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Autore: schwarzlight    13/04/2010    2 recensioni
Non ricordo quanto tempo sia passato. Forse mesi, o anni...ormai ho perso il conto.
Non ricordo chi mi abbia portato qui nè quando.
Vorrei uscire, per vedere se il cielo è ancora azzurro e se il sole sorge ancora. Ma quella maledetta porta è chiusa a chiave e non la aprono mai, perfino per darmi il cibo usano uno sportello apposito. Hanno paura di me.
Ma ormai sono stanca, non mi importa più di nulla... L'unica cosa che voglio è starmene seduta qui, appoggiata alla parete, a cercare di dimenticare l'oscurità di questa stanza e le catene ai polsi, per potermi crogiolare in quei ricordi che forse sono solo un mero frutto della mia immaginazione.

Valeria Montale è una ricercatrice per la ERD, European Research Department, una struttura che si occupa dello studio delle chimere, creature pericolose dall'origine ignota.
C'è una parte del suo passato che non sembra riuscire a ricordare, una casa vuota cui passa davanti ogni giorno, e una ragazza dai capelli d'argento.
E poi ci sono i Signori d'Europa, maghi dell'era moderna e capricciosi collezionisti di territori.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I signori d'Europa cap.2 Legame




Luce.
Da quando sono uscita da quel posto sono sempre circondata dalla luce, così tanta da accecarmi. E' per questo che ora devo tenere queste bende... se non lo faccio potrei danneggiarmi gli occhi, così ha detto quella donna.
Ma allora cos'è cambiato da quando stavo nella cella? Prima non potevo vedere a causa del troppo buio, e ora non posso vedere a causa della troppa luce.

...Io voglio il cielo.

Mi alzo dal letto. Le bende non sono poi così coprenti, un minimo dei contorni della stanza riesco a distinguerli. Più in là, ad esempio, ci sono un paio di poltrone e un tavolino basso, di quelli da thè. Addossata alla parete c'è una libreria e uno stereo... o almeno quello che credo sia uno stereo. E ci sono due finestre.

Voglio il cielo.

Mi avvicino a una di esse e la apro. E il vento mi investe.
E' un vento leggero, primaverile... è piacevole. E' tremendamente piacevole la sensazione di sentirlo soffiare sulla pelle, ascoltare il rumore delle tende smosse, l'odore di aria fresca, pulita.

Chissenefrega di quella donna.

E chissenefrega anche della mia vista.
Afferro le bende e le strappo via, non mi importa se poi non potrò più vedere... io voglio il cielo, per troppo tempo l'ho desiderato, per troppo tempo l'ho cercato senza trovarlo.
Apro gli occhi e osservo l'azzurro infinito che si estende sopra la mia testa.
Una lacrima mi solca il viso.

Sono libera.


***


Il campanello suonò due volte prima che la padrona di casa, una donna piuttosto giovane dai disordinati capelli corvini, andasse ad aprire. Di fronte a lei si presentò un ragazzo sui venticinque anni, dagli occhi neri e i capelli biondi parzialmente raccolti in una coda, da cui sfuggivano alcuni ciuffi ribelli più corti che gli finivano davanti agli occhi.
Entrò senza tanti preamboli e si diresse subito al piano superiore, accompagnato dalla donna.

- Com'è la situazione?
- Le ferite ai polsi e alle caviglie sono quasi completamente guarite. Per quanto riguarda gli occhi, il discorso è leggermente più complicato, ma in linea di massima l'importante è che non vengano esposti direttamente alla luce... la vista deve riabituarsi pian piano, o rischia gravi danni permanenti. Per il resto non ho riscontrato grandi problemi, anzi, direi che nonostante tutto è inaspettatamente sana.
- E allora perchè mi hai chiamato?
- Vorrei che tentassi di farla mangiare, non può certo andare avanti a forza di flebo! Di me si fida solo fino a un certo punto, mi lascia avvicinare solo se devo visitarla, mentre normalmente non posso andare oltre i tre metri... quindi ho pensato a te.

Già. Lui era l'unico a cui Madamoiselle Le Blanche, così come la chiamava la dottoressa, permetteva di oltrepassare la sua barriera. Gli altri venivano respinti appena superavano una certa distanza, variabile a seconda delle persone.
Il fatto che lui potesse anche toccarla, poi, era dovuto sicuramente a quella sorta di legame di fiducia che si era creato nel momento esatto in cui l'aveva tirata fuori da quell'inferno.
In principio aveva pensato che il suo lavoro sarebbe finito lì, ma in seguito aveva cominciato a nutrire un certo interesse nei confronti di quella ragazza, interesse rafforzato dall'alone di mistero sulla sua identità e il motivo del suo confinamento. Per lui, non rappresentava altro che un nuovo giocattolo con cui passare il tempo... e se si stufava poteva tranquillamente lasciar perdere il tutto e cercarsi qualcos'altro.

- E va bene, tanto non mi costa nulla...
- Oh! Non me l'aspettavo egoista come sei! C'est une surprise!

La dottoressa si sistemò gli occhiali dalla montatura antiquata sul naso ridendo, e aprì la porta della stanza in cui alloggiava la sua paziente.


***


Eccola.
E' seduta sul davanzale, i capelli argentati lunghi fino a metà schiena che ondeggiano lievemente, come l'abito bianco che indossa.
Ma perchè le ha dato un abito bianco? Voleva farla assomigliare a una sorta di angelo o cosa?
Non sembra si sia accorta di noi. Non fa altro che starsene lì a guardare fuori... cosa, poi, non si sa, visto che le bende le impediranno sicuramente la visuale.

...Un angelo.



- Non può fare uscire quel demonio, solo due settimane fa ha ucciso brutalmente due delle nostre guardie!
- E mi dica... cosa ci facevano due guardie nella cella di una detenuta di tale pericolosità?
- Oh, bè... credo facessero dei controlli, ecco...
- Sì, posso ben immaginare che genere di controlli. Voi bastardi dovete solo ringraziare che siete fuori dalla mia giurisdizione!

Quell'uomo insulso che si faceva chiamare direttore non la voleva smettere di tremare. Più ci avvicinavamo alla cella e più quel patetico balbettio aumentava, rendendomelo sempre più insopportabile.
Almeno dopo quello scambio di battute se ne stette zitto un bel po', per riprendere solo una volta arrivati di fronte alla cella in questione.

- Ma... ma è davvero... s-sicuro di quello che sta facendo? Vuole... vuole proprio farla uscire?
- Certo che ne sono sicuro, mi sembrava di esser stato chiaro: la ragazza verrà con me. E ora aprite questa porta.

Appena aprirono la porta, avvertii subito la sensazione quasi elettrica di una barriera. Pensai subito che forse non era del tutto ignara dei suoi poteri, ma ora lo riconduco più a un'attivazione inconscia.
Mi fermai sulla soglia, non potevo andare oltre.

E la vidi.

Seduta per terra appoggiata alla parete di sinistra, catene troppo strette che le appesantivano i polsi e le caviglie, una specie di camice più grigio che bianco strappato in alcuni punti... e macchiato di quello che nell'oscurità sembrava essere sangue. La cella stessa ne era sporca. Per terra soprattutto.
...Ciò che rimaneva delle due guardie.
Lei era magra... troppo. A quanto mi dicevano era almeno un mese che si rifiutava di mangiare, o era un mese che LORO si rifiutavano di darle il cibo. Ma almeno era ancora viva. Sarebbe stato un guaio se fosse morta lasciando il suo posto vacante e la sua gente in balìa di sè stessa.

Un pensiero alquanto egoistico, lo ammetto.

Non parlava.
Non si sa se il motivo fosse un problema alla gola o la sua stessa volontà. Ma i suoi occhi bastarono a comunicarmi la sua richiesta d'aiuto.
La barriera cadde, e io entrai.



Anche quella volta mi è sembrata un angelo. Ma un angelo caduto che ritrova quasi per sbaglio la strada per la luce.

- Oh, no! Le bende!

Solo dopo l'urlo di Monique mi accorgo che le bende che dovevano coprire gli occhi alla ragazza si trovano per terra.
Lei si accorge di noi, e subito avverto una scarica attraversare l'aria. Ci ha respinti. E se non avessi afferrato Monique in tempo, l'avrebbe fulminata.

- Non fare mosse avventate, ricordati della barriera!
- Ma... gli occhi! Non deve esporre gli occhi alla luce, gliel'avevo detto! Devo controllare la situazione, lasciami!
- No, ci penso io. Tu è meglio se non entri nella stanza.

Detto questo mi avvicino alla ragazza in bianco.
E quindi alla fine stava davvero osservando qualcosa... il cielo magari. Bè, credo di poterla capire... chissà quanto tempo è passato dall'ultima volta che l'ha visto?
Non sono a nemmeno un paio di metri da lei che devo fermarmi. La barriera mi blocca e non posso usare i miei poteri per forzarla... non ho idea della reazione che potrebbe avere, nè delle conseguenze.
Finchè non si renderà consapevole della propria forza rimane piuttosto instabile da questo punto di vista.

- Mi fai passare?

Continua a osservarmi con quei suoi occhi così tremendamente chiari. Ed è come se un'ulteriore scarica mi fosse trasmessa lungo tutta la spina dorsale. E' dotata di una forza tremenda.

- Voglio solo controllare come sono messi i tuoi occhi, tranquilla...

La barriera cade, e lei torna a osservare il cielo.
Le chiedo se le fanno male gli occhi, ma non ottengo nessuna risposta. Solo un lieve cenno di diniego. Glieli controllo comunque, anche se so che è inutile... se quel che penso è esatto, la sua capacità di cura e recupero dovrebbe essere decisamente elevata.
Una volta tranquillizzata Monique, mi siedo sul davanzale con lei, ed è in quel momento che mi accorgo di una lacrima che le corre lungo la guancia. La raccolgo, sfiorandole il viso.
E lei sposta la sua attenzione su di me.

Sorrido.

Sì, sarà sicuramente un bel passatempo.


---

allora.....per quanto riguarda l'aggiornamento così in là nel tempo.....stessa scusa che ho usato per the heir.....esami, difficoltà con l'inizio (e non solo) del capitolo e bla bla bla....senza contare che erano in ballo due idee diverse per l'incipit....ma alla fine ha vinto una fusione di esse, più un pizzico di una terza XD
uhm, questo capitolo è un po' più pieno di eventi del primo, ho cominciato pian piano a presentare diversi aspetti che verranno approfonditi più in là (come la storia della barriera....ora sicuramente non sarà chiara la cosa, ma prometto che in uno o due capitoli spiegherò tutto u_u) e introdotto l'altro personaggio che sarà alquanto.....importante °_° il biondino >D
senza contare che ho seminato indizi inquietanti sulla protagonista uhuh *_*

uhm.....non so davvero che altro dire, se non che ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, che l'hanno recensito e che hanno deciso di seguire questa storia!^^
....e che ovviamente spero questa schifezza sia piaciuta 8D

e ora....recensioni!:3 (3 per il primo capitolo!:0 wow!=D)

Elos: sono molto felice che tu abbia apprezzato l'alternanza dei ricordi e dei vuoti di memoria della protagonista =D
soprattutto sono contenta che sia venuto fuori bene, essendo (forse) l'aspetto che più mi premeva nel capitolo :0
spero tu abbia apprezzato anche la lettura che propongo oggi!:3
ciau!^^

coldrina: grazie anche a te per aver recensito e per esserti incuriosita (spero) abbastanza da continuare a seguirmi 8D
come potrai notare aumentano sempre più gli elementi di curiosità >D
un saluto anche a te, sperando che lascerai di nuovo un tuo commento :3

Necrysia: *O*
quanto mi ha fatta felice la tua recensione!*_*
davvero, sapere che una delle persone di cui seguo e apprezzo le storie prova a sua volta interesse per una mia è veramente fantastico!8D
non ho idea se anche questo capitolo può rientrare in qualche modo nello stile che ti piace, ma....sicuramente ha un approccio totalmente diverso...(a cominciare dal punto di vista multiplo >_<)
e, uhm, ho davvero fatto una descrizione?°_° cioè, coff, in effetti può esser proprio definita descrizione, quindi anche se volevo dare un'aria un po' confusa al tutto ho scoperto di aver delineato bene l'ambiente °°   fantastico *_*/
spero che l'attrazione con il mio modo di scrivere continui, e di aver messo abbastanza suspance nella fine 8D
e come ultima cosa.....onoratissima di essere tra quelle poche fiction che ti attirano *_*
alla prossima!8D
   
 
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