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Autore: vale93    27/03/2010    11 recensioni
VECCHIA VERSIONE. (NUOVA QUI: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2478857 )
La storia si ambienta durante l'ultimo anno di apprendistato ad Hogwarts, il 7°, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli horcrux nè del fatto che Draco sia diventato un Mangiamorte. Questa non sarà la storia di Hogwarts, nè di come Harry Potter salvò il mondo magico. Non sarà la storia di Voldemort, nè di Lucius, nè di Albus Silente.
Questa sarà la storia di due ragazzi. Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Tutto comincia con una scommessa.
"Gli amori vanno via, ma il nostro, ma il nostro no.
Il tempo passa mentre aspetti qualcosa in più
ma non rimette a posto niente, se non lo fai tu.
E intanto ogni cosa, se vuoi, da sempre mi parla di noi.
Stasera sei lontana, mentre io penso a te,
eppure sei vicina a me, non chiedermi perché. 
Sarà che mi hai cambiato la vita, sembra ieri
Eppure mi hai cambiato la vita"
-Draco, tu non vuoi solo usarmi vero?-
Nata dall'ascolto di "Eppure mi hai cambiato la vita".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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27

-Accidenti!- esclamò, un attimo prima che i libri le cadessero tutti a terra con un tonfo.
Restò a fissarli per una breve manciata di secondi, in piedi in mezzo al corridoio, la borsa rovesciata ancora in mano.
Okay, stava diventando decisamente troppo distratta. Se fino al giorno prima al massimo si guardava attorno distrattamente, di quando in quando, senza sperare più di tanto di trovare ciò che cercava, tutto era cambiato quando, a sera, i suoi occhi avevano incontrato un'inconfondibile zazzera bionda, seduta al tavolo di Serpeverde all'altro capo della sala.
Per la sorpresa quasi le era caduto il cucchiaio di mano e per il resto del pasto non aveva saputo fare altro che distrarsi in continuazione, riportando sempre lo sguardo su quella testa platinata. Persino quella mattina, a colazione, non si era trattenuta dall'incollare gli occhi al suo viso, quasi la sua immagine fosse stata una calamita, e i suoi occhi il polo opposto. Ed era ciò che stava facendo ancora adesso, nervosa, nel timore misto a speranza di vederselo sbucare accanto all'improvviso, in meno di un secondo.
Sospirò, e si chinò a terra per raccogliere il tutto.
Che stupida. Non ti si è filato per tutta la mattinata, che cosa diavolo stai aspettando?
Scosse la testa e posò la mano sul quaderno di Storia della Magia, per riprenderlo, quando un altro paio di dita si allungarono nella stessa direzione, afferrando la copertina rossa bordeaux del blocco. Si arrestò, stupita, e alzò lo sguardo per vedere a chi appartenessero. E fu lì che il suo cuore si fermò, togliendole il respiro.
Davanti a lei, i capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi, la camicia bianca mezza sbottonata come al solito, Draco stava velocemente raccogliendo i libri che le erano appena caduti. Sussultò, incredula, e trattenne il fiato portandosi una mano al petto. Restò a fissarlo basita, immobile, troppo stupita per fare o dire qualsiasi cosa. Lui finì il lavoro in un battito di ciglia e, dopo aver raccolto tutto il materiale fra le mani, si alzò, scattando in piedi con veloce agilità. Lei fu più lenta, e, sollevando la testa per guardarlo, lo fissò con gli occhi dorati spalancati e le labbra della bocca leggermente schiuse.
-Tieni- le disse il ragazzo porgendole i libri con un sorriso appena accennato.
Lei boccheggiò, sbalordita, e lentamente si alzò, trascinandosi su con fare incerto e decisamente attonito.
Lui allungò il braccio in avanti, mettendole i libri fra le mani, e le fece un cenno col capo, allontanandosi di un passo e riprendendo a camminare dietro di lei.
Rimase immobile, pietrificata, gli occhi fissi sul vuoto davanti a sé. Dopodiché si riscosse e si voltò velocemente, guardandolo allontanarsi così in fretta da impedirle persino di ringraziarlo. I suoi occhi si rispostarono sui libri, che ora giacevano composti e ordinati fra le sue braccia e saettarono poi sullo spazio che la circondava, attenti, sondandolo come farebbe un radar per analizzare il territorio nemico. Li avevano visti?
Ma il corridoio era quasi del tutto vuoto e le poche persone che lo occupavano di certo non si erano interessate a loro due, né accorti di ciò che era successo.
Stupita, e ancora incapace di credere a ciò che aveva appena visto, rinfilò i libri in borsa, si diede un'ultima occhiata alle spalle e se ne andò, più scossa di quanto lo fosse stata prima di imboccare quel semplice corridoio.


***


-Non vorrei insistere, ma direi che così proprio non va-
Hermione alzò lo sguardo dal capo che reggeva fra le mani, confusa e lo rivolse alla ragazza che le stava seduta di fronte, i capelli arrotolati in uno chignon improvvisato e la testa che scuoteva leggermente, segno che la proprietaria non doveva essere soddisfatta.
-Perché?- chiese, ingenua.
-E me lo chiedi? Devi andare a una festa, non a una conferenza per giovani vecchie zitelle-
-Ma che dici?- esclamò spalancando gli occhi
-Sai che ho ragione, è inutile che fai la finta tonta-
-Ma cos'ha che non va?- ripeté per l'ennesima volta, fissando la semplice gonna a pieghe e la camicetta che reggeva fra le mani.
-Per la centesima volta Herm, è Ca-po-dan-no. Devi vestirti da festa. Do you know festa?-
-Sì- sbuffò, lanciando i vestiti sul letto -Beh allora cosa dovrei mettermi secondo te?- chiese poi poggiandosi le mani sui fianchi.
-Ovvio, qualcosa di bello, elegante, che attiri gli sguardi-
-Gin..-
-Shh, zitta zitta, l'hai promesso!-
Roteò gli occhi, maledicendosi a mente per aver consentito a cedere alle insistenze dell'amica, la quale l'aveva pregata, almeno per quest'anno - l'ultimo - di indossare qualcosa che l'avrebbe fatta ricordare da tutti come Hermione-la-ragazza e non più Hermione-la-secchia.
-Solo per quest'anno, ti prego- l'aveva pregata, in ginocchio.
-Cerca almeno di mantenerti nei limiti della decenza- aveva sospirato lei, il che ovviamente per la rossa era equivalso a un .
-Lascia fare a me- disse, alzandosi dal letto su cui era seduta e dirigendosi a passo di marcia verso l'armadio.
Hermione la seguì, alzando un sopracciglio, chiedendosi mentalmente cosa mai potesse nascondere quell'armadio che lei non poteva neanche immaginare. Ma ciò che tirò fuori l'amica dal mucchio di gonne, pantaloni e maglioni non era un vestito, né un alcun altro tipo di capo d'abbigliamento. Semplicemente, quello che stringeva ora fra le dita era un catalogo.
-E quello cosa sarebbe?- chiese, fissando il libricino con diffidenza.
-Una fonte di ispirazione- rispose l'amica noncurante, cominciando a sfogliarlo.
-Dove l'hai preso?-
-Highlife- 
Impallidì. Highlife, il negozio più in di tutta la Londra magica, quello a cui si rivolgevano tutte le ragazze in vista di un'occasione più che speciale?
-Ma..- balbettò.
-Ecco guarda!- la interruppe lei, precipitandosile accanto -Guarda questo. Che ne dici?-
Hermione sbiancò -Stai scherzando? Non lo metterei manco morta!-
-Perché? E' carino- gongolò lei delusa.
-Per favore, ma mi ci vedi?- esclamò Hermione piccata, scuotendo la testa con la fronte aggrottata.
Ginny sbuffò, imbronciata, e andò avanti.
-Questo?-
-No-
-Questo?-
-Peggio-
-Questo?-
-Ahah..... no-
-Uffa, sei difficile-
Hermione sorrise, controllando il punto a cui erano arrivate le pagine. Più di metà, se avessero continuato così avrebbero finito l'intero catalogo senza che lei avesse trovato nulla che le piacesse e Ginny non avrebbe potuto costringerla a indossare qualcosa contro la sua volontà.
La rossa sfogliò un altro paio di immagini, storcendo la bocca di fronte a vestiti troppo scollati o appariscenti, che, doveva ammetterlo, non potevano fare in alcun modo al caso della riccia grifoncina. Finché a un certo punto apparve loro davanti l'immagine di un abitino azzurro, semplice, ed Hermione trattenne il fiato. Ginny se ne accorse, e, di sottecchi, le lanciò un'occhiatina.
La riccia fissava la fotografia ritratta sul catalogo ad occhi aperti, lo sguardo acceso e improvvisamente interessato, come non lo era stato fin'ora per nessun altro dei capi che avevano sfogliato.
-Beh, mi pare di capire che non ci sia niente che ti interessi- disse la rossa, fingendo di chiudere il libro con uno scatto.
-No aspetta!- esclamò l'altra, afferrandole il braccio.
-Sì?- chiese lei candidamente.
-Quello, l'ultimo, fammelo vedere-
Lei riaprì il libro con un sorriso, e lo sfogliò fino a ritrovare la pagina giusta.
-Questo?- chiese.
Hermione annuì, deglutendo.
Era un abito semplice, senza troppe pretese, con un bustino a fascia, che mostrava due piccole spalline di tessuto vaporoso a circondare gli avambracci appena sotto le spalle. La gonna, più larga, arrivava poco più su del ginocchio e creava poche morbide pieghe ondulate che ricadevano sulle gambe come veli. Il colore, di un azzurro scuro e luminoso era lucido, il che lo faceva sembrare vivo e splendente, quasi fosse stato illuminato da tanti piccoli diamanti.
-Wow- si lasciò sfuggire la riccia, guardandolo.
-Ti piace?- chiese l'amica fissando la sua espressione.
Hermione ci pensò un po'. Poi annuì.
Ginny sorrise.
-Dovrebbe starti bene- disse -Finalmente abbiamo trovato qualcosa che ti piaccia e che non ti faccia assomigliare a una suora-
Hermione le lanciò un'occhiataccia, irritata, ma di fronte all'espressione allegra dell'amica non riuscì a trattenersi e si lasciò sfuggire un sorriso.


***


-Tadadadaan, dadadan, dadan. Tadadadadadaan-
-E smettila- sbuffò Draco seccato, lanciando una scarpa addosso a Blaise che bazzicava davanti allo specchio allacciandosi un cravattino blu scuro alla gola.
-Ahah- rise quello scostandosi per schivare il colpo.
-Tsk- berciò il biondo tornando a chiudere gli occhi, le mani dietro la nuca, spaparanzato sul letto del moro.
-Eih tu, non hai nulla da metterti o preferisci presentarti in boxer? Sono certo che metà scuola lo apprezzerebbe- ridacchiò l'amico, specchiandosi da ogni angolazione possibile e praticabile.
-Sta' zitto Blaise- rispose lui, a occhi chiusi.
-Dico sul serio, la festa è 'sta sera e tu ancora non ti sei provato neanche una camicia, vuoi farmi credere che non verrai?-
A quelle parole il biondo spalancò gli occhi, fissando il soffitto bianco sopra di sé.
-Certo che verrò, stupido- disse infine, alzandosi.
Blaise lo seguì fino alla porta con lo sguardo, continuando a maneggiare con la cravatta, finché non lo vide fermarsi.
-Ah- disse il biondo, rimanendo voltato -Grazie per il consiglio, è stata una bella idea-
-Quale consiglio?- 
-Quello della lettera, è servito-
-Ti ha risposto?- chiese quello sorpreso.
Scosse la testa.
-No e non mi aspettavo di certo che lo facesse. Ma l'ho sentita parlare con la Weasley ieri-
Non aggiunse altro. Indugiò un altro secondo davanti alla porta, poi aprì, sparendo oltre di essa.


-Miseriaccia! Ma che... Merlino... wow- boccheggiò il rosso, sgranando gli occhi come un pesce appena la vide apparire sulla cima della grande scalinata bianca, accompagnata da Ginny.
Hermione sorrise, imbarazzata, e strinse nervosamente un lembo del vestito tra le dita, scendendo. L'amica accanto a lei le diede una gomitata sul fianco, complice, e le fece l'occhiolino.
Una volta giunte al cospetto dei due accompagnatori Ron le rivolse un'occhiata meravigliata, che la fece avvampare.
-Oddio Herm, sei proprio tu? Quasi non ti riconosco-
-Ron!- esclamò la rossa indignata -Ma che razza di modi-
-Ma no, che hai capito! E' che sei veramente..- balbettò.
Hermione sorrise imbarazzata e si lisciò nervosamente il vestito, passandosi con l'altra mano un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
-Tranquilla Gin, anch'io ho pensato che una sconosciuta fosse entrata dentro allo specchio, prima-
Quella battuta li fece scoppiare a ridere, tutti insieme, e così l'imbarazzo scivolò via da sé in meno di un secondo.
La Sala era stata addobbata da cima a fondo e gli arazzi, i festoni, le strisce colorate riempivano il soffitto e le pareti come tante allegre stramberie uscite dal cappello magico di un mago.
Candele luminose volteggiavano silenziosamente sulle teste degli alunni, illuminando i loro vestiti e le loro acconciature articolate, complesse e qua e là anche piuttosto buffe.
Al centro, i tavoli delle quattro case erano spariti, in modo da liberare un ampio spazio aperto dove poter ballare. Il cibo e le bevande sostavano lungo le pareti, sparsi in ripiani ricoperti da tovaglie bianche e colorate.
-Accipicchia- mormorò Ginny guardandosi attorno meravigliata.
-Eih ragazzi!- chiamò in quel momento una voce davanti a loro.
Dalla folla, districandosi fra lunghe gonne fronzolose e strascichi ingombranti, apparve Luna, avvolta in un graziosissimo abitino argentato, che, accordandosi coi suoi capelli chiarissimi, le donava un'aria fatata.
-Eccovi finalmente, vi stavo aspettando!- cinguettò euforica correndo loro incontro con un lembo del vestito stretto fra le dita.
-Luna! Ma.. come stai bene, dove l'hai trovato questo??- pigolò Ginny meravigliata, osservando il vestito lungo e stretto che fasciava l'amica rendendola così insolitamente fine ed elegante.
-Era di mia madre, l'ho ritrovato quest'estate in uno scatolone e l'ho conservato pensando proprio a quest'occasione-
-E' stupendo- mormorò la rossa, quasi commossa, con gli occhi lucidi per la meraviglia.
-Ma Neville?- intervenne Harry in quel momento, non vedendolo -Non doveva aspettarti? Aveva detto che scendeva prima per andare a prenderti sulla torre-
-Oh sì- rispose la ragazza girandosi con una piroetta -E' lì, l'ho lasciato al tavolo delle bevande, sta parlando con Seamus-
-Bevande?- chiese Ron spostandosi per guardare
-Oh sì, e anche cibo, ci stanno un sacco di cose buonissime, ho assaggiato un paio di..-
-Andiamo!- esclamò il rosso, senza aspettare che la ragazza finisse di parlare, e si precipitò nella direzione indicata da Luna in un battibaleno.
Hermione e Ginny si lanciarono un'occhiata divertita, scuotendo la testa, e tutti insieme lo seguirono subito dopo, attraversando la sala ancora non del tutto affollata.
Proprio in quel momento, sull'entrata, apparve un altro gruppo di ragazzi, tutti elegantemente vestiti, che si affacciò nella sala con fare lento e disinvolto, le espressioni a tratti annoiate a tratti euforiche, pronte a lanciarsi nella mischia per combinarne chissà quale delle loro.
In mezzo, spiccante per il biondo chiarissimo dei capelli, un ragazzo fra tutti si guardò attorno attentamente, come chi cerca qualcosa di importante, qualcosa che ha perso, o qualcosa che vuole ostinatamente trovare.
Accanto a lui un moro, vestito di un elegante smoking blu, portava a braccetto una ragazzetta bruna, più bassa, fasciata da un appariscente vestitino nero.
La festa stava iniziando ora, e il gruppetto si fece spazio nella folla attraversando la sala, diretta al tavolo delle bevande.
Da lì, Hermione stava giusto riempendosi un bicchiere di liquore chiacchierando con le amiche, quando si girò, il viso ancora disteso in un sorriso, l'espressione gaia. Appena li vide, quel sorriso che fino a pochi attimi prima la aveva illuminata e resa così serena agli occhi di tutti sembrò gelarsi, improvvisamente, smorzandosi come per effetto di un qualche incantesimo. Si bloccò, il bicchiere di vetro trasparente ancora in mano, e restò a fissarli immobile come una statua.
-Hermione?- la richiamò la bionda in piedi accanto a lei.
Si rigirò di scatto, nervosa, e le rivolse un sorrisetto tirato.
-Tutto bene?- chiese l'amica scrutandone l'espressione.
-Sì- squittì lei, sbirciando con la coda dell'occhio il gruppo di Serpeverdi che stava arrivando. Non le pareva che ci fosse Draco con loro, ma forse non riusciva a vederlo in mezzo a tutta quella gente.
-Allora ti dicevo, era un sacco di tempo che non ne vedevo più uno. I nargilli non sono facili da trovare, lo sai no? e..-
Hermione annuì, sorridendo, ma tutta la sua attenzione era ora rivolta altrove, i nervi tirati, il cuore a mille.
In quel momento un violento scoppio proveniente dal giardino della scuola fece tremare le finestre, provocando il grido e il salto in aria di molti dei presenti.
-Cos'è stato?- chiese qualcuno alla sua destra ed Hermione vide Ron e alcuni compagni scambiarsi un'occhiata d'intesa.
-Ron- lo chiamò -Ron, che succede? Cos'è stato?-
Il rosso sorrise, eccitato e le si avvicinò con un salto.
-Sono arrivati!- esclamò -Sono loro, sapevo che non si sarebbero fatti aspettare tanto-
-Loro chi?- chiese Hermione trasecolata, non capendo di cosa stesse parlando.
Ron le lanciò un'occhiataccia severa, quasi di rimprovero.
-Come chi? Fred e George naturalmente!-
Oh, già.. pensò Hermione in silenzio, ricordandosi improvvisamente dei discorsi fatti dai compagni qualche giorno prima.
-Ma che cosa...- non finì la domanda, Ron si era già allontanato con Harry e gli altri fuori dall'entrata, impaziente di raggiungere i fratelli e tutte le loro strambe diavolerie.
Sospirò, poggiando il bicchiere di vetro sul tavolo, e si voltò per pescare qualcosa da mangiare dal cestino dei dolci.
-Scusami- disse una voce vicino al suo orecchio, mentre una mano guantata di bianco si ritirava velocemente per farle strada.
Hermione si voltò, curiosa di vedere a chi appartenesse quella voce vagamente familiare e si ritrovò faccia a faccia con l'ultima persona che si sarebbe aspettata di trovarsi di fronte.
-Parkynson!- mormorò stupita.
La mora sorrise, incurvando appena un angolo della bocca rossa e si spostò di lato per passare oltre.
-Buon capodanno, Granger- disse stranamente affabile, e si allontanò per prendere qualcosa dall'altro lato del tavolo.
I suoi occhi la seguirono attoniti, la mano sospesa in aria nell'atto di scegliere una fetta di torta dal cestino, stupita dall'atteggiamento insolito che la ragazza le aveva appena dimostrato.
-Hermione!- si sentì chiamare di nuovo e si voltò. Era Ginny.
-Herm, vieni a vedere, ci sono i fuochi d'artificio!-
Non fece neanche in tempo a ribattere che si trovò trascinata dall'amica fuori dalla sala, abbandonando definitivamente il pezzo di torta che avrebbe voluto assaggiare.


***


Sbuffò, inumidendo le labbra del caldo liquido rosso contenuto nel suo bicchiere, e si appoggiò annoiato al muro della parete. Erano passati più di tre quarti d'ora da quando era entrato in quella maledetta sala e ancora non era riuscito a vederla. Gli era sembrato di scorgere una chioma ricciuta color cioccolato al tavolo delle bevande, un attimo prima che Blaise e Pansy si dirigessero in quella direzione, ma poi la ragazza era stata coperta dai compagni e un attimo dopo l'aveva già persa di vista.
Una coppia del suo stesso anno gli passò davanti in quel momento, ostruendo la vista della sala e si diresse sorridendo verso il centro della stanza, raggiungendo le coppie che ballavano al lento ritmo della musica classica.
-Draco?-
-Eh?-
-Non mi pare che tu ti stia molto divertendo-
Si girò a guardarlo, serio, e l'amico fece un passo indietro, scoraggiato.
-Okay, come non detto-
Sbuffò, spostando gli occhi sulla destra.
-Potresti almeno scambiare due chiacchiere con qualcuno, guarda quelle ragazze là, è tutta la sera che non fanno altro che guardarti-
Voltò la testa, seguendo la direzione indicata dal moro e si ritrovò a fissare quelle che un tempo aveva definito "l'ennesima preda".
Due biondine pressoché identiche, con l'unica differenza dettata dall'altezza e dal colore diverso dell'abito ricambiarono lo sguardo e dissero qualche cosa a bassa voce alle amiche, che ascoltavano avidamente. Provò ad odiarle, o per lo meno a disprezzarle, ma non ci riuscì.
Ricordò come le aveva trattate e tutto ciò che poté provare fu pena. Pena e scoraggiamento, misto a un pizzico di rimorso. Era la prima volta che gli accadeva in diciassette anni di vita. E non se lo sarebbe mai aspettato così, se non fosse stato per l'assaggio che ne aveva avuto solo una settimana prima. Ormai, sembrava essere diventato un sentimento comune per lui; una sensazione costante.
-Blaise..- disse, ma quando si girò l'amico era scomparso.
Al suo posto, un vuoto non ancora riempito da qualcuno, isolato dal resto della folla che sembrava convivere in piena armonia come un unico corpo danzante.
Sospirò e riportò d'istinto lo sguardo sulle ragazze. Loro ricambiarono lo sguardo e una ridacchiò incontrollatamente coprendosi con una mano.
Lasciò che continuassero con quel loro stupido civettare e voltò loro le spalle, dirigendosi a passo di marcia verso la porta d'uscita.
Fuori l'aria era tiepida. In tempi come quelli la temperatura avrebbe dovuto sostare intorno agli zero gradi, ma quella notte, forse per le luci sparse in ogni angolo del giardino, forse per il calore del fuoco, delle persone e delle candele, il vento che soffiava non era così freddo e crudele come ci si sarebbe aspettati, ma accarezzava dolcemente la pelle degli studenti che chiacchieravano amabilmente e serenamente gli uni con gli altri, un bicchiere di liquido rosso in mano e un'ombra di luce calda e chiarissima sui visi distesi e rilassati.
A pochi metri di distanza, un capannello di gente circondava quello che doveva essere il duetto più atteso e sospirato della serata, ossia quei due svitati dei fratelli Weasley e tutto il loro inventario a carico. Si avvicinò quel poco che bastava a sbirciare sopra le spalle degli spettatori senza essere visto e guardò i due suddetti ragazzi compiere giochi di magia strani e spericolati.
Qualche passo più in là, ignara, Hermione guardava con lo stesso interesse del ragazzo le acrobazie dei due amici e commentava ridendo con i compagni ogni singolo gesto di Fred o George.
-Guardate guardate, ammirate e imparate-
-Un saltino qui, una giravolta lì e ualà! Il fiore eccolo qua!-
-Tenga madamigella, questo è per lei, lo guardi prima di andare a letto e mi pensi- disse George porgendo una rosa rossa a una ragazza.
Hermione sorrise divertita e ascoltò ciò che Ginny le sussurrava ridacchiando a un orecchio.
In quel momento, quasi lo avesse voluto il Fato, una coppia di ragazzi di terzo si spostò dalla sua posizione e abbandonò lo spettacolo, lasciando uno spazio vuoto proprio accanto alla ragazza, a tre passi solamente da Draco.
Il biondo soffocò un sorriso mordendosi il labbro e spostò lo sguardo sulla spalla per fingersi distratto e fu lì, improvvisamente, che la vide. Sgranò gli occhi, incredulo, e trattenne il respiro di botto, senza accorgersene.
Era lei, a solo tre passi di distanza, vestita in un elegantissimo vestitino azzurro cielo, i capelli raccolti solo ai lati da un fermaglio dietro la testa e lasciati liberi di ricaderle fluttuanti sulla schiena.
Non si era accorta di lui, o almeno non credeva; sorrideva graziosamente all'amica mentre ascoltava i suoi discorsi divertenti e oscillava ogni tanto la testa in una risata facendo danzare i lunghi boccoli scuri come tante spirali evanescenti.
Accidenti... era bella da far male.
Schiuse le labbra imbambolato, sentendo il proprio corpo fremere e i propri piedi spostarsi per raggiungerla. Alzò un dito verso di lei, quasi avesse voluto toccarla e girarla, per guardarla in faccia e farla accorgere di lui, ma si trattenne. Morse il labbro inferiore con i denti e soffocò un richiamo istintivo prima che potesse sfuggirgli.
Hermione sorrise, rigirandosi verso i due attori per assistere alla fine dello spettacolo e lasciò l'amica a parlare col ragazzo, pestando con i piedi l'erba fresca per muovere un po' le gambe. Per un po' continuò a guardare i giochi di magia esplodere nell'aria e riversarsi ai piedi dei due maghi, partecipando al divertimento generale e alla diffusa allegria. Ma poi si distrasse, perse l'attenzione e cominciò ad accorgersi di qualcosa che la attirava, che la teneva sott'occhio e sotto potere. Era la sensazione di essere osservata da qualcuno e per un po' fece finta di non accorgersene, continuando a fissare le danze acrobatiche dei ragazzi.
La sensazione di avere degli spilli attaccati alla pelle che le premevano sulla carne per trafiggerla però continuava a tormentarla e aumentava, ogni secondo di più, come la consapevolezza che ci fosse qualcuno - non sapeva chi - che la stava fissando insistentemente da qualche parte lì vicino. Spostò leggermente la testa da un lato, per sbirciare con la coda dell'occhio attorno a sé, ma non vide nulla. Allora fece un passo di lato, girando con indifferenza la testa a sinistra e controllò anche da quella parte. Incontrò un paio di fulgidi occhi grigi e una zazzera bionda, vicinissimo, a solo qualche passo da lei, e si bloccò.
Restò a fissarlo immobile, pietrificata, le dita della mano ancora infilate fra i riccioli nell'atto di tenerli mentre si girava e l'altra stesa lungo la pancia e il vestito a reggere la borsetta.
Draco ricambiò lo sguardo, teso, col cuore che alla vista della ragazza girarsi aveva preso a martellargli nervosamente nel petto e ora non voleva saperne di calmarsi.
Il tempo attorno a loro sembrò fermarsi, per un secondo, ed Hermione trattenne il respiro. Pensò che tolta quella mattina era una vita che non lo vedeva più così da vicino. Quell'attimo fuggente in cui l'aveva visto chinarsi di fronte a lei e raccoglierle i libri non contava, perché era stato tutto così veloce e inaspettato da lasciarle solo un grande turbamento e scombussolamento dentro. Ripensò alle volte in cui lo aveva evitato e scacciato, rifiutandosi di ascoltarlo e anche solo di guardarlo. E, inaspettatamente, quello fu solo un briciolo di tutto ciò che ricordò in quel momento. Rivide invece quando si avvicinava lentamente per baciarlo, o quando lo faceva lui, all'improvviso, interrompendola a metà di una frase. Rivide quando giocavano in riva al lago e lei doveva scalciare per allontanalo se si avvicinava troppo. Rivide i suoi occhi liquidi quando le aveva parlato di sua madre guardando le stelle, e quando l'aveva guardata, seriamente, mentre le diceva di amarla.
A quest'ultimo ricordo sentì il proprio cuore contrarsi e mozzarle il fiato per un attimo. Non era la prima volta che ritornava con la mente a quei giorni e a quei momenti. Ma farlo mentre lo aveva davanti, guardando in quegli stessi occhi grigi che ogni volta cercava di ricordare per paura di dimenticarseli era un'altra cosa. Era mille volte più forte, più grande, più intenso. Era devastante.
Abbassò lo sguardo, nervosa, e sentì le proprie guance infiammarsi come una volta.
Accanto a sé udì i propri amici chiacchierare ridacchiando, all'oscuro di tutto e cercò di concentrarsi sulle loro parole. Tutto inutile. La sua mente era distante, scollegata del tutto da loro, dai loro discorsi, legata da un filo invisibile solo alla presenza predominante del ragazzo lì vicino. Provò a calmare i battiti del proprio cuore ma si rese conto di non riuscirci. Con suo grande stupore, percepì sul filo della propria pelle un lento e crescente formicolio, un fuoco silenzioso che andava mano mano infiammandosi, invisibile, scaldandola al punto da sentirsi bruciare. Era la stessa sensazione che aveva provato solo una volta, quando giocando al lago lui le era finito sopra, ed erano rimasti a fissarsi in silenzio senza muoversi per un'infinità di tempo che ancora adesso lei non avrebbe saputo definire.
Strinse le labbra, nervosa, e pregò che nessuno oltre a lei si accorgesse di ciò che le stava accadendo.
Draco intanto la fissava immobile, noncurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto accorgersi di chi stava guardando, che i suoi amici, gli amici di Hermione, lo vedessero e facessero qualcosa.
La fissava, semplicemente, staticamente, senza battere ciglio, come se la paura di vederla girarsi e andarsene come aveva fatto tante di quelle volte gli impedisse persino quel movimento così semplice.
Era completamente preso da lei, talmente tanto da dimenticarsi della promessa che le aveva fatto, e valutare l'ipotesi del tutto irrazionale di correre da lei, afferrarla per le braccia e portarsela via.
Fortunatamente in quel momento l'amica rossa della ragazza la chiamò, e la invitò ad allontanarsi di qualche metro, perché il conto alla rovescia per la mezza notte era iniziato e di lì a poco i gemelli avrebbero fatto esplodere il fuoco più grande e magico che avevano, quello che avrebbe segnato nel cielo il passaggio dall'anno vecchio a quello nuovo.
Hermione annuì e si lasciò convincere ad andarsene, allontanandosi senza neanche lanciargli uno sguardo da lì, in mezzo a tutto il resto della scolaresca che aspettava trepidante il fatidico momento.
Lui la seguì con gli occhi immobile, avvilito, sentendosi come se parte della sua stessa anima si fosse allontanata con lei e lui dovesse solamente raggiungerla e toccarla per recuperarla.
Nella sua mente una vocina minuscola e poco convinta continuava a ripetergli che non doveva avvicinarsi, che lo aveva detto, le aveva giurato di non tormentarla più, che sarebbe spettata a lei la decisione. Ma un'altra voce, più forte e prepotente, ribatteva che non era giusto, che era stupido rimanerle a distanza quando l'unica cosa che voleva era starle accanto e abbracciarla, sentirla su di sé come qualcosa di indispensabile e poggiare le labbra sulle sue come aveva fatto tante di quelle volte; perché gli appartenevano, perché lei era sua, ed era stupido fingere di poter aspettare qualsiasi cosa.
Uno scoppio a qualche passo da lui lo fece sobbalzare e un ragazzo gli consigliò di allontanarsi, perché non era sicuro stare così vicino.
Lui lo guardò in silenzio, senza rispondere, e si ficcò le mani in tasca indifferente. Poi fece qualche passo indietro e voltò i tacchi, allontanandosi da lì prima che quella maledetta voce lo spingesse a fare qualcosa di maledettamente stupido e avventato.
Hermione lo vide andarsene con la coda dell'occhio e sentì il cuore contrarsi dentro al petto, infastidito dal rimorso di non avergli detto nulla e dalla speranza delusa di vederlo venire da lei per parlarle. Il che era alquanto stupido visto che le aveva detto chiaramente che non avrebbe più cercato di avvicinarla in alcun modo e che quella mattina, quando davvero avrebbe avuto la possibilità di dirle qualcosa, non lo aveva fatto.
Sospirò scoraggiata, avvertendo chiaramente che la situazione si stava facendo ridicola e che stava mano a mano perdendo la certezza di quello che voleva e si aspettava da se stessa.
Davanti a lei, nello spiazzo lasciato libero ai due gemelli, Fred sistemò uno strano marchingegno sull'erba mentre George si sfregava le mani eccitato e aspettava che il fratello terminasse i preparativi. L'aria era satura dei bisbiglii e dei chiacchiericci agitati dei ragazzi che guardavano avidamente il razzo e ridacchiavano fra di loro in preda alle fregole.
-Benissimo ragazzi!- esclamò Fred rialzandosi e spolverandosi la terra dal giacchetto -Al mio via cominceremo a contare, partendo da dieci. Quando arriveremo a 1, state tutti molto attenti e tenete gli occhi bene aperti. Siete pronti?-
-Sìì-
-E allora dieci!-
-Nove-
-Otto!-
-Sette!-
Ginny afferrò la mano di Harry, Harry quella di Ron e Ron quella di Hermione. La riccia si voltò a guardarlo e il rosso le sorrise, sillabandole 'buon anno' in mezzo alle grida tuonanti del resto della folla. Lei ricambiò, e spostò lo sguardo anche sugli altri due amici, scambiandosi con loro quei sorrisi e quegli sguardi che solo i veri amici sanno scambiarsi, la notte di capodanno.
-Tre, due, uno.... e via!-
Il razzo posto in mezzo all'erba ebbe un sussulto, e un attimo dopo volò in aria saltando con uno scatto, sferzando l'aria a velocità tale da farla fischiare e dirigendosi a tutto gas dritto per dritto verso un punto indefinito del cielo, rimpicciolendosi sempre di più alla vista dei ragazzi che lo guardavano col fiato sospeso. A un certo punto scomparve, e i cuori degli spettatori contarono tre battiti. Un secondo più tardi, all'improvviso, uno scoppio proveniente da sopra le loro teste li fece sobbalzare e in un momento, come in un miracolo, dal cielo cominciarono a piovere mille frammenti di luce colorata, mischiate a scintille luminescenti e stelle che viaggiavano girando a spirale giù dal cielo, fino a raggiungere i ragazzi che urlarono di sorpresa.
-Buon anno!!- gridarono i due gemelli ridendo e fra la folla cominciò a diffondersi un mormorio di eccitazione, di gioia e di meraviglia, mentre le stelle, le scintille e le schegge colorate di luce vorticavano febbrilmente attorno alle persone, mischiandosi ai loro capelli e alle loro risate, creando vortici che sollevavano i piedi da terra e i vestiti, guizzando come lucciole o insetti stregati davanti agli occhi e fra le gambe, sopra le teste, sulle mani e attorno alle braccia.
-Oddio è fichissimo!- strillò Ginny senza voce per la meraviglia, girandosi a destra e a sinistra per guardare tutte quelle luci che la circondavano e giocavano coi suoi capelli.
-Ahah, sì è davvero forte- concordò Harry, prima di prenderle il viso fra le mani e baciarla.
Ron distolse lo sguardo, così come Hermione, e si ritrovarono a guardarsi in silenzio, con le espressioni immobili. Poi Ron le porse le braccia e le sorrise. Lei ricambiò e ci si buttò con slancio, circondandogli la schiena e sentendo le sue mani premerle sulle spalle. Si abbracciarono forte, teneramente, col sorriso sulle labbra e i cuori leggeri, perché sapevano di poter contare uno sull'altro in un modo del tutto nuovo e speciale, un modo diverso dagli altri che nessuno poteva capire.
Attorno a loro gli altri gridavano e ridevano felici, scambiandosi baci auguri e abbracci.
Solo dopo qualche minuto di accorsero che Neville e Luna erano spariti, e si chiesero che fine avessero fatto.
Mentre tornavano dentro per il buffet e per il discorso di inizio anno del preside, si guardarono intorno curiosi, cercandoli fra la folla.
Hermione passò a controllare nel cortile, affacciandosi alla porta che dava sui portici che lo circondavano. E lì li vide.
Riconobbe indistintamente una gonna argentata dietro a un albero e una lunga chioma bionda sorretta da una mano maschile, con la manica di una camicia che aveva visto qualche ora prima in sala. Si stavano baciando.
Restò a guardarli per un secondo, sorpresa, mentre Neville le passava teneramente una mano sulla guancia e la accarezzava. Luna lo strinse di più e appoggiò la testa sulla sua spalla, sorridendo.
Se ne andò, lasciandoli soli, e sentendo dentro al petto la sensazione di felicità e tenerezza che si sente quando si vedono due anime a cui vuoi bene unirsi inaspettatamente.
Mentre passava per il corridoio diretta alla sala grande, si accorse di altre due persone che parlavano, qualche metro più avanti, fermi in mezzo al corridoio. Si fermò, interdetta, e riconobbe Draco e una ragazza. Spalancò gli occhi per la sorpresa e rimase immobile nell'ombra, guardandoli.
-Dai Malfoy, lo so che lo vuoi in fondo...- stava dicendo la ragazza biascicando; doveva essere ubriaca.
Sentì Draco dire che non la conosceva e non riusciva a immaginare che cosa volesse da lui, che non aveva tempo da perdere e voleva andarsene in camera.
-Vuoi sapere cosa voglio?- chiese la ragazza guardandolo con uno sguardo tale da lasciare davvero poco spazio ai dubbi.
-Ricordi Amily e Bridget? Le due ragazze bionde che ti sei portato a letto prima di Natale e poi hai scaricato?-
Hermione vide Draco fremere per un attimo e guardarla accigliato.
-Sono mie amiche- continuò la mora.
-Oggi mi hanno raccontato che quando sono andate a letto con te sei stato molto.. mm.. premuroso- ridacchiò, avvicinandosi di un passo a lui.
-Ci sono rimaste male quando le hai accannate certo, ma alla fine hanno saputo riconoscere che è stato meglio così. Dopotutto, a tutti viene voglia di divertirsi un po' ogni tanto, no?-
Draco la guardò in silenzio, l'espressione imperscrutabile se non fosse stato per un'unica ruga appena accennata lungo la fronte.
-E' quello che voglio fare io..- mormorò la mora passandogli una mano sulla spalla -Solo divertirmi un po'-
Draco alzò una mano su quella della ragazza, e la allontanò.
-Faresti meglio a rientrare- disse, gelido.
-Ma dai, non fare il perbenista, guarda con che faccia te lo chiedo- ridacchiò lei mordendosi il labbro.
Draco la fulminò, irritato.
-Ho detto torna dentro- sibilò, deciso.
La ragazza smise di ridere e lo guardò stupita.
-Non voglio andare a letto, non voglio andare a letto con la prima che capita, non voglio andare a letto con te-
Lei lo guardò accigliata.
-Non fraintendermi, non ho niente contro di te. Ma sinceramente ho altro di meglio da fare che scopare come una bestia con una qualsiasi-
-Stai scherzando?- lo interruppe lei incredula. Sembrava che l'effetto dell'alcool stesse perdendo effetto su di lei e stesse recuperando la facoltà di rimanere seria.
-No, affatto. Non ho voglia di portarmi a letto nessuno né oggi né probabilmente nei prossimi giorni, dillo anche alle tue amichette e adesso vai a darti una rinfrescata che sei sbronza-
-Ma che dici? Perché loro sì e io no? Che differenza fa, non ce l'hanno solo loro- piagnucolò la ragazza come una bambina - probabilmente l'effetto dell'alcool non le era del tutto passato.
Lui la guardò per un attimo in silenzio, in un misto di pena, disgusto e tristezza.
-La differenza sta nel fatto che prima mi andava, adesso no. Non ho più voglia di farlo in questo modo, ok? E' un problema mio non tuo. Guardati, sei ubriaca fracica, le tue amiche sanno che sei qui? Torna da loro che è meglio, per me la conversazione finisce qua. Addio-
La mora restò a fissarlo in silenzio per una manciata di secondi, immobile.
Poi abbassò lo sguardo, si allontanò di un passo e disse:
-Dovevano essere tutte balle quelle che mi hanno raccontato-
Dopodiché girò i tacchi e se ne andò, sparendo dietro l'angolo del corridoio.
Hermione vide il ragazzo seguirla con lo sguardo, dopodiché sospirare e ficcare le mani dentro alle tasche. Lanciò uno sguardo distratto fuori dalla finestra e si girò, pronto a continuare il suo cammino, quando la vide.
Alzò gli occhi per camminare e incontrò il viso della ragazza, che lo scrutava immobile a qualche metro di distanza, seminascosta nell'oscurità. Si fermò, e restò a fissarla in silenzio, stupito di vederla lì, mentre lei faceva lo stesso con espressione indecifrabile, gli occhi seri e imperscrutabili fissi nei suoi come fosse stata una statua.
Lui sbatté le ciglia perplesso, e schiuse le labbra senza sapere che dire.
Allora la ragazza sembrò riscuotersi, fece un passo avanti e camminò verso di lui, continuando a guardarlo. Draco trattenne il fiato, interdetto, e seguì ogni suo passo con gli occhi, mentre il cuore perdeva un battito ad ogni centimetro in meno che la ragazza annullava camminando. Quando gli fu a due passi, la vide rallentare di un poco, lanciandogli uno sguardo strano, inespressivo, ma macchiato da un'ombra di nuovo interesse. Poi riprese per la sua strada, oltrepassandolo, come era successo tante di quelle volte fino ad allora.
Draco rimase immobile, a fissare il corridoio vuoto di fronte a sé col fiato sospeso e il petto in subbuglio. Dietro di lui, Hermione svoltò l'angolo e nascose dietro la parete un sorriso spontaneo sbocciatole sulle labbra.













Ciao... sono tornata. Lo so che ora voi starete pensano "dopo quasi un anno ti meriti solo un pomodoro in faccia" e non vi posso dare torto. Dopotutto avevo detto "ora che iniziano le vacanze avrò tutto il tempo per dedicarmi alla fine di questa storia" e vi avevo promesso che avrei scritto di più e non vi avrei lasciate senza aggiornamenti per così tanto tempo...
Ma purtroppo le cose non sono andate così. Dapprima c'è stata la fusione del mio pc che già da tempo aveva cominciato a perdere colpi e che è rimasto in letargo per tutti e tre i mesi dell'estate (ma tu guarda che coincidenza. a casa mia la chiamano "sfiga") poi l'inizio del nuovo anno, il passaggio dal ginnasio al liceo, l'arrivo di nuovi professori con tutte le loro materie... e alla fine si è arrivati a questo punto, a quasi un anno dall'ultimo aggiornamento; imperdonabile, vergognoso, scandaloso.
Lo so, lo so.
Il bello è che non so neanche se qualcuno le stia leggendo queste righe :S
Forse sì, ma chissà chi... le persone che mi leggevano prima? quelle che mi recensivano quando ancora scrivevo regolarmente? gente nuova? gente che avrà voglia di recensire? non lo so... penso che lo scoprirò presto.. forse... :S Mi farebbe davvero piacere T.T
Ma non posso biasimarvi se dopo 9 mesi e mezzo non abbiate neanche voglia di cliccare su questo aggiornamento. Mi rendo conto solo adesso che il tempo che ho impiegato per scrivere questo capitolo è quello che una mamma impiega per far nascere il suo bambino, più o meno. Curioso :S
Chissà però qual è il risultato. Devo dire, con tutta sincerità, che non sono molto convinta di questo capitolo, ma non lo sono mai e questa non è una novità. Starà a voi decidere della sua sorte e dargli una valutazione oggettiva. Ne sarei felice, davvero.
Con questo chiudo, e vi ringrazio per aver letto.
Riprendere dopo così tanto tempo non è stato facile, ma spero di riuscire a continuare così ora che si apre un nuovo periodo di vacanza: quello di Pasqua. Questa volta credo che non ci dovranno essere problemi (Dio lo spero xD).
1 bacio a tutti quanti e grazie per l'attenzione.
Arrivederci al prossimo capitolo che non tarderà ad arrivare, promesso.
Con affetto e mille scuse, vale

   
 
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