Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Tarusama    10/05/2010    3 recensioni
Ho iniziato a scrivere questa storia quasi un anno fa. Premetto subito che è una fan fiction senza pretese, scritta per divertimento. E, soprattutto, ho ancora molte cose da migliorare. Non ho ancora scritto una fine... Ma appena mi sarà possibile lo farò. Intanto posto questi brevi capitoli.
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivarono al ristorante poco più di mezz'ora dopo.
L'abito rosso che Allison indossava faceva sì che fosse ben svestita, con un ampio decolté e le gambe lunghe e snelle in bella mostra.
Con i tacchi, poi, era leggermente più alta di Matt.
A guardarli bene non erano per niente una coppia usuale. Lui, basso e un po' minuto, aveva quasi l'aspetto di un ragazzino, ed era strano vederlo passeggiare a braccetto con una donna più matura e così formosa.
Il ristorante era parecchio affollato a quell'ora di sera. La prenotazione, fortunatamente per Allison e sfortunatamente per Matt, aveva loro garantito un posto sicuro, in un angolino riparato dagli occhi della gente.
Lei sembrava davvero entusiasta della cosa, così avrebbe potuto dire cose dolcinate e sconce in quantità industriale, senza che nessuno la sentisse.
Il suo entusiasmo si spense quando vide Matt accendersi la decima sigaretta di fila in dieci minuti.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che ascoltare passivamente i suoi discorsetti frivoli, fumando sigarette su sigarette, puntando lo sguardo vacuo su qualsiasi cosa o persona che non fosse lei.
«Matt, tesoro... Se continui a fumare così crepi entro un mese!» esclamò Allison in un misto di preoccupazione e rimprovero.
Per lei non era affatto un problema che il suo fidanzato fumasse, ma almeno con un po' di contegno.
«Magari crepassi, smetterei di farmi tutte 'ste seghe mentali...» rispose quasi atono.
Se fosse morto, avrebbe smesso definitivamente di provare rancore, dispiacere, e vergogna di sé.
Non avrebbe più percepito alcun dolore o fastidio, fisico o mentale che fosse, e non avrebbe più dovuto pagare a causa delle sue scelte.
Non avrebbe più dovuto cercare di dare un senso ai suoi sentimenti.
Se lo meritava davvero di morire.
Tuttavia, sarebbe stato un gesto vigliacco nei confronti di tutti.
Di Mello in primis; sapeva che nonostante la delusione subita teneva ancora a lui. E poi, non poteva abbandonarlo proprio in quel momento.
Lo scontro tra Kira e la giustizia sarebbe presto giunto al termine, e voleva accompagnare Mello fino alla fine, verso la vittoria o verso la sconfitta.
In quel caso, almeno, la morte non sarebbe stata vana.
«Che cazzo dici, Matt?» replicò Allison sconvolta.
Non poteva credere che Matt avesse appena detto una cosa del genere; lui era molto legato alla vita.
Abbassò il capo, senza dire più una parola.
E iniziò a versare lacrime in silenzio.
Matt la vide, aggrottò la fronte e le appoggiò una mano su una spalla.
«Ti prego, dai... Non fare così, non dicevo sul serio...»
«Non dire più cose del genere, Matt, neanche per scherzo!» disse, alzando il viso e guardandolo negli occhi. «Che cosa farei senza di te?»
Le parve davvero sincera, e triste per quello che aveva detto. Per un momento, il suo cuore si sciolse e pensò nuovamente di aver detto una cosa inappropriata...
Era bravo solo a sparar cazzate. Allison gli voleva molto bene e di certo lo dimostrava, non si comportava bene con lei.
Chinò il capo, dispiaciuto, e sospirò. Spense la sigaretta.
«Mi spiace, Allie... Sono solo un po' stressato ultimamente.» disse per giustificarsi.
Lei lo scrutò per diversi secondi, senza sapere cosa dire. Aveva un'espressione che mostrava per lui tutta la sua comprensione.
Si allungò verso di lui, che le era di fronte, e gli diede un bacio leggero sulle labbra, accarezzandogli una guancia.
«Lo sai che ti amo.» disse.
«Sì, anche io...» rispose lui.
Allison stava per dire qualcos'altro, forse qualcosa di veramente importante, forse qualcosa di stupido come al solito.
Ma fu interrotta da una telefonata improvvisa di fronte alla quale era apparsa abbastanza ansiosa, e non era da lei.
Aprì la chiamata, facendosi improvvisamente seria, e si allontanò da Matt.
«Mi scusi davvero tanto, ma in questo momento sono occupata. Dopo la richiamo per discutere sulla questione.» disse, quasi bisbigliando per non farsi sentire.
La cosa era più che sospetta, ma forse era solo lui che si faceva troppe paranoie.
Riattaccò quasi subito.
«Chi era?» domandò Matt.
«Il mio capo.» rispose.
Perché mai il suo capo avrebbe dovuto chiamarla dall'ufficio a quell'ora di sera? Cosa avrà avuto mai di tanto urgente?
Ne aveva piene le palle delle preoccupazioni, e decise di non pensarci più.
«Okay amore, ordiniamo che arriva il cameriere.» disse Matt, con un sorriso.

Mello era fuori dal locale.
Si era preposto di non interferire con la vita di Matt per nessun motivo al mondo, perché non ne valeva la pena e non voleva più farne parte.
Quella del giorno prima era stata veramente una batosta.
Però si era ritrovato lì, come guidato da una stupida vocina stronza proveniente da dentro di lui.
L'amore era un sentimento bastardo.
Non poteva far finta di nulla, di fronte all'evidenza. Lui non poteva uscire dalla vita di Matt così facilmente come credeva.
Mentre lo guardava in lontananza ridere, scherzare, e scambiare effusioni con quella vacca gli si torceva lo stomaco dal disgusto.
Ma che stava facendo? Perdeva tempo. Stava sprecando una buona occasione di riprendersi le proprie cose a casa di Matt, senza essere visto, senza dover parlare con Matt.
Voltò le spalle e salì in auto, arrabbiato, poi sbatté la portiera e partì.
Non le aveva più le chiavi per entrare; per fortuna era abile come scassinatore.
Forzò la serratura senza lasciare tracce visibili, e una volta dentro la richiuse, in caso Matt fosse tornato mentre lui era ancora lì.
Iniziò dalla stanza di Matt.
Si sentiva come un ladro che rubava in casa di uno sconosciuto, la tensione era la stessa.
Solo che ci stava già pensando Dio, a punirlo, neanche a lavoro terminato.
Ogni dannata cosa che toccava gli ricordava i momenti passati con Matt...
Manco fosse un vecchio marinaio in pensione, cazzo! Com'era patetico...
Sospirò, mentre riappoggiava una maglietta a righe nel cassetto, e d'un tratto sentì un rumore.
Qualcuno che stava facendo le scale...
Merda, Matt!
Prese la borsa con le poche cose che aveva preso e corse in cucina, precipitandosi sul piccolo balcone.
Matt e Allison entrarono, lui si appiattì contro la parete esterna della casa sperando che non uscissero proprio in quel momento.

«Mi sono divertita un sacco, amore!» cinguettò Allison.
«Bene, sono contento! Peccato per quel piccolo inconveniente con il cameriere, o saremmo rimasti di più...»
Mello fece una smorfia e si lasciò sfuggire un lieve "Vaffanculo".
«Hai detto qualcosa, Allie?»
Lei scosse la testa. «No, niente.»
Matt fece spallucce.
«Vabbé, sarà stata solo un'impressione.»
Allison lo guardò maliziosa, avvinghiandosi con le braccia attorno al suo collo.
Matt era così carino... Veramente irresistibile.
Iniziò a baciarlo sulle labbra, poi gli passò la lingua sul collo e gli infilò le Mani dentro la camicia, accarezzandogli il petto e la schiena muscolosa.
«Andiamo di là, Matty.» gli sussurrò la vipera nell'orecchio, ipnotizzandolo e iniziando a farci quello che voleva.
Coglione di un Matt. Quella era solo una fottutta ninfomane stronza e un po' troia.
Andarono in camera da letto.
Lei iniziò a spogliarlo, lui stette al gioco e si scoparono, come sempre.
La cosa peggiore era che i versi di quella troia si sentivano fino al balcone, e anche quelli di Matt, che sembrava compiacersi. Razza di porco e maniaco sessuale.
Si divertiva proprio come un bambino di fronte a bel grosso paio di tette, eh?

Mello iniziava a essere stufo di starsene lì.
Se non si fossero addormentati in fretta si sarebbe calato giù dal balcone attraversando i cornicioni dell'edificio, poco ma sicuro.
Mille volte meglio rischiare di spiaccicarsi sull'asfalto che assistere a una specie di orgia furiosa.
Poi, finalmente, li sentì di nuovo parlare.
«Mmm... Matt, dove vai?» disse Allison.
«Vado a comprare un pacchetto di sigarette e torno.» rispose.
Sempre il solito.
Si rivestì in fretta e uscì.
Cazzo, ma quanto doveva rimanerci sul balcone? Non era mica un gatto!

Allison camminò veloce fino in cucina.
Sembrava ci fosse qualcosa che la turbava, e non sembrava che fosse perché il suo fantastico uomo l'avesse abbandonata nel bel mezzo della notte.
La portafinestra sul balcone era aperta, e lei era a pochi passi...
La sentì comporre un numero con il cellulare.
«Pronto, boss. Sono Janette. Ho controllato per bene, non ci sono cimici né telecamere, ma non sono ancora riuscita a scoprire niente...
Non vuole dirmi la password. Penso che dovrò fare da me.»
Janette? MA CHE CAZZO...?!?
Stupido coglione di un Matt.
Si era accalappiato una schifosa puttana bastarda.


-------------------------------------

Grazie a tutti per i commenti! Scusate se non vi rispondo singolarmente, ma sono un po' impegnata.
Al prossimo capitolo ^^
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Tarusama