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Autore: lames76    10/05/2010    1 recensioni
Un ragazzo come tanti altri del XX secolo viene investito da un compito importante, entrare in un'ordine di cavalieri che devono vegliare sul passato. Riuscirà ad adattarsi? Come si comporterà nella sua prima missione?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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   Il viaggio riprese all'alba. Menion aveva dormito male, perche' aveva cercato di pensare come affrontare quella cosa. Per sua fortuna i suoi studi e la sua passione per la Mitologia Greca, gli facilitavano il compito. Per lo meno sapeva chi erano tutti i 'personaggi famosi' che sentiva nominare e capiva le battute su dei ed eroi.
Mentre riprendevano il cammino si accorse che Olimpia si teneva a distanza mentre Frida gli si avvicino' di piu'. Anche se disse che lo faceva perche' era rimasta impressionata dal suo modo di combattere, Menion capi' che lo faceva piu' che altro per tenerlo d'occhio. Durante la sosta che fecero per il pranzo pero', il ragazzo non resistette piu' e si sedette di fianco ad Olimpia. Si stupi' della sua azione anche perche' non voleva fare colpo sulla ragazza. Non che non fosse bella, anzi, ma a lui interessava solo mettere le cose in chiaro. D'altronde la giovane aveva rischiato molto a dirgli di fuggire e lui si sentiva in debito con lei.
"Perche' stai cercando di evitarmi?", chiese e poi anticipo' la sua possibile risposta, "E non dirmi che non lo stai facendo"
Olimpia rimase in silenzio distogliendo lo sguardo. Poi alzo' il viso e fisso' gli occhi su di lui, ma non disse nulla.
"Perche' dovremmo crederti?", chiese infine, "Ci hai mentito"
"Non e' vero", rispose il ragazzo non capendo a cosa si riferisse la giovane, ma poi intui' la cosa, "Quando vi ho incontrate per la prima volta vi ho detto che non sapevo combattere ed era vero. So che puo' sembrare assurdo e capirei se non mi credessi, ma io prima di ieri non avevo mai affrontato nessuno in combattimento", sospiro' distogliendo lo sguardo dai suoi occhi azzurri, "Non so come sono riuscito a fare cio' che ho fatto", fece un'altra pausa, "Sai e' strano, per me e' la prima missione e tutto sta accadendo cosi' in fretta... Tutti gli eventi mi stanno travolgendo e trasportando come l'onda di un fiume in piena"
"E' difficile da credere", mormoro' la ragazza, "Mi stai dicendo la verita'?"
"Si", rispose semplicemente lui, "E' importante che tu mi creda", era vero, forse soprattutto perche' se qualcun altro ci avesse creduto anche per lui sarebbe stato piu' facile farlo.
"E va bene ti credo", disse infine Olimpia regalandogli un sorriso.
Alla sera giunsero ad Anfipoli. Era un grande paese, per gli occhi di Menion ma per le donne era una vera metropoli, difesa da possenti mura di legno. Entrarono all'interno e si diressero verso una locanda. Il ragazzo noto' diverse persone, sia uomini che donne, guardare con sospetto e paura le amazzoni. Il taverniere accetto' di ospitarli solo dopo che gli fu fatto vedere il denaro, che Menion come per magia aveva trovato in una tasca.
Dopo la cena ad Olimpia fu dato il permesso di intrattenere gli avventori raccontando una storia. Fu un successo. La ragazza aveva davvero del talento a narrare ed alla fine guadagno' anche piu' denaro di quanto ne avevano speso per la stanza ed il vitto.
Una cosa che aveva molto colpito Menion, da quando si era messo in viaggio con le quattro amazzoni, era l’igiene di quest’ultime. Aveva sempre creduto che l’igiene fosse "un’invenzione moderna" e che fosse figlia del fatto che tutte le case avevano l’acqua corrente. Sapeva anche che ai tempi del Medioevo ed anche successivamente nelle opalescenti corti dei re dei secoli successivi, il lavarsi non era considerato importante. Ed invece li', approssimamene piu' di cinquemila anni prima della nascita di Cristo, quelle donne l’avevano fatto ricredere. Alla fine di ogni giornata di cammino riuscivano a trovare un ruscello o un fiume in cui poter fare il bagno; utilizzavano dei bastoncini di legno per lavarsi i denti e una specie di cenere come sapone. Alla fine di ogni giornata si erano lavate di tutto il sudore e la polvere accumulati durante il giorno e profumavano di pulito.

   Il mattino dopo Menion si sveglio' presto e riusci' cosi' a non essere seminato dalle donne. Aveva infatti sospettato che avrebbero cercato di lasciarlo indietro ma lui riusci' ad anticiparle. Scopri' che dovevano incontrarsi con un certo Gerione, un poco di buono, per trattare un passaggio in incognito fino ad Atene. L'incontro avvenne fuori della citta', in un bosco. Menion segui' le amazzoni che lo accettarono come una seccatura. La discussione fu breve e portata avanti da Aura e dall'uomo. Alla fine Gerione sembro' infuriarsi per qualcosa ma si trattenne e poi strinse la mano alla donna. Menion era tranquillo, la sua spada non dava alcun segno di vita e da quello che aveva capito questo era una cosa buona. Ma mentre Aura si allontanava dando le spalle all'uomo, questi estrasse un lungo pugnale. Piu' per istinto che per altro il ragazzo corse verso l'amazzone e la raggiunse proprio mentre Gerione lanciava la sua arma. Aura lo guardo' sorpresa e inconsapevole di stare rischiando la sua vita, poi Menion la spinse di lato.
Un attimo dopo lui giaceva sul terreno con un tremendo dolore al fianco. Abbasso' lo sguardo e noto' la sua veste era bagnata da del liquido rosso che colava anche sulla sua corazza di cuoio. Non ebbe il tempo di fare altro perche' poco dopo perse i sensi.



NOTE: ringrazio ancora tutti coloro che continuano a leggermi, grazie grazie!

Mi raccomando, fatemi sapere le vostre impressioni. :)

Bersa: grazie mille per aver inserito la mia storia tra quelle da ricordare! :-)
   
 
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