Note dell’autore: Eccovi il
secondo capitolo dell’episodio 3XOO “La sposa perfetta con Rose. Spero che sia
di vostro gradimento. Ringrazio BadWolfTimeLord per il suo sostegno, spero
tanto di non deluderti. Per quanto riguarda la fan fiction a quattro mani, sono
disponibile… quando vuoi.
Adesso
divertitevi e recensite. Nulla è mio.
Capitolo 2
Donna in pericolo
Rose e il Dottore corsero verso il Tardis, sperando di
recuperare Donna, prima che fosse troppo tardi.
“Come facciamo a trovarla?” chiese Rose tenendosi alla
console, una volta in movimento.
“Sappiamo dove sono diretti.” Le rispose mentre si aggirava
attorno alla console.
“Che hai in mente.?” Chiese Rose, il Dottore sorrise
ampiamente nel notare sullo schermo un puntino rosso
“Sarà divertente.” Le disse sorridendo, Rose aggrappandosi
alla console lo raggiunse, non capendo cosa intendeva.
“Rose ascolta con molta attenzione.” Disse il Dottore tra gli scossoni del Tardis.
“Quando te lo dico devi tirare quella leva, ok?” chiese indicando
la leva a destra della ragazza.
“Aspetta, siamo in movimento non puoi uscire!” gli urlò
preoccupata, mentre lo vedeva avvicinarsi alle porte.
“Tieni quella leva.” Le rispose aprendo le porte. In quel
momento Rose si rese conto che erano sull’autostrada, sentiva il Dottore che
gridava contro Donna bloccata sul taxi nero.
“Rose adesso.” Lo sentì gridare mentre l’auto si
allontanava. La ragazza obbedì, ma fu investita dalle scintille e dal fumo del
Tardis, ritrovandosi a terra.
“Rose!” sentì il Dottore che la chiamava preoccupato.
“Sto bene.” Disse stordita, mentre cercava di rimettersi
in piedi.
“Pensa a salvare Donna, invece.” Gli urlò contro.
I tre trovarono rifugio sul tetto di un palazzo, Donna fu
la prima a uscire dalla cabina, Rose la segui subito dopo, rispondendo al telefono
che suonava da un po’, il Dottore invece si doveva occupare del Tardis, che
aveva riportato qualche danno.
Mentre Rose ascoltava la madre, guardava verso Donna,
avvolta nel suo bel abito da sposa, si era subito dimostrata forte, ma adesso
mentre la con lo sguardo perso nel vuoto, mostrava il suo vero carattere, non
era abituata a tutto quello, si vedeva, nei suoi occhi c‘era il gran desiderio di poter ricominciare
quella giornata da capo, e concludere la sua camminata verso l’altare, verso
l’uomo che amava. Vide il Dottore appoggiargli la sua giacca sulle spalle della
sposa e sorrise, quando voleva i Dottore sapeva essere molto galante, si mise
seduta accanto a lei, seduti entrambi sul cornicione. Salutò la madre e si
avvicinò a loro.
“Con questo anello, io ti bio-elimino.”
Disse con ironia il Dottore mentre metteva un anello al dito di Donna.
“Nel bene e nel male.” Rispose lei con la stessa ironia,
Rose sorrise e si mise seduta accanto al Dottore.
“Tutto bene?” le chiese il Dottore.
“Oh, si era solo mamma.” Gli risposi sapendo bene come
avrebbe reagito.
“Oh, no!” rispose esasperato.
“Credevi che nessuno avrebbe notato un’enorme cabina blu
che vola sull’autostrada?” disse Rose ridendo.
“Speravo che lei non la vedesse almeno.” Borbottò il
Dottore, guadagnandosi una spallata scherzosa da parte di Rose.
“E ditemi i robot babbo Natale a cosa servono.” Chiese
Donna interrompendo la discussione.
“Oh i classici Robot cacciatori.” Rispose il Dottore
“Pesci pilota.” Calzò Rose, ricordando il Natale
precedente.
“La tenuta da Babbo Natale è solo un
travestimento.”continuò a spiegare il Dottore.
“C’erano anche lo scorso Natale.” Spiegò Rose.
“Perché cosa è successo?” chiese Donna con naturalezza.
Gli altri due si guardarono stupiti.
“Davvero non ti ricordi?” chiese Rose incredula.
“Un enorme astronave, che sorvola Londra. Impossibile non
notarla.” Continuò il Dottore.
“Avevo un po’ bevuto.” Rispose lei alzando le spalle.
“Noi abbiamo passato il Natale al Powell Estate.” Spiegò
il Dottore indicando con la testa verso la periferia della città.
“Il nostro primo Natale insieme.” Continuò il Dottore
sorridendo, circondando le spalle di Rose con il braccio e stringendola.
“Già, e quando tutta questa storia sarà sistemata, mia
madre ci aspetta.” Disse Rose tirando fuori la lingua in modo canzonato.
“Dobbiamo proprio?” supplicò il Dottore.
“Ehi vi dispiace tornare a concentrarvi sul robot babbo
Natale che ha cercato di rapirmi?” intervenne Donna, portando l’attenzione dei
due nuovamente su di lei.
Il Dottore era appoggiato al bancone del bar ad osservare
divertito attorno a sé. Il suo sguardo cadde su Rose, che si stava divertendo a
ballare con un amico degli sposi, sorrise nel ricordare l’unica volta in cui
avevano ballato insieme, nel Tardis, subito dopo aver fermato i Nanogeni.
Sospirò, rendendosi conto di quanto era legato a Rose, si era sempre imposto
dei limiti con le sue compagne di viaggio, ma con Rose tutto si dissolveva,
perfino la sua razionalità si perdeva. Proprio come in quel momento avrebbe
tanto voluta stringerla tra le sue braccia e divertirsi con lei. Decise di
concentrarsi su altro, si voltò verso un uomo che aveva in mano un telefonino, decise
di fare una piccola ricerca sull’azienda in cui Donna lavorava.
Rose continuava a ballare, l’amico di Donna era
simpatico, ma avrebbe tanto voluto ballare con il Dottore, proprio come quella
volta in cui avevano conosciuto Jack, quando ancora considerava il Dottore solo
un amico, un amico davvero speciale. Ma ormai doveva ammettere che era
diventato qualcosa di più, qualcosa di più importante, ma forse lo era sempre
stato.
Si voltò a guardare verso la sua direzione, lo vide usare
un telefonino, vide il suo volto irrigidirsi improvvisamente, qualcosa non
andava, qualcosa lo stava preoccupando. Si scusò con il suo cavaliere e
raggiunse il Dottore.
“Qualcosa non va?” gli chiese una volta vicina, il
Dottore si voltò nascondendo il telefono.
“Ehi, come mai qui? Hai già finito di ballare?” scherzò
il Dottore, ma Rose sapeva bene che qualcosa non andava.
“Beh, ti ho visto preoccupato … Dottore qualcosa non va?”
continuò a chiedere.
“No, tutto bene.” Le rispose sorridendole. Rose sapeva
bene che stava mettendo, riusciva a leggere la sua preoccupazione negli occhi.
Le prese la mano.
“Andiamo.” Le disse improvvisante. Rose era davvero
confusa.
“Andiamo dove?” chiese la ragazza.
“A ballare, siamo ad una festa no?” le rispose con
naturalezza trascinandola sulla pista da ballo. Rose sapeva che era un modo per
non farla preoccupare, ma non avrebbe mica protestato, in fondo era questo che
voleva, ballare ancora con lui, farsi stringere.
Fine
Capitolo II
Correzione: Ed eccovi la correzione del secondo capitolo, ho aggiunto
anche qualche battuta in più.