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Autore: __Wrath__    05/07/2010    6 recensioni
E se la morte si nascondesse dentro un corpo? E se quel corpo fosse di una bellezza inimmaginabile? E se quella bellezza ti facesse innamorare?...in fondo l'uomo non può che definirsi preda di creature più grandi di lui...e lei era la cacciatrice che avrebbe dovuto catturarmi, ma non sempre le cose vanno come prestabilito.
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio chi ha letto il primo capitolo e ha recensito, vi lascio al secondo…

 

Ringrazio chi ha letto il primo capitolo e ha recensito, vi lascio al secondo…

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[ 2. Preda ]

 

Gabbia di una bestia che ti ha sfrattata dal tuo stesso corpo.

Pura casualità, sono nata nel momento sbagliato, tutto qui.

E’ dall’origine della comparsa del genere umano che questo ha inizio.

Nulla è eterno, neppure la morte…che frase azzeccata per descrivere il mio stato!

Esistono un’infinità di modi per mandare a miglior vita un essere vivente: esistono gli incidenti, le malattie, gli attacchi di irrazionalità che spingono a gesti involontari, morti inspiegabili e tante, tante altre cause per un decesso.

Immaginate di avere tante sorelle, ognuna di loro è in grado di svolgere lo stesso compito ma in modo differente. E così che la grande falce riesce a catturare diverse quantità di anime nello stesso momento.

Io? Io sono solo il corpo dello spirito della morte per arresto cardiaco.

Quando nasci nel momento esatto in cui l’involucro di una delle morti cessa di vivere, sei vincolata nel cederle il tuo, condividendo così una maledizione che si fonde con la tua anima fin quando anche il tuo corpo non riesce più a sopportare entrambe le entità e collassa, costringendo la morte a trovarsi un nuovo ospite neonato.

La durata varia, sia chiaro. Potresti sopportare il male nero nell’arco di secoli (gran bel privilegio di merda) o anche per pochi giorni…

Nel cervello hai impiantato esperienze di millenni perciò si sa come muoversi fin da piccoli.

Diventi un tutt’uno con questa essenza che non ti appartiene realmente, non vive, non influisce sui tuoi gesti, ma sei comunque imposta a strappare la vita. Non che mi interessi molto, non mi curo di queste faccende, non mi sono mai interessata alle mansioni degli uomini, infondo non lo sono mai stata del tutto, ma ci sono volte che i sensi di colpa bussano alla porta, forse perché spesso devo recidere l’esistenza a qualcuno di estremamente giovane…ma quando la clessidra parla non si discute.

Questo accade solo in rari casi, solitamente cerco di godermelo appieno il mio compito, lo trovo gratificante, molte volte la mia parte più sensibile mi fa pensare cose inutili come la pietà e cose stupide come queste…

Il trillo di un campanello di cristallo richiamò la mia attenzione, camminai per il lungo corridoio del Concilium arrivando alla sala centrale. Le grandi porte di legno intarsiato si aprirono al mio arrivo, la clessidra di ossidiana torreggiava al centro della stanza facendo scorrere i suoi granuli di sabbia interrottamente…chissà quanto ancora ci vorrà perché si riversi tutta in un’unica parte segnando così la fine del mondo?

Mi avvicinai alle pareti di cristallo dove delle piccole clessidre erano esposte, la sabbia scorreva lentamente ma scarseggiava abbondantemente da una parte…quelle in prima fila appartenevano sempre a coloro che si avvicinavano sempre di più alla fine.

Ne presi un paio e ne lessi i nomi incisi sulla piccola targhetta d’oro che era applicata sulla base in legno.

‹‹ Angie…››

La voce flebile della Madre riecheggiò nella camera di vetro, proveniva in cima alla gigantesca clessidra di ossidiana, quella segnava il tempo per la fine del mondo.

Stolti gli uomini nel credere di poter prevedere quando sarebbe stata.

‹‹ Sì? ››

Una risata ricca di piacere risuonò…la Madre non possedeva corpo. Lei era un’ombra che si divertiva a giocare a nascondino nella sala del Concilium, lei era quella che aveva creato le entità della morte, da lei proveniva tutto.

‹‹ Perché così a terra bimba mia? ››, domandò amorevolmente.

Odiavo quando mi chiamava così…

‹‹ Non sono tua figlia, quante volte te lo devo dire? ››

‹‹ E io quante volte di devo rispondere che la tua anima è mista a un mio figlio e di conseguenza hai nel tuo corpo i miei stessi geni? ››

‹‹ Io ce l’ho già una madre. ››

‹‹ Avevi…non ce l’avrai con me ancora per quella storia spero? Tu non hai mai conosciuto i tuoi genitori, non dovresti averli così a cuore. Io sono tua madre. ››

La Madre vedendo che l’essere di suo figlio si era legato a me aveva fatto trucidare i miei genitori appena dopo la mia nascita, almeno così mi era stato raccontato, mi ha preso con se, insegnadomi il mestiere della falciatrice.

‹‹ Cosa vuoi? ››, mi ero stancata di ripetere questa storia all’infinito.

‹‹ Piccolo tesoro…ho deciso che ti prenderai una pausa, si occuperanno i tuoi fratelli nella mietitura d’accordo? ››

‹‹ Non ne ho bisogno. ››

‹‹ Ma guarda il tuo povero visino. E’ sciupato…››

‹‹ Ti ripeto che non ce n’è bisogno. ››

‹‹ Facciamo così…puoi scegliere una delle clessidre che ti sono state affidate, va bene? Conosci le regole, devi prendere l’anima prima che scada il tempo ma questa volta ti concedo il tempo necessario per giocarci un po’, che ne dici? Non tornerai al lavoro finché non avrai ucciso l’umano. Scegli una delle clessidre. ››

Restai un po’ basita dalla scempiaggine che aveva detto. Non poteva fare sul serio.

‹‹ Nessuno ti ha detto che non si gioca con la morte? ››

Uno scoppio di risa divertite si impadronì di lei.

‹‹ Mia cara…io sono la vera morte. ››

Mi morsicai un labbro, odiavo ancora di più essere paragonata a una copia, presi una delle clessidre che levitarono in prima fila, era di legno scuro, aveva un bel colore, mi ispirava.

‹‹ Alessandro Cortese ››, lessi ad alta voce il nome.

‹‹ Mi suona bene piccolina, lui sarà la tua vacanza. ››

Strinsi la clessidra e con il pollice sfregai il suo nome inciso, vidi il suo volto…era un ragazzo giovane, che peccato.

Sospirai frustrata. Non mi piaceva accontentarla.

‹‹ Buon lavoro mia cara, a presto…››

 

Era semplice confondersi tra i mortali, erano tutti troppo egoisti e presi dalle loro piccolezze per accorgersi del pericolo…

La Madre aveva sottomesso la mente del preside con facilità creandomi un curriculum scolastico pieno di dettagli ridicoli.

Mi presentai alla segreteria senza troppi complimenti aspettandomi una qualche reazioni da tutte quelle persone. Tutti si muovevano contemporaneamente come uno sciame d’api: caotici, rumorosi, visivamente disordinati ma efficienti.

Un uomo sulla cinquantina e passa mi vide dalla sua scrivania lasciando perdere la pila di carte e guardandomi con un sorriso affettuoso si tolse gli occhiali per la lettura e si alzò portando la mano sulla schiena scricchiolante come un gesto di consuetudine.

‹‹ Tu devi essere la nuova ragazza di cui mi ha parlato il preside…ti accompagno fino alla tua classe. ››

Sforzai un sorriso ma con scarso successo, non mi veniva facile sorridere a uno di cui avrei ben presto avuto la clessidra tra le mani.

Lo seguii senza commenti ricordandomi il volto del ragazzo che avrei dovuto prendere, la Madre aveva organizzato tutto per agevolarmi il più possibile. Odiavo questo tipo di favoritismi! Mi aspettava una commissione facile e veloce, non c’era gusto, solo tipica e noiosa routine.

Mi scontrai contro l’uomo brizzolato, si era fermato all’improvviso davanti a una porta e il contatto delle mie dita contro il suo corpo diede una scossa a entrambi.

Una serie di codici cifrati passarono davanti ai miei occhi nel giro di attimi, la vita di quell’uomo era apparsa sotto il mio sguardo nel giro di pochissimo sotto forma di dati numerici che il mio cervello decodificava senza problemi.

Una moglie morta sei anni prima, due figlie più grandi sposate, da giovane lavorava in campagna, diverse fratture al femore, un tumore al cervello ancora non apparso, un padre autoritario, un tradimento mai svelato alla moglie in un villaggio turistico dopo cinque anni di matrimonio, gioia dei suoi occhi è sua nipote piccola…

Troppe informazioni!

Il vecchio si girò a guardarmi sbattendo ripetutamente gli occhi, aveva il respiro leggermente accelerato e le pupille dilatate, tremava un poco.

Lo fissai piegando la testa in una posizione di interrogativo, non doveva sospettare di niente.

Scosse la testa come niente fosse e aprì la porta.

‹‹ Professoressa mi scusi…››

Si creò un coro nella frase sincronizzata con un ragazzo della classe ma la professoressa ignorò bellamente il giovane per uscire ad ascoltare il segretario.

‹‹ Signor Alaimo come posso aiutarla? ››

‹‹ Buongiorno professoressa, il preside mi ha dato l’incarico di portarle una nuova studentessa, si è trasferita da poco. ››

‹‹ E nessuno ci ha avvisati? ››

‹‹ Non so che dirle, io sono solo il portavoce. ››

‹‹ Mh…capisco, in questo caso piacere cara ››, si rivolse con il medesimo sorrisetto incoraggiante, patetico.

‹‹ Salve ››, biascicai.

‹‹ Allora io vi lascio andare ››, sospirò l’uomo allontanandosi non prima di lanciarmi un ultimo sguardo perplesso.

‹‹ Bene, possiamo entrare in classe. ››

Aprì lentamente la porta e io la seguii.

‹‹ Bene ragazzi…oggi abbiamo il piacere di avere tra di noi una nuova studentessa…presentati cara. ››

Una ventina di ragazzi mi fissarono sorpresi, sentivo nell’aria tensione verso tutti, un evento nuovo che avrebbe alterato il normale andamento della vita scolastica, storia nuova, carne fresca, pettegolezzi interessanti, non era un bene per la mia figura, più restavo nell’anonimato e meno avrei dato sospetti.

I visi di tutti erano così poco interessanti, nessuna luce particolare nei loro occhi: un viso, un naso, due occhi e una bocca. Tutti privi di una benché minima emozioni, erano così…così…così aridi.

C’era solo noia nel loro sguardo.

Già me li immaginavo quando avrei avuto in mano le loro clessidre…grigi e decadenti senza nessuna storia interessante alle loro spalle.

Mi sentivo fissata ossessivamente. Non mi piaceva.

Cercai nei volti di tutti quello del ragazzo che avrei dovuto eliminare…lo trovai subito, era al primo banco vicino al muro.

…Allora sei tu…

Sorrisi nel aver trovato la mia vacanza come l’aveva chiamato la Madre, ma in qualsiasi ambito ci si trovi una preda resta pur sempre una preda.

‹‹ Mi chiamo Angie e da oggi sarò la vostra compagna. ››

Mi sentivo appagata, quasi come se avessi già il suo cuore stretto nel mio pugno.

Lui era il solo a occupare un posto nella sua fila, i banchi verde scuro erano liberi e pensai con riluttanza di doverne occupare uno anch’io.

‹‹ Angie, che nome grazioso…puoi andare a sederti…mmm…lì. Sì, dietro ad Alessandro. ››

‹‹ Va bene. ››

Mi portai dietro di lui fissando bene il suo aspetto tremendamente normale, capelli castani, pelle colorita, occhi nocciola, magro…normale. E quando una cosa è normale per me è sinonimo di noiosa.

‹‹ Allora Angie! Raccontaci un po’ di te! ››

La professoressa emanava la stessa curiosità da ficcanaso degli alunni, erano irritanti.

‹‹ Non c’è niente da dire su di me. ››

Mi guardava in attesa, come se non avessi parlato affatto.

‹‹ B-Beh…ti sei trasferita in questa città da poco. Da dove vieni? ››

‹‹ Da lontano. ››

‹‹ Ah. ››

I mormorii concitati della classe fecero arrossire l’insegnante a disagio, sperava di mettermi a mio agio.

‹‹ I…i tuoi genitori? Che lavoro fanno i tuoi genitori? ››

‹‹ I miei sono morti anni fa. Incidente stradale. ››

Incidente stradale, torture da parte di creature innaturali…dettagli.

Le risa cessarono e la professoressa perse colore. Non ne capivo il motivo.

Si riprese subito dopo un colpo di tosse e iniziò a mandar giù veloci boccate d’aria.

‹‹ Mi dispiace tanto…ora riprendiamo la lezione. Angie ti converrà recuperare tutti i libri se non vuoi rimanere troppo indietro con il programma. ››

L’accontentai accennando a un sì e presi a disegnare sull’agenda che avevo portato nella sacca la piantina della classe segnando con una X rossa il punto in cui l’umano si trovava, ovvero davanti a me.

Un movimento mi distrasse da ciò che stavo facendo. Il ragazzo si era girato dalla mia parte.

‹‹ Ciao…››, mormorò con tono flebile.

Quando scontrò il suo sguardo con il mio ebbe un leggero fremito…

Il suo fisico avverte il pericolo, e solo che il cervello non se ne capacita.

‹‹ Emh…io sono Alessandro, piacere di conoscerti. ››

Era goffo e impacciato, gli umani erano noiosi.

‹‹ Angie ››, risposi annoiata.

‹‹ Che bel nome, è il diminutivo di Angelina o Angela? ››

Che razza di domanda è?

‹‹ E’ Angie e basta. ››

‹‹ Mh…capito. ››

Il tipo era un idiota. Ripresi a scrivere sull’agenda.

“uccidere al più presto”, con tanto di punto esclamativo.

Odiavo perdere tempo, soprattutto per un imbranato come quello lì.

La Madre me l’avrebbe pagata cara, non poteva permettersi di lasciarmi andare così con tutte le mietiture che c’erano!

‹‹ Scusa se ti ho disturbata eh. ››, il suo tono di voce era velenoso, era diverso da quello goffo di prima. Era un tono simile al mio…

‹‹ Alessandro! Girati immediatamente e stai attento alla lezione! ››

Alzai il capo dal foglio piacevolmente sorpresa da quel suo cambiamento più aggressivo e disdicevole fissandolo mentre assorbiva la batosta data dall’insegnante. Era ricurvo sul banco annoiato fino alla morte, quasi quanto me in quel momento.

Inclinai il capo di lato e cancellai la nota che avevo da poco scritto.

Forse una pausa potevo anche concedermela.

                                          

                                                *************

 

Marta_R92: ti ringrazio per i complimenti ^^ spero di aver messo in luce il personaggio di Angie ora…ti ringrazio per aver voluto commentare il primo capitolo =)

 

MaRtA HaLe: La mia pingu amorosa duddudaddaddà! =D Il tuo Alessandro? v,v e da quando di grazia? Ti ringrazio per aver commentato pingu ‹3

 

dolceGg94: Grazie per esserti interessata così! >.< mi ha fatto piacere sapere che ti ha colpito la mia fan =D spero ti sia piaciuto questo capitolo…

 

space_oddity: *O* ci sei pure tu…quando ho letto la tua recensione mi sono messa a saltellare, te lo può confermare MaRtA HaLe che era presente xD mi fa piacere che tu abbia apprezzato il primo capitolo, continua a scrivere di Chastity! Aspetto il seguito xD a presto.

 

 

                                                                                   

   
 
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