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Autore: rose07    22/05/2010    2 recensioni
Valeryn e Vittorio sono cugini di terzo grado, belli, simpatici e molto affiatati.
Inaspettatamente, entrambi si prendono una cotta per l’altro, alimentando una lunga catena di guai; lei è fidanzata con il migliore amico di lui.
Ma non è finita qui: quale segreto nasconde la famiglia di Vittorio?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ubi maior minor cessat'
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«Che cavolo volete?! Andate a suicidarvi, infami!»
Daniel si avventò contro Valeryn e gli altri ragazzi che erano risaliti dalla spiaggia e stavano raggiungendo lui e Sara nella piazzetta che costeggiava la spiaggia. Elia alzò le mani sorridente in segno di innocenza, mentre la castana guardava il castano con un sopracciglio inarcato.
«Da quando dai ordini?» domandò sarcastica, facendo per sedersi accanto alla biondina.
«NO!» la bloccò il ragazzo «Non ti avvicinare! Saretta sarà anche una mongolfiera, ma è grazie a lei se sono riuscito a tornare a riva sano e salvo.»
Sara lo guardò perplessa, mentre Elia chiedeva scettico:
«E come?»
«Ringrazia la sua cavernosa bocca. Mi ha ingoiato e mandato giù senza tritarmi, tipo come la balena di Pinocchio. Arrivati all'ombrellone, mi ha sputato e risvegliato con un suo spettacolare rutto.»
La bionda si alzò, mollandogli un calcio negli stinchi.
«Veramente mi ci hai portato tu a riva sulle spalle. E senza obbiettare!»
«Cosa?!» fece finta di essere stupito il ragazzo «Io ti avrei dato una mano?! Scherzi? Non lo farei neanche se scendessero tutti gli angeli dal cielo ad ordinarlo.»
Mentre Sara incrociava le braccia per non essere creduta, Maia sbuffò.
«Ecco che ricominciano.» si rivolse a Valeryn, la quale alzò gli occhi al cielo.
«Allora, voi due.» li richiamò, mentre entrambi si giravano verso di lei «La smettete di fare gli sciocchi o vi faccio smettere io?»
«Oh, ha parlato il capo!» la scimmiottò il castano.
«Sì, Daniel, hai proprio ragione. Te lo ordino.» si pavoneggiò la castana, mentre lui le lanciava uno sguardo velenoso.
Ci voleva molta pazienza con i ragazzi della sua compagnia. Ognuno era sfacciato e ad ognuno piaceva stuzzicarla e farla arrabbiare. Ma lei ne era abituata: per questo preferiva di gran lunga rispondere ed essere altrettanto sfacciata. I ragazzi non erano il centro del mondo, si diceva. Se credevano di poter prevalere su tutto si sbagliavano di grosso. Lei era indipendente e non voleva essere sottomessa da nessuno, né tantomeno dal suo fidanzato.
Elia le si avvicinò proprio in quel momento, sorridendole e attirandola a lui con un braccio. Daniel e Sara, invece, non avevano ancora finito di punzecchiarsi. Se la biondina fosse esplosa in quel momento sarebbero stati guai per quel tricheco del suo amico, ma Sara aveva i nervi ben saldi, anche se tardava a capire le cose. Eppure sospettava del tenero tra di loro, ma non lo avrebbero ammesso mai. Come Alex e la sua amica Miriel, ad esempio. Passavano praticamente ogni giorno assieme. Uscivano col gruppo, ma appena iniziavano a conversare delle loro cose si isolavano dal mondo. Valeryn si promise una bella chiacchierata con la mora, un giorno di quelli.
E anche con Conny, la quale era abbastanza scemina per poter ammettere una cosa simile; ma era tutto chiaro: Censeo le piaceva. E anche tanto. Purtroppo che lui avesse una cotta storica per Valeryn, e che avesse chiuso con le ragazze da quando lei lo ebbe rifiutato mettendosi con Elia, l'anno prima. Sospirò. Magari si poteva fare comunque, si disse, non c'era niente di male se Censeo ricominciava a farsi una vita e smetteva di pensarla. Avevano solo sedici anni, anzi lui aveva un anno in più, perciò, sì, doveva parlare con Conny, ed escogitare una strategia di conquista. Le piaceva tanto ficcare il naso nelle faccende altrui. Lo sapeva che non era corretto, ma lei era la curiosità fatta a persona; non si poteva lasciare in sospeso niente, o si sarebbe arrabbiata.
Carmine, nome a caso, si ostinava a ripetere di voler rimanere single per il resto della vita. Ma era strano, detto così; secondo lei c'era qualcosa sotto che però non aveva ancora scoperto. Carmine riusciva a nascondere bene le sue cose, per questo non le piacevano i misteriosi, anche se lui godeva del fascino delle sue origini campane, difatti con le ragazze riscuoteva parecchio successo non appena solo vedevano quegli occhi azzurri e quel volto mediterraneo. Invece suo cugino Vittorio non era per niente un tipo misterioso, anzi... Ciò che pensava lo diceva, se stava male lo diceva, se era attratto da qualcuno lo diceva. E visto che per adesso non era attratto da nessuna ragazza, Valeryn poteva stare tranquilla. Le dava fastidio sapere che al fianco di suo cugino ci potesse essere qualcun' altra. Beh sì, era parecchio gelosa, ma non perché Vittorio le piacesse in quel senso... insomma, era tutta una questione di principio. Lui era geloso di lei e lei di lui. Erano cugini, amavano proteggersi a vicenda. O almeno, era quello che credevano entrambi.
«Ma perché non risponde?!» sbottò ad un certo punto Maia, stringendo tra le mani il suo cellulare «Sarà mezz'ora che provo a chiamarlo e richiamarlo.»
«Problemi con Steve?» chiese la castana.
«Problemi? Una valanga, Vale!» si sfogò la moretta «Non lo sento da tre giorni, da quando è andato a trovare i suoi parenti. Ti giuro, sto impazzendo, non capisco perché continua ad evitarmi.»
Stefano, detto Steve, era il ragazzo di Maia da circa due anni. Aveva ventun'anni compiuti da poco, di gran lunga più grande di lei, ma alla ragazza non interessava minimamente la differenza d'età, ed essendo sincera, non importava neanche a Valeryn. Se due persone si amano, non esistono differenze e ostacoli, si ripeteva spesso.
«Su, Mai, non pensare subito al peggio. Perché dovrebbe evitarti? Avrà sicuramente il telefono scarico, o visto che si trova in montagna la linea potrebbe non prendere bene, che ne sai.»
«Ma sono passati tre dannatissimi giorni e non si è degnato di contattarmi! Ci sarà pur un telefono a casa dei suoi zii, no? Il mio numero ce l'ha, quindi perché... Uffa, ti prego abbracciami.»
Valeryn allargò le braccia verso l'amica e questa si abbandonò contro di lei, mordendosi un labbro. La ragazza sapeva quanto Maia fosse innamorata di Steve, ma era certa anche del contrario, perciò doveva stare tranquilla.
«Sta' calma e porta pazienza.»
«Ma Vale, non puoi chiedermi questo!» esclamò l'altra «Cosa faresti se Elia non ti cercasse per giorni?»
La castana volse uno sguardo al suo ragazzo che aveva incominciato a palleggiare insieme agli altri ragazzi con il Super Santos arancione.
«Beh, sarei preoccupata.» scrollò le spalle.
«Solo?»
«Ehm, sì. Non sono così pessimista.»
Maia sbuffò. «Ho tanta paura che mi tradisca con un'altra.»
Valeryn la strinse di più a sé. «Amica mia, tu ti preoccupi troppo. So che sei innamorata, ma devi dargli anche i suoi spazi. Non puoi continuare a ronzargli sempre intorno.»
«E cosa dovrei fare?»
«Te lo spiego io.» le prese le mani e le disse:
«Smetti di contattarlo, divertiti con noi. Lui ti ama, lo sai. Altrimenti non stareste insieme da almeno due anni.»
«Ma...»
«Niente "ma", Maia!» la rimbeccò senza ammettere altro «Segui i miei consigli una volta tanto.»
«Ehm no, dicevo... Guarda là!» indicò la mora, in direzione di un ragazzo castano che parlottava allegramente con qualcuno.
«Cosa ci fa Vitto con Franca? La conosce?»
Appena Valeryn si voltò, una fitta le percorse il petto. Vittorio e quella ragazza, Franca, erano insieme a pochi metri da loro. Stavano solo parlando, sì, ma il fatto che lei si facesse cingere i fianchi da lui in quel modo non poteva sopportarlo. Per un attimo tentò di calmarsi. Insomma, cosa gliene importava se suo cugino flirtava con Franca? Era pur sempre libero di fare ciò che voleva, come aveva detto a Maia poco fa riguardo Steve. Non poteva essere così maledettamente incoerente. Coerente o no, quella doveva levarsi di torno... e subito.
«Valeryn, dove stai andando?» le chiese Maia, non appena questa si mise in piedi. Capì subito che si sarebbe infilata nella conversazione con una scusa.
«Lasciali in pace, dai, sono per i fatti loro.»
E anch'io voglio farmi i fatti loro, pensò, raggiungendoli con una faccia leggermente indispettita e le braccia incrociate. Ovviamente, Vittorio e Franca si girarono verso di lei un tantino perplessi. Specie quest'ultimo, che non capiva il perché di tante moine.
«Ciao, eh!» salutò sarcasticamente «No, tranquilli, non sono venuta per disturbarvi. Me ne sto qui buona buona senza fiatare, voi continuate pure.»
Franca fece una faccia interrogativa alzando gli occhi verso Vittorio, che si mordicchiava il labbro inferiore.
«Cugi, è tutto okay?» gli venne da chiedere, spiazzato.
«Certo Vitto, perché non dovrebbe esserlo? Anzi, è più che okay. Sai, appena vi ho visti ho subito pensato "oh, ma che carini! Potrebbero mettersi insieme, sono così dolci quando si abbracciano".» calcò le ultime parole, lanciando uno sguardo di fuoco al braccio del cugino intorno alla vita della ragazza.
Valeryn era così: quando era gelosa incominciava a sparare parole a raffica senza un senso, o perlomeno non vere.
«Sì, hai proprio ragione. Io mi ci metterei volentieri con tuo cugino, Valeryn.» esclamò Franca «E' così dolce e carino.» gli strinse il braccio, mentre Vittorio ridacchiava e la ragazza sprizzava scintille.
«Ah sì? Non lo crederai sul serio?» rise di cattivo gusto «Mia cara, mio cugino si fida pienamente del mio parere. E, senza offesa, tu non sei proprio adatta ad uno come lui. Anzi, direi che sei completamente l'opposto della sua tipa ideale.»
«E chi sarebbe la mia tipa ideale?» la provocò Vittorio, con un ghigno divertito. Valeryn fece per aprire bocca, ma si bloccò. Stava per dire "io sono la tua tipa ideale", ma sarebbe stata una stronzata. Erano cugini e poi lei stava già con Elia, quante volte doveva ripeterselo...
«Di certo non lei, caro.» replicò con sufficienza «Se vuoi, potrei benissimo indicartene altre cento, più simpatiche e più belle...»
«Cosa? Come ti permetti, scusa? Io non ti ho mica offesa sul personale!» esclamò Franca, indignata.
«No, ma vederti con mio cugino mi blocca la crescita.»
Franca aprì la bocca, allibita da quel modo così sfacciato di porsi nei suoi confronti. Cos'aveva fatto di male, d'altronde?
«Scherzi?!»
«Scherzo, sì, ma non con te. O meglio, lo faccio con le persone con cui vale la pena scherzare.» rispose Valeryn, facendole un sorrisino finto. Non sapeva cosa le prendeva, ma sentiva la rabbia ribollire al solo pensiero di quei due insieme e la sua bocca era tipo scollegata al cervello.
«Tu non puoi criticarmi così!» esclamò Franca, scostandosi bruscamente da Vittorio.
«Non ne hai il diritto!»
«Sì che ce l'ho.» rispose tranquillamente la castana, aggiustandosi la capigliatura ondulata
«Faccio quello che mi pare. E adesso, se non ti dispiace, lasciaci soli, dobbiamo parlare di cose importanti, noi.»
Franca guardò con gli occhi a fessure prima lei, dopo il ragazzo che fece spallucce. Sapendo di non avere altra scelta, con i pugni stretti sorpassò la ragazza e se ne andò sibilando.
«Antipatica, vipera.»
Ma Valeryn la sentì e le urlò contro
«Oca senza un briciolo di cervello! Che, credi di piacere a Vittorio? Ma ti prego! Ti sei mai seriamente guardata allo specchio? Oppure quello di casa tua è andato in frantumi?»
E avrebbe continuato se solo suo cugino non l'avesse fermata da un braccio e l'avesse zittita, scotendola. Maia guardava la scena sbigottita, così come Conny.
«Oddio, Vale è impazzita?» chiese quest'ultima.
«Sì, è impazzita» boccheggiò la riccia «Di gelosia.» aggiunse a bassa voce.
Valeryn guardò torva il castano con le braccia incrociate. Forse aveva un po' esagerato creando tutto quel caos; d'altronde, non stavano facendo chissà che cosa e Vittorio era solo suo cugino di terzo grado, non il suo fidanzato. Ma a lei non importava la figuraccia e tutto il resto. Voleva, anzi, pretendeva una spiegazione.
«Valeryn, ma...» disse Vittorio, stupefatto «perché le hai detto quelle cose?»
Lei scrollò le spalle. «Così impari a frequentare certe ochette!»
«Cugi, Franca è soltanto un'amica. Lo sai che non mi piace nessuno in questo periodo.»
Ah no? Non gli piaceva nessuno? E com'è che se la strusciava addosso?
«E per quale motivo ti stava attaccata come un polpo? Era una nuova imitazione dell'attack?» esclamò imbestialita.
Vittorio l'osservò stranito, dopodiché ridacchiò, iniziando a capire.
«Non posso credere che tu sia così gelosa. Pensavo ti facesse piacere che... insomma, parlassi con le altre ragazze.»
«NO!» sbatté i piedi Valeryn.
«Non prima di aver chiesto il mio parere, Vitto, io le conosco, alcune non sono adatte a te. E poi non sono gelosa, ci sono solo rimasta male. Credevo ci raccontassimo tutto, e invece ti trovo a cazzeggiare allegramente con quella lì.»
Il ragazzo le poggiò un dito sulle labbra per zittirla. Alcune persone si erano voltate per vedere cos'era successo, tra cui Elia che fissava la scena da lontano.
«Non urlare. Sta' calma, adesso ti spiego.»
Non seppe perché, ma Valeryn sentì un brivido percorrerle la schiena non appena la pelle del cugino e la sua bocca si sfiorarono.
Cosa le prendeva? Non ci stava capendo più niente, dannazione, aveva creato un putiferio non solo fuori, ma anche all'interno di sè.
«È vero che ti racconto tutto, ma mi ha fermato per fare due chiacchiere, perché non avrei dovuto? E poi è una brava ragazza e tu ti sei comportata male nei suoi confronti.»
«Ah sì? Lei... lei...»
«Lei, cosa?» chiese Vittorio, spazientito «Cugi, ma perché te la prendi così tanto? Manco me la fossi fatta con Sara...»
«Questo mai, non scherzare!» alzò l'indice, la ragazza,
Vittorio sospirò.
«Appunto.» e passandole le mani sulle spalle, disse «Che ne dici? Andiamo a bere una camomilla insieme, questa sera? Filtrofiore Bonomelli, quella che mia madre prepara ogni sera al gatto per evitare che le sbrani il tappeto.»
Voleva trattenersi, ma Valeryn scoppiò a ridere. Come diamine faceva a farla sbellicare anche nei momenti in cui era arrabbiata?
«Va bene, per questa volta ti perdono.»
«Grazie, cugina, come sei umana.» fece lui ironico, in realtà soddisfatto della sua reazione.
«Ma guai se ti rivedo abbracciato a un'altra, mi sono spiegata?»
Vittorio la guardò sorridente. Quant'era carina quando si arrabbiava. Era bella, troppo bella. 
«Nemmeno ad una mia amica?»
«Con nessuno.» ripeté lei, categorica, mentre tornavano dagli altri.
«Proprio con nessuno?»
«NO!» si fermò di scatto la castana, puntandogli minacciosa un dito
«E' meglio se ti rassegni.»
«Ma...» disse, indugiando un po' prima di chiedere «nemmeno con te?»
Sentendo una fitta allo stomaco, si voltò finendo tra le sue braccia.
E adesso cos'era tutta quella passione per suo cugino? Che stesse delirando? Prima la gelosia e poi il cuore che le saliva in gola. Si morse il labbro. Sapeva solo che stretta a lui stava bene. E Vittorio sorrise, poggiando il mento sopra la sua testa.

Insieme stavano troppo bene.









   
 
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