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Autore: rose07    09/06/2010    1 recensioni
Valeryn e Vittorio sono cugini di terzo grado, belli, simpatici e molto affiatati.
Inaspettatamente, entrambi si prendono una cotta per l’altro, alimentando una lunga catena di guai; lei è fidanzata con il migliore amico di lui.
Ma non è finita qui: quale segreto nasconde la famiglia di Vittorio?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ubi maior minor cessat'
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Era passata una settimana da quel giorno. Valeryn e Miriana stavano sedute sul muretto confinante la spiaggia, aspettando pazientemente i loro amici. La castana non aveva smesso di pensare alle parole di Vittorio. Non che la sua presenza la condizionasse a tal punto da scervellarsi per lui, o almeno era questo di cui provava a convincersi, ma ciò che aveva detto le era rimasto in testa. Non capiva come mai suo cugino avesse utilizzato un tono così dispiaciuto nel sottolineare la realtà, specie se era davvero uno scherzo. Credeva fossero cose che capitavano solo a lei, più che altro fantasie dettate dal momento perché lui era un bel ragazzo e il contesto la spingeva a fare certi pensieri... Invece c'era da capire come mai Vittorio la scrutasse in quel modo. Si era sentita in serio imbarazzo e non le capitava spesso una cosa del genere. Sospirò. Il ragazzo le faceva un brutto effetto e di certo non poteva parlarne con Miriel, attenta com'era a raccontarle ogni piccolo particolare del giorno passato con Alex.
«...e allora gli ho detto di allontanarci di lì, sai la gente e tutto il resto. Peraltro eravamo adiacenti al bar di mia zia, immagina che casino se ci avesse visti.» diceva gesticolando.
«Così siamo passati per il lungomare, ma era pieno di occhi indiscreti. Infine sai cosa mi ha proposto?»
«Una cura seria?» sbottò Valeryn, sbuffando ed aggiustandosi i capelli.
«Ma no, che dici.» disse lei con gli occhi che le luccicavano di gioia. Una gioia che la castana conosceva bene.
«Mi ha proposto di andare in spiaggia, in riva al mare!»
E si mise a saltellare, battendo le mani di qua e di là. In genere, Miriel non era mai così contenta quando un ragazzo le faceva il filo. Perciò Alex doveva piacerle veramente, a meno che non si fosse rincitrullita.
«In sintesi, vi siete baciati?»
«Ehm, no, ma...»
«E allora si può sapere che c'hai da urlare?» chiese Valeryn, facendo spallucce «Ti sei solamente innamorata, niente di male o di strano.»
«Cosa?!» esclamò incredula la moretta. Aveva le guance tinte di un rosa acceso e gli occhi lucidi. Sembrava stesse per piangere.
Valeryn guardò il cielo e scosse la testa.
«Sì, Miri, lo sei. Non c'è altra soluzione, visto che continui a parlare di Alex da un quarto d'ora buono.»
«Dici sul serio?»
«Certamente. E' meraviglioso, no?» fece ironicamente, passandole una mano sulle spalle.
«Ma adesso siediti e sta' zitta.» e la collocò sopra il muretto, accanto a lei.
Miriel non disse niente, anzi rimase rossa e pensierosa. Ma quando arrivavano gli altri? Faceva un caldo atroce e non vedeva l'ora di vedere suo cugino Vittorio... Okay, adesso aveva bisogno lei di una cura seria. Almeno la sua amica era innamorata cotta di Alex, non di suo cugino... Va bene, frena, pensò Valeryn, mio cugino è solo mio cugino, chiaro? Gli voglio molto bene, ma non esageriamo. Lei era innamorata di Elia. Forse.
In quel preciso istante, la voce di Daniel provenne da dietro il vicolo e delle sagome comparvero all'orizzonte. Erano arrivati, finalmente, non ne poteva più. E se non sbagliava, aveva anche adocchiato...
«Alex! C'è Alex!» esclamò Miriel, nascondendo la faccia tra le mani per la vergogna.
No, non lui, ma Vittorio... Va bè.
«Ciao, miss Valeryn.» la salutò Daniel, prendendola in giro. «Oggi sembri più pazza e nervosa del solito. Cosa c'è piccola, non hai bevuto il tuo litro di camomilla?»
E prese a ridere insieme agli altri, tranne Censeo e suo cugino, che stavano bevendo dalla fontanella accanto.
«Hai ragione, quindi ti conviene stare attento.» Valeryn lo afferrò dai capelli, mentre lui le intimava di lasciarlo stare. Quando lo mollò, il ragazzo finì addosso a Sara.
«...e lasciami! E tu cosa cavolo vuoi, razza di scimmia in versione Homo Erectus?» le urlò contro, mentre si teneva la testa dal gran dolore.
Sara lo guardò strano ed affermò solo:
«Tu sei scemo.»
Elia rise, mentre Daniel ringhiava ancora contro di lei.
«Ecco che la mia ragazza ti batte ancora una volta.» lo schernì il biondo, abbracciando Valeryn che alzava la testa a mo' di superiorità.
«Annegati!» esclamò il castano, mentre aveva stretto un braccio a Sara per ripicca.
«Non credere che mi spaventi di questa insulsa ragazzina. Ho cose più importanti da fare, io. E tu smetti di lamentarti, mi dai sui nervi.» si riferì alla biondina che protestava.
Valeryn sorrise, derisoria.
«Certo, come vendere persiane e porte scassate.»
Tutti risero, perfino Maia e Conny che stavano bevendo alla fontana, rischiando di sputare tutto ed affogarsi.
Vittorio alzò gli occhi su di lei e la vide abbracciare il suo migliore amico. Non era uno spettacolo travolgente e nemmeno entusiasmante.
Mentre Miriel e Alex si sorridevano così smielatamente da far cariare i denti, sorpassò tutti borbottando:
«Io scendo in spiaggia, non ho intenzione di fare la vendemmia con Daniel.»
Valeryn si voltò di scatto a guardarlo mentre scendeva; gli altri sorridenti lo seguirono, mentre Daniel brontolava imprecazioni su di lui.


«Pista!» urlò Carmine, tuffandosi vicino a Conny e un'altra ragazza con la quale parlava fitto fitto, sedute a riva.
«Ehi, mi hai completamente bagnata!» si lamentò quest'ultima, spostando gli occhi azzurri sulla sua maglietta e pantaloncini fradici
Carmine la squadrò per bene. Era mora, ricciolina e con una ciocca bionda che le ricadeva sulla spalla destra. Per non parlare dei suoi stupendi occhi cerulei, molto simili ai suoi. Il ragazzo si portò una mano dietro la nuca tentando si scusarsi, ma Conny con finezza, lo precedette.
«Ti sembra modo? Guarda come hai ridotto mia cugina!»
La ragazza dagli occhi azzurri fece cenno di lasciar perdere e sorrise timidamente al ragazzo.
«Dai, lascia stare, non è successo niente.» disse, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
«Come non è successo niente? C'hai le tue cose!»
«Conny!» l'ammonì la cugina, tentando di zittirla «Va tutto bene.» poi fece un sorriso incerto a Carmine.
Il moro increspò mezzo sorriso di ricambio, pensando a quanto fosse carina. Era sicuro di averla vista da qualche altra parte, ma non ricordava dove. Salutò da ebete, voltando le spalle alle due.  Non notando Valeryn dietro di sé, sbatté contro di lei.
«Scusa, Vale, non te la prenderai anche tu?»
La castana spostò lo sguardo da lui alla ragazza di prima avendo notato degli sguardi insistenti, e chiese:
«Dì Mine, ti sei fottuto il cervello?»
«No, ma che termini sono questi?» fece per allontanarla da lì, mentre lei non si muoveva di un centimetro.
«Carmine, a chi stavi guardando prima?»
«A nessuno, giuro.» si giustifico, gettando un'altra occhiatina furtiva alla cugina di Conny.
«L'hai fatto di nuovo! Mi spieghi che c'hai da guardare? Non ti piacerà Consilia, spero.»
«No, non pensarlo neanche.» la trascinò da un'altra parte. Valeryn aveva l'olfatto sviluppato, non le scappava nulla.
«Allora... Oh, non mi dirai che ti piace sua cugina, perché io potrei...»
«NO!» esclamò, spalancando le braccia e parandosi davanti
«Valeryn, ti ho già detto che non mi piace nessuno, lascia sta'. E adesso...» fece, spingendola tra le braccia di qualcuno «va' a discutere un po' col tuo di cugino.» e si tuffò con le guance color porpora.
Valeryn gli gettò uno sguardo di fuoco, dopodiché alzò gli occhi su Vittorio.
«Vitto, hai fatto il bagno?» chiese, sentendosi in imbarazzo.
«Sì, stavo uscendo.» rispose lui «Vieni con me?»
«Ehm... Sì, va bene.» Di malavoglia si staccò dalle sue braccia e raggiunsero l'ombrellone stranamente vuoto.
Si asciugarono e si sistemarono al sole. Valeryn inforcò le sue lenti per proteggere gli occhi e, quando notò che il ragazzo aveva fatto lo stesso, ebbe una fitta al cuore. Non c'era niente di più bello di Vittorio con gli occhiali da sole.
«Cugi, stavo pensando al film dell'altra volta.» se ne uscì lui dal nulla, sdraiandosi.
«Ah sì?»
«Penso che in fin dei conti, i film d'amore non sono così male.» le lanciò una battutina.
Valeryn ridacchiò, un po' imbarazzata.
«E cos'è che ti ha fatto cambiare idea?»
Il ragazzo avrebbe voluto dirle "sei stata tu". Non era poi così difficile ammetterlo, ma qualcosa lo bloccava. Non gli era mai successo con nessuna di trovarsi così senza parole.
«Non so» mentì «Forse l'atmosfera e tutto il resto.»
«Mah, può darsi.»
Vittorio non aggiunse altro. Era così bello starsene senza spiccicare parola, sdraiati l'uno accanto a l'altra con il sole a picco. Beh, a parte il calore e tutto il resto, l'unica cosa che gli interessava in quel preciso momento era passare del tempo con lei. Non necessariamente parlarsi; a Vittorio bastava ascoltare il loro silenzio, sapendo semplicemente di averla accanto. Riusciva ad accontentarsi delle piccole cose, mentre Valeryn no. Lei pretendeva e ciò era un guaio. Per esempio, adesso non faceva altro che emettere rumorini con la bocca per attirare l'attenzione del ragazzo. Odiava rimanere senza argomenti.
«Vitto? Dormi?» chiese stupidamente, tanto per aprire una discussione.
Lui negò con la testa. La castana sbuffò.
«Eddai, rispondimi. Mi da fastidio stare in silenzio.»
Lui si voltò verso di lei.
«Cosa vuoi che ti dica?»
Valeryn s'indispettì. Se quella era una provocazione aveva già perso.
«Cosa pensi di me, avanti. Voglio proprio vedere cosa risponderai.»
Lui rise, divertito. «Che domande! Perché non lo dici prima tu a me? Visto che fai tanto la presuntuosa.»
«Io? Presuntuosa?» si mise a sedere levandosi gli occhiali, mentre lui faceva lo stesso sogghignando.
«Sai che ti dico? Che sei uno stupido egocentrico.»
«Ah, io?»
«E non è finita qua, sei perfino arrogante. Per non parlare dell'idiozia. Daniel ti fa scuola e doposcuola per quanto è intelligente. E Saretta si mette a contare le pecore senza sbagliare. E poi... ah sì, sei la vergogna della famiglia. E non guardarmi in quel modo, sembri Zenzy.»
Vittorio scoppiò a ridere di gusto, tenendosi la pancia. Ma quanto era buffa quella lì?
«Finito, donna focaccina?» chiese, deridendola affettuosamente.
«No, volevo dirti anche che non m'importa chi frequenti. Puoi fidanzarti con la prima che capita, a me scivola addosso.» mentì.
Il castano scosse la testa con un sorriso ironico ma dolce.
«Adesso posso parlare?»
«Fai pure.»
«Bene. Sai cosa penso io di te?»
«Non ti permettere a dire che sono isterica, o...»
«Sei unica, Vale.» sorrise inaspettatamente lui «Vali molto più di tutte quelle che conosco. E un'altra cosa.»
Lei rossa e attonita, farfugliò
«C-cosa?»
«Sei tremendamente sincera, cugi. Mi piacciono le ragazze così.»
«Ti piacciono... Dici sul serio?» chiese, balbettando un po', percependo l'aria farsi pesante e il respiro mozzarsi.
«Sì, mi fanno stare bene.»
Allargò le braccia e l'accolse con un abbraccio inatteso. Gli piaceva farla arrabbiare, ma gli piaceva soprattutto farci la pace.
Valeryn alzò lo sguardo su di lui, mormorando:
«Vitto, io... Io ti adoro.»
E si gettò a peso morto sopra di lui, prendendolo alla sprovvista e facendo cascare entrambi sopra la tovaglia blu. Vittorio le accarezzò i capelli, baciandole una guancia.
«Ma ehi, un attimo solo.» aggiunse dopo.
«Cosa?» domandò lei, con la voce attutita dalla sua pelle.
Ghignò.
«Non mi volevi pestare, tu?»
Valeryn si fermò un attimo, alzando gli occhi al cielo. Lo avrebbe fatto se solo si fosse scostata da lui. Cosa impossibile e controvoglia.













   
 
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