L’hai vista anche tu, vero?
by sevy
Minerva entrò nel
proprio ufficio (no, non in quello della presidenza, il suo vero ufficio) ancora piuttosto irritata,
con tutta l’intenzione di insultare Rolanda ancora per mezz’ora per averla
costretta ad andare a venire alla festa, ma tutto questo svanì dalla sua mente
quando vide Albus. Era girato verso la finestra, ignaro che lei fosse nella
stanza, le spalle erano lasciate cascare verso il basso. Stava immobile in
qeusta posizione, senza muovere un muscolo. Sfuggì un debole sospiro.
“Albus?” L’uomo si
girò.
“Oh, ciao Minerva”
sorrise, e per chiunque altro sarebbe stato un sorriso normale; ma per lei, per
lei che lo conosceva da così tanto tempo, che lo amava da così tanto tempo, era
chiaro che era un sorriso forzato.
Questa volta fu
lei ad avvicinarglisi, e a mettergli un braccio intorno alle spalle. Entrambi
furono sorpresi da questa dimostrazione di affetto poco usuale per lei.
“Che succede?” gli
chiese, con voce sorprendentemente dolce.
“È impossibile
nasconderti qualcosa, vero?” rispose Albus, in un tentativo di sembrare di
buonumore. Lei non rispose nulla: aspettò.
“È strano, sai?
Essere invisibile intendo. Più che altro quasi inesistente. Mi sento così…
inutile. Prima ero sempre impegnato, cercando di essere utile, e ora sono solo
un peso per te. E la cosa peggiore è che, nonostante ciò che devo aver
evidentemente pensato quando mi sono scritto quella lettera, non riesco a
capire perché… e qualcosa mi dice che è un motivo talmente semplice! Ti sto
rovinando la vita… anche oggi a colazione. Mi dispiace che tu sia stata
costretta ad andare per colpa mia.” Rise, ma era una risata amara. “Ironico,
no? Passare da essere probabilmente la persona più utile del mondo magico ad
essere un peso.”
Minerva lo fissò
intensamente negli occhi, che erano ora senza il brillio che li
contraddistingueva.
“Albus, ascoltami
bene. Tu non sei, e non sarai mai inutile, tanto meno un peso. Perché pensi che
tutte le mie amiche mi ritengano strana, ultimamente? Perché sono felice,
Albus. Così felice come non sono stata da due anni, da quando sei morto. Quindi direi che sei molto utile. Forse non
per il mondo, adesso, ma Albus, sei un uomo. Non puoi reggere la volta celeste
per l’eternità. Sei utile a me, Albus. Non penso che potrei farcela senza di
te. Quanto alla festa, be’, pazienza, non è successo niente! Vorrà dire che
starò là cinque minuti, ripensando alla fortuna che hai nel non venire, poi
fingerò un mal di testa e tornerò qua. Ha sempre funzionato, finora, non vedo
perché non dovrebbe.”
Silente ridacchiò.
“Grazie per aver
tirato su di morale un vecchio pazzo. Mi dispiace che tu abbia dovuto essere
presente in questo momento di debolezza.” Aggiunse poi, rivolto alla donna.
“Non sei vecchio!”
protestò subito la donna, scandalizzata.
“Ah, vedo che non
hai protestato riguardo al “pazzo”” ridacchiò Silente.
“Be’, neppure io
posso negare l’evidenza, vero?”
I due risero.
“E riguardo a ciò
che hai detto prima, non ci pensare neppure a scusarti. Sarò sempre presente
quando avrai bisogno di me, non importa cosa succederà, chiaro, Albus?”
“Non sembra che io
abbia possibilità di sfuggire da questa bellissima prospettiva.”
“No, nessuna
chance.” Sorrise la donna.
“Allora mi arrendo
all’inevitabile” disse Albus inchinandosi giocosamente a Minerva.
Alla strega venne
in mente una cosa, improvvisamente:
“Albus, ti va di
andare a vedere quanto orribile è il vestito che Rolanda mi ha scelto? Così che
io lo possa cambiare, in caso sia proprio terribile… non avevamo accordi su
questo, dopotutto” aggiunse con un occhiolino (stava proprio cambiando: dove
era finita la severa, austera professoressa McGranitt? Ma il punto era proprio
questo: adesso non era, non voleva essere la professoressa McGranitt. Voleva
essere semplicemente Minerva.).
“D’accordo. Ma
dopo ti porto a scoprire un po’ la vita”. Affermò il mago, sorridendo
affabilmente.
“Cosa?” Chiese dubbiosa.
“Ti fidi di me?”
“Certo!” il tono
in cui lo disse, quasi indignata, lo fece sorridere.
“Allora non far
domande. Capirai.” Ora il brillio negli occhi era tornato, intenso.
Si diressero verso
le camere personali che una volta erano appartenute ad Albus, e trovarono sul
letto un magnifico abito color rosso e oro.
Silente la esortò
a provarselo.
Minerva protestò.
“È così attillato!
E ha anche una piccola scollatura… sai che non potrei mai mettere niente del
genere, men che mai di fronte agli studenti!”
“Provatelo, e se
potrai sinceramente dire che non ti piace, ti prometto che ti lascerò in pace.”
L’insegnante di
Trasfigurazione si arresse con un breve sospiro e si diresse verso il bagno per
cambiarsi. Davanti allo specchio, dovette ammettere a se stessa che l’abito,
per quanto presentasse i caratteri che temeva, non le dispiaceva.
Si cambiò di nuovo
e tornò da Albus.
“Come! Il tuo
fedele e fidato amico non può vederti in quel meraviglioso abito?” chiese
Silente, una mano sul cuore, fingendo (in modo disastroso) di essere ferito.
“No, non sperarci.
Non fino al ballo, almeno” Aggiunse.
“Sapevo che
avresti ceduto!” rise Silente. Minerva si limitò a scuotere la testa,
divertita.
“E ora… è il
momento di farti scoprire la vita” esclamò allegro.
“Che cos…” Prima che
potesse finire la frase, Albus l’aveva presa per mano ed era corso fuori della
stanza, mentre lei aveva cercato di stargli dietro inciampando.
“Dove stiamo
andando?” chiese, senza fiato.
“Al ripostiglio
delle scope!” rispose Silente, non rallentando minimamente.
“Al ripostiglio
delle scope? Per quale assurdo motivo?”
“Per quale motivo
in genere si va in un ripostiglio delle scope?”
Minerva arrossì
pensando che era una meta amata dagli studenti per baciarsi indisturbati.
“Per prendere una
scopa, suppongo” replicò, invece.
“Esatto” fu
l’unica risposta che ricevette.
Minerva non ebbe
il tempo per chiedere altro, perché erano arrivati a destinazione: Silente
afferrò due manici di scopa, ne rese invisibile uno (non sarebbe stata di certo
una cosa di tutti i giorni vedere una scopa volare da sola in giro per
Hogwarts), e porse l’altro alla collega.
“Che cosa vuoi
fare?” chiese incerta la professoressa.
“Oggi fai davvero
domande inutili, Minerve, non fanno onore alla tua bellissima mente” commentò
Silente, gli occhi che brillavano. “Cosa pensi che si possa fare con una scopa?
Volare, naturalmente!”
“Volare?” ripeté
la professoressa McGranitt titubante.
“Sì, volare!”
esclamò l’uomo, montando sulla scopa e sfrecciando verso l’esterno.
“Albus, siamo
nella scuola! Non puoi …” Ma Silente non
mostrava alcun segno di aver sentito, così la strega si arrese e, balzata sulla
scopa, si precipitò verso l’amico.
Alcuni studenti si
spostarono in fretta dai corridoi, guardandola con occhi che mostravano tutta
la loro sorpresa: dove era finita la severissima professoressa McGranitt?
La donna, intanto,
stava mentalmente maledicendo Silente per questa idea assurda. Chissà cosa
aveva progettato di fare, poi!
Il mago iniziò a
volare sopra il perimetro di Hogwarts, accanto a Minerva, con il vento che
sferzava i loro volti.
Passarono sopra la
Foresta Proibita, da cui ebbero una splendida visuale del castello, zigzagarono
fra varie torri di Hogwarts stessa e poi tornarono verso il Campo di
Quiddich.
Mentre stavano
passando per gli anelli del Portiere, Silente si voltò verso di lei, per
osservarne la reazione, e non fu dispiaciuto da quel che vide: la
professoressa, con le gote arrossate e gli occhi lucenti, sembrava divertirsi
molto.
Sorprendendolo,
lei si cimentò in alcune mosse piuttosto sorprendenti con la scopa.
“Non penserai che
io sia diventata Capitano di Quddich di Grifondoro per niente, vero?” rise la
donna.
“Non ho mai
pensato così, mia cara. Anche se, certo, penso di aver sottovalutato le tue
capacità” . Lei rise di nuovo.
Albus si abbassò
di colpo, puntando verso il lago. Ormai incuriosita, la donna non esitò a
seguirlo. Arrivato al lago, il mago sporse una mano verso la superficie,
lasciandola scorrere.
“Che stai
facendo?” chiese Minerva stupita.
Silente non
rispose; le prese la mano e la appoggiò sulla superficie dell’acqua. La
McGranitt ebbe un attimo in cui volle ritrarsi, pensando a cosa avrebbero detto
i suoi colleghi e studenti, ma considerando cosa avevano già detto fino ad
allora, decise che non le importava.
La professoressa
sentì uno svolazzo d’aria, e si accorse che i capelli corvini le erano ricaduti
sulle spalle.
“Albus!” lo rimproverò.
Non lasciava mai, mai, i
capelli sciolti. Questi si limitò a farle l’occhiolino.
“Niente proteste,
Minerva”
Da una finestra
del castello, tre adolescenti sorridevano guardando la professoressa
apparentemente sola divertirsi.
Fu così che la
professoressa passò il resto della giornata: probabilmente il primo pomeriggio
libero che si era presa da anni.
Tornò nelle
proprie stanze ridendo ancora insieme ad Albus, sorpassando Poppy e Pomona, che
la fissavano a bocca aperta.
“M-minerva! Tu…”
“Ciao anche a voi”
fu la risposta sorridente.
“Tu.. i capelli…”
La McGranitt
scosse il capo allegra.
“Anche tu hai dei
bellissimi capelli, Poppy. Ora scusami ma sono un po’ stanca” Così dicendo
entrò nelle stanze della Presidenza.
Le due donne
rimasero fuori, a fissarsi. Dopo alcuni minuti di silenzio,Poppy chiese
esistante: “L’hai vista anche tu, vero?”
L’altra annuì,
ancora incapace di parlare.
“Gli altri non ci crederanno mai”.
Ok, so che è passato molto tempo, e neanche io pensavo che avrei più continuato questa fic. Ma dopotutto ci sono affezionata, quindi c'è una speranza che io continui a scrivere, con tempi piuttosto lunghi.
Questo capitolo è un po' di passaggio, ma volevo donare un pomeriggio di divertimento anche alla professoressa McGranitt: so che può sembrare OC, ma dopotutto, ogni persona ha vari lati che in genere rimangono nascosti, no?
Devo assolutamente ringraziare chi recensisce, perché senza di voi, ragazzi, questa storia sarebbe finita in un cassetto!
dublino: Grazie mille per la tua recensione, e per essere così fedele! Oggi ho letto il tuo commento e ho deciso: ok, oggi voglio aggiornare la fic, dunque sappi che hai il merito di questo capitolo ;-)
Sono d'accordo con te riguardo ciò che hai detto su Silente: anch'io ammiro questa sua caratteristica, che penso sia importante in ogni persona.
Sei meravigliosa, ti devo ringraziare mille e mille volte!
Cruel Angel: grazie per il tuo sostegno, sei stata un conforto prezioso, e non lo dico tanto per dire! Spero che il capitolo non ti abbia deluso. Aggiorna presto anche tu, sai che adoro le tue storie!
Riguardo una tua domanda in uno dei capitoli precedenti: ups... no, non hanno le mani... volevo dire in zampa! Cercherò di correggere :-)
Il capitolo che ti ho dedicato è meritatissimo, non sapevo come altro ringraziarti per le tue meravigliose storie...
fa92: Ti ringrazio del tuo commento! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se non c'è Rolanda!
PinkMoonlightPrincess: Ciao! Grazie per la recensione! Come avrai capito anch'io adoro la coppia. Concordo con te, in effetti non riesco a non vederli insieme! E' un peccato che non se ne sia accorta anche la Rowling! Continua a seguirmi (anche se ci vorrà un po') :-)