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Autore: _Hiromi_    13/04/2010    3 recensioni
Ciaooo!!^^ Questa è la mia prima ficcy Originale ^^'' speriamo che vi possa piacere!!**Bradley ha 22 anni, studente universitario, menefreghista, pensa solo a sé e ai suoi desideri, ma tutto qusto prima di incontrare il nuovo 'oggetto del suo desiderio', un ragazzo dall'aspetto infantile...sembrerebbe facile sedurre quel "bambino" ma, quanto è forte la sua seduzione e quanto la resistenza dell'altro? Lo aspetta una trionfale vittoria o una schiacciante sconfitta? A voi scoprirlo! XD**-[dal primo capitolo!] "L'aveva visto un paio di settimane prima con una maglietta grande il doppio di lui a coprirgli il corpo acerbo, magro, i capelli bagnati attaccati alla testa, gocciolanti, le gambe esili scoperte e i piedi nudi. L'aveva visto conciato in quel modo, e l'aveva trovato estremamente eccitante, irresistibile!" "Aveva pensato un po' a lui, e qual'era il risultato? Sentiva già una vampata di calore partire dal basso ventre!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***

Sentiva il sangue scorrere sempre più velocemente nel proprio corpo, come fosse fuoco liquido che bruciava le vene al suo passaggio, infiammandogli i sensi e spingendolo alla disperata ricerca di qualcosa che potesse spegnere quel violento incendio. E sapeva che quel 'qualcosa' era proprio davanti ai suoi occhi e rispondeva al nome di James Wood.
Dio! Gli aveva solo toccato il polso e già si sentiva bruciare tra le fiamme!
Bradley rimase fermo per qualche secondo, osservando attentamente la causa di quel bruciante desiderio: gli occhi verdi leggermente sbarrati, i capelli chiari più disordinati di prima, il corpo scosso da qualche lieve tremito, sembrava quasi che James non respirasse per la sorpresa...o per la paura.
Il moro scacciò quel pensiero dalla mente con irritazione: James non doveva avere paura. Quello che sarebbe successo a breve era una cosa naturale, semplice desiderio fisico che veniva finalmente soddisfatto, e gli sarebbe piaciuto.
Gli ci vollero solo tre passi per avvicinarsi al ragazzo, e quello rimase immobile come una statua, senza dar alcun segno di paura o altro.
Ora, a pochi centimetri dalla fonte del fuoco, Brad non aveva idee su come procedere. Baciarlo? Abbracciarlo? Spingerlo direttamente a terra per farlo suo? No, decisamente non sapeva da dove iniziare.
Istintivamente sollevò un braccio accarezzandogli una guancia con le nocche della mano, continuando comunque a fissarlo intensamente negli occhi.
Quel semplice gesto, quella delicata carezza, parve risvegliare il ragazzo dalla trance nella quale era caduto.
Quando aveva visto quello sconosciuto al suo fianco, James aveva inspiegabilmente provato un po' di apprensione, ma non era poi tanto strano considerando le sue praticamente nulle capacità di relazionarsi e il timore che aveva di conversare con un altro essere umano che non fosse suo padre. Di solito nessuno degli studenti si avvicinava a lui per fare amicizia visto di chi era figlio, e lui ci aveva fatto l'abitudine perdendo la capacità di conversare spontaneamente. Nessuno voleva avere a che fare un ragazzino così chiuso e introverso, e invece quel moro gli aveva addirittura rivolto la parola!
E poi quell'apprensione era diventata qualcosa di più nel momento in cui quello stesso estraneo l'aveva afferrato per un polso strattonandolo per tutto il corridoio fino ad uno sgabuzzino piccolo ed impolverato, chiudendo poi la porta a chiave.
E da allora non si era mosso, forse incredulo, forse curioso, forse spaventato di fronte a quel ragazzo più alto, grosso e sicuramente più forte di lui.
Quando l'altro gli si avvicinò per accarezzargli una guancia James fece un passo per allontanarsi, indietreggiando per via del suo sguardo, lo sguardo di un predatore che ha avuto la meglio sulla preda, uno sguardo nero come una notte senza stelle che lo terrorizzava a dir poco.
-Che...- cominciò a dire con voce tremante, ma era troppo flebile e gli mancò subito, e dovette ritentare -Che...cosa vuoi...da me?- chiese senza staccare gli occhi dalla figura minacciosa dell'uomo per controllare ogni suo movimento, la propria mente che andava alla ricerca di una qualche scusa innocente che potesse spiegare quella situazione.
Forse voleva parlarmi in privato, provò senza riuscire a convincersi voleva parlarmi, e il corridoio non era sicuro..., ma sapeva che non aveva alcun senso, che la scusa non reggeva: quel corridoio era vuoto, gli studenti erano dentro le aule, e le probabilità che qualcuno passasse di là erano praticamente zero.
E fu in quel momento che James cominciò a provare davvero paura, quando si accorse che nessuno sapeva che era in quella stanzetta con quello sconosciuto, perché nessuno l'aveva visto. E capì di essere totalmente in balia di quel 'gigante' che avrebbe potuto fargli qualunque cosa volesse senza incontrare altro se non una debole resistenza da parte sua.
Indietreggiò ancora senza sapere che fare, senza avere una qualche idea per uscire da quella situazione pericolosa.
Il ragazzo gli rivolse un sorriso malizioso con la pretesa di voler essere rassicurante, poi gli si avvicinò ancora. James cercò di scappare passandogli accanto, ma l'altro lo afferrò per un braccio appena l'ebbe a portata, stringendolo poi a sé e chiudendogli la bocca con la propria.
Il piccoletto cominciò a dimenarsi, tentando invano di allontanarlo, mentre quel bacio violento gli faceva male alle labbra. Sbarrò gli occhi quando sentì la lingua dell'altro forzare la propria bocca riuscendoci al primo tentativo. Tenendolo stretto con un solo braccio, con la mano libera Brad prese a sbottonargli freneticamente la camicia bianca, strappando qualche bottone per portare a termine l'operazione più in fretta. Staccò le labbra per un attimo, giusto il tempo di riprendere fiato, poi tornò ad avventarsi su quelle rosse e gonfie di James. Una volta aperta la camicia si dedicò al pantalone, abbassandogli la zip con un unico gesto; l'indumento scivolò leggermente lungo i fianchi scoprendo la biancheria beige che l'altro indossava.
James serrò gli occhi con forza sperando che così sparisse tutto, sperando che fosse solo un bruttissimo incubo dal quale si sarebbe presto risvegliato. E così, spaventato e tremante, non seppe più cosa stava facendo e, appena sentì la lingua dell'altro introdursi nella propria bocca, morse con tutte le proprie forze, sentendo poi il sapore metallico del sangue.
Brad si staccò di scatto portandosi una mano alla bocca ferita, fissando allucinato il ragazzino tra le sue braccia. Forse fu per la sorpresa e la distrazione dello sconosciuto che James riuscì a liberarsi approfittandone per precipitarsi verso la porta. Purtroppo per lui Brad si riprese immediatamente raggiungendolo nel momento in cui poggiò la mano sul chiavistello. Gli prese il polso con forza stringendolo tanto che a James sfuggì un gemito di dolore.
-Lasciami!- gridò terrorizzato rendendosi conto che, oltre ad essere incredibilmente eccitato, l'altro ora era anche dannatamente arrabbiato. -Lasciami!- provò ancora, dimenandosi come una serpe, dando del filo da torcere allo studente che non riusciva a tenerlo fermo.
-Sta fermo!- ringhiò Brad con rabbia, ormai privo di qualsiasi controllo, e subito dopo lo buttò a terra bloccandolo poi col proprio corpo.
James continuò a lottare con tutte le sue forze ma ottenne solo di essere immobilizzato in pochi secondi. Brad gli bloccò le mani sulla testa tenendolo per i polsi e, sfruttando le ginocchia, gli divaricò le gambe in modo tale da sistemarsi in mezzo ad esse ed impedirgli di serrarle ancora.
Quando sentì l'erezione del moro premere prepotentemente contro il proprio ventre scoperto, James si paralizzò, terrorizzato, cominciando a tremare violentemente.
Se in piedi aveva qualche possibilità di fuga, di difendersi, steso su quel pavimento polveroso non aveva chance, e lo sapeva.
-Lasciami...- sussurrò con voce tremula -per favore...-
Brad ansimava pesantemente, aveva lo sguardo di un pazzo, e non si fece intenerire dalle parole o dal viso pallido del ragazzino.
Con un unico movimento brusco gli abbassò i boxer beige, tirandoli giù insieme ai pantaloni già slacciati.
-No! No!- gridò James agitandosi ancora sotto di lui -Fermati!-
Brad si sbottonò i jeans gemendo quando la stoffa scivolò via sfiorando la sua erezione pulsante, e credette di impazzire: non poteva aspettare ancora, ne andava della sua sanità mentale! Doveva farlo suo, subito! Tenendo bloccati i sottili polsi del piccolo con una sola mano, con l'altra prese ad accarezzargli l'interno coscia continuando poi fino ad arrivare ai glutei nudi, dove sfiorò l'apertura racchiusa tra di essi.
-No...- mormorò James che, acnhe se avrebbe voluto urlare a squarciagola, era senza voce -...non farlo...-
Quando Brad lo penetrò inaspettatamente con due dita, James sbarrò gli occhi come se stessero per uscirgli dalle orbite e spalancò la bocca per urlare, per gridare e sfogare il dolore che stava provando in quel momento, ma non ci riuscì perché Brad gliela chiuse con la propria. Si agitò convulsamente tentando invano di liberarsi, di far finire quel dolore straziante che lo stava sconvolgendo. Intanto le dita presero a muoversi velocemente, contorcendosi senza delicatezza alcuna, facendolo gemere disperatamente per il dolore. Solo quando si staccarono riuscì nuovamente ad emettere qualche suono.
-Basta...fermati...- mormorò il piccolo con voce spezzata, flebile, gli occhi umidi chiusi per la paura.
E Brad si fermò davvero, anche se non furono le parole del piccoletto a convincerlo: sentiva uno strano rumore, uno squillare debole che diventava man mano più forte per disperdersi nello stanzino e disturbare il suo udito.
Istintivamente poggiò la mano che prima teneva i polsi sulla bocca di James per impedirgli di dire qualcosa, e rimase immobile, in attesa. Nonostante avesse le braccia libere, il piccolo Wood rimase fermo senza tentare di liberarsi sapendo che sarebbe stato inutile e avrebbe solo fatto arrabbiare più l'altro, che di conseguenza gli avrebbe fatto più male di quanto già non gliene stesse facendo. Tenne ancora gli occhi chiusi ma non riuscì a trattenere più le lacrime di terrore: ora che era stato interrotto, il mostro avrebbe avuto più fretta e l'avrebbe preso senza aspettare oltre... Perché suo padre doveva essere tanto apprensivo da chiamarlo in continuazione!? si disperò rendendosi conto che la situazione continuava a degenerare a suo discapito.
Dopo qualche altro secondo lo squillare insistente e fastidioso del cellulare cessò riportando il silenzio nello sgabbuzzino.
Brad sospirò sollevato chiudendo gli occhi: se solo non avesse bloccato a terra il ragazzino avrebbe potuto rispondere, e a quel punto tanti saluti all'università e alla sua vita agiata, e benvenuta prigione!
Avvertì qualcosa di umido sfiorargli la mano che teneva premuta sulla faccia di James e così aprì di nuovo gli occhi, senza capire, e allora il suo cuore perse un battito e poi un altro ancora, mentre sentiva uno strano dolore al petto.
Sta piangendo. Pensò incredulo come se fosse una cosa assurda in una situazione del genere, e prese a fissare il ragazzino sotto di lui sfilando delicatamente le dita ancora piantate in lui.
James stava piangendo terrorizzato, rassegnato, in attesa che quel mostro dai capelli scuri violasse il suo corpo vergine per soddisfare i suoi istinti; e teneva gli occhi chiusi perché non voleva guardare il volto del ragazzo contorto dal piacere mentre affondava con violenza in lui.
Aprì gli occhi verdi quando sentì il ragazzo sfilare quelle dita che lo stavano martoriando e, nonostante sapesse che non avrebbe funzionato, che non sarebbe servito a nulla, fece l'unica cosa che potesse fare, pregando affinché quelle stesse dita non venissero sostituite da qualcos'altro.
-Ti prego...no...- lo supplicò singhiozzando mentre calde lacrime scivolavano copiose lungo le sue gote ceree -...non farlo...ti supplico...-
Brad si mosse ancora su di lui e lo sentì irrigidirsi e serrare con forza gli occhi, il corpo scosso dai tremiti e dai singhiozzi, sforzandosi invano per unire le gambe.
Che cosa stava facendo? Che cazzo stava per fare a quel ragazzino?
Per un attimo tentò di illudersi, di ingannare se stesso dicendosi che non l'avrebbe fatto, che non sarebbe arrivato fino in fondo, ma un'altra parte di lui fu più spietata e sincera obbligandolo a vedere l'amara verità: l'avrebbe violentato, e lo sapeva perchè lo stava preparando a ricevere il proprio membro pulsante, e non si sarebbe fermato se non l'avessero interrotto.
Sentì un moto indefinibile nei proprio confronti, un misto di disgusto, disperazione, angoscia, dolore, sconforto, per quello che stava per fare, per quello che già aveva fatto, e tutto per soddisfare il proprio incontrollabile desiderio a discapito di quel ragazzino innocente.
Lentamente, sentendosi improvvisamente senza forze, si tirò su facendo leva sulle braccia, liberando finalmente il ragazzino dalla sua morsa crudele.
Quando non sentì più il peso dell'altro addosso, James aprì gli occhi sforzandosi di non cedere alla speranza, sapendo che quella bestia si sarebbe abbattuta nuovamente sul suo corpo indifeso.
Brad si sistemò i pantaloni dando le spalle al ragazzo, e James, ancora tremante, si decise infine a mettersi a sedere, tentando di coprirsi con la camicia priva di qualche bottone, gemendo sofferente appena si mosse.
Nello sgabuzzino scese un silenzio pesante, pressante, carico di tensione e paura.
Quando James di decise infine a sollevare lo sguardo sul moro in piedi a mezzo metro da lui, quasi non riuscì a riconoscere il mostro che l'aveva quasi stuprato in quel ragazzo dall'aria disperata.
Si tirò su i pantaloni e i boxer con gesti lentissimi, come se un qualche movimento brusco potesse far scattare ancora la violenza del moro. Quando fu di nuovo coperto si sentì un po' meglio, quasi al sicuro. Barcollando si mise in piedi, accorgendosi di non riuscire a fare un passo avanti, troppo spaventato da quel ragazzo che lo divideva dalla porta, troppo stanco e dolorante.
Voleva andar via, approfittare di quel momento di rimorso ma...e se, passandogli affianco, lo avesse afferrato come poco prima?
E fu allora che Brad sollevò lo sguardo su di lui, fissandolo con i suoi profondi occhi neri come la pece. James tremò sotto quello sguardo e rimase immobile, aspettando una reazione da parte del 'mostro'; solo quando il silenzio divenne per lui insopportabile parlò.
-Per favore...lasciami andare...- sussurrò a bassa voce, indeciso, impaurito.
All'improvviso Brad cambiò espressione mentre si avvicinava al ragazzo paralizzato sul posto; e, se prima era la personificazione della disperazione e del dispiace, ora il suo viso aveva perso espressione, sembrando freddo e distaccato, inflessibile.
-Non racconterai a nessuno quello che è successo.- ordinò con tono duro quando fu a pochi centimetri di distanza dall'altro.
James sussultò, tremante, poi prese ad annuire a scatti come un'automa, terrorizzato dalla vicinanza della bestia, temendo che un suo rifiuto potesse risvegliare ancora la sua crudeltà.
-Vattene.-
E il piccolo Wood non se lo fece ripetere. Barcollando per il dolore al fondoschiena, si allontanò da quel pazzo arrivando presto alla porta; purtroppo le mani gli tremavano troppo e non riuscì a spostare il chiavistello.
Vide proiettarsi l'ombra dell'altro sul muro di fronte a sé e si appiattì più che poteva contro la porta, senza voltarsi. Una mano entrò nel suo campo visivo solo per aprire la porta, per poi sparire insieme all'ombra del muro. Spalancò la porta in preda al panico e, incurante del dolore, della stanchezza, corse lontano da quella stanzetta, percorrendo il corridoio senza mai guardarsi indietro, pregando Dio per non incontrare mai più quell'uomo.
Purtroppo non sapeva che cosa avesse in serbo il destino per lui...

[Continua...]

***

Ecco il terzo capitolo^^''' ammetto di non essere molto convinta da questo capitolo e da come l'ho sviluppato^^'''
Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto almeno un pò^^''
Grazie per le recensioni^^ qualche consiglio o critica o idea per proseguire sono ben accette^^

Alla prossima!

_Hiro_ ^_^

   
 
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