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Autore: forevergiulia    13/08/2005    6 recensioni
...E se la storia proseguisse da dove era terminata?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il suo corpo era ancora immobile su quella seduta. Aveva freddo, ma non tremava; le sembrava che il sangue le si fosse gelato nelle vene e che il cuore avesse smesso di battere già da un pezzo.

I suoi occhi, segnati dal lungo pianto, erano fissi verso un punto impreciso, indefinito…guardavano il nulla, lo stesso nulla di cui,oramai, si sentiva pienamente parte.

Non voleva più rimanere in quel posto, sarebbe fuggita lontano mille miglia se solo avesse potuto, ma allo stesso tempo si sentiva pesante, stanca, ancorata come un piombo su quell’altalena dalla quale non aveva la forza di alzarsi.

Da quante ore era lì? Una, due…forse molto di più.

Si pose quella domanda senza preoccuparsi di darvi una risposta, rendendosi conto che neppure le interessava.

In realtà, aveva deciso in quel pomeriggio, erano molte le cose che da quel giorno in avanti, non avrebbero più avuto importanza per lei… innanzitutto non si preoccupava di ciò che sarebbe accaduto alla sua esistenza da quel momento in poi, tanto meno le interessava quello che ne sarebbe stato di Ranma e del loro rapporto. Doveva evitare in tutti i modi di pensare a lui, doveva farlo per non impazzire…

Era emotivamente esausta.

Da quando l’anno prima Ranma si era stabilito in casa sua, a causa di quel fidanzamento deciso dai loro genitori, la sua vita non era stata più la stessa. Ogni giorno le sembrava un vorticoso giro di giostra, una girandola si sentimenti ed emozioni talmente forti da riuscire a farle vivere inferno e paradiso insieme.

Sapeva che alla fine ne avrebbe sofferto, lo sapeva da quando era morta sua madre, lasciando in lei il dolore devastante per la perdita inaspettata di quell’amore, così assoluto e sconfinato, che il suo piccolo cuore di bambina non riusciva neppure a contenere.

Si era ripromessa, a quel tempo, che mai più avrebbe amato. Non avrebbe più sofferto per amore, perché di amore in lei non ve ne era più per nessuno, se non per la sua famiglia.

Aveva cominciato così ad odiare gli uomini…li evitava per salvaguardarsi da un’ulteriore sofferenza, convinta che, se mai si fosse lasciata andare, prima o poi, qualcosa sarebbe intervenuto a strapparle ancora quella piccola speranza di felicità… sarebbe stata lasciata sola ancora una volta e lei questo non avrebbe più potuto sopportarlo.

Poi, un giorno, arrivò Ranma.

Era un ragazzo speciale, così diverso da tutti quelli che prima di lui aveva conosciuto. Era indubbiamente bello, coi suoi capelli corvini e gli occhi blu come il cielo d‘agosto, ma non fu questo che la colpì. Lui era forte, onesto, leale e molto coraggioso , ma purtroppo era anche testardo, orgoglioso e spesso superficiale ed insensibile. Era un capolavoro di pregi e difetti, e lei lo amava, amava anche ciò che apparentemente non sopportava.

Non se ne era innamorata subito, questo no, ma, man mano che il tempo scorreva si era accorta che quel buffo ragazzo con la treccia era riuscito a solcare tutti i suoi confini, abbattendo la sua corazza ed arrivando dritto dritto al suo cuore…nonostante tutto. Non sapeva nemmeno come era accaduto, sapeva solo di provare una morsa allo stomaco quando assisteva ad una delle sue innumerevoli corteggiatrici che gli si strofinavano addosso o che le era impossibile guardarlo fisso nei suoi grandi occhi blu per più di cinque secondi senza arrossire.

Avrebbe dato la vita per lui, anzi c’era quasi arrivata a farlo, a Yusenkyo, quando si era gettata sul “kinjakan” per salvarlo dall’attacco della Fenice, lasciando agire il suo cuore e non più il cervello.

Per lui aveva smesso di odiare. Per lui, dentro di lei, finalmente, c’era solo e soltanto amore.

Quel ricordo le provocò un senso di nausea. Come aveva potuto arrivare a tanto? Aveva ceduto, si era fatta trarre in inganno da quell’amaro sentimento che l’aveva tradita e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

Non avrebbe mai più commesso lo stesso sbaglio.

Era ancora persa nei suoi foschi pensieri quando d’improvviso una leggera raffica di vento soffiò su di lei scompigliandole i capelli, ancora umidi per la pioggia di poco prima, e facendole volare via il velo appoggiato sempre sulle gambe. Alzò il viso per seguire con lo sguardo la danza lieve di quella piuma leggera sospesa nell’aria…la vide volteggiare ed allontanarsi sempre più, lasciandola sola, al freddo, preda dei suoi stessi sogni, ora divenuti incubi.

Si alzò d’istinto per cercare di recuperarlo senza accorgersi che il vento aveva portato con sé anche il profumo dell’uomo che fino a quella mattina avrebbe giurato di amare.

Era solo qualche metro dietro di lei.

“Akane!”

Lei non si girò, rimase immobile, in silenzio.

“Akane…ti ho cercata per mezza città, si può sapere cosa ci fai qui a quest’ora di notte!?! Tuo padre si sta preoccupando moltissimo per te, lo conosci, no? Dai, andiamo a casa!” il suo tono tradiva preoccupazione e tensione.

“Vattene.” gli rispose lei, non accennando al benché minimo movimento.

“Akane, non fare la bambina come al solito! Non senti che freddo che fa? Guardati! Sei tutta bagnata, ti prenderai un malanno stando ancora qui!”.

“Ti ho detto di andartene…non fartelo ripetere ancora.”

Solo allora Ranma si accorse che la voce di Akane era insolitamente strana, non trapelava alcuna emozione, era una linea piatta. Si era aspettato di trovarla su tutte le furie, si aspettava anche una sua reazione violenta, come suo solito, ma in quella voce non c’era nulla di tutto ciò che si era preparato ad affrontare. Era completamente disorientato.

“Akane, senti, lo so che sei arrabbiata per quello che è successo oggi…io… sono stato davvero uno…uno stupido, ma ti prego, adesso torniamo a casa. Più tardi ne parleremo con calma, vuoi?….Akane?Ehi!…Akane, mi stai ascoltando o no? Girati e guardami quando ti parlo!” la prese per un braccio cercando di voltarla per vederla in viso, ma quando finalmente i suoi occhi incontrarono quelli di lei abbandonò di scatto la presa, quasi spaventato.

Gli occhi di Akane lo fissavano glaciali, il suo sguardo sprezzante si rifletteva in quelle esterrefatto di Ranma.

“Non ti azzardare a toccarmi. Tornerò a casa solo quando sarò certa che tu avrai preso tutte le tue cose e sarai sparito per sempre…Non voglio mai più vedere la tua faccia in tutta la mia vita!”….lo disse senza alcun sentimento, come se quello che era appena uscito dalla sua bocca le fosse indifferente.

Ranma rimase impietrito per qualche minuto mentre continuava a fissarla. Nella sua mente rimbombavano le parole che sua madre gli aveva detto solo qualche ora prima: “…lei non ci sarà per sempre, potrebbe stancarsi prima o poi di questa tua indecisione, ma so che tu non vuoi perderla…non è vero?”…

“lei…”

”per sempre…”

”non vuoi perderla…”

”vero?”…

No che non voleva, dannazione! Era lì per scusarsi, lui. Le avrebbe chiesto anche di perdonarlo, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe dovuto farlo. Voleva solo fare pace con lei e con lei voleva ritornare a casa…ma…che cos’era quello sguardo? Era certo di non essere mai stato guardato da Akane in quel modo, da quando la conosceva mai aveva visto quell’espressione sul suo volto. Si ricordò d’improvviso che una volta gli capitò di essere fissato in quel modo, quella volta che Shan-pu aveva indossato per sbaglio la “spilla muta-sentimenti” tramutando l’amore per lui in un feroce odio, ma in quel momento era diverso…non c’era odio nello sguardo di Akane, non c’era rabbia, non c’era rancore né tanto meno amore!

Era completamente privo di tutti quei sentimenti che aveva imparato così bene a leggere in lei.

Negli occhi di Akane, in quel momento poteva scorgere una sola cosa: il disprezzo.

Ranma abbassò lo sguardo, gli occhi ancora spalancati, sul viso l’espressione di chi ha appena sentito il cuore andare in frantumi. Le parole che lei gli aveva appena lanciato erano più dolorose di lame affilate conficcate nella carne.

Strinse i pugni lasciandoli cadere debolmente giù, lungo i fianchi.

Era troppo scioccato per reagire, la bocca era aperta, ma non emetteva alcun suono. Fece così qualche passo all’indietro, come per mettere meglio a fuoco ciò che stava accadendo.

“Sta…stai scherzando?” fu l’unica cosa che riuscì a dire, anche se si accorse subito dopo di aver fatto una domanda ridicola..

“Mai stata più seria in tutta la mia vita.” fu la risposta secca e tagliente di lei.

Ranma capì che Akane stava facendo dannatamente sul serio, non era un litigio come gli altri, quello.

Non l’avrebbe insultato o malmenato, come era ormai abituato da un anno a questa parte. Non avrebbe nemmeno cercato poi di riconciliarsi con lui, perdonandolo per l’ennesima volta. Non le avrebbe più sfiorato la mano distrattamente mentre gli passava una ciotola di riso, la sera, a cena e non avrebbe più corso al suo fianco la mattina per andare a scuola, cercando di non arrivare col solito ritardo. Non si sarebbe più allenato con lei in palestra al chiaro di luna e non l’avrebbe più presa in giro chiamandola “vita larga”. Non lo avrebbe più obbligato ad assaggiare le “schifezze” che ogni tanto provava a sperimentare in cucina e non si sarebbe mai più sdraiato accanto a lei sul il tetto di casa, nelle notti d’estate, a contemplare le stelle mentre tutto intorno suonava il canto delle cicale.

Non avrebbe più riavuto quei piccoli e preziosi attimi passati insieme perché tutto in quello sguardo era cambiato.

Dinnanzi a quella amara scoperta sentì che tutto ciò che di lei aveva appena perso

già gli mancava terribilmente.

Come avrebbe fatto ad andare avanti e a vivere d’ora in poi senza avere al suo fianco colei che gli dava la forza per farlo?…

continua...

Ciao a tutti! Uff...non avete idea di quanto sia stato difficile scrivere questo capitolo! A parte la mancanza di tempo perenne e la stanchezza arrivata ormai a livelli catatonici, mi sono trovata in reale difficoltà nel cercare di gestire l'onda di risentimento che la piccola Akane sta provando. Non mi è piaciuto dipingerla in questo modo così cupo, ma d'altronde mi è venuto naturale pensando a quello che si può provare trovandosi in una situazione del genere. Ma non preoccupatevi, cari amici dell'happy end, nel prossimo episodio cercherò di sbrogliare tutti i nodi e di dare un tono un pò più leggero a 'sta specie di storia. Un bacio grande grande a tutti coloro che continuano ad inviarmi i loro suggerimenti e le loro impressioni. E' la ricompensa più grande che potevo immaginare. Siete voi a darmi la spinta per continuare. Grazieee! See you later. Kisu.
  
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