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Autore: Neko    08/07/2010    6 recensioni
Naruto ha trovato una famiglia che lo ha accolto a braccia aperte sin dalla nascita, nonostante la sua condizione di Jinchurichi. Ma qualcosa lo spingerà a scappare e a crearsi una nuova "famiglia"
Genere: Avventura, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jiraya, Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Capitolo 4: Chiarimenti

 

Calò la notte sul villaggio, ma Naruto non tornò a casa come Tsunade sperava.

Il ragazzo non voleva ancora tornare nell’abitazione che lo aveva ospitato per tanti anni e decise di stare fuori il più a lungo possibile.

Si recò sulla montagna degli hokage e si sedette sulla testa del 4° a pensare, tenendo in mano quel copri fronte che il pomeriggio aveva ricevuto dall’hokage.

Lo fissò a lungo, dopo di chè sospirò. Era insicuro sul da farsi.

“Alla fine hai accettato di diventare un ninja di Konoha!”disse una voce che lo fece sussultare“Bhe in un giorno ne hai fatta di strada Naruto

Naruto si girò e sorrise “Sei pazzo a venire qua! E se ti vedono?”

“Ho corso il rischio. Volevo vedere se te la cavavi bene…ma mi sono preoccupato inutilmente!” disse Itachi.

Naruto annuì e tornò a posare il suo sguardo sull’oggetto. Itachi vedendolo pensieroso, gli si avvicinò e lo affiancò sedendosi anch’esso.

“non sembri molto felice di aver ricevuto quel coprifronte!” disse l’Uchiha con aria seria.

“In realtà non so se voglio essere un ninja di questo villaggio. Insomma mi hanno sempre disprezzato e continuano a farlo. Perché ora dovrei combattere per difenderli?” disse il ragazzo stringendo il copri fronte.

Itachi sorrise “Forse sei stato un po’ troppo con noi e preferisci agire per conto tuo, ma non disprezzare così il luogo dove sei nato. Infondo ci sono persone che ti vogliono bene e a cui tu vuoi bene! Se non per il villaggio, combatti per queste persone, poi il resto verrà poco alla volta!”

Naruto ci pensò sopra “per le persone che amo? Cioè coloro che mi hanno sempre mentito?”

“Ti avranno mentito, ma pensavano al tuo bene. Tutti possono sbagliare Naruto, compreso tu. Non te l’ho mai detto per non offenderti e per rispettare la tua scelta, ma penso che tu abbia agito troppo di impulso quando sei scappato di casa. Oltre a fare del male ai tuoi genitori, hai fatto del male a te stesso e sono sicuro che questo concetto ti sia ben chiaro. So bene che in quel momento eri disperato e confuso e che scappare da quello che ti faceva male, ti sembrava l’unica cosa sensata da fare! Ora che sei tornato, hai la possibilità di rimediare ai tuoi e agli errori dei tuoi genitori, anche se non lo ammetti, so che è quello che vuoi” disse Itachi fissandolo, nonostante il ragazzo non lo stesse guardando.

Naruto stette in silenzio per lungo tempo.

Itachi sospirò “comunque sia, so che non li odi e nemmeno questo posto …conoscendoti avresti preferito farti uccidere piuttosto che tornare qui!”

Naruto sorrise tristemente“forse! Ma una parte di me non voleva davvero tornare!”

“per non essere di nuovo preso di mira?” chiese l’uomo.

Annui.

“Sono qui solo da un giorno e mi sono sentito chiamare mostro già un bel po’ di volte…è irritante anche se cerco di mantenere la calma!” disse stringendo i pugni.

“quando Deidara ti chiamava piccolo mostro, però non ti arrabbiavi con lui!” gli disse ricordando i vecchi tempi.

“Scherzi? Gliele suonavo!”

“Giocavate!” ribatté

“Già! Bei tempi quelli! Ma lui lo diceva solo perché a colazione gli fregavo i suoi biscotti, non per offendermi! Bhe poi lui non può definirsi tanto normale dato che ha delle bocche sulle mani! Comunque non è solo per quel motivo che non volevo tornare”

Itachi aspettò che continuasse, ma  vedendo che il ragazzo non era intenzionato a parlare, capì che non voleva renderlo partecipe dei suoi sentimenti e accettò la sua scelta.

Ci sarebbe sempre stato se avesse avuto di lui, ma non lo avrebbe mai costretto a parlare se non ne sentiva la necessità.

Itachi sorrise e scompigliò i capelli del ragazzo.

Naruto lo osservò per un po’ e notando il suo guardo malinconico rivolto verso il villaggio disse “Dimmi la verità, tu vorresti tornare a Konoha vero? Leggo nei tuoi occhi molta malinconia!”

“Che importanza ha? Tanto non posso tornare dopo quello che ho fatto, sono un traditore!”

Naruto sospirò “Ti rivedrò ancora vero? E anche gli altri?”

“Non lo so Naruto, ma se accadrà…vivrò aspettando quel giorno, infondo ti considero come un fratello minore e mi dispiacerebbe perderne un altro!” disse alzandosi e regalandogli un sorriso triste.

Sasuke ti somiglia molto, anche se tu sei meno scontroso…però ti dirò che è un ragazzo interessante!”

“si lo so! Come ti ho già detto, diventerà più abile di me!” disse Itachi in un sorriso.

“lo vedremo! Ci sono già io che ti devo superare!” disse il ragazzo determinato.

 

Naruto!” disse una voce diversa dalle loro.

Naruto si spaventò  e girandosi vide che Itachi era già sparito nel nulla.

“chi sei?” disse il ragazzo portando la mano al suo marsupietto con dentro le armi.

“Non riconosci più il tuo vecchio?” disse l’uomo uscendo da dietro una roccia.

Jiraya!”

“Vedo che ti ricordi ancora il mio nome! Tsunade mi aveva detto che eri tornato. Fatti vedere ragazzo mio!” disse girandogli intorno “Uhm…non c’è male! Fra qualche hanno diventerai un ruba cuori!”

“Non sei cambiato una virgola…sempre il solito pervertito!” constatò Naruto.

eheh…già! Ma dimmi…con chi stavi parlando prima. Ho sentito distintamente due voci provenire da qui!”

Naruto venne colto di sorpresa “con nessuno, te lo sarai immaginato.”

JIraya lo fissò seriamente “stai nascondendo qualcosa!”

“Non sono affari che ti riguardano Jiraya! E se anche fosse, non sarei il primo ad avere dei segreti”

L’uomo sospirò “lasciamo stare e torniamo a casa” disse poggiando una mano sulla schiena del ragazzo come a guidarlo verso casa, ma lo sguardo del sennin, fu attirato da un luccichio e afferrò l’oggetto da cui proveniva.

Era una Katana.

 Naruto, questa è tua?” chiese l’eremita porgendogli l’arma.

Il ragazzo l’afferrò e la tolse dal fodero. Sulla lama c’era inciso un nome scritto con una calligrafia che pochi sarebbero stati in grado di decifrare: Kisame. Il ragazzo sorrise e si strinse al petto l’arma.

 

Una volta rincasati, Tsunade si rilassò. La donna era molto tesa, aveva timore che Naruto potesse scappare di nuovo.

Naruto, mi hai fatto preoccupare!” disse la donna.

“che c’è? Mica ti avevo promesso che sarei ritornato a vivere qui!” disse il ragazzo.

Tsunade lasciò perdere. L’ultima cosa che voleva fare era litigare ancora con lui.

“Dove hai preso quella spada?” chiese la donna, non avendogliela notata prima di allora.

Naruto stringendola disse “è un regalo di un amico!”

“L’amico in questione è per caso lo stesso con cui stavi parlando prima?” chiese Jiraya sperando di fare svuotare il sacco il ragazzo.

Naruto lo guardò storto “Non sono affari che vi riguardano! Quello che è successo in questi anni e coloro che ho conosciuto, non vi devono interessare. Sono fatti miei, avete capito?”

Naruto perché ti comporti così? Noi siamo solo preoccupati per te!” disse Tsunade

Bhe non dovete esserlo!”

“Non puoi chiederci questo. Siamo i tuoi genitori e ovvio che siamo ansiosi. Soprattutto dato che sei così cambiato!” disse Tsunade.

“Che vi aspettavate? Che rimanessi il bambino che piangeva ogni volta che lo insultavano e che correva da mamma e papà per essere consolato?” disse Naruto scappando dal loro sguardo. “Ora sono così, se mi accettate bene se no…due persone in più che mi disprezzano non mi cambiano la vita!” disse quasi a voler convincere se stesso.

Naruto, noi non potremmo mai disprezzarti!” disse Tsunade.

“Allora finitela di farmi pesare il mio modo di essere! Ora vado a dormire se non vi dispiace!” disse sgarbatamente e chiudendo la porta della sua camera dietro di se.

 

Naruto non riuscì a prendere sonno e decise di uscire sul balcone a prendere aria.

Il cielo era limpido e le stelle che lo ricoprivano erano talmente tante che il nero della notte si era fatto di un blu intenso.

 Il ragazzo fissò per qualche istante le stelle e un ricordo gli tornò in mente.

Quando era un bimbo, lui e Jiraya, dopo che quest’ultimo era tornato da un suo lungo viaggio, andavano in un prato vicino e stendendosi sull’erba, ammiravano le stelle. Questo finchè Naruto non si addormentava e allora Jiraya amorevolmente lo prendeva in braccio e lo portava a casa, dandogli il bacio della buona notte e riboccandogli le coperte.

Quando era all’akatsuki gli capitava spesso  di ammirare le stelle, quando non riusciva a prendere sonno, come a voler compiere alcuni rituali a cui era abituato a Konoha. Solo che quando capitava di addormentarsi, nessuno lo andava a prendere per portarlo a letto e lui si risvegliava sulla dura roccia con la schiena dolorante.

Quel pensiero lo rattristò non poco e quando vide una stella cadente non potè fare a meno di esprimere un desiderio. L’unico che esprimeva da anni.

Notò solo poco dopo che nella stanza accanto, che corrispondeva alla cucina, c’era ancora la luce accesa.

Era convinto che i due sennin fossero andati a dormire già da un pezzo dato l’ora tarda.

Si avvicinò alla stanza e dato che la porta era socchiusa, spiò al suo interno.

Vide Jiraya e Tsunade seduti al tavolo, con diverse bottiglie di sakè, alcune svuotate.  Jiraya aveva appena finito di bere il suo bicchierino, mentre toglieva di mano la nuova bottiglia che l’hokage stava per aprire.

“Ora mi sembra che tu stia esagerando, ora non hai più motivo per continuare a bere!” le disse  Jiraya. Era sempre lui a dover fermare la donna quando iniziava a bere.

“Non sei tu a dirmi quello che devo fare!” gli disse guardandolo storto.

Jiraya sospiro e alzandosi si diresse verso la porta d’entrata per andarsene.

Naruto fu incerto sul da farsi. Non capiva cosa fosse successo. Guardò nuovamente in cucina e vide Tsunade con la testa appoggiata al tavolo.

Piano piano entrò e chiamò la donna.

L’hokage si sorprese nel vederlo.

La donna non aveva un bell’aspetto. Era spettinata, e le guance erano rosse, a causa del troppo alcol bevuto.

N-naruto!” disse sopresa “ c-cosa ci fai alzato? Pensavo dormissi!”

“Pensavo anch’io la stessa cosa di voi due!” disse il ragazzo andandosi a sedere sulla sedia di fronte a quella di Tsunade.

“Da quando hai iniziato a bere? Non mi pare di averti mai visto farlo!”

Tsunade abbassò lo sguardo, non voleva dirglielo, lo avrebbe fatto sentire in colpa, ma il ragazzo ci arrivò da solo.

“Quando sono scappato vero?”

La donna sgranò gli occhi e guardò il ragazzo, ma non reggendo il suo sguardo, lo abbassò nuovamente e quel gesto diede conferma a Naruto.

“capisco!” fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre con lo sguardo cercava di contare le bottiglie per poi sospirare.

Jiraya? Dove è andaro a quest’ora?” chiese il ragazzo. Non era suo solito andare in giro di notte. Poteva sparire per dei giorni interi, ma se era a casa, la notte non usciva per nessun pretesto.

Tsunade non fece nessuno giro di parole, ma gli disse la verità “è tornato a casa sua!”

Naruto sgranò gli occhi “C-cosa? a-avete divorziato?”

Tsunade sorrise tristemente “No,Naruto! non siamo mai stati sposati!”

C-come è possibile?” chiese il ragazzo sorpreso.

“Io e Jiraya eravamo sempre stati degli ottimi amici, ma non siamo mai stati una coppia, anche se lui avrebbe tanto voluto. Abbiamo deciso di vivere insieme, quando ti portammo a casa la prima volta, per darti almeno una famiglia normale.  Ogni bambino ha bisogno di una figura femminile e maschile e dato che immaginavamo che non avresti avuto vita facile all’interno del villaggio, volevamo che almeno avessi una famiglia normale!” disse Tsunade triste.

Naruto abbassò lo sguardo per nascondere gli occhi lucidi. Non voleva piangere, Kisame non sarebbe stato contento se lo avesse saputo, ma non poteva farne a meno.

M-mi dispiace!” disse Naruto a bassa voce.

Tsunade sussultò.

“Non lo sapevo. Non posso incolparvi di avermi mentito anche su questo. Non mi avete mai detto di essere sposati, l’ho dato io per scontato!”

bhe forse avremo dovuto comunque mettere in chiaro le cose!” disse Tsunade.

“forse, ma voi avete fatto tutto questo per me e io vi ho ringraziato andandomene via. So bene che non c’è niente di male a essere adottato, ma scoprirlo in quel modo mi ha fatto perdere la testa. Mi sono sentito ferito quando ho scoperto che mi mentivate, avevo paura che anche voi mi odiavaste e che tutte quelle volte che mi avevate detto che mi volevate bene fossero state solo delle bugie, che  voi avevate l’incarico di tenermi a bada e soprattutto che non mi volevate.

Naruto io…” cominciò Tsunade, ma Naruto le chiese di non interromperlo.

“Quando la rabbia e la confusione hanno cominciato a diradarsi ho pensato molto. A tutto quello che avevamo fatto insieme, a quello che voi avevate fatto per me e mi sono reso conto che i vostri gesti non potevano essere dettati dall’indifferenza, ma che mi volevate veramente bene. che a voi non importava se fossi o meno Kyuubi, ma che mi vedevate veramente come vostro figlio. Ho capito anche che ho fatto uno sbaglio a scappare e non posso fare altro che chiedere scusa!”

Tsunade osservò commossa il figlio “Per questo sei tornato?”

Naruto scosse la testa “No, come ti ho accennato ieri, sono tornato perché me l’hanno chiesto, io non volevo tornare!”

Tsunade sgranò gli occhi non capendo.

“Avevo paura! Non solo degli insulti che avrei potuto ricevere dagli abitanti di Konoha, per quanto male possono fare avrei potuto sopportarli, ma non avrei potuto sopportare un vostro rifiuto. Adesso avreste un valido motivo per non volermi più con voi. Vi ho fatto preoccupare per  quattro anni, non vi ho detto che stavo bene e soprattutto l’ultima cosa che vi ho detto prima di andarmene e stata “vi odio”. Avevo paura che questa volta non mi avreste perdonato l’ennesima cretinata da me compiuta. Da piccolo ho fatto di tutto e mi avete sempre dimenticato qualsiasi cosa, ma l’odio è qualcosa che difficilmente si dimentica e questo lo so meglio di chiunque altro. Sentendomi odiato tutti i giorni della mia vita so cosa si prova. Io non credo di riuscire a perdonare l’intero villaggio per tutto quello che mi hanno sempre fatto e quindi credo che anche voi non possiate perdonarmi!” disse Naruto a testa bassa stringendo i pugni sulle gambe, mentre qualche lacrima sfuggiva al suo controllo.

Tsunade si alzò di scatto a abbracciò il ragazzo, il quale si sorprese.

Era da tanto che desiderava sentire quell’abbraccio e gli sembrava quasi come se il tempo si fosse fermato.

Naruto, io ti ho perdonato il giorno stesso che tu sei andato via e anche Jiraya, l’unico nostro desiderio era che tu tornassi con noi e che stessi bene, che ci perdonassi per averti mentito e che non ci considerassi dei  cattivi genitori. L’unica cosa che ci interessa e che tu sia felice piccolo mio!”

A quelle parole Naruto non potè resistere, abbracciò forte la madre come a non volerla lasciare più andare.

 Rimasero abbracciati per diversi minuti, finchè non fu Tsunade a sciogliere l’abbraccio prendendo il viso del ragazzo tra le mani e asciugandogli le lacrime.

“Non dovresti piangere, sei un ometto ormai!” disse sorridendo.

Naruto mise un finto broncio “Anche tu stai piangendo!” disse pulendosi il volto con la manica della tuta.

Tsunade sorrise poi disse “Forza, è tardi ci conviene andare a dormire!”

Il ragazzo annuì.

“Vuoi dormire con me?” chiese Tsunade amorevolmente. Quando era piccolo Naruto andava spesso nel letto con lei quando non c’era Jiraya e adorava addormentarsi tra le braccia della madre.

“Mamma, hai detto che  sono un ometto e ora mi chiedi di dormire con te, come se fossi un poppante?”

Tsunade rise “Hai ragione, scusa!”

Ci fu silenzio, poi con il rossore sulle guance Naruto disse timidamente. “Penso che per sta notte, mi comporterò da moccioso, ma io voglio dormire dalla parte destra!” e detto ciò corse nella stanza della madre.

Tsunade non potè fare a meno che sorridere a vedere che le cose stavano tornando lentamente come una volta.

 

*****************
 fine 4° capitolo

Spero vi sia piaciuto.

Forse la scorza dura di Naruto è ceduta un po’ troppo presto, ma spero che si sia capito che si comportava in quel modo per difendersi, anche se in realtà è ancora un bambino è

Sente il bisogno di sentirsi amato dai propri genitori.

Ringrazio per le recensioni, che sono tante per il mio solito standard e non potrei esserne più felice.

A presto con un nuovo capitolo.

Neko =^.^=

  
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