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Autore: Iulia_    31/03/2010    9 recensioni
WARNING! TITOLO CAMBIATO DA "FOR HER ONLY" IN "BEAUTY AND THE BEAST"
Da un pò di tempo avevo intenzione di scrivere una ff sulla coppia Draco\Hermione ma non avevo idea da che parte cominciare. Sfogliando il settimo volume di HP il caso ha voluto che mi imbattessi nel capitolo "Villa Malfoy". Eureka! Così è nata la mia ff. Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato innamorato di Hermione Granger e l'avesse vista in casa sua, prigioniera e in pericolo. Che altro aggiungere? Leggete e recensite :)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beauty and the Beast saga'
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Ok…è tardi e quindi sarò breve. Ci ho messo molto perché volevo essere sicura di quello che scrivevo: ormai è fatta. Vi prego solo di una cosa: non odiatemi. Ricordate che la storia non è finita e che ho ancora delle cose da scrivere. Molte cose. Detto ciò leggete e recensite.
Notte
Mena



E’ proprio vero che una grande felicità deve essere per forza seguita da una ancora più grande sofferenza. Viene da chiedersi il perché di questa legge decisamente ingiusta e a chi mai sia venuta la brillante idea di crearla.
Non è affatto corretto far provare una gioia immensa per poi sprofondare nella sofferenza.
No, assolutamente scorretto.
Perché mai glii era stata concessa una tale felicità se poteva essere facilmente portata via da una sgradevolissima voce maschile?
Sarebbe stato molto meglio non aver provato nulla di tanto meraviglioso e continuare a crogiolarsi nella fantasia.
Come poteva, dopo aver gustato l’infinita bellezza della sua amata, sopportare di dividere i suoi occhi con qualcun altro?
Semplicemente non poteva e non voleva farlo.
Lei era sua e sua soltanto
Durante quei meravigliosi giorni trascorsi insieme aveva avuto l’infinito piacere di aver per sé tutta l’attenzione della ragazza, senza che niente potesse distrarla da lui.
Avevano persino fatto l’amore.
Due volte.
Ed era stata la cosa più bella del mondo.
Non si sarebbe mai riuscito ad abituare a quella presenza angelica nella sua vita, ma, ormai, credeva di averla ottenuta per sé per sempre.
Pensava che niente e nessuno avrebbe potuto mettere in pericolo la loro relazione.
Ovviamente si sbagliava perché il pericolo si era presentato alla porta di casa urlando il nome della sua ragazza che, dopo aver rivolto una rapida occhiata al biondo, era corsa di sotto, aveva tolto parte degli incantesimi di protezione e si era lanciata fuori dal castello buttandosi fra le braccia di due idioti.
San Potter e Lenticchia.
Avrebbe voluto ucciderli entrambi e riprendersi ciò che era suo.
Oh sì, perché lei era sua.
Sua e sua soltanto.
Non si era ancora saziato del suo sguardo, dei suoi baci e gli venivano sottratti tanto presto?
No, non poteva sopportarlo.
Eppure doveva assolutamente farlo.
Aveva lasciato che lei li conducesse dentro quel castello che aveva conosciuto i più bei momenti della loro felicità, profanando quel luogo nel quale si erano amati.
Si ripeteva che quelli erano suoi amici e che era naturale che voleva aiutarli.
Aveva sempre saputo che sarebbe successo prima o poi.
Hermione li condusse in salotto e li guardò con un affetto tale da suscitargli una profonda e terribile gelosia.
<< Sono così felice di vedervi! >>
Oh, quegli occhi scuri animati da una felicità sconfinata mentre fissavano Potter e Lenticchia, mentre lui se ne stava solo in disparte, in un angolo.
Non lo avevano ancora visto.
Weasley si sporse verso di lei e le strinse una mano con troppa foga per Draco e puntò quei vacui occhi azzurri in quelli profondi di lei.
<< Ti porterò via di qui. Te lo prometto. >>
Draco strinse i pugni: quell’idiota era innamorato della sua donna e voleva allontanarla da lui.
Per sempre.
Oh, no, non lo avrebbe permesso!
Piuttosto si sarebbe fatto uccidere!
Uscì allo scoperto e guardò il rosso con odio: non gli importava un granchè di Potter.
Finchè non provava a portargli via la ragazza, lo avrebbe trovato simpatico.
Quello che voleva uccidere era Weasley.
Quando lo vide, scattò in piedi e si parò davanti Hermione puntandogli la bacchetta contro.
Ma come osava quell’imbecille?
Come si permetteva a frapporsi fra lui e la sua Hermione?
Non era assolutamente nessuno per farlo.
Nessuno.
E come osava puntare la bacchetta contro lui, Draco Malfoy?
Il biondo reagì più per istinto che per altro, puntando la bacchetta contro quell’idiota.
Potter scattò in piedi pronto a dar man forte all’amico, ma, prima che uno dei tre potesse fare nulla, Hermione si frappose.
<< Smettetela! >> Si voltò verso Draco e il ragazzo si sentì morire.
Era chiaramente delusa.
Inizialmente si arrabbiò per quella reazione ma ben presto capì: loro non potevano sapere quanto era accaduto fra loro e vedevano ancora in lui un nemico.
Ma lui…come poteva puntare la bacchetta contro i migliori amici della donna che amava?
Oh, la odiava quando lo induceva a fare certi ragionamenti solo guardandolo!
Avrebbe voluto uccidere quei due, Weasley soprattutto, e invece no!
Doveva sopportarli!
<< Hermione, sei impazzita? Perché difendi questa serpe? >>
Per amore di Hermione lo avrebbe risparmiato ma non avrebbe sopportato di essere insultato da lui!
Si mise accanto ad Hermione e guardò Lenticchia schifato e minaccioso.
<< Se non ti faccio fuori seduta stante devi ringraziare Hermione, ma se ti permetti ad insultarmi ancora con gesti o parole non mi tratterrò più. >>
Potter e Weasley erano palesemente scioccati, forse per il fatto che avesse chiamato la loro amica per nome che per le parole in sé.
Hermione gli fece abbassare la bacchetta e, tenendo il pugno di Draco stretto per quanto poteva la sua minuscola manina, si volse a guardare quei due imbecilli.
<< Harry, Ron, voi siete i miei due migliori amici e devo dirvi che… >>
<< NO! >>
A lanciare quell’urlo portentoso era stato l’idiota rosso.
<< HERMIONE SEI SOTTO IMPERIUS! >>
O per Morgana!
Sorprendendo tutti, Draco scoppiò a ridere di gusto, senza lasciare la mano della sua ragazza.
<< Weasley sei ridicolo! Non ho bisogno di un Imperius per stare con lei. >>
Impallidì di colpo, poi diventò bordeaux e lanciando lontano la bacchetta si avventò contro Draco assestandogli un pugno in faccia e costringendolo ad indietreggiare.
<< DRACO! >>
Hermione gli fu subito accanto per soccorrerlo mentre Potter, mostrandosi più intelligente del previsto, cominciò a trattenere quell’idiota furioso.
<< LASCIAMI HARRY! >>
<< Ron, calmati… >>
<< CALMARMI? COME FACCIO A CALMARMI? >> Stava per liberarsi dalla stretta dell’amico ma Draco sarebbe stato pronto a difendersi a dispetto di quanto avrebbe potuto dire la sua ragazza: non si sarebbe fatto prendere a pugni in faccia.
<< Ron, perché ti comporti così? >>
Oh, la voce più bella del mondo carica di rabbia e delusione!
Era mai stato creato uno strumento più perfetto?
Weasley, l’imbecille, non sembrava per niente toccato da quella musica celeste e continuava ad agitarsi come un animale legato.
<< E’ MALFOY, HERMIONE! DRACO MALFOY! >>
<< Lo so chi è, Ron, e vorrei tanto che la smettessi di fare come un pazzo e di non prenderlo a pugni. >>
Forse era sul punto di staccargli la testa a morsi.
Sì, sicuramente avrebbe voluto farlo.
Tutta quella situazione divertiva estremamente Draco.
Oh sì, perché lei, Hermione, era decisamente schierata dalla sua parte.
Semplicemente magnifico.
Si concesse addirittura il piacere di stringerla per un fianco, innescando una reazione terribile in Weasley. I suoi occhi si iniettarono letteralmente di sangue.
<< OH, TI PREGO! METTITI DI NUOVO CON KRUM MA NON CON MALFOY! >>
Ok, questa era un’offesa e un ottimo motivo per farlo innervosire.
<< Weasley, ti sia chiaro, se continui ad offendermi- e bada bene che dire alla mia ragazza di mettersi con un altro è un’offesa- sarò costretto a schiantarti. >>
Hermione si staccò un po’ dal biondo, con suo enorme disappunto, e si avvicinò a Lenticchia.
<< Ron, ti prego, non farmi scegliere fra la tua amicizia e il suo amore. >>
Aveva detto la parola fatidica: amore.
Pochissime sillabe che avevano avuto il potere di far scomparire tutta la furia di Weasley.
Si era afflosciato e gli occhi, prima rossi di sangue, adesso erano gonfi.
<< Tu…tu se…sei… >>
<< Sono innamorata di lui. >>
Oh, si poteva essere più orgogliosi?
Se non avesse creduto che sarebbe stato decisamente troppo , l’avrebbe presa fra le braccia e baciata alla follia.
La tentazione di farlo era fortissima, ma si trattenne.
Weasley pareva essersi dimenticato della presenza degli altri due: il suo mondo iniziava e finiva in Hermione.
<< Perché? >>
Draco provò presto pena per lui: sebbene fosse suo rivale, rispettava la sofferenza che stava provando. Sapeva cosa voleva dire soffrire per amore.
Hermione fece un respiro profondo e guardò dolcemente il rosso.
<< Non lo so perché, Ron, ma lo amo. >>
Weasley sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
<< Lo ami? >>
Lei annuì. << Sì, Ron. Lo amo. >>
Il rosso continuava a guardarla come se fosse la sola luce in un mondo buio.
E Draco poteva ben capirlo.
Hermione era la luce.
E poteva capire benissimo cosa significasse per Weasley essere costretto a rinunciare a quella luminosa fonte di vita e gioia.
Qualcosa di terribile e insopportabile.
No, di più.
Continuò a guardarla per qualche minuto, poi spostò gli occhi oltre lei, su Draco.
<< Ti giuro che se la farai soffrire, ti ucciderò. >>
Farla soffrire?
Lui?
Avrebbe dato la vita per lei.
<< Non permetterò che soffra. Mai. >>
Weasley lo fissava con insistenza, poi tornò su Hermione.
<< Posso parlarti in privato? Ho bisogno…devo dirti alcune cose… >>
Hermione si voltò un attimo verso Draco, come per cercare il suo assenso, e poi condusse Ron fuori dal salotto, lasciando il Serpeverde in compagnia del Grifondoro.
I due si squadrano a distanza, come due predatori, e, a prendere la parola per primo fu Potter.
<< Non ho idea di come tu ci sia riuscito, ma l’hai fatta davvero innamorare di te. >> Esordì. << Non deluderla. >>
<< Piuttosto che deluderla, mi ucciderei. >>
Ci fu una lunga pausa, durante la quale continuarono a guardarsi negli occhi.
<< Perché un Malfoy dovrebbe voler stare con una Mezzosangue? >>
Draco si irrigidì. << Ti prego di non usare quel termine, ha causato fin troppi guai. >> Spostò lo sguardo sul divano, quello stesso divano sul quale si erano distesi più volte. << Io la amo, Potter. Come ha già detto lei al tuo amico, non so perché sia andata così, ma ora è tutto per me. Tutto. >>
Potter lo guardò, cercando forse la menzogna nelle sue parole.
Vana ricerca.
Non mentiva sui suoi sentimenti per quella creatura stupenda che il cielo gli aveva concesso di avere.
Perché avrebbe dovuto? Amarla era per lui più naturale che respirare.
<< Ti sei messo contro la tua famiglia per lei? >>
<< Mi metterei contro chiunque per lei. >> Ribattè prontamente.
Fece una pausa, poi guardò di nuovo il Grifondoro.
<< Che ne è stato dei miei genitori? >>
Potter ricambiò lo sguardo con fermezza. << Non sono morti, ma sono prigionieri a Villa Malfoy. >>
Sospirò sollevato: aveva temuto che il Signore Oscuro li avrebbe puniti in maniera molto più severa.
Stava per chiedergli qualcosa in merito alla loro fuga, quando udì l’inconfondibile scalpiccio delle scarpe di Hermione.
Stava correndo.
Perché?
Entrò nel salotto come una furia, stringendo il Mantello dell’Invisibilità fra le mani: il volto era una maschera di puro terrore.
<< Cos…? >>
<< E’ qui fuori, Draco. >> Lo interruppe in fretta. << Sta entrando ed è tardi per rifare gli Incantesimi di Protezione… >>
Il panico assalì Draco.
<< Chi è? >>
<< Bellatrix. >> Spostò gli occhi sui due Grifondoro. << Non sa che siete qui e non deve saperlo >>, gettò loro addosso il mantello, << quindi non fatevi scoprire e, appena potete scappate. >>
<< Non ti lasceremo qui! >>
Per una volta era d’accordo con Weasley. << Hermione, tu andrai con loro. >>
Lei scosse energicamente la testa.
<< No, Draco. Sa che siamo insieme e se non mi vede si insospettirà. >>
Non ebbe il tempo di controbattere: sentì la porta d’ingresso spalancarsi e, in meno di due secondi, la Mangiamorte fu davanti a lui.
Si ritrovò disarmato e immobile, lo stesso trattamento riservato ad Hermione.
Bellatrix, quella donna orribile, lo guardava disgustata.
<< A cosa ti sei ridotto? Fraternizzare con i Mezzosangue! >>
Sputò per terra.
<< Non so perché il Signore Oscuro sia tanto generoso con te. >>
Draco era confuso.
Generoso?
Avrebbe voluto parlare ma non poteva muovere un muscolo.
Bellatrix sollevò la bacchetta e sussurrò parole sconosciute che suonavano però oscure e minacciose. Draco sentì il sangue gelarglisi nelle vene per una terribile frazione di secondo, poi fu libero.
Non riusciva a spiegarsene il perché.
<< Che vuol dire? >>
Bellatrix fece un sorriso maligno, guardando negli occhi il nipote.
<< Vedi Draco, ti ho fatto un incantesimo molto potente: è una specie di Voto Infrangibile, per così dire. >> Il ghigno si allargò e spostò gli occhi sulla sua Hermione, ancora immobile. << Se ti rifiuti di ucciderla, morirai fra le peggiori sofferenze. >>
Si immobilizzò.
No, non poteva essere vero.
Bellatrix scoppiò a ridere, divertita.
<< Ti avverto: se proverai ad uccidere me, l’Incantesimo si ritorcerà contro di lei, mentre io rimarrò viva e in salute. >> Sempre ghignando come una pazza gli lanciò la bacchetta.
<< Fallo e si risolverà tutto: il Signore oscuro perdonerà te e i tuoi genitori e potrete tornare a servirlo come è giusto che sia. >>
Oh, doveva essere un incubo!
Il più grande della sua vita!
Perché non si svegliava?
Magari avrebbe scoperto di essere ancora fra le braccia di Hermione, avvolto fra le lenzuola con lei.
<< Sbrigati, Draco! >>
Bellatrix era impaziente: godeva della sofferenza che affliggeva il nipote.
Bramava vederlo tanto infelice.
Basta.
Quella storia doveva finire.
Deglutì, strinse la bacchetta e si mosse verso la sua ragazza.
Era bellissima, nonostante la forzata immobilità.
Bella nei capelli scuri ordinati, nel fisico perfetto, nel volto pulito.
E gli occhi…oh, gli occhi erano vivi, rossi e gonfi di pianto.
Sapeva che era finita.
La loro favola era finita per sempre.
Non ci sarebbe stato nessun “ e per sempre felici e contenti” per loro.
Ormai le era talmente vicino da riuscire a sentire il suo profumo dolcissimo.
Se c’era un Dio, non avrebbe dovuto perdonarlo: ciò che stava per fare era terribile.
Si chinò e si portò all’altezza delle sue labbra, sfiorandole appena e sentendo il sapore salato delle lacrime, le lacrime di entrambi, che scorrevano copiose e si mescolavano.
<< Perdonami, Hermione. >> Sussurrò. << Perdonami, angelo mio. Ti amo. >>
La baciò un’ultima volta.
“Dio, perdonami!”, pensava.
Sollevò la bacchetta e la mise nella mano di Hermione.
E si scatenò l’Inferno.
Stava bruciando dentro, non c’erano altre spiegazioni.
Stava prendendo fuoco nelle viscere.
Urlò come mai aveva urlato prima e le sue urla lo resero sordo alle voci che aveva attorno.
Forse si era buttato per terra, o forse no.
Era puro dolore.
Poi, come tutto era cominciato, finì.
E, in quell’istante, e fu sicuro.
Morire per chi si ama, è il modo più giusto di lasciare questo mondo.
Il suo ultimo pensiero andò a lei, che di certo lo stava guardando.
“Hermione, ti amo.”
   
 
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