Il pomeriggio lo avevo passato interamente con le
mie migliori amiche di sempre:
Ilaria, la punk del gruppo: una nanerottola piena
di energie con una massa di lunghi capelli castani, addobbati con cura ogni
mattina da meches rosa shocking in stile Avril Lavigne. Si vestiva quasi sempre
di rosa e nero, ornandosi la vita con tante cinture diverse ogni giorno; da
quelle con le borchiette a quelle con i teschietti disegnati sopra.
Il suo visino era molto carino e grazioso,
nonostante la sua fissa eccessiva nel truccarsi troppo di nero.
Aveva una grinta invidiabile, ma sapeva essere
anche terribilmente dolce e tenera quando voleva. Certo, aveva un ragazzo che
definire Dracula –visto che si vestiva sempre di nero ed era
pallidissimo- era poco e che aveva la faccia multitatuata e piena di piercing,
ma quello era il suo unico difetto.
Poi c’era Angelica: una ragazza
all’apparenza adatta a portare quell’appellativo, ma in
realtà tutt’altro che ingenua e innocente come faceva credere il
nome.
Aveva vissuto nella bambagia fino alle medie, sua
madre non faceva che trattarla come una cretina incapace di fare qualsiasi cosa
e di camminare con le sue gambe. E si sa che in genere per ribellione poi si
tende a staccarsi in modo drastico dalla gonna di mamma…Angie fuori da
casa sua era una persona completamente diversa dal bradipo mogio e privo di
interessi in cui la trasformava sua madre. Non faceva che andare alle feste e
in discopub, con l’unico scopo di conoscere ragazzi; nonostante non fosse
bellissima, era una che aveva parecchio charme e sicurezza, le bastava scuotere
i suoi bellissimi capelli lunghi neri e sbattere le ciglia per far colpo. Non
era una che si faceva più di tanti scrupoli ad andare con un ragazzo, si
può dire che fosse una sciupamaschi, una mangiatrice di uomini ecco.
Nessuna di noi però l’aveva mai giudicata, nessuna di noi la considerava
una troia; perché un ragazzo che si faceva tante ragazze era un figo e
una ragazza che si faceva tanti ragazzi una zoccola?Ecco, lei per noi non era
una troia, scherzosamente la definivamo una playgirl.
A concludere il mio trio pazzo di amiche
c’era Daniela, l’animalista doc. Dany era una ragazza bellissima,
ma semplice, dai lunghi capelli biondi mossi –come li volevo io- e dai
bellissimi occhi azzurri. Le sarebbe bastato schioccare delle dita per far
cadere tutti i ragazzi ai suoi piedi. Peccato che i ragazzi e la moda non le
interessassero minimamente; era troppo occupata a salvare il pianeta e gli
animali riciclando di tutto ed evitando di mangiare carne e pesce per
preoccuparsene. Già, era vegetariana. Fortunatamente riuscivo sempre a
scampare ai suoi esperimenti culinari; l’ultima volta voleva farmi
assaggiare le lasagne di soia. Mi veniva da vomitare solo ad immaginarle.
Quando parlava, non poteva fare a meno di nominare
la crudeltà dell’uomo, a tavola una volta si era messa a parlare
di come testassero il mascara sugli occhi degli animali; affascinante.
E mentre noi per Natale chiedevamo sempre al caro,
vecchio, buon Babbo il principe azzurro, lei chiedeva che sua madre le
regalasse un cucciolo di cane. Tolto questo suo difetto dell’essere fissata
con gli animali -tanto da indurla a non uccidere nemmeno una zanzara o una
mosca- Dany era un’amica fantastica e la persona più dolce in
assoluto. Quando si arrabbiava però –specie se veniva fatto del
male a noi o ad un animale- diventava una vera e propria furia.
Infine c’ero io, definita scherzosamente Sua
Maestà per il fatto che involontariamente tendessi a squadrare tutti
–tranne le mie amiche- dall’alto in basso come una regina. Fra
tutte diciamo che ero la più romantica; aspettavo il principe azzurro,
non un poveraccio sfigato qualsiasi, ma un principe. Un ragazzo bello, ricco ed
innamorato. Chiedevo troppo? Io ero bella, meritavo una persona del genere, no?
Essendo figlia unica i miei genitori mi avevano da
sempre un po’ viziata; quando volevo qualcosa me la compravano, il mio
armadio straripava di vestiti!
Adoravo fare shopping e comprarmi vestiti di marca,
andare alle feste e, come ogni ragazza tolta Dany, conoscere ragazzi.
Ultimamente però il mio ex, Matteo, occupava tutti i miei pensieri; da
quando mi aveva lasciata mi era risultato difficile concentrarmi su qualcuno
che non fosse lui, tendevo sempre a paragonargli qualsiasi altro ragazzo e la
cosa non era per niente piacevole.
Quel pomeriggio però i miei pensieri erano
diversi dai soliti malinconici e tristi su di lui; ero con le mie migliori
amiche in camera di Angie a sganasciarmi dalle risate sul suo letto insieme a
loro.
-Oddio!Sei troppo forte Ali, solo tu potevi fare
una cosa del genere!- Commentò la proprietaria del letto tenendosi la
pancia per le risate.
-Sei stata proprio una stronza!- Confermò la
Ila con un risolino divertito dalla sedia della scrivania mentre si pettinava
con le dita le sue ciocche rosa.
-Poveretto…- Di chi poteva essere quel
commento se non di Daniela? –Ok che se l’è cercata, ma
secondo me un po’ hai esagerato.- Osservò pensierosa scrollando
poi le spalle.
-Io?E lui facendomi fare figure pietose con la prof
di matematica?- Protestai accigliata.
-Ha ragione cazzo, se l’è meritata.-
La Ila incrociò le braccia al petto increspando poi le labbra in
un’espressione seria.
-Altroché.- Angie fece un fischio
d’apprezzamento. –Brava così tesoro, sei stata grande come
sempre.-
-Lo so.- Feci spallucce con una smorfia altezzosa
facendole ridere.
-Ehi Maestà, non fare la smorfiosa.-
Ridacchiò Ilaria lanciandomi il cuscino dello schienale della sedia.
E da quel semplice gesto si passò ad una
vera e propria lotta con i cuscini.
Il giorno dopo a scuola ero pronta a qualsiasi
vendetta di Latini; da delle biglie per scivolare, lanciate
all’improvviso mentre camminavo, ad un secchio d’acqua messo sopra
la porta della classe pronto a rovesciarsi non appena io fossi entrata in
classe.
La strada fino all’aula mi sembrava
relativamente tranquilla, ma gli sguardi languidi e maliziosi che mi lanciavano
i ragazzi del mio corridoio non mi piacquero per niente.
-A questo punto tesoro, fatti anche me che sono
meglio no?- Mi disse divertito un ragazzo che non conoscevo minimamente,
facendomi strabuzzare gli occhi per la sorpresa; ma di che stava parlando?
Quando entrai in classe –con immensa cautela
e stando attenta che non ci fosse nessun secchio sopra la porta- gli occhi dei
miei compagni si posarono tutti su di me.
Oddio. Che diavolo avevano da guardare, avevo
qualcosa sulla faccia? Perchè Latini rideva? Dio che nervi, doveva aver
raccontato qualche cazzata su di me, non c’era altra spiegazione.
Mel mi venne incontro dispiaciuta. –Ali mi
dispiace, non sono riuscita ad impedire che la voce si diffondesse.-
Sgranai gli occhi; quale voce?
-C-Che si dice in giro su di me?- Chiesi timorosa
della sua risposta.
-Che hai fatto sesso con Jacopo Garbatelli.- Mi
informò mordendosi le labbra.
Spalancai la bocca. –Cooosa?!- Ma che
schifo!Solo se avessi voluto prendermi la Sifilide ci sarei stata!
-Già. Lore&Co hanno messo in giro la
notizia e purtroppo Jacopo ha confermato la cosa.-
-Jacopo che?!- Come aveva osato quello sgorbio
della natura confermare la cosa?!
-Non è tutto.- La guardai disperata e
furiosa; che altro c’era? –Latini ha detto di avervi visto in
bidelleria…se la voce arriva alle orecchie dei prof rischi di finire in
vicepresidenza…-
Lasciai ricadere la cartella a terra in mezzo alla
classe dirigendomi a passo spedito verso lo stronzo numero uno.
-Sei uno schifoso!- Lo aggredii prendendolo per il
colletto della maglietta e fissandolo dal basso in quegli occhi schifosamente
divertiti.
Lui non si scompose minimamente. -Io?Per aver fatto
cosa scusa?Per aver svelato la vostra storia?- Ammiccò, prima di
rivolgere un cenno verso Jacopo che se ne stava rannicchiato in un angolo
timoroso. Ci misi un attimo a capire che era me che temeva. Ah già,
prima dovevo sistemare il viscido sfigato, poi avrei pensato a Latini.
Lasciai la maglietta a quel cretino con una
terribile voglia di picchiare qualcuno e mi diressi verso Jacopo ancora
più furiosa.
-Sfigato del cazzo, come ti sei permesso di dire
che noi due siamo stati insieme?!- Strillai senza più ritegno,
fregandomene delle risatine smorzate dei miei compagni di classe.
Jacopo indietreggiò ancora di più
fino ad arrivare quasi ad essere tutt’uno con il muro.
-Allora?- Schioccai la lingua sul palato in attesa
di risposta.
-M-Mi dispiace...- Abbassò lo sguardo
colpevole, facendo aumentare l’odio e il disprezzo che sentivo per
Latini.
-Pensavo…di essere considerato un po’
meno…sfigato…se fosse circolata la voce che io e te fossimo stati
insieme.- Giocò con la punta delle scarpe incominciando a mordicchiarsi
le labbra. In fondo, mooolto in
fondo, mi faceva pena. Sospirai rassegnata. Insomma, non c’era da
biasimarlo se volesse che la voce su di noi circolassi, quale ragazzo non
avrebbe voluto avere una storia con me anche per finta?
-Va bene Garbatelli, ti perdono, ora però
fai sparire immediatamente questa voce, ok?- Assottigliai lo sguardo
scrutandolo attentamente.
-Va bene.- Cedette infine prima di fare un respiro
profondo e dirigersi fuori dalla classe.
Sorrisi compiaciuta. Non ci era voluto molto a
smontare il piano di Latini.
Mi diressi di nuovo verso il diretto interessato
che però continuava a sorridere soddisfatto.
Non riuscivo a capire che diavolo avesse da
sorridere…
-Beh, la tua vendetta ha avuto vita breve.-
Commentai fregandomene della sua faccia da schiaffi che sembrava incoraggiarmi
a picchiarlo.
-A quanto pare…- Confermò distogliendo
lo sguardo, ma senza abbandonare quel piccolo ghigno. Dio, quanto lo odiavo!
Lo lasciai perdere, un deficiente del genere non
meritava le mie attenzioni. La faccenda era risolta: Jacopo avrebbe smentito
qualsiasi voce raccontata in giro e Latini aveva i suoi stupidissimi occhiali
rotti. Avevo vinto, punto. Quindi potevo anche evitare di prendermela con un
cretino la cui unica colpa era esistere.
La campanella suonò, informando gli studenti
che erano le 8.10. Un’altra giornata di scuola iniziava…male. Ci
dissero infatti che il prof di filosofia era assente. Cioè, ma allora
erano dei veri e propri cretini, perché non ci avevano fatto entrare
alla seconda ora?! Stupida scuola, era organizzata malissimo. Non venne nemmeno
un supplente a farci lezione, Rosa, la bidella, si scusò per non averci
avvisato il giorno precedente che saremmo potuti entrare alle nove. Stupida
anche la bidella, perché non la licenziavano?!
Passai l’ora accasciata sul banco in stato
quasi vegetativo. Mel era andata fuori in cortile a fumare e io non avevo
minimamente voglia di insozzarmi i vestiti e i capelli di quella puzza di fumo
nauseante.
Senza nemmeno accorgermene, mi addormentai, finendo
in un sonno profondo che solo la campanella delle nove riuscì a
spezzare.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai un attimo
disorientata a chiedermi dove fossi; non c’erano le calde coperte del mio
letto e non era un morbido cuscino la cosa su cui stavo appoggiando la testa.
Mi tirai su sentendo intorno a me altre risatine
fastidiose. Che avevano da ridere?La voce su di me e Jacopo era stata smentita
no?
Appoggiai la mano al mento, non accorgendomi di una
cosa particolarmente evidente agli occhi degli altri.
Quando Mel rientrò in classe,
spalancò la bocca terrorizzata, come se avesse visto un fantasma.
–Oddio, i tuoi capelli…- Fu l’unica cosa che sussurrò.
I.Miei.Capelli. Che avevano i miei capelli?!? Mi
irrigidii sentendomi la testa improvvisamente più leggera.
Poggiai la mano sulla radice dei miei capelli,
seguendo una ciocca con le dita fino alla fine. Ok, sembrava tutto a posto, la
ciocca c’era. Quando si interruppe poco sotto la guancia il sangue mi si
gelò nelle vene. Corti. Erano corti.
Balzai in piedi in un attimo, correndo nel bagno
delle ragazze ed ignorando la voce del prof di geografia che stava entrando in
quel momento in classe.
Quando finalmente mi ritrovai davanti uno specchio
non potei fare a meno di spalancare la bocca in un’espressione molto simile
a quella di Mel. I miei capelli erano…corti!
Poco sotto il mento, a caschetto!Oddio che schifo!I
miei bellissimi capelli lunghi fino alla schiena erano stati malamente
tagliati!!!Sembrava che me li avessero strappati da quanto era storto e
sregolato il taglio.
Gli occhi mi si inumidirono e alcune piccole gocce
bagnate incominciarono a sgorgare dagli occhi. I miei capelli…
Piansi per almeno mezz’ora, poi, facendomi
forza, mi diressi a passo spedito verso la classe: qualcuno l’avrebbe
pagata.
Quel depravato schifoso maniaco! Come aveva osato
tagliarmi i capelli senza il mio consenso?!L’avrebbe pagata, anche a
costo di denunciarlo!
Entrai in classe come una furia, spalancando la
porta e facendo strabuzzare gli occhi sorpreso al prof; forse per i miei
capelli o forse per il mio atteggiamento, non mi importava.
-Puccio ci degni della tua presenza…-
Sibilò il prof una volta ripresosi dallo shock. Lo ignorai dirigendomi
in fretta verso il banco di Latini.
-Sei uno stronzo!- Lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo!
-Chi…io?- Imitò il mio modo di dirlo
con un sorrisetto insopportabilmente sadico.
-Sì tu!- Lo accusai sotto gli occhi
sbalorditi del prof che cercava inutilmente di richiamare la nostra attenzione.
-Non hai prove che sia stato io.- Affermò
con nonchalance.
-Ti odio.- Dissi furiosa fra i denti.
-Addirittura?- Ridacchiò beffeggiatorio.
Bastò quella sua risatina odiosa a farmi scattare. Mi avventai contro di
lui afferrandolo per la maglietta e strattonandolo verso di me con una forza
che non credevo di avere. Poi la mia mano partì e gli colpì con
forza la guancia.
Lui non sembrò gradire particolarmente la
mia reazione; poggiò la mano aperta sulla parte lesa guardandomi con un
misto di sorpresa e rabbia. –Ma brutta stronza!- Sembrava anche lui
prossimo ad alzare le mani su di me, si vedeva che stava facendo uno sforzo
immenso a trattenersi, probabilmente solo perché ero una ragazza.
Poteva anche evitare di trattenersi, l’unica
cosa che volevo in quel momento era un confronto diretto, una rissa. E dire che
non ero mai stata violenta, solo lui riusciva a farmi perdere completamente il
controllo.
Il prof intervenne appena in tempo: -Puccio,
Latini, che diavolo succede?-
Mi girai verso di lui con sguardo assassino. Aprii
la bocca per spiegare a quell’insulso nonnetto la situazione, ma lui mi
bloccò prima che potessi iniziare.
-Non mi interessa. Finite tutti e due in
presidenza.-
Mi cadde la mascella. Coosa?!Io in presidenza?!Io?!
Non c’erano più dubbi, quella era la
giornata più brutta della mia vita.
Il preside sembrava essere perdutamente, totalmente
e incondizionatamente dell’altra sponda, oltre che viscido. Altrimenti
come spiegare i sorrisini che rivolgeva a Latini –particolarmente
disgustato- e le occhiate di rimprovero che riservava a me?
Non fu particolarmente severo comunque; sembrava il
classico buffo ometto che si sforzava di andare d’accordo con gli
studenti ed essere loro amico.
Ci impose di restare a scuola ogni pomeriggio fino
alle tre per pulire la classe e gli spogliatoi maschili e femminili della
scuola. Poteva andare peggio dai. Pensavo ad una sospensione, anche se pulire i
cessi degli spogliatoi non mi entusiasmava di certo.
Ci scrisse l’avviso sul diario per comunicare
la cosa ai nostri genitori; dal giorno dopo iniziava il nostro castigo.
-Potrei denunciarti per quello che hai fatto.- Lo
minacciai nel corridoio, mentre camminavamo per tornare in classe.
-Come ho già detto non hai nessuna prova che
sia stato io. E comunque se tu accennassi a quello, io parlerei per gli
occhiali.- Fece spallucce continuando a guardare avanti a sé.
-Degli stupidi occhiali rotti sono una cosa meno
grave! E comunque stamattina mi hanno vista con i capelli lunghi, ci sono dei
testimoni!- Strinsi le mani a pugno per evitare di picchiarlo di nuovo; stavo ribollendo
dalla rabbia.
-Nessuno testimonierà in tuo favore Puccio.
Hai tutta la classe contro…forse solo Mel ti sosterrebbe, ma la vostra
parola contro quella di tutta la classe non vale molto…- Spiegò
sadicamente soddisfatto, -Per tutti tu avevi già i capelli corti da stamattina,
quando sei arrivata.- Concluse con un sorrisetto derisorio prima di entrare di
nuovo in aula.
Poteva esistere un essere più odioso e
rivoltante di quello?No, sicuramente no.
Non potei replicare perché andò
subito a sedersi al suo posto, ma fu piuttosto difficile rimangiarsi la serie
di insulti che stavano per uscire dalla mia bocca
I miei capelli…cercai con tutte le mie forze
di non pensarci, altrimenti mi sarebbe venuto di nuovo da piangere; in fondo
sarebbero ricresciuti.
Quello che non riuscivo a capire era dove cavolo
avessero messo i capelli tagliati, nel cestino in classe non c’erano! Avevano
eliminato ogni possibile prova quegli stronzi.
Il professore non disse più niente,
segnò semplicemente sul registro che eravamo andati un attimo in
presidenza e basta.
Fortunatamente quel giorno sarei uscita normalmente
all’una e mezza.
La strada di ritorno purtroppo la dovetti fare con
Latini, discutevamo più o meno su come dividerci i lavori: la classe
insieme e gli spogliatoi…
-Io quello maschile, tu quello femminile, non
voglio assolutamente avere niente a che fare con assorbenti usati.- Sentenziò Latini gesticolando con
un tono di voce schifato.
-Mi sembra giusto.- Alzai le spalle indifferente.
Nemmeno io volevo avere niente a che fare con il bagno
maschile…chissà quanti schizzi fuori dai cessi…bleah!
Dopo esserci messi d’accordo su quello, il
resto del viaggio in autobus lo passammo in completo silenzio. Evidentemente
nessuno dei due aveva niente da dire.
Quella era stata la conversazione più civile
che eravamo riusciti ad avere, ma dopo aver esaurito l’argomento
probabilmente se avessimo parlato non avremmo fatto altro che litigare di nuovo
ed io ero stufa di inutili litigi con uno che meritava solo di essere lasciato
nel suo brodo, ero finita nei casini già troppe volte per colpa sua.
Ero immersa nei miei pensieri e giocavo con una
ciocca di capelli, pensando che probabilmente ci sarebbe voluto qualche mese
per farli ricrescere.
-Non stai male.- La voce di Latini mi fece sobbalzare
sorpresa.
Tirai fuori le chiavi di casa per aprire il
portone, guardandolo poi perplessa. Stava cercando di…consolarmi? No
perché se era così lo avrei preso volentieri a calci, che faceva,
prima mi tagliava i capelli e poi mi consolava? Cos’era, una presa per i
fondelli?
Non gli risposi, entrai nel palazzo e schiacciai il
bottone dell’ascensore mettendoci più energia di quanto volessi.
-Arrabbiata?- Chiese dipingendosi un insopportabile
ghigno divertito in viso.
Di nuovo non risposi, attesi l’arrivo
dell’ascensore in piena fase di mutismo.
-Va bene…- Sentenziò in tono quasi
rassegnato.
Frugò nel suo zaino in cerca di qualcosa e
subito dopo essere entrati nell’ascensore mi porse un oggetto che mi fece
aggrottare le sopracciglia scettica. Mi stava porgendo delle…forbici?!
-Puoi vendicarti, hai venti secondi di tempo.- Ma
diceva sul serio?Mi stava sfottendo o cosa?
Presi il manico delle forbici con la mano sinistra
un po’ incerta. Era proprio matto, lasciarmi con un paio di forbici in
mano non era un bene per lui, proprio per niente.
Lo avrei fatto, mi sarei vendicata sui suoi
capelli, se solo lui non avesse chiuso i suoi stramaledettissimi occhi.
Mi bloccai per osservarlo bene; se ne stava davanti
a me, tranquillo, con gli occhi chiusi e sempre quel sorrisetto stampato in
faccia. Era…carino. Molto
carino. Terribilmente carino, cazzo.
Quella consapevolezza bastò a farmi
impazzire del tutto. Non capivo più che cavolo mi stesse succedendo, la
mia mano destra, come dotata di vita propria, si mosse e si poggiò
delicatamente sui suoi capelli. Erano morbidi, non appiccicosi e pieni di gel
come immaginavo che fossero; erano spettinati naturalmente, senza gel.
Mossi di poco la mano verso il suo collo in
una…carezza (?) che mi fece scuotere le spalle per i brividi.
Il sorrisetto di Latini si spense; aggrottò
la fronte perplesso e schiuse le labbra, gesto che contribuì
ulteriormente a farmi andare in tilt il cervello che ormai non ragionava
più. Come stregata da lui, come se avesse proteso un pendolo davanti ai
miei occhi per ipnotizzarmi, ordinandomi poi di fare quello che mai avrei
fatto, non con Latini almeno, mi avvicinai e feci aderire le mie labbra alle
sue cogliendolo di sorpresa.
Oddio che stavo facendo?! Ero impazzita, posseduta,
serviva un esorcista!Non era possibile che io di mia spontanea volontà
stessi baciando quell’essere lì! Di sicuro avrebbe pensato che
fossi pazza, da internare; prima dicevo di odiarlo e poi lo baciavo?!
Quello che non mi aspettavo minimamente fu la sua
reazione: non mi respinse, al contrario, passò le sue braccia intorno
alla mia vita e la cinse con forza, schiudendo maggiormente la bocca per
permettere l’accesso alla mia lingua che incominciò piacevolmente
a giocare con la sua.
Strinsi la mia mano libera sui suoi capelli,
attirando a me con forza il suo viso, quasi per impedirgli di allontanarsi.
Pazza, ero pazza.
Non solo avevo baciato Latini, ma mi stava piacendo
da morire farlo! Dio, come ci sapeva fare con la lingua…
Faceva un caldo pazzesco in
quell’ascensore…o era solo una sensazione mia?
Baciarlo era proprio…wow, non trovavo nessuna
parola migliore. Era qualcosa di…unico, non credevo che il mio cuore
potesse battere così forte nel baciare un ragazzo che non fosse Matteo.
L’ascensore era arrivato da un pezzo, ma
entrambi lo ignoravamo, continuavamo a baciarci avidi. Era quello che non
capivo; perché Latini mi stava baciando?Io lo avevo fatto perché
ero pazza e fin lì tutto bene, ma lui?Forse una visitina dallo
psicanalista non avrebbe fatto male nemmeno a lui…
Stringendo la mano sinistra mi accorsi di un
dettaglio non trascurabile: le forbici. Fu quell’oggetto a risvegliarmi
inconsapevolmente.
Sollevai quella mano e la portai sui capelli che stavo
stringendo con l’altra.
Staccarmi da lui fu un dolore sia fisico che
psicologico, mi costò una forza di volontà che non pensavo di
avere, ma che da qualche parte riuscii a racimolare.
Lo fissai di nuovo come in trance in quegli occhi
verdi che ero sicura fossero lo specchio dei miei: confusi ed eccitati.
Distolsi lo sguardo per evitare di perdermi in quel
verde profondo e lo puntai sulle forbici. Un piccolo zac ruppe definitivamente quel silenzio, già spezzato in
parte dai nostri respiri affannati. Gli avevo tagliato la ciocca di capelli che
avevo stretto spasmodicamente tra le mani mentre lo baciavo.
Lui non fece niente, continuava a fissarmi in un
modo indecifrabile.
Deglutii cercando di mandare giù un nodo che
si era formato a metà gola. -Questa mi basta come vendetta.- La mia voce
era poco più di un sussurro, eppure ero sicura che lui mi sentisse lo
stesso.
Uscii di corsa dall’ascensore e dopo aver
dato tre giri di chiave aprii la porta di casa e me la richiusi alle spalle il
più velocemente possibile.
Le gambe mi tremavano, credevo che da un momento
all’altro avrebbero ceduto lasciandomi sul freddo pavimento e
costringendomi a strisciare con le braccia fino alla mia camera. Per fortuna
non fu così, resistettero fino all’attimo in cui mi sedetti sulla
sedia della mia scrivania, dopo aver lanciato sul letto la cartella.
Oddio, oddio, che avevo fatto? Perché lo avevo fatto?!
Lui era lì e…era carino…e
io…oddio, io mi ero sentita attratta da lui?! Stavo seriamente per
vomitare.
Accesi il pc e mentre quell’aggeggio del
paleolitico caricava, aprii il mio diario -che tra parentesi non usavo più da quando avevo 6 anni- incollandoci con un pezzo di scotch
della Diddl la ciocca di capelli che ancora avevo in mano. Scrissi la data
affianco e lo richiusi sentendomi il cuore in gola per l’ansia.
Dio, sembravo una stupida ragazzina innamorata,
attaccare una ciocca dei capelli di un ragazzo sul diario…mi sembrava
così mieloso…
Finalmente il pc caricò, aprendo la pagina
di msn. In linea c’erano Ilaria e Daniela. Perfetto. Aprii una
conversazione a tre pronta a scaricare i nervi con una luunga conversazione.
Alice in Wonderland scrive: Ciao ragazze, come va?
Piccola_Avril scrive: Ciao Ali!Bene bene, te?
Kittycat scrive: Ciao!^^ Benissimo dai, tu?
Alice in Wonderland scrive: Uno schifo…l’ho
baciato!Ci credete?!?
Piccola_Avril scrive: Coosa?!Ma chi, il vicino di casa?!
Alice in Wonderland scrive: Sì…in ascensore.
Piccola_Avril scrive: Wow!Che sporcaccioni, che altro avete
fatto? ;)
Alice in Wonderland scrive: Cretina!C’è stato solo
un bacio!
Piccola_Avril scrive: E lui?Come ha reagito?
Alice in Wonderland scrive: Mi ha baciata anche lui…Oddio
che schifo, se ci penso mi vien da vomitare!
Bugia. Avevo ancora i brividi per quel
bacio, sentivo ancora le sue mani stringersi forti sulla mia schiena…
Piccola_Avril scrive: Ma è così
brutto?Perchè l’hai baciato allora?
Alice in Wonderland scrive:Dovresti saperlo, perché sono
cretina…ma Dany c’è ancora o è caduta dalla sedia?
Piccola_Avril scrive: Starà parlando con il
criceto…
Kittycat scrive: Ci sono!Scusate ero un attimo di là…
Piccola_Avril scrive: La donna che sussurrava ai criceti…
Kittycat scrive: Scema…comunque, secondo me l’hai
baciato perché sotto sotto ti piace.
Alice in Wonderland scrive: Ma anche no
Piccola_Avril scrive: Chi scava trova…
Kittycat scrive: Infatti
Alice in Wonderland scrive: Ma non dare corda a quella
strimpellatrice mezza pazza Dany!
Piccola_Avril scrive:Oooh!Mezza pazza a chi?E poi io suono
benissimo ù_ù
Alice in Wonderland scrive:Lo so tesoro, scherzavo :)
Allora?consigli?
Piccola_Avril scrive: Aspetta…
Red Dragon partecipa ora alla conversazione
Piccola_Avril scrive: Ciao Ste! XD
Alice in Wonderland scrive: Ciao Ste!
Kittycat scrive: Ciao Ste!^^
Stefano era il nostro migliore amico.
Era un burlone estroverso, ma coccoloso, specie con noi che eravamo le sue
amiche di sempre. Era convinto che per far colpo su una donna bastasse la
simpatia, infatti lui riusciva sempre e comunque ad avere ragazze che
conquistava con la sua capacità di riuscire a farle ridere.
Red Dragon scrive: Ciao bamboline!Come va?
Piccola_Avril scrive: Benino dai
Kittycat scrive: Bene grazie^^
Alice in Wonderland scrive: andava meglio prima…
Red Dragon scrive: Grazie Ali sei un tesoro -.-…che vi serve?
Alice in Wonderland scrive: prego XD
Piccola_Avril scrive: La nostra Aliciosky ha baciato un ragazzo
che odia e non sa come comportarsi, urge un consiglio Ste!
Alice in Wonderland scrive: Ci tengo a sottolineare il mio odio
per lui
Kittycat scrive: l’odio è un sentimento
passionale…
Alice in Wonderland scrive: Come un coltello in un occhio
Red Dragon scrive: Oh, qui qualcuna si sta prendendo una cotta!
Alice in Wonderland scrive: Certo, come no. Succederà
quando mi butterò a testa in giù dall’Everest con un
criceto in mano, cioè mai.
Kittycat scrive: Uffa, ma perché ve la prendete tutti con il
mio cricetino? XD
Red Dragon scrive: Comunque secondo me devi lasciargli spazio Ali,
se sei stata tu a baciarlo deve essere lui a fare la prossima mossa. Se lo
presserai troppo penserà che tu sei una di quelle ochette che pretende
quasi una promessa di matrimonio solo per via di un bacio e lo farai scappare.
Alice in Wonderland scrive: Credo proprio che lo presserò
se servirà a farlo scappare -.-
Piccola_Avril scrive: Ecco brava, ascolta i consigli del piccolo
Ste ù_ù
Red Dragon scrive: Ma cosa piccolo???
Piccola_Avril scrive: uahahah XD
Alice in Wonderland scrive: Grazie del consiglio inutile piccolo
Ste, ma ora devo proprio correre a studiare XD
Kittycat scrive: Ti fanno lavorare parecchio nella nuova scuola,
eh?Un bacione Ali e non ci pensare troppo a quel bacio, le risposte verranno da
sole ;)
Piccola_Avril scrive:Ma cosa non ci pensare?!?Zitta tu, parla con
il criceto che l’è mejo. Ali, dai retta a me, parla con lui e fai
la figa facendogli capire che a te di quel bacio non te ne è importato
niente. Non dargli nessuna soddisfazione, fredda e crudele, vedrai che
così farai colpo.
Red Dragon scrive: Ila fai quasi paura…
Piccola_Avril scrive: lo so XD
Alice in Wonderland scrive: Ragazzi mi state confondendo e basta
XD vedrò domani cosa fare, un bacio!
Mi disconnessi e incominciai a guardare
il desktop con la foto di noi cinque come ipnotizzata. Poi entrai su facebook e
scrissi il suo nome nel motore di ricerca; c’era.
Lorenzo Latini, 4 amici in comune, di sicuro i
nostri compagni di classe.
Cliccai sul suo nome e rimasi
imbambolata per un po’ ad osservare la sua foto; era di profilo e aveva
in braccio, caricata in spalle più che altro, una ragazza bionda che
rideva. Non si vedeva molto bene in faccia per via dei capelli sul viso, ma
sembrava più o meno carina dai lineamenti.
Che razza di cretina che ero, lo avevo
baciato senza minimamente pensare al fatto che molto probabilmente aveva
già una ragazza! Certo, una povera pazza a stare con lui, ma pur sempre
una ragazza! Fossi stata in lei mi sarei strozzata, che ipocrita che ero!
Fortuna che si trattava solo di un bacetto insignificante, lo avrei ignorato e
basta punto. Come se quel bacio non ci fosse mai stato, avrei ripreso a
litigare con lui come sempre.
Il resto del pomeriggio lo passai studiando,
cercando di non pensare ai miei
capelli corti che avrei fatto sistemare dalla mia parrucchiera di fiducia il
giorno dopo.
Quando mia madre entrò in casa e
mi vide, rovinò tutto il lavoro di un pomeriggio intero boccheggiando
per mezz’ora. –Che hai fatto ai capelli?-
Grazie mamma.
Alzai le mani e le portai
all’altezza delle spalle con i palmi rivolti verso l’alto.
–Avevo voglia di cambiare.- Feci un sorriso tiratissimo che non convinse
del tutto mia madre che per fortuna non indagò oltre.
Presi il mio diario, scolastico
ovviamente, e glielo portai titubante.
Non prese per niente bene la storia
della punizione e dovetti usare tutto il mio carisma per convincerla del fatto
che i miei capelli non c’entrassero con la mia litigata con un compagno
di classe. Volevo gestire la situazione da sola, la cosa riguardava solo me e
Latini, punto.
Il giorno dopo ci sarebbe stata la resa
dei conti ed io lo avrei affrontato a testa alta e con coraggio!....E allora
perché le gambe mi tremavano, mentre ci pensavo?
*Note dell’autrice*
Ta-dan xD Passata una buona Pasqua
ragazze?? Spero di sì =)
Questo capitolo inizialmente non
doveva essere così lungo; doveva interrompersi nel momento in cui lei
ritorna dal bagno dopo aver visto i suoi capelli, ma sarebbe stato troppo corto
:P Così ho aggiunto il capitolo dopo, che è quello in cui le cose
si smuovono un pochino.
Il taglio dei capelli è
molto grave come cosa (l’avessero fatto a me avrei pianto molto di
più, soprattutto con i miei genitori, lo confesso ;P), se ne è
reso conto pure lui per questo le ha dato l’occasione per vendicarsi.
Occasione che lei ha sprecato…o forse no? xP
Mi rendo conto che è un
po’ surreale magari, proprio da storia, però in una classe di soli
ragazzi (scemi aggiungo) purtroppo può capitare che ci sia qualche atto
di…vandalismo diciamo >.< specie contro una ragazza che non sta
molto simpatica, i maschi sono idioti si sa -.- soprattutto quelli di questa
mia storia ù_ù
La conversazione msn era molto
cretina sì...e mi vergogno di ammettere che le conversazioni con le mie
amiche sono altrettanto cretine xD
Comunque…passiamo alle cose
importanti…il bacio? Era prematuro? Come vi è sembrato? Ve
l’aspettavate? Io no sinceramente, l’idea che lui le desse la
possibilità di vendicarsi mi è venuta così mentre
scrivevo…
Beh, spero proprio che vi sia
piaciuto**
Ringrazio tantissimo tutte le
meravigliose persone che recensiscono, non scherzo quando dico che mi commuovo
a leggere le vostre recensioni** GRAZIE davvero =)
Un bacione grandissimo, al prossimo
venerdì, Bec ;D
*Sul mio blog ho messo le schede
dei personaggi, se vi interessa vederli sono qui ;P
Ci tengo poi a segnalarvi il FORUM che
alcune mie amiche fantastiche hanno creato per la mia storia Kidnapped by Love
>.<
Iscriversi
a forum community è semplicissimo; mi farebbe davvero piacere
chiacchierare un po’ con voi lì! Oltretutto se state scrivendo
qualcosa anche voi, potrete pubblicizzarlo^^
Dimenticavo,
per essere abilitati alle sezioni protette bisogna presentarsi nella sezione
Welcome =)