Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Iulia_    03/04/2010    6 recensioni
WARNING! TITOLO CAMBIATO DA "FOR HER ONLY" IN "BEAUTY AND THE BEAST"
Da un pò di tempo avevo intenzione di scrivere una ff sulla coppia Draco\Hermione ma non avevo idea da che parte cominciare. Sfogliando il settimo volume di HP il caso ha voluto che mi imbattessi nel capitolo "Villa Malfoy". Eureka! Così è nata la mia ff. Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato innamorato di Hermione Granger e l'avesse vista in casa sua, prigioniera e in pericolo. Che altro aggiungere? Leggete e recensite :)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Beauty and the Beast saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona sera, egregie signore! Sì, lo so che non mi potete sopportare più ma a quanto pare la fatina dell’ispirazione si è posata sulla mia spalla e non vuole andarsene, perciò prendetevela con lei xD
Questo capitolozzo è più corto e, devo dirvelo, ormai siamo quasi alla fine. Se devo essere sincera un po’ mi spiace perché mi sono affezionata a questa storia. Ma comunque…
Leggete e recensite
Baci
Mena

P.S. L’attore si chiama Hayden Christensen



Le sue parole furono seguite da un silenzio tombale.
Hermione, stringendo ancora fra le mani il cappotto e il documento, si limitava a fissarlo: impossibile dire cosa stesse pensando.
I suoi occhi scuri fungevano da sipario per i suoi pensieri e, finchè non avesse voluto rivelarli, nessuno, nemmeno lui, avrebbe potuto capire quali fossero.
Non parlava, non muoveva un solo muscolo.
Era zitta, immobile.
Lo studiava come solo lei era in grado di fare.
Il cuore di Draco, nel frattempo, batteva forte come un tamburo, tanto che temeva sarebbe saltato fuori dal petto.
<< Non mi hai fatta ridere. >>
Gli scagliò contro quelle parole come se fossero pietre, con una voce gelida, incolore.
Come era naturale, non gli credeva.
<< E, se non vuoi che ti uccida subito, ti conviene non pronunziare più quel nome. >>
O per Morgana, come era possibile?
Come aveva fatto quella creatura dolcissima e piena di gioia a tramutarsi in un essere tanto freddo?
Era colpa sua?
Avrebbe meritato ogni castigo Infernale per aver tolto quel guizzo ai suoi occhi!
Si sarebbe inginocchiato ai suoi piedi se non avesse temuto di farla arrabbiare.
<< Hermione, non ti sto prendendo in giro… >>
Se possibile, lei si fece ancora più fredda.
<< Ti consiglio caldamente di sparire immediatamente dalla mia vista, o giuro che non sarò responsabile delle mie azioni. >>
Oh, ma quello era un incubo!
Non aveva nemmeno contemplato l’idea che lei lo scacciasse!
Le si avvicinò, ma Hermione indietreggiò puntandogli di nuovo la bacchetta contro.
<< No, ti prego, lasciami spiegare… >>
<< Stammi lontano. Tu non sei lui. Lui non c’è più. >>
Perché non voleva pronunziare il suo nome?
Perché lo definiva semplicemente “lui”?
<< Hermione, ti prego, ascoltami. >>
<< No, non voglio sentire. >>
Stava indietreggiando sempre più.
Possibile che fosse spaventata?
<< Lascia che ti spieghi: lo so che è strano, lo è anche per me, ma devi credermi. Sono io, Draco! >>
<< Tu non sei Draco! >>
Si fermò, colpita dalle sue stesse parole.
Forse dal fatto che avesse pronunziato quel nome.
Lasciò cadere per terra il cappotto e il documento e indicò la tomba scoperta.
<< Quello è Draco! Lui è lì, in quell’urna! >> Gli occhi si gonfiarono di lacrime. << Io stessa ho messo le sue ceneri là dentro! >>
Oh, quale dolore era stata costretta a sopportare?
Quale terribile sofferenza le aveva causato?
Provò a mettersi nei suoi panni, costretto a vedere colei che amava ridotta in cenere.
Costretto a seppellirla ed andare avanti.
No, era troppo orribile.
Lui non sarebbe riuscito a sopportarlo.
Deglutì con forza e la guardò.
<< Hermione, voglio che tu mi ascolti. >> Cominciò sicuro e tuttavia preoccupato. << Ti proverò che sono davvero io, Draco, farò qualsiasi cosa tu mi chieda per dimostrarlo. >>
<< Tu non sei Draco. >>
Perché continuava ad avere quella voce fredda?
Dio, voleva stringerla, consolarla, rassicurarla!
<< Non nel corpo, ma lo spirito sì! >> Disse. << Come posso...? >> Battè un pugno nel palmo aperto. << Certo, ti dirò cose che solo io posso sapere. >>
Lei abbassò gli occhi, il bel volto trasfigurato da una terribile sofferenza.
<< Perché ti diverti a tormentarmi? Cosa ti ho fatto di male per meritarlo? >>
Meritava di morire fra le peggiori agonie.
Non era capace di sopportare la vista della sua amata sofferente.
Colmò la distanza fra di loro e si inginocchiò di fronte a lei, le mani giunte in preghiera come se fosse la Madonna e lui un terribile peccatore.
Avrebbe voluto sfiorarla ma era davvero terrorizzato.
Non osava nemmeno alzare un dito su di lei.
<< Hermione, ti imploro, smettila. Torturami, schiantami, uccidimi, fa ciò che vuoi, ma ti prego non piangere. >>
Lei sembrò sinceramente sconvolta dalle sue parole.
Puntò su di lui i bellissimi occhi castani e, poi distolse di nuovo lo sguardo.
<< Alzati, per favore. >>
Draco ubbidì senza pensarci due volte e il suo naso sfiorò una ciocca dei suoi capelli.
Niente, niente valeva quanto il poter sentire anche per pochissimi secondi il loro profumo.
Se ne riempì le narici e poi i polmoni: era una linfa vitale che gli scorreva in corpo.
<< Perché dici di essere lui? Cosa vuoi? >>
Non era più fredda, ma carica di sofferenza e dolore.
Era semplicemente terribile.
<< Io non dico di essere lui: io sono Draco. >> Ripetè forse per la millesima volta, ma sempre con lo stesso ardore. << E cosa posso volere se non te? Sono tornato solo per te. >>
Hermione piegò un po’ la testa di lato e lo studiò.
<< Lo sai che non ti credo, vero? >>
Oh, le avrebbe fatto cambiare idea!
Era riuscito a tornare in vita, entrando in un altro corpo, sarebbe riuscito a convincerla della verità!
<< Non fermarti al corpo, Hermione: guarda oltre. >> Disse facendosi più vicino. << Tu mi conosci, lo senti. Non conosci questo corpo, ma sai di conoscere me, non è così? >>
Lei era come abbacinata, con i bellissimi e profondi occhi scuri fissi in quelli chiari di lui.
Il viso era rivolto verso l’alto per guardarlo e il collo era scoperto e teso.
Oh, l’istinto vampiresco di baciare quella carne seducente era troppo forte per poter essere messo a tacere!
Respirò profondamente cercando di calmarsi.
Se si fosse spinto a posare le sue labbra su di lei, o anche solo a sfiorarla, gli sarebbe sfuggita dalle mani e recuperarla sarebbe stato pressocchè impossibile.
<< Io non riesco capire… >>
Bè, era un notevole passo avanti: almeno non gli aveva sputato contro una qualche sentenza.
Se non capiva, forse era disposta ad ascoltarlo.
<< Concedimi di aiutarti, allora. >> Fece, stringendo i pugni per impedire alle mani di fare di testa loro e perdersi fra quei boccoli scuri. << Sai cosa stavo cercando dentro la tomba? >>
Lei scosse la testa, continuando a guardarlo dritto negli occhi.
<< L’anello, Hermione. L’anello forgiato da Lancelot per Isolde. La metà dell’anello di smeraldi che porti al dito. >> Disse. << Lo volevo per poterti trovare. >>
Sapeva che con quelle brevi frasi aveva rivelato molto: le aveva mostrato di sapere di Lancelot e Isolde e, per di più, di conoscere uno dei segreti che la famiglia Malfoy custodiva da mille anni, quello degli anelli. Lei era immobile e sembrava incapace di muoversi o parlare, pertanto Draco decise di continuare su quella linea.
<< L’ho cercato ovunque: nella mia stanza che è stata tua per tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme in questo castello; nel salotto dove abbiamo dormito abbracciati davanti al camino quando ti ho salvata dagli avvincini di quel lago; nella cucina dove hai cucinato quelle cose orribili piene zeppe di olio. >> Fece una breve pausa. << Sono sceso anche in Biblioteca, varcando il passaggio segreto nella parete del corridoio, ma non l’ho trovato. Poi ho pensato che forse lo avevi seppellito insieme alle ceneri e lo stavo appunto cercando quando sei arrivata tu e mi hai schiantato. >>
Rimase in silenzio, in attesa che lei dicesse qualcosa, ma sembrava non averne la minima intenzione.
Se il suo piccolo racconto aveva fatto un qualche effetto in lei, non lo diede a vedere.
Continuava a guardarlo con gli occhi fissi.
<< Non mi credi ancora? >>
La sofferenza nella sua voce non era simulata.
Il fatto che lei, la sua Hermione fosse così distante da lui lo faceva stare malissimo.
E che rimanesse in silenzio era ancora peggio.
<< Cos’altro posso dire per convincerti che sono io, Draco? >> Ci pensò un momento, senza smettere di guardarla. << Vuoi che ti dica tutte le parole che ci siamo detti quando ci siamo baciati la prima volta? Vuoi che ti racconti la tua figuraccia da bambina al mare, quando hai perso il costume? >> Fece una brevissima pausa per riprendere fiato. << Oppure vuoi che rievochi quando abbiamo fatto l’amore la prima volta, dopo che mi avevi accusato di non amarti? >>
Le rivolse un dolce sorriso.
<< Mi hai ordinato di non ridere perché temevi di non essere brava. Bè, sappi che sei stata anche troppo brava e che il ricordo di quella notte mi ha ossessionato ogni attimo. >>
La guardò negli occhi, che si stavano spalancando sempre più.
<< Non ti basta? Vuoi che parli ancora? Io ti conosco meglio di chiunque altro, al mondo: adoro la smorfietta che fai quando sei nervosa, il modo in cui ti si colorano le guance quando sei imbarazzata, come ti sposti i capelli dietro l’orecchio… >>
Merlino, sarebbe impazzito!
<< Hermione, io ti amo. Ti amo e ora so che nemmeno la morte può cancellare quello che provo per te. >>
Lei rimase ferma, ancora muta, guardandolo fisso.
Infine i suoi occhi si riempirono di lacrime.
<< Non puoi essere tu…tu sei morto…io ti ho visto morire… >>
Non doveva farsi vincere dall’emozione.
Scosse la testa e la guardò negli occhi, sperando che quelle lacrime scomparissero.
<< Sono tornato, Hermione. Sono entrato in un altro corpo, questo corpo, ed ora sono qui, con te. >>
Stavolta fu lei a scuotere la testa, indietreggiando e riprendendo vita.
<< No, non è possibile…Ci..ci deve essere una spiegazione diversa… >>
<< Perché non vuoi accettarlo? Sono io, Draco! Sono tornato da te! Per te! >>
Lei era terrorizzata.
Sì, era il termine più appropriato.
Aveva una paura sconfinato, sebbene non sarebbe stato in grado di dire di cosa.
<< No, non è vero…non ci credo… >>
No, era lui a non credere alle sue orecchie.
Perché si stava comportando così?
<< Hermione, ti prego, ascoltami. >> Cominciò cercando di non farsi prendere dalla disperazione. << Ho incontrato Isolde e Lancelot, mi hanno raccontato la storia così come è andata veramente e se mi lasci fare, lo dirò anche a te… >>
<< No! Smettila! >> Lo interruppe lei. << Tu non hai visto nessuno! Non so chi o cosa sei, ma non sei il mio Draco! >>
Indietreggiava sempre più velocemente tanto che cadde, ma si rialzò prima che lui potesse aiutarla.
<< Hermione, ascoltami! >>
Troppo tardi.
Lo aveva guardato un’ultima volta e poi era scomparsa, materializzandosi chissà dove.
No, non poteva essere vero.
Perché non aveva voluto ascoltarlo?
Non era da lei!
Lanciò un urlo terribile, che riempì completamente l’aria e si lasciò cadere in ginocchio per terra.
Era fuggita via da lui!
L’aveva persa di nuovo!
Perché, in nome di Dio?
Cominciò a battere i pugni per terra, sfogando così tutta la sua rabbia.
Strappò l’erba, urlò maledicendo chiunque gli passasse per la testa, persino le ceneri che erano custodite dentro quell’urna.
Cosa poteva fare adesso che lei si era rifiutata di credergli?
Era scomparsa!
Dio, era fuggita da lui!
Rimase a pensare lì per ore e ore, finchè giunse il tramonto.
A quel punto si mise in piedi, ormai privo di qualsiasi emozione e raccolse dalla tomba il pezzo di stoffa che aveva visto prima.
Come aveva supposto lì c’era l’anello e la sua bacchetta.
Che cosa avrebbe dovuto farci, adesso?
Lei non voleva essere trovata.
Risistemò il terreno sopra quel mucchio di ceneri vuote e poi rientrò al castello.
Non aveva nessuna intenzione di spostarsi da lì.
Sperava che lei tornasse, che lo ascoltasse.
Ancora non riusciva a capire perché mai fosse scappata così da lui.
Davvero non ci riusciva.
Perché non lo aveva ascoltato?
Accese il fuoco e si sedette davanti al camino, sentendosi più che mai solo.
Dopo averlo guardato per ore, infilò l’anello al dito.
‘Hermione, amore mio, perché non vuoi credermi?’
Sperava che quel messaggio giungesse fino a lei, ma non era certo che lo avrebbe ascoltato o tenuto in qualche modo in considerazione.
Possibile che Lancelot e Isolde si erano sbagliati?
Che il Re avesse sbagliato?
No, era assolutamente impensabile.
Ci doveva essere un modo per riconquistarla.
Dio, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di poterla riavere!
E doveva riaverla.
Lei gli apparteneva.
Era sua, sua e basta.
Non importava in quale corpo fosse perché lei gli apparteneva nell’anima.
L’avrebbe riavuta, e, se non ci fosse riuscito, bè allora sarebbe andato a prendere a schiaffi i suoi santissimi progenitori per avergli causato altra sofferenza inutile.
Il solo pensiero di dover stare senza di lei sarebbe stato sufficiente ad ucciderlo.
La rivide ancora una volta davanti a sé, bellissima anche nel momento del dolore, perfetta in ogni particolare.
Non aveva nemmeno potuto toccarla.
Chissà quando in quei momenti terribili in cui la sua mente ricreò la copia perfetta della sua amata, crollò in un sonno profondo, del quale Hermione fu regina incontrastata.
Quando si svegliò l’indomani era quasi mezzogiorno.
Lei non era venuta.
Si sentì distrutto a quella constatazione.
Non era venuta, non sarebbe tornata da lui.
Si mosse come un automa per tutto il pomeriggio, vagando da una stanza all’altra, come un pazzo, cercando ogni segno di lei, qualunque cosa.
La morte fisica era stata meno dolorosa.
In biblioteca accarezzò tutti i libri che le delicate mani della sua Hermione avevano toccato e, andando nella stanza dei suoi genitori, scoprì un asciugamano che lei aveva lasciato lì per terra.
Era un comportamento maniacale.
Fu così che si fecero le otto di sera e lui era di nuovo nel salotto, seduto sul divano.
Adesso era estremamente simile al Samuel Blackwood che aveva visto.
Adesso capiva cosa lo aveva spinto a tentare l’impiccagione.
Purtroppo, però, era troppo codardo per decidere di morire se non era per salvare la sua Hermione, perciò se ne stava fermo a fissare il fuoco.
Poi però avvertì qualcosa di strano: un soffio di aria fredda accanto a lui, vicino l’orecchio.
<< E’ ad Hogwarts e se non vai da lei non ce la farà. >>
Non era una vera e propria voce, ma aveva parlato e aveva riconosciuto il tono.
Era Isolde.
Quell’aria fresca scomparì con la stessa velocità con cui era apparsa, ma, a quel punto, Draco era già in piedi.
Gli avvertimenti di Isolde non erano da prendersi alla leggera.
Non gli importava che non gli credesse o che non volesse ascoltarlo: doveva limitarsi a lasciarsi proteggere da lui.
Così, senza pensarci due volte, si materializzò ad Hogsmade, non sapendo a cosa stava andando incontro: la battaglia finale.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Iulia_