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Autore: XShade_Shinra    08/04/2010    2 recensioni
[ ON HIATUS ]
Benvenuti a NevediNotte, un luogo dove nevica solo dal tramonto all'alba, come se la notte stessa volesse celare qualcosa...
- Tratto dall'ultimo capitolo postato: L'Abbraccio del Gelo - Come un gatto guarì la solitudine di una creatura centenaria. -
[ Raccolta Disomogenea Dark Fantasy. Generi e Avvisi all'interno di ogni Capitolo e nel Capitolo Indice ]
[ Il capitolo "03. Lo Spirito del Villaggio" ha vinto l'Award come Best Song Fiction alla Quinta Edizione dei "Never Ending Story Awards" ]
[ Il capitolo "05. La Cicatrice della Vita" si è classificato 1° e ha vinto i Premi "Giuria", "Miglior Titolo" e "Originalità" al contest "Drabble and flash Collection" indetto da Deidaranna93 sul forum di EFP ]
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'NevediNotte'
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- Hellcome to NevediNotte -
Le Orme di Sangue

E, seguendo quelle orme di sangue, la ragazzina vide un qualcosa nel bosco...


La porta della piccola cameretta si aprì con un leggerissimo cigolio dei cardini – il rumore si udì come un urlo rauco nel silenzio tombale che regnava per la baita.
«Sei ancora sveglia?» domandò, in tono stizzito, la donna appena entrata, vedendo la figlia con l’abatjour ancora accesa, intenta a leggere sul letto un libro abbastanza voluminoso.
«Ora spengo, mamma» rispose la giovane.
«L'hai detto anche tre ore fa. Spegni. Sono le due e mezza di notte» sibilò, guardandola con severità.
«Uff...» sbuffò la ragazzina, chiudendo il suo libro preferito: un atlante del corpo umano per ragazzi.
Lo ripose sul comodino e, con indosso solo una lunga maglietta bianca che fungeva da pigiama, si alzò dal letto, diretta alla porta.
«E ora dove vai?» le domandò la madre.
La ragazzina scosse la testa disperata.
«Devo andare in bagno.» rispose, superandola e scendendo la scale per poi chiudendosi alla toilette.
Restò appoggiata di schiena alla porta, sentendo poi il genitore borbottare come una caffettiera e camminare presumibilmente verso la propria stanza.
Era sempre così in quella casa: la madre si alzava e la sgridava ogni notte perché faceva tardi e l'indomani doveva andare a scuola; ma alla ragazza bastavano poche ore di sonno per stare bene: non amava particolarmente dormire. Diceva, infatti, che da morta avrebbe avuto tutto il tempo per dormire e che ora voleva assaporare la vita, placando la sete di conoscenza che sentiva dentro.
Era sempre stata un'appassionata di medicina generale e il suo più grande desiderio sarebbe stato quello di diventare un medico, un giorno. Non aveva la presunzione di riuscire a salvare la vita a tutte le persone del mondo, ma solo di poter fare qualcosa per chi si trovava in difficoltà, impegnandosi con tutta se stessa.
I genitori, però, erano molto severi e non le permettevano di stare alzata dopo le undici di notte, neanche fosse solo per leggere, oppure tornare a casa a meno di due ore dal tramonto o, peggio ancora, uscire di casa dopo il tramonto - neanche a patto di restare dentro il villaggio.
«Questa casa è una prigione...» borbottò piano, facendo ciò per il quale si era recata ai servizi.
Quando ebbe finito, si alzò e si lavò le mani, volgendo lo sguardo fuori dalla finestra, al grande bosco che circondava il villaggio che veniva spruzzato di neve.
«Che bella la neve...» sussurrò, aprendo la finestra e toccando quella che si era depositata sul davanzale, sorridendo. Anche se NevediNotte era un paesino di montagna abbandonato da tutto, amava quel posto così magico.
All'improvviso vide una strana ombra che camminava appena fuori dalla recinzione del villaggio: arrancava piegata in avanti e, dall'andatura, sembrava che zoppicasse.
Preoccupata più per la salute di quell'individuo che per il tabù infranto – quello di non uscire dallo steccato che circolava il villaggio mentre nevicava –, scavalcò con agilità il davanzale e camminò velocemente verso la figura, la quale, nel frattempo, si era infilata nel bosco.
«Ehy, aspetti!» gli urlò dietro quando non la vide più.
La neve peggiorava la vista già di per sé difficile a causa dell'oscurità – solo la presenza della mezzaluna nel cielo permetteva di vedere nelle tenebre – e la ragazza decise di saltare lo steccato per andare alla ricerca del ferito.
Se voleva diventare medico, non poteva permettersi di lasciar andare una persona da sola e per di più di notte in quel bosco temuto da tutti.
“E se si sentisse improvvisamente male? Chi lo soccorrerebbe?” erano questi i pensieri nella testa della giovane, mentre cercava sulla neve le tracce dell'uomo.
Purtroppo, la continua caduta di fiocchi copriva molto velocemente le impronte, ma, tra sbigottimento e preoccupazione crescente, la ragazza vide che i segni di quell'uomo non venivano spazzati via con facilità dalla neve: al posto delle comuni fossette date dallo sprofondare dei piedi sulla neve, ella vide una scia di sangue rosso scuro con delle orme rosse che si addentravano nel bosco.
Le seguì dapprima con gli occhi, poi si diede una scrollata e, benché stesse praticamente congelando così vestita e senza scarpe indosso – proprio come quell'individuo –, iniziò a seguire le tracce rosse, nascondendosi appena dietro i grossi tronchi di alberi sempreverdi.
Dopo diversi minuti si trovò quasi inghiottita dall'oscurità della notte, ma non demorse e continuò la sua strada, sempre più preoccupata. Si aspettava da un momento all'altro di trovare quel tizio accasciato a terra, e lei non aveva nemmeno la cassetta del pronto soccorso appresso!
“Come ho potuto dimenticare il kit?” si domandò mentalmente, arrabbiandosi con se stessa. “Sono stupida, imbecille, cretina...”.
D'un tratto però dovette smettere di auto-complimentarsi perché sentì dei rumori. Dei versi.
Cautamente, continuò a seguire le orme, ma notò che più proseguiva e più i rumori diventavano forti.
“I lupi?” si domandò, terrorizzata. “E se lo avessero ucciso?”.
Sbarrando gli occhi, si accantucciò davanti a un cespuglio che costeggiava le orme rosse e guardò dietro di esso per stare al riparo dai canidi selvatici che credeva ci fossero lì dietro. Ma ciò che vide le fece caldamente rimpiangere i "gentili" lupi che giravano per quelle montagne.
Vide a stento le orme che terminavano e un gruppo di esseri a cerchio attorno a un qualcosa che stavano sbranando. Poteva sentire i versi animaleschi dei carnivori, ma ne intravedeva anche i lineamenti umanoidi: le braccia, le gambe, il tronco e la testa.
Li vedeva staccare, a morsi e con la forza delle mani, la carne dalla loro vittima, schizzando la candida e vergine neve e sporcandosi di sangue mentre pasteggiavano con quella vittima... la quale si muoveva ancora, ma uno degli esseri teneva una zampa - o era una mano? - sulla sua bocca e, per questo, non riusciva a emettere alcun suono.
Quelli non erano né animali, né umani e stavano mangiando un essere ancora vivo, probabilmente solo perché era ferito e quindi più debole di loro.
La ragazza rimase paralizzata a quella scena degna di un film dell'orrore e aprì la bocca per urlare... ma una forte mano si spalmò con forza sulle sue labbra, impedendole di firmare la propria condanna a morte richiamando a sé l'attenzione di quelle creature.
Spaventata, la giovane girò lo sguardo con gli occhi traboccanti di lacrime e vide una figura che tutto il villaggio conosceva molto bene: il Cacciatore.
«Shhh!» fece solo, trascinando poi la concittadina dentro la recinzione del villaggio, tutto in rigoroso silenzio. Né la ragazza, né il Cacciatore parlarono lungo il percorso; solo quando oltrepassarono lo steccato l'uomo le liberò la bocca, prendendo poi la parola: «Cosa ci facevi lì?» domandò burbero, buttando a terra la ragazza, che rimase tra la neve con il capo chino. «Non lo sai che non si esce dal villaggio la notte?!» la rimproverò, dando un calcio alle bianche coltri così che le andassero addosso.
«Io... io...» balbettò, cercando di asciugarsi le lacrime. «Cosa erano quelli?» domandò, infreddolita e impaurita.
«Cose che tu non dovevi vedere» rispose freddo.
La giovane continuò a singhiozzare, e si strinse le braccia al proprio tronco.
«Perché non hai salvato quell'uomo?» chiese. «Io stavo bene...».
«Se avessi urlato, ti avrebbero ammazzata» rispose.
«Quell'uomo... lo stavano mangiando... Era ancora vivo...» tremò.
«Non era un uomo» rispose freddo, girandosi in direzione della propria casupola.
La ragazzina rimase in silenzio, riflettendo sulle parole del Cacciatore.
«Che... Che vuoi... dire...?» domandò.
«Vai a casa!» le ordinò.
«Non posso!» urlò. «È tutta colpa mia... se solo lo avessi fermato prima...».
«Non avresti potuto» disse duro. «Ti avrebbe uccisa» e detto ciò, cominciò a camminare, affondando gli scarponi tra la neve.
La giovane si alzò in piedi e lo raggiunse, afferrandolo per il grosso giubbotto in quella che pareva essere renna.
«Cosa c'è nel bosco?!» urlò in lacrime.
Cosa aveva davvero visto al di fuori del villaggio?!
A quel punto, il Cacciatore prese il fucile e lo puntò contro la fanciulla.
«Non fare l'impicciona e torna a casa!» tuonò. «E ringrazia il tuo dio se ti ho vista prima, mentre uscivi dalla finestra, altrimenti saresti morta anche tu insieme a quella cosa, da sola in quel bosco».
Lei rimase a guardarlo, le lacrime scorrevano copiose lungo le sue guance.
«Tu sai cosa c'è lì!» sembrava un'accusa. «Perché nessuno mi dice mai nulla? Io voglio solo sapere cosa facevano quegli uomini!».
«Non sono uomini» replicò.
«E cosa sono?!»
«Per me sono animali, per il prete demoni, per voi sono "creature"...» rispose, afferrando la bimba per il polso e buttandola nuovamente tra la neve. «Vai a casa» ringhiò ancora, camminando via.
«Ma non è giusto!» urlò tremante. «Perché non vuoi dirmi cosa sono?!».
«Solo le loro vittime potrebbero risponderti a questa domanda» disse cupo, senza voltarsi, e continuando a procedere per la sua strada, mentre la ragazzina rimaneva sdraiata tra la neve.
Strinse i pugni in quel morbido e gelido candore, sbriciolando la neve nel proprio palmo. I tremori che la attraversavano erano un misto di rabbia, freddo e paura.
«Allora studierò...» sussurrò, «...e farò in modo che anche i morti mi possano parlare... Mi occuperò di loro... non renderò vane le loro morti... e darò loro giustizia!» disse decisa, alzandosi e correndo verso casa, sperando che nessuno si fosse accorto della sua assenza.

*+*+*+*+*+*+*+*+*+*

Anni dopo.
La porta del retrobottega del bazar si aprì con un leggerissimo cigolio dei cardini – il rumore si udì come un urlo rauco nel silenzio tombale che regnava per l'obitorio.
«Ehi, c'è nessuno?» sentì dire dal Cacciatore, appena tornato dalla sua lunga giornata di lavoro. Fuori oramai era buio e anche lui era tornato al villaggio.
«Eccomi» fece lei in risposta, lasciando stare la pulizia degli attrezzi da medico per dare ascolto al suo visitatore giornaliero, che la raggiunse in quel luogo nascosto.
In tutti quegli anni il Cacciatore non era cambiato per nulla... né caratterialmente, né tanto meno fisicamente, al contrario della ragazza che era diventata ormai una giovane donna.
«Ne ho trovato un altro» le disse, porgendole un piccolo sacco di juta. «Ho recuperato solo questo».
Lei non ebbe la forza di rispondere e prese la busta, ringraziò solamente, guardando con tristezza ciò che gli aveva portato l'uomo.
«Di nulla» rispose, andandosene via. «A domani».
«Va bene» annuì lei. «Domani, prima di seppellirlo con l'aiuto del Prete, ti farò sapere da quanto tempo è morto e perché.»
«È umano?» domandò solamente il Cacciatore.
«Sì» confermò tristemente la laureata. «Ormai so distinguere loro da noi, anche se ridotti in poltiglia» rispose, camminando verso il tavolo predisposto alle autopsie. «Buonanotte, Cacciatore.» lo salutò.
«A domani, Dottoressa dei Morti».


§Fine§
XShade-Shinra



-Note (utili): Ho finalmente aggiornato il capitolo-indice con tutti i dati! *_* Da ora in poi ogni volta che aggiorno avrete un piccolo sunto del capitolo direttamente nel Primo Capitolo della Raccolta, completo anche di sommario (cosa importante e che in effetti mancava).
-Note (inutili): Fustigatemi pure senza pietà per questo ritardo... L'ispirazione c'era - e c'è sempre per questa FF -, ma avevo dei contest.. ç*ç Scusatemi! E, a proposito di contest, vorrei rendere partecipi tutti voi della mia gioia: Sono arrivata prima al "Dark Contest" indetto da Nihal_chan sul Forum di EFP, vincendo per giunta il premio Horror! *-* <3 La storia è ambientata a NevediNotte, ma i personaggi sono del tutto nuovi, infatti sono due storie distaccate tra loro [in pratica di NevediNotte c'è solo l'ambientazione, quindi non occorre leggere la storia horror per saperne qualcosa di più di questa raccolta, né occorre leggere questa raccolta per capire la trama della One Shot che ha partecipato al contest]. Se ci volete dare un'occhiata il link è questo: "Nightscreamer - It Cries out in the Dark Snow" [è a rating rosso visto che è un po' cruda e mi piace stare bella larga con i rating!XD]

Come vedete, alcuni personaggi ritornano, si scoprono i loro passati e degli strani legami tra loro... *w*
La Dottoressa dei Morti è stata il primo personaggio, insieme a Koori, che la mia mente bacata ha partorito, e questo capitolo in particolare è stato il primo che mi è venuto in mente. Diciamo che da qui è cominciato tutto, tanti anni fa.
Purtroppo non ho ritrovato l'immagine che ho perso nei meandi dei miei DVD di dati... prima o poi la ritroverò e farò il logo della Raccolta, ispirato proprio a questo capitolo! XD


-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.



Risposte alle Recensioni:

x Livin Derevel: Ciao Livin! ^^ Mi dispaice per il monitor, spero che lo abbia cambiato in questi due mesi... immagino quanto possa essere fastidioso usare un monitor piccolo!
Grazie per i tuoi 5 punti "gradimento" ** Bastano e avanzano, credimi! <3 Le ho dopiamente apprezzate vista la fatica che devi avere fatto a scrivere la recensione! ^^ *porge pinguino di pelouches* [oggi sto elargendo pupazzetti! XD]

x KissOfDeath: *-* Mi fa piacere che anche a e piaccia Jack Frost!
...Ehm... sì... il mio "presto" non comprendeva questa mega pausa quasi forzata... ç_ç Scusatemi davvero tantissimo!
Comunque vedrete che prima o poi tutto sarà chiarito, poi, se avete domande alle quali non avete trovato risposte, potete comunque chiedere! ^^ A meno che non siano delle cose che verranno fuori solo in seguito posso comunque rispondervi a qualcosa! XD
ù-ù Se non ti si può comprare con l'orsetto allora... *tira fuori Coccodrillo di pelouches* questo può andare? *-* xD

x Gaea: <3 Grazie per la recensione 2x1 xD e soprattutto per i complimenti! ^^ Cerco sempre di fare del mio meglio per variare un po' lo stile dei capitoli, anche perché molti preferiscono i dialoghi, altri le discrezioni e via discorrendo a seconda dei gusti personali di ognuno, così cerco di far felici tutti! XD
Tutti hanno notato la parte dei pupazzi... Sono piacevolmente sodisfatta di ciò! A proposito, com'erano i pupazzi di neve a casa del tuo ragazzo? Io li adoro... però quelli che faccio io fanno veramente pena!XD Non sono per niente capace... soprattutto se il cane si lancia a tuffo e li schiaccia... ç_ç Boby, sarai anche la mascotte dei colleghi, ma ti ho odiato quella volta... xD
Uh... Tolkien... *porge Panda di pelouches* Ssssh! XD
PS il saluto finale era veramente "stiloso"! *-*v

  
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