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Autore: Afaneia    02/07/2010    3 recensioni
Cantami o diva di quella classe che un giorno, per motivi a lei ignoti, si trovò nella Troade, nel campo di battaglia dove da dieci anni Achei e Troiani si scambiavano ferite, furiosi, per gli occhi di Elena bella cintura; e canta anche di quegli eroi che, dalla Troade, si trovarono nello stesso giorno in un'aula nella quale bisognava lottare per sopravvivere...
Genere: Parodia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente sono riuscita a concludere questo canto

Finalmente sono riuscita a concludere questo canto, che a dirla tutta mi ha fatto proprio disperare ^^ Chiedo venia, ma fa così caldo che... *smile*

In ogni caso grazie ad Amaerize per la recensione e il supporto continuo ^^ e in generale a chi continua a seguire. Un bacione, spero che questo canto possa rinfrescarvi un po' da quest'afa!! Ciau!

 

Finalmente, il decimo giorno della pestilenza, Emon fece di corsa il giro di tutto il campo per radunare l’assemblea. Raccolta che fu, dal suo posto il ragazzo si alzò in piedi e rivolgendosi a Margherites disse: - Margherites, direi che adesso è ora di restituire il tuo moccioso!

La ragazza sbuffò e rispose: - Come vuoi, Emon, dato che in ogni caso non ci serve a un granché: occupa solo spazio… Ma mi domandavo se, al posto della tua ancella, non si potrebbe avere qualcos’altro…

- Del genere?

- Magari qualche versioncina quando torniamo a casa- disse Margherites speranzosa. – Che cosa ne dici?

- Ma dobbiamo proseguire con la storia!- protestò il ragazzo. – Che ne sarebbe dell’ira di Achille senza Briseide?

Inutile dire che praticamente nessuno in quella stanza erra in grado di capire di che cosa stessero parlando “Achille” e “Agamennone” e che anzi praticamente su di loro erano puntati solo occhi stravolti e perplessi. Ciò nonostante i due compagni non se ne curavano molto e anzi proseguivano indifferenti sul loro spartito.

- Oh, uffa, va bene…allora manderò i miei araldi a prendere Briseide- disse Margherites un po’ delusa.

- Bene, allora siamo d’accordo- disse Emon facendo per allontanarsi. Prima che però potesse uscire dalla tenda, Glukutes lo afferrò per il mantello ed esclamò: - Emon, dovete litigare, altrimenti che ira di Achille c’è?

- Ah, già- disse Emon battendosi una mano sulla fronte. E presa la spada su scagliò contro Margherites urlando: - AAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRGGGGGGGHHHHH! MUORI!!!

Ma nel momento in cui strillando si avventava su di lei, improvvisamente sentì una forza invisibile afferrare il suo braccio e, voltandosi, vide una donna bellissima di aspetto magnifico e terribile dal volto nobile e maestoso…

- Senti cocca, che vuoi?- sbottò, poco propenso a perdere tempo.

- Cocca lo dici a tua sorella- lo rimbrottò la donna bellissima, visibile solo a lui. – Io sono la dea Atena, signora della guerra e della conoscenza!

Purtroppo Atena, dea della conoscenza e di tutto quello che poteva volere, non “conosceva”, per l’appunto, una cosa: che Emon aveva effettivamente una sorella più piccola che adorava…

- Cocca lo dico a te, e mia sorella non la devi neanche nominare! E ora spiegami che cosa vuoi!

- Non uccidere Agamennone e in cambio avrai da me doni immaginifici!- disse Atena.

- Che cretina che sei, ma se lo sai benissimo che non la voglio uccidere sul serio e che stiamo solo fingendo per tirarci fuori dal casino in cui ci avete infilato!- replicò il ragazzo. Poi s’illuminò. – Ehi, ma te sei una di quelli che ci ha voluto qui! Ma io ti ammazzo!- E cercò di lanciarsi su di lei, ma la dea lo bloccava.

- Tanto prima o poi mi ringrazierai- gli disse con un sorriso misterioso.

- Vattene al diavolo! Ma perché vieni a dirmi di non uccidere Margherites se sai che non lo farò?

- In realtà ero venuta a dirti che sei proprio un bel figliolo e a chiederti se vuoi farti un giro con me.- rispose la donna con la massima tranquillità.

A questo punto Emon divenne miracolosamente prima tutto rosso, poi tutto viola, infine verde, buttò la spada per terra e scappò via a gambe levate.

Nella tenda scese un lungo silenzio imbarazzante.

- Bene…non è successo niente- disse Antos in tono conciliante. – Va tutto bene!

- Va tutto bene- rispose Margherites annuendo con calma. – Tuuuuuutto beeeene…

Finalmente si decise di mandare Taltibio ed Euribate a prendere Briseide e di rimandare il figlio di Crise a casa facendolo accompagnare da Odisseo, ossia da Ybris che, armata una nave e caricata un’ecatombe, prese il ragazzo e salpò. Nel frattempo Margherites mandò, senza dar troppa importanza alla cosa, Taltibio ed Euribate a prendere Briseide alla tenda di Achille. I due araldi trovarono Emon seduto per terra tutto sconvolto a tenersi le ginocchia piegate contro il petto e Futon, da vero amico quale era, che fumava una sigaretta seduto tranquillamente accanto a lui.

I due araldi si fermarono davanti ai due ed esclamarono: - Patroclo stirpe divina, conduci fuori la giovane che il nostro signore Agamennone sire di genti ci ha ordinato di consegnargli!

- Bah! Evidentemente Margherites ha cambiato genere- commentò flemmaticamente Futon e si limitò a entrare nella tenda e a chiamare Briseide guancia graziosa. Dopodiché consegnò la ragazza ai due araldi e li mandò via.

È inutile dire che Emon era ancora sconvolto a causa delle “molestie” subite da una donna molto, ma molto più anziana di lui, ma che non poteva sfogarsi col suo compagno di tenda in quanto, come dire, Futon aveva la sensibilità di una svizzera di tacchino. Perciò il povero ragazzo, sballottato, torturato psicologicamente e ora persino molestato da una vecchia (perché Atena per lui era una vecchierella) se ne andò a passeggio sul mare tutto solo. A un certo punto sentì una voce che chiedeva: - Ma Emon, perché piangi?

Si voltò stupito in quanto non stava affatto piangendo (era disperato, ma non così tanto) e vide una donna bellissima ma comunque vecchia quanto Atena che usciva dalle acque seminuda. – E te chi sei?

- Sono Teti, la madre dell’eroe di cui prendi il posto- disse saggiamente la donna.

- Bene, e allora cosa vuoi?

- Poverino, sei stato molestato da Atena…ma lasciala fare quella vecchietta, vieni piuttosto a fare un giro con me che sono molto più bella e più giovane di lei!

- AAAAAARRRRRRGGGGGHHHHHH!- urlò Emon e subito si lanciò di corsa contro la propria tenda, vi si rinchiuse dentro e là rimase per i molti giorni successivi senza uscire praticamente mai. E per qualche tempo noi cessiamo di occuparci di lui.

Così Teti, tutta imbronciata per essere stata rifiutata, se ne andò da Zeus a lamentarsi: s’inginocchiò ai suoi piedi, gli prese il mento con la mano e lo implorò: - O grande Zeus, oggi per la prima volta sono stata rifiutata da un mortale, Emon che ora si fa chiamare Achille. Egli è uno di quegli scolaretti che abbiamo portato a Ilio, anzi per la precisione è uno di coloro che ora vivono nel campo Acheo: ti prego, per punire questi scolaretti della loro arroganza fai vincere sempre i loro compagni/avversari Troiani! (per i greci non esisteva la nostra concezione della responsabilità individuale nda).

E fu così che Zeus, il quale trovava un’ottima scusa, sebbene non quella tradizionale, per far vincere Troia proprio come voleva la trama originale, decise di dar retta a Teti…

   
 
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