Ringrazio
chi ha letto il primo capitolo e ha recensito, vi lascio al secondo…
*************
[ 2. Preda ]
Gabbia di
una bestia che ti ha sfrattata dal tuo stesso corpo.
Pura
casualità, sono nata nel momento sbagliato, tutto qui.
E’
dall’origine della comparsa del genere umano che questo ha inizio.
Nulla
è eterno, neppure la morte…che frase azzeccata per descrivere il
mio stato!
Esistono
un’infinità di modi per mandare a miglior vita un essere vivente:
esistono gli incidenti, le malattie, gli attacchi di irrazionalità che
spingono a gesti involontari, morti inspiegabili e tante, tante altre cause per
un decesso.
Immaginate
di avere tante sorelle, ognuna di loro è in grado di svolgere lo stesso
compito ma in modo differente. E così che la grande falce riesce a
catturare diverse quantità di anime nello stesso momento.
Io? Io
sono solo il corpo dello spirito della morte per arresto cardiaco.
Quando
nasci nel momento esatto in cui l’involucro di una delle
morti cessa di vivere, sei vincolata nel cederle il tuo, condividendo
così una maledizione che si fonde con la tua anima fin quando anche il
tuo corpo non riesce più a sopportare entrambe le entità e
collassa, costringendo la morte a trovarsi un nuovo ospite neonato.
La durata
varia, sia chiaro. Potresti sopportare il male nero
nell’arco di secoli (gran bel privilegio di merda) o anche per pochi
giorni…
Nel
cervello hai impiantato esperienze di millenni perciò si sa come
muoversi fin da piccoli.
Diventi
un tutt’uno con questa essenza che non ti appartiene realmente, non vive,
non influisce sui tuoi gesti, ma sei comunque imposta a strappare la vita. Non
che mi interessi molto, non mi curo di queste faccende, non mi sono mai interessata
alle mansioni degli uomini, infondo non lo sono mai stata del tutto, ma ci sono
volte che i sensi di colpa bussano alla porta, forse perché spesso devo
recidere l’esistenza a qualcuno di estremamente giovane…ma quando
la clessidra parla non si discute.
Questo
accade solo in rari casi, solitamente cerco di godermelo appieno il mio
compito, lo trovo gratificante, molte volte la mia parte più sensibile
mi fa pensare cose inutili come la pietà e cose stupide come
queste…
Il trillo
di un campanello di cristallo richiamò la mia attenzione, camminai per
il lungo corridoio del Concilium arrivando alla sala centrale. Le grandi porte
di legno intarsiato si aprirono al mio arrivo, la clessidra di ossidiana
torreggiava al centro della stanza facendo scorrere i suoi granuli di sabbia
interrottamente…chissà quanto ancora ci vorrà perché
si riversi tutta in un’unica parte segnando così la fine del
mondo?
Mi
avvicinai alle pareti di cristallo dove delle piccole clessidre erano esposte,
la sabbia scorreva lentamente ma scarseggiava abbondantemente da una
parte…quelle in prima fila appartenevano sempre a coloro che si
avvicinavano sempre di più alla fine.
Ne presi
un paio e ne lessi i nomi incisi sulla piccola targhetta d’oro che era
applicata sulla base in legno.
‹‹
Angie…››
La voce
flebile della Madre riecheggiò nella camera di vetro, proveniva in cima
alla gigantesca clessidra di ossidiana, quella segnava il tempo per la fine del
mondo.
Stolti
gli uomini nel credere di poter prevedere quando sarebbe stata.
‹‹
Sì? ››
Una
risata ricca di piacere risuonò…
‹‹
Perché così a terra bimba mia? ››, domandò
amorevolmente.
Odiavo
quando mi chiamava così…
‹‹
Non sono tua figlia, quante volte te lo devo dire? ››
‹‹
E io quante volte di devo rispondere che la tua anima
è mista a un mio figlio e di conseguenza hai nel tuo corpo i miei stessi
geni? ››
‹‹
Io ce l’ho già una madre. ››
‹‹
Avevi…non ce l’avrai con me ancora per quella storia spero? Tu non
hai mai conosciuto i tuoi genitori, non dovresti averli così a cuore. Io
sono tua madre. ››
‹‹
Cosa vuoi? ››, mi ero stancata di ripetere questa storia
all’infinito.
‹‹
Piccolo tesoro…ho deciso che ti prenderai una pausa, si occuperanno i
tuoi fratelli nella mietitura d’accordo? ››
‹‹
Non ne ho bisogno. ››
‹‹
Ma guarda il tuo povero visino. E’ sciupato…››
‹‹
Ti ripeto che non ce n’è bisogno. ››
‹‹
Facciamo così…puoi scegliere una delle clessidre che ti sono state
affidate, va bene? Conosci le regole, devi prendere l’anima prima che
scada il tempo ma questa volta ti concedo il tempo necessario per giocarci un
po’, che ne dici? Non tornerai al lavoro finché non avrai ucciso
l’umano. Scegli una delle clessidre. ››
Restai un
po’ basita dalla scempiaggine che aveva detto. Non poteva fare sul serio.
‹‹
Nessuno ti ha detto che non si gioca con la morte? ››
Uno
scoppio di risa divertite si impadronì di lei.
‹‹
Mia cara…io sono la vera morte. ››
Mi
morsicai un labbro, odiavo ancora di più essere paragonata a una copia,
presi una delle clessidre che levitarono in prima fila, era di legno scuro,
aveva un bel colore, mi ispirava.
‹‹
Alessandro Cortese ››, lessi ad alta voce il nome.
‹‹
Mi suona bene piccolina, lui sarà la tua vacanza. ››
Strinsi
la clessidra e con il pollice sfregai il suo nome inciso, vidi il suo
volto…era un ragazzo giovane, che peccato.
Sospirai
frustrata. Non mi piaceva accontentarla.
‹‹
Buon lavoro mia cara, a presto…››
Era
semplice confondersi tra i mortali, erano tutti troppo egoisti e presi dalle
loro piccolezze per accorgersi del pericolo…
Mi
presentai alla segreteria senza troppi complimenti aspettandomi una qualche reazioni da tutte quelle persone. Tutti si
muovevano contemporaneamente come uno sciame d’api: caotici, rumorosi,
visivamente disordinati ma efficienti.
Un uomo
sulla cinquantina e passa mi vide dalla sua scrivania lasciando perdere la pila
di carte e guardandomi con un sorriso affettuoso si tolse gli occhiali per la
lettura e si alzò portando la mano sulla schiena scricchiolante come un
gesto di consuetudine.
‹‹
Tu devi essere la nuova ragazza di cui mi ha parlato il preside…ti
accompagno fino alla tua classe. ››
Sforzai
un sorriso ma con scarso successo, non mi veniva facile sorridere a uno di cui
avrei ben presto avuto la clessidra tra le mani.
Lo seguii
senza commenti ricordandomi il volto del ragazzo che avrei dovuto prendere,
Mi
scontrai contro l’uomo brizzolato, si era fermato all’improvviso
davanti a una porta e il contatto delle mie dita contro il suo corpo diede una
scossa a entrambi.
Una serie
di codici cifrati passarono davanti ai miei occhi nel giro di attimi, la vita
di quell’uomo era apparsa sotto il mio sguardo nel giro di pochissimo
sotto forma di dati numerici che il mio cervello decodificava senza problemi.
Una
moglie morta sei anni prima, due figlie più grandi sposate, da giovane
lavorava in campagna, diverse fratture al femore, un tumore al cervello ancora
non apparso, un padre autoritario, un tradimento mai svelato alla moglie in un
villaggio turistico dopo cinque anni di matrimonio, gioia dei suoi occhi
è sua nipote piccola…
Troppe
informazioni!
Il
vecchio si girò a guardarmi sbattendo ripetutamente gli occhi, aveva il
respiro leggermente accelerato e le pupille dilatate, tremava un poco.
Lo fissai
piegando la testa in una posizione di interrogativo, non doveva sospettare di
niente.
Scosse la
testa come niente fosse e aprì la porta.
‹‹
Professoressa mi scusi…››
Si
creò un coro nella frase sincronizzata con un ragazzo della classe ma la
professoressa ignorò bellamente il giovane per uscire ad ascoltare il
segretario.
‹‹
Signor Alaimo come posso aiutarla? ››
‹‹
Buongiorno professoressa, il preside mi ha dato l’incarico di portarle
una nuova studentessa, si è trasferita da poco. ››
‹‹
E nessuno ci ha avvisati? ››
‹‹
Non so che dirle, io sono solo il portavoce. ››
‹‹
Mh…capisco, in questo caso piacere cara ››, si rivolse con il
medesimo sorrisetto incoraggiante, patetico.
‹‹
Salve ››, biascicai.
‹‹
Allora io vi lascio andare ››, sospirò l’uomo allontanandosi
non prima di lanciarmi un ultimo sguardo perplesso.
‹‹
Bene, possiamo entrare in classe. ››
Aprì
lentamente la porta e io la seguii.
‹‹
Bene ragazzi…oggi abbiamo il piacere di avere tra di noi una nuova
studentessa…presentati cara. ››
Una ventina
di ragazzi mi fissarono sorpresi, sentivo nell’aria tensione verso tutti,
un evento nuovo che avrebbe alterato il normale andamento della vita
scolastica, storia nuova, carne fresca, pettegolezzi interessanti, non era un
bene per la mia figura, più restavo nell’anonimato e meno avrei
dato sospetti.
I visi di
tutti erano così poco interessanti, nessuna luce particolare nei loro
occhi: un viso, un naso, due occhi e una bocca. Tutti privi di una
benché minima emozioni, erano
così…così…così aridi.
C’era
solo noia nel loro sguardo.
Già
me li immaginavo quando avrei avuto in mano le loro clessidre…grigi e
decadenti senza nessuna storia interessante alle loro spalle.
Mi
sentivo fissata ossessivamente. Non mi piaceva.
Cercai
nei volti di tutti quello del ragazzo che avrei dovuto eliminare…lo
trovai subito, era al primo banco vicino al muro.
…Allora
sei tu…
Sorrisi
nel aver trovato la mia vacanza come l’aveva chiamato
‹‹
Mi chiamo Angie e da oggi sarò la vostra compagna. ››
Mi
sentivo appagata, quasi come se avessi già il suo cuore stretto nel mio
pugno.
Lui era
il solo a occupare un posto nella sua fila, i banchi
verde scuro erano liberi e pensai con riluttanza di doverne occupare uno
anch’io.
‹‹
Angie, che nome grazioso…puoi andare a sederti…mmm…lì.
Sì, dietro ad Alessandro. ››
‹‹
Va bene. ››
Mi portai
dietro di lui fissando bene il suo aspetto tremendamente normale, capelli
castani, pelle colorita, occhi nocciola, magro…normale.
E quando una cosa è normale per me è sinonimo di noiosa.
‹‹
Allora Angie! Raccontaci un po’ di te! ››
La
professoressa emanava la stessa curiosità da ficcanaso degli alunni,
erano irritanti.
‹‹
Non c’è niente da dire su di me. ››
Mi
guardava in attesa, come se non avessi parlato affatto.
‹‹
B-Beh…ti sei trasferita in questa città da poco. Da dove vieni?
››
‹‹
Da lontano. ››
‹‹
Ah. ››
I
mormorii concitati della classe fecero arrossire l’insegnante a disagio,
sperava di mettermi a mio agio.
‹‹
I…i tuoi genitori? Che lavoro fanno i tuoi genitori? ››
‹‹
I miei sono morti anni fa. Incidente stradale. ››
Incidente
stradale, torture da parte di creature innaturali…dettagli.
Le risa
cessarono e la professoressa perse colore. Non ne capivo il motivo.
Si
riprese subito dopo un colpo di tosse e iniziò a mandar giù
veloci boccate d’aria.
‹‹
Mi dispiace tanto…ora riprendiamo la lezione. Angie ti converrà
recuperare tutti i libri se non vuoi rimanere troppo indietro con il programma.
››
L’accontentai
accennando a un sì e presi a disegnare sull’agenda che avevo
portato nella sacca la piantina della classe segnando con una X rossa il punto
in cui l’umano si trovava, ovvero davanti a me.
Un
movimento mi distrasse da ciò che stavo facendo. Il ragazzo si era
girato dalla mia parte.
‹‹
Ciao…››, mormorò con tono flebile.
Quando
scontrò il suo sguardo con il mio ebbe un leggero fremito…
Il suo
fisico avverte il pericolo, e solo che il cervello non se ne capacita.
‹‹
Emh…io sono Alessandro, piacere di conoscerti.
››
Era goffo
e impacciato, gli umani erano noiosi.
‹‹
Angie ››, risposi annoiata.
‹‹
Che bel nome, è il diminutivo di Angelina o Angela? ››
…
Che razza
di domanda è?
‹‹
E’ Angie e basta. ››
‹‹
Mh…capito. ››
Il tipo
era un idiota. Ripresi a scrivere sull’agenda.
“uccidere
al più presto”, con tanto di punto esclamativo.
Odiavo
perdere tempo, soprattutto per un imbranato come quello lì.
‹‹
Scusa se ti ho disturbata eh. ››, il suo tono di voce era velenoso,
era diverso da quello goffo di prima. Era un tono simile al mio…
‹‹
Alessandro! Girati immediatamente e stai attento alla lezione! ››
Alzai il
capo dal foglio piacevolmente sorpresa da quel suo cambiamento più
aggressivo e disdicevole fissandolo mentre assorbiva la batosta data
dall’insegnante. Era ricurvo sul banco annoiato fino alla morte, quasi
quanto me in quel momento.
Inclinai
il capo di lato e cancellai la nota che avevo da poco scritto.
Forse una
pausa potevo anche concedermela.
*************
Marta_R92:
ti ringrazio per i complimenti ^^ spero di aver messo in luce il personaggio di
Angie ora…ti ringrazio per aver voluto commentare il primo capitolo =)
MaRtA
HaLe: La mia pingu amorosa duddudaddaddà! =D Il tuo Alessandro? v,v e da quando di grazia? Ti ringrazio per aver commentato pingu ‹3
dolceGg94:
Grazie per esserti interessata così! >.< mi ha fatto piacere
sapere che ti ha colpito la mia fan =D spero ti sia piaciuto questo capitolo…
space_oddity: *O* ci sei pure tu…quando
ho letto la tua recensione mi sono messa a saltellare, te lo può
confermare MaRtA HaLe che
era presente xD mi fa piacere che tu abbia apprezzato
il primo capitolo, continua a scrivere di Chastity! Aspetto
il seguito xD a presto.