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Autore: lames76    26/04/2010    1 recensioni
Un ragazzo come tanti altri del XX secolo viene investito da un compito importante, entrare in un'ordine di cavalieri che devono vegliare sul passato. Riuscirà ad adattarsi? Come si comporterà nella sua prima missione?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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   La mattina dopo si sveglio' proprio all'alba. Quando si alzo' scopri' che il suo corpo non aveva accettato bene il fatto di non dormire piu' su di un comodo materasso. Infatti non c'era parte di se' che non fosse dolorante, ma trangugio' il dolore e si alzo'. Si accorse anche che le amazzoni erano gia' pronte e stavano sellando due cavalli.
"Puoi unirti alla nostra carovana", Pentea parlo' sorridendo, "Andremo al passo cosi' non ti distanzieremo", lui annui' e si mise in marcia dietro alle cavallerizze.
Olimpia camminava al suo fianco insieme a Frida, e sembrava d'umore cupo. Dopo un'ora di cammino la ragazza fece in modo che rimanessero leggermente indietro e poi gli parlo'.
"Menion devi andartene...", inizio' a dirgli sottovoce.
"Non preoccuparti", la fermo' lui, "Ho sentito cosa vi siete dette ieri sera"
"Ma abbiamo parlato usando la lingua segreta delle amazzoni!", sussurro' la ragazza esterrefatta.
"Pensi che l'ordine di cavalier... il gruppo di cui faccio parte, mandi delle persone completamente prive di mezzi in missione?", gli rispose lui, "Comunque mi ha fatto piacere che tu ti sia preoccupata per me", fini' sorridendogli.
"Non farti strane idee", si affretto' a dire la giovane, "Io non voglio tradire le mie amiche e' solo che, ogni tanto mi trovo in disaccordo con loro", sospiro', "Sara' il fatto che non sono nata amazzone oppure che non ho mai ucciso nessuno e non credo che ne avrei il coraggio..."

   Viaggiarono per tutta la giornata ed al tramonto si accamparono vicino alla strada. Accesero il fuoco e mangiarono la cacciagione che le amazzoni avevano catturato durante il giorno.
Menion quando vide che luna era alta nel cielo si allontano' con una scusa. Prese il piccolo specchietto dalla sua tasca e vi fece riflettere i raggi d'argento, subito Tintinnio apparve come se fosse nello schermo di un minuscolo televisore.
"Ciao Menion, tutto bene?", la fata gli sorrise, "La persona che devi proteggere e' una donna. Si chiama Aura ed e' un'amazzone", l'immagine della scura guerriera apparve per un attimo.
"Sei sicura?", il ragazzo non era del tutto contento della notizia.
"Si", rispose risoluta Tintinnio, "Ora devo andare, contattami domani", fini' e l'immagine scomparve.
Menion torno' all'accampamento e si sedette intorno al fuoco con le altre. Passarono diversi minuti senza nulla di strano, poi, improvvisamente, senti' che la spada al suo fianco stava fremendo. Senza badarci appoggio' una mano sull'impugnatura e senti' che era calda. Improvvisamente dalla lama si irradio' un’ondata di energia, poteva definirla solo cosi', che si insinuo' dentro di lui come una scossa elettrica. Era una sensazione piacevole ed esaltante allo stesso tempo.
Si volto' e noto', con stupore, che da dietro un cespuglio, stava spuntando un arco. Vide partire una freccia diretta verso il campo, precisamente verso Aura. Si lancio' verso la donna, piu' per puro istinto che per altro ed incredibilmente scopri' di muoversi piu' veloce del dardo. Era come se tutto il mondo, tranne lui, fosse rallentato. Raggiunse la schiena della donna ed afferro' al volo lo strale bloccandolo. Un attimo dopo, tutto riprese a scorrere a velocita' normale.
L'amazzone si volto' e, dopo aver dato un'occhiata alla freccia, gli lancio' un rapido sguardo, infine si alzo' ed estrasse la spada con un unico fluido movimento. Dai cespugli sbucarono una decina di guerrieri corazzati ed armati di spade e subito inizio' una furibonda battaglia. Aura, mostrando un'incredibile abilita' impegno' tre uomini, Frida e Pentea due a testa mentre Olimpia si difendeva egregiamente con il suo bastone. Menion si ritrovo' a fronteggiare un solo avversario. Con la spada in pugno paro' gli affondi dell'altro e si stupi' perche', come era successo poco prima con la freccia, quando il suo avversario tentava un affondo lui riusciva a vederlo rallentato e quindi a pararlo o schivarlo facilmente. Alla fine riusci' a disarmare il guerriero che, vedendosi battuto scappo'. Il ragazzo si guardo' intorno e noto' che le amazzoni avevano gia' la situazione in pugno, Olimpia aveva allontano un avversario e stava per stendere anche il secondo.
Il ragazzo senti' come una forza che lo costringeva a girarsi e, quando lo fece, vide una figura a cavallo che lo guardava a sua volta. Sicuramente era il capo di quegli uomini. Ma non fu questo a farlo rimanere, per un attimo, allibito. Fu il fatto che l'uomo, guardandolo piu' accuratamente, aveva un 'contorno nero' intorno alla sua figura e gli occhi brillavano rossi. Era simile al Segugio che lo aveva inseguito ma meno scuro e terrificante. Immediatamente capi' che era lui il suo avversario, l’emissario del Male che avrebbe cerato di uccidere Aura. Quando comprese quelle cose, si lancio' di corsa verso di esso con l'intenzione di fermarlo ma l'altro sprono' il cavallo e spari' nella notte. Intanto la situazione si era calmata. Le amazzoni stavano pulendo le armi e rimettevano a posto il campo. Si sedettero le une a fianco delle altre ed anche Menion le raggiunse.
"Ho bisogno di sapere cosa andate a fare ad Anfipoli", la sua voce era calma.
Le amazzoni lo guardarono diffidenti.
"Capisco che non vi fidiate di me in quanto uomo", aggiunse il ragazzo, "Ma dovrete farlo. Ieri sera vi ho detto che era venuto qui per salvare una persona ma non sapevo chi fosse. Ora lo so", affermo' sicuro, poi si giro' verso Aura, "Sei tu"
Ci fu un attimo di silenzio poi la donna parlo'.
"Mi hai salvato la vita e quindi ti devo un grande favore", la sua voce tratteneva a stento la rabbia, "Stiamo andando ad Anfipoli per salvare una di noi che e' stata rapita dal re di Atene Teseo, il suo nome e' Antiope"
Improvvisamente Menion capi'. Aveva studiato quella storia all'universita'. Ercole ando', per compiere una delle sue dodici fatiche, a rubare la cintura della regina delle amazzoni, Ippolita. Durante quell'avventura la regina mori' e Teseo, che accompagnava l'eroe, aveva rapito Antiope e l'aveva portata ad Atene. Lui sapeva che un esercito d'amazzoni sarebbe sceso dal suo paese per affrontare quello dell'Attica. Dopo lunghe battaglie, con un tranello sarebbe stato distrutto e dopo di allora non si sarebbe piu' sentito parlare delle amazzoni.
Ma sapeva anche che a causare la disfatta di quell'armata di donne, era stato il tradimento della stessa Antiope, che si era innamorata del greco. Il suo tradimento fu ripagato con la morte, proprio per mano di colui che amava, Teseo.
Una brutta storia, anche perche' non si parlava del ruolo di Aura. In effetti, si disse, se lui non fosse intervenuto ora l'amazzone sarebbe morta e la sua missione sarebbe fallita.
"Verro' con voi", decise e poi aggiunse, prima che le sue compagne potessero protestare, "Se non volete farvi vedere con un uomo mi terro' a distanza, ma ho una missione da portare a termine", fini' guardando Aura, "E non intendo fallire"
Per il resto della notte nessuno parlo' piu'.
   
 
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