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Autore: Sbruby    03/04/2010    11 recensioni
Londra, 1817. Damon Tremaine è un duca forte ed irresistibile, ma anche un uomo arrogante e dissoluto. Della sua vita fa quel che vuole, senza dar conto a chicchessia. Whisky, donne e feste. La sua vita ha oramai perso qualsiasi altro significato. Ma Miss Lily Craven è di tutt'altra pasta. E quando si ritrova da sola con lui e per di più nella sua camera da letto, quasi le viene un colpo. Eppure scatta la scintilla. Lily scopre di essere attratta dall'ultimo uomo che vorrebbe sposare. Di certo, Tremaine, non possiede alcuna qualità del buon marito. Damon, dal canto suo, cerca di convincersi che Lily è una donna come tante altre. Eppure diventa, odiosamente, la sua segreta ossessione. Forse è giunto il tempo che la Gloria del Peccatore si faccia da parte per lasciare spazio a qualcosa di molto più grande...
"Voi..Voi non avete nessun diritto di parlarmi in questo modo. In sono una fanciulla perbene che..."
"Qualunque sia il vostro prezzo, io lo triplico. Concedetemi l'onore di possedervi, chèrie"
A quel volgare affronto, fu naturale per Lily mollargli un sonoro schiaffo. "Come osate? Io non sono una di quelle...Donne!"
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regole di Gioco



Gli uomini, in certi momenti,
sono padroni del loro destino
William Shakespeare





"Cosa ho fatto?"
Lily alzò lo sguardo sconsolato e lo portò fino allo specchio. Fissò la sua immagine riflessa e scosse il capo. Era seduta sul letto a gambe incrociate ed in vestaglia da notte. Pronta per andare a dormire. Ma il sonno tardava ad arrivare e lei continuava a torturarsi con i ricordi della scorsa serata.
"Come ho potuto accettare una simile sfida? E per di più, da un uomo dissoluto e libertino come Tremaine?"
Non riusciva a credere di essersi ficcata in un guaio così grosso. Questa volta...nessuno avrebbe potuto aiutarla. E non c'era dubbio alcuno che il Duca facesse sul serio.
Cosa fare? Aspettare la sua prima mossa?
Scivolò giù da letto e si avvicinò allo scrittorio, un mobile elegante in mogano. "Aspettare di essere sedotta in modo disonesto per poi essere abbandonata?" Si domandò con un'espressione dura in volto. "Giammai!" Alzò la mano verso l'alto, chiusa a pugno. Non poteva permettere che il primo bellimbusto a tiro potesse tirarla nella propria rete con faciltà. Tremaine si aspettava che lei cadesse ai suoi piedi come tutte le altre?! Ben presto sarebbe stato costretto a ricredersi.
Lily non intendeva sposarsi e soprattutto non con un uomo come lui. Damon Tremaine non aveva alcun rispetto per le donne, nè, scommetteva Lily, era un uomo che credeva in valori come la fedeltà e la sincerità reciproche.
Lily avrebbe sposato solo un uomo che l'amasse. Non si sarebbe accontentata di niente di meno. Ed ora...c'era in gioco la sua felicità ed era meglio che si preparasse a confrontarsi con un nemico intrepido ed affascinante. Il suo corpo sarebbe stata una fortezza inespugnabile ed il suo cuore ancor di più...Sarebbe stato un fortino perfino irrangiungibile. Non ci sarebbe stata via percorribile, alcuna scorciatoia, per Lord Tremaine. Il suo piano di seduziona sarebbe fallito e Lily Craven avrebbe ottenuto il ciò che le serviva senza conseguenze. Le cose devono andare esattamente così Si disse Lily nel mentre si accomodava presso lo scrittoio. Afferrò la leggera penna d'oca e ne intinse la punta nel calamaio. Ma un leggero bussare alla porta della sua camera, bloccò la sua mano a mezz'aria.
“Sì?“ Domandò leggermente infastidita da quell'interruzione, ma subito si pentì dell'asprezza della sua voce. Dunque, posò la penna e rivolse il busto all'indirizzo della porta.
Questa venne aperta di scatto ed entrò la sua amica Cissy tutta trafelata."E' vero?" Fiatò, negli occhi una luce quasi indemoniata, le labbra serrate in una linea dura.
Lily strabuzzo gli occhi. "Cissy, cosa ci fai qui? Cosa è successo?" Le domandò non imbarazzata, ma alquanto sopresa. Non riusciva ad immaginare cosa avesse turbato così tanto la sua amica. Poteva soltanto accogliere un brutto presentimento...
"La tua cameriera.....Mi aveva informato che non eri disponibile. Miss Craven si è già coricata, Lady Crawford. Come vedo non è affatto vero ciò che la tua dipendente racconta."
"Cissy cara, accomodati e spiegami cosa è accaduto, perfavore" La pregò Lily indicando con un movimento del braccio la poltrona rivestita di dorata seta alla sua destra. Narcissa, anche se malvolentieri, prese posto, ma continuò a guardarla in malo modo.
"Alcuni dicono.. – Gli occhi sembravano ancora più scuri. - ...Dicono che tu sia fidanzata. Il giornale di stamattina addirittura racconta dell'aperto corteggiamento di Tremaine nei tuoi confronti!"
"Cosa?"
Narcissa Crawford tirò fuori, appunto, la copia sgualcita di un giornale e cominciò a leggere. Gli occhi fissi sulla pagina. "Fonti accreditate rivelano che Miss Roslyn Craven, unica erede del ricco imprenditore Derek Craven, abbia volentieri accettato il corteggiamento del Duca. E tutti noi sappiamo che Lord Damon Tremaine non è proprio un Duca qualunque. Non è solo la preda più appetibile della stagione, ma anche il più libertino degli uomini. Che Miss Roslyn sia davvero la prescelta o, come la maggior parte di noi sospetta, soltanto l'ennesima vittima del furfante seduttore di innocenti bamboline di papà ?"
"Io.... Non so come...La stampa abbia potuto..."
"Allora è vero Lily? Ti sposerai col Duca Tremaine? Con quel Duca terribile?" La interrogò Cissy sciogliendosi in un'espressione sinceramente preoccupata. Solo la Provvidenza sapeva esattamente quanto non desiderasse quel matrimonio!
Lily la guardò comprensiva, gentile. "Io non sposerò alcun Duca, non quel Duca innanzitutto..Ma…" Cominciò, ma vide immediatamente la sua amica rilassarsi ed appoggiare la schiena sul morbido schienale della poltrona. Come poteva dirle che un matrimonio con Tremaine non era poi una eventualità impossibile? Cissy non l'avrebbe mai perdonata per essere stata così avventata.
"Ma?" Ripetè, infatti, nuovamente sospettosa. Narcissa era senza dubbio la persona più perspicace tra le sua conoscenze. E non sempre era un vantaggio.
Lily si decise per una mezza verità."Ma il Duca mi ha confessato che le sue intenzioni sono quelle di conquistarmi."
"Il Duca vuole… Cosa?!“ Quasi i bei occhi di Narcissa sbalzarono fuori dalle orbite, tanta fu la sorpresa.“E tu...Cosa gli hai risposto?"
"Io? - Una leggera risatina accompagnò le sue parole. - Gli ho spiegato bene come stanno veramente le cose. Lui non ha alcuna speranza di trascinarmi all'altare."
Narcissa si alzò dalla poltrona e le si avvicinò. "Sicura di non esserne infatuata? Puoi dirmelo, Lily...Capirei. Tremaine sa essere molto affascinante..."
"Oh, Cissy. Io non potrei mai amare un uomo come lui!"
Alle sue ultime parole, il sorriso di Narcissa si ingigantì vistosamente. Evidentemente credeva che il peggio fosse oramai passato. "Sono così sollevata nel sentirtelo dire! Se nulla gli hai promesso, sarà fin troppo semplice rimandare il lupo...nella sua tana." Detto questo, Cissy la salutò allegramente e le augurò la buonanotte, lasciandola infine da sola, sola con i propri guai.
Lily fisso per un pò la porta chiusa, prima di tornare a rivolgere la sua attenzione al foglio ed alla penna sul suo scrittoio. Doveva agire. Rapidamente. Efficacemente. Doveva fare qualcosa al più presto, per evitare orribili complicazioni...Prese la Penna, la intinse nuovamente nella boccetta d'inchiostro ed inizio a scrivere ....

"Eccovi le regole di gioco. Spero che converrete con me sulla loro esistenza, dato che non possiamo permetterci di perdere il controllo su questa nostra folle scommessa"
"Regole di gioco?" Il conte Kilbourn alzò lo sguardo dal suo sherry e fissò l'amico, dubbioso. "Furba la fanciulla. Devi ammetterlo." Aggiunse, tornando al suo bicchiere per metà pieno. Damon sorrise diabolico. "Non quanto me...Non quanto me"
"Forse Miss Craven non è poi la principessina di papà , come tutti credono...." Commentò Drew dopo un lungo sorso. Il volto era stranamente serio. "Forse è qualcosa di peggio"
"Spiegati meglio, Kilbourn"
"Forse è un piccola ereditiera avida. Forse il suo scopo è intrappolarti nella sua rete. E quando capirai di esserci caduto dentro, sarà ormai troppo tardi per rimediare"
"Quali siano le sue vere intenzioni, non mi interessa."
"E perchè mai? Non sei tu l'uomo che si è proposto di sposarla?"
Un altro feroce sorriso venne disegnato dalle seducenti e tanto reclamate labbra del Duca. Damon si alzò dalla poltrona e raggiunse la finestra, attraverso la quale la calda luce primaverile entrava a fiotti. "Oh, ma io non la sposerò" Rispose, dopo un bel pò. I suoi occhi pensierosi fissavano la strada sulla quale dava la sua immensa dimora. "Io la sedurrò. Riuscirò ad avere Miss Perfettini e poi la affibbierò a qualche titolato di seconda scelta. Tanto ce ne sono un bel pò che mi devono un favore"
"Sei..assolutamente...perfido."
"Forse." Damon portò la missiva di Lily sotto la luce. "Ma vorrei leggerti le sue regole"
Propose all'amico, ma continuando a fissare la lettera, ricevuta un'ora prima. Era davvero interessante. "Ti ascolto"
"Nulla, nel vostro corteggiamento, dovrà oltrepassare il limite della decenza e del pubblico pudore. Non dovrò essere forzata verso alcun comportamento. Inoltre, potrò discrezionalmente scegliere se accogliere o meno i vostri doni e le vostre...attenzioni, innanzitutto quelle ardite che assolutamente non saranno ben accette" Allo sguardo scettico di Kilbourn, il Duca fece scorrere lo sguardo più in basso. "E non è finita qui."
"Ah no? A me sembra che ti stia ostacolando per bene, Tremaine. Non riuscirai mai a portarla a letto."
"Dovrete rispettarmi come persona e come donna. In nessun caso, questa specie di farsa dovrà essere di pubblico dominio. Mi aspetto da voi riservatezza e responsabilità. Inoltre la vostra corte avrà vita breve. Avete tre settimane da ora.." Continuò a leggere con un'espressione mascalzona. "Sai che ti dico? E' ancora più semplice di quanto pensavo!" Il Conte quasi sputò lo sherry. "Apri gli occhi. Miss Roslyn è fuori portata."
"Forse, fuori dalla tua portata. Ma dalla mia no di certo." Soltanto in quel momento Damon si voltò verso Drew e lo fissò dritto negli occhi. La sua fermezza era disarmante.
"Tremaine questo tuo nuovo giochino potrebbe sfuggirti di mano"
"Dammi solo qualche settimana e Lily sarà mia. Solo mia"
"Ecco...questa tua ossessione per la pudica ereditiera sta cominciando a spaventarmi"
Il Duca non rispose, si limitò ad accartocciare la lettera con la forza di una mano. Questa poi venne aperta e la lettera, oramai una mera pallina di carta, cadde e rotolò sul pavimento.
"Chiswick!" Tremaine chiamò il suo maggiordomo per poi accorgersi che il suo amico sghignazzava. "Cosa c'è?"
"Con tutti i tuoi intrighi dovresti dare un aumento a quel poveretto."
"Chiswick mi è fedele. Lo sarebbe anche se gli dessi una miseria." In dimostrazione di ciò, entrambi i nobili videro l'anziano maggiordomo entrare subitaneo nel salotto. Il fiatone dimostrava quanto ci tenesse ad essere sempre facilmente reperibile per il suo signore.
"Scrivi immediatamente a Miss Roslyn Craven. Scrivigli che accetto ogni cosa del suo dannato regolamento. E che avrà mie notizie molto presto"

"Accetta le mie regole"
"Cosa avete detto, Miss?"
"Nulla, Talia. Nulla" Si affrettò ad assicurare Lily alla sua cameriera personale. Ma lo sguardo vittorioso e brillante della fanciulla spiegava bene l'esatto contrario.
Lily era contenta, sì molto contenta. Perchè aveva giocato un tiro mancino al Duca ed era certa che all'uomo non era piaciuta la sua idea di stabilire delle regole. Regole alle quali lei si sarebbe aggrappata con ogni forza, lasciando a Tremaine poche, sterili occasioni per poter attuare realmente il suo proposito di corteggiamento.
Ma non poteva lasciare a Tremaine la completa inventiva sul gioco. Prima o poi sarebbe riuscito ad escogitare un modo per farla cedere. E qualora fosse successo Lily avrebbe perso ogni cosa, a cominciare dalla sua preziosa libertà. Solo pensare di essere unita in matrimonio al Duca la rivoltava, sebbene l’uomo fosse dotato di un fascino misterioso e virile. Ebbene, che se lo prendesse una donna capace di farlo soffrire a dovere! Una donna abbastanza cinica da acquistare titolo e malloppo senza chiedere un briciolo di amore. Sì, il Duca meritava al suo fianco una persona che gli fosse eguale.
Una donna dalla bellezza splendente. Una donna esperta e fascinosa. Una donna che sapesse abbindolarlo per benino.
“Ecco!“ Esclamò allora la fanciulla con un sorriso trionfo sulle labbra rosee. Negli occhi azzurri aveva quel furbo lucchicio che tanto preoccupava il suo povero padre. “Trasandata. Spericolata. Disubbidiente. Un uomo come Tremaine non potrebbe mai desiderare una donna con tali difetti.“
Fortunatamente, Talia non era più nella sua camera e non potè vedere l’espressione di femminile soddisfazione sul giovane volto della sua padrona
Una sottile vocina nella sua mente continuava a consigliarle di non giocare sporco. Ma la posta in palio era troppo alta ed il fine giustificava i mezzi. Si sarebbe impegnata ad eludere le difese del guardingo Duca, così da tenere in mano la situazione sino al suo infelice epilogo. Lily aveva pescato le sue carte, doveva solo giocarsele bene e tutto sarebbe andato come desiderava.
Non c’era motivo di preoccuparsi. Le regole che aveva posto in essere avrebbero protetto la sua reputazione, conducendola ad una vittoria schiacciante. Magari… Sarebbe stato anche divertente.
Quando uscì dalla sua vasta residenza, Lily ancora sorriderva. Il passo tranquillo di chi ha davanti a sè il più bel futuro. In effetti, la vita, per Roslyn Craven, era un frutto maturo pronto per esser colto. Nei suoi piani non figurava alcun dissoluto uomo ed ancor meno un Duca arrogante. Non si sarebbe sposata presto. Avrebbe tratto dalla sua giovinezza più avventure possibili senza sottomettersi alla stolta mano di uomo. Lily non era una stupida. Sapeva perfettamente che una moglie non era affatto una donna libera, ma una persona gabbata e spinta in un gabbia. Che fosse d’oro o di più vile metallo non faceva alcuna differenza. Magari, un giorno si sarebbe maritata, ma con uomo che la avrebbe apprezzata innanzitutto per la sua persona e non soltanto per i suoi soldi.
Oh, la sua dote ingolosiva molti buoni partiti…. Ma Lily non credeva che sarebbe stato difficile distinguere l’amore incondizionato dalla mera avidità.
Arrivata allo squadrato edificio che ospitava l’orfanotrofio, Lily raggiunge la soglia e bussò.
“Miss Craven! Ben lieta di vedervi“ Esordì Mrs Jefferson. La direttrice era un donnone forse alto quanto un armadio e dalla spettinata chioma fulva. “Prego, accomodatevi“ Soggiunse immediatamente, spalancandole la porta e ponendosi di lato per farla entrare.
Lily le rivolse un sorriso affettuoso che l’altra ricambiò con naturalezza. Nonostante le sue dimensioni insolite ed il cipiglio scuro che spesso si notava sul suo viso, la direttrice era una donna dal cuore d’oro e dalla tenacia di un mulo. Di estrazione sociale molto bassa, era stata ripudiata dal marito grazie ad una finta prova di adulterio. In verità, l’uomo voleva solo allontanarla per dedicarsi meglio ad un più sordido vizio: il gioco d’azzardo. Mrs Lorelay Jefferson, trovando una porta chiusa nei pochi parenti rimasti, era riuscita a cavarsela soltanto elemosinando un pò di cibo o qualche moneta, finchè sul suo cammino non aveva incontrato Lily. La fanciulla, dispiaciuta sinceramente per la donna, aveva deciso di conferirle il più alto incarico all’interno del suo orfanotrofio dato che Mrs Jefferson le aveva rivelato di aver gestito per anni il negozio del marito, una drogheria in una infimo quartiere di Londra.
“Sedete, vi prego“ Le disse la direttrice, non appena l’ebbe scortata fino al suo ufficio. Ma Lily, accortarsi di quale poltrona volesse offrirle la donna, scosse risoluta il capo. “Non siederò al vostro posto“ Così si accomodò sulla poltrona di fronte alla scrivania come un qualunque ospite.
“Come stanno i bambini?“ Chiese, dunque, appoggiando entrambe le mani in grembo. Lo sguardo non sembrava voler abbandonare il volto di Mrs Jefferson.
“Molto bene. Soltanto Dewey ha lamentato una tosse secca che ha tenuto svegli tutti i suoi compagni di camera.“
“Capisco. Farò immediatamente venire il dottore Whitelaw per visitarlo“
“Oh, no! Ora, è decisamente migliorato anche se…“
“Respira ancora a fatica“ Concluse Lily stranamente imperscrutabile. Non vi era più traccia del sorriso che fino ad alcuni momenti prima le aveva illuminato il volto. Ma non vi si leggevano nemmeno altre emozioni se non una insolita pacatezza.
“Si… Ha il fiato corto, ma la tosse è scomparsa. Come fate a saperlo?“
“Non importa“ Rispose sbrigativamente Lily. Per un attimo i suoi occhi si erano riempiti di un’ombra triste, un’ombra infelice del passato. “Non voglio rischiare un aggravamento delle condizioni di Dewey“
La fanciulla era fin troppo seria e Mrs Jefferson non osò insistere per la paura di offenderla.
“Ditemi…. Come procedono le adozioni?“ Domandò, poi, Lily centrando l’argomento che più le stava a cuore. L’ombra era scomparsa, tornata da dov’era venuta.
“Non procedono, Miss. Nessuna adozione negli ultimi tre giorni.“
“Non è possibile!“ Esclamò la giovane alquanto furibonda. Si alzò in piedi e cominciò a passeggiar avanti ed indietro per la piccola stanza. Gli occhi nuovamente bui rivolti al pavimento.
“Forse… Dovremmo attendere qualche altra settimana. L’orfanotrofio è aperto soltanto da pochi mesi, Miss Lily“ Cercò di confortarla Mrs Jefferson, ma fu tutto inutile. Lily era troppo contrariata per poter essere blandita con innocenti speranze.
“Sei….Mesi. E nessuno che voglia uno di quegli angioletti?!“ Ribattè con voce grave l’altra, stringendo le labbra e dimenticando ogni sorriso. “Comincio a pensare che questa sia una città di farabutti!“
“Oh, Miss. Non dite così!“>
“Io lo dico e lo ribadisco! Non v’è pietà nè amore sui quali si possa sperare.“
Il gelo calò sulla stanza e per un pò nessuna delle due donne parlò. Ed in quel terribile silenzio diversi pensieri attraversarono la mente di Lily.
I soldi di Tremaine erano necessari, senza di essi lei avrebbe dovuto rivolgersi al padre dimostrando di non riuscire a risolvere nemmeno i problemi iniziali dell‘orfanotrofio.
E doveva anche trovar un modo affinchè gli interessi dell’alta società si aprissero a quei poveri, dolci bambini.
La sfida doveva esser vinta e nessuna azione “intima“ concessa. Non poteva permettere che la sua reputazione ne uscisse macchiata. Ne andava del futuro dell’orfanotrofio, dei bambini e della stessa Mrs Jefferson.
“Troverò un modo. Lo giuro.“
“Miss Roslyn, permettemi di consigliarvi“ Disse, allora, la direttrice avvicinandosi cautamente a Lily. Non era una donna da smancerie e sdolcinatezze, eppure le sorrideva con così tenera comprensione che la fanciulla non potè non premiarla con un rinnovata espressione speranzosa.
“Un consiglio? Sono curiosa.“
“Una buona e generosa fanciulla come voi non dovrebbe assolutamente preoccuparsi. Riusciremo a cavarcela, in un modo o nell’altro.“ Spiegò Mrs Jefferson posando una sua grande, ma morbida mano sulla piccola spalla di Lily. Il gesto la rassicurò. “Ma soprattutto non cacciatevi nei guai!“ Concluse la direttrice, transcinandola in un forzuto abbraccio, affettuoso quanto inaspettato.
“Mrs Jefferson..così…Mi schiacciate!“ Finse di lamentarsi la fanciulla per poi scoppiare in una risata liberatoria.
Era così facile e…. Così piacevole lasciarsi stringere così…. Nel modo in cui una madre abbraccia sua figlia.
Mentre camminava lungo il breve tratto che la separava dalla sua immensa proprietà, Lily conservava ancora nel cuore i dolci momenti trascorsi nell’abbraccio quasi materno della direttrice. Sebbene fossero passati pochi mesi dalla prima volta in cui si erano incontrate, le due donne si erano subito piaciute. Approfondire la reciproca conoscenza aveva permesso a due anime affini di avvicinarsi. Lily era certa che Mrs Jefferson le volesse fin troppo bene, ma erano rare le volte in cui lo dimostrava esplicitamente. Ed era tutta colpa del suo passato. La direttrice era diventata molto diffidente ed a tratti inflessibile a causa di un marito cattivo, vizioso. Da quando, però, lavorava all’orfanotrofio, Lily aveva cominciato a notare le prime avvisaglie di un profondo cambiamento. E sperava davvero che Mrs Lorelay Jefferson trovasse la felicità.
Come la desiderava per se stessa.
Non poteva fingere di non desiderare un futuro dorato in cui sarebbe stata madre e benefattrice, moglie e viaggiatrice. Era un‘ illusione che nascondeva bene agli occhi altrui, ma non poteva celare quel suo folle sogno a se stessa. La speranza non sarebbe morta finchè avesse avuto fiato in corpo.
Avrebbe combattuto con tutta la forza di cui disponeva e se avesse perso, almeno non avrebbe potuto recriminare se stessa.
Allorchè, girò l’angolo e riuscì ad intravedere in lontananza il profilo dell’alto palazzo in cui abitava, eppure rallentò. La sensazione che si era fatta strada in lei la agitava. Sentiva come se qualcuno la stesse seguendo.
Si voltò. E non vide nessuno.
Un gruppo di uomini molto eleganti era fermo all’angolo, ma nessuno di essi la degnava di un solo sguardo. Una donna, una cameriera probabilmente, percorreva rapidamente la via dall’altro lato. Non era lei la figura che seguiva i suoi passi. Eppure la sensazione non scomparve, anzi crebbe quasi a dismisura alimentandosi di se stessa, quasi a sopraffarla.
“Maledizione“ Borbottò, stringendo le mani a pugno. Non poteva tornare tranquilla, non ora che sentiva alle sue spalle un invisibile inseguitore.
Una fanciulla timorosa e perbene si sarebbe allontanata il più velocemente possibile per poi rintanarsi nella sua adorata casa. E rimanerci, possibilmente. Ma Lily, invero, non era niente di tutto ciò. Aveva ereditato un temperamento che si scaldava facilmente, un particolare temperamento che cacciava via i timori a pedate.
Quinti tornò sui suoi passi, senza ammettere debolezze nei suoi movimenti. Se davvero aveva un inseguitore, allora, lo avrebbe scovato. Si ritrovò sulla strada principale sul quale dava il suo orfanotrofio e si fermò. Allungò lo sguardo ed inizialmente l’alta e snella figura di David fu coperta da una carrozza di passaggio. Lily però la riconobbe immediatamente quando la carrozza procedette verso l’angolo, scoprendo l’altro lato della strada. Ed anche David la notò, ma il suo sguardo non era dolce e malizioso come sempre. L’uomo la fissò a lungo, senza dire nulla. Una inspiegabile delusione albergava nei suoi occhi scuri come la notte.





{Assaggio}

I suoi esotici occhi scuri si posarono su di lei. Lo sguardo con il quale la squadrava non prometteva qualcosa di buono. “Pensavi che non lo avrei saputo?“
Lily, sebbene il tono di lui fosse duro, non si fece affatto intimidire. “David, io immaginavo che non avresti prestato fede al primo pettegolezzo riportato dal giornale. Credi davvero che non te ne avrei parlato, se si fosse trattata di una cosa seria?“
“E lo è?“




Angolo di S.:
Ebbene sono tornata per scocciarvi tutti con la mia storiaccia (AhAhAh *_*) Abbiamo un nuovo ed interessante personaggio che qui, però, si intravede solo. Ma non temete avrà un ruolo molto importante nello svolgersi della storia. (*-*) Comincia a delinearsi il carattere dei due protagonisti e del Conte Kilbourn che spero non ignorerete. (lo trovo particolarmente divertente) Personalmente, adoro di tutto cuore Mrs Jefferson. Mi ispira tanta tenerezza.
Mi dispiace essere stata per così tanto tempo assente, ma il picci si era rotto ed avevo perso un bel pò di cose. Ora sono di nuovo “in carreggiata“ e spero di rimanerci a lungo, seguita da voi, dolci anime pie e generose. Vi ringrazio, perchè non avete perso la speranza nè la voglia di leggere. Perchè, dopotutto, qualcosa di questa storia ancora cattura il vostro cuore. Ed io non vorrei perdervi, magari sentire di in tanto in tanto cosa avete da dire, le vostre opinioni, le vostre congetture. Sarebbe molto divertente :D V’invito ad esporre qualsiasi perplessità o curiosità. Per quanto mi sia possibile, mi piacerebbe rispondervi. ^__^ Ora, passo ai ringraziamenti specialissimi: morfola (l’ammore mio) free09 beeble Naomi namidachan BlueRose89 Sybille Vi ringrazio per i splendidi complimenti, le dolci parole e le svariate tifoserie ^* E‘ verissimo: la trama e l’ambientazione è tipica delle Loves stories, anche se spero che qualcosa di mio ci sia ed in abbondanza. Pertanto, mi auguro che non ci siano troppi Orrori grammaticali xDxD Ora, ultimo avviso :D Se qualcuno ha voglia di parlare (della storia o di qualsiasi altra cosa) non deve far altro che contattarmi *-*
Baci e, per chi li volesse, anche abbracci =D
Sbruby


  
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