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Autore: Laica    07/04/2010    10 recensioni
Tredici shot ispirate ad altrettante composizioni del Kinderszenen di Shumann.
Tredici pezzi di vita guidati da altrettante melodie.
1.{Von fremden Ländern und Menschen.}
2.{Kuriose Geschichte}
3.{Haschemann}
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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si, fa si si sol si fa si si sol

Von fremden Ländern und Menschen

 

si, sol fa mi re si sol re mi

Kinderszenen, “ Von fremden Ländern und Menschen“(*).

Era stato difficile capirlo, con tutte quelle note slegate tra di loro e stecche, ma era Schumann, ne era sicuro.

Quasi quanto che qualcuno lo stava suonando, con scarso successo, sul suo pianoforte:

Chiunque fosse, cercava di sicuro guai, ma guai grossi.

E lui glieli avrebbe dati.

Anzi, avrebbe fatto di più: quel pianista improvvisato avrebbe compreso il più profondo significato di “ grosso guaio”.

Furono questi i primi pensieri di Soul quando, guidato da quella sgraziata melodia, arrivò nel salotto di casa sua.

Da quando abitava lì poche e chiare regole erano state imposte da lui e la prima era senza dubbio quella: nessuno doveva avvicinarsi al suo grande, vecchio e amatissimo pianoforte. Pena la morte.

Tutti in quella casa avevano accettato e rispettato questa sua regola, almeno sino a quel giorno.

O forse, pensò con disappunto Soul, nessuno se ne era mai curato ma almeno avevano avuto la briga di non farsi scoprire.

Se non fosse stato così cool, come in effetti era, avrebbe perso le staffe già da un pezzo ma si limitò a entrare nel salotto, pronto a fulminare con lo sguardo il malcapitato fellone.

Un piano notevole il suo, e anche parecchio d’effetto, ma che si sgretolò alla vista del pianista - anzi, della pianista - che, con una concentrazione tale da non palesarle la sua presenza, continuava imperterrita a muovere le piccole mani sui tasti lucidi, in una vana imitazione di movimenti che, molto probabilmente, aveva visto fare a lui tempo addietro.

Stava cercando di imparare, senza ombra di dubbio.

Un gesto sleale per una nobile causa, decretò chinandosi su di lei e afferrandole le mani, bloccando così la composizione.

Lei sussultò e, con gli occhi colmi di panico, fece per parlare, ma fu zittita da uno sguardo di Soul che, con sommo stupore dell’altra, prese a muoverle le mani lungo la tastiera.

- le prime volte dovresti usare un metronomo, sai? Wes me ne regalò uno da piccolo, vedrò di portarlo la prossima volta.- disse.

- quale prossima volta?- domandò lei, stupita.

- non vorrai imparare a suonare il piano da sola?- rise il ragazzo, continuando a guidarla nell’esecuzione –ti insegnerò io, avrei dovuto farlo già da parecchio tempo.-

- e non sei arrabbiato?-

- no, tranquilla.- rispose, notando con piacere che, una volta passato il pericolo di una ritorsione da parte sua, le mani che stava guidando si erano fatte più rilassate e seguivano diligentemente le loro maestre, familiarizzando con quei tasti che per tanto tempo le erano sembrati un arcano codice.

C’era del talento in loro, notò con una punta di orgoglio.

si, sol fa mi…

- Cucciolotta!- un grido improvviso spezzò l’atmosfera, interrompendo il duetto - Dove sei? Sono arrivato!-

Soul sospirò, lasciando la presa delle mani e lanciando un’occhiata scocciata alla porta – direi che è arrivato. Dovevate andare da qualche parte?- chiese.

Lei annuì, imbarazzata dal comportamento della Death Scythe e soprattutto dai suoi nomignoli idioti.

Non poteva sopportarli e lo sapeva lei, quanto chi gli stava davanti –allora credo che sia meglio che tu vada. Sarà già dura lavorare sul tuo orgoglio ferito per quel “ cucciolotta”, meglio evitare che se ne esca con altri epiteti.-

Lei annuì, troppo spaventata dall’idea che quello potesse uscirsene con altri nomignoli melensi per abbozzare qualcosa di più che un sorriso teso.

Si alzò, composta, dal panchetto e fece per andare, non prima di aver lanciato un’occhiata greve a Soul.

- che c’è?- fece lui – vuoi dirmi qualcosa?-

Lei annuì, ma continuò a rimanere muta.

- avanti, dimmi cosa c’è.- la esortò lui.

Questa lo fissò titubante, dondolandosi con i piedi facendo oscillare le code candide– ma io sono brava, papà?-

- certo.- sorrise lui, annuendo con la testa – e lo sarai ancora di più quando ti avrò insegnato le basi.-

- e diventerò brava come te?-

- beh, per quello c’è bisogno di essere cool ma non preoccuparti, sei mia figlia, imparerai presto.-

- CUCCIOLOOOOOTTA!!!-

- sempre se tuo nonno non ti distrugge l’autostima prima.-

 

(*) Scene infantili, “da paesi e uomini stranieri”

______________________________

Allora, intanto chiedo scusa in anticipo per l’oscenità del lavoro ma era un progetto a cui lavoravo da mesi, e sempre da mesi non facevo che cancellare e riscrivere, ricercando una perfezione che non è mai arrivata.

Ala fine ho dovuto dire basta, ora la pubblico. Si trattava di scegliere tra il continuare con questa ricerca e la mia sanità mentale, e credetemi, quella già scarseggia di suo.

Quindi a voi tocca l'ingrato compito di leggerla e, se volete, commentarla.

Buona fortuna! (XD)

Laica

 

 

 

   
 
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