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Autore: Sheelen_    04/06/2010    2 recensioni
« Forse arriverà quel giorno in cui io e tu scopriremo soltanto di essere degli insignificanti esseri al centro di questa grande illusione chiamata vita. E allora forse tutte queste lotte sembreranno davvero vane. Vampiri e Licantropi non dovrebbero nemmeno esistere, eppure ci sei tu, e c'è tutto il resto. » Si alzò schiodando gli occhi lungo l'orizzonte che le si affacciava, sentendo qualcosa dentro che si muoveva come mai. Dall'altro canto Paul sembrava confuso da tanta filosofia, tuttavia gettò una risata nell'aria avara ridondandola con uno dei suoi modesti pensieri. « Sarà, ma una cosa è assodata: illusione o no, io da licantropo sarò sempre più fico di un branco di sanguisughe. »
E se tutto fosse veramente un enorme illusione? Il mondo è fatto di mille volti come l'intera esistenza, è possibile secondo voi riuscire a scoprire quale sia il suo effettivo volto?
Genere: Generale, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ FIRST CHAPTER -- Si deve scegliere sempre da che parte iniziare.



Era davvero una bella ragazza. C'era qualcosa di strano nel suo sguardo fin troppo genuino, ma rimaneva pur sempre un bel tipo. Charlie si era curato di presentarla a Bella perchè era la nipote di un suo caro amico. Dawson Colgeman il vecchio calzolaio di via Burnist. In realtà la sua attività era tutto purché portatrice d'incasso. Era ormai una sorta di ritrovo all'ora di pranzo o nel tardo pomeriggio tra vecchi amici d'infanzia per scambiare quattro parole su argomenti che interessavano famiglie, lavoro o sport, se però come sport s'intendeva solo ed esclusivamente partite di Baseball. C'era da divertirsi realmente nel prendere in giro la squadra preferita di Colgeman, gli Houston Astros che aspiravano appunto a vincere il campionato World Series senza però riuscirvi, come nel 2005. Eppure il vecchio Dawson continuava sempre a tener alto il suo spirito di squadra.
Non amava mai parlare della sua famiglia da quando aveva perso la moglie. I suoi due figli erano sparsi nel mondo, chi in Europa chi nel Nord America e mandavano ogni tanto qualche cartolina al vecchio per fargli capire che non si erano del tutto dimenticati di lui. Pertanto suscitò non tante sorprese l'arrivo di questa Nina Colgeman, dato che in realtà si sapeva poco e niente sul suo personale, semmai poteva destare stupore la sola visita di un parente al vecchio abbandonato.
Charlie Swan aveva sempre avuto un cuore gentile al di là del suo atteggiamento indifferente e aveva deciso di far ambientare la ragazza facendole conoscere la figlia Bella, dato che erano coetanee. In realtà l'intento era anche un altro, magari con l'avvento di una nuova conoscenza Edward Cullen, il suo fidanzato, avrebbe evitato di ronzarle troppo tempo intorno. Non che odiasse il ragazzo ma dato i numerosi incidenti della figlia e i guai in cui si metteva grazie a lui, era normale che un pò d'astio cominciasse a sentirlo, niente che Bella non riuscisse a placare con qualche occhiatina o qualche parole di merito.
Quando aprì la porta però i suoi tentativi furono scemati dalla vista del volto cordiale di Edward che insieme a Bella erano venuti ad accogliere Nina.
« Ah bene, ci sei anche tu. » Cercò in ogni modo di nascondere quella puntina di fastidio nel nodo, facendo avanzare la ragazza che le stava dietro, aspettando immobile un piccolo gesto per poter entrare.
« Suvvia Nina, entra pure. Ecco qui mia figlia Bella e.. Edward Cullen, un amico. » Stranamente pronunciò l’ultima parola con un tono più basso come per non essere sentito. Il risultato che ottenne fu un’occhiata gelida di Bella e un sorriso amaro di Edward che fu il primo a farsi avanti. Inclinò leggermente il capo facendo i soliti doveri come anche in seguito fece Bella, facendo accomodare Nina.
Aveva dei lunghissimi capelli neri che le fluttuavano lungo la scheda ogni qualvolta camminasse come se danzassero nell’aria insieme ai suoi movimenti. Il suo viso somigliava a quello di una bambina talmente la pelle risultava morbida tuttavia i lineamenti accentuati delle labbra e lo sguardo profondo cerchiato da due occhi scuri le davano tutti i connotati per poter essere una ragazza di diciotto anni con tanto di fisico portato a punto.
Fu una serata semplice ma dove Nina sembrò trovarsi a suo agio in mezzo a quella piccola famigliola. Nina si mostrò fin da subito una ragazza abbastanza loquace, nonostante quel velo di timidezza iniziale che si portava dietro era davvero un peperino. Si sentiva chiaramente che non era americana, il suo accento la tradiva. Confessò che in realtà lei si era stabilita in Italia da tempo ma non aveva perso i contatti con la lingua americana.
La serata passò tra una parola e l’altra. Non appena Isabella menzionò vagamente La Push gli occhi tenebrosi di quel viso ribelle s’illuminarono. Lei aveva tanto sentito parlare di quella piccola riserva da suo padre, aveva letto così tanti libri su i Quileute che aveva imparato circa mille vocaboli nella loro lingua. Lo sguardo di Edward fu meno sorpreso ma Nina non se ne accorse perché era troppo presa dal chiedere informazione a Bella sul posto e sulla possibilità di visitarla.
« Ho degli amici laggiù, parecchi. Se vuoi..» Bella non completo la frase perché alzo lo sguardo per incrociare quello di Edward alla ricerca di una sorta di consenso che tardava ad arrivare. Nina non capì il perché di quell’attesa o del gesto ma intervenne immediatamente Charlie a distoglierla da quella piccola scena.
« Certo. Se vuoi Bella sarà lieta di accompagnarti laggiù. Lì vive la famiglia Black che tuo nonno conosce molto bene.» Aggiunse fiero capo Swan come se avesse appena vinto una sfida di cui neanche si erano varate le condizioni. Il volto di Edward sembrò assumere un’espressione d’arresa e Bella annuì anche se mostrava una forma di disaggio. Nonostante ciò Bella fu disposta ad organizzare un’uscita per il Mercoledì della settimana successiva. Nina sembrava realmente lieta di visitare quella piccola contea, chissà perché poi. Bella non era dello stesso avviso perché sapeva cosa avrebbe comportato dagli occhi di Edward ma doveva accontentare il padre, la nuova arrivata e poi era un motivo in più per vedere Jacob.



« Sicura che non creo disturbo? Edward non mi sembrava molto lieto di questa piccola escursione. » Si sentiva un pò a disaggio a l'idea che Bella avesse litigato con il suo ragazzo per quella piccola visita a La Push ma la Swan le aveva fatto capire che era una cosa da niente quindi presa dall'aria fresca che veniva fuori dal Pick-Up rosso, sia dall'odore di resina che le stava invadendo i polmoni lasciò che i senti di colpa le scivolassero via di dosso come l'acqua che infrangeva i grandi scogli della riserva, tirandosi dietro tutto quello che incontrava.
« Come sono questi tuoi amici? » Chiese non riuscendo a tener nascosto il suo lato estremamente curioso. Bella fece un piccolo sorriso rallentando con l'avvento di una pericolosa curva ad U.
« Beh.. direi proprio un bel gruppetto. Di certo ti sembreranno soggetti ad un disfunzionamento ormonale ma per il resto giudicherai da sola. » Nel suo volto apparve una sorta di nostalgia legata a chissà quali pensieri stesse facendo. Nina si limitò a recuperare il suo silenzio in attesa di raggiunge la spiaggia, là, dove l'avrebbero raggiunta anche il cosiddetto Clan Di La Push.
Non appena raggiunsero il parcheggio che contrassegnava il limiti tra l'asfalto stradale e la spiaggia, Nina scese dall'auto lasciando il rombo soffocato del pick -up di Bella che diede loro il suo ultimo saluto prima di spegnersi. Bella grattò con le dita la nuca, quasi imbarazzata per giustificarsi ma Nina rispose con un sorriso divertito.
Scendendo lungo una piccola stradella fatta da ciottoli e qualche filo d'erba, le ragazze raggiunsero la spiaggia. La sabbia fresca cominciò ad attaccarsi alle loro scarpe che Nina tolse immediatamente, gettandole lì, in un punto impreciso che forse avrebbe anche dimenticato. Cominciò ad osservare ogni particolare del posto, dai piccoli scogli bassi su cui il mare s'infrangeva formando piccole tempesta d'acqua in aria, dalla piccola vegetazione che partiva proprio da essa e che via via si faceva sempre più fitta originando una macabra foresta che lei considerava meravigliosa, fino alle sagome che vide avvicinarsi e che la fecero rimanere un attimino di sasso. Lanciò un'occhiata fugace a Bella che sembrava tuttavia tranquilla, probabilmente erano volti conoscenti per lei, probabilmente erano loro.
« Ehi Bells » Quello che spiccava fra tutti poiché un po’ più avanti del gruppo chiamò Bella e mostrò un sorriso così radioso che in compenso il sole poteva anche nascondersi e smettere di illuminare la terra. L’accolse venendole incontro e la inchiodò in un abbraccio che la fece sobbalzare. Quell’impeto costò un’espressione un po’ contrariata di Bella che sembrava combattuta tra la volontà di lasciarsi andare e quella invece di tenere duro.
« Ehm.. Jake.. » Con una scusa piuttosto banale le ricordò che doveva respirare e Jacob si allontano per niente dispiaciuto di ciò. Anche gli altri ragazzi si avvicinarono e Nina potè distinguere altre tre figure che di diverso avevano ben poco. Avevano tutti quanti una muscolatura così possente da invidiare anche i migliori atleti di body building a livello professionistico e la cosa più spaventosa era che tutto potevano sembrare ma non diciassettenni. Adesso capiva a cosa alludeva Bella.
« Tu devi essere Nina, giusto? » Si ripristinò dallo stato comatoso solo nell’attimo in cui sentì il suo nome. Era Jacob quello che la stava chiamando, il figlio di Billy Black. Se lo ripeteva in mente per non scordarselo come se avesse problemi di memoria e non ne aveva mai avuti.
« Esatto, tu sei quindi Jacob Black.» Rispose Nina allungando un braccio mentre Jake passava alle presentazioni che tanto lei odiava ma che erano d’obbligo.
« Questo testone qui è Quil, il bambolone accanto Embry e..» Prima che potesse presentare la terza persona Jacob ricevette uno spintone che quasi non gli fece raccogliere la sabbia con la bocca se non avesse mantenuto perfettamente l’equilibrio.
« Risparmiati le tue battute per il sottoscritto, mi presento da solo. » Quello che comunque risultava essere il più grosso si fece avanti e non appena puntò i suoi occhi furenti su quelli di Nina, pronto a parlare, sembrò che le parole gli morissero in gola. Paul fece un piccolo passò indietro e si bloccò come se gli avessero gettato addosso una colata di cemento. Nina rimase altrettanto perplessa percependo una strana sensazione proprio nel suo stomaco e lì, al centro del petto come se qualcosa fosse appena entrata a ferirla per poi uscir fuori immediatamente.
« Ti sei scordato il tuo nome? Fidati che faceva meglio Jake a dirlo per te. » Asserì Quil dando una gomitata ad Embry che inveì ancora contro l’amico che non sembrava dar segni di ripresa.
« Perdonalo, non è mai stato bravo neanche a ricordare l’alfabeto.» Aggiunse l’altro e scoppiarono a ridere tutti quanti mentre Paul cominciava a gonfiar le narici come se fosse una rana che stesse per scoppiare, si, quella della favola.
« Zitti tutti e due! Giuro che prima o poi vi spezzo quelle due ossette che avete apposto di uno scheletro. Io me ne vado, ho già perso troppo tempo qui.» Nina non fece tempo neanche a respirare che Paul aveva già preso la strada del ritorno lasciando tutti quanti perplessi, meno Jacob però, il suo volto sembrava aver captato qualcosa ma cercò di giustificare comunque il comportamento dell’amico a causa del suo temperamento facilmente iracondo. Nina si mostrò comprensiva e cominciò a tempestare di domande i ragazzi sulle loro origini, sulla storia della loro tribù e tant’altro e Jacob gli suggerì di far visita a suo padre.
« Lui si che potrebbe esaudire ogni tua curiosità. ».
Si divertirono molto, normalmente, nonostante i tempi che corressero fossero di tutt’altro avviso ma Nina cosa poteva sapere di quella rivalità che vigeva tra i Quileute e i Cullen, lei che neanche li conosceva? Lei era una semplice umana, era così come la si vedeva, no? Eppure le cose più ovvie ingannano, non è vero?
« Sono davvero lieta di avervi conosciuto e non vedo loro di conoscere anche Sam. ». Disse Nina mentre insieme agli altri raggiungeva il pick-up per tornare a casa.
« Figurati, puoi venire quando vuoi. ». Aggiunse Embry con un sorriso sornione a cui Quil rispose con un piccolo pugno dietro la schiena come a farlo riprendere.
« Magari è sempre meglio avvisare, sai… ultimamente siamo tutti molto impegnati. Non vorrei che facessi tutta questa strada inutilmente». Si giustificò Jake e Bella sembrò capire a cosa alludesse mentre le orecchie di Nina rimaneva ingenue.
« Senz’altro, salutatemi il vostro amico Paul.» Concluse prima di saltar sull’alto insieme alla Swan per poi allontanarsi dalla piccola Riserva.





Spazio  _VioletDAY
Diciamo che questo è un pò il capitolo d'introduzione quindi è un pò smorto per questo, i successivi saranno molto più interessanti. Povero Paul, sempre soggetto alle burle altrui ma mi sa che questo prima o poi fa una stragge, se non avete capito il suo comportamento sarà chiaro dopo sicuramente.
Prima recensione di 
vannagio. Si, ho scelto proprio questo stile un pò misterioso per cogliere l'attenzione, mi fa piacere che ti piaccia*-* e si, Paul è un mito, io l'adoro!!!!! Ho già in mente tanti spezzoni su di lui, si capirà come sarà molto influente nella mia fiction.

   
 
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