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Autore: Xion92    06/04/2010    5 recensioni
La storia di Kairi secondo il mio punto di vista. Mi sono sempre detta: se Kairi è una principessa, ed è di Radiant Garden, non potrebbe esserne la principessa legittima? E magari figlia di Ansem, che è capo e sovrano del Radiant Garden (come dice nei suoi diari)?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi di ritorno dallo stage (beata fra le mucche!), e buona Pasqua in ritardo a tutti! Un parto l'ho visto, per fortuna. Però mi sono fatta anche un'idea delle condizioni terribili in cui vengono tenuti gli animali. Infatti sono rimasta talmente impressionata che ho deciso di diventare vegana! (lo sono da una settimana, e me la cavo anche bene!) Pensate che hanno separato il vitello dalla madre il giorno dopo la nascita, e dato che era un maschio, che chiaramente non può fare latte, a solo un giorno lo hanno rinchiuso in un box dove può a malapena girarsi e sdraiarsi, in un capannone dove non vedrà la luce per ben 7 mesi!! Dopodichè lo macelleranno. Sono indignata, una cosa così non riesco a tollerarla. Scusatemi ma è uno sfogo che avevo bisogno di fare. Torniamo a noi. Godetevi la storia (spero di essere riuscita ad esprimere bene i sentimenti e le emozioni), ora manca solo l'epilogo.^^
masterof dark: Riku infatti sa sempre tutto! xD Il parto l'ho visto, ed è stato bellissimo. La mucca piangeva per il dolore però ... ora so cosa si prova. Rabbrividisco se penso che dovrò passarci anch'io ... Cmq BbS uscirà quest'estate, data da destinarsi.
vickai: grazie! Ed ecco a te il capitolo dove si rivedono!
mietitrice: no, se avessi messo che Kazi perdeva il cuore, sarebbe venuta fuori una gran palla! xD Goditi il capitolo!
Jasmin: nuova lettrice! Si, ormai lo so che la mia "teoria" è totalmente errata, l'ho capito guardando BbS, dove Kairi e Ansem non si cagano di una lira. Ci avevo pensato un anno fa, quando di BbS non si sapeva quasi niente e si andava per teorie e basta. Per esempio, la teoria che Aqua sia sorella di Kairi è la più grande cazzata che si possa scrivere. Però io l'ho scritto cmq. xD grazie per i complimenti!!
cipotta91: io ti ho fatta emozionare in 27 capitoli, tu mi hai fatta emozionare in 2 righe di commento, fai un po' il paragone! xD Grazie davvero!! Eheh, lo so che Kazi è un grande, non per niente l'ho inventato io! è nato non da Kairi, ma dalla mia geniale e fervida (?) mente!! Ok, la smetto di vantarmi. Buona lettura!!


Per sempre felici


“Sora, dormi?” chiese Kazi, abbracciato a Sora.
“No … non ci riesco ancora … sono troppo emozionato.”
“Anch’io. Non vedo l’ora di tornare a casa. Però io è da poche settimane che sono via. Tu invece da molto di più, vero?”
“Si. Da sei anni.”
“Sora, c’è il mare nel tuo mondo?”
“Si … tanto mare … la spiaggia …”
“Io non ho mai visto il mare … mi verrai a trovare qualche volta? E mi porterai nel tuo mondo per farmi fare un bagno nell’oceano, ogni tanto?”
“Certo che lo farò. Se solo i nostri mondi non fossero così distanti …”
Kazi tacque per un po’.
“Perché non mi hai consegnato a Vanitas, ieri?”
“Mi chiedi perché? … Kazi, come avrei potuto consegnarti a quel mostro?”
“Ma in questo modo avreste ottenuto la vittoria senza dover neppure combattere.”
“Però così saresti morto.”
“Ma la mia vita non vale quanto la salvezza dell’universo.”
“Per me si, invece.” Disse Sora con sincerità.
Kazi a quelle parole sorrise. “Sora, ti voglio tanto bene!” e si strinse di più a lui.
Il ragazzo sentì gli occhi bagnarsi, ma ricacciò indietro le lacrime. “Anch’io. Adesso dormi, tesoro.”
Gli diede un bacio sui capelli, e Kazi si addormentò.
Sora guardò fuori dal finestrino. ‘Kairi … chissà quanto sarai cresciuta … muoio dalla voglia di rivederti …’

La mattina dopo, sulla Gummi Ship, durante il viaggio di ritorno, Paperino e Pippo fischiettavano allegramente come non gli capitava da anni. Pippo non stava in sé all’idea di rivedere suo figlio, Topolino e Paperino erano impazienti di rincontrare i rispettivi nipoti e compagne.
Riku aveva sua madre e gli altri ragazzi delle Isole da rivedere.
“Ma prima dobbiamo passare al Radiant Garden e riportare Kazi a casa. Il suo Mondo è proprio sulla rotta.”
Sora, che fino al giorno prima era lieto di accompagnare Kazi personalmente, ora non ne era più così entusiasta. Più tempo avrebbe perso ad accompagnare il bambino, più tardi avrebbe rivisto la sua compagna. Ma una promessa è una promessa, e quando la Gummi Ship atterrò vicino alla Cascata Inversa, scese insieme a Kazi.
“La Cascata … da quanti anni sono che non la vedo …”
“Urrà! Sono a casa! Lo sento … il profumo della mia terra … Mamma, arrivo! Andiamo tutti, avanti!”
Riku, però, disse a Kazi. “Penso che Sora basti … qui siamo tutti un po’ stanchi, penso che vi aspetteremo qui.”
“Ma perché, Riku?” chiese ingenuamente Pippo. “Accompagniamo i nostri amici, dai!”
Ma Riku gli lanciò una tale occhiataccia che Pippo smise subito di protestare.
Poi il ragazzo si rivolse a Sora. “Andate pure. Ti aspettiamo qui. Ciao, Kazi! Fai il bravo, eh?”

Non appena i due si furono allontanati in direzione della città, Paperino si rivolse furioso a Riku.
“Adesso tu ci spieghi il tuo comportamento! Perché ti comporti in modo così strano e incomprensibile con Sora e Kazi? Eh, Riku?”
Riku si voltò esasperato verso i due. “Siete proprio tardi! Ma non avete capito che Sora e Kazi sono padre e figlio?!”
Fu come se un fulmine avesse colpito in pieno i due animali. “Co … cosa …? Riku, non prenderci in giro.”
“Chiunque lo riuscirebbe a capire, se solo ci ragionasse un po’. Beh, ma Sora non si è mai scelto amici svegli. A parte me, chiaramente.”
“Beh, in effetti un po’ si assomigliano …” rifletté Pippo a voce alta.
“ ‘un po’’? Ma se sono uguali! Poi Kazi ha i capelli rossi, ed ha cinque anni, mentre noi siamo in viaggio da sei … non ci arrivate?”
Topolino, che non aveva detto nulla, annuì sorridendo.
Paperino, che era riuscito a riprendersi dallo shock, aggiunse
“E allora … se lo avevi capito … perché non ce lo hai detto?”
“Certo, avrei potuto dirvelo … Ma desideravo che Sora portasse a termine il compito che gli era stato assegnato: dirglielo lo avrebbe distolto completamente dalla sua missione, non avrebbe più pensato a Xehanort, ma solo ai suoi fatti personali. Potevamo forse permettercelo, nelle condizioni in cui ci trovavamo? Potevamo lasciare che il nostro guerriero più forte si distraesse dal suo obiettivo?”
“Beh … e comunque perché non ci hai lasciato andare con lui, adesso?”
“Non vorrete mica fare il terzo incomodo, no?” chiese Riku, con aria da superiore. Guardò verso il castello che si scorgeva in lontananza. “Forse potrebbe anche non sembrare, ma io a Sora ci tengo. È il mio migliore amico. Se ho fatto questa messinscena, l’ho fatta per lui, per il suo bene.”

Kazi, senza aspettare Sora, corse avanti, con il ragazzo che lo seguiva calmo e senza fretta. Quando fu a mezzo chilometro dalla città, Kazi si mise a urlare a pieni polmoni:
“Mog! Bold! Yuffie! Sono tornato!”
Mog, che aveva un udito superiore a quello umano, lo udì subito e volò come una scheggia verso di lui.
“Kazi! Kazi!” gridò con gli occhietti neri luccicanti. “Sei ritornato, kupò!!”
Gli volò dritto addosso. Kazi lo abbracciò stretto. “Sapessi quanto mi sei mancato, mio piccolo peluche!”
Mog rimase appiccicato al principe per un po’, poi si staccò e chiese sospettoso. “Ma … un attimo! Questo vuol dire che sei già ritornato?”
“Beh … si, Mog!”
“Nooo! Si stava così bene senza di te, kupò!” gridò l’animaletto coprendosi la testa con le zampe.
“Oh, grazie tante, mostriciattolo!” rise il bambino. “Sora, questo è il mio Moguri.”
Mog rispose indispettito. “Da quando sarei tuo, kupò?!”
Kazi continuò a ridere. Quanto gli piaceva quell’animaletto! Il suo caratteraccio lo rendeva più adorabile di quanto non fosse già.
“E tu saresti, kupò?”
“Sora. Non ti ricordi di me?”
“Ah, si, quello che mi chiedeva di continuo di elaborare l’Ultima Weapon! Si, si, mi ricordo, kupò. Devi essere uno di quei ragazzi che si sono presi cura di Kazi. Non potrò mai ringraziarti abbastanza, kupò. Senza la mia peste non so come farei. Ora vado a chiamare tutti, kupò!”e sfrecciò via.
Sora ridacchiò. “è un tipo originale.”
“Molto. Dai, andiamo.”

Dopo poco, tutta la gente corse fuori dalle case, e tutti si misero a gridare felicissimi “Kazi è tornato!” “Il principe!” “Sua maestà, il principe!”
“Principe? Kazi è un principe?!” esclamò Sora sorpreso.
“Kazi! Kazi! Sei tornato!” gridarono Aerith, Yuffie, Tifa, Cid, Merlino, Leon e Cloud, accorsi.
Le ragazze si precipitarono intorno a Kazi, abbracciandolo, baciandolo e facendogli un sacco di feste. Squall, a braccia conserte, spostò lo sguardo su Sora, su quello che un tempo era solo un ragazzino ed ora era alto quasi quanto lui.
“Guarda un po’ chi è tornato.”
Yuffie e Tifa volsero la testa e si accorsero che c’era pure Sora.
“So … Sora! Sei veramente tu? …”
“Ciao! Erano anni che non ci vedevamo! Sono diventato amico di Kazi in queste settimane.”
“Però, come sei cresciuto!” commentò Tifa.
“Bold! Angel! Ci siete anche voi!” gridò Kazi, e corse verso i suoi due amichetti. Angel gli saltò addosso e gli diede un bacio sulla guancia.
“Il mio principe è tornato!” gridò la bambina estasiata.

“Kairi! Kairi! Kazi è tornato, kupò!” gridò Mog, volato in cima al castello.
Kairi nemmeno rispose. In un attimo, si era già precipitata in città.
“Dov’è Kazi? Dov’è mio figlio?” chiese emozionata e in apprensione.
“Kazi! Guarda chi c’è!” disse Bold.
Kazi aguzzò la vista. “Mamma! Mamma!”
Sora, a quell’urlo, curioso di conoscere la mamma del suo amichetto, si voltò verso la direzione in cui era voltato Kazi, e rimase a bocca aperta e gli occhi azzurri spalancati.
Subito Kazi si precipitò di corsa in braccio a sua madre.
“Kazi! Tesoro! Sei tornato!” gridò Kairi con la voce rotta. Aveva occhi solo per il figlio. Non aveva notato nessun’altro nella piazza a parte lui. Cadde in ginocchio con il bambino stretto al seno. “Sei tornato … pensavamo … che eri morto … e invece sei qui …” cominciò a piangere.
“Mammina, non piangere. Devi solo essere contenta, perché ho sconfitto Master Xehanort!”
Kairi lo guardò sorpresa. “Hai sconfitto … Xehanort?”
“Si! L’ho battuto da solo! Non ci saranno Unversed. Mai più!”
La principessa si asciugò gli occhi. “Lo sapevo che lo avresti ucciso, un giorno …”
Kazi, entusiasta, continuò “Ma senza Sora non ce l’avrei mai fatta! È uno di quei guerrieri che mi ha aiutato.” e indicò il ragazzo, che era rimasto dall’altra parte della piazza, che seguitava a guardare la scena, non riuscendo quasi nemmeno a respirare.
Kairi alzò lo sguardo, e quando vide la persona che il figlio le indicava, il suo cuore saltò un paio di battiti. Lentamente, lasciò andare il bambino, e si alzò in piedi, senza smettere di fissare il ragazzo.
Tutta la gente intorno sembrava aver capito che qualcosa sarebbe presto successo, perciò tacquero tutti, tenendosi in disparte.
Sora e Kairi, uno di fronte all’altro, a un centinaio di metri di distanza, continuavano a fissarsi senza dire nulla, col cuore che aveva ripreso a battere più velocemente.
Kazi, stupito, tirò la mamma per il mantello. “Cosa c’è mamma? Lo conosci?” Lei non lo sentì. Fissò il ragazzo per alcuni istanti, poi mormorò “Sora …”
Sora, con la voce ridotta a un filo, sussurrò “Kairi … sei tu …”
In un attimo, Kairi riacquisì lucidità, e sentendosi scoppiare gridò
“Sora! Sei tu! …”, e si mise a correre verso il suo compagno. Anche Sora gridò il suo nome, corse verso di lei, e quando si incontrarono Kairi si gettò fra le sue braccia. Sora la strinse forte e si accasciarono a terra, lui premendo la guancia sulla testa della ragazza, lei con la testa premuta contro il suo petto. Per alcuni attimi rimasero così, poi sollevarono la testa, guardandosi con attenzione per la prima volta.
“Sora … sei proprio tu … sei ritornato da me …” sentì le lacrime bruciarle gli occhi.
“Si … sono qui … sono tornato … come promesso …” la sua voce profonda era spezzata dall’emozione.
“Come sei diventato bello …” mormorò Kairi prendendogli il viso tra le mani. L’uomo che aveva aspettato per sei lunghi, eterni anni, finalmente aveva mantenuto la sua promessa. Ripensò a tutti i momenti terribili che aveva passato da sola, senza alcun supporto morale, senza riuscire a confidarsi con nessuno, senza qualcuno che la proteggesse … tutti quei momenti erano finiti.
“Anche tu … sei diventata splendida …” le passò le dita fra i lunghi capelli rossi. Non fece assolutamente caso ai vestiti regali che indossava, pensava solo a lei per com’era: era sempre la sua amata Kairi, il resto non contava.
La avvicinò a sé e la baciò. Kairi si sentì scossa nel profondo; le sembrò di fare un salto nel tempo, di tornare a sei anni prima, quando loro due avevano solo sedici anni e si amavano sulla loro isola, e l’ultima notte nella loro grotta. Chiuse gli occhi, e si lasciò prendere dai ricordi. Sora la strinse con dolcezza e decisione, continuando a premere le labbra su quelle della ragazza. Da quando era partito da casa, non aveva passato una notte senza sognarla, sognava di tornare a casa, alle sue Isole, con lei che lo aspettava sulla spiaggia tendendo le braccia verso di lui; non si aspettava minimamente di trovarla in quel mondo, così lontano dalla loro casa. Continuò a baciarla, ad accarezzarla, a cullarla, con lei che gemeva e singhiozzava, e tutti e due si scordarono completamente delle persone che li circondavano.
Le quali cominciarono a mormorare fra loro e a chiedersi chi mai fosse quel ragazzo. Chi era mai quell’individuo spuntato dal nulla, e come si permetteva di trattare la loro amata principessa in quel modo così intimo? Ma né Kairi né Sora li sentirono. Solo una vocina candida, tra tutte le altre, fece trasalire il guerriero.
“è la prima volta che vedo la mamma baciare qualcuno sulla bocca.” Kazi lo disse con un tono innocente e un po’ divertito, perché non aveva mai visto nessuno, nemmeno le coppiette ai giardini, baciarsi con così tanta passione.
Sora staccò le labbra da Kairi, e fissò il bambino, che era poco dietro Kairi, sbalordito.
“Kairi …” mormorò “chi è … quel bambino? …”
Kairi si asciugò gli occhi, e si voltò a guardare Kazi, che continuava a osservarli incuriosito.
“Sora … non ti ricordi?”
“Cosa?” Sora fissò attentamente Kairi.
“Non ti ricordi … quella notte … la notte che abbiamo passato insieme … nella nostra grotta segreta?”
A Sora sembrò di rivivere quegli attimi di amore puro insieme alla sua ragazza, che aveva passato con lei tanti anni prima. Sentì la mente annebbiarsi di ricordi.
“Certo che mi ricordo … come potrei dimenticare?”
Kairi sorrise. “Beh, Kazi è … Kazi è …” non riuscì a proseguire. In tutti quegli anni non si era mai preparata un discorso di spiegazioni da dare a Sora, quando fosse tornato.
“Chi … chi è?” la incitò Sora. Poi capì e spalancò gli occhi. “No … non dirmi che … che è …”
La principessa guardò sognante il suo compagno e sorrise.
“Si, Sora.”
“… ma allora …”
Sora, col cuore che aveva quasi smesso di battere, guardò Kazi, come se fosse la prima volta che lo guardava: lo osservò con attenzione, e capì all’improvviso che il suo aspetto aveva un perché: i suoi capelli non erano dritti: erano dritti come i suoi. Non erano morbidi: erano morbidi come quelli di Kairi. Non erano rossi: erano rossi come quelli di Kairi. I suoi occhi non erano blu: erano blu come quelli di Kairi. I lineamenti del viso non erano senza significato: erano i suoi.
Lasciò andare lentamente Kairi e continuò a fissare Kazi, che si avvicinò cauto a loro. Stava cominciando a capire: quell’uomo conosceva sua madre, e la stava baciando e toccando come nessun’altro aveva mai osato fare, e lei lo ricambiava pienamente. Quando furono a pochi passi di distanza, Kazi guardò il ragazzo intensamente e gli chiese, trepidante:
“Sora … per caso sei tu … sei tu il mio papà?”
Sora, perdendosi negli occhi del bambino, l’azzurro nel blu, annuì in silenzio.
Kazi allora, trasformò la sua espressione, da seria e sorpresa a un’esplosione di felicità. Partì di corsa verso suo padre e gli si gettò in braccio. Sora lo strinse in un abbraccio, e benché non fosse la prima volta che lo abbracciava, questo non fu un abbraccio da amico, ma di amore paterno. Lo tenne stretto contro il petto, e Kazi cominciò a baciarlo sulle guancie. E intanto ripeteva, ridendo felice:
“Il mio papà! Sora è il mio papà! Allora ce l’ho anch’io un padre, come Bold e tutti gli altri!”
Sora si sentiva quasi svenire. Inoltre si sentiva sempre più strano: perché gli occhi gli si stavano appannando? Erano forse lacrime? No! Un Keyblade Master non deve piangere! Ma non riusciva a fermarle e ricacciarle indietro. Allora si lasciò andare alle sue emozioni, lasciò scorrere l’acqua dagli occhi e cominciò a baciare suo figlio sui capelli, ad accarezzarlo con un amore che non aveva nemmeno mai pensato di avere.
Kairi stava seduta di fianco a loro e li guardava beata. Ma il ragazzo, senza smettere di coccolare il bambino, le fece un cenno. Allora anche lei si strinse contro il petto di Sora, piangendo e ridendo, insieme al figlio.

La gente intorno fissava l’uomo incredula. “E così … il padre del nostro principe … sarebbe lui?”
I tre non ci fecero caso; mentre Sora e Kairi continuavano a piangere e ridere insieme, Kazi rideva soltanto: perché, pensava il bambino, dovrebbero piangere se sono felici? Io quando sono felice rido e basta.
“Hai visto, Sora, cioè, papà? Il mio desiderio di Natale si è avverato! Poi, nemmeno un papà qualsiasi, proprio tu …”
Si ricordava bene quando aveva detto a Sora ‘vorrei tanto che fossi tu mio padre’: non credeva però che lo fosse davvero: l’uomo di cui si era fidato di più, che gli era stato più amico, che gli aveva voluto così bene, che lo aveva così aiutato, era il suo papà. Cosa avrebbe potuto desiderare di più dalla vita? Aveva ritrovato la mamma, gli amici, e ora aveva scoperto che Sora era suo padre …
“Papà, ti voglio tanto bene!” gridò con la sua vocina attaccandosi al collo del ragazzo.
“Anch’io, figlio mio, tesoro mio …” bisbigliò quel ragazzo di appena ventidue anni, che all’improvviso si trovava a scoprirsi padre di un bambino che amava, avuto dalla ragazza che amava. Gli toccò la collana a forma di corona.
“Ecco perché avevi questa … te l’ha data la mamma?”
“Può darsi, ma non mi ricordo … mamma, me l’hai regalata tu?”
“Si, te l’ho messa al collo quando hai compiuto tre anni.” Rispose Kairi.
“Allora è tua, papà. Te la restituisco subito!” cominciò ad armeggiare con il laccio per sciogliersela, un po’ intristito, perché quella collana gli piaceva moltissimo, e separarsene così all’improvviso gli dispiaceva; ma per suo padre, questo e altro.
Sora però lo fermò. “No, no. Lascia stare. È tua adesso. Te la regalo.”
Kazi fece un sorriso speranzoso. “Davvero?”
“Ma certo! Se ti piace tanto, perché no?” Il suo primo regalo a suo figlio, pensò Sora. Ma non sarebbe certo stato l’unico. Voleva fargliene tanti, di regali. Aveva intenzione di riscattarsi per tutto il tempo in cui non era stato con lui.
“Evviva! Grazie, papà!”
Kairi, abbracciata a Sora, gli chiese: “Ma … sei da solo?”
Sora si asciugò gli occhi e cercò di darsi un contegno. “No … ci sono anche Riku e gli altri … stanno tutti bene. Sono rimasti ad aspettarmi, ai confini del Radiant Garden. Per riportarmi alle Isole del Destino.”
“Ci sono anche gli altri! Kazi, per favore, andresti a chiamarli?” Kairi decise di mandare lui per rimanere sola con Sora; non voleva parargli di una cosa importante in presenza del bambino.
“Si, mamma! Aspettatemi, torno subito!” e Kazi partì di corsa per chiamare gli amici.
Sora rimase a guardarlo correre, incantato. Kairi lo accarezzò sul braccio.
“Sora, a proposito … ascoltami … ora, tu vorrai tornare a casa, vero?” aveva una voce preoccupata.
Lui la guardò. “Kairi, ora che siamo tornati, possiamo tornare alle nostre vite … ti riporterò a casa con me, te e il bambino, possiamo vivere insieme sulle nostre isole, come una volta.”
Kairi abbassò la testa. “No, Sora, io non posso tornare. Ti sembrerà strano, ma io non sono più la ragazza di una volta. Sono la principessa di questo mondo ora, ho un intero regno sulle spalle. Io e Kazi non possiamo andarcene, lui e io apparteniamo a questo mondo, non alle Isole del Destino ... Noi restiamo qui.” Si sentiva morire al solo pensiero che Sora se ne sarebbe andato di nuovo, ma sapeva che non poteva trattenerlo contro la sua volontà.
Sora la guardò, sorpreso e un po’ mortificato.
Kairi si affrettò ad aggiungere. “Ma non ti sto obbligando a restare. So che vuoi ritornare alla tua casa, ed è giusto che lo desideri. Non posso costringerti a rimanere, se non vuoi. Tu puoi tornare alle Isole del Destino … ma noi no … non possiamo.”
Sora la interruppe. “No, no, cosa ti salta in mente? Io non voglio tornare alle Isole, voglio solo stare con te. Perché la mia casa non è il mondo dove sono nato, ma il luogo in cui sei tu.”
Kairi lo guardò, profondamente colpita.
“Resterò a vivere qui con voi. Sarei un essere senza cuore … sarei peggio degli Unversed se ti riabbandonassi. Rimarrò qui, e questo mondo sarà anche casa mia. Non ti lascerò di nuovo.”
A Kairi brillarono gli occhi, e abbracciò il suo compagno piangendo. Strofinò il viso contro il suo petto e singhiozzò:
“Ti amo, Sora … ti amo …”
“Anch’io … ti amo anch’io … resterò con te.”
Kairi si alzò e gridò alla gente intorno: “Ascoltate bene, miei sudditi, lui è Sora, ed è il mio compagno!”
Tutti, al primo momento rimasero stupiti e sorpresi, ma poi cominciò qualche parola di approvazione, fino ad arrivare a grida di felicità. Tutti erano felici più per Kairi che per il punto di vista politico. Da questo punto di vista, che Sora ci fosse o no non aveva importanza: non aveva il cuore puro, non era un principe, non poteva diventarlo. Ma a livello umano, c’era qualcosa di più importante: finalmente anche la loro principessa avrebbe potuto vivere col suo uomo, come ogni donna meritava.
Poco dopo Kazi ritornò insieme a Riku e agli altri, mentre continuava a ripetergli:
“Te lo giuro, Riku, Sora è il mio papà! Adesso te lo dimostro!”
Riku, con le mani in tasca, sorridendo ironicamente assicurava: “Ma io ti credo, ti credo.”
“No, Riku! Tu invece non mi credi! Io lo so! Invece guarda! Vedi? La mia mamma e lui sono abbracciati. Li vedi, Riku?”
Riku, da lontano, vide Kairi e alzò la mano in segno di saluto. Kairi, appena lo vide, corse verso di lui per abbracciarlo.
“Sei tornato anche tu! Sei cresciuto un sacco!”
“Anche tu. Ti trovo bene, Kairi!”

Kazi, che osservava la scena, non si accorse subito che qualcuno lo stava spingendo.
“Mog, cosa c’è?”
“Quando sei sparito da casa, avevi scordato il tuo mantello, kupò! Eccolo qui, te l’ho riportato.”
“Oooh, grazie! Il mio bel mantello rosso!” Kazi lo afferrò e affondò il naso nella stoffa morbida. “è bello essere di nuovo insieme.” Disse al mantello.
“Cioè, parli col tuo mantello, kupò? Parli con un tessuto?! Sei più matto di prima!”
“Dai, Mog, tu parli così, ma lo so che mi vuoi bene.” Lo punzecchiò il bambino.
“No! No! Non sto scherzando, kupò. Sei peggio di una zecca, e le zecche non si amano, kupò!” rispose Mog, voltando la testa.
“Su, dai, si vede che fingi! Vieni e fatti abbracciare!”
“Stai lontano da me!”
I due cominciarono a rincorrersi e a ridere, come due fratelli che si rivedono dopo molto tempo.
Kairi li guardò e si appoggiò la mano sulla fronte.
‘è il Kazi di sempre. Non è cambiato affatto. Ma in fondo, è meglio così.’


“Come è diversa la vita da quando sei tornato … Non ci credo che è già passato quasi un mese …” mormorò la principessa, abbracciandosi al corpo nudo e sfinito del suo compagno.
 “Neanche io riesco a crederci … non mi sembra vero …” strinse forte il corpo snello e armonioso della ragazza al suo corpo muscoloso, mentre osservava le stelle fuori dalla finestra della camera da letto. Kairi gli accarezzò i capelli castani: finalmente, dopo tutti quegli anni, in cui aveva dormito da sola, in cui aveva sofferto una profonda solitudine, finalmente ora poteva condividere la sua stanza con il suo uomo. E quando l’amore li divorava nel letto, Kairi sentiva il legame con Sora rafforzarsi e consolidarsi sempre di più, ogni notte di più.
“Tua madre cos’ha detto, quando sei tornato alle Isole per salutarla?” chiese Kairi.
“Ormai cadeva ai miei piedi! È rimasta attaccata a me per tutto il giorno! E quando le ho detto di avere un figlio, quasi si è messa a piangere.”
“Poverina, chissà quanto ha sofferto per tutti questi anni … Hai sentito Riku ultimamente? Come sta?” gli chiese Kairi.
“Alle Isole è felice. Ma il suo spirito indomabile non lo lascia in pace … non credo che tarderà molto a ripartire.”
“Riku non cambierà mai.” Rise la ragazza.
“Invece Paperino, Pippo e il Re sembrano essere felici a casa loro. Però dicono che gli manco … non ti dispiace se ogni tanto li vado a trovare, loro e mia madre.”
“Certo che no. Tu non sei un principe, puoi uscire dal Radiant Garden tutte le volte che vuoi.”
“Già, hai ragione.”
“Sai una cosa, Sora? Sono sicura che tuo padre sarebbe fiero di noi.” In quelle settimane gli aveva raccontato tutta la storia dei loro antenati, e Sora non ne era rimasto indifferente.
“Davvero lo pensi?”
“Certo. Tu e io siamo quello che tuo padre e mia madre non hanno mai potuto essere.” Spiegò semplicemente Kairi. “E poi, Kazi ti adora. Non potremmo desiderare nient’altro.”
“Hai ragione.” Approvò Sora con occhi sognanti. “Cos’altro ci serve? Siamo felici, ci amiamo, abbiamo un figlio splendido, tu sei la principessa di un intero mondo, e gli Unversed sono spariti per sempre. Le cose non potrebbero andarci meglio.”
Kairi, mentre Sora parlava, sentì all’improvviso un dolore acuto giù nel ventre. Ma non si spaventò, perché capì immediatamente a cosa era dovuto. Appoggiò la testa sulla spalla del suo ragazzo.
“Hai ragione … le cose non potrebbero davvero andarci meglio.”

Note mie: ora manca solo un capitolo, o forse, due. Poi avrò finito. Ah, se vi interessa, il capitolo 5 l'ho modificato quasi del tutto (pure il titolo), e ora è mooolto più romantico. Ma di brutto! Quindi se non volete il diabete o carie ai denti, vi prego di non leggerlo, in caso contrario ... accomodatevi. Poi ditemi cosa ne pensate. Siate mooolto clementi, perchè me ne vergogno un po', e ho deciso di pubblicarlo per miracolo. Grassie!^^
   
 
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