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Autore: jewelish    23/05/2010    19 recensioni
"- Malfoy siamo il massimo del cliché -."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I personaggi non mi appartengono e sono proprietà di Miss Rowling.

 

 

 

 CLICHÉ

 

Di Cicci92

 

 

 

 

 

 

 

 

Yorkshire.

Prati immensi, antiche mansions, laghetti sparsi.

E poi…la campagna magica.

Quelle migliaia di ettari di terreno ai quali si accedeva solamente entrando in quel mondo che molti babbani avrebbero definito inesistente.

E proprio in un appezzamento di quel meraviglioso territorio, un maestoso maniero si ergeva in tutta la sua imponente grandezza, protetto da moltissimi incantesimi – legali e non – contro gli scocciatori.

Antica tra le più antiche dimore Inglesi, quella casa aveva da sempre assistito nelle sue stanze all’evoluzione della famiglia Malfoy, i cui componenti potevano vantare il sangue più puro che ancora camminasse nel mondo della magia. Attorno a Malfoy Manor si estendeva a perdita d’occhio un lago, circondato a Nord da un giardino rigoglioso e a Sud da una fitta boscaglia che si estendeva per chilometri e chilometri.

Dall’imponente portone di puro legno Elfico si snodavano due rampe di scale in marmo bianchissimo, rese sempre lucenti da alcuni gentilissimi Elfi Domestici che per compiacere il loro Padroncino, si sarebbero addirittura triturati le dita dei piedi in quegli strani aggeggi babbani che una volta avevano visto a casa di quella signorina Mezzosangue.

 

- Malfoy siamo il massimo del cliché -.

 

I quadri del maniero avevano mostrato le loro numerose rimostranze quando per la prima volta il pupillo dei Black e dei Malfoy aveva fatto varcare la soglia di casa a quella strega dagli occhi dorati.

Mezzosangue.

Sangue Sporco.

Nata Babbana.

Perfetti requisiti che nei secoli precedenti le avrebbero sicuramente garantito lo stesso posto delle teste degli Elfi Domestici inefficienti.

 

- Perché? –

 

Draco aveva dovuto costringere tutte le opere d’arti ad un Incanto Fidelio affinché non divulgassero quella particolare notizia. Per quanto Malfoy Senior e consorte avessero potuto lasciargli la casa come da tradizione, certamente non avevano cessato di andare a fargli visita: e il sapere che la loro amata camera da letto ospitasse spesso qualcuno con determinate macchie di nascita, avrebbe potuto creare in loro qualche problemino.

Un infarto, per esempio.

 

- Guardaci… -, ridacchiò Hermione tenendo il lenzuolo sul seno per coprirsi, mentre si poggiava sul fianco per poterlo guardare. -…abbiamo appena finito di fare sesso, tu stai fumando, ci nascondiamo come dei ladri, e quando ci siamo conosciuti il primo impulso è stato quello di metterci le mani addosso per strozzarci…-

 

- Già… -, fu l’unica, annoiata risposta che ottenne.

L’eloquenza di quell’uomo era inversamente proporzionale alla sua voglia di scopare, si disse Hermione. Alcune volte andava al letto con lui solo per farlo stare zitto e mettere un argine al fiume di parole che lasciava uscire quando voleva ottenere qualcosa…poi guardando attentamente quei pettorali perfetti che si alzavano e si abbassavano, ritrattò i suoi stessi pensieri: decisamente non andava a letto con lui per la sua logorrea.

 

- Hai intenzione di consumarmi, Granger? –, chiese pigramente, e anche vagamente compiaciuto.

- Non hai nulla che non abbia già visto. E, fra parentesi -, aggiunse tanto per farlo indispettire. -…stai invecchiando Malfoy…Ti stanchi facilmente… -

- Non sono io che mi stanco -, puntualizzò lasciando il mozzicone nel posacenere che aveva sul comodino. -…Sei tu che sei una maledetta ninfomane. Granger, è da mezzanotte che ci diamo da fare…E adesso sono le sei del mattino…Un po’ di pace la merito anche io, cioè… -, precisò facendo con la testa il segno di indicare verso il basso. -…lui. -

Hermione rise sentendo quel tono quasi offeso. Adorava provocarlo, solo per vedergli quell’espressione infantile sul viso che ai suoi occhi era semplicemente adorabile.

Non era semplice vedere Draco Malfoy stizzito, considerata la maschera di freddezza che si portava costantemente appresso, ma quando succedeva – a suo avviso almeno – era un qualcosa di semplicemente meraviglioso.

Ma forse lei era di parte…l’amore offuscava abbastanza il su giudizio.

Improvvisamente sentì una mano gentile risalire su per la sua gamba destra, e fu costretta a farsi violenza da sola per rinnegare quel tocco così intimo ed eccitante.

- Devo andare o arriverò tardi a lavoro -, sussurrò sulle sue labbra, prima di soffermarsi ancora un po’ a baciarlo.

Draco la lasciò dopo un po’ con uno sbuffo e la osservò attentamente mentre si rivestiva. Quel giorno la sua amante aveva qualcosa di strano, ma non era ancora riuscito a capire di che cosa si trattasse.

- Stasera ci vediamo? –

Hermione si bloccò mentre si abbottonava la camicetta di seta bianca e si voltò lentamente a guardarlo - Draco c’è il Galà oggi… -.

- Oh… -, borbottò, maledicendosi per essere entrato in quel discorso infido che non poteva portargli altro che guai. – Va bene, allora ci vediamo domani… -

- Oppure potremmo vederci stasera… -

- E come scusa? Conosci le feste del Ministero, quando finiscono c’è puntualmente il festino dai Potter che tu non vuoi perderti mai… -.

- Harry non ci sarà. E’ andato con Ginny a Parigi per una settimana… -.

- Quindi stai dicendo che ci possiamo vedere dopo la festa? -, chiese Draco, confuso. A lui andava comunque bene, l’importante era averla nel suo letto. Di tutte le altre cose non gli importava più di tanto…

- No sto dicendo che potremmo andarci insieme… -

Aveva parlato lentamente, quasi timorosa, un fattore certamente strano considerando che si parlava della donna più coraggiosa che la casa di Grifondoro avesse conosciuto dopo Lily Evans. Draco sospirò e si passò frustrato una mano tra i capelli biondissimi, prima di rispondere…

- Non posso, lo sai… -

- Senti se è per il segreto, non importa, davvero. – esclamò accorata. - Harry, Ginny e Ron già lo sanno e per quanto mi riguarda basta e avanza…-

- Non è per questo. -. La bloccò prima che potesse andare avanti e illudersi ancora di più di qualcosa che non sarebbe mai potuto esistere. – E’ per te. –

 

Crack.

Probabilmente doveva essere quella la sensazione che si provava quando qualcuno infila una spada nel nel tuo cuore torturandolo fino a spezzarlo del tutto, si disse Hermione mentre ricacciava indietro le lacrime di umiliazione e rabbia. Doveva essere quello strappo impossibile da sopportare il dolore che si sentiva. I suoi occhi si spalancarono contro il suo volere, e Malfoy dovette distogliere lo sguardo: non sopportava di vederla così fragile per colpa sua. Stupida. Era stata stupida solo a pensare di poter andarci con lui.

- Spiegati… -, sibilò a bassa voce Hermione mentre si infilava velocemente le scarpe col tacco nere.

Ancora coricato, Draco alzò gli occhi al cielo, mandandosi di nuovo mentalmente al Diavolo per aver intrapreso quel discorso pericoloso…

- Non c’è niente da spiegare. I miei hanno organizzato tutto con la famiglia di Astoria Greengrass, devo andarci con lei. –

- Astoria Greengrass? Ma se la conosci appena… -

- Non è proprio così -, borbottò senza farsi sentire. - Senza contare -, aggiunse - che tu sei Mezzosangue e io no… -

- Basta -, ringhiò Hermione, zittendolo. – Hai detto abbastanza -. Poi afferrò la bacchetta e si materializzò via da quella stanza, da quella casa, che ogni volta le procuravano solamente dolore e  sofferenza.

 

 

Draco la vide sparire da sotto i suoi occhi. Aveva notato i suoi occhi lucidi, ma aveva preferito starsene zitto, consapevole che se avesse solo osato mostrare un minimo di compassione probabilmente si sarebbe presto trovato a far compagnia a Nonno Abraxas nella cappella di famiglia.

Non gli piaceva vederla soffrire, ma non poteva fare altrimenti, e lei doveva capirlo. Non poteva certamente pretendere che lui, Draco Malfoy, probabilmente l’esemplare di Purosangue più ambito dall’elite magica femminile, si presentasse ad una serata di gala con lei, Hermione Granger, la Mezzosangue per antonomasia. Era completamente fuori discussione. Aveva una reputazione da mantenere, e un nome importante da portare avanti, così come prima di lui aveva fatto suo padre.

Però…quando toccò la parte di materasso ormai vuota che stava perdendo il calore ma non il profumo del corpo che aveva ospitato prima, tutti quei bei discorsi gli sembrarono una marea di idiozie. E decisamente quella non era una cosa positiva.

 

***

 

- Padroncino, c’è il Signor Zabini in salotto…-

- Fallo entrare Pimpi. –

 

Draco si massaggiò le tempie, preparandosi psicologicamente all’arrivo del suo migliore amico, che ogni  volta aveva la facoltà di distruggere ogni suo granello di pazienza.

E capì che quel giorno non sarebbe stato graziato da Nostro Signore quando la prima domanda che quel mezzo italiano gli pose fu: - Devi accompagnarmi a comprare un vestito per il Galà. –

- Zabini -, sibilò praticamente in Serpentese – Sono le nove di mattina, ho preso un solo caffè e ho passato la notte in bianco… -

- …Perché sei un porco… -

- QUINDI… -, continuò ignorando la precisazione dell’amico. -… non sono dell’umore adatto a portarti a spasso…-

Blaise lo guardò attentamente mentre si lasciava andare sulla poltrona di pelle di fronte alla scrivania di mogano.

 

Nervosismo.

 

Fronte corrugata.

 

Tempia pulsante.

 

Occhi ridotti a fessure.

 

I sintomi c’erano tutti.

 – Hai litigato con la Granger, dì la verità. –

Draco sospirò pesantemente, lasciando perdere le carte del prossimo criminale…ehm, processo che avrebbe dovuto affrontare.

- Sta cercando di incastrarmi -, borbottò alzandosi e cominciando a fare avanti e indietro per lo studio, sotto lo sguardo attento di Zabini. – Mi ha chiesto di presentarci insieme al Ministero, stasera. Ma ti sembra una cosa normale?! -, strillò quasi, per poi bloccarsi come un demente alla risposta dell’amico.

- Si! –

- Ma da che parte stai? –

- Dalla sua, ovvio -, e il ghigno che gli attraversò il volto non fece dubitare Malfoy. – Credo che sia normale che dopo quasi quattro anni di relazione clandestina, quella povera donna voglia qualcosa di più che del semplice sesso occasionale…Che poi…Relazione clandestina…-, aggiunse con sarcasmo. -… lo hanno capito anche i muri che scopate come conigli… -.

- Blaise, lo sai anche tu –, sbottò andandosi a sedere nella poltrona a fianco a quella dell’amico. – Non è possibile, non con lei… --

- Perché, se posso chiedere? –

- Come perché? Hai presente i nostri cognomi? Granger e Malfoy, ti dicono niente? -, replicò acidamente.

- Si certo. Il suo che è una donna importante, il tuo che sei un coglione. –

- E’ una Mezzosangue -, sentenziò come se il discorso fosse chiuso.

- Ma la cosa non ti ha impedito di portartela a letto per tutto questo tempo, no? –

- Non è la stessa cosa, e lo sai. I miei mi diserederebbero. –

 

A quell’ultima uscita, Blaise lo fissò shockato, indeciso se dovesse scoppiare a ridere o dargli un cazzotto. Per amor di pace optò per la prima soluzione.

- Malfoy hai venticinque anni! Hai ancora paura che mamma e papà ti mettano in punizione? -, mormorò tra le risate, facendo infuriare l’amico come un aspide. – Per Salazar Draco, sei il massimo del cliché! –

 

- E’ già la seconda volta che me lo dicono oggi -, borbottò lugubre, mentre allungava la mano per prendere il “ Profeta”, che Pimpi gli aveva consegnato prima di dileguarsi.

Il sangue gli andò al cervello quando vide in prima pagina una foto della sua Mezzosangue preferita sorridente e ammiccante, foto che le era stata fatta per un’intervista. Vedendola, Blaise non riuscì a reprimere l’ennesima risatina, ma si bloccò allo sguardo omicida di Draco, che stava peggiorando, man mano che leggeva un articolo della famosa rubrica Strega Vogue.

 

Miss Granger -, personalità di spicco nella comunità magica inglese, migliore amica del Bambino Sopravvissuto, eroina di guerra – questa mattina ci ha confermato che le voci su una sua probabile relazione con Marcus Shaklebolt – figlio dell’attuale Ministro della Magia – sono vere.

“ Io e Marcus ci siamo conosciuti alla fine della guerra, in quanto aveva studiato in una scuola Americana”, afferma l’affascinante strega. “ Mi ha chiesto di andare alla festa con lui e ho accettato.”, conclude con un disarmante sorriso che…(continua a pag.14)

 

- Beh, non si possa negare che quella donna abbia gusto. Marcus è un perfetto gentiluomo…Purosangue che non si fa problemi. –

- Blaise -, sibilò Draco ormai al limite della sopportazione. – Per favore piantala.

- No quello che dovrebbe piantarla sei tu -, sbottò Zabini finalmente serio. – Sei pazzo di quella donna e ti attacchi a queste idiozie del sangue. Il tuo unico problema è che hai paura che lei sia quella giusta. –

- Oh, andiamo Blaise che dovrei fare? Chiederle di sposarmi? –

- No, ma potresti iniziare portandola a cena fuori -, gli spiegò come se stesse parlando ad un bambino. – Anche perché se non ti sbrighi -, continuò indicando il giornale con la testa. – Non resterà ad aspettarti per sempre. –

 

***

 

Lo squillo del cellulare le fece improvvisamente alzare la testa dalla scrivania del suo ufficio. Così nervosa com’era quella mattina si era addirittura dimenticata di spegnerlo per non essere disturbata mentre lavorava.

 

- Hermione Jean Granger! -, strillò una voce dall’altro capo del telefono. – Esigo delle spiegazioni! Subito!-

La mente del trio d’oro sospirò sconsolata sentendo quella voce amica che le urlava contro.

- Ginny -, sospirò passandosi una mano tra i capelli. – Che ho fatto questa volta? –

- Che hai fatto? Hai idea di quello che ho dovuto fare per convincere Harry a non buttarsi dalla Torre di Londra quando ha saputo della tua relazione con il Furetto? -. Quel tono sibillino per un momento fece credere a Hermione che Tom Riddle fosse tornato e avesse di nuovo scelto la piccola di casa Weasley come dimora momentanea per la sua anima. –…le fantasie che ho dovuto realizzare! -, continuò Ginny facendole fare una smorfia schifata. – E ora mi trovo sbattuto sul giornale che esci con il figlio di Kingsley! –

Un secondo sospiro sfuggì alle labbra di Hermione, che per l’ennesima volta si maledì per aver parlato di fronte ai giornalisti.

- Non è come sembra. Marcus mi ha vista stamattina e mi ha chiesto se avessi un cavaliere per stasera, visto che la sua ragazza l’aveva piantato in asso. Quegli avvoltoi del Profeta mi hanno preso per sfinimento, anzi ancora devo capire come hanno fatto a inserire la notizia visto che mi hanno incontrato oggi…-.

- Al momento non ci interessano le modalità di stampa della Gazzetta, Hermione. Al momento -, ripeté con fermezza -…l’unica cosa che voglio sapere è perché non ci vai con il Furetto… -.

- Perché sono Mezzosangue -, sussurro lugubre Hermione.

Ginny stette un attimo in silenzio prima di scoppiare e ridere e svegliare Harry che stava ancora dormendo nel grande letto della Suite Reale, prima di quella telefonata. – Dai non prendermi in giro…-

- Mi ha detto così, non sto scherzando. Anzi -, aggiunse ironicamente – Mi ha anche informato che si sarebbe presentato con Astoria Greengrass… -.

Di nuovo silenzio dall’altra parte del telefono, e Hermione per un attimo si chiese se Ginny non fosse improvvisamente partita per una missione punitiva ai danni di un Serpeverde a caso.

 Poi però parlò…

- Okay perfetto. Hermione, devi fargliela pagare. Stasera stendilo. Comprati un vestito sexy e fai la gattina con Marcus….cederà…-.

- Tu sei matta! -, strillò sentendosi quasi insultata da una proposta del genere. – Non mi abbasso a simili giochetti… -

- Allora guardalo mentre la Greengrass se lo sposa… -

 

L’idea di Draco Malfoy sposato era ciò che di peggio potesse esserci al mondo per Hermione. Perché lei poteva essere innamorata persa, ma non andava con gli uomini sposati. E se lui avesse mai dovuto fare una scelta simile, lei lo avrebbe dovuto lasciarlo andare immediatamente.

 

- Ginny se mi renderò ridicola, verrò a Parigi solo a prenderti a calci in culo… -

 

La novella signora Potter sorrise prima di riattaccare e voltarsi verso il marito che ancora con gli occhi semichiusi, la guardava confuso.

- Ma con chi stavi parlando? –

- Con Hermione tesoro. Tu torna a dormire… -

 

***

 

Il Gran Galà della Liberazione, pensato e creato dal Wizengamot, era nato come giornata di ricordo e memoria nei confronti dei caduti della Seconda Guerra Magica. Solitamente si teneva al Ministero della Magia Londinese, e vi partecipavano le più importanti personalità del mondo della Magia.

A otto anni di distanza, l’evento era ancora molto sentito, ma decisamente più frivolo.

Le donne lo aspettavano per poter sfoggiare i loro migliori vestiti, mentre gli uomini speravano costantemente che un miracolo facesse saltare la data del Due Maggio per non dover incorrere nelle ire delle proprie consorti.

Solitamente maghi e streghe festeggiavano riversandosi per le strade di Diagon Alley e Hogsmeade, ma l’elite magica non poteva nemmeno pensare di disertare il Galà del Ministero.

La notizia che il Bambino Sopravvissuto si fosse rifiutato di offrirsi di nuovo in pasto ai giornalisti–pescecane che non vedevano l’ora di accalappiarlo, rifugiandosi oltremanica con la sua dolce mogliettina, aveva perciò fatto il giro dell’Inghilterra.

 

Quando Hermione Granger e Marcus Shaklebolt fecero il loro ingresso nell’Atrium del Ministero, molte teste si voltarono a rimirare la coppia che stava sulla bocca di tutti in quel momento.

- Ho qualcosa di strano in faccia? -, sussurrò Hermione all’orecchio di Marcus mentre decine di flash li illuminavano. – Altrimenti non mi spiego tutto questo interessamento… -

Il suo accompagnatore rise, portandole una mano sul fianco con fare protettivo. – Mettila così. Se c’è qualcuno che vuoi far morire stasera, ci riesci tranquillamente. –

Hermione arrossì sotto lo sguardo di apprezzamento del suo accompagnatore. Il suo vestito rosso le fasciava il seno e la vita, per poi aprirsi in una leggera gonna di seta che le sfiorava appena il ginocchio. Aveva lasciato i capelli sciolti, lisci per avere quell’aria un po’ più di classe che tanto le piaceva.

- Stai molto bene anche tu…Anzi, mi sembra di aver visto Melanie prima… -

Svicolò facilmente non volendosi addentrare troppo in un discorso infido che le avrebbe fatto solamente male. Marcus era stato sincero con lei e le aveva chiesto di fargli da accompagnatrice in modo da far cambiare idea alla ragazza che amava, che lo aveva lasciato per una stupida diceria sul suo conto. E lei aveva deciso di dover parlare chiaro, e gli aveva detto che nemmeno lei aveva intenzione di replicare l’uscita in seguito.

Aveva aspettato in vano tutto il giorno notizie di Draco, sperando che alla fine avesse potuto cambiare idea. Ma quando passate le cinque, le uniche chiamate erano state quelle di Ginny e Harry, aveva capito che era inutile starsene lì a crogiolarsi, quindi aveva deciso che quella sera avrebbe fatto schiattare il Signorino Malfoy…

 

- E’ arrivata Astoria Greengrass –

 

Sempre se il Signorino Malfoy non avesse fatto morire lei per prima, si disse mentre faceva la sua trionfale entrata attaccato al braccio della bellissima e biondissima figlia minore dei Greengrass.

Sangue purissimo, ovviamente.

- Ti dispiace se andiamo a salutarli? –

- Dobbiamo proprio? –

- Beh…Draco è un mio mezzo parente… -

- Non dirlo in giro o ti si rovinerà la reputazione -, disse secca, per poi sorridere velocemente verso un fotografo che l’aveva puntata.

Marcus rise sentendola parlare in quel modo. – A volte mi dimentico che tu e Draco non andavate d’accordo a scuola. Da quello che mi racconta Blaise, dovevate essere un incubo. –

- Già -, borbottò con voce strozzata, mentre con passo fiero si dirigeva verso l’altra coppia che in quel momento parlava con Zabini e Theodore Nott.

 

- Signora e signori buonasera -, salutò Marcus, facendoli voltare verso di loro. E il lampo di stupore che Hermione vide negli occhi di Draco, le fece pensare che forse quella serata non sarebbe stata un fiasco totale.

 

 

***

 

Rosso.

Si era vestita di rosso.

Un chiaro invito a starle alla larga o a saltarle addosso, a seconda di come la cosa venisse interpretata. Mentre la sua accompagnatrice salutava L’Idiota Shaklebolt, Draco fece vagare lo sguardo su Hermione, e sul suo maledetto vestito che gli aveva causato un restringimento repentino di spazio nell’area del cavallo dei pantaloni.

Lei sorrideva incurante mentre parlava con Blaise e Nott, ma qualcosa nel suo atteggiamento gli suggerì che quella sera probabilmente sarebbero cambiate tante cose.

- Hermione non avevo idea che tu e Marcus vi frequentaste…-, stava dicendo Astoria intanto.

- Oh, nemmeno io sapevo niente di te e Malfoy -, rispose la Grifondoro con finta malizia, facendo tossire a Draco lo champagne che stava bevendo.

- Oh beh…Io e Draco siamo promessi da quando avevamo cinque anni più o meno...-.

- Cinque anni? –

Draco deglutì e incassò la testa nelle spalle, sentendo quella particolare inclinazione nella voce della Mezzosangue, che non aveva mai promesso nulla di buono. L’ultima volta che era stato così fortunato da averle provocato quella sottospecie di abbassamento di voce, ne era uscito impastoiato e cruciato.

Hermione in quel momento sembrava tranquilla e gentile, ma al suo occhio vigile non sfuggiva la sua schiena rigida e gli occhi che mandavano lampi. Lanciò uno sguardo a Blaise, che lo fissava ghignando come per dirgli “ te l’avevo detto”. Decisamente avrebbe dovuto informarla prima su quel particolare della sua vita.

- Quindi siete prossimi alle nozze? –, stava chiedendo Marcus, e Astoria rise civettuola.

- Beh, il mio fidanzato si fa aspettare. Anche se le nostre madri si sono già messe in moto per l’organizzazione. Non sia mai che non sia tutto perfetto. –

 

Hermione sentì una stretta dalle parti dello stomaco, e inventò una rapida scusa con gli altri prima di lanciarsi verso il tavolo degli alcolici.

Le loro madri si erano messe in moto…

Il suo fidanzato si faceva aspettare…

Erano promessi da quando avevano cinque anni!

- Un whiskey incendiario -, ordinò perentoria al cameriere. – Doppio -, aggiunse dopo un secondo di riflessione.

- Problemi di cuore, tesoro? –

Si girò immediatamente riconoscendo la voce di Ron Weasley, suo migliore amico che non vedeva da quasi un mese.

- Quando sei tornato dalla Spagna? –, gli chiese dopo averlo stritolato in un abbraccio demolitore.

- Ieri -, le rispose lui sorridendo e passandole il bicchiere di whiskey. – Hanno richiamato Luna al Cavillo per un’emergenza di Plimpi d’Acqua dolce. –

- Capisco -, borbottò l’altra prima di scolarsi tutto il bicchiere in una volta. Allo sguardo shockato di Ron, rispose con un’alzata di spalle.

- C’è qualcosa che vuoi dirmi? -, le domandò Ron cautamente. Non era normale che Hermione cominciasse a bere subito ad una festa.

- Tu lo sapevi che Malfoy è fidanzato con Astoria Greengrass da quando ha cinque anni? –

- Perché tu no? -, fu la risposta innocente che ricevette.

- E perché non mi hai detto niente! –

- Beh lo sapevano tutti, credevo anche tu…-

Hermione lo trucidò con un’occhiataccia prima di chiedere altro whiskey. – Se lo avessi saputo non ci sarei andata a letto…-.

- No? –

- No! Per chi mi hai preso! –

Ron sorrise passandole un braccio attorno alle spalle e stringendola a sé. – Lascia perdere e non preoccuparti. Questi matrimoni combinati la maggior parte delle volte non vanno nemmeno in porto. E smettila di bere -, aggiunse fregandole dalle mani il whiskey. – Vai da Marcus, ti sta cercando… -, concluse dandole una leggera pacca sul sedere che la fece arrossire come una bambina.

- Ron! -, esclamò, ma l’amico si limitò a scoppiare a ridere.

 

 

 

 

- Ehi credevo di averti persa… -

- Scusa Marcus, ma avevo bisogno di qualcosa di forte -, mormorò in tono lugubre, mentre andava a sedersi accanto a lui. – Tu cos’hai fatto fin’ora? –

- Ho sentito Astoria che si lamentava perché Draco non le ha ancora chiesto di sposarla…Tutto bene Hermione? -, aggiunse in fretta e preoccupato quando la vide cominciare a tossire.

…Si era strozzata con la sua stessa saliva…

- Certo, certo…-

 

Dopo qualche minuto vennero raggiunti al tavolo da Ron, Luna, Dean Thomas e Allison Holland, che avrebbero cenato con loro. Hermione fu felice di rivedere i vecchi amici, con i quali aveva un po’ perso i contatti. La moglie di Dean era una ragazza allegra e vivace, proprio come il suo compagno e la fecero divertire e distrarre con i loro simpatici battibecchi.

La cena passò così meravigliosamente, nonostante Hermione non potesse trattenersi ogni tanto dal lanciare qualche occhiata al tavolo di Draco, per tenere d’occhio la situazione. Fu abbastanza brava da non riuscire mai ad incontrare quello sguardo argentato che ogni volta le faceva tremare le gambe e il cuore.

 

- Signore e Signori… -

La voce improvvisa del maestro dell’orchestra la distrasse dai suoi pensieri infelici.

- Adesso il Ministro della Magia e la nostra First Lady apriranno le danze. Quindi non voglio dilungarmi in chiacchiere…Buona festa della Liberazione e buon divertimento. –

Un applauso sentito e qualche fischio allegro seguì quelle parole e Hermione guardò sorridente Kingsley mentre in tutta la sua altezza si preparava a ballare, sulle note di un dolcissimo valzer.

- Tuo padre è straordinario -, disse a Marcus. – Non ho mai conosciuto un uomo come lui. E’ sempre così calmo e gentile…-

- Dovevi vedere quando gli arrivavano le lettere delle punizioni dalla mia scuola -, ridacchiò l’altro. – Tutto era tranne che calmo e gentile… -

Hermione rise e poi accettò di buon grado l’invito ad andare a ballare. Già altre coppie si erano aggiunte, quindi non si sentì per niente in imbarazzo.  - Va tutto bene? -, chiese al suo cavaliere quando lo sentì irrigidirsi.

- C’è Melanie… -, le sussurrò all’orecchio e lei sorrise. Poi si staccò da lui e lo guardò eloquentemente. – Che succede? –

- Vai e chiedile di ballare… -

- Non credo che sia una buona idea… -

- Certo! Credimi, non aspetta altro che questo, te lo dico…per esperienza -, borbottò, mentre si dirigevano insieme verso il tavolo.

- Oh, quindi tu non aspetti altro che essere invitata a ballare da Malfoy? Mi ritengo offeso Miss Granger…-

- Che cosa! -, strillò lei, sgranando gli occhi. – Come…Cosa…Come lo sai? –

- Beh…Mi hai detto che tenevi ad un’altra persona. E da come lo guardavi non ci ho messo molto a capire di chi si trattasse…

- E’ davvero così evidente? -, chiese sconsolata lasciandosi cadere su una sedia.

- Non proprio…Ma io l’ho capito… -

- Ecco, allora visto che l’hai capito, guarda la tua Mel…Ha il mio stesso sguardo -, gli suggerì dolcemente.

- Sei sicura di star bene? -, le domandò lui di rimando con premura, e Hermione si chiese perché mai non si fosse innamorata di quel ragazzo gentile, andando a cercare un buzzurro come Malfoy.

- Certo, ora vai. Io torno sugli alcolici… -

Marcus rise e si abbassò all’altezza del suo viso per lasciarle un leggero bacio sulle labbra. Sapevano entrambi che era una sorta di ringraziamento, che non significava niente, ma agli occhi di qualcun altro, potevano tranquillamente sembrare una coppia di innamorati.

 

 

 

 

 

Si era rifugiata nel suo ufficio.

Patetico forse, ma non ne poteva più di ballare con perfetti sconosciuti, e di dover guardare Draco con un’altra.

La festa era nell’Atrium e il suo ufficio al settimo piano: decisamente era il posto perfetto per starsene per i fatti suoi.

Si era abbandonata sulla sua poltrona e si era messa a riflettere su tutta la sua situazione.

Quella sorta di relazione clandestina con Malfoy era iniziata quattro anni prima al corso di Magisprudenza, ed era andata avanti più o meno tranquillamente fin quando lei non aveva capito che effettivamente non andava a letto con Draco solo per l’ottimo sesso, ma anche per qualcos’altro che non riusciva a decifrare. Pian piano aveva fatto chiarezza tra i suoi sentimenti, e si era scoperta innamorata di lui:

una mezza tragedia.

Si era sentita tanto stupida a cadere in un simile…cliché. Era scontato per come era iniziata che sarebbe andata a finire in quel modo, ma lei era stata testarda e se ne era fregata.

Sapeva che Malfoy fosse – le faceva ribrezzo solo pensarlo – promesso ad un’altra? Assolutamente no. Eppure nonostante si atteggiasse tanto a donna superiore, non credeva che sarebbe riuscita a resistere per molto. Astoria o non Astoria comunque, dopo l’ultima uscita di Draco qualcosa dentro di lei si era irrimediabilmente spezzato.

Sei una Mezzosangue.

Quando aveva sentito quella stupida frase, si era sentita proprio come al suo Secondo anno ad Hogwarts quando, sempre Malfoy, le aveva fatto fare conoscenza con il disprezzo dei Purosangue: sola, sbagliata e abbandonata. Le era sembrato che in quei quattro anni Draco si fosse affezionato a lei: era geloso se la vedeva con altri uomini, si arrabbiava se non passava la notte con lui, si innervosiva se non sapeva dove trovarla.

Ma evidentemente si era sbagliata…

 

- Ho sempre pensato che tu fossi una stacanovista, ma al momento comincio a credere che tu sia più una fanatica del lavoro…Stare in Ufficio mentre sotto si festeggia la fine della guerra è troppo anche per te Granger. -.

 

Hermione alzò di scatto la testa e si domandò stupidamente come avesse fatto a non sentirlo mentre apriva la porta.

- Draco per favore -, mormorò ricomponendo la sua espressione fredda. – Ho mal di testa e poca pazienza. Ergo, levati dalle scatole perché non ho proprio voglia di ascoltare le tue cazzate. –

- Ci credo che hai mal di testa…Quanto hai bevuto stasera? –

- Tu sei perennemente sbronzo, quindi non farmi la predica. –

- E chi vuole farti la predica -, ridacchiò lui. – Anzi se sei brilla meglio per me, sei più tranquilla e non fai storie per venire a letto. –

- Scordatelo. -.

Lo freddò.

Draco la guardò spaesato per quel rifiuto. – Scusami? –

- Scordatelo -, ripeté atona senza guardarlo in faccia. – Tra me e te è finita…Anzi -, aggiunse sogghignando malignamente - …Una cosa che non è mai cominciata, non può nemmeno finire. –

 

- Che cazzo stai dicendo, Granger? –

 

Eccola là la rabbia. Hermione sapeva già che avrebbe dovuto affrontarla e che sarebbe stato un gioco al massacro, perché un Malfoy incazzato era abbastanza pericoloso. Ma non aveva intenzione di cedere. Aveva una dignità che voleva salvare.

- Hai capito perfettamente -, rispose piano. – Stiamo…Ci vediamo da quasi quattro anni e non ti sei mai preso la briga di dirmi che hai una fidanzata. Probabilmente te la sposerai pure tra qualche tempo, e io non ho nessuna intenzione di fare la parte dell’amante. Non sono quel genere di persona, Malfoy. –

- Cioè il problema è Astoria? -, le chiese incredulo. – Andiamo non prendermi in giro. Non sono affari suoi con chi vado a letto…-.

- E’ la tua fidanzata -, ringhiò sentendo che era vicino al limite e presto lo avrebbe affatturato. – Forse per te è un particolare insignificante Malfoy, ma io non sono una puttana. Non frego l’uomo alle altre. –

- Siamo sicuri che sia lei il problema? –

- Non ne vedo altri… -

- Ah no? E Shaklebolt? –

 

Hermione si trattenne dallo scoppiare a ridergli in faccia per un minimo di decoro, nonostante la tentazione fosse forte.

- Decisamente non è Marcus il problema…-

- Eppure non ti sei spostata quando ti ha baciata -, ringhiò Malfoy afferrandola per un polso, davvero arrabbiato. – Devo dedurne che hai già trovato qualcuno che ti riscalda il letto? –

- Mi stai facendo male -, mormorò indicando il braccio. – Lasciami. –

- Non voglio. –

- Draco, per favore… -

- No. –

- Pretendo delle spiegazioni e le voglio ora. –

- Non vedo il motivo per cui dovrei farlo. In quattro anni non ti è mai passato per la testa che a me potesse interessare il fatto che tu abbia una fidanzata. Adesso io non vedo alcun motivo per darti delle spiegazioni…-.

- Mezzosangue non sto scherzando…

- No Malfoy, IO non sto scherzando -, gli ruggì in faccia, staccandosi da lui con forza. – Non sono mai stata così cretina da pensare che un giorno venissi a dichiararmi il tuo amore eterno. Ma pensavo che mi portassi un minimo di rispetto, almeno. A quanto pare mi sono sbagliata -, disse amaramente, guardandolo in faccia. – Sai che c’è però? Mi sono stancata di quella…pseudo relazione che avevamo…Quindi -, continuò senza fermarsi, afferrando la sua borsetta di raso. - Questa è l’ultima volta che mi vedi. –

Poi uscì dall’ufficio, lasciandolo solo con gli occhi sgranati e muto come un pesce.

Lo aveva zittito.

Hermione Granger era riuscito a non fargli sapere cosa dire.

 

L’unica cosa che sapeva al momento era che voleva riprendersela.

E ci sarebbe riuscito in un modo o nell’altro.

L’avrebbe fatta tornare da lui.

Parola di Malfoy.

 

***

 

 

 

Era una settimana che non riusciva a dormire. Incubi, insonnia…Nemmeno i sonniferi avevano funzionato.

Rigirandosi nel letto per l’ennesima volta, Draco si domandò perché diamine Morfeo ultimamente non volesse andare a fargli visita nemmeno per insultarlo.

Aveva delle occhiaie da far spavento, tanto che Astoria – sorvolando sul piccolo particolare che lui non avesse ancora detto nulla -, non faceva altro che consigliargli creme su creme. – Non vorrai presentarti all’altare con quelle cose viola, vero? -, gli ripeteva costantemente.

Diede un paio di pugni al cuscino per fargli prendere una forma leggermente più consona, prima di buttarsi a pancia in giù e sbuffare. Sapeva benissimo quale fosse il problema e perché non riuscisse a dormire.

 

Mancava lei.

 

Da quando la Mezzosangue gli aveva dato il ben servito non era riuscito praticamente a chiudere occhio, così abituato com’era al calore dei loro corpi, ad addormentarsi con lei e a risvegliarsi con lei.

Era da quando avevano “ litigato” che si arrovellava il cervello in cerca di un possibile modo per farla tornare, ma fino a quel momento aveva miserabilmente fallito.

Le rose che le aveva fatto recapitare in ufficio, erano ritornate al mittente con tanto d’incantesimo d’orticaria. I cioccolatini, aveva saputo da altre fonti, li aveva direttamente buttati nel cestino. Aveva poi provato con qualcosa di più aggressivo, facendogli avere un babydoll di seta e lei, facendogli venire quasi un infarto, lo aveva mandato ad Astoria in modo anonimo. Gli era andata bene che la sua apparente futura sposa avesse subito pensato che fosse stato lui a mandarlo, altrimenti la notizia sarebbe arrivata ai suoi genitori…e beh, non avrebbe passato un quarto d’ora felice.

Era arrivato addirittura ad andare a chiedere consiglio a Potter. Non poteva fare un’idiozia più grande, visto che il suggerimento del grande eroe era stato veramente stupido e…banale.

- Vuoi Hermione? Perfetto Malfoy, molla la Greengrass e vattela a riprendere. –

Inutile dire che quella particolare soluzione era completamente fuori discussione. Sciogliere il fidanzamento con Astoria per la Granger era un qualcosa di indicibile e impensabile.

Però…

L’idea ultimamente lo aveva solleticato più di una volta. E non solo perché da quando aveva preso la sbagliatissima decisione di portare la sua fidanzata ufficiale al Galà, quella aveva preso l’invito come una sottile proposta di matrimonio. E nemmeno perché lo chiamava a tutti gli orari del giorno e della notte per sapere in quali giorni fosse libero per andare a scegliere insieme le tovaglie di un ricevimento fino a quel momento ancora inesistente.

No.

Quello che gli faceva pensare a lui e la Mezzosangue insieme, era altro. Principalmente il fatto che lei fosse una delle poche persone che riuscisse a tenergli testa, una qualità che non poteva essere ignorata. Poi, c’era quella strana morsa che aveva riconosciuto come gelosia, quando l’aveva vista con Shaklebolt Junior alla festa. Senza contare che loro due a letto erano semplicemente perfetti.

Ma il motivo scatenante che ogni volta lo riportava verso quella strana voglia, era il bisogno spasmodico che aveva ultimamente di sentirla vicina. Per la serie: apprezzi qualcosa solo quando non ce l’hai più. Lo sapeva perfettamente, si stava rovinando con le sue stesse mani, perché se fino a quel momento si era impegnato a non pensare a lei come una possibile Mrs Malfoy, le cose erano ormai finite con il cambiare radicalmente.

 

 

***

- Granger fermati! –

Hermione continuò imperterrita a camminare verso l’ascensore che l’avrebbe portata dall’atrio del Ministero della Magia al suo ufficio, incurante degli sguardi confusi che la gente le lanciava a causa di quel moscone che gli correva dietro.

- Granger, per Salazar, vuoi aspettarmi?! –

Hermione alzò gli occhi al cielo. Draco Malfoy era proprio ottuso. Era ovvio che non volesse aspettarlo. Facendo slalom tra un paio di streghe riuscì ad arrivare all’ascensore, che trovò miracolosamente vuoto.

Si sciolse in un sospiro di sollievo prematuro, visto che un Draco Malfoy ansante e con i capelli biondi scompigliati, la raggiunse entrò nell’ascensore e, sotto il suo sguardo furioso, poi lo fece salire.

- Ma sei diventata sorda? E’ da tre ore che ti chiamo! -, sbraitò lui non guardandola mentre sfoggiava un’espressione menefreghista.

- Lo so. E se non mi sono fermata, un motivo c’è, non credi anche tu Malfoy? –

- Si certo. Sei matta da legare. –

 

Erano soli, in uno spazio di due metri per tre e la tensione cominciava a farsi sentire, Hermione lo capì dallo sguardo cupo che Draco aveva lanciato alla sua camicetta.

 

- Io devo scendere qui -, sbottò quando le porte fecero per aprirsi, ma Draco velocemente premette un pulsante rosso che fece alzare di poco l’ascensore e poi bloccare.

- Ma ti sei ammattito del tutto! Ci hai chiusi qui dentro! –

- Visto che l’unico modo per parlare con te sembra essere questo, non vedo altre soluzioni… -, borbottò il biondo guardando verso l’alto. – Tra una mezzoretta ci tireranno fuori -, aggiunse per calmarla quando la vide respirare profondamente. Che la Granger soffrisse di claustrofobia?

No, si disse quando notò il suo sguardo assassino. Stava cercando di calmarsi per non ammazzarlo subito.

- Allora, dimmi cosa vuoi e facciamola finita. -, sbottò Hermione, tenendo lo sguardo ostinatamente fisso verso la porta dell’ascensore.

- Parlare civilmente con te. –

- Parla, prego. –

 

Non andava bene, si disse Draco. Stavano partendo con il piede sbagliato e se lei si fosse ostinata a mantenere quell’aria disinteressata non sarebbe arrivato da nessuna parte.

- Hermione…-

- Granger -, lo corresse.

- Hermione -, continuò lui ignorandola. – Questa situazione non fa bene né a me né a te. Sul serio, dobbiamo cercare un compromesso… -.

- Cercare…Cercare un compromesso! -, strillò lei, girandosi a guardarlo per la prima volta in faccia. – E fammi indovinare -, continuò ironicamente. – Questo compromesso consisterebbe in te che sposi Astoria e io che ti faccio da amante? No grazie, Malfoy mi merito molto più di questo. –

- E’ l’unico modo che abbiamo per stare insieme… -, disse Draco cercando di farla ragionare, premendo su quel punto che di solito scioglieva tutte le donne…Ma l’unico risultato che ottenne fu quello di farla infuriare ancora di più. O di ferirla. E tra le due cose non sapeva quale fosse la peggiore. In fin dei conti le leonesse ferite e sofferenti erano sempre quelle più pericolose. E momentaneamente Hermione si sentiva una specie di buco al livello del cuore.

Per un momento aveva sperato che Draco la stesse seguendo per dirle che non voleva Astoria Greengrass, che voleva lei.

Ma era stata sciocca. In fin dei conti quella serpe non aveva mai dimostrato veri sentimenti per lei, tranne l’attrazione fisica. E se in quel momento stava facendo tutte quelle storie era perché gli avevano tolto di mani il suo giocattolo preferito.

- Se per stare con te devo essere l’altra, preferisco starmene da sola. Sai -, aggiunse con cattiveria. – Sono sicura che non impiegherei molto tempo a trovare qualcun altro. Infondo io e te non abbiamo mai fatto altro che andare a letto insieme, e io ho voglia di qualcuno che mi ami, ormai. –

- E chi ti dice che io non ti ami? –

 

“Lo fa per convincerti a tornare da lui”, si ripeteva Hermione mentre metteva a tacere quella strana e piacevole sensazione che aveva provato sentendo quella domanda implicita. Draco non la amava, Draco non amava nessuno, ne era convintissima.

- Malfoy per favore non scherzare con le cose serie -, sussurrò con la voce quasi spezzata. – Non parlare di cose che non puoi capire…-.

- Perché mai non posso capire cosa significa amare… -

- Perché se tu fossi innamorato di me, non avresti mai accettato di baciare un’altra -, ringhiò quasi. – Non avresti accettato di vedere me con qualcun altro. Non avresti lasciato che il Sangue si mettesse ancora tra di noi. Ma non l’hai fatto -, concluse a bassa voce. – E non ci vuole Sibilla Cooman per capire che al momento l’unica cosa che ti infastidisce è aver perso l’amante. Quindi Malfoy…non parlare d’amore. –

- Devo dedurne -, rispose lui lentamente e con gli occhi ridotti a fessure – che hai veramente intenzione di rompere con me? –.

- Deduci quello che vuoi. Te l’ho spiegato la sera della festa. Io non vado con la gente impegnata. Il fatto che tu lo sia stato e io non ne fossi consapevole, non è una mia responsabilità. Ora, mi dispiace, ma non ho nessuna intenzione di rovinare la vita di qualcuno. Non è mai bello essere tradite, e più o meno, ogni donna conosce questa sensazione. Io -, concluse guardandolo in faccia – non voglio aiutarti nel distruggere una persona. –

- Hermione non si torna indietro -, precisò lui spietato. – Se te ne vai ora, non pensare di poter ricominciare dopo. –

 

Hermione lo guardò con lo spettro di un sorriso negli occhi. Un sorriso così triste e rassegnato, che gli fece pensare che solo per non vederla più in quelle condizioni avrebbe accettato qualsiasi cosa.

- Non ne avevo dubbi. -, sussurrò appena un secondo prima di aprire le porte dell’ascensore con un colpo di bacchetta e ritrovarsi una massa di persone che faceva a pugni per entrare in quello spazio angusto dove lei aveva chiuso per sempre il suo cuore.

 

 

***

 

 

Quando quella mattina Harry Potter aveva visto sulla sua scrivania una lettera con un particolare simbolo verde come sigillo, aveva capito che quella sarebbe stata una giornata difficile. Non aveva più dodici anni, e le dispute con Malfoy se le era lasciate alle spalle, ma gli sembrava ancora molto strano essere riuscito ad aver un rapporto civile con quell’individuo.

Certo, il fatto che da più di quattro anni Draco intrattenesse una parecchio discutibile relazione con la sua migliore amica, aveva contribuito al loro avvicinamento… Malfoy infatti non perdeva occasione per farlo impazzire quando Hermione gli mollava un due di picche spietato, e a quanto aveva capito leggendo quella lettera, la cosa si era ripetuta di nuovo.

Dopo aver lasciato detto alla sua Segretaria di annullare tutti i suoi impegni mattutini, con passo pesante e funereo andò verso l’Ala del Ministero dedicata alla Magisprudenza: una sorta di anticamera del Wizengamot dove venivano presi tutti gli accordi prima che ci fossero i veri e proprio processi.

Bussò tre volte alla porta, dove una brillante targhetta d’ottone aveva inciso su Avvocato D. Malfoy.

- Allora che hai combinato questa volta? -, disse a mo’ di saluto entrando in quell’ufficio troppo ordinato e lindo per i suoi standard.

- Potter siediti e parliamo -, fu comunque la risposta che ottenne. Seguì l’invito perentorio di Draco e si accomodò sulla sedia imbottita di fronte a lui.

- Dimmi. –

- Si tratta della Granger…-

- Non l’avrei mai detto… -, sbuffò Harry. – Malfoy senza girarci troppo intorno, anche perché ho già parlato con lei. Non ha nessuna intenzione di riprendere a vederti a meno che non tronchi la tua storia con la Greengrass…-, gli spiegò chiaro e limpido.

- Non posso chiudere con Astoria. Siamo promessi da quando…-

-…avevate cinque anni, si lo so. E, fra parentesi, potevi anche dirglielo, ora la cosa si complica ancora di più. -, precisò godendo gaiamente dello sconforto dell’ex Serpeverde.

- Perché? –

- Perché se prima di questo macello avevi una minima possibilità che lei accettasse la situazione, il fatto che le hai tenuto nascosto tutto quanto, è stato come darti la zappa sui piedi. Se c’è una cosa che Hermione odia, sono i segreti. –

Draco sospirò esasperato passandosi una mano tra i capelli, che stranamente quel giorno non ne volevano sapere di stare al loro posto. – Io non capisco per quale motivo si sia impuntata su questo argomento! -, sbraitò al massimo del nervosismo. – Non ci siamo mai promessi amore eterno né l’esclusiva, quindi non può avanzare nessuna pretesa sul sottoscritto. –

- Malfoy, lei non avanza pretese su di te. -, sbottò Harry. – Lei avanza pretese su se stessa e sul suo orgoglio. Non è il tipo di persona che si accontenta del secondo posto, lo sai. E poi mettiti nei suoi panni. Come l’avresti presa se avessi saputo che uscisse con un altro? –

Draco strinse gli occhi a due fessure. La sola idea chela Mezzosangue non avesse una storia solo con lui, lo innervosiva parecchio. Aveva accettato la storia di Shaklebolt solo perché c’era un ballo di mezzo, e non sarebbe stato carino per lei presentarsi da sola.

- Potter è un modo per dirmi qualcosa? -, sibilò infiammato.

- Si -, sbottò Harry, non riuscendo a trattenere però una risatina mentre si alzava da quella comodissima sedia. – Che sei un cretino, Malfoy -. Poi uscì dall’ufficio, abbastanza soddisfatto. Aveva messo la pulce nell’orecchio all’uomo che la sua migliore amica amava. Ora poteva solamente sperare che le cose andassero bene.

 

 

Draco restò fermo immobile dopo la trionfale uscita di Potter. Era stato un idiota a chiamarlo, ma era l’unica reale possibilità che gli era rimasta, e il fatto che anche il Bambino Sopravvissuto gli avesse consigliato di chiudere con Astoria, lo fece riflettere.

Era così difficile.

Astoria Greengrass era la donna perfetta per lui. Bella, gentile, educata, remissiva e con un quoziente intellettivo abbastanza basso, cosa che gli avrebbe evitato una buona quantità di domande fastidiose.

Hermione Granger era tutto il contrario, invece. Orgogliosa, nevrotica, acida, a tratti matta, troppo intelligente, e testarda. A bellezza non aveva nulla da invidiare alla sua fidanzata Ufficiale, anzi probabilmente lei era addirittura più particolare.

Il problema di fondo era che chiudere con Astoria, sarebbe significato dare a quella benedetta Grifondoro un potere troppo grande su di lui, perché in quel modo avrebbe potuto manovrarlo come le andava, senza troppi problemi. Perché lui non sarebbe mai riuscito a dirle di no. Stava resistendo in quel momento solo ed esclusivamente perché c’erano altre persone coinvolte, la sua famiglia in primis.

Ma in fondo, si disse, aveva “deluso” i suoi genitori tante volte. Una in più probabilmente non l’avrebbero nemmeno notata.

 

 

***

 

- Che cazzo ci fai qui? –

- Ciao tesoro anche io sono contento di vederti. –

- Malfoy sono le tre di notte. Non sono proprio in vena. –

- Hai ragione è tardi. Fammi entrare che qui fuori si gela. –

 

Con gli occhi pesti per il troppo sonno, Hermione si spostò di lato per lasciare entrare quel matto in casa sua. Non era una cosa normale che si presentasse da lei a notte fonda, visto quanto Draco Malfoy adorasse poltrire, ma in quel momento il suo cervello era troppo inibito per poterci arrivare.

Lo guardò mentre tranquillamente andava a sedersi sul divano per poi farle cenno di raggiungerla. Ed Hermione capì che prima avrebbe acconsentito e prima se lo sarebbe levato dai piedi e sarebbe potuta tornare al suo meraviglioso letto caldo.

- Malfoy spiegami perché sei venuto qua a quest’ora. E fallo in fretta perché sto morendo di sonno. Ergo, voglio andare a dormire. E ti avviso, se è per una cazzata che mi hai fatto alzare alle tre di notte, puoi cominciare a scavarti la fossa da solo. -, borbottò tra uno sbadiglio e l’altro, facendolo irrigidire.

- Non ho idea se questa sia un’idiozia -, le disse trattenendo un sorriso. – Ma volevo informarti del fatto che sono nuovamente libero. –

- Perché ti avevano portato ad Azkaban prima? -.

Draco alzò gli occhi a quella risposta. Hermione non era veramente sopportabile da appena sveglia.

- No scema. Sono libero nel senso che non ho più una fidanzata. -, le spiegò pazientemente. – Single -, precisò per aiutarla.

E fu a quelle parole che lei si riscosse. Tutti i suoi sensi tornarono immediatamente vigili, per paura di aver capito male, di aver sentito quella bella parola –single- al posto di qualcos’altro.

- Cosa significa? -, chiese lentamente guardandolo negli occhi.

- Che ho chiuso il fidanzamento con Astoria. Qualcuno mi ha fatto capire che in fin dei conti, è ora che sia io a scegliere la mia vita. -, le spiegò ringraziando mentalmente Potter e Blaise. - …E poi quel matrimonio…beh non faceva per me.  

- E i tuoi genitori? -, chiese ancora incredula, guardando quella mano che prima lasciata sul divano, ora era racchiusa in quella grande e calda di Draco.

- Mio padre ha detto che se lo aspettava -, borbottò grattandosi la testa ancora abbastanza scettico su quell’improvvisa ragionevolezza di Malfoy Senior. -…mia mamma…mi ha chiesto se tu fossi un tipo incline al pizzo o alla seta…sai per il vestito da sposa…-

- Malfoy ma hai detto ai tuoi che mi sposi? -, strillò spaventata. – Se è così vai e ritratta. Non ho nessuna intenzione di sposarmi, ancora. Ho tante cose da fare…-

- Lo hanno dedotto loro -, disse bloccandola. – Io non ho detto nulla. –

Hermione sospirò di sollievo, prima di arrossire sotto lo sguardo derisorio di lui.

- E Astoria? Lei come l’ha presa? –

- E’ stata…ragionevole…pacata…un autentico esempio di signorilità. –

 

Hermione lo guardò un paio di secondi prima di scoppiare a ridere. – Su, puoi dirmelo. Quanti piatti del servizio buono ti ha lanciato addosso? –

Draco la guardò male prima di ammettere che si trattava di un vaso cinese spesso otto centimetri, in pura porcellana. Un cimelio antico della famiglia Greengrass.

 

- Quindi Granger adesso sono libero come una farfallina… -

- Ora possiamo riprendere a vederci, se è questo quello che vuoi. -, gli disse guardandolo negli occhi prima di posargli un bacio leggero su quelle labbra che in quell’ultimo periodo le erano mancate veramente troppo.

- Aspetta -, rispose lui sempre a bassa voce. – Io ho rischiato la mia vita e ancora più importante, la mia eredità. Quindi una volta che la facciamo, facciamola bene la cosa. Non ho nessuna intenzione di accontentarmi di quella…relazione che avevamo prima -, sentenziò con verve.

- Quindi? -. L’espressione confusa sul viso di Hermione gli fece capire che probabilmente non si era spiegato abbastanza.

- Vorrei che…potessimo vederci anche…fuori ecco. Nel senso di…stare…Oh Maledizione Granger, hai capito! -, sbottò innervosito. Lui non era il tipo che si metteva a fare proposte romanticamente oscene.

Hermione sorrise alzandosi dal divano porgendogli una mano.

- Ho capito -, mormorò maliziosa. – E mi va bene, Malfoy. Stare con te -, continuò facendolo sorridere felice. Poi prese a trascinarlo verso la sua stanza da letto. Prima di entrare però Draco si bloccò.

- Avevi ragione tu. –

- Su cosa? -, mormorò con difficoltà mentre una mano dispettosa andava a carezzarle la gamba lasciata nuda dalla vestaglia.

- Siamo il massimo del cliché Mezzosangue. Alla fine siamo anche finiti insieme. Peggio dei romanzetti che leggi…-

Ma quella frase fu soffocata da un bacio che significava tanto, troppo. La sua nuova vita, con lei.

Una vita che, guardandola finalmente negli occhi, sembrava prospettarsi meravigliosa.

 

 

 

NUOVO FLIRT PER L’EROINA DEL MONDO MAGICO.

 

Lettori e lettrici amanti delle buone notizie, questa mattina abbiamo la notizia che fa per voi. Finalmente dopo mesi di misteri, siamo riusciti a capire chi fosse l’aitante giovanotto che da qualche tempo esce dalla casa di Miss Hermione Granger con fare sospetto. L’abbiamo sorpreso in una caffetteria di Londra intento a comprare dei Croissant alla crema e al cioccolato. Signore e signori, la nuova fiamma di Miss Granger, è nientepopodimenoche Draco Lucius Malfoy. La storia sembra il classico cliché letterario: prima si odiavano, ora si amano…

                                                                                                          ( continua a pag. 6)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!

Eccomi di nuovo, dopo un bel po’ di tempo. Questa storia era in cantiere da parecchio, e devo dire, mi sono divertita parecchio a scriverla. Considero le Draco/Hermione particolarmente ostiche da creare, perché si rischia sempre di cadere…nel cliché ( tanto per restare in argomento). Probabilmente ci sono cascata anche io, ma ogni lasciata è persa e io volevo provarci.

 

Inoltre il mio grazie va a lovely_witch, franci9892, sarina87, per aver recensito la mia precedente one-shot.

Grazie inoltre alle dieci anime di purgatorio che l’hanno messa nei preferiti.

 

Direi che per il momento è tutto.

Alla prossima.

 

 

 

Francesca

 

   
 
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