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Autore: eleanor89    03/05/2010    8 recensioni
[CONCLUSA] A tutte le mosche bianche spartane, una raccolta ispirata ad ognuno dei 100 motivi per cui crediamo nel nostro pairing.
Per lo White Midnight.
Gli avvertimenti possono variare in base alla one-shot o flashfic.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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100) Perché insieme devono trovare una fidanzata per Choji.





«Lo sai, Neji e Tenten si sono messi assieme.»

Shikamaru ci provò sinceramente a capire cosa, secondo Ino, gliene dovesse mai importare. Optò per un diplomatico: «Ah.» detto con educato interesse.
Ino si sedette nel letto accanto a lui, con aria pensierosa.
«Tu che ne pensi di Choji? Voglio dire, a livello di fidanzato.» precisò, meditabonda.
Shikamaru sgranò gli occhi, portandosi lentamente a sedere.
«Puoi ripetere la domanda?» accennò, cercando di dare un senso non ambiguo e quindi orribile a tutto quello che stava chiedendo.
«Choji non è interessato a nessuna?» spiegò meglio Ino, innocente.
«Ahh...» comprese Shikamaru, sospirando di sollievo. «No. Boh. Che ne so. Non è che tra ragazzi si parli di queste cose più di tanto, se non sei Lee o Naruto.»
«Che avevi capito, temevi lo volessi rifilare a te?» rise Ino.
«Ti prego...» mugolò Shikamaru, schifato.
«Bella coppia.» ridacchiò ancora lei, «Ma pensavo più a qualcun'altra...»
Shikamaru aggrottò la fronte, impensierito per l'amico: «Ovvero?»
«Non lo so. Ma Choji sembrava un po'... malinconico quando ha visto che anche Sasuke e Sakura si sono messi assieme. Oddio, visto... Sono spariti, sicuramente in camera di uno dei due, e nessuno li vedrà per mesi, di sicuro. Credo gli piacerebbe avere una ragazza.»
«A chi?» domandò Shikamaru, confuso dalla parlantina veloce dell'altra.
«A Choji, idiota!» squittì lei, «Mi stai ascoltando?»
«Io ci provo...» si difese, alzando le mani in segno di resa. «Quindi vuoi cominciare a cercargli una fidanzata? Povero Cho...»
«Non voglio cominciare a cercargliene una, io.» ribatté lei, risentita.
Shikamaru inarcò le sopracciglia: «Ah, no?»
«Cominceremo a cercargliene una noi

«Non posso credere che tu mi abbia convinto.» brontolò Shikamaru, aria abbattuta più del solito e camminata stanca. Ino gli si era aggrappata a un braccio come neanche un polipo per non farlo fuggire.
«È che sono troppo bella e non puoi dirmi di no.» cinguettò lei, con un sorriso malizioso.
«Davvero? Pensavo fosse la minaccia dei pugni e dei piagnistei per un mese che hai tirato fuori dopo avermi quasi soffocato col cuscino.»
«Dettagli. Allora, che ne dici di Temari?» propose, falsamente casuale, mentre i due passeggiavano ora per una via non asfaltata circondata da alberi e cespugli.
«Temari cosa?»
«Con Choji!»
Shikamaru si bloccò, a bocca aperta: «Sabaku no Temari? Col nostro Choji? Ma sei impazzita?» non poté trattenersi dallo sbottare. Ino lo guardò con ostilità.
«Perché?»
«Lo massacrerebbe.» spiegò con un brivido. Voleva bene a Temari, per quanto fosse irrimediabilmente una seccatura, ma non poteva nascondere quanto gli mettesse paura, e c'erano anche le enormi differenze tra loro, a partire da ciò che consideravano importante nella vita, da come esprimevano sentimenti e da come erano stati educati. Il dolce e gentile Choji...
«Choji è così innocente che finirebbe col piangere tutto il tempo.» profetizzò, tetro.
Ino, sebbene Temari non fosse esattamente la sua migliore amica, in quanto donna si sentì in dovere di contraddirlo: «Ma se Temari conoscesse una persona così buona non potrebbe che ricambiare la gentilezza.»
«In effetti una donna mostra la parte migliore di sé all'uomo che ama... Mio padre dice qualcosa del genere.» si ritrovò a ricordare Shikamaru.
«E tu non lo noteresti comunque.» borbottò Ino.
«Come?»
«Niente.»
Un risolino attirò la loro attenzione, ed ecco Sakura e Sasuke arrivare, evidentemente convinti di essere soli per strada, con lei che lo teneva a braccetto e giocherellava con i suoi vestiti, e lui che la stava semplicemente fissando mentre lei ciarlava, con una tale intensità che persino Ino da lontano poté accorgersene e pensare che fosse un miracolo che avessero ancora i vestiti addosso.
«Appunto, c'è da stupirsi che non si siano ancora lanciati tra i cespugli...» commentò la ragazza, memore delle proprie parole su quei due a casa di Shikamaru. Poi sollevò un braccio: «Ehi! Sakura! Sasuke-kun!»
Sasuke si voltò di scatto, lo sguardo già torvo, e Sakura si lasciò andare a un'altra risatina per chissà quale motivo, mentre Shikamaru si trincerava dietro la solita aria indifferente.
«Che hai da ridere?» scherzò Ino, in falso tono di rimprovero.
«Due coppie.» rispose Sakura, indicando prima se stessa e il fidanzato, e poi i due amici. Il parallelismo delle posizioni era evidente. Ino mollò Shikamaru come se fosse stata scottata, e si schiarì la voce con un colpetto di tosse, scoccandole uno sguardo di rimprovero.
Il Nara sospirò.
«Cazzate.» la liquidò lei infine, «Senti un po', sei libera uno di questi giorni? Mi serve una mano.»
«Ospedale?» domandò Sakura, confusa.
«No, roba da donne. Shikamaru non vuole collaborare.»
«Oh!» Sakura esitò, spostando inconsciamente gli occhi alla sua destra, dove si trovava Sasuke.
«Sì, lo so che non puoi stare senza mettergli le mani addosso più di cinque-»
«Ino!» la interruppe con voce stridula l'amica, mentre Sasuke assumeva una curiosa espressione soddisfatta.
«... Minuti.» concluse lei, con faccia da schiaffi.
«Te la do io una mano, giuro, basta che andiamo via...» si lamentò a bassa voce Shikamaru.
«Dì, Hinata mica è libera?» proseguì Ino.
«Per aiutarti in cose da donne?» si sorprese Sakura.
«Non fare quella faccia, è una ragazza anche lei! Comunque intendevo per farla uscire con Choji.»
«Chi?» non poté trattenersi dal chiedere persino Sasuke.
«Sciroccata.» sbottò Sakura, sconvolta.
«Hinata? Quella che conosciamo noi?» domandò scettico Shikamaru. Hinata sarebbe svenuta solo all'idea.
«Quanto siete disfattisti.» terminò Ino per tutti, incrociando le braccia.
«Ino...» cominciò Sakura, tentando di non ridere, «Hinata sta uscendo con Naruto.»
Tre paia di occhi spalancati la fissarono.
«Non lo sapevate? Naruto vuole conoscerla meglio, dopo la Grande Dichiarazione.»
«Magari è per questo che il cretino ti ha rifiutato quella volta...» suggerì Ino, sovrappensiero.
«Ma sicuro. E noi che pensavamo a chissà quale sensibilità o che volesse me e Sasuke insieme...» commentò l'Haruno, scuotendo la testa. Si rese conto con un secondo di ritardo che il braccio di Sasuke era scivolato fuori dalla sua presa, e quando si voltò a guardarlo l'altro era la maschera del sospetto e gli occhi bruciavano di minaccia.
«Puoi spiegare meglio quest'ultima frase?»
«Ah.»
Ino acciuffò Shikamaru per la giacca, allarmatissima, trascinandolo avanti: «Ti farò sapere come va!»
Shikamaru accelerò il passo, poggiandole una mano sulla schiena per spingerla.
«Ora esplode tutto.» .
«Nah, magari si danno al sesso selvaggio.» cinguettò lei.
«Odio parlare con te di queste cose.» sospirò, «Ma cos'è la storia della dichiarazione tra Sakura e Naruto?»
«Non ricordi? Dopo che sei andato a parlare con Sakura, quando abbiamo scoperto che Sasuke-kun era nell'Akatsuki, lei aveva deciso di convincere Naruto a fermarsi dicendogli che era innamorata di lui. Colpa tua, anche.» lui la fissò sconcertato, «Le hai detto di fermarlo a tutti i costi. Per fortuna lui l'aveva scoperta subito e l'ha sgridata per la bugia. Oh beh, probabilmente stava già facendo i conti con Hinata per la testa.»
«Colpa mia adesso...» si lamentò Shikamaru.
«Sempre colpa tua. E siamo ancora senza fidanzata per Cho.» gli ricordò Ino, «Senza neanche una collaborazione entusiasta-»
«Come se potessi essere felice di giocare al “fidanziamo gli amici” con te...» la interruppe lui.
«Non sei felice di passare del tempo con me?» squittì Ino, guardandolo con gli occhi chiari spalancati.
Shikamaru si impose di distogliere lo sguardo. «Certo che sì...»
«Un po' più di convinzione, grazie.» disse lei, tagliente.
«Shiho?» improvvisò Shikamaru.
«Eh?» fece Ino, stupita.
«Con Shiho? Sembra una brava ragazza...»
Ino cercò con tutte le sue forze di non aggiungere insulti contro di lui alla risposta: «Peccato che sia già innamorata cotta...»
«Davvero?» domandò lui, sorpreso.
«Di te, Shikamaru. Di te.» riprese lei, alzando gli occhi al cielo.
Shikamaru si bloccò per la seconda volta, a bocca aperta.
«Ma-»
«Zitto e cammina, idiota. Mi è anche venuta fame, a forza di discorsi inconcludenti. Offrimi del ramen.»
«Pure.» accennò lui, meccanicamente. «Come sai-»
«Si vede da lontano, cretino. Solo gli uomini non ne capiscono un accidente-» lo interruppe lei, a sua volta zittita da una domanda dell'altro.
«Nell'ultima settimana hai fatto discorsi terrificanti su noi uomini, è successo qualcosa?» indovinò Shikamaru. Ino arrossì, poi divenne tetra e si chiuse in un silenzio che col passare dei secondi lo atterrì.
«Ino?» tentò di nuovo.
Dei passi veloci giunsero alle loro spalle, poi la mano di Sakura si abbatté sulla spalla della ragazza, mandandola quasi a cadere rovinosamente faccia a terra.
«Grazie per avermi fatto litigare con Sasuke!» ruggì l'ultima arrivata, mentre Ino si massaggiava l'articolazione dolorante.
«Grazie per avermi fratturato...» si bloccò. «Litigavate sul serio? Pensavo fossero preliminari...»
Sakura arrossì violentemente. «È geloso di Naruto. Sempre. Figurati ora! Mi ha mandata a “fidanzarmici” invece che stare “a seccare lui”. Stupendo. Vi odio entrambi.»
«Quindi ci dai una mano?» fu il logico collegamento della Yamanaka.
«Penso di sì. Dove andate?»
Shikamaru ebbe giusto il tempo di stupirsi della collaborazione di chi aveva appena dichiarato loro il proprio odio, ma era pur sempre una donna e quindi incoerente, mentre Ino le rispondeva, che Sakura fece un passo indietro:
«No, ne ho abbastanza di appuntamenti rovinati, non mi va di fare da terzo incomodo. Andate pure voi. Noi ci vediamo domani, Ino.»
«Ancora? Non stiamo insieme noi due!» protestò Ino. Shikamaru, sentendosi abbastanza inutile e quasi una borsetta presente in scena al braccio di Ino ma senza dono della parola, cominciò a fissare il cielo.
Fino alle seguenti parole di Sakura.
«Non è quello che dice il resto di Konoha.»

Davanti a una scodella di ramen fumante, Ino fece il punto della situazione.
«Quindi, Sai dice che gli è stato detto da Naruto, a cui lo ha detto Lee, a cui lo ha detto Kiba. Kiba sostiene che abbia sentito Choji dire a tuo padre quanto noi due stessimo bene insieme, e che tuo padre ne discuteva poco prima con tua madre. Ci siamo?»
«Voglio morire.» rispose Shikamaru, atono.
«Grazie, è carino farmi sentire così amata.» replicò sarcastica Ino.
«Non per te...» la liquidò con un gesto il ragazzo, «Per i miei genitori.»
«Per i tuoi? Preoccupati di mio padre!» ribatté lei.
Shikamaru gemette, prendendosi la testa tra le mani. Quando riemerse, con aria esausta, commentò speranzoso: «Magari non lo sanno tutti.»
«Ayame-san!» chiamò subito Ino, «Per caso sai di me e Shikamaru? Qualcosa...» lasciò cadere la frase, mentre l'altro la guardava allibito.
Ayame si avvicinò, incuriosita.
«Tipo?» domandò, inclinando appena la testa.
«Tipo che stiamo insieme.» completò cupa, Ino, arrossendo miseramente.
«Ah? Choji-kun ce l'ha fatta? Sono felice per voi!» si complimentò la ragazza.
«No, no! È solo una voce che gira!» si affrettò a dire Ino. «E che vuol dire “Choji-kun ce l'ha fatta”?»
«Sta a vedere che ci manovra!» suggerì Shikamaru, scandalizzato.
Ayame negò con la testa, tentando con un flebile: «No, no, era così per dire...»
«Ne parla persino con te, non è possibile...» s'indignò Ino.
«Solo con me! Choji-kun e io a volte ci vediamo oltre l'orario di chiusura, lui si trattiene a dare una mano, ma non c'è nessun altro!»
«Dare una mano?» ripeterono entrambi.
Ayame sorrise, annuendo con occhi che brillavano.
«Choji-kun è un angelo, davvero. Mi tiene sempre compagnia quando ci sono pochi clienti o quando devo chiudere il locale e mio padre non c'è.»
Ino e Shikamaru si scambiarono un'occhiata.
«Ah.» mormorò Ino.
«Scusaci, ora dobbiamo andare.» si congedò Shikamaru, afferrando Ino per un polso e tirandola via.
Uscirono nuovamente all'aria aperta. Ino prese un respiro profondo, poi parlò senza più separare le parole.
«Brutto bastardo pezzente idiota! Come osa non dirci che ha messo gli occhi su Ayame? A me poi! Capisco te che se in un insensibile maschio, ma io l'avrei capito!»
«È curioso che tu affermi una cosa simile dopo averlo chiamato brutto bastardo, pezzente e idiota. O forse brutto era un riferimento all'aspetto fisico e va contato separatamente?»
«Non tentare di confondermi tu!» lo accusò con astio, «Tu, pseudo-falso fidanzato dell'ultima ora.»
«È Choji che ha messo in giro le voci.» fece presente Shikamaru, poi aggiunse con finta indifferenza: «E poi ora sei tu che fai sentire me molto amato.»
Ino boccheggiò un istante e scelse di imbronciarsi.
«Non ce l'ho con te, è che così nessun ragazzo mi chiederà più di uscire.»
«Perché, te lo chiedono ancora?» domandò Shikamaru genuinamente stupito, ricevendo una gomitata all'addome dolorosa. «Hai... frainteso!» rantolò.
«Come sarebbe?» domandò lei, fosca.
«Non stai più uscendo con nessuno! Per questo ho chiesto se sono rimasti ammiratori abbastanza coraggiosi da tentare la fortuna.» precisò, raddrizzandosi a fatica.
«Ah, ecco. Beh, ho deciso che non voglio uscire con ragazzi che a malapena distinguono la destra dalla sinistra. Non voglio solo un ragazzo carino, lo voglio anche intelligente.» spiegò con orgoglio.
«Mh. E se hai detto questo anche solo a uno di loro, si spiegano le voci su di noi, alimentate dalle... speranze? Sì, speranze di Choji.»
«Mi informerò meglio su chi ha subito confermato.» lo rese partecipe Ino, programmando probabilmente un omicidio di massa.
Shikamaru annuì, pensando con insistenza difficile da spiegarsi che adesso lei mirava anche all'intelligenza.
«IDEA!»
Il ragazzo sobbalzò, poi la guardò sconcertato.
«Confermiamo!» strillò Ino.
«Confermiamo?» ripeté lui.
«Le storie su di noi! Propongo un'uscita a quattro con Choji e Ayame! Se facciamo i disgustosamente piccioncini davanti a loro, poi lei verrà presa dallo spirito romantico del momento e si spupazzerà Choji!»
«Argh.» fu il suggestivo commento di Shikamaru.
«Che vuol dire?»
«L'immagine di Choji e una ragazza qualsiasi non è qualcosa che voglio immaginare. Comunque non ne ho voglia.» rispose.
Ino gli diede una manata sulla spalla, riuscendo poi anche a far schiantare le dita contro la linea della sua mascella in un mezzo schiaffo.
«Collabora, accidenti!»
«No! E mi hai fatto quasi male!» protestò lui.
Ino spinse le labbra in avanti come se volesse baciarlo, primo segno di un broncio da manuale. Poi si coprì gli occhi con le mani e iniziò a singhiozzare rumorosamente.
«Shikamaru, sei così cattivo!» strillò, di modo che tutte le persone che passavano, e probabilmente anche qualcuna dentro le abitazioni, la sentisse. Sbatté anche un piede a terra con forza, «Sei crudele! Insensibile!»
«Finiscila, Ino!» sussurrò lui atterrito, sudando freddo di fronte agli sguardi malevoli dei passanti.
«Lo dirò a mio padre!» continuò lei, in una chiara minaccia.
«E va bene, va bene!» accettò velocemente, spaventato a morte. Ino riemerse con un sorriso radioso e gli si attaccò a un braccio.
«Perfetto, da adesso tutte le voci su di noi sono vere!»

«Quindi anche che vi hanno visti nel parco l'altra notte?» domandò Kiba ammirato. Qualunque cosa dicessero su di loro al parco doveva essere maledettamente imbarazzante a giudicare dalla sua espressione, e Shikamaru arrossì involontariamente nel confermare. Ino si strinse a lui maliziosamente.
«Shikamaru è pigro solo quando vuole lui.» insinuò. Kiba fischiò, per poi scoppiare a ridere e saltare giù dal muretto in cui sedeva, con una lattina ancora in mano.
«Troppe informazioni, Ino. Complim-voglio dire, congratulazioni. Auguri. Qualunque diavolo di cosa si dica.»
«Grazie.» rispose Ino con sicurezza. Shikamaru era molto meno convinto e si chiedeva dove lei trovasse tutta quella faccia tosta.
«Chi l'avrebbe detto, eh?» incalzò Kiba, dandogli una pacca sul braccio mentre passava con Akamaru, e a Shikamaru parve che anche quest'ultimo si divertisse del suo imbarazzo, «Tu dopotutto sei sempre stato il più fortunato con le donne.» sussurrò.
Memore delle parole di Ino su Shiho, lui non poté dissentire.
Quando se ne fu andato Ino cominciò a saltellare.
«Entro cinque minuti lo sapranno tutti! Meno male che abbiamo incontrato proprio Kiba! Ma che avranno detto sul parco?»
«Non voglio immaginarlo.»
La ragazza assottigliò gli occhi in due fessure, poi si voltò di scatto colpendolo con la lunga coda.
«Dai, offrimi una cena. Siamo o non siamo fidanzati?»
«Stai scherzando, vero?»
«Non è colpa mia se sei così fortunato con le donne.» ribatté lei con voce molto acuta. Aveva l'udito di un pipistrello, chiaramente.
«Ragazzi, che fate qui?» li salutò Choji, raggiungendoli.
«Non è un appuntamento!» strillò Ino, e Shikamaru la guardò sconvolto. Choji, altrettanto sconcertato, annuì lentamente.
«Va bene.»
«Oh, d'accordo!» sbottò Ino, «In un certo senso lo è. Shikamaru, puoi dirgli la verità, non ti sgriderò per questo. Ormai lo sanno tutti.»
Il Nara si chiese chi fosse il vero genio dei due.
«Beh, già. Cho, stiamo uscendo assieme.» borbottò, grattandosi la nuca con disinteresse. Ino gli pestò un piede con palese odio.
«Grazie perchè ci metti sempre tanto amore, Shika.»
«Ahia, Ino.» si lamentò lui, esasperato. Choji li guardava allibito.
«Ma da quanto?»
«Oh, da quando sono cominciati gli avvistamenti...» rispose Ino, appoggiandosi di nuovo a Shikamaru, che ormai cominciava ad abituarsi a tutto quel contatto.
Choji scoppiò a ridere, entusiasta. «È meraviglioso! L'ho sempre saputo, sempre!»
«Davvero?» disse lei a denti stretti e Shikamaru inarcò le sopracciglia.
«Certo! Sempre così gelosi l'uno dell'altra, tu di Temari e lui di Sasuke... e poi sempre lì a stuzzicarvi, si capiva che non potevate fare a meno di starvi vicini! Con te si nota di più, Ino, solo perché Shikamaru va interpretato, però era palese che si annoiasse a morte senza di te!» ridacchiò allegramente Choji.
Ino era impallidita abbastanza da far temere uno svenimento, mentre Shikamaru guardava il cielo borbottando una mezza maledizione.
«Cosa, siete ancora nella fase in cui lo negate?»
«Esattamente.» rispose Shikamaru duro, e Choji rise di nuovo.
«Che pazzi...»
«Senti, Cho!» cominciò Ino, con tono così acuto da far male, e poi si schiarì la gola, «Dicevo, ti va una cena in quattro?»
«Certo! Chi sarebbe il quarto invitato?»
«Questo lo scoprirai quando ci degneremo di farti sapere.» rispose lei, battendo le ciglia con malizia.
«Ah beh, quando la grande coppia si degna, sapete dove trovarmi. È fantastico, giuro!» continuò, senza riuscire a trattenersi, «Asuma-sensei sarebbe felicissimo se fosse qui.»
«Tu credi?» mormorò Ino, emozionandosi all'idea. Shikamaru stavolta lo guardò negli occhi, incuriosito.
«Certo che sì! Un team più unito del nostro non lo si può trovare! E poi così vi prenderete cura l'uno dell'altra come voleva lui, no?»
«Sì... sì, hai ragione.» accennò Shikamaru, dato che Ino aveva perso la voce e teneva gli occhi puntati a terra.
«Vi lascio al vostro appuntamento. Divertitevi.» li salutò l'amico, superandoli di gran lena. Voltato l'angolo alzò un pugno al cielo, salutando il maestro e ringraziando ogni santo.
Ino e Shikamaru restarono fermi ai loro posti, senza sapere cosa dire.

«Tu pensi che Asuma-sensei sarebbe fiero di me se mi fidanzassi con Shikamaru?»
«Scusami?»
Sakura guardò Ino incredula, mentre l'amica si pettinava i capelli sciolti prima dell'uscita a quattro.
«Lo sai, quella cosa che ti ho detto che ha detto Choji, dico.»
«Sei sempre così chiara...» borbottò Sakura, passandole un coprispalle viola, «Comunque penso di sì. Cioè, sarebbe fiero comunque, però sarebbe bello se finalmente metteste fine ai vostri litigi.»
«Ma non smetteremmo certo di litigare!» protestò Ino.
«No, però poi sareste occupati a far pace per il resto del tempo.» replicò Sakura con un sorrisetto. Ino arrossì di botto, lanciandole la spazzola.
«Frontespaziosa! Non ero io la maniaca delle due?»
«Evidentemente lo siamo entrambe, cara Scrofa.»
«Senti un po'... segui il mio ragionamento: se sono nervosa non significa che mi piace Shikamaru, ma che sono preoccupata per via di una situazione nuova, delle sue conseguenze e anche di come andrà il piano. Sei d'accordo?»
«Sì.» rispose Sakura annuendo. «Tranne per un punto.»
«Quale?»
«Che a te piace Shikamaru.»

Shikamaru si massaggiò lo stomaco. Gli bruciava, la tensione lo stava uccidendo.
Il padre si voltò a guardarlo mentre passava con l'aria di un moribondo.
«Esci?»
«Sì.»
«Ciao.»
Shikamaru si chiese se fosse il caso di domandargli qualche consiglio. Magari chiedergli se secondo lui Choji avesse ragione su tutta la linea o se, più probabile, fosse un visionario.
«Ciao pa'.»

Choji quasi si strozzò a vedere Ayame che li raggiungeva con indosso un delizioso kimono rosa e un gran sorriso.
«Questo è un regalo di compleanno anticipato.» sussurrò Ino alle sue spalle, eccitata, «Siamo o non siamo fantastici? Shika, diglielo!»
«Siamo o non siamo fantastici?» ripeté lui atono.
«Molto convincente.»
«Lo so.»
«Ciao a tutti!» li salutò Ayame, leggermente rossa in viso, «Grazie per avermi invitata, Choji.»
«Eh? Ah sì, è un piacere!» si riprese subito il ragazzo, «Sei bellissima!» aggiunse ammirato.
«Guarda e impara.» commentò Ino e Shikamaru sbuffò.
«Tanto lo sai già, che senso ha dirtelo?»
«Ma cosa vuol dire?!»
«Ehi, ragazzi, possiamo avviarci?» li interruppe Choji, divertito. Ino grugnì una specie di assenso, strattonando il falso fidanzato per un braccio e trascinandolo verso il locale. Choji si voltò verso Ayame, che li guardava meravigliata.
«Non sono bellissimi?»

«Amore, mi passi il pepe?»
Shikamaru, particolarmente rosso in viso, ubbidì senza dire una parola mentre Ino se la rideva sotto i baffi e poggiava il capo contro una sua spalla. Choji non sapeva se ridere o far finta di nulla, e Ayame sorrideva.
«Siete una coppia bellissima, sapete?»
«Ce lo dicono in molti, vero Shi?»
«Più di quanti possiate immaginare. Mangia prima che si freddi, Ino.»
«Ino non ha un nomignolo?» domandò Choji.
«No.» rispose lei soddisfatta, «Io sono solo...»
«Tesoro, se hai finito con il pepe puoi passarlo di nuovo a me?»
Ino arrossì di indignazione, mentre Choji quasi moriva soffocato per la seconda volta.
«In realtà le piace essere chiamata anche cerbiatta. Sai, in onore del mio nome.» rivelò Shikamaru, cominciando ad apprezzare la situazione. Dopotutto se doveva morire tanto valeva divertirsi prima.
Ino lo guardava a bocca aperta.
«Oh, mi prendi in giro!»
«No, vedi Cho...» cominciò Ino, e Shikamaru ebbe un brivido, «È partito tutto quando ho cominciato a chiamarlo cerbiattolo mio. Soprattutto quando siamo soli, vero, cucciolo? Sai com'è, Shikamaru è dolcissimo quando non ci sono spettatori, molto più di me. Pensa che una volta ha pianto quando guardavamo un film.»
«Ino.» ringhiò Shikamaru.
«Non imbarazzarti, è una cosa del tutto naturale e, anzi, ammirevole! Significa che sei sensibile!» disse lei, piena di stima nella voce.
Lui pensò che fosse il diavolo. Forse era già morto e finito all'inferno.
«Ha ragione!» concordò Ayame serissima.
«Anche io sono sensibile!» si affrettò a dire Choji, «E non me ne vergogno!»
Ino, intenerita dal tentativo dell'amico di non essere oscurato, annuì ignorando Shikamaru, «È vero, Choji è sensibile.»
«Oh, lo so. È anche molto gentile.» approvò Ayame con un sorriso.
«È un ottimo amico.» borbottò Shikamaru.
«E sicuramente sarà un ottimo fidanzato per chiunque sia la fortunata.» terminò Ino. Choji si tuffò nel piatto della carne, mezzo commosso e molto imbarazzato.
«Secondo me dovremmo ordinarne dell'altra. Vado io.» bofonchiò.
«Oh, io vado un momento ai servizi.» aggiunse Ayame e dato, che non chiese all'altra di accompagnarla, Ino
fu sicura che fosse un loro piano per lasciarli soli qualche minuto. Premeditato o meno, lei si tuffò di nuovo contro il braccio di Shikamaru, stavolta per le risate incontrollabili.
«C'era bisogno di una punizione tanto cattiva per un solo nomignolo, peraltro non orribile quanto il tuo?»
«Ma se cerbiatta e cerbiattolo mio sono praticamente uguali!» replicò lei, dandogli un colpetto sulla schiena, «E poi che ne sai, magari ti sensibilizzi una volta fidanzato!»
«Non credo proprio, e di sicuro non lo andrei a dire in giro.» ribatté Shikamaru, schifato, «Tra l'altro il tuo piano non sta funzionando granché, sono più occupati a studiarci.»
«Tu continua a fingere e vedrai che li ispireremo!» insistette Ino, «E poi io mi sto divertendo un sacco, tu no?»
«Non so come comportarmi.» ammise lui.
«Beh, convinciti di essere il mio ragazzo solo per un po', va bene? Fai finta. Come se fosse una missione. Sii naturale e così via.» lo istruì la ragazza, con un sorriso felicissimo che non gli sfuggì.
«Tu ti stai divertendo veramente, non è così?» domandò esasperato.
«Sto passando una bellissima serata.»
«E va bene, va bene...» acconsentì Shikamaru e Ino gli schioccò un rumoroso bacio su una guancia. «Ruffiana.»
«Venduto.»
Shikamaru non l'avrebbe mai creduto, ma fingersi il fidanzato di Ino fu la chiave di volta per non litigare seriamente con lei neppure una volta in tre ore, solo qualche occasionale battibecco finito bene e per giunta divertente, e per il resto Ino era di una docilità inaspettata. Forse dipendeva anche dal suo leggerissimo entusiasmo che differiva dal suo normale atteggiamento apatico, almeno quando si rivolgeva a lei, o dalla mancanza di osservazioni sarcastiche, ma era come trovarsi con una Ino versione dolce, o versione cresciuta.
O forse, e questo era più difficile da ammettere, Ino era cresciuta davvero e lui non se n'era accorto.
«Beh, una passeggiata al parco e lì ci dividiamo?» aveva proposto e ora eccoli all'ultimo bivio.
«Io e Ayame andiamo a destra e vi lasciamo soli, d'accordo?» disse Choji, con un occhiolino che Shikamaru giudicò inquietante.
«Certo che sì, perfetto!» squittì Ino, «Ayame, è stato bello conoscerti fuori dal locale per una volta! Choji, noi ci vediamo domani!»
«È stato un piacere anche per me.» Ayame sorrise, «Shikamaru, Ino, siete la coppia che tutti immaginavamo sareste diventati.»
«Già, da quando avevamo tutti circa dodici anni!» confermò Choji, e Ino prese la mano di Shikamaru con istintività, sorridendo dolcemente.
«Vero?»
Shikamaru strinse la sua mano e annuì, con un mezzo sorrisetto.
«Chissà quanto avrai pregato per questo.»
«Tantissimo!» ammise tranquillamente Choji, per poi ridere e condurre via Ayame, «A domani!»
Ino sospirò, voltandosi senza lasciare andare la mano di Shikamaru e prendendo la strada opposta, finendo davanti a lui. Shikamaru la seguì di buona lena, alzando per un momento lo sguardo verso il cielo stellato e privo di nuvole.
«Davvero sei interessata all'astrologia?»
«Quanto tu sei innamorato delle nuvole.» rispose lei, «Posso elencarti qualsiasi costellazione visibile, qualsiasi stella. Non amo solo i fiori, sai.»
«Non lo metto in dubbio, sei sempre piena di sorprese.» concordò, sentendosi sereno come non accadeva da tempo nonostante la fine della guerra.
«Shika?»
«Mh.»
«Grazie per la bella serata, mi sono davvero divertita.» mormorò appena udibile, nascondendosi grazie alla chioma bionda e abbassando appena la testa. Sicuramente era in imbarazzo almeno quanto lui, e Shikamaru strinse di nuovo la presa sulla sua mano, col bruciore allo stomaco che tornava, sebbene un po' diverso da prima. Era come uno sfarfallio.
«Anche io, strano a dirsi. Se non ha funzionato si può sempre rifare.»
«Vero.»
«Già.»
Ino voltò appena la testa per guardarlo, poi arretrò per trovarsi al suo fianco, e camminarono insieme, sempre con le mani unite.
Entrambi avevano la sensazione che quello fosse diventato l'unico modo possibile di percorrere la strada verso casa.

«Se non erano fidanzati prima di oggi, ora lo sono di sicuro.» commentò Choji, entusiasta.
«Ma tu pensi davvero che avrebbero potuto fingere così bene?» domandò Ayame dubbiosa.
«Fingere? No! Quei due sono innamorati sul serio, fingevano soltanto su quanto se ne fossero resi conto, non sul sentimento.»
«Ma perchè lo avrebbero dovuto fare?»
«Per rendermi felice.» rispose semplicemente lui, «Tu non sai quanto possano essere buoni entrambi, specie con me. Sono persone fantastiche e farebbero di tutto per chi amano.» le raccontò con occhi che brillavano d'orgoglio. Ayame si fermò, gli gettò le braccia al collo e lo baciò all'improvviso. Choji ricambiò all'istante, spostando una mano sulla sua schiena e una sulla sua nuca che le accarezzava i capelli con le dita, spingendola leggermente indietro per non perdere l'equilibrio.
«Anche tu lo sei.» mormorò Ayame riprendendo fiato.
«Sì?» fece Choji, «... questo sarà il miglior compleanno della mia vita.»





Ci son voluti secoli per riuscire a scrivere questa storia, perchè volevo fare un regalo a Choji e perchè volevo che fosse speciale. Invece no, è una shot normalissima, ma dopo che ne ho scritte altre 99 concedetemi di pensare alla raccolta per intero come un regalo a Shika e Ino e soprattutto a voi, che siete reali, che mi avete sempre incoraggiata a scrivere e che mi avete fatta sorridere più di una volta.
È stata una strana esperienza, molto più duratura di quanto pensassi e più stancante, lo ammetto, ma che mi ha dato tantissime soddisfazioni e anche permesso di conoscere persone fantastiche con cui ho condiviso la mia passione e con cui ho scambiato opinioni e in alcuni casi contatti, facendo nascere qualche nuova bella amicizia.
Il mio percorso in Naruto non finisce qui, almeno non ora, anche se mi sono spostata sul fandom di Harry Potter e al sicuro nel mio pc ho cominciato a scriverne superando in pochi giorni la mole di questi cento motivi (eh, la pazzia...), ma per chi fosse interessato a ciò che scrivo riguardo Shika e Ino: non resterete a bocca asciutta. Ho già pronta e bella che finita una long-fic sul team sette, sullo ShikaIno, sull'amicizia tra Sakura e Ino e con tutti gli elementi che più vi sono piaciuti in questa raccolta -almeno a quel che so dalle vostre recensioni- e che si chiama I'm Still Here.
Voglio ringraziarvi ancora una volta per la pazienza, per avermi spinto a continuare, per esserci stati/e, soprattutto le persone spaventose che hanno commentato ogni capitolo! Grazie anche a chi ha messo la storia nei preferiti, se per caso anche voi voleste farmi sapere cosa ne pensate di questa storia anche se ora è giunta al termine mi farebbe molto piacere.
Grazie, grazie, grazie ancora a tutti voi!
   
 
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