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Autore: Xion92    15/03/2010    6 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi qui! Lo so, siete liberi di linciarmi, ma questo è un periodo pieeeno di scuola per me! Non ho mai avuto voglia e tempo di scrivere. Ma alla fine ce l'ho fatta. Dato che starò via dalla prossima settimana fino a fine mese per andare a fare uno stage in un'azienda di bovine da latte a Jesi (la mia scuola è zootecnica), ho deciso di scrivere il capitolo prima di partire. Parto domenicaaa! Fatemi gli auguri! (perchè fare l'esplorazione rettale alla vacca non è tutto sto gran gusto ... Ma forse vedrò anche un parto o due ... i parti in diretta sono la cosa più bella del mondo!!!) Ok, la finisco. Rispondo ai commenti.^^
masterof dark: si, BbS è già uscito in Giappone, ma io intendevo qui in Italia ... Ma questo è il periodo di FF XIII, a KH non ci pensa nessuno ... Certi dicono che uscirà il primo giugno, ma io non ci credo mica tanto. Ah, l'altra fanfic ancora non l'ho cominciata, la scriverò quando avrò finito questa. Beh, dato che mancano due capitoli alla fine (più uno extra), presto comincerò a scrivere anche quell'altra. Ormai sono lanciata!
mietitrice: hai visto come ho aggiornato presto? Solo un mese dopo!! Ok, ora puoi riempire di insulti la prossima recensione! xD
Ottoperotto: hehe, già, quella scenetta mi è venuta proprio bene, lo so.xD Sto migliorando! Ah, Sion Barzahd (ma sono sicura che nel frattempo lo avrai già cercato su Google), è il protagonista del primo gioco sulla PS2 della SquareSoft, "The Bouncer". Sion è un ragazzo di 19 anni che fa il buttafuori in un locale notturno, insieme a suoi due amici. Uno si chiama Volt e l'altro Kou. Un giorno, la sua ragazza, Dominique, viene rapita da un'organizzazione chiamata Mikado (che NON sono i grissini ricoperti di cioccolato!), e da lì parte la storia. Il gioco è un picchiaduro (Sion e compagni fanno a cazzotti!), e la storia non è niente di che, ma il gioco vale la pena di comprarlo solo perchè c'è Sion. Sion esteticamente è UGUALE a Sora (ed è pure un po' tonto). Ma proprio spiccicato! Sembra suo fratello! Cerca delle immagini su internet e lo trovi.^^
 vickai: Uh-uh, una lettrice nuova! Grazie per i complimenti!^^ Hai ragione, Kazi è un amore! (he he, non per niente l'ho inventato io!xD)



La Luce dei Keyblade Master


“Aaaah, che bella dormita che ho fatto, kupò!” sbadigliò Mog, stiracchiandosi svogliatamente. Nonostante fosse una giornata nuvolosa, a lui sembrava la più bella degli ultimi anni.
Ora che aveva saputo che Kazi era vivo e stava bene, stava cominciando a considerare i lati positivi della sua assenza: poter tranquillamente stare straiato sull’erba a sonnecchiare senza la paura che qualche principe ti salti addosso da un momento all’altro … non dover più badare a un moccioso che corre di qua e di là senza darti un attimo di respiro … e quando Aerith prepara un dolce, potersene prendere una fetta senza che un rompiscatole te la freghi dalle zampe … Questa era vita! Questa era sempre stata la vita di Mog prima che quel marmocchio nascesse, e si insinuasse senza pietà nella sua pacifica esistenza, come un fulmine a ciel sereno.
“Mog, che fai?” chiese una candida voce femminile.
“Oh, ciao Angel … niente, mi sto solo riposando, kupò.” Disse Mog mettendosi a sedere.
“Sono proprio stufa, ma quando torna Kazi?” chiese lei, sedendosi di fianco all’animaletto.
“Spero molto tardi, kupò. Questo regno è un paradiso da quando è sparito.”
“A me manca. A te no?”
“No!” rispose Mog sdraiandosi di nuovo sull’erba, voltandosi dall’altra parte per non farle capire che mentiva.
“Ma non sei preoccupato che possa succedergli qualcosa?”
“Succedergli qualcosa? Quel diavolo per qualche giorno se la spasserà come un matto, kupò! Spero solo che i suoi tutori provvisori non l’abbiano scaricato, kupò. Certo che con lui non ci vuole molto …”
“No, Mog! Non dire così!” gridò Angel arrabbiata. “Non ti permetto di parlare in questo modo di Kazi!”
“Ma non ho detto nulla di falso … beh, non ho voglia di discutere, kupò. Andrò a fare una visitina a Kairi. Ciao, Angel!”
Si alzò in volo e si diresse verso il castello. Intanto il cielo nuvoloso aveva cominciato a rovesciarsi sul regno. La principessa era al suo solito posto, sul balcone. Da quando aveva saputo che Kazi era vivo, non si era mossa da lì. Mog la raggiunse e si mise sul parapetto.
“Kairi, dai, vieni dentro che piove, kupò.”
“Con questo tempo, Kazi rischia di ammalarsi …” mormorò Kairi, scrutando l’orizzonte.
“Se non mi dai ascolto, chiamerò Leon, e sarà costretto a usare le maniere forti, kupò.”
Lei si scosse e si voltò verso di lui. “Scusami … stavo solo …”
“Non pioverà dappertutto, e poi Kazi troverà riparo.” Si inchinò davanti a lei. “Se la signorina vuole il mio fazzoletto …”
A Kairi venne da sorridere. “Grazie Mog, sei davvero un caro amico. È solo che sono preoccupata per lui, sai.”
“Credo di capirti, kupò. Ma se sai che sta bene, perché ti preoccupi tanto? Prima o poi tornerà.”
“Mi sento vuota senza di lui. Sento come … come se non valga più la pena di vivere.”
Mog si impressionò. “No, non dire così, kupò.”
“Non puoi capire. Se non sei una madre che ha perso la sua unica creatura, che sente le sue viscere e il suo dolore come se fossero propri, non puoi capire. Chissà dov’è adesso, così piccolo, e stanco, e spaventato … e con tutti questi Unversed in giro … potrebbe capitargli qualunque cosa …”
“Ma Kairi, ora è con quei ragazzi … loro lo proteggeranno, kupò.”
“Ma questo è mio dovere. Sono sua madre, dovrei difenderlo e proteggerlo io …”
“Spiegami che differenza fa, kupò.”
“Perché io gliel’avevo promesso …”
“Tu cosa? Quando?”
“Quando è nato. L’ho preso in braccio e gli ho promesso che nessuno l’avrebbe fatto morire, e che sarebbe stato sempre con me. Capisci adesso?”
“Credo di si, kupò. Adesso entriamo, sennò ci raffreddiamo. Vedrai che tornerà presto.”
“Lo spero, Mog, sto aspettando troppa gente. Ci sono così tante persone importanti che devono tornare, e che sto aspettando … Ci mancava solo mio figlio …”.

“Coraggio, prepariamoci, stamattina si parte per i Sunset Horizons!” gridò Topolino, accendendo di colpo la luce della camera di Sora.
“Così presto? Con le stelle ancora fuori? …” chiese Kazi ancora mezzo addormentato, e nascose il viso nel petto di Sora per coprirsi dalla luce improvvisa.
“Si. Dobbiamo partire subito. Lo so che sono solo le cinque, ma stamattina dobbiamo adattarci.”
Kazi lo guardò storto. Topolino cercò di convincerlo. “Dai, che svegliarsi presto al mattino fa solo bene.”
“Spero che mi faccia bene, visto che mi fa morire …” mugugnò il principe.
Sora si mise a ridere. “Sei troppo simpatico, Kazi. Dai, alziamoci, sennò il Re perde la  pazienza!”
A colazione, Kazi, contro le sue abitudini, era molto silenzioso: sapeva che il momento della resa dei conti con gli Unversed si stava avvicinando; e doveva confrontarsi contro Master Xehanort, l’uomo che aveva causato la morte di suo nonno. Cominciò ad avere una gran fifa.
“Kazi, non finisci la brioche?” gli chiese Pippo, quando vide che il piatto del bambino era ancora pieno.
“Si … adesso mangio …” cominciò a masticare di malavoglia.
Tutti gli altri invece non pensavano minimamente allo scontro imminente: erano tutti abituati a battaglie di quel calibro: Ansem (cioè, l’Heartless di Xehanort), Xemnas, Sephiroth, il Lingering Sentiment … Sora infatti si ingozzava di latte e paste senza preoccuparsi. Kazi lo guardò stupito: come faceva ad essere così tranquillo?
Sora notò come il bambino lo guardava. “Qui coi combattimenti ci siamo cresciuti, per questo non ce ne preoccupiamo: sappiamo che la Luce vincerà sempre, in un modo o nell’altro.”
“E la Luce saremmo noi?”
“Esatto, ricordati che la Luce riesce sempre a farsi strada nell’Oscurità: anche quando tutto sembra perduto, si riesce a rivedere la Luce.”
“Io l’ho vista. Attraverso il buio, ho visto i miei parenti. Erano inondati di luce.”
“Per questo devi stare tranquillo. Questo è successo anche a me, anni fa: sprofondavo nell’Oscurità, ma una persona mi ha fatto ritornare. Sarà dura, ma ce la caveremo, vedrai.”
“Ma l’attacco che dite che ho usato nel castello … quello era Luce?”
Riku incrociò le braccia sul petto. “Probabilmente si. Anzi, sicuramente. Ne sappiamo tutti abbastanza per poterlo confermare.”
Sora, ripensandoci, si insospettì. “Questo però non è normale …” e scattò, afferrando Kazi per le spalle e fissandolo negli occhi. “Kazi, adesso tu mi dici chi sei: non sei un semplice Keyblade Master come noi, vero?”
Kazi lo fissò preoccupato.
“Come si chiamano i tuoi parenti? C’è o c’è stato qualcuno di importante nella tua famiglia?”
Kazi, spiazzato, decise di rivelargli i nomi di suo nonno e di sua madre, ormai non c’era più motivo di tenergli nascosto il fatto che fosse un principe. “Ecco … mio nonno era …”
Ma a quel punto Riku si mise in mezzo e separò Sora dal bambino. “Cosa sono tutte queste storie? È tardi per chiacchierare, dobbiamo partire! Forza, che Master Xehanort non aspetta nessuno!”
Prese in braccio Kazi e lo allontanò dagli altri. “Su, vai a metterti l’armatura.”
Kazi, sorpreso da quell’atteggiamento, non poté fare altro che obbedire.

Mezz’ora dopo, erano tutti in partenza.
Sora era piuttosto imbronciato, perché non si aspettava un comportamento simile dal suo migliore amico: allontanarlo da Kazi in quel modo, mentre gli stava chiedendo una cosa importante! Ma capì anche che se Riku aveva agito così, era perché, per un motivo o per un altro, non voleva che Kazi gli rispondesse. Ora che ci pensava meglio, anche i giorni precedenti aveva impedito a lui e agli altri qualunque approfondimento sull’identità del bambino, troncando le conversazioni sul nascere.
‘Se Riku agisce così, avrà i suoi buoni motivi. Allora lo accontenterò ed eviterò a Kazi delle domande indiscrete. Ne riparlerò con lui più avanti.’
Paperino si mise al volante del mezzo, e sotto la guida di Topolino, partì verso il mondo di Xehanort.
Riku sedeva senza dire nulla, con Pippo di fianco, stranamente ancora più taciturno, cominciando anche loro ad emozionarsi per quel grande scontro: se avessero vinto, i mondi sarebbero finalmente stati salvi: non potevano fallire!
Sora e Kazi stavano seduti in due sedili vicini. Sora vide che il bambino sbadigliava dal sonno. “Ci vorrà qualche ora prima di arrivare, perché non dormi intanto?”
Kazi annuì. Sora si aspettava che Kazi si appoggiasse contro lo schienale, per dormire. Invece si sdraiò sul sedile e appoggiò la testa sulle ginocchia di Sora. Lui ne rimase sorpreso: gli voleva proprio bene. Gli accarezzò le spalle per farlo addormentare, e Riku gli chiese. “Gli vuoi bene, no?”
Sora annuì lentamente. “Perché?”
“Niente. Volevo sapere solo questo.”
A Sora questa domanda parve strana, ma dato che Riku sembrava soddisfatto della sua risposta, non indagò oltre.
Per far dormire meglio Kazi, lo prese in braccio e continuò ad accarezzarlo. Kazi dopo un po’ si addormentò profondamente.
Riku rimase a guardare quei due abbracciati, e quasi si mise a ridere. “Si, Sora, evidentemente gli vuoi bene.”
Pippo commentò, tutto intenerito: “Sembri me quando tenevo in braccio Max per farlo dormire.”
Riku lo guardò strano. “E Max chi sarebbe?”
“Oh, Max è mio figlio!”
Sora si voltò a guardarlo sorpreso. “Hai un figlio? Non ce l’avevi mai detto!”
“No? Devo essermi scordato di dirvelo, allora … Anche lui mi sta aspettando … però lui non è come Kazi, Max è grande, ormai.”

Dopo alcune ore, finalmente Topolino gridò: “Eccolo! Riesco già a vederlo! Quelli sono i Sunset Horizons!”
Tutti, tranne Kazi che dormiva, premettero il viso contro i finestrini per vedere meglio. E già da quella distanza si riusciva a scorgere una landa desolata, un deserto di sabbia rossa in cui non c’era anima viva.
Riku sbuffò. “Un mondo così pieno di Oscurità, io non l’avevo mai visto.”
Paperino atterrò con cautela in un anfratto nascosto. “Prepariamoci anche per questa battaglia, quack!”
Sora svegliò Kazi. “Siamo arrivati, svegliati, su.”
Kazi aprì gli occhi e gli venne da ridere. “Perché mi hai preso in braccio?”
Sora arrossì e distolse lo sguardo. “Ah … così …”
Topolino aprì il portello, e raccomandò a tutti di fare molto piano. “Dobbiamo cercare di avvicinarci il più possibile a Xehanort senza farci scoprire. È una cosa praticamente impossibile, ma almeno ci dobbiamo provare.”
Kazi si affacciò e subito ritirò la testa. “Kazi, perché tremi?” chiese Pippo, preoccupato.
“Non voglio uscire fuori. Ho paura. Non riuscirò mai a vincere …”
Sora lo fissò, severo. “Ora basta Kazi, ti stai comportando da codardo. Esci fuori immediatamente e dimostra a tutti di essere un Keyblade Master degno, avanti!”
Il principe si spaventò: Sora non si era mai arrabbiato con lui. Non voleva che la persona del gruppo di cui più si fidava, gli fosse nemica. Non voleva fare arrabbiare Sora ancora di più, perciò scese per primo dalla Gummi Ship e atterrò su quel suolo polveroso.
Per miglia intorno non si vedeva altro che sabbia. Le folate di vento che spazzavano la terra alzavano polveroni e turbini che avvolgevano l’ambiente intorno, facevano entrare la sabbia negli occhi di Kazi, facendoglieli lacrimare e arrossire e costringendolo a chiudere le palpebre per alcuni istanti.
Mentre gli altri scendevano, il bambino sentì un fruscio provenire dall’alto. Alzò lo sguardo e riuscì a notare un guizzo blu in cima a una scogliera. Sentendosi gelare, andò a chiamare Sora.
“Sora … c’è qualcuno lassù …”
“Dove?”
“In cima a quella roccia. Forse era un Unversed …”
“Allora ci stanno spiando … meglio tenersi pronti. Sei pronto, Kazi?”
Kazi, che voleva farsi perdonare, si mise sull’attenti. “Certo, signore!”
“Così ti voglio.” Sorrise Sora.

“Mio signore! Mio signore!”
“Che cosa c’è, Unversed?” chiese Vanitas.
“Li ho visti! I Keyblade Master! Sono appena arrivati!”
“E dimmi: hai visto quel bimbo che vuole il maestro?”
“Si, quello con i capelli rossi: c’era anche lui!”
“Perfetto!” ghignò il ragazzo. “Vado a informare Master Xehanort. Dì ai tuoi colleghi di ritirarsi.”
Vanitas corse da Xehanort.
“Maestro! Maestro! Sono arrivati!”
Xehanort fissò il suo apprendista. “Sai cosa devi fare, no?”
Gli occhiacci gialli da bestia feroce di Vanitas brillarono di malvagità. “Certo, signore!” era felicissimo, dopo tutti quegli anni, di poter andare a misurarsi con qualcuno degno di essere combattuto.
“Cerca di non deludermi, Vanitas.”

“Dunque, ora dobbiamo trovare Master Xehanort. Questo mondo non è vastissimo come sembra, non dovremmo metterci molto.” Assicurò Topolino.
Mentre camminavano, in un gruppo compatto, Kazi cercava di mostrarsi spavaldo camminando in testa insieme agli adulti. Ma sentiva che qualcosa di spiacevole sarebbe presto successo.
E infatti, proprio mentre stava cominciando a rilassarsi, rassicurato dal fatto che in giro non c’era nessuno, una palla di fuoco arrivò a tutta velocità verso il gruppo. Tutti quanti, che avevano dei buoni riflessi, riuscirono a schivarla per un pelo.
“Chi è stato?!” gridò Riku, estraendo il Keyblade.
Dal polverone che si era sollevato, comparve un ragazzo vestito di nero, con un elmetto che gli copriva il viso.
“Chi sei?!” chiese Riku. “Cosa vuoi?!”
“Oh, proprio niente da voi.” Rispose malignamente Vanitas “Sono venuto semplicemente per eseguire gli ordini del mio maestro. Cioè uccidervi!”
Tutti, a quella parola, sguainarono le rispettive armi. Tranne Kazi, che aveva perso tutta la sua baldanza non appena aveva visto quell’individuo. Sembrava una normalissima persona, ma gli metteva più paura di qualsiasi nemico incontrato fino a quel momento.
“Oh, non fatemi ridere: io sono molto più forte di voi, non avete speranze combattendo contro di me.”
“Dici?! Proviamo!” lo sfidò Riku.
“Beh, ma la cosa si può risolvere in maniera molto meno dolorosa: sappiate che io non sono obbligato ad ammazzarvi, se ovviamente scendiamo a patti.” Continuò Vanitas in modo subdolo.
“E questi patti sarebbero?” chiese Topolino, sospettoso.
“Io salvo la vita a tutti voi, e smetteremo di mandare Unversed nei mondi, se mi consegnate lui.” e indicò Kazi, che a sentire quelle parole si era aggrappato terrorizzato a una gamba di Sora.
Riku guardò il principe sorpreso. “Chi? Questo? Il bambino vuoi?”
“Si.” Rispose Vanitas.
Il gruppo si aspettava di tutto, tranne che una richiesta simile: cosa se ne poteva fare, Xehanort, di un bimbo piccolo?
Riku guardò male Vanitas. “E che cosa ne vorresti fare?”
Vanitas lo fissò infastidito. “Questo non ti riguarda. Le condizioni le ho dette, i patti sono questi, allora qual è la vostra risposta?”
Sora, che non aveva ancora detto una parola, abbassò lo sguardo su Kazi. Il principe aveva capito che ormai la sua salvezza dipendeva dalla loro decisione, anche se non aveva dubbi sulla risposta di Sora: cos’era la vita di un bambino, in confronto alla salvezza dell’universo? Tremando, abbracciò la gamba del ragazzo, rassegnato al proprio destino.
Sora appoggiò la mano sulla testa Kazi, poi guardò Vanitas, furioso, e con gran sorpresa del principe, gridò “No. La risposta è no! Il bambino non si tocca!”
Vanitas rimase di princisbecco per un attimo, ma si ricompose subito. “Ne sei sicuro, ragazzo? La salvezza vostra e di tutti i mondi è proprio qui a portata di mano. Il prezzo da pagare è solo una misera vita.”
Sora non demorse. “Ti ripeto che il bambino resta con noi!”
Vanitas ghignò sotto la maschera. “E allora come vuoi risolvere la questione, sentiamo?”
“La risolveremo a modo mio: battiti con me.”
Vanitas cominciò a perdere la pazienza. “Rischieresti la tua vita per questo moccioso che a stento conosci?”
“Si.”
“Spiegami il motivo.”
“Non te lo sto a spiegare, tanto non capiresti. E adesso combatti! O forse non ne hai il coraggio?”
Se c’era una cosa che Vanitas non sopportava, erano le provocazioni. “E va bene, ma poi non dire che non ti avevo avvisato. Avete buttato alle ortiche la vostra opportunità.”
Sora si voltò verso i suoi compagni. “Andate avanti e cercate Xehanort. A lui ci penso io.”
Tutti annuirono in silenzio. Kazi mormorò “Sora … grazie …”
Sora lo abbracciò e per la prima volta lo baciò sulla fronte. “Non potrei mai darti via. E adesso vai! Sconfiggi Master Xehanort insieme agli altri!”
Il resto del gruppo si ritirò silenziosamente e passò oltre, lasciando soli Sora e Vanitas in mezzo al campo.
Vanitas, studiando il suo avversario, pensò: ‘Vediamo se riuscirò a farti smettere di darti arie, sbruffone impudente.’

“Veloci, correte!” gridò Topolino.
“Ma non possiamo lasciare Sora da solo!” protestò Kazi, parlando anche per Paperino e Pippo, ai quali non stava bene lasciare il loro amico nei guai.
“Stai tranquillo, Sora ha visto di molto peggio nella sua vita. Quell’uomo diceva di essere forte, ma lo ha detto solo per farci scoraggiare; alla fine non è niente di eccezionale.” Lo rassicurò il Re.
Anche correndo, sentivano dietro di loro il rumore di lame che si scontravano, in un combattimento violento e crudo; tuttavia non si voltarono.
Corsero per un miglio senza fermarsi mai, e infine riuscirono a scorgere Master Xehanort che li fissava, con le mani incrociate dietro la schiena. Guardò Kazi con aria scettica. ‘E questo bimbetto sarebbe il principe del Radiant Garden? Non ha affatto l’aria di un principe.” Poi parlò ai guerrieri.
“Allora è così … Vanitas non è riuscito a prendere il bambino … che incapace … mi ha deluso profondamente.”
“Taci, Xehanort!” gridò Topolino minaccioso. “Ora dovrai combattere contro di noi.”
“Contro di voi? Ma chi vuoi prendere in giro?” ridacchiò Xehanort. Poi, improvvisamente di nuovo serio “Non ho voglia di perdere tempo con voi. Datemi quel moccioso, e vi lascerò andare.”
“Lui non va da nessuna parte!” rispose Riku. “Stai indietro Kazi. Ci pensiamo noi a lui.”
Ma Kazi lo fermò. “No, non è giusto che rischiate voi la vita per me. È me che vuole, no? Xehanort, combatterò io contro di te! Lealmente: io e te soli.”
“Tu? Eccolo qui, un pulcino non ancora uscito dal guscio, che pretende di misurarsi in lotta con me!” rise Xehanort. “Ma in fondo va bene. Tanto non ho da perdere nulla.”
“Kazi, no!” cercarono di fermarlo Paperino e Pippo. “è troppo pericoloso.”
“Lasciate fare, vedrete che riuscirò a sconfiggerlo.”
Riku, a sentire tanta determinazione, sorrise. “State tutti indietro!” e indietreggiò con gli altri per lasciare spazio a Kazi.
Il principe e il maestro rimasero immobili, in silenzio, studiandosi a vicenda, Kazi col suo Keyblade di luce, il vecchio con quello dell’Oscurità. Xehanort, all’improvviso, creò una sfera nera e la scagliò contro Kazi. Il bambino, quando vide quella cosa oscura capitargli addosso, fece un salto per schivarla. Il maestro non gli diede tregua e creò altre sfere che sparse per tutto il campo. Kazi non riuscì ad evitarle tutte, ma non si arrese, e veloce arrivò alle spalle di Xehanort, colpendolo alla schiena. Il vecchio non parve minimamente scalfito da quel colpo. Anzi si voltò di scatto e afferrò il braccio di Kazi, congelandoglielo. Il bambino, con un braccio fuori uso, ora era molto più vulnerabile. Per fortuna il braccio immobilizzato era il destro, e il principe, con fatica, riuscì ad evitare gli attacchi successivi. Ma non tutti. Xehanort non aveva nessuna fretta, gli diminuiva le energie pian piano, in modo da non ucciderlo. Voleva farlo svenire, non morire. Gli serviva vivo. E quando vide che le gambe di Kazi tremavano dalla stanchezza, concentrò tutta la sua potenza in una sfera di dimensioni più grandi e gliela lanciò. Kazi cercò di sfuggire, ma la palla era troppo grossa e lui era troppo stanco: lo centrò in pieno, e lui sfinito cadde a terra.
“Kazi!” gridarono gli altri, cercando di intervenire per salvarlo, ma Xehanort, pronto, lanciò un Blizzaga ai loro piedi, bloccandoli sul posto.
“Non interferirete! E adesso osservate bene tutti!” afferrò Kazi, che era immobilizzato, e lo rivoltò a pancia in su.
“La Luce di questo bambino è pari a quella di tutte le sette principesse prese assieme. Il suo potere, da solo, mi permetterà di accedere al Cuore di tutti i Mondi: Kingdom Hearts!” poi, leccandosi le labbra, aggiunse estasiato “Non ho mai provato una gioia così grande nell’uccidere un Keyblade Master da quando ho ammazzato Kazi, più di vent’anni fa!”
“Tu … cosa?!” gridò Kazi con voce roca. “Sei tu … sei tu che hai ucciso il nonno?!”
Kazi rimase di stucco: sua madre gli aveva accennato che Xehanort era stato la causa della morte del nonno; ma non aveva mai detto, né Kazi aveva mai pensato, che lo avesse ucciso lui direttamente, con le sue mani.
“Tu … come hai potuto …?!” ringhiò Kazi, impossibilitato a muoversi.
Ma il vecchio non gli diede retta. Afferrò il Keyblade oscuro e lo conficcò nel petto di Kazi, esattamente la stessa cosa che era successa a Sora, otto anni prima. Kazi gridò dal dolore, ma non riuscì a reagire.
“Si … un cuore puro di Luce … quello che ci voleva … con questo, Kingdom Hearts sarà mio!”
“Lascia subito Kazi!” gridò Topolino.
“Oh, mi dispiace. Ma è chiaro che il vostro piccolo non potrà continuare a vivere, una volta che cuore e corpo saranno separati.”
“Sei un mostro!” ringhiò Paperino.

Kazi, mentre sentiva la lama penetrare nel petto, sentiva anche l’oscurità avvolgerlo.
“Non ce la faccio … senza il mio cuore non sono nessuno, se non ho il mio cuore di Luce l’Oscurità riuscirà a prendermi … mamma … tuo figlio se ne va … mi dispiace, non riuscirò a rivederti … mamma?”
“Kazi, non arrenderti!” gridò una voce familiare.
“Mamma, sei tu? Dove sei? Non ti vedo!”
“Sono qui. Riesci a vedermi?”
“Si, ora ti vedo! Non c’è più niente da fare, quel maledetto mi ha tolto il cuore …”
“No, ancora non te l’ha tolto. Puoi ancora rimediare.”
“Ma la mia Luce sta svanendo … non ho più energia …”
“Vieni, raggiungimi. Ce la fai?”
“Ci provo. Ci sto provando.”
Kairi tese la mano. “Prendimi la mano.”
Kazi, con sforzo, riuscì ad arrivare fino alla madre. “Ce l’ho fatta! Mammina, mi sei mancata … Ma chi c’è di fianco a te?”
“Indovina!”
“Aqua! Nonno! E anche Ven e Terra, e un sacco di altre persone … ci sono anche Topolino, Sora e Riku vicino a te.”
“Hai visto? Siamo tutti qui. Siamo tutti i Keyblade Master vivi e morti. Tutti noi ti daremo un po’ della nostra Luce. Perché in tutti noi c’è la Luce, e tutti possiamo darne una quantità a te. Prendila, uniscila alla tua e sfruttala meglio che puoi.”
Kairi appoggiò la mano sulla testa di Kazi. “Venite. Tutti quanti.”
Tutti gli altri, Aqua, Kazi, il padre di Sora, Terra, Ven, Riku, Topolino, Sora, e tante persone che Kazi non aveva mai visto, toccarono Kazi. E, come un potente flusso di energia, ciascuno di loro passò al bambino una quantità della loro Luce. Kazi la riceveva, e si sentiva di secondo in secondo sempre più vivo, più puro, più potente.
“Grazie … grazie a tutti!” disse quando ebbero finito.
Il nonno gli diede un buffetto. “Ora vai. E vendicaci.”
“Vendicaci tutti.” Aggiunse Aqua.

“Ma … cosa succede? … Perché il cuore non esce? Avanti!” disse Xehanort, spazientito.
Kazi, luminoso come il sole di mezzogiorno, si rialzò in piedi, completamente ricaricato e con il braccio guarito. Xehanort, per la luce, indietreggiò.
“Tu … come hai potuto ammazzare mio nonno?!” Kazi fissò Xehanort con uno sguardo feroce che aveva usato solo due volte nella sua vita: una volta appena nato, e una volta nel mondo di Tron.
Il vecchio osò guardarlo negli occhi. Terrorizzato, gridò “No … non guardarmi così … Solo lui osava guardarmi in quel modo!”
Kazi irrigidì tutti i muscoli, e sfruttando la sua luce, unita a quella di tutti i Keyblade Master, si sollevò in aria e il suo Keyblade, più bianco e luminoso che mai, si staccò dalla sua mano e si scagliò contro Xehanort. Un solo colpo annullò le sue difese, e Kazi avanzò lentamente, mentre il vecchio indietreggiava.
“No … non succederà … l’Oscurità è dalla mia parte … riuscirò a batterti, moccioso!”
“No! Perché io ho imparato una cosa: esistono sia la Luce che l’Oscurità, ma sarà la Luce a vincere sempre!”
Gridò, liberando tutta la sua energia, e la Luce scaturita avvolse Xehanort, che, travolto da quella forza, cominciò a svanire. In punto di morte, non pensò al suo desiderio di conquista andato in fumo, ai suoi sogni di gloria svaniti, ma fissò per l’ultima volta gli occhi fieri di Kazi, e pensò:
“Veramente questo bambino è un principe … Veramente è il nipote di Kazi …”

I cieli di tutti i Mondi vennero abbagliati da quella Luce accecante. Tutti gli abitanti guardarono sorpresi verso l’alto, chiedendosi cosa mai fosse successo. Kairi, Mog, Angel, e tutti gli altri, sgomenti cominciarono a bisbigliare fra loro, e la madre di Kazi, con lo sguardo preoccupato, mormorò “tesoro, che cosa ti è successo? …”
Il principe, dopo quell’attacco aveva perso tutta la sua energia, e cadde svenuto per terra. Riku e gli altri, ormai liberi dall’incantesimo congelante, si precipitarono sul bambino.
“Kazi …” mormorò Riku.

“Guardate! Si muove. Sta aprendo gli occhi.” Era la voce emozionata di Pippo.
“Si, è sveglio!” questo era Riku.
Kazi, lentamente mosse le palpebre. Intorno a lui c’erano tutti, Paperino, Topolino, Pippo, Riku …
“Sora!” gridò Kazi, improvvisamente in sé, spalancando gli occhi all’improvviso.
“Si, sono io! Ti sei svegliato!” rise Sora.
“Allora hai vinto contro Vanitas!”
“Si, è stata dura ma ce l’ho fatta. Non appena l’ho ucciso, sono scomparsi tutti gli Unversed intorno a lui. Era lui a crearli, allora. E tu … tu hai sconfitto Master Xehanort, a quanto mi dicono gli altri.”
“Io? No, non è possibile. Sono stato io, Riku?” Il ragazzo più grande annuì soddisfatto.
“Sapevo che lo avresti sconfitto. Ne ero sicuro. Vieni qua, campione!” lo tirò fuori dalle coperte e lo strinse in braccio, ridendo con una risata genuina che non aveva mai usato da quando era partito da casa. “Master Xehanort è morto! I Mondi sono di nuovo salvi! La guerra è finita! Dovresti essere felice, Kazi!”
“Certo che sono contento, Sora!”
“Ma non solo per questo. Anche perché domani si torna a casa!”
“Domani? … Oh, no, non voglio tornare a casa!”
“Ma come?” chiese Sora sorpreso “Tu non vedevi l’ora di tornarci, fino a poco tempo fa.”
“Più presto tornerò a casa, più presto perderò voi …” mormorò Kazi, triste.
Sora ammise che aveva ragione. “Si, ma almeno rivedrai tutti i tuoi amici? Non ti manca il tuo Moguri?”
“Oh, si che mi manca!”
“Li rivedrai. Non ti preoccupare, domani ti accompagneremo fin dentro la città. Almeno potrò salutare anch’io i tuoi famosi amichetti. Poi potrò rivedere Cloud, Leon, Aerith e gli altri. Sono un sacco di anni che non li vedo …”
“Va bene! Allora torniamo domani a casa?”
“Domani!” assicurò Sora.

Note mie: come mai sto cacchio di capitolo mi è venuto così corto?! Vabbè che anche nei videogiochi di KH le battaglie finali non sono mai niente di eccezionale ...
ok, avrei anche una cosuccia da dire: io ho modificato, sul mio computer, il capitolo 5. Ora che sono molto più brava a scrivere, i mesi scorsi l'ho riscritto quasi tutto, ho modificato alcune parti, e ora è più introspettivo e dettagliato di prima, i sentimenti sono espressi molto meglio. E descrive, ehm, un po' meglio, cosa fanno Kairi e Sora la notte prima della partenza, senza però andare mai nell'esplicito. Ho una voglia matta di pubblicarlo, ma mi vergogno da morire ... credo proprio che ci penserò su.
   
 
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