Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: KaDuckCharmed    09/05/2010    2 recensioni
Questa è una delle mie prime Fic originali, e spero che vi piaccia. La dedico ad Ary, un'amica lontana ma allo stesso tempo vicina.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era bella, anzi, bellissima. Billie non credeva nei colpi di fulmine; forse perché non aveva mai amato nessuna ragazza prima, o forse perché da piccolo suo padre gli aveva fatto il lavaggio del cervello, proteggendolo così dal genere femminile: tanto grazioso quanto pericoloso.

Amy si diresse verso la fine del corridoio, dove c’era una porta che dava sulla rampa delle scale di emergenza. Probabilmente voleva prendere una boccata d’aria.

Nonostante Billie sapesse che il lavoro veniva prima di tutto, la tentazione di rincorrere quel raggio di sole era fortissima.

Lei intanto era già uscita, facendo trapelare all’interno della luce. Finalmente il sole si stava facendo valere su quelle fastidiose nuvole piene di pioggia fastidiosa.

Il ragazzo decise allora di concedersi anche lui un attimo di pausa, nonostante avesse cominciato a lavorare da meno di mezz’ora.

Con passo deciso, ma non frettoloso, andò verso la porta, e spinse il maniglione antipanico.

Il sole lo investì appena di luce, ed Amy era lì, che fumava e che lo guardava sorridente.

«Ehi, i cantanti non dovrebbero fumare», la ammonì lui rivolgendo gli occhi alla sigaretta che teneva in mano, pronta per fare un altro tiro.

«Lo so. Ma tanto non prenderanno», si giustificò lei riferendosi all’audizione.

«Perché non dovrebbero, scusa?», chiese Billie notando con piacere il fatto che Amy aveva gettato a terra la sigaretta.

Era bellissima. Quei piccoli occhi color mare non appena lo guardavano gli facevano sciogliere il cuore. Come poteva una semplice ragazza fare così effetto su un ragazzo banale come lui?

«Come ti chiami?», chiese soavemente lei, sorridendo sempre con quel fare dolce.

«Billie. E tu Amy.», non era una domanda, ma una semplice affermazione.

«Ebbene sì.», confermò lei gentilmente.

Proprio in quell’istante, risuonò la classica campanella che è solita suonare non appena lo spettacolo stava per iniziare. In quel caso, evidentemente, segnalò la fine delle audizioni e la decisione dei registi.

«Meglio andare», suggerì lei.

Billie non obbiettò minimamente, e la lasciò andare, per poi tornare ai lavori di pulizia. Mentre puliva i vetri delle finestre dei bagni, fra sé sperava che Amy fosse stata presa. Anche se non aveva avuto occasione di sentire le altre esibizioni, lui era certo che era stata la più brava di tutti, la migliore.

I minuti passavano, ed oramai era giunta l’ora di pranzo.

Era strano che quei ragazzi stessero dentro in platea così a lungo; solitamente era una faccenda assai sbrigativa, anche perché urlare in faccia ad una persona “sei scartato”, non impiegava assai tempo.

Billie stava per andarsene, quando sentì la porta della platea aprirsi.

Si voltò, sfilandosi dalle orecchie le cuffiette dell’Ipod.

Una ragazza di colore, dai capelli corti neri, stava poggiando un basso elettronico dentro una custodia, lasciata li fuori dalla mattinata.

«Ehm, scusami, ma Amy?», chiese impacciato il ragazzo, preoccupato per non averla vista uscire assieme alle altre persone.

«No.», fu la risposta secca e decisa della ragazza, che aveva una voce abbastanza secca e rauca.

«”No” cosa?», chiese lui confuso, sperando che la musicista non lo aggredisse.

«Senti, se non vuoi che ti uccida colpendoti col mio basso, non rompermi i co*lioni.», disse secca lei, mettendosi in bocca una gomma da masticare.

Billie era rimasto leggermente spaventato da quella ragazza.

Decise allora di addentrarsi in platea, e la vide li sopra sul palco, assieme ad un ragazzo dai capelli neri. I due tenevano in mano dei fogli, forse delle pagine di copione.

Anche da lontano, si poteva scorgere benissimo il sorriso felice della ragazza. Probabilmente era stata presa.

Decise allora di sedersi sul fondo, e stare li a guardare gli attori che probabilmente, se non certamente, erano stati presi.

Ma ahimé, non appena si sedette, i ragazzi scesero dal palco, e i registi si avviarono all’uscita. Amy allora, mise i fogli nella sua borsa, e si incamminò verso l’uscita.

Non appena scorse Billie, gli sorrise e gli si avvicinò per porgergli la mano.

«Avevi ragione tu. Mi hanno presa!», la felicità della ragazza era come tangibile in quell’istante.

«Te l’avevo detto io», rispose Billie stringendole la mano di ricambio, ed alzandosi dal suo posto a sedere.

«Ti va se andiamo a bere qualcosa? C’è anche una mia amica», la richiesta era più che allettante, e cosa doveva fare il ragazzo di fronte a tale quesito? La risposta non era affatto difficile, e senza pensarci due volte annuì in segno di conferma.

I due allora uscirono dalla platea, e Billie notò con leggero terrore la bassista, ancora li ferma, forse che aspettava qualcuno.

«Hayley, ti presento Billie. Billi, Hayley», li presentò serenamente Amy, sorridendo ad entrambi, come per incoraggiarli a fare amicizia.

«Piacere», furono le uniche parole della ragazza, che senza pensarci due volte, si rivolse ad Amy, tagliando così fuori il ragazzo.

«Piacere mio....», mormorò più a se stesso che alla ragazza.

«Dove si va?», il modo di porsi della musicista era assai rozzo. Nonostante ciò, però, qualcosa di quella ragazza lo attraeva.  Gli occhi grandi e castani, erano custoditi in un viso dalla forma leggermente rotonda, ma allo stesso tempo leggermente asciutta. Indossava un jeans nero, e sopra una camicetta bianca, a cui era aggiunta una cravatta nera dal noto slargato, fatto apposta. Si poteva benissimo dedurre che Hayley era una tosta, che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.

«Pensavo di andare al bar quello vicino la metro», rispose Amy, per poi guardare Billie per chiedere un suo parere. «A te va bene?», chiese.

«Sì sì, tranquilla. E’ giusto lì che devo andare». Mentì a se stesso, ma non gli importava. Era disposto a farsi anche 10 km a piedi per arrivare alla metropolitana pur di stare con quella ragazza.

«Perfetto. Ora vado a prendere la macchina, voi aspettatemi qui», e così dicendo uscì dalla hall del teatro, dirigendosi evidentemente verso la sua auto.

Erano rimasti solo loro, Hayley e Billie.

«Hai una gomma da masticare anche per me?», chiese lui innocentemente.

Lei, senza pensarci, se la levò dalla bocca e gliela porse.

«Sai, non mi va più».

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: KaDuckCharmed