Note dell’autore: Primo
capitolo dell’episodio “L’ingorgo” della mia terza stagione con Rose. Ringrazio
ancora una volta sia Little Fanny che BadWolfTimeLord, per il loro appoggio. Premetto
che ho avuto delle grosse difficoltà nel scriverlo, visto che non è il mio
episodio preferito (a parte quando il Dottore racconta di Gallifrey).
Ditemi
cosa ne pensate mi raccomando, aspetto le vostre recensioni.
Disclaimer: Doctor Who
e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti
sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.
L’ingorgo
Capitolo 1
New, New, New, New York
Il Dottore stava lavorando sotto la console del Tardis,
sdraiato sulla grata, a sistemare i delicatissimi chip della sua nave. Si
trattava di un semplice controllo, ma non era molto concentrato, si ritrovava spesso
a ricominciare da capo perché si distraeva facilmente. Come spesso capitava
ultimamente, i suoi pensieri erano rivolti a Rose.
A lavoro ultimato, dopo una buona mezz’ora, si rimise in
piedi e guardò subito verso il monitor.
“Bene, siamo pronti per il prossimo viaggio.” Disse
voltandosi verso il sedile, dove pensava di trovare le due ragazze, ma con sua
sorpresa c’era solo Martha, intenta a leggere un giornale, di Rose nessuna
traccia si guardò attorno, ma niente la biondina non c’era.
“D… dov’è Rose?” chiese.
“E’ andata da quella parte, diceva che doveva chiamare
sua madre.” Gli rispose Martha annoiata, indicandogli il corridoio del Tardis,
distraendosi dalla sua lettura.
“Ma questo più di un ora fa.” Spiegò rendendosi conto del
tempo passato, il Dottore roteo gli occhi al cielo, sapendo fin troppo bene che
una telefonata di Jackie poteva durare ore.
“Va bene, vorrà dire che andrò a vedere se è tutto a
posto.” Disse iniziando ad uscire dalla sala.
“Ma io che faccio?” chiese Martha visibilmente contrariata.
“Non lo so.” Le rispose fermandosi.
“Solo… non toccare niente… rimani lì, ok?” si raccomandò, la ragazza sbuffò e
si rimise a leggere seccata.
Il Dottore si aggirava tra i corridoi del Tardis, con le
mani affondate nelle tasche, andò verso la camera di Rose, ma la porta era
aperta e la stanza vuota.
Un dolce profumo di the iniziò a diffondersi per il
corridoio, il the che solo la sua Rose Tyler sapeva fare, con il sorriso
stampato in viso arrivò in cucina.
“Rose Tyler, mi leggi nel pensiero. Avevo proprio bisogno
del tuo the.” Disse entrando sorridendo.
Era seduta al tavolo con una tazza di the fumante, la
vide sorridergli, ma si rese conto che qualcosa non andava, sembrava tormentata
da qualcosa. Prese la sua tazza di the e si mise seduto accanto alla ragazza.
“Hai finito di sistemare il Tardis?” chiese lei.
“Siamo pronti per il prossimo viaggio.” Le rispose
sorseggiando la preziosa bevanda.
“Come sta Jackie?” chiese, cercando di capire se il suo
strano comportamento era legato alla madre.
“Preparati ad una bella lavata di testa, per la prossima
volta che andiamo a trovarla.” Gli disse scherzando, il Dottore si allarmò.
“Per cosa?” chiese preoccupato.
“Ha scoperto che siamo stati a Londra e non siamo andati
a trovarla.” Gli rispose punzecchiandolo sul braccio con il dito.
“E se gli portiamo un regalino?” suggerì lui.
“Dovrà essere un gran bel regalo. Altro che Bazulium, stavolta non ci basterà neanche il Coinor.” Scherzò la ragazza.
“Allora, come mai ti sei rifugiata qui?” chiese il
Dottore tornando serio.
“Avevo solo voglia di una tazza di the.” Rispose
distogliendo lo sguardo da lui.
“Martha mi ha detto che sei qui da quasi un ora, come
mai?” chiese ancora.
“Nulla di preoccupante, solo un po’ di nostalgia di
casa.” Gli rispose sforzandosi di sorridere.
“Vuoi tornare a casa?” le chiese.
“Non ancora, che ne dici invece di un altro viaggio con
Martha?” gli chiese cambiando discorso.
“Futuro?” chiese lui sorridendo, sapendo perfettamente
dove portarle.
“Perché no.” Gli disse quasi sfidandolo.
“Sai già dove portarci, vero?” gli chiese curiosa, il
Dottore sorrise pensando che la sua idea l’avrebbe fatta felice, l’avrebbe
fatto ricordare bei momenti.
“Oh ti piacerà tantissimo.” Le disse alzandosi, le porse
la mano aiutandola ad alzarsi.
“Davvero?” chiese lei sempre più curiosa.
“Fidati.” Scherzò lui.
“Sei il solito presuntuoso.” Rispose lei con ironia
tirando fuori la lingua. Il Dottore le strinse la mano e la tirò fino alla
stanza della console.
“Finalmente, dove eravate finiti?” chiese Martha
vedendoli rientrare. Il Dottore si mise subito ai comandi del Tardis.
“Oh, nulla prendevamo solo una tazza di the.” Rispose
Rose sedendosi accanto alla ragazza.
“Un solo viaggio avevo detto. Un viaggio nel Tardis e poi
a casa.” Iniziò a dire il Dottore manovrando i comandi del Tardis, Rose vide
sul viso di Martha una forte delusione.
“Anche se, penso che potremmo forzare la definizione.”
Continuò alzando lo sguardo sulle due.
“Diciamo un viaggio nel passato e uno nel futuro?” chiese
retoricamente, il sorriso di Martha si illuminò nuovamente.
“Nessuna lamentela signore.” Gli rispose entusiasta.
“Rose?” le chiese il Dottore, per tutta risposta la
ragazza sorrise.
“Credo che sia un idea fantastica.” Gli rispose come se
prima non avessero parlato.
“E’ di un pianete diverso cosa ne pensate?” continuò a
chiedere strizzando l’occhio a Rose, che aveva già capito la loro destinazione.
“Possiamo andare sul tuo?” chiese ingenuamente Martha,
Rose deglutì vedendo il sorriso del Dottore scomparire.
“Naah… ci sono un sacco di
altri posti.” Le rispose tornando a concentrarsi sul Tardis, ma Martha non
sembrava voler mollare, si alzò e lo raggiunse.
“E dai, il pianeta dei Signori del Tempo merita di essere
visto.” Continuò ad insistere.
“Martha non credo sia il caso.” intervenne Rose con dolcezza,
sperando che la smettesse di parlarne.
“Tu ci sei stata?” le chiese. Rose guardò il Dottore, lo
sguardo assente, sicuramente a ripensare a quella guerra.
“Com’è fatto?” chiese ancora. Rose stava per risponderle,
quando la voce del Dottore la fermò.
“In effetti… è splendido!”
disse il Dottore con voce malinconica.
“Assomiglia a quelle città dello spazio tutte spirali e
cose del genere?” chiese Martha con aria sognante, dandogli le spalle. Rose
guardò il Dottore preoccupata.
“Abbastanza” rispose lui, mentre tentava di lavorare sui
comandi del Tardis.
“Con enormi templi e cattedrali?” continuò la ragazza
entusiasta all’idea, Rose invece si avvicinò lentamente al Dottore, riuscendo a
vedere nei suoi occhi tutto il dolore, proprio come quando gliene parlò la
prima volta.
“Si.” Le rispose a fatica, con la voce soffocata. Rose
gli prese la mano fermando i suoi movimenti.
“E un sacco di pianeti nel cielo.” Continuò Martha. Il Dottore alzò lo sguardo su Rose
incrociando i suoi occhi, la ragazza gli sorrise.
“Il cielo è arancio bruciato.” Iniziò a raccontare con la
voce carica di malinconia, alzando gli occhi al cielo ricordando quei luoghi
così famigliari per lui, Rose si stupì quando si accorse che stava parlando al
presente.
“Con la cittadella racchiusa in un enorme cupola di
vetro, che splende sotto i soli gemelli. E ci sono catene montuose che si
estendono all’infinito, con le pendici di erba rosso scuro e le cime di
ghiaccio.” Raccontò come se vedesse quelle immagini chiaramente nella sua
mente, Martha sembrava rapita da quelle parole, mentre Rose nascose una
lacrima, che senza rendersi conto le stava rigando il viso, pensando alla
grande perdita del suo Dottore.
“Ci possiamo andare?” chiese ancora Martha quasi senza
fiato, il Dottore aveva ripreso a guardare i comandi del Tardis, lasciando la
mano di Rose che per tutto il tempo aveva stretto saldamente.
“Naah, io non mi diverto, non
voglio andare a casa.” Le disse tornado il Dottore di sempre, allontanandosi
dal monitor e ricominciando a girare attorno alla console.
“Vedrai questo è molto meglio.” Spiegò tornando al
monitor, mentre il Tardis riprese a muoversi, le due ragazze si aggrapparono di
nuovo alla console.
“L’anno cinque miliardi e cinquanta tre.” Disse correndo
a prendere il capotto, non appena la navicella si fermò.
“Il pianeta Nuova Terra, la seconda patria dell’umanità.”
Spiegò alzando lo sguardo su Rose sorridendole, che però rimase ferma ancora
preoccupata per il Dottore.
“Cinquanta mila anni luce dal vostro mondo, ci
catapultiamo nel cuore di nuova New York.” Spiegò mettendosi il capotto, mentre
Martha lo raggiunse, Rose osservava dalla console.
“Anche s’è la quindicesima New York.” Continuò a spiegare
aprendo e porte del Tardis e voltandosi ancora una volta verso Rose.
“Quindi sarebbe, Nuova, nuova, nuova, nuova New York, una
delle più folgoranti città dell’universo.” Disse spingendo Martha fuori, sulla
porta del Tardis c’era una freccia lanciata dall’esercito della regina
Elisabetta Prima, il Dottore la prese e la buttò sulla grata notando Rose ancora
ferma alla console.
“Che fai non vieni?” chiese guardandola, Rose si avvicinò
a lui.
“Stai bene?” gli chiese. Il Dottore le sorrise e le prese
la mano.
“Benissimo Rose. Allons-y.” Le mentì tirandola fuori dal
Tardis, i due furono investiti dalla pioggia che scendeva sulla città. Il
Tardis si era fermato in un vicolo stretto e scarsamente illuminato.
“Sbaglio o è leggermente diversa da come la ricordavo?”
chiese Rose guardandosi intorno.
“Un po’ più umida dell’ultima volta.” Scherzò il Dottore.
I due videro Martha dall’altra parte della strada sotto una tettoia e corsero
per raggiungerla.
“Strano modo di essere sfolgorante.” Disse la ragazza
quando i due si avvicinarono.
“Dai un po’ di pioggia non ha mai fatto male a nessuno.”
Disse il Dottore scompigliandosi i capelli.
“Dovremmo muoversi da qui.” Disse Rose infreddolita. Il
Dottore non perse altro tempo la prese per mano e i tre iniziarono a correre
sotto la pioggia.
Fine I° Capitolo
Note finali: Lo so, lo so, non è un granché come inizio lo ammetto, ma
voglio sapere cosa ne pensate, mi raccomando.
Correzione: Luglio/2011 revisione del capitolo.