I
personaggi non mi appartengono e sono proprietà di Miss Rowling.
Di Cicci92
Yorkshire.
Prati immensi, antiche mansions, laghetti
sparsi.
E
poi…la campagna magica.
Quelle migliaia di ettari di terreno ai quali si
accedeva solamente entrando in quel mondo che molti babbani avrebbero definito
inesistente.
E
proprio in un appezzamento di quel meraviglioso territorio, un maestoso maniero
si ergeva in tutta la sua imponente grandezza, protetto da moltissimi
incantesimi – legali e non – contro gli scocciatori.
Antica tra le più antiche dimore Inglesi, quella casa
aveva da sempre assistito nelle sue stanze all’evoluzione della famiglia Malfoy,
i cui componenti potevano vantare il sangue più puro che ancora camminasse nel
mondo della magia. Attorno a Malfoy Manor si estendeva a perdita d’occhio un
lago, circondato a Nord da un giardino rigoglioso e a Sud da una fitta boscaglia
che si estendeva per chilometri e chilometri.
Dall’imponente portone di puro legno Elfico si snodavano
due rampe di scale in marmo bianchissimo, rese sempre lucenti da alcuni
gentilissimi Elfi Domestici che per compiacere il loro Padroncino, si sarebbero
addirittura triturati le dita dei piedi in quegli strani aggeggi babbani che una
volta avevano visto a casa di quella signorina
Mezzosangue.
-
Malfoy siamo il massimo del cliché
-.
I
quadri del maniero avevano mostrato le loro numerose rimostranze quando per la
prima volta il pupillo dei Black e dei Malfoy aveva fatto varcare la soglia di
casa a quella strega dagli occhi dorati.
Mezzosangue.
Sangue Sporco.
Nata Babbana.
Perfetti requisiti che nei secoli precedenti le
avrebbero sicuramente garantito lo stesso posto delle teste degli Elfi Domestici
inefficienti.
-
Perché? –
Draco aveva dovuto costringere tutte le opere d’arti ad
un Incanto Fidelio affinché non divulgassero quella particolare notizia. Per
quanto Malfoy Senior e consorte avessero potuto lasciargli la casa come da
tradizione, certamente non avevano cessato di andare a fargli visita: e il
sapere che la loro amata camera da letto ospitasse spesso qualcuno con determinate macchie
di nascita, avrebbe potuto creare in loro qualche
problemino.
Un
infarto, per esempio.
-
Guardaci… -, ridacchiò Hermione tenendo il lenzuolo sul seno per coprirsi,
mentre si poggiava sul fianco per poterlo guardare. -…abbiamo appena finito di
fare sesso, tu stai fumando, ci nascondiamo come dei ladri, e quando ci siamo
conosciuti il primo impulso è stato quello di metterci le mani addosso per
strozzarci…-
-
Già… -, fu l’unica, annoiata risposta che ottenne.
L’eloquenza di quell’uomo era inversamente proporzionale
alla sua voglia di scopare, si disse Hermione. Alcune volte andava al letto con
lui solo per farlo stare zitto e mettere un argine al fiume di parole che
lasciava uscire quando voleva ottenere qualcosa…poi guardando attentamente quei
pettorali perfetti che si alzavano e si abbassavano, ritrattò i suoi stessi
pensieri: decisamente non andava a
letto con lui per la sua logorrea.
-
Hai intenzione di consumarmi, Granger? –, chiese pigramente, e anche vagamente
compiaciuto.
-
Non hai nulla che non abbia già visto. E, fra parentesi -, aggiunse tanto per
farlo indispettire. -…stai invecchiando Malfoy…Ti stanchi facilmente…
-
-
Non sono io che mi stanco -, puntualizzò lasciando il mozzicone nel posacenere
che aveva sul comodino. -…Sei tu che sei una maledetta ninfomane. Granger, è da
mezzanotte che ci diamo da fare…E adesso sono le sei del mattino…Un po’ di pace
la merito anche io, cioè… -, precisò facendo con la testa il segno di indicare
verso il basso. -…lui. -
Hermione rise sentendo quel tono quasi offeso. Adorava
provocarlo, solo per vedergli quell’espressione infantile sul viso che ai suoi
occhi era semplicemente adorabile.
Non
era semplice vedere Draco Malfoy stizzito, considerata la maschera di freddezza
che si portava costantemente appresso, ma quando succedeva – a suo avviso almeno
– era un qualcosa di semplicemente meraviglioso.
Ma
forse lei era di parte…l’amore offuscava abbastanza il su
giudizio.
Improvvisamente sentì una mano gentile risalire su per
la sua gamba destra, e fu costretta a farsi violenza da sola per rinnegare quel
tocco così intimo ed eccitante.
-
Devo andare o arriverò tardi a lavoro -, sussurrò sulle sue labbra, prima di
soffermarsi ancora un po’ a baciarlo.
Draco la lasciò dopo un po’ con uno sbuffo e la osservò
attentamente mentre si rivestiva. Quel giorno la sua amante aveva qualcosa di
strano, ma non era ancora riuscito a capire di che cosa si
trattasse.
-
Stasera ci vediamo? –
Hermione si bloccò mentre si abbottonava la camicetta di
seta bianca e si voltò lentamente a guardarlo - Draco c’è il Galà oggi… -.
-
Oh… -, borbottò, maledicendosi per essere entrato in quel discorso infido che
non poteva portargli altro che guai. – Va bene, allora ci vediamo domani…
-
-
Oppure potremmo vederci stasera… -
- E
come scusa? Conosci le feste del Ministero, quando finiscono c’è puntualmente il
festino dai Potter che tu non vuoi perderti mai… -.
-
Harry non ci sarà. E’ andato con Ginny a Parigi per una settimana…
-.
-
Quindi stai dicendo che ci possiamo vedere dopo la festa? -, chiese Draco,
confuso. A lui andava comunque bene, l’importante era averla nel suo letto. Di
tutte le altre cose non gli importava più di tanto…
-
No sto dicendo che potremmo andarci insieme… -
Aveva parlato lentamente, quasi timorosa, un fattore
certamente strano considerando che si parlava della donna più coraggiosa che la
casa di Grifondoro avesse conosciuto dopo Lily Evans. Draco sospirò e si passò
frustrato una mano tra i capelli biondissimi, prima di
rispondere…
-
Non posso, lo sai… -
-
Senti se è per il segreto, non importa, davvero. – esclamò accorata. - Harry,
Ginny e Ron già lo sanno e per quanto mi riguarda basta e
avanza…-
-
Non è per questo. -. La bloccò prima che potesse andare avanti e illudersi
ancora di più di qualcosa che non sarebbe mai potuto esistere. – E’ per te. –
Crack.
Probabilmente doveva essere quella la sensazione che si
provava quando qualcuno infila una spada nel nel tuo cuore torturandolo
fino a spezzarlo del tutto, si disse Hermione mentre ricacciava indietro le
lacrime di umiliazione e rabbia. Doveva essere quello strappo impossibile da
sopportare il dolore che si sentiva. I suoi occhi si spalancarono contro il suo
volere, e Malfoy dovette distogliere lo sguardo: non sopportava di vederla così
fragile per colpa sua. Stupida. Era stata stupida solo a pensare di poter
andarci con lui.
-
Spiegati… -, sibilò a bassa voce Hermione mentre si infilava velocemente le
scarpe col tacco nere.
Ancora coricato, Draco alzò gli occhi al cielo,
mandandosi di nuovo mentalmente al Diavolo per aver intrapreso quel discorso
pericoloso…
-
Non c’è niente da spiegare. I miei hanno organizzato tutto con la famiglia di
Astoria Greengrass, devo andarci con lei. –
-
Astoria Greengrass? Ma se la conosci appena… -
-
Non è proprio così -, borbottò senza farsi sentire. - Senza contare -, aggiunse
- che tu sei Mezzosangue e io no… -
-
Basta -, ringhiò Hermione, zittendolo. – Hai detto abbastanza -. Poi afferrò la
bacchetta e si materializzò via da quella stanza, da quella casa, che ogni volta
le procuravano solamente dolore e sofferenza.
Draco la vide sparire da sotto i suoi occhi. Aveva
notato i suoi occhi lucidi, ma aveva preferito starsene zitto, consapevole che
se avesse solo osato mostrare un minimo di compassione probabilmente si sarebbe
presto trovato a far compagnia a Nonno Abraxas nella cappella di famiglia.
Non
gli piaceva vederla soffrire, ma non poteva fare altrimenti, e lei doveva
capirlo. Non poteva certamente pretendere che lui, Draco Malfoy, probabilmente
l’esemplare di Purosangue più ambito dall’elite magica femminile, si presentasse
ad una serata di gala con lei, Hermione Granger,
Però…quando toccò la parte di materasso ormai vuota che
stava perdendo il calore ma non il profumo del corpo che aveva ospitato prima,
tutti quei bei discorsi gli sembrarono una marea di idiozie. E decisamente
quella non era una cosa positiva.
***
-
Padroncino, c’è il Signor Zabini in salotto…-
-
Fallo entrare Pimpi. –
Draco si massaggiò le tempie, preparandosi
psicologicamente all’arrivo del suo migliore amico, che ogni volta aveva la facoltà di distruggere
ogni suo granello di pazienza.
E
capì che quel giorno non sarebbe stato graziato da Nostro Signore quando la
prima domanda che quel mezzo italiano gli pose fu: - Devi accompagnarmi a
comprare un vestito per il Galà. –
-
Zabini -, sibilò praticamente in Serpentese – Sono le nove di mattina, ho preso
un solo caffè e ho passato la notte in bianco… -
-
…Perché sei un porco… -
-
QUINDI… -, continuò ignorando la precisazione dell’amico. -… non sono dell’umore
adatto a portarti a spasso…-
Blaise lo guardò attentamente mentre si lasciava andare
sulla poltrona di pelle di fronte alla scrivania di
mogano.
Nervosismo.
Fronte corrugata.
Tempia pulsante.
Occhi ridotti a fessure.
I
sintomi c’erano tutti.
– Hai
litigato con
Draco sospirò pesantemente, lasciando perdere le carte
del prossimo criminale…ehm, processo che avrebbe dovuto
affrontare.
-
Sta cercando di incastrarmi -, borbottò alzandosi e cominciando a fare avanti e
indietro per lo studio, sotto lo sguardo attento di Zabini. – Mi ha chiesto di
presentarci insieme al Ministero, stasera. Ma ti sembra una cosa normale?! -,
strillò quasi, per poi bloccarsi come un demente alla risposta
dell’amico.
-
Si! –
-
Ma da che parte stai? –
-
Dalla sua, ovvio -, e il ghigno che gli attraversò il volto non fece dubitare
Malfoy. – Credo che sia normale che dopo quasi quattro anni di relazione
clandestina, quella povera donna voglia qualcosa di più che del semplice sesso
occasionale…Che poi…Relazione clandestina…-, aggiunse con sarcasmo. -… lo hanno
capito anche i muri che scopate come conigli… -.
-
Blaise, lo sai anche tu –, sbottò andandosi a sedere nella poltrona a fianco a
quella dell’amico. – Non è possibile, non con lei… --
-
Perché, se posso chiedere? –
-
Come perché? Hai presente i nostri cognomi? Granger e Malfoy, ti dicono niente?
-, replicò acidamente.
-
Si certo. Il suo che è una donna importante, il tuo che sei un coglione.
–
-
E’ una Mezzosangue -, sentenziò come se il discorso fosse
chiuso.
-
Ma la cosa non ti ha impedito di portartela a letto per tutto questo tempo, no?
–
-
Non è la stessa cosa, e lo sai. I miei mi diserederebbero.
–
A
quell’ultima uscita, Blaise lo fissò shockato, indeciso se dovesse scoppiare a
ridere o dargli un cazzotto. Per amor di pace optò per la prima
soluzione.
-
Malfoy hai venticinque anni! Hai ancora paura che mamma e papà ti mettano in
punizione? -, mormorò tra le risate, facendo infuriare l’amico come un aspide. –
Per Salazar Draco, sei il massimo del
cliché! –
-
E’ già la seconda volta che me lo dicono oggi -, borbottò lugubre, mentre
allungava la mano per prendere il “ Profeta”, che Pimpi gli aveva consegnato
prima di dileguarsi.
Il
sangue gli andò al cervello quando vide in prima pagina una foto della sua
Mezzosangue preferita sorridente e ammiccante, foto che le era stata fatta per
un’intervista. Vedendola, Blaise non riuscì a reprimere l’ennesima risatina, ma
si bloccò allo sguardo omicida di Draco, che stava peggiorando, man mano che
leggeva un articolo della famosa rubrica Strega Vogue.
Miss Granger
-, personalità di spicco nella comunità magica inglese, migliore amica del
Bambino Sopravvissuto, eroina di guerra – questa mattina ci ha confermato che le
voci su una sua probabile relazione con Marcus Shaklebolt – figlio dell’attuale
Ministro della Magia – sono vere.
“ Io e Marcus
ci siamo conosciuti alla fine della guerra, in quanto aveva studiato in una
scuola Americana”, afferma l’affascinante strega. “ Mi ha chiesto di andare alla
festa con lui e ho accettato.”, conclude con un disarmante sorriso che…(continua
a pag.14)
-
Beh, non si possa negare che quella donna abbia gusto. Marcus è un perfetto
gentiluomo…Purosangue che non si fa problemi. –
-
Blaise -, sibilò Draco ormai al limite della sopportazione. – Per favore
piantala. –
-
No quello che dovrebbe piantarla sei tu -, sbottò Zabini finalmente serio. – Sei
pazzo di quella donna e ti attacchi a queste idiozie del sangue. Il tuo unico
problema è che hai paura che lei sia quella giusta. –
-
Oh, andiamo Blaise che dovrei fare? Chiederle di sposarmi?
–
-
No, ma potresti iniziare portandola a cena fuori -, gli spiegò come se stesse
parlando ad un bambino. – Anche perché se non ti sbrighi -, continuò indicando
il giornale con la testa. – Non resterà ad aspettarti per sempre.
–
***
Lo
squillo del cellulare le fece improvvisamente alzare la testa dalla scrivania
del suo ufficio. Così nervosa com’era quella mattina si era addirittura
dimenticata di spegnerlo per non essere disturbata mentre
lavorava.
-
Hermione Jean Granger! -, strillò una voce dall’altro capo del telefono. – Esigo
delle spiegazioni! Subito!-
La
mente del trio d’oro sospirò sconsolata sentendo quella voce amica che le urlava
contro.
-
Ginny -, sospirò passandosi una mano tra i capelli. – Che ho fatto questa volta?
–
-
Che hai fatto? Hai idea di quello che ho dovuto fare per convincere Harry a non
buttarsi dalla Torre di Londra quando ha saputo della tua relazione con il
Furetto? -. Quel tono sibillino per un momento fece credere a Hermione che Tom
Riddle fosse tornato e avesse di nuovo scelto la piccola di casa Weasley come
dimora momentanea per la sua anima. –…le fantasie che ho dovuto realizzare! -,
continuò Ginny facendole fare una smorfia schifata. – E ora mi trovo sbattuto
sul giornale che esci con il figlio di Kingsley! –
Un
secondo sospiro sfuggì alle labbra di Hermione, che per l’ennesima volta si
maledì per aver parlato di fronte ai giornalisti.
-
Non è come sembra. Marcus mi ha vista stamattina e mi ha chiesto se avessi un
cavaliere per stasera, visto che la sua ragazza l’aveva piantato in asso. Quegli
avvoltoi del Profeta mi hanno preso per sfinimento, anzi ancora devo capire come
hanno fatto a inserire la notizia visto che mi hanno incontrato
oggi…-.
-
Al momento non ci interessano le modalità di stampa della Gazzetta, Hermione. Al
momento -, ripeté con fermezza -…l’unica cosa che voglio sapere è perché non ci
vai con il Furetto… -.
-
Perché sono Mezzosangue -, sussurro lugubre Hermione.
Ginny stette un attimo in silenzio prima di scoppiare e
ridere e svegliare Harry che stava ancora dormendo nel grande letto della Suite
Reale, prima di quella telefonata. – Dai non prendermi in
giro…-
-
Mi ha detto così, non sto scherzando. Anzi -, aggiunse ironicamente – Mi ha
anche informato che si sarebbe presentato con Astoria Greengrass…
-.
Di
nuovo silenzio dall’altra parte del telefono, e Hermione per un attimo si chiese
se Ginny non fosse improvvisamente partita per una missione punitiva ai danni di
un Serpeverde a caso.
Poi però
parlò…
-
Okay perfetto. Hermione, devi fargliela pagare. Stasera stendilo. Comprati un
vestito sexy e fai la gattina con Marcus….cederà…-.
-
Tu sei matta! -, strillò sentendosi quasi insultata da una proposta del genere.
– Non mi abbasso a simili giochetti… -
-
Allora guardalo mentre
L’idea di Draco Malfoy sposato era ciò che di peggio
potesse esserci al mondo per Hermione. Perché lei poteva essere innamorata
persa, ma non andava con gli uomini sposati. E se lui avesse mai dovuto fare una
scelta simile, lei lo avrebbe dovuto lasciarlo andare
immediatamente.
-
Ginny se mi renderò ridicola, verrò a
Parigi solo a prenderti a calci in culo… -
La
novella signora Potter sorrise prima di riattaccare e voltarsi verso il marito
che ancora con gli occhi semichiusi, la guardava confuso.
-
Ma con chi stavi parlando? –
-
Con Hermione tesoro. Tu torna a dormire… -
***
Il
Gran Galà della Liberazione, pensato e creato dal Wizengamot, era nato come
giornata di ricordo e memoria nei confronti dei caduti della Seconda Guerra
Magica. Solitamente si teneva al Ministero della Magia Londinese, e vi
partecipavano le più importanti personalità del mondo della Magia.
A
otto anni di distanza, l’evento era ancora molto sentito, ma decisamente più
frivolo.
Le
donne lo aspettavano per poter sfoggiare i loro migliori vestiti, mentre gli
uomini speravano costantemente che un miracolo facesse saltare la data del Due
Maggio per non dover incorrere nelle ire delle proprie
consorti.
Solitamente maghi e streghe festeggiavano riversandosi
per le strade di Diagon Alley e Hogsmeade, ma l’elite magica non poteva nemmeno
pensare di disertare il Galà del Ministero.
La
notizia che il Bambino Sopravvissuto si fosse rifiutato di offrirsi di nuovo in
pasto ai giornalisti–pescecane che non vedevano l’ora di accalappiarlo,
rifugiandosi oltremanica con la sua dolce mogliettina, aveva perciò fatto il
giro dell’Inghilterra.
Quando Hermione Granger e Marcus Shaklebolt fecero il
loro ingresso nell’Atrium del Ministero, molte teste si voltarono a rimirare la
coppia che stava sulla bocca di tutti in quel momento.
-
Ho qualcosa di strano in faccia? -, sussurrò Hermione all’orecchio di Marcus
mentre decine di flash li illuminavano. – Altrimenti non mi spiego tutto questo
interessamento… -
Il
suo accompagnatore rise, portandole una mano sul fianco con fare protettivo. –
Mettila così. Se c’è qualcuno che vuoi far morire stasera, ci riesci
tranquillamente. –
Hermione arrossì sotto lo sguardo di apprezzamento del
suo accompagnatore. Il suo vestito rosso le fasciava il seno e la vita, per poi
aprirsi in una leggera gonna di seta che le sfiorava appena il ginocchio. Aveva
lasciato i capelli sciolti, lisci per avere quell’aria un po’ più di classe che
tanto le piaceva.
-
Stai molto bene anche tu…Anzi, mi sembra di aver visto Melanie prima…
-
Svicolò facilmente non volendosi addentrare troppo in un
discorso infido che le avrebbe fatto solamente male. Marcus era stato sincero
con lei e le aveva chiesto di fargli da accompagnatrice in modo da far cambiare
idea alla ragazza che amava, che lo aveva lasciato per una stupida diceria sul
suo conto. E lei aveva deciso di dover parlare chiaro, e gli aveva detto che
nemmeno lei aveva intenzione di replicare l’uscita in
seguito.
Aveva aspettato in vano tutto il giorno notizie di
Draco, sperando che alla fine avesse potuto cambiare idea. Ma quando passate le
cinque, le uniche chiamate erano state quelle di Ginny e Harry, aveva capito che
era inutile starsene lì a crogiolarsi, quindi aveva deciso che quella sera
avrebbe fatto schiattare il Signorino Malfoy…
-
E’ arrivata Astoria Greengrass –
Sempre se il Signorino Malfoy non avesse fatto morire
lei per prima, si disse mentre faceva la sua trionfale entrata attaccato al
braccio della bellissima e biondissima figlia minore dei
Greengrass.
Sangue purissimo, ovviamente.
-
Ti dispiace se andiamo a salutarli? –
-
Dobbiamo proprio? –
-
Beh…Draco è un mio mezzo parente… -
-
Non dirlo in giro o ti si rovinerà la reputazione -, disse secca, per poi
sorridere velocemente verso un fotografo che l’aveva
puntata.
Marcus rise sentendola parlare in quel modo. – A volte
mi dimentico che tu e Draco non andavate d’accordo a scuola. Da quello che mi
racconta Blaise, dovevate essere un incubo. –
-
Già -, borbottò con voce strozzata, mentre con passo fiero si dirigeva verso
l’altra coppia che in quel momento parlava con Zabini e Theodore
Nott.
-
Signora e signori buonasera -, salutò Marcus, facendoli voltare verso di loro. E
il lampo di stupore che Hermione vide negli occhi di Draco, le fece pensare che
forse quella serata non sarebbe stata un fiasco totale.
***
Rosso.
Si
era vestita di rosso.
Un
chiaro invito a starle alla larga o a saltarle addosso, a seconda di come la
cosa venisse interpretata. Mentre la sua accompagnatrice salutava L’Idiota
Shaklebolt, Draco fece vagare lo sguardo su Hermione, e sul suo maledetto
vestito che gli aveva causato un restringimento repentino di spazio nell’area
del cavallo dei pantaloni.
Lei
sorrideva incurante mentre parlava con Blaise e Nott, ma qualcosa nel suo
atteggiamento gli suggerì che quella sera probabilmente sarebbero cambiate tante
cose.
-
Hermione non avevo idea che tu e Marcus vi frequentaste…-, stava dicendo Astoria
intanto.
-
Oh, nemmeno io sapevo niente di te e Malfoy -, rispose
-
Oh beh…Io e Draco siamo promessi da quando avevamo cinque anni più o
meno...-.
-
Cinque anni? –
Draco deglutì e incassò la testa nelle spalle, sentendo
quella particolare inclinazione nella voce della Mezzosangue, che non aveva mai
promesso nulla di buono. L’ultima volta che era stato così fortunato da averle
provocato quella sottospecie di abbassamento di voce, ne era uscito impastoiato
e cruciato.
Hermione in quel momento sembrava tranquilla e gentile,
ma al suo occhio vigile non sfuggiva la sua schiena rigida e gli occhi che
mandavano lampi. Lanciò uno sguardo a Blaise, che lo fissava ghignando come per
dirgli “ te l’avevo detto”.
Decisamente avrebbe dovuto informarla prima su quel particolare della sua
vita.
-
Quindi siete prossimi alle nozze? –, stava chiedendo Marcus, e Astoria rise
civettuola.
-
Beh, il mio fidanzato si fa aspettare. Anche se le nostre madri si sono già
messe in moto per l’organizzazione. Non sia mai che non sia tutto perfetto.
–
Hermione sentì una stretta dalle parti dello stomaco, e
inventò una rapida scusa con gli altri prima di lanciarsi verso il tavolo degli
alcolici.
Le
loro madri si erano messe in moto…
Il
suo fidanzato si faceva aspettare…
Erano promessi da quando avevano cinque anni!
-
Un whiskey incendiario -, ordinò perentoria al cameriere. – Doppio -, aggiunse
dopo un secondo di riflessione.
-
Problemi di cuore, tesoro? –
Si
girò immediatamente riconoscendo la voce di Ron Weasley, suo migliore amico che
non vedeva da quasi un mese.
-
Quando sei tornato dalla Spagna? –, gli chiese dopo averlo stritolato in un
abbraccio demolitore.
-
Ieri -, le rispose lui sorridendo e passandole il bicchiere di whiskey. – Hanno
richiamato Luna al Cavillo per un’emergenza di Plimpi d’Acqua dolce.
–
-
Capisco -, borbottò l’altra prima di scolarsi tutto il bicchiere in una volta.
Allo sguardo shockato di Ron, rispose con un’alzata di
spalle.
-
C’è qualcosa che vuoi dirmi? -, le domandò Ron cautamente. Non era normale che
Hermione cominciasse a bere subito ad
una festa.
-
Tu lo sapevi che Malfoy è fidanzato con Astoria Greengrass da quando ha cinque
anni? –
-
Perché tu no? -, fu la risposta innocente che ricevette.
- E
perché non mi hai detto niente! –
-
Beh lo sapevano tutti, credevo anche tu…-
Hermione lo trucidò con un’occhiataccia prima di
chiedere altro whiskey. – Se lo avessi saputo non ci sarei andata a
letto…-.
-
No? –
-
No! Per chi mi hai preso! –
Ron
sorrise passandole un braccio attorno alle spalle e stringendola a sé. – Lascia
perdere e non preoccuparti. Questi matrimoni combinati la maggior parte delle
volte non vanno nemmeno in porto. E smettila di bere -, aggiunse fregandole
dalle mani il whiskey. – Vai da Marcus, ti sta cercando… -, concluse dandole una
leggera pacca sul sedere che la fece arrossire come una
bambina.
-
Ron! -, esclamò, ma l’amico si limitò a scoppiare a
ridere.
-
Ehi credevo di averti persa… -
-
Scusa Marcus, ma avevo bisogno di qualcosa di forte -, mormorò in tono lugubre,
mentre andava a sedersi accanto a lui. – Tu cos’hai fatto fin’ora?
–
-
Ho sentito Astoria che si lamentava perché Draco non le ha ancora chiesto di
sposarla…Tutto bene Hermione? -, aggiunse in fretta e preoccupato quando la vide
cominciare a tossire.
…Si
era strozzata con la sua stessa saliva…
-
Certo, certo…-
Dopo qualche minuto vennero raggiunti al tavolo da Ron,
Luna, Dean Thomas e Allison Holland, che avrebbero cenato con loro. Hermione fu
felice di rivedere i vecchi amici, con i quali aveva un po’ perso i contatti. La
moglie di Dean era una ragazza allegra e vivace, proprio come il suo compagno e
la fecero divertire e distrarre con i loro simpatici
battibecchi.
La
cena passò così meravigliosamente, nonostante Hermione non potesse trattenersi
ogni tanto dal lanciare qualche occhiata al tavolo di Draco, per tenere d’occhio
la situazione. Fu abbastanza brava da non riuscire mai ad incontrare quello
sguardo argentato che ogni volta le faceva tremare le gambe e il
cuore.
-
Signore e Signori… -
La
voce improvvisa del maestro dell’orchestra la distrasse dai suoi pensieri
infelici.
-
Adesso il Ministro della Magia e la nostra First Lady apriranno le danze. Quindi
non voglio dilungarmi in chiacchiere…Buona festa della Liberazione e buon
divertimento. –
Un
applauso sentito e qualche fischio allegro seguì quelle parole e Hermione guardò
sorridente Kingsley mentre in tutta la sua altezza si preparava a ballare, sulle
note di un dolcissimo valzer.
-
Tuo padre è straordinario -, disse a Marcus. – Non ho mai conosciuto un uomo
come lui. E’ sempre così calmo e gentile…-
-
Dovevi vedere quando gli arrivavano le lettere delle punizioni dalla mia scuola
-, ridacchiò l’altro. – Tutto era tranne che calmo e gentile…
-
Hermione rise e poi accettò di buon grado l’invito ad
andare a ballare. Già altre coppie si erano aggiunte, quindi non si sentì per
niente in imbarazzo. - Va tutto
bene? -, chiese al suo cavaliere quando lo sentì
irrigidirsi.
-
C’è Melanie… -, le sussurrò all’orecchio e lei sorrise. Poi si staccò da lui e
lo guardò eloquentemente. – Che succede? –
-
Vai e chiedile di ballare… -
-
Non credo che sia una buona idea… -
-
Certo! Credimi, non aspetta altro che questo, te lo dico…per esperienza -,
borbottò, mentre si dirigevano insieme verso il tavolo.
-
Oh, quindi tu non aspetti altro che essere invitata a ballare da Malfoy? Mi
ritengo offeso Miss Granger…-
-
Che cosa! -, strillò lei, sgranando gli occhi. – Come…Cosa…Come lo sai?
–
-
Beh…Mi hai detto che tenevi ad un’altra persona. E da come lo guardavi non ci ho
messo molto a capire di chi si trattasse…
-
E’ davvero così evidente? -, chiese sconsolata lasciandosi cadere su una sedia.
-
Non proprio…Ma io l’ho capito… -
-
Ecco, allora visto che l’hai capito, guarda la tua Mel…Ha il mio stesso sguardo
-, gli suggerì dolcemente.
-
Sei sicura di star bene? -, le domandò lui di rimando con premura, e Hermione si
chiese perché mai non si fosse innamorata di quel ragazzo gentile, andando a
cercare un buzzurro come Malfoy.
-
Certo, ora vai. Io torno sugli alcolici… -
Marcus rise e si abbassò all’altezza del suo viso per
lasciarle un leggero bacio sulle labbra. Sapevano entrambi che era una sorta di
ringraziamento, che non significava niente, ma agli occhi di qualcun altro,
potevano tranquillamente sembrare una coppia di
innamorati.
Si
era rifugiata nel suo ufficio.
Patetico forse, ma non ne poteva più di ballare con
perfetti sconosciuti, e di dover guardare Draco con
un’altra.
La
festa era nell’Atrium e il suo ufficio al settimo piano: decisamente era il
posto perfetto per starsene per i fatti suoi.
Si
era abbandonata sulla sua poltrona e si era messa a riflettere su tutta la sua
situazione.
Quella sorta di relazione clandestina con Malfoy era
iniziata quattro anni prima al corso di Magisprudenza, ed era andata avanti più
o meno tranquillamente fin quando lei non aveva capito che effettivamente non
andava a letto con Draco solo per l’ottimo sesso, ma anche per qualcos’altro che
non riusciva a decifrare. Pian piano aveva fatto chiarezza tra i suoi
sentimenti, e si era scoperta innamorata di lui:
una
mezza tragedia.
Si
era sentita tanto stupida a cadere in un simile…cliché. Era scontato per come era
iniziata che sarebbe andata a finire in quel modo, ma lei era stata testarda e
se ne era fregata.
Sapeva che Malfoy fosse – le faceva ribrezzo solo
pensarlo – promesso ad un’altra? Assolutamente no. Eppure nonostante si
atteggiasse tanto a donna superiore, non credeva che sarebbe riuscita a
resistere per molto. Astoria o non Astoria comunque, dopo l’ultima uscita di
Draco qualcosa dentro di lei si era irrimediabilmente
spezzato.
Sei una
Mezzosangue.
Quando aveva sentito quella stupida frase, si era
sentita proprio come al suo Secondo anno ad Hogwarts quando, sempre Malfoy, le
aveva fatto fare conoscenza con il disprezzo dei Purosangue: sola, sbagliata e
abbandonata. Le era sembrato che in quei quattro anni Draco si fosse affezionato
a lei: era geloso se la vedeva con altri uomini, si arrabbiava se non passava la
notte con lui, si innervosiva se non sapeva dove trovarla.
Ma
evidentemente si era sbagliata…
-
Ho sempre pensato che tu fossi una stacanovista, ma al momento comincio a
credere che tu sia più una fanatica del lavoro…Stare in Ufficio mentre sotto si
festeggia la fine della guerra è troppo anche per te Granger.
-.
Hermione alzò di scatto la testa e si domandò
stupidamente come avesse fatto a non sentirlo mentre apriva la porta.
-
Draco per favore -, mormorò ricomponendo la sua espressione fredda. – Ho mal di
testa e poca pazienza. Ergo, levati dalle scatole perché non ho proprio voglia
di ascoltare le tue cazzate. –
-
Ci credo che hai mal di testa…Quanto hai bevuto stasera? –
-
Tu sei perennemente sbronzo, quindi non farmi la predica.
–
- E
chi vuole farti la predica -, ridacchiò lui. – Anzi se sei brilla meglio per me,
sei più tranquilla e non fai storie per venire a letto. –
-
Scordatelo. -.
Lo
freddò.
Draco la guardò spaesato per quel rifiuto. – Scusami?
–
-
Scordatelo -, ripeté atona senza guardarlo in faccia. – Tra me e te è
finita…Anzi -, aggiunse sogghignando malignamente - …Una cosa che non è mai
cominciata, non può nemmeno finire. –
-
Che cazzo stai dicendo, Granger? –
Eccola là la rabbia. Hermione sapeva già che avrebbe
dovuto affrontarla e che sarebbe stato un gioco al massacro, perché un Malfoy
incazzato era abbastanza pericoloso. Ma non aveva intenzione di cedere. Aveva
una dignità che voleva salvare.
-
Hai capito perfettamente -, rispose piano. – Stiamo…Ci vediamo da quasi quattro
anni e non ti sei mai preso la briga di dirmi che hai una fidanzata.
Probabilmente te la sposerai pure tra qualche tempo, e io non ho nessuna
intenzione di fare la parte dell’amante. Non sono quel genere di persona,
Malfoy. –
-
Cioè il problema è Astoria? -, le chiese incredulo. – Andiamo non prendermi in
giro. Non sono affari suoi con chi vado a letto…-.
-
E’ la tua fidanzata -, ringhiò sentendo che era vicino al limite e presto lo
avrebbe affatturato. – Forse per te è un particolare insignificante Malfoy, ma
io non sono una puttana. Non frego l’uomo alle altre. –
-
Siamo sicuri che sia lei il problema? –
-
Non ne vedo altri… -
-
Ah no? E Shaklebolt? –
Hermione si trattenne dallo scoppiare a ridergli in
faccia per un minimo di decoro, nonostante la tentazione fosse
forte.
-
Decisamente non è Marcus il problema…-
-
Eppure non ti sei spostata quando ti ha baciata -, ringhiò Malfoy afferrandola
per un polso, davvero arrabbiato. – Devo dedurne che hai già trovato qualcuno
che ti riscalda il letto? –
-
Mi stai facendo male -, mormorò indicando il braccio. – Lasciami.
–
-
Non voglio. –
-
Draco, per favore… -
-
No. –
-
Pretendo delle spiegazioni e le voglio ora. –
-
Non vedo il motivo per cui dovrei farlo. In quattro anni non ti è mai passato
per la testa che a me potesse interessare il fatto che tu abbia una fidanzata.
Adesso io non vedo alcun motivo per darti delle
spiegazioni…-.
-
Mezzosangue non sto scherzando…
-
No Malfoy, IO non sto scherzando -, gli ruggì in faccia, staccandosi da lui con
forza. – Non sono mai stata così cretina da pensare che un giorno venissi a
dichiararmi il tuo amore eterno. Ma pensavo che mi portassi un minimo di
rispetto, almeno. A quanto pare mi sono sbagliata -, disse amaramente,
guardandolo in faccia. – Sai che c’è però? Mi sono stancata di quella…pseudo
relazione che avevamo…Quindi -, continuò senza fermarsi, afferrando la sua
borsetta di raso. - Questa è l’ultima volta che mi vedi. –
Poi
uscì dall’ufficio, lasciandolo solo con gli occhi sgranati e muto come un
pesce.
Lo
aveva zittito.
Hermione Granger era riuscito a non fargli sapere cosa
dire.
L’unica cosa che sapeva al momento era che voleva
riprendersela.
E
ci sarebbe riuscito in un modo o nell’altro.
L’avrebbe fatta tornare da lui.
Parola di Malfoy.
***
Era
una settimana che non riusciva a dormire. Incubi, insonnia…Nemmeno i sonniferi
avevano funzionato.
Rigirandosi nel letto per l’ennesima volta, Draco si
domandò perché diamine Morfeo ultimamente non volesse andare a fargli visita
nemmeno per insultarlo.
Aveva delle occhiaie da far spavento, tanto che Astoria
– sorvolando sul piccolo particolare che lui non avesse ancora detto nulla -,
non faceva altro che consigliargli creme su creme. – Non vorrai presentarti all’altare con quelle
cose viola, vero? -, gli ripeteva costantemente.
Diede un paio di pugni al cuscino per fargli prendere
una forma leggermente più consona, prima di buttarsi a pancia in giù e sbuffare.
Sapeva benissimo quale fosse il problema e perché non riuscisse a dormire.
Mancava lei.
Da
quando
Era
da quando avevano “ litigato” che si arrovellava il cervello in cerca di un
possibile modo per farla tornare, ma fino a quel momento aveva miserabilmente
fallito.
Le
rose che le aveva fatto recapitare in ufficio, erano ritornate al mittente con
tanto d’incantesimo d’orticaria. I cioccolatini, aveva saputo da altre fonti, li
aveva direttamente buttati nel cestino. Aveva poi provato con qualcosa di più
aggressivo, facendogli avere un babydoll di seta e lei, facendogli venire quasi
un infarto, lo aveva mandato ad Astoria in modo anonimo. Gli era andata bene che
la sua apparente futura sposa avesse subito pensato che fosse stato lui a
mandarlo, altrimenti la notizia sarebbe arrivata ai suoi genitori…e beh, non
avrebbe passato un quarto d’ora felice.
Era
arrivato addirittura ad andare a chiedere consiglio a Potter. Non poteva fare
un’idiozia più grande, visto che il suggerimento del grande eroe era stato
veramente stupido e…banale.
-
Vuoi Hermione? Perfetto Malfoy, molla
Inutile dire che quella particolare soluzione era
completamente fuori discussione. Sciogliere il fidanzamento con Astoria per
Però…
L’idea ultimamente lo aveva solleticato più di una
volta. E non solo perché da quando aveva preso la sbagliatissima decisione di
portare la sua fidanzata ufficiale al Galà, quella aveva preso l’invito come una
sottile proposta di matrimonio. E nemmeno perché lo chiamava a tutti gli orari
del giorno e della notte per sapere in quali giorni fosse libero per andare a
scegliere insieme le tovaglie di un ricevimento fino a quel momento ancora
inesistente.
No.
Quello che gli faceva pensare a lui e
Ma
il motivo scatenante che ogni volta lo riportava verso quella strana voglia, era
il bisogno spasmodico che aveva ultimamente di sentirla vicina. Per la serie:
apprezzi qualcosa solo quando non ce l’hai più. Lo sapeva perfettamente, si
stava rovinando con le sue stesse mani, perché se fino a quel momento si era
impegnato a non pensare a lei come una possibile Mrs Malfoy, le cose erano ormai
finite con il cambiare radicalmente.
***
-
Granger fermati! –
Hermione continuò imperterrita a camminare verso
l’ascensore che l’avrebbe portata dall’atrio del Ministero della Magia al suo
ufficio, incurante degli sguardi confusi che la gente le lanciava a causa di
quel moscone che gli correva dietro.
-
Granger, per Salazar, vuoi aspettarmi?! –
Hermione alzò gli occhi al cielo. Draco Malfoy era
proprio ottuso. Era ovvio che non volesse
aspettarlo. Facendo slalom tra un paio di streghe riuscì ad arrivare
all’ascensore, che trovò miracolosamente vuoto.
Si
sciolse in un sospiro di sollievo prematuro, visto che un Draco Malfoy ansante e
con i capelli biondi scompigliati, la raggiunse entrò nell’ascensore e, sotto il
suo sguardo furioso, poi lo fece salire.
-
Ma sei diventata sorda? E’ da tre ore che ti chiamo! -, sbraitò lui non
guardandola mentre sfoggiava un’espressione menefreghista.
-
Lo so. E se non mi sono fermata, un motivo c’è, non credi anche tu Malfoy?
–
-
Si certo. Sei matta da legare. –
Erano soli, in uno spazio di due metri per tre e la
tensione cominciava a farsi sentire, Hermione lo capì dallo sguardo cupo che
Draco aveva lanciato alla sua camicetta.
-
Io devo scendere qui -, sbottò quando le porte fecero per aprirsi, ma Draco
velocemente premette un pulsante rosso che fece alzare di poco l’ascensore e poi
bloccare.
-
Ma ti sei ammattito del tutto! Ci hai chiusi qui dentro! –
-
Visto che l’unico modo per parlare con te sembra essere questo, non vedo altre
soluzioni… -, borbottò il biondo guardando verso l’alto. – Tra una mezzoretta ci
tireranno fuori -, aggiunse per calmarla quando la vide respirare profondamente.
Che
No,
si disse quando notò il suo sguardo assassino. Stava cercando di calmarsi per
non ammazzarlo subito.
-
Allora, dimmi cosa vuoi e facciamola finita. -, sbottò Hermione, tenendo lo
sguardo ostinatamente fisso verso la porta dell’ascensore.
-
Parlare civilmente con te. –
-
Parla, prego. –
Non
andava bene, si disse Draco. Stavano partendo con il piede sbagliato e se lei si
fosse ostinata a mantenere quell’aria disinteressata non sarebbe arrivato da
nessuna parte.
-
Hermione…-
-
Granger -, lo corresse.
-
Hermione -, continuò lui ignorandola. – Questa situazione non fa bene né a me né
a te. Sul serio, dobbiamo cercare un compromesso… -.
-
Cercare…Cercare un compromesso! -, strillò lei, girandosi a guardarlo per la
prima volta in faccia. – E fammi indovinare -, continuò ironicamente. – Questo
compromesso consisterebbe in te che sposi Astoria e io che ti faccio da amante?
No grazie, Malfoy mi merito molto più di questo. –
-
E’ l’unico modo che abbiamo per stare insieme… -, disse Draco cercando di farla
ragionare, premendo su quel punto che di solito scioglieva tutte le donne…Ma
l’unico risultato che ottenne fu quello di farla infuriare ancora di più. O di
ferirla. E tra le due cose non sapeva quale fosse la peggiore. In fin dei conti
le leonesse ferite e sofferenti erano sempre quelle più pericolose. E
momentaneamente Hermione si sentiva una specie di buco al livello del cuore.
Per
un momento aveva sperato che Draco la stesse seguendo per dirle che non voleva
Astoria Greengrass, che voleva lei.
Ma
era stata sciocca. In fin dei conti quella serpe non aveva mai dimostrato veri
sentimenti per lei, tranne l’attrazione fisica. E se in quel momento stava
facendo tutte quelle storie era perché gli avevano tolto di mani il suo
giocattolo preferito.
-
Se per stare con te devo essere l’altra, preferisco starmene da sola.
Sai -, aggiunse con cattiveria. – Sono sicura che non impiegherei molto tempo a
trovare qualcun altro. Infondo io e te non abbiamo mai fatto altro che andare a
letto insieme, e io ho voglia di qualcuno che mi ami, ormai.
–
- E
chi ti dice che io non ti ami? –
“Lo
fa per convincerti a tornare da lui”, si ripeteva Hermione mentre metteva a
tacere quella strana e piacevole sensazione che aveva provato sentendo quella
domanda implicita. Draco non la amava, Draco non amava nessuno, ne era
convintissima.
-
Malfoy per favore non scherzare con le cose serie -, sussurrò con la voce quasi
spezzata. – Non parlare di cose che non puoi capire…-.
-
Perché mai non posso capire cosa significa amare… -
-
Perché se tu fossi innamorato di me, non avresti mai accettato di baciare
un’altra -, ringhiò quasi. – Non avresti accettato di vedere me con qualcun
altro. Non avresti lasciato che il Sangue si mettesse ancora tra di noi. Ma non
l’hai fatto -, concluse a bassa voce. – E non ci vuole Sibilla Cooman per capire
che al momento l’unica cosa che ti infastidisce è aver perso l’amante. Quindi
Malfoy…non parlare d’amore. –
-
Devo dedurne -, rispose lui lentamente e con gli occhi ridotti a fessure – che
hai veramente intenzione di rompere con me? –.
-
Deduci quello che vuoi. Te l’ho spiegato la sera della festa. Io non vado con la
gente impegnata. Il fatto che tu lo sia stato e io non ne fossi consapevole, non
è una mia responsabilità. Ora, mi dispiace, ma non ho nessuna intenzione di
rovinare la vita di qualcuno. Non è mai bello essere tradite, e più o meno, ogni
donna conosce questa sensazione. Io -, concluse guardandolo in faccia – non
voglio aiutarti nel distruggere una persona. –
-
Hermione non si torna indietro -, precisò lui spietato. – Se te ne vai ora, non
pensare di poter ricominciare dopo. –
Hermione lo guardò con lo spettro di un sorriso negli
occhi. Un sorriso così triste e rassegnato, che gli fece pensare che solo per
non vederla più in quelle condizioni avrebbe accettato qualsiasi cosa.
-
Non ne avevo dubbi. -, sussurrò appena un secondo prima di aprire le porte
dell’ascensore con un colpo di bacchetta e ritrovarsi una massa di persone che
faceva a pugni per entrare in quello spazio angusto dove lei aveva chiuso per
sempre il suo cuore.
***
Quando quella mattina Harry Potter aveva visto sulla sua
scrivania una lettera con un particolare simbolo verde come sigillo, aveva
capito che quella sarebbe stata una giornata difficile. Non aveva più dodici
anni, e le dispute con Malfoy se le era lasciate alle spalle, ma gli sembrava
ancora molto strano essere riuscito ad aver un rapporto civile con
quell’individuo.
Certo, il fatto che da più di quattro anni Draco
intrattenesse una parecchio discutibile relazione con la sua migliore amica,
aveva contribuito al loro avvicinamento… Malfoy infatti non perdeva occasione
per farlo impazzire quando Hermione gli mollava un due di picche spietato, e a
quanto aveva capito leggendo quella lettera, la cosa si era ripetuta di
nuovo.
Dopo aver lasciato detto alla sua Segretaria di
annullare tutti i suoi impegni mattutini, con passo pesante e funereo andò verso
l’Ala del Ministero dedicata alla Magisprudenza: una sorta di anticamera del
Wizengamot dove venivano presi tutti gli accordi prima che ci fossero i veri e
proprio processi.
Bussò tre volte alla porta, dove una brillante targhetta
d’ottone aveva inciso su Avvocato D.
Malfoy.
-
Allora che hai combinato questa volta? -, disse a mo’ di saluto entrando in
quell’ufficio troppo ordinato e lindo per i suoi standard.
-
Potter siediti e parliamo -, fu comunque la risposta che ottenne. Seguì l’invito
perentorio di Draco e si accomodò sulla sedia imbottita di fronte a
lui.
-
Dimmi. –
-
Si tratta della Granger…-
-
Non l’avrei mai detto… -, sbuffò Harry. – Malfoy senza girarci troppo intorno,
anche perché ho già parlato con lei. Non ha nessuna intenzione di riprendere a
vederti a meno che non tronchi la tua storia con
-
Non posso chiudere con Astoria. Siamo promessi da quando…-
-…avevate cinque anni, si lo so. E, fra parentesi,
potevi anche dirglielo, ora la cosa si complica ancora di più. -, precisò
godendo gaiamente dello sconforto dell’ex Serpeverde.
-
Perché? –
-
Perché se prima di questo macello avevi una minima possibilità che lei
accettasse la situazione, il fatto che le hai tenuto nascosto tutto quanto, è
stato come darti la zappa sui piedi. Se c’è una cosa che Hermione odia, sono i
segreti. –
Draco sospirò esasperato passandosi una mano tra i
capelli, che stranamente quel giorno non ne volevano sapere di stare al loro
posto. – Io non capisco per quale motivo si sia impuntata su questo argomento!
-, sbraitò al massimo del nervosismo. – Non ci siamo mai promessi amore eterno
né l’esclusiva, quindi non può avanzare nessuna pretesa sul sottoscritto.
–
-
Malfoy, lei non avanza pretese su di te. -, sbottò Harry. – Lei avanza pretese
su se stessa e sul suo orgoglio. Non è il tipo di persona che si accontenta del
secondo posto, lo sai. E poi mettiti nei suoi panni. Come l’avresti presa se
avessi saputo che uscisse con un altro? –
Draco strinse gli occhi a due fessure. La sola idea
chela Mezzosangue non avesse una storia solo con lui, lo innervosiva parecchio.
Aveva accettato la storia di Shaklebolt solo perché c’era un ballo di mezzo, e
non sarebbe stato carino per lei presentarsi da sola.
-
Potter è un modo per dirmi qualcosa? -, sibilò infiammato.
-
Si -, sbottò Harry, non riuscendo a trattenere però una risatina mentre si
alzava da quella comodissima sedia. – Che sei un cretino, Malfoy -. Poi uscì
dall’ufficio, abbastanza soddisfatto. Aveva messo la pulce nell’orecchio
all’uomo che la sua migliore amica amava. Ora poteva solamente sperare che le
cose andassero bene.
Draco restò fermo immobile dopo la trionfale uscita di
Potter. Era stato un idiota a chiamarlo, ma era l’unica reale possibilità che
gli era rimasta, e il fatto che anche il Bambino Sopravvissuto gli avesse
consigliato di chiudere con Astoria, lo fece riflettere.
Era
così difficile.
Astoria Greengrass era la donna perfetta per lui. Bella,
gentile, educata, remissiva e con un quoziente intellettivo abbastanza basso,
cosa che gli avrebbe evitato una buona quantità di domande
fastidiose.
Hermione Granger era tutto il contrario, invece.
Orgogliosa, nevrotica, acida, a tratti matta, troppo intelligente, e testarda. A
bellezza non aveva nulla da invidiare alla sua fidanzata Ufficiale, anzi
probabilmente lei era addirittura più particolare.
Il
problema di fondo era che chiudere con Astoria, sarebbe significato dare a
quella benedetta Grifondoro un potere troppo grande su di lui, perché in quel
modo avrebbe potuto manovrarlo come le andava, senza troppi problemi. Perché lui
non sarebbe mai riuscito a dirle di no. Stava resistendo in quel momento solo ed
esclusivamente perché c’erano altre persone coinvolte, la sua famiglia in
primis.
Ma
in fondo, si disse, aveva “deluso” i suoi genitori tante volte. Una in più
probabilmente non l’avrebbero nemmeno notata.
***
-
Che cazzo ci fai qui? –
-
Ciao tesoro anche io sono contento di vederti. –
-
Malfoy sono le tre di notte. Non sono proprio in vena. –
-
Hai ragione è tardi. Fammi entrare che qui fuori si gela.
–
Con
gli occhi pesti per il troppo sonno, Hermione si spostò di lato per lasciare
entrare quel matto in casa sua. Non era una cosa normale che si presentasse da
lei a notte fonda, visto quanto Draco Malfoy adorasse poltrire, ma in quel
momento il suo cervello era troppo inibito per poterci
arrivare.
Lo
guardò mentre tranquillamente andava a sedersi sul divano per poi farle cenno di
raggiungerla. Ed Hermione capì che prima avrebbe acconsentito e prima se lo
sarebbe levato dai piedi e sarebbe potuta tornare al suo meraviglioso letto
caldo.
-
Malfoy spiegami perché sei venuto qua a quest’ora. E fallo in fretta perché sto
morendo di sonno. Ergo, voglio andare a dormire. E ti avviso, se è per una
cazzata che mi hai fatto alzare alle tre di notte, puoi cominciare a scavarti la
fossa da solo. -, borbottò tra uno sbadiglio e l’altro, facendolo
irrigidire.
-
Non ho idea se questa sia un’idiozia -, le disse trattenendo un sorriso. – Ma
volevo informarti del fatto che sono nuovamente libero. –
-
Perché ti avevano portato ad Azkaban prima? -.
Draco alzò gli occhi a quella risposta. Hermione non era
veramente sopportabile da appena sveglia.
-
No scema. Sono libero nel senso che non ho più una fidanzata. -, le spiegò
pazientemente. – Single -, precisò per aiutarla.
E
fu a quelle parole che lei si riscosse. Tutti i suoi sensi tornarono
immediatamente vigili, per paura di aver capito male, di aver sentito quella
bella parola –single- al posto di
qualcos’altro.
-
Cosa significa? -, chiese lentamente guardandolo negli
occhi.
-
Che ho chiuso il fidanzamento con Astoria. Qualcuno mi ha fatto capire che in
fin dei conti, è ora che sia io a scegliere la mia vita. -, le spiegò
ringraziando mentalmente Potter e Blaise. - …E poi quel matrimonio…beh non
faceva per me. –
- E
i tuoi genitori? -, chiese ancora incredula, guardando quella mano che prima
lasciata sul divano, ora era racchiusa in quella grande e calda di
Draco.
-
Mio padre ha detto che se lo aspettava -, borbottò grattandosi la testa ancora
abbastanza scettico su quell’improvvisa ragionevolezza di Malfoy Senior. -…mia
mamma…mi ha chiesto se tu fossi un tipo incline al pizzo o alla seta…sai per il
vestito da sposa…-
-
Malfoy ma hai detto ai tuoi che mi sposi? -, strillò spaventata. – Se è così vai
e ritratta. Non ho nessuna intenzione di sposarmi, ancora. Ho tante cose da
fare…-
-
Lo hanno dedotto loro -, disse bloccandola. – Io non ho detto nulla.
–
Hermione sospirò di sollievo, prima di arrossire sotto
lo sguardo derisorio di lui.
- E
Astoria? Lei come l’ha presa? –
-
E’ stata…ragionevole…pacata…un autentico esempio di signorilità.
–
Hermione lo guardò un paio di secondi prima di scoppiare
a ridere. – Su, puoi dirmelo. Quanti piatti del servizio buono ti ha lanciato
addosso? –
Draco la guardò male prima di ammettere che si trattava
di un vaso cinese spesso otto centimetri, in pura porcellana. Un cimelio antico
della famiglia Greengrass.
-
Quindi Granger adesso sono libero come una farfallina… -
-
Ora possiamo riprendere a vederci, se è questo quello che vuoi. -, gli disse
guardandolo negli occhi prima di posargli un bacio leggero su quelle labbra che
in quell’ultimo periodo le erano mancate veramente troppo.
-
Aspetta -, rispose lui sempre a bassa voce. – Io ho rischiato la mia vita e
ancora più importante, la mia eredità. Quindi una volta che la facciamo,
facciamola bene la cosa. Non ho nessuna intenzione di accontentarmi di
quella…relazione che avevamo prima -, sentenziò con verve.
-
Quindi? -. L’espressione confusa sul viso di Hermione gli fece capire che
probabilmente non si era spiegato abbastanza.
-
Vorrei che…potessimo vederci anche…fuori ecco. Nel senso di…stare…Oh Maledizione
Granger, hai capito! -, sbottò innervosito. Lui non era il tipo che si metteva a
fare proposte romanticamente oscene.
Hermione sorrise alzandosi dal divano porgendogli una
mano.
-
Ho capito -, mormorò maliziosa. – E mi va bene, Malfoy. Stare con te -, continuò
facendolo sorridere felice. Poi prese a trascinarlo verso la sua stanza da
letto. Prima di entrare però Draco si bloccò.
-
Avevi ragione tu. –
-
Su cosa? -, mormorò con difficoltà mentre una mano dispettosa andava a
carezzarle la gamba lasciata nuda dalla vestaglia.
-
Siamo il massimo del cliché Mezzosangue. Alla fine siamo anche finiti insieme.
Peggio dei romanzetti che leggi…-
Ma
quella frase fu soffocata da un bacio che significava tanto, troppo. La sua
nuova vita, con lei.
Una
vita che, guardandola finalmente negli occhi, sembrava prospettarsi
meravigliosa.
NUOVO FLIRT
PER L’EROINA DEL MONDO MAGICO.
Lettori e
lettrici amanti delle buone notizie, questa mattina abbiamo la notizia che fa
per voi. Finalmente dopo mesi di misteri, siamo riusciti a capire chi fosse
l’aitante giovanotto che da qualche tempo esce dalla casa di Miss Hermione
Granger con fare sospetto. L’abbiamo sorpreso in una caffetteria di Londra
intento a comprare dei Croissant alla crema e al cioccolato. Signore e signori,
la nuova fiamma di Miss Granger, è nientepopodimenoche Draco Lucius Malfoy. La
storia sembra il classico cliché letterario: prima si odiavano, ora si
amano…
( continua a pag. 6)
Ciao!
Eccomi di nuovo, dopo un bel po’ di tempo. Questa storia
era in cantiere da parecchio, e devo dire, mi sono divertita parecchio a
scriverla. Considero le Draco/Hermione particolarmente ostiche da creare, perché
si rischia sempre di cadere…nel cliché ( tanto per restare in argomento).
Probabilmente ci sono cascata anche io, ma ogni lasciata è persa e io volevo
provarci.
Inoltre il mio grazie va a lovely_witch, franci9892, sarina87, per aver recensito la mia precedente
one-shot.
Grazie inoltre alle dieci anime di purgatorio che
l’hanno messa nei preferiti.
Direi che per il momento è tutto.
Alla prossima.
Francesca