimo della frustrazione. “Porca puttana, Amelia, io a te ho sempre detto tutto, tutto, cazzo!! E tu, razza di pazza idiota sconsiderata e imprudente che non sei altro, sei andata a letto per la prima volta con qualcuno che non conosco senza usare uno straccio di precauzione, e soprattutto senza dire niente a me!!!”

 

“Ho avuto le mie ragioni per non dirtelo! E poi non potevo sapere che sarebbe finita così…”

 

“E’ chiaro che non potevi! Maledizione, era la tua prima volta… sarai stata agitata, preoccupata, tesa…” Jack sentiva il cuore gonfiarsi di rabbia man mano che buttava fuori tutti i rospi che aveva ingoiato in quelle ore di attesa. “E’ quel porco che avrebbe dovuto pensarci! Voglio sapere adesso che intenzioni ha, gli hai parlato?”

 

Amelia lo guardò a mento alto. “Il bambino è mio, punto e basta.”

 

Negli occhi di Jack si potevano vedere vere e proprie fiamme. “Ti avverto, Amelia, dimmi il nome del bastardo o giuro su Merlino che te lo faccio uscire a costo di imbottirti di Veritaserum!!!”

 

“Qual è il tuo vero problema, Jack?!” urlò di rimando lei, stufa di stare sulla difensiva. “Sei così preso a scaricare la tua rabbia su questa persona, ma perché sei così furioso??”

 

“Perché???” Jack la guardò incredulo. “Un grandissimo stronzo anonimo arriva, ti mette incinta, sparisce nel nulla da dove è venuto lasciandoti in queste condizioni, e tu mi chiedi anche il perché?!”

 

“E’ stata una mia scelta troncare con lui!”

 

“Non ci crederò né ora né mai!”

 

“Fottiti, allora, ma la realtà è questa! Smettila di prendertela con lui, non è stata colpa sua!”

 

“Lo difendi?? Vediamo se indovino… è il genio di cui ti sei innamorata, vero? L’Innominabile Stronzone, dico bene? La persona con cui hai passato gli ultimi due mesi, durante i quali hai fatto minuziosamente attenzione ad evitarmi per bene!!”

 

“Bravo, hai vinto una bambolina! Che diavolo vuoi che ti risponda?!”

 

“Ma brava, bravissima! E magari ti sta pure bene quello che ti ha fatto, visto che lo ami tanto!”

 

Amelia appoggiò le mani sui fianchi, rivolgendogli uno sguardo di sfida feroce. “Che vuoi fare per questo, schiaffeggiarmi?”

 

Jack si strinse le tempie fra le mani. “Senti, ascolta… siamo partiti male, vediamo… vediamo di ragionarci su questa cosa invece di urlare come due galli, va bene?”

 

Amelia fece una smorfia sprezzante. “Non mi risulta che in casi di emergenze simili tu sia in grado di ragionare, senza offesa.”

 

Jack la guardò male, ma poi abbassò gli occhi. “Ascoltami un attimo… sei da sola, non sei neanche al massimo della forma… è un momento di merda…”

 

“E con questo?”

 

“Sei sicura di volerlo tenere questo bambino?” lei spalancò occhi e bocca. “Ehi, è inutile che mi guardi come se avessi bestemmiato! Non saresti né la prima né l’ultima! Ma guardati intorno, dannazione!! Ti sembra questo il posto adatto a un bambino, ti pare che la tua vita sia quella giusta per un figlio?”

 

Amelia non riusciva a parlare, era inorridita. Sapeva che Jack non era assolutamente pronto per avere dei figli – motivo per cui aveva deciso di nascondergli tutto – ma addirittura questo… lacrime di amarezza e dolore le scivolarono sulle guance, e questo la spinse a maledirsi perché era un segno evidente di vulnerabilità che non riusciva proprio a frenare in nessun modo.

 

Jack esitò quando vide quelle lacrime, e finalmente si bloccò… subito smise di urlare, e il suo tono di voce divenne più calmo. “Adesso non fare così, aspetta un…”

 

“Non mi toccare.” Sibilò ferita Amelia, facendo un passo indietro per sfuggirgli. Chissà se era colpa della gravidanza o solo della delusione, ma non riusciva a smettere di singhiozzare e questo la infastidiva enormemente. Non era da lei. “Stammi lontano.”

 

Jack per un momento dimenticò tutto… l’unica cosa che ora lo preoccupava era il modo disperato in cui stava piangendo la sua amica, e solo allora si rese conto di averla aggredita in quel modo senza il minimo riguardo per la sua condizione. “Calmati, per favore…”

 

Amelia gli schiaffeggiò via le mani, singhiozzando forte. “Sei quanto di peggio conosca… a te non importa niente di quello che provo io, di quello che sto passando, te ne importa solo di te! Ti preoccupi che possa cambiare qualcosa nella tua vita, che questo bambino possa essere d’impiccio alle tue abitudini da scapolo d’oro…”

 

“Ma non è vero! Io…”

 

“STAI ZITTO!!!” gli urlò disperata lei, scansandosi bruscamente le lacrime dalla faccia. “Vuoi che faccia una scelta? Bene, eccola qua: io scelgo il mio bambino! E vuoi sapere il perché? Perché questa creaturina mi ha portato di nuovo la gioia… io credevo che non avrei più sorriso, e invece ora mi sento diversa… mi sento di nuovo me stessa, di nuovo forte, sento che non ho più paura di niente, e sai perché? Perché ho un affetto tutto mio, qualcosa che non devo aver paura di condividere con chi me lo porterà via… il mio bambino è solo mio, ed è tutta la mia vita adesso… non ci arrivi proprio, non è così? A quest’ora neanche ce le ha le gambette, eppure io oggi tornando a casa sono andata a cercare il più bel vestitino che ci fosse, e l’ho scelto verde perché verde è il colore della speranza! E questo bambino mi ha restituito la speranza… mi ha ricordato che c’è ancora qualcosa di bello per cui vale la pena di vivere… tu sei il mio migliore amico, avrei dovuto condividere con te queste emozioni, ma dov’eri tu, Jack?! Dov’eri???”

 

“Io mi preoccupo per te, accidenti!!!”

 

“Per che cosa ti preoccupi?! Se ti fossi veramente preoccupato per me mi saresti rimasto accanto! Invece hai pensato solo alla tua visione d’insieme… sentiamo, da cosa vorresti proteggermi? Credi che mi definiranno tutti una puttana perché ho un figlio senza un padre? Che lo dicano, maledizione, non me ne importa!! Che pensino pure che sono una puttana… forse lo sono, ma almeno sono una puttana che ha ricominciato a vedere la luce dove non c’era più! Ma a te tutto questo cosa importa…”

 

Jack improvvisamente sentì le viscere contrarsi. “I-Io non credevo che tu… pensavo solo che…”

 

Amelia tirò su col naso e scosse la testa. “Non ti preoccupare, non ti rovineremo la vita… potrai continuare a fare la vita che hai sempre fatto perché io adesso vado in camera mia, faccio armi e bagagli e me ne vado da qui, in questo modo il mio bambino non ti sconvolgerà la vita!!”

 

“No, aspetta!” Jack non riuscì a fermarla in tempo, e sentì la porta della sua stanza sbattere con un’inaudita violenza… e poi i suoi singhiozzi disperati e violenti.

 

E ora che la rabbia accumulata durante tutte quelle ore si era sfogata, la realtà di quello che gli aveva detto gli piovve addosso come una cascata.

 

Aveva ragione lei… non aveva capito più nulla, per ore era rimasto da solo a pensare e la rabbia lo aveva accecato al punto da urlarle addosso in quel modo, rischiando di farla sentir male. Voleva a tutti i costi trovare e uccidere il bastardo che le aveva combinato quel guaio… e non si era soffermato neanche per un momento a pensare che forse per Amelia non era un vero e proprio guaio quella gravidanza. Non si era comportato da amico… di nuovo. Erano settimane che rimpiangeva la ‘vecchia’ Amelia, quella forte e coraggiosa e felice e allegra… il nuovo arrivato, quell’esserino che nemmeno aveva tutto il corpo già formato, sembrava aver esaudito il suo desiderio… e lui aveva mandato tutto al diavolo, come al solito, per non essersi fermato a riflettere un attimo in più.

 

Senza perdere altro tempo a sentire i singhiozzi di Amelia che diventavano piano piano più tenui, Jack corse fuori dalla sua stanza e cercò di entrare, ma la porta era chiusa a chiave.

 

“Amy, ti prego… hai ragione, mi sono comportato come un idiota egoista, non avrei ma dovuto parlarti in quel modo… non so nemmeno io perché l’ho fatto… ti supplico, apri questa porta…”

 

Non ci fu alcuna risposta.

 

“…ti prego… dammi un’altra possibilità… almeno lasciami spiegare…”

 

Di fronte a quel silenzio ostinato e tetro, Jack chiuse forte gli occhi e appoggiò la fronte contro la porta. “La verità è che mi è piombato tutto addosso così… quando zia Gin ha detto… per un momento ho pensato che ci fosse qualcuno che aveva intenzioni serie con te, qualcuno che non avevi avuto il coraggio di presentarmi per chissà quale motivo, e beh… ti ho immaginata mentre andavi via di casa per andare a stare con lui… la verità vera è che io non voglio che tu te ne vada… non ancora, almeno. Lo so, lo so che siamo diventati adulti e che ci siamo sempre detti che questo giorno sarebbe arrivato… che ognuno se ne sarebbe andato per la propria strada e si sarebbe formato una famiglia prima o poi… è solo che adesso… dopo tutto quello che è successo, la mia unica ancora sei stata tu, e avevo… avevo paura di perderti, va bene? Lo so che sono un lurido egoista, ma è questo il motivo per cui ho dato di matto…te lo giuro su quanto ho di più caro, Amelia, non è una scusa… è stata una cosa quasi animalesca, come se avessi sentito il mio territorio invaso da qualcun altro… perché io non riesco a pensare di tornare a casa e trovarla vuota, senza il tuo disordine assurdo… senza le tue pantofole perennemente all’ingresso… puoi capirlo tutto questo?”

 

Ancora quel macabro silenzio… Jack sentì il proprio cuore sanguinare.

 

“E’ vero che non sono un bravo ragazzo, è vero che sono uno stronzo di prima categoria, ma lascia che mi prenda cura di te… in questo momento più che mai hai bisogno di me, voglio essere l’amico che sono sempre stato, l’amico che meriti di avere al tuo fianco… rimani qui con me, ti supplico… posso darti una mano, almeno all’inizio… finchè non ti sarai sistemata… dividi con me la tua gioia, ti va?”

 

Dopo molti attimi di assoluto silenzio, Jack strinse forte gli occhi e si allontanò dalla porta trascinandosi sui piedi… ma non fece che pochi passi, poi sentì la porta aprirsi e si voltò. Il suo cuore mancò un battito quando vide Amelia in piedi nel corridoio, col corpo ancora scosso da bruschi singulti e gli occhi gonfi e rossi. In due falcate Jack la raggiunse e l’abbracciò, stringendola forte a sé e baciandole ripetutamente la fronte e i capelli, tirando un impercettibile sospiro di sollievo quando la sentì rispondere al suo abbraccio con la stessa urgenza.

 

“Perdonami.” Le sussurrò fra i capelli, stringendola forte a sé per contenere i suoi singulti. “…perdonami…”

 

Amelia chiuse forte gli occhi e nascose il viso nel suo petto. Si, quel bambino così improvviso, inaspettato e non richiesto era un vero fulmine a ciel sereno… eppure lei continuava a sentirsi felice, nonostante tutto. Sentiva di non avere più paura di nulla… quel piccino che si stava formando dentro di lei era l’ultimo regalo che Jack le aveva fatto prima di dimenticare tutto, e ora era come tenere una parte dell’uomo che amava sempre insieme a lei… ora sentiva che sarebbe andato tutto bene. Non sapeva neanche lei come, ma sarebbe andato tutto bene.

 

 

***************

 

 

Aria, ecco di cosa aveva bisogno.

 

Aria fredda e qualcuno a cui dire uno straccio di parola… qualcuno che avesse la testa calda come la sua, per verificare che la sua reazione, per quanto egoista fosse stata almeno inizialmente, aveva un fondo di umanità e di affetto.

 

Fu così che Jack si ritrovò ad aspettare fuori dallo stadio che i Cannoni finissero il loro allenamento. Dan fu uno degli ultimi ad uscire, e stava parlottando con un compagno di squadra quando lo vide lì in piedi. Dopo aver salutato l’amico ed essersi sistemato meglio il borsone sulla spalla, il giovane moro si avvicinò.

 

“Ehi… che ci fai da queste parti?”

 

Jack fece una piccola smorfia. “C’è una novità.”

 

Dan si accigliò… sapeva quanto il cugino le odiasse per natura le novità. “Sarebbe?” gli chiese, bevendo un sorso d’acqua dalla bottiglietta che aveva in mano.

 

“Amelia aspetta un bambino.”

 

Dan sputò fuori tutta l’acqua che aveva in bocca, e si voltò sconvolto verso il cugino. Jack e il suo sguardo eloquente gli fornirono tutte le informazioni che gli servivano per fare due più due. “Chi è il bastardo?” sibilò, rabbuiato.

 

Jack fece una smorfia sarcastica. “Ti mille galeoni se riesci a trovarmelo.”

 

Dan si accigliò. “Non sai neanche chi è?”

 

 “So che è uno che se l’è data a gambe quando avrebbe dovuto accollarsi le sue responsabilità.”

 

Dan s’incupì, malevolo. “Forse possiamo metterci d’impegno e cercarlo… ci facciamo due chiacchiere e vediamo un po’ cos’ha da dire.” Gli disse, facendosi scrocchiare i pugni.

 

Jack fu ben lieto di notare che la reazione del cugino, per quanto più controllata, era stata a sua volta di rabbia. “Non ha più importanza ormai.”

 

Dan si passò una mano fra i capelli. “Per la miseria, un bambino… Amelia come sta, cosa vuole fare?”

 

“Lo tiene.” Jack fece un piccolo sorriso. “E’ felicissima… raggiante, direi. Dovresti vederla.”

 

Dan sorrise. “Meno male che almeno l’ha presa bene.”

 

“Devi credermi, noi l’abbiamo sempre conosciuta come una ragazza coraggiosa e forte… ma dovresti vederla ora. E’ lucida, razionale, precisa, decisa, sembra che non le faccia più paura niente, anche se sa a che difficile situazione sta andando incontro… è tornata il maschiaccio di una volta, però con qualcosa in più… è stupefacente.”

 

“Amelia è una roccia, mastica le difficoltà e prende a calci le convenzioni da quando era piccola… è sempre stata in gamba.” Dan sorrise con orgoglio. “Sono sicuro che se la caverà alla grande anche stavolta… ciò non toglie che vorrei sempre mettere le mani sul figlio di puttana e trascinarlo da lei a calci in culo.”

 

Jack fece una smorfia di disgusto e scosse la testa. “Per quanto mi riguarda, può anche andare a farsi fottere nell’altro emisfero… non abbiamo bisogno di lui.”

 

Dan inarcò un sopracciglio. “Abbiamo?”

 

“Si, abbiamo… ma cosa pensavi, che l’avrei lasciata sola pure io?” Jack scosse la testa con determinazione. “Non se ne parla neanche. Lei voleva andare via per non creare casini a casa, ma non gliel’ho permesso. Ci mancherebbe altro… almeno finchè non si sarà sistemata completamente e il bambino sarà un po’ più grandicello, Amelia resta con me. Ci penso io a lei.”

 

Dan fece una buffa smorfia con le labbra. “Hai idea di come sarà quando avrai per casa il neonato?”

 

Jack scrollò le spalle. “Ci abitueremo. Non sarà difficile… e poi Amelia è così felice come non la vedevo da settimane… e se quel sorriso è merito di questo bimbetto in arrivo, se è lui che la rende così felice, allora per Merlino, farò in modo che questi siano i nove mesi più belli della sua vita.”

 

Dan aveva un sorrisetto fiero stampato in faccia. “Sai cosa penso?”

 

“Cosa?”

 

“Che non avrei mai creduto di poter vedere questo giorno, ma… complimenti, ragazzino. Stai crescendo.”

 

 

*********************

 

 

Una promessa è una promessa, signori e signore! Avevo promesso uno scoppiettante (o almeno mi auguro che vi sia piaciuto, anche se si può sempre fare di meglio… Rowla docet! ^^) chap di fine mese… eh si, perché poi per tutto il prossimo mese non mi sentirete, la mia vacanza si conclude alla fine di Agosto… mi mancherete!!! Ma non vi preoccupate… l’estate ha sempre avuto un effetto molto positivo sui miei due piccoli neuroni folli che viaggiano a zonzo per il cervelletto… poi quando torno mi porto dietro una scarica di novità! ^______-

 

Allora, dopo aver incasinato ancora di più la vita dei nostri protagonisti e senza ulteriori indugi… io passerei ai thanks, numerossissimi e super-graditi come al solito, che vi adoro lo sapete già… smack smack! E in più… grazie a tutti, ma veramente a tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per il 100! E’ stato molto gratificante… dopo che mi hanno ucciso la salute per cinque anni, profs di… ahem! ^_______^ Dunque dunque…

 

Iceygaze: …stavolta sto zitta, lascio a te il commento! ^___- Ehi, ma auguroni al fratellone!!! *confetti che volano ovunque* Meno male che non mi uccidi, c’è da festeggiare per questo! ^_____^ Un baciottolo!

Maria_chan: ehi, grande artista! Che gioia mi hai dato quando ti sei proposta di illustrare il sesto libro! ^______^ La prima immagine era bellissima… uuuh, un cartone animato!!! Ma si che se si può fare lo strappo alla regola, io sarei più che desiderosa di dare una sbirciatina! ^_____- Un bacissimo!

Hiromi91: ehi, niente male come inizio! Invitante! ^_____^ La mia mail sicura è busterbunny19@yahoo.com l’altra è defunta… -_______-“ Grazie mille e bacissimi!

Blacky: quanto hai ragione, tesora, in quanto a casini si direbbe proprio che ora il record lo detengano Jack e Amelia molto più di Ron e Hermione! ^_____^ Però è successo qualcosa di nuovo nella loro storia… *.* Un bacissimo forte!!

Ruka88: ooh, hai fatto indigestione con due chaps tutti insieme allora! ^____^ Visto, ho aggiornato prima di partire! Ma bada che deve succedere ancora taaaanto… ^_____- Un bacio fortissimo!

Fabry: eh eh, il 16 luglio è successo qualcosa di gran lunga migliore di un mio aggiornamento! ^_____- Che dici, le cose adesso sono ancora più interessanti? ^____- Baciottolo!

Fanny: niente ascia, sei perdonatissima e bentornata nel mondo della gente libera dallo studio! ^____^ Hai visto che ci hai azzeccato su Jack e Amy? Eh eh… potresti aver preso anche su altre cose, oppure no… ti lascio nel dubbio! Perdonami se non sono riuscita ad aggiornare prima che tu partissimi, ma il sesto libro aveva la priorità su tutto, anche su FMI! ^_____- Un bacissimissimo!

Ginny: mai canzone fu più appropriata, mia giallorossa amica! ^______^ Tesora, grazie mille, sei una stella… ma certo che te lo impacchetto e te lo spedisco Chad! Ma si, facciamo un prendi 2 paghi 1 e ti arriva anche Simon… ^______- Visto che casino è successo qua? ^___^ E si, tesorissima, la canzone proviene da quella divinità di film che adoro con tutto il mio cuore, i Passi… *_____* Un bacio gigantesco e giallorosso!

Miky Black: perdonami, non ho fatto in tempo!!! E’ tutta colpa di mamma Rowla!!! ^_____^ Spero che cmq quando lo leggerai, anche questo chap ti emozionerà… un bacio enoooorme!!

Lilychang: ma grazie, quanti complimenti! ^____^ Devo proprio dire che la tua analisi della situazione è perfetta, non devo aggiungere niente… sei sempre bravissima a cogliere l’essenza della storia! Mi fa piacere di leggere il tuo nome fra le recensioni, davvero! ^_____^ Un bacio cosmico!

Vale: amore mio!! Sei cascata dalla sedia durante questo chap, o te l’aspettavi? ^_____^ E’ un onore ricevere i tuoi complimenti, lo sai come la penso, specie dopo quel magnificissimo regalo che ancora mi luccicano gli occhietti… superbo! ^_____^ E nella tua recensione hai azzeccato molte cose, tipo le reazioni di Jack e Mel… vediamo se fai di nuovo centro, love! Ti voglio un benissimo formato pianeta! Bacissimissimi!!!!!

Angele87: amore mio! E mo’ lo voglio lo striscione del chap! ^______- Sempre che tu e Alex siate riusciti a venir fuori dalla Stanza delle Necessità, questo è ovvio… anzi, love, disturbo qualche sessione là dentro? ^______________^ La rima è stupenda, mi fai troppo morire!! Ti voglio una marea di bene, baciotti!!

Strekon: hola, amicissimo! Ma sai che ho letto la tua teoria su… ahem… diciamo, il finale del sesto libro… e secondo me ci hai azzeccato in pieno? Condivido completamente! *_____* Finalmente pare che Amelia abbia smesso di passare le sue giornate a piagnucolare, ma sai che ti dico? Hai proprio ragione, sembra quasi che Jack abbia una cert aria da vedovo nero o cosa, povere le donne che lo circondano! ^__________- Un bacissimo foooorte!

Saphira: grazie infinite! Visto, stavolta ho aggiornato prima! Un bacio forte! ^____^

MM1981: ciao tesora, e grazie per i complimenti! Ti ho accontentato… Amelia sembra aver ritrovato la sua strada… in un modo imprevedibile o prevedibilissimo che sia, per lei comincia una nuova era… e Jack? ^__________^ Un bacio galattico!!

Ale69: bimba! Tornata dalla vacanza? No? Beh, quando tornerai ti attende questo sorpresone! ^_____- Simon si è calmato, Amy è una mammina… che casino!!! ^______^ Adesso tocca a me tentare di chiudere la valigia… mi sa che mi farò mandare un paio di War Mage per farlo, però! ^_____- Un bacio schioccosissimo!!

Avana Kedavra: Harry è tutto tuo, tesorissima! ^_____- Brava la mia amica, hai fatto un’osservazione acutissima… Simon trabocca cromosomi Granger da tutte le parti, ma non sono solo le lentiggini e il cognome che lo accomunano al padre! ^_______- Piasuto questo chappy, anche se Harry non c’era? Prometto che torna prestissimo! Bacio foooooooorte!!

Yelle: stellina, tu sei troppo buona! ^____^ Sapessi anch’io com’ero emozionata il 16! Ne sa qualcosa quella povera vittima del mio criceto Anakin! ^___^ Tranquilla, tesora, Jack e Amelia hanno un ruolo senza dubbio centrale in questa storia, ma per Katie e Alex al momento è quella che si definisce la quiete prima della tempesta… ohi ohi, ho parlato troppo? ^_____- Un sacchetto pieno di bacioni!

Lily: oh, facevo il liceo classico… che ora non faccio più!! *festeggiamenti con tanto di spumante* Riccioli d’oro è tornata, come vedi, e per il blocco dello scrittore… tesoro, come ti capisco! Sapessi quanti ne sono venuti a me! -______-“ Tieni duro che poi passa! Un bacione forte forte!

Teta: eh eh, i maschietti di BAWM sono in saldo visto che è estate! Da approfittare ora che sono in costume! ^_____- Grazie cara, un bacio grande!

Lulu: eh, ci ho messo tanto perché nel frattempo mi sono diplomata! *____* Visto, il tuo allievo un’altra volta è assillato dai dubbi… povero Alex!! C’è anche uno spruzzo di un Dan molto sportivo, direi… che si può volere di più dalla vita? ^________- Grazie ancora e baci graaaaandi!

Alissa11: e io ringrazio te per averla recensita! ^____^ Mmh, lunga… penso che supereremo i venticinque chaps… mentre per Jack e Amelia, cos’è che vorresti sapere esattamente? Un bacione!

Judie: amore! Tu, moglie mia, hai avuto tutto il tempo di riaverti dallo shock iniziale… ^_____- Sono proprio curiosa di sapere che ne pensi! E sono anche molto ansiosa, non vedo l’ora che arrivi venerdì sera… *______* Intanto il diritto di esclusività su Ron è tutto tuo, tesoro infinito! Ti adoro e mi mancherai tantissimo, poi quando torno ci facciamo una bella chattata-rimpatriata, sai quanti Love Bugs ci saranno da raccontare… ^_______- Un bacio formato famiglia numerosissima!

Meggie: ehi grande penna! O tastiera, che dir si voglia… ^_____- Visto che SUDT ci si sta mettendo d’impegno? Però… come giustamente hai ricordato tu riguardo ad Adagio e a OLT… ç____ç Tesora, l’immagine che hai postato è bellissima!! Uuh, voglio vedere quella su Jack e Amy!!! Nuuuh, la voglio vedere!!!! Un bacio immensissimo!!

Giuggy: piccolotta, spero che ti vada meglio ultimamente! Beh, tu sapevi già, ma magari questo chap ti ha tirato un po’ su di morale… per qualche momentino! Mi raccomando, quando torno dalle vacanze confido di trovare qualche bella fanny che siamo in astinenza da taaaanto tempo! ^_____^ Un baciottolo rotolante!!

Daffydebby: meno male che non s’è obliviata anche lei, altrimenti questa creatura non si capiva da quale cavolo era spuntata! ^_______^ Ma si, tesoor, qui è come il mercatino delle pulci: vendi il maritino e col ricavato più contributo spese hai a tua disposizione uno dei maschioni di BAWM! Si sa che i saldi estivi sono sempre i più convenienti… ^______- Un bacio gigantesco!!

Saturnia: ci avevi azzeccato, super amicissima!! *_____* E per premio, la tua Sunny ti incarta Simon – possibilmente nudo – lo circonda tutto con un fiocco rosso e poi lo spedisce… Si, devo ammettere che benchè triste, ho amato scrivere lo scorso chap… questo mi incuriosiva un bel po’, mi sono auto-sfidata per vedere se mi piaceva… a te è piaciuto? E che mi dici del casino geberale? Forse i cespuglietti di more hanno bisogno solo di una potatina, chi lo sa… ^______- Un bacio schioccoso e lovoso!

Lady Numb: compagna di cento!! *__________* Visto, anche Mel la pensa come te per le sue nozze! E Harry e Ron… mi sono divertita un mondo a scrivere il loro pezzettino! ^_____^ Eh eh, mi sa che le teorie dell Saturnia abbiano fatto proprio centro, la situazione inizia a sbrogliarsi… anche se io non ho detto se in senso positivo o negativo, eh… ^_____^ Che canaglia che sono, si! ^___^ Un bacissimo enorme!

Kim: amoooore!!! O devo dire amore patentato? ^__________^ tesorissima, hai ricevuto la mia mail, si? Io sono ancora in love con una certa Heaven che mi scorre davanti agli occhi in continuazione… ^_____- Ehi, love… quanti anni ha questo chap? ^_______- Sono curiosissima di sapere se le tue aspettative non sono state deluse! Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb, ci sentiamo via mail per i saluti! *_____*

Eli: amore, ti sei ripresa?? ^______^ Sono felice che Sarah adesso ti piaccia di più! E per Jack e Amy… eh eh… com’è che dicevamo ieri? Ecco, quindi già sai! ^_____^ Sono stata troppo contenta di beccarti ieri! Ti voglio un bene immenso, divertiti in vacanza, super love!! Smaaaaaaack!!!

Caillean: grazie, carissima! Eh, la tua è una buona domanda… come si comporterà Alex adesso? *.* Ma meno male che a tenere alto il morale ci sono Harry e Ron… ^______- Un bacissimissimo!!

Julie: tesora, non ti preoccupare! Pensa ad abbronzarti e a divertirti… e quando puoi mi recensisci! ^_____^ Se ti è piaciuto il pezzo di Alex dello scorso chap, direi che sei stata contenta di trovarne uno simile anche qui! ^_____- Buone vacanze, e un bacio estivo!

Sibillara: bravissima amica, scassiamola questa scuola! *_________* Ooh, qua di scene intense diciamo che le abbiamo sprecate! ^___^ C’è solo l’imbarazzo della scelta, non ci siamo fatti mancare niente… nemmeno Alex sbav! ^______- Un bacissimone!

 

 

Ooh, bene… è proprio arrivato il momento di andare a nanna che è scandalosamente tardi… buone vacanze bimbi, ci si rilegge a settembre! Divertitevi tutti, godetevi le meritatissime vacanze… e poi ci ribecchiamo e riprendiamo FMI dove l’abbiamo interrotta, col prossimo chap che si chiama “Ti Amo” (…largo alle speculazioni, chi lo dirà a chi? ^_____-) e che parola mia, sarà luuuuuuungo ma proprio tanto… almeno il doppio di uno normale, promesso! E adesso… notte notte signori e signore, e se mi lasciate un commentuzzo mi fate tanto felice… vvttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb

 

Sunny (assonnatella….) ^___^

 

 

  
Leggi le 49 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sunny