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Autore: funkia    11/04/2010    22 recensioni
Stavo seduta sull’incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno teneva i suoi attrezzi Babbani. Era estate e avrei dovuto sentirmi euforica. Euforica di stare in vacanza, di non dover andare a scuola e di poter passare i pomeriggi all’ombra degli alberi a leggere un buon libro. Ma non mi sentivo affatto felice. Le voci allegre dei miei familiari provenivano dal piano di sotto e io mi sentivo sempre peggio. Avevo fatto un errore. Avevo fatto un enorme errore. E adesso non sapevo come fare a dirlo a papà
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a raccontare la prima parte della mia storia

                               DON’T TELL DAD

 

                               21. By anonymous

 

 

boys

Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a raccontare la prima parte della mia storia. Era ormai metà Agosto e mi trovavo a casa dei nonni, alla Tana, dato che il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno. Stavo seduta sulla finestra, guardando oltre l’orizzonte il paesaggio sereno, mentre dentro di me si scatenava la tempesta.

 

Non avevo avuto affatto ragione. Di solito sapevo quello che dicevo perché l’avevo studiato su qualche libro, ma questa era una cosa che non si poteva imparare sui libri. Erano passati due mesi e mezzo dalla fine della scuola, ma il mio pensiero fisso continuava ad essere Scorpius Malfoy, nonostante mi sforzassi tanto per non pensarci neanche un po’.

 

E mi sentivo in colpa, terribilmente, perché avrei tanto voluto dire tutto a mamma e papà, ma non potevo. Mi sentivo in colpa perché sapevo bene che cosa ne pensasse papà e mi sembrava quasi di aver tradito la mia famiglia. Anche se in verità non era successo proprio niente di concreto.

 

Qualcuno bussò alla mia porta, o meglio alla porta della camera di papà, e mi voltai appena pensando che fosse mia madre. Non appena vidi la faccia sorridente di Vanessa fare capolino, saltai in piedi e corsi ad abbracciarla.

 

“Vì!” Urlai. “Che ci fai qui a quest’ora? Pensavo che arrivassi solo domani!”

 

Vanessa si slegò dal mio abbraccio ridacchiando ed entrò nella stanza trascinandosi dietro una valigia. “Lo so, ma avevo due ragioni per venire prima.” Disse. “La prima, è che volevo che fosse una sorpresa.”

 

“E lo è stata!” feci io euforica. Mi sedetti sul letto elettrizzata, non vedevo l’ora di sapere tutto quello che aveva fatto durante l’estate. “E la seconda?”

 

“Oh beh…” Si schiarì la gola cominciando a tirare fuori la roba dalla sua valigia. “… io ed Albus ci siamo lasciati.”

 

Mi sentii all’improvviso come se una tegola del tetto avesse sfondato il soffitto e mi fosse caduta in testa. “Che cosa?” Chiesi shockata. D’accordo, volevo sapere tutto della sua estate, ma questo era stato davvero inaspettato. “E quando è successo?”

 

“Oggi a pranzo.” Disse lei continuando a frugare nella valigia, senza guardarmi.

 

“E me lo dici così come se niente fosse?” Saltai su io. “Ma insomma, che diavolo è successo?”

 

Vanessa alzò gli occhi e mi fissò, poi sospirò e si morse un labbro. “Scusa, Rose, ma non ho proprio voglia di parlarne adesso. Ho fatto la valigia in fretta e furia, mi sono scusata con i tuoi zii e appena ho potuto sono venuta qui.”

 

“Okey, okey.” Alzai le mani in segno di resa. “Pensavo che almeno tu avessi buone notizie.”

 

“Che vuoi dire?”

 

Io sospirai e la guardai penosamente. “Malfoy.”

 

“Oh, Rose, non è ancora passata?” Chiese lei premurosa. Si sedette accanto a me e mi posò una mano sulla gamba. “Non l’hai detto ai tuoi, vero?”

 

“Certo che no, non voglio che mi stacchino la testa.” Dissi. “Domani Al sarà qui, te ne rendi conto, vero?”

 

Lei annuì. “Sì, lo so. Non voglio rovinare il tuo giorno, non preoccuparti, me ne starò buona come se niente fosse successo. Cosa pensi di fare una volta tornate a scuola? Insomma, sarai costretta a rivederlo.”

 

“Non lo so, non ci ho ancora pensato.” Alzai gli occhi al cielo. “Non avrete litigato per qualcosa di stupido, vero?”

 

“Litighiamo sempre per qualcosa di stupido. Litighiamo sempre, ecco qual è il punto.” Sospirò Vanessa. “Pensi che Malfoy possa aver cambiato idea?”

 

“Beh, sinceramente… ma insomma, perché continui a cambiare discorso!”

 

“Io?” Fece Vanessa. “Veramente sei tu che non fai altro!”

 

Ci fissammo per qualche secondo, poi sospirai e mi passai una mano sugli occhi. “D’accordo, tu non hai voglia di parlare di Al, come io non ho voglia di parlare di Malfoy. Parliamo di cose serie: che mi hai regalato?”

 

Vanessa si aprì in un sorriso sincero. Si alzò e tornò alla sua valigia, da cui prese un pacchettino. Tornò sul letto accanto a me e me lo porse. “Dovresti scartarlo domani, non è ancora il tuo compleanno.”

 

Mi voltai verso di lei lentamente e con le sopracciglia alzate. “Mi metti un regalo tra le mani e pensi davvero che aspetterò fino a domani? Dì un po’, sei la mia migliore amica o la prima che passa, perché dovresti sapere bene che non resisto alle tentazioni.”

 

Vanessa si morse un labbro per cercare di non ridere. “Sì, ce lo hai ampiamente dimostrato.”

 

Con sarcasmo colsi che si stava riferendo a Malfoy. Feci una smorfia. “Divertente, Vì.” Mi focalizzai di nuovo sul mio regalo. Non ero mai stata paziente con un regalo in mano. Lo scartai nel giro di due secondi. Strinsi tra le mani quello che sembrava un taccuino. “Un diario?” Chiesi.

 

“E’ molto meglio.” Fece Vanessa tutta soddisfatta. “So quanto sei nervosa per i M.A.G.O. ed hai paura di dimenticare qualcosa o di confondere le idee, perciò ti ho preso un appunta-appunti. Puoi prendere appunti e poi spostarli nelle pagine a tuo piacere.”

 

Cavolo, questo sì che era un regalo utile! “Grazie, Vì!” dissi sinceramente. “Non avrei mai pensato a comprarmi una cosa del genere!”

 

“Lo so, sei un genio che si perde in un bicchier d’acqua.” Rise lei.

 

Feci mezzo sorriso. “Non avevano qualcosa di simile da applicare nella vita reale?” dissi scherzando. “Non sai quanto mi sarebbe utile poter spostare le cose che mi accadono a mio piacimento.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “No, altrimenti ne avrei preso uno per me.”

 

“Potrei farlo brevettare a zio George.”

 

Vanessa sorrise appena. “Com’è andata l’estate?”

 

“Non così male.” Dissi sinceramente. “Ho passato un sacco di tempo a parlare con Hugo, è stato un buon confidente. Gaby e Sol hanno mandato qualche lettera e mi sono portata un po’ avanti con lo studio.”

 

“Oh, questo sì che è divertente!” Fece ironicamente Vanessa.

 

Qualcuno bussò alla porta e papà fece capolino qualche secondo dopo con un bel sorriso. “Scusate se vi disturbo, ragazze, ma credo che sia proprio ora di mettersi a letto. Vanessa, se hai bisogno di qualsiasi cosa noi siamo al piano di sotto.”

 

Vanessa gli sorrise. “Grazie signor Weasley, ma credo di avere tutto nella mia valigia.”

 

Papà annuì e ci diede la buonanotte prima di andar via. Io mi voltai verso Vanessa e sbadigliai. “Sai, credo che quella di mettersi a letto non sia per niente una cattiva idea.”

 

“E poi dovrai essere in forma per domani, per la baraonda di parenti che ti aspetta.”

 

Alzai gli occhi al cielo. “Non voglio neanche pensarci.”

 

 

**

 

 

Anche se non avevo voluto pensarci, la mattina dopo fummo svegliate inconfondibilmente dalla baraonda di parenti, come aveva detto Vanessa. Di solito Al veniva sempre a svegliarmi per il mio compleanno, ma sospettavo che qualcuno lo avesse avvertito della presenza di Vanessa ed infatti non si era fatto vivo.

 

Ci vestimmo con calma, cercai di mettere inutilmente a posto i capelli e presi un po’ di fiato prima di scendere al piano di sotto.

 

“Ecco la nostra festeggiata, buon compleanno Rosie!” Urlò papà.

 

Io sorrisi ed arrossii sotto lo sguardo di tutti i parenti che mi stavano fissando e mi auguravano buon compleanno. C’erano proprio tutti: zio Bill e zia Fleur, Louis, Victoire, Dominique, zio Percy e zia Audrey con Molly e Lucy, zio George e zia Angelina, Fred e Roxanne, zio Harry e zia Ginny, James, Al e Lily, Teddy, mamma e papà, Hugo e naturalmente i nonni. L’unico a mancare era zio Charlie che aveva mandato una cartolina con le sue scuse il giorno prima.

 

Non appena scesi anche l’ultimo gradino la nonna si fece subito avanti e mi abbracciò stretta. “Oh tesoro, diciassette anni! Non riesco a crede a quanto cresciate in fretta!”

 

Papà alzò gli occhi al cielo. “Dovresti averci fatto l’abitudine, mamma.”

 

La nonna ci mise tutti quanti a tavola, sembrava il pranzo di Natale. Tutti continuavano a congratularsi per la mia maggior età ed io continuavo ad arrossire come una sciocca. Alla fine del pranzo, dopo quattro o cinque portate, la nonna mi mise davanti un enorme torta a forma di libro con il mio nome scritto sopra con glassa al cioccolato e diciassette candeline.

 

Dopo pranzo fu il momento dei regali e ne avevo una pila così grossa che non sapevo proprio da che parte cominciare. Beh, ci dovevano essere anche risvolti positivi ad avere una famiglia numerosa.

 

La nonna e il nonno mi avevano regalato un bell’orologio da polso, che secondo la tradizione si regalava ai maghi quando diventavano maggiorenni. Zia Fleur e zio Bill mi avevano comprato un bel vestito e Louis, Dominique e Victoire avevano abbinato una borsa e le scarpe col tacco. Papà non era stato molto contento né del vestito, né delle scarpe col tacco. Zio Percy, come sempre, mi aveva regalato un libro. Quest’anno si intitolava “Storia del Ministero della Magia”. Molly e Lucy invece mi avevano preso l’ultimo cd delle sorelle stravagarie. Zio George mi aveva dato un pacchettino con l’avviso di non aprirlo davanti a papà, poi mi aveva fatto l’occhiolino. Avevo paura solo a pensare a cosa potesse esserci dentro. Hugo mi aveva preso un Kit per mantenere lucida e funzionale la bacchetta, mentre James, Al e Lily mi avevano regalato un Omniocolo e uno Spioscopio.

 

“Ecco qui, Rosie.” Fece zio Harry porgendomi una provetta. “Questo è il regalo mio e di zia Ginny. Fanne buon uso.”

 

La guardai un po’ da vicino, dentro c’era un liquido argenteo. “Che cos’è?” Chiesi ingenuamente.

 

“Felix Felicis.” Disse zia Ginny. “Crediamo che tu sia abbastanza responsabile da usarla con ritegno.”

 

“Oh!” Feci io emozionata. “Grazie!”

 

Ero ancora concentrata sul regalo degli zii, quando sentii papà che si schiariva la voce per richiamare la mia attenzione. Mi voltai verso i miei genitori che mi guardavano esitando. Papà tirò fuori da dietro la sua schiena quello che sembrava un calice di pietra. Lo presi confusa e ci guardai dentro, fissando curiosamente  degli strani filamenti d’argento.

 

“Pensiamo che tu sia abbastanza grande da sapere tutto quello che è successo quando eravamo giovani.” Spiegò papà. “Sarà molto meglio che leggere un libro.”

 

Io li fissai ancora confusa e mamma si spiegò meglio. “E’ un pensatoio, Rose, i maghi lo usano quando hanno bisogno di tornare sui propri passi. Contiene i ricordi miei e di tuo padre.”

 

Mi illuminai. Tutti noi cugini avevamo sempre voluto sapere cosa fosse successo durante la guerra e non. Corsi ad abbracciarli stando bene attenta a non rovesciare il pensatoio. “E’ fantastico! E’ il regalo più bello che potevate farmi!”

 

“Ultimo ma non meno importante.” Disse papà.

 

“Veramente Rose.” Disse Vanessa indicando sul tavolo. “Qui ce n’è ancora uno.”

 

Mi voltai verso il tavolo e vidi un piccolo pacchetto racchiuso con della carta Magenta. Diedi il pensatoio a mamma e presi il pacchetto. Pensavo di aver scartato tutti i regali dei presenti. “E’ tuo Teddy?” Chiesi.

 

Ma Teddy scosse la testa. “No, ho contribuito alle scarpe insieme a Victoire.”

 

“Magari è di zio Charlie.” Disse Hugo.

 

Scossi la testa. “No, è arrivato ieri.” Guardai bene il pacchetto. “E’ senza biglietto.”

 

“Perché non lo apri?” Mi incitò la nonna.

 

Rigirai il pacchetto tra le dita un paio di volte, poi lo scartai accuratamente. Era una scatolina. La scoperchiai e vi guardai dentro, notando con la coda dell’occhio tutti i parenti che allungavano il collo per sbirciare. Alla fine ne tirai fuori una collanina con un ciondolo a forma di rosa.

 

Mamma si avvicinò e lo guardò da vicino. “Beh, è molto bello.”

 

“A quanto pare hai un ammiratore segreto, Rosie.” Mi prese in giro zio George.

 

James rise. “Beh, ma tanto a lei non interessa, a lei piace già…”

 

“Chiudi il becco!” Urlai inferocita, prima che potesse finire la frase. Vanessa ed Al erano già sbiancati, sapevano che se James avesse finito quella frase sarebbe successo il finimondo.

 

Papà si voltò verso di me con un sopracciglio inarcato. “E chi è questo signor Chiudi-il-becco? Sai, non mi sembra di averlo mai sentito nominare.” Disse con voce sarcastica e austera allo stesso tempo.

 

“Infatti non lo conosci.” Mentii io.

 

Mamma tornò verso papà e gli posò una mano sulla spalla. “Non credi che queste siano faccende private di Rose?”

 

“No, è mia figlia.” Rispose prontamente papà. “Ho il diritto di sapere.”

 

“Ma da oggi sono maggiorenne e rispondendo per me stessa la mia vita privata diventa davvero privata.” Dissi io come se stessi recitando un comma del codice dei maghi.

 

Papà fece per aprire bocca, ma la richiuse subito dopo guardandomi male. “Tu leggi troppo, Rose.”

 

“Ehi!” Urlò ad un certo punto Fred. “Chi gioca a Quidditch?”

 

I ragazzi si precipitarono tutti verso il ripostiglio delle scope, mentre le zie risero e si mossero con calma sul retro per uscire in giardino. La nonna alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di incomprensibile. Io stavo quasi per uscire con gli altri quando sentii un rumore sulla mia destra.

 

“Psst!”

 

Mi voltai, Al era sulle scale e mi fece cenno di salire di sopra. Lasciai che gli altri andassero avanti, Vanessa fortunatamente era impegnata a chiacchierare con Hugo, e sgattaiolai su per le scale con Al. Ci rifugiammo nella vecchia stanza di papà e Al si sistemò sul letto di Vanessa. Io mi sedetti proprio davanti a lui.

 

“Allora,” disse. “Chi pensi sia stato a mandare il regalo misterioso?”

 

Io feci una smorfia e presi la scatolina che avevo messo in tasca. La aprii e fissai di nuovo il ciondolo. “Non lo so, probabilmente è solo Lysander.”

 

“Scherzi? Se fosse stato Lysander ti avrebbe regalato un Ricciocorno Schiattoso!” Disse ridendo.

 

“Ho saputo di te e Vanessa.” Dissi rimettendo a posto il ciondolo. Al smise di ridere. “Ma non vuole dirmi cosa è successo.”

 

Al si scurì e prese a guardare fuori dalla finestra, dove intanto gli altri volavano con le scope. “Niente d’importante.”

 

“Certo, sono sicura che vi siete mollati proprio per niente d’importante.” Dissi sarcastica. “Credevo che andasse tutto bene tra voi.”

 

“Davvero, Rose, non ho voglia di parlarne.”

 

“Okey.” Dissi mettendo da parte la mia curiosità. “E di cosa vuoi parlare, Al?”

 

Al fece mezzo sorriso e scosse la testa. “Mi sei mancata, Rosie.”

 

“Ottimo tentativo di cambiare discorso.” Feci io ridendo. “Se non vuoi dirmelo non importa. Ne parleremo, prima o poi.”

 

Al mi guardò di sottecchi. “Fortuna che James non abbia finito la frase, mh?”

 

Io alzai gli occhi su di lui, ma gli riabbassai subito dopo in imbarazzo. Sapevo cosa cercava di chiedermi. “E’ una fortuna. Pensa se papà avesse saputo… a quest’ora il tetto della Tana non esisterebbe più, sarebbe andato talmente in escandescenza da far scoppiare tutto quanto. Neanche mamma lo avrebbe fermato.”

 

“Pensavo che in tutti questi mesi sarebbe passata!” disse sinceramente sorpreso. “Non l’hai mai visto durante l’estate, come puoi pensarci ancora?”

 

Io feci una smorfia. “Per quanto tempo sei stato innamorato di Vanessa prima di dichiararti?”

 

Al arrossì. “Beh, per prima cosa non mi sono mai dichiarato. Lo hai fatto tu.”

 

“Non cercare di cambiare discorso. Di nuovo.” Dissi ridendo. “Perché non mi rispondi?”

 

Al si guardò attorno nervosamente. Poi scattò in piedi come punto. “Hai sentito, Rose? Ci stanno chiamando dal giardino! Probabilmente ci vogliono per giocare a Quidditch!”

 

Lo guardai correre via dalla stanza e sentii i suoi passi veloci per le scale. Scossi la testa tra me e sospirai. Rimasta sola guardai ancora quella scatolina misteriosa e la aprii di nuovo. Era davvero un bel ciondolo. Chissà da dove veniva.

 

 

 

**

 

 

Ragazzi e ragazze bentrovati!

 

Spero abbiate passato una buona pasqua, io purtroppo rotolo ancora dall’ultimo pranzo X___X ma cercherò di riprendermi.

 

Volevo dire tantissime grazie a Sif e Dea ex Machina per avermi votato al concorso per la “storia con i migliori personaggi originali”. Sono stata onoratissima! E’ stata davvero una bellissima sorpresa vedersi questi due voti, anche perché fino a ieri non sapevo neanche di questo concorso. Grazie.

 

Ancora tante tante grazie a:

Sunlight_girl, ElseW (spero sia abbastanza presto ^^) , ThePirateSDaughter (si evolveranno, si evolveranno ^^) , Leuconoee, musicmylife, mica (ahah, no a dire il vero quando scrivo davanti al pc rido come una pazza), Milla Nafira, hele, zia_addy (un’altra zia, che bello **), mki90, Melisanna_ (io ho sempre pensato che gli esami, anche se non erano a scopo di diploma, li facessero tutti gli anni… sono una capra, lo so ^^”) , mariuccia, Edvige86, Sif (grazie di nuovo), BigIlly, Nabiki93, PrincipessaGin

 

Grazie, grazie, grazie, grazie!

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Zia funkia

 

 

 

 

 

   
 
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