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Autore: Killkenny    07/08/2005    3 recensioni
Raccolta di One-shot per conoscere meglio alcuni dei personaggi secondari della mia FF.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark Lords, Personaggio originale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap

IL BANDITO ED IL PRINCIPE

 

 

FF collegata a Slayers: Le Ere del Caos

 

“Saillon. La città capitale della magia bianca.

Fonte di luce e giustizia all’interno della Penisola dei Demoni.

Una città in cui non esistono malvagità, né ingiustizie… Sciocchezze! Anche qui esistono marcio e ingiustizie. Chi può dirlo meglio di me, che sono un Custode? Il mio compito è osservare, e riesco fin troppo bene ad individuare il marcio che portate tra di voi.

Ummh… come al solito, quell’umano così interessante sta per cacciarsi in altri guai… vediamo cosa succederà oggi…”

………

Sporco. Sporcizia e povertà. Ecco tutto quello che il giovane Khostan Bothari aveva ricevuto dalla vita. E come sempre, i metodi di sopravvivenza per quelli che, come lui, erano nati nei bassifondi erano due: emigrare… o rubare.

Bothari aveva scelto la seconda via, quella più difficile: poiché disprezzava coloro che, messi di fronte ad unbivio’, sceglievano la via più facile; lui non voleva, non poteva comportarsi come loro. Era l’unica cosa buona che gli avesse insegnato la madre.

Nei suoi 17 anni di vita, Bothari aveva già conosciuto la fame, il dolore… la solitudine di un’infanzia triste, vissuta senza un padre… la morte, che si era presa l’unica persona a lui cara: sua sorella, stroncata da una polmonite… la madre l’aveva abbandonata da fin troppo tempo.

“Da brava, guardia idiota… girati, così posso stenderti e fregarti la paga… e vivere un altro giorno…” Improvvisamente, un urlo… -Fermo, piccolo ladro! In nome della Giustizia, non posso permetterti di compiere un simile atto!- Dopo di che il pazzo (perché è questo che era, agli occhi del giovane) si lanciò su di lui… OO dal balcone sopra di lui, atterrandogli addosso… Bothari non conosceva le arti marziali, né altre forme di combattimento, ma una vita nelle strade gli aveva insegnato a cavarsela fin troppo bene… ma purtroppo quello era un osso duro! Dopo 5 minuti di lotta, le guardie, avvertite dal loro collega, erano arrivate… ma il giovane furfante se l’era filata, lasciandosi dietro (anche se non lo sapeva) un pesto, malconcio e ridacchiante Philionel El Saillone, giovane principe del Regno!

………

Passò un pò di tempo… e il giovane principe ritrovò il giovane ladro, suo coetaneo per età, ma non per ceto sociale… siccome aveva con sé del cibo (cosa sempre gradita, nei bassifondi, o, come lo chiamavano quelli che ci abitavano, Inferno) Bothari si fermò ad ascoltarlo.

-Sei molto bravo, soprattutto nel muoverti e nel combattere: sono stato su quel balcone a vederti per circa 10 minuti, e devo dire che mi hai stupito!- Disse all’improvviso il suo interlocutore.

-Perché mi hai spiato?- Chiese incavolato il teppista.

-Ti risponderò con un’altra domanda: perché un giovane con così tanto talento deve rubare per vivere?- Domandò Philionel

-Per il semplice motivo di essere nato qui! Nascere qui, all’In.… nei bassifondi, vuol dire essere esclusi da qualunque cosa! Per quelli come me, o si emigra o si diventa ladri! Ecco il perché!-

La risposta sorprese Philionel, che gli domandò, all’improvviso, se voleva diventare suo amico.

-Io e te, amici? Un nobile come te e uno scarto dei bassifondi come me? Ma sei PAZZO?!?-

-No. E solo che me ne frego di differenze sociali e altre c***ate di questo genere.- la risposta, detta in un modo così… schietto e volgare, come si usava lì all’Inferno, fece scoppiare a ridere Bothari, subito seguito da Philionel.

………

Passò il tempo, il giovane teppista entrò nell’Esercito di Saillone, e trasferito poi, per ordine reale, alla Guardia Cittadina… in pratica, Philionel aveva trovato il modo di avere vicino l’unico vero amico che avesse in città, fuori da quella corte che giorno dopo giorno lo disgustava. Poco tempo dopo, Bothari venne assegnato come compagno d’allenamenti e guardia del corpo del Principe Philionel: con la sua esperienza, era l’ideale per la protezione di quel principe così irrequieto e anticonformista.

Un giorno…

-Hai deciso di partire, vero?- Chiese un ormai trentenne Philionel a Bothari, stessa età.

-Sì. Non darò le dimissioni, perché l’Esercito è la mia vita, ma devo viaggiare per poter migliorare me stesso… e poter veder il mondo fuori dal Regno di Saillone.-

-Tornerai, un giorno? Io e mia moglie Jesse potremmo aver bisogno di una guardia del corpo come te.- Chiese Philionel, per fugare i suoi stessi dubbi.

-Se avrete bisogno… tornerò. Statemi bene… e vedete di dare al Vecchio uno o due nipotini, che magari si addolcisce.- Il principe, sposo novello, arrossi istantaneamente.

“Buon dio, che caso pietoso: rozzo, fissato con la Giustizia, forte come un toro… ma di fronte alle cose ‘importanti’ è peggio di un bambino!” Pensò Bothari, avviandosi verso il mondo esterno… verso l’avventura.

………

Passarono 17 anni… e Bothari tornò. Ma non era più lo stesso: nel suo peregrinare si era persino sposato… aveva avuto una bambina, Elena… l’unico ricordo della sorella da tempo scomparsa, di cui portava il nome… e della madre, morta in un attacco di demoni: la piccola si era salvata… ma la madre era morta, e Bothari impazzito.

Anche Philionel aveva avuto le sue gioie, due bambine, Gracia (che somigliava tantissimo alla madre) e la piccola Amelia (che del padre aveva gli stessi capelli neri); ma anche i suoi dolori: Jesse era morta, uccisa da un assassino. Uniti nella tristezza e nelle felicità, il principe ed il bandito ricominciarono a vivere.

 

Qualche mese dopo, piena notte…

La giovane principessa Gracia Ul Naga Saillone si stava preparando a fuggire, per viaggiare, per apprendere nuovi incantesimi… per rimediare alla sua debolezza, che gli aveva impedito di salvare la madre.

-Perdonatemi, ma è una cosa che devo fare- Disse, più a se stessa che ad altri…

-Cosa dovresti fare? Fuggire da te stessa? Dal tuo rimorso? Non ci riuscirai: te lo dicono degli esperti.- Disse una voce dal buio.

-Oh si, noi lo conosciamo, sìsìsì che lo conosciamo… lo conosciamo benissimo- disse un’altra, molto più anomala.

-Tu sei l’ultimo a poter dire una cosa simile, Bothari. E se vuoi provare a fermarmi…- La massiccia guardia del corpo uscì dall’ombra.

-Non te lo impediremo. La vita e tua, e hai il diritto di fare come ti pare.- -Oh sì, hai ragione, come hai ragione…- -Solo, vorrei darti questa: anche se non la userai, potrebbe comunque tornarti utile.- disse, porgendole una spada (La stessa che noi abbiamo visto negli OAV nd KK).

-… Grazie… Prenditi cura di mio padre e di Amelia.-

-Lo faremo, contaci.- -Lo faremo, oh sì. Noi siamo grati al Principe… lui ci ha tirato fuori dall’Inferno, noi lo aiuteremo sempre!- Con un Levitation, Gracia partì… verso l’ignoto, verso molte avventure… ma questa è un’altra storia.

 

Stretta la foglia,

larga la via

dite la vostra,

ch'io ho detto la mia.

 

FINE

 

 

   
 
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