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Autore: martolaANDannie    13/07/2010    0 recensioni
Un ragazzo biondiccio ci guardava con attenzione, studiando ogni nostra espressione e ogni movimento. Nel centesimo di secondo in cui incrociai i suoi occhi mi sentii ribollire.
-E tu saresti?-, chiese Martina, con un pizzico di ironia.
Lui ridacchiò beffardo e rispose con ovvietà. -Peter, piacere ragazze.-
Grugnii in risposta e feci per voltarmi, ma una seconda presenza mi trattenne. A fianco del cosiddetto Peter, c'era un altro ragazzo. Alzò lo sguardo verso di noi.
I capelli scuri erano corti e sparati, sicuramente con l'aiuto del gel. Mi sorrise e si sporse in avanti.
-Piantala di fare lo sbruffone.-, disse. Percepii un tono di ira repressa nella sua voce, ma mi sentii subito meglio.
Dopo aver lanciato uno sguardo infuocato al biondo si presentò con dolcezza. -Io sono Alex. Lieto di conoscervi.- FIC SCRITTA A DUE MANI!
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2:

 

Salve a tutti! Emh, siamo un po' in ritardo, vero? Beh, scusate, ma siamo state molto impegnate con la scuola e tutto il resto. Comunque, sia chiaro, abbiamo intenzione di continuare e concludere la storia, anche se con lustri ritardi ù___ù

Grazie a chi ha letto, a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite, a chi ci ha ricordate, o anche a chi ha solo dato una sbirciatina! :)

Un grazie particolare a:

PizzaPazza: grazie per la recensione! Ci ha fatto molto piacere ^-^ Speriamo continuerà ad interessarti e che continuerai a seguirci! un bacio!

Veniamo al capitolo!

Le nostre ragazze sono in viaggio verso il campus, ma hanno già fatto conoscienza con due affascinanti giovanotti. Tuttavia non è tutto rose e fiori, e non lo sarà affatto! C'è qualcosa di strano, non solo nei loro nuovi 'amici', ma nel campo in generale e in loro stesse. Cercheranno di capire di cosa si tratta, ma non sarà un'impresa facile!

In questo capitolo c'è solo un piccolissimo assaggio.

Lasciateci un commentino e fateci sapere che ne pensate!

Buona lettura!

Annie

 

 

Martina

 

-Marty, svegliati!

Le parole di Anna mi colpirono il timpano più forte di un martello pneumatico.

-Uh? Che c'è?

-Siamo arrivati!- indicò tutti quelli che si stavano alzando in piedi e si accingevano a scendere dall'autobus.

-Mmmh... Quanto ho dormito?

-Un'oretta. Ora riprenditi e scendiamo- mi strattonò il braccio.

Mi rassegnai, presi lo zaino e mi feci largo debolmente tra gli altri. Ormai fuori, andai a cercare la valigia, ma fu la valigia a trovare me.

-Ehi, Martina! Ben svegliata! Questa dev'essere tua- disse, porgendomi il trolley lilla.

-Ehm... Sì... Grazie Peter...Ma come fai a sapere che è mia?

-Qui l'unica che si chiama Martina sei tu!

In quel momento sentii un gruppetto di ragazze che civettava poco lontano da noi. Urlavano il nome Martina, ma guardavano una biondina del loro gruppo.

Lanciai uno sguardo interrogativo a Peter.

-Ok, ho chiesto alla tua amica!

Anna si avvicinò. -Non mi hai chiesto un bel niente!

Lo guardai sempre più curiosa e assonnata.

-...Ho... Tirato a caso?

Anche Alex venne da noi. -Piantala, sbruffone!- sembrava piuttosto infastidito.

-Beh- sbottai -Grazie comunque! Non importa, la valigia è mia, punto- l'afferrai, assonnata e confusa e presi anche Anna per un braccio -Ciao ragazzi, noi andiamo a prendere le chiavi del bungalow!

E mi defilai, tra le proteste inascoltate di Anna.

-Secondo te come faceva a saperlo?- mi chiese.

-Non lo so- risposi, secca. Ero fissata con le cose strane e sovrannaturali, ma non ci avrei mai creduto più di tanto. -Lasciamo stare.

Anna fece spallucce e cominciò a chiedere a qualcuno dove fosse quella che io chiamavo 'reception', ma non sapevo il suo vero nome. Forse era la stanchezza, forse la distrazione, ma non riuscii a starle dietro con la testa.

Ma, non si sa come, trovammo la 'reception', le chiavi e anche il bungalow.

Appena mi trovai davanti alla casetta di legno, mi risvegliai di colpo e tolsi di mano le chiavi ad Anna, che, tra molte proteste (come al solito quando facevo una qualsiasi cosa), mi corse dietro quando capì cosa volevo fare.

Arrivai davanti alla porta, infilai la chiave nella serratura, girai e spinsi in avanti. E avevo così la prima panoramica della stanza. E...

...Letto a castello!

-IO STO DI SOPRA!!!- urlai, mentre lanciavo lo zaino sopra il letto.

Sentii un 'NOOOOOOOOOOOOOOOOO' al rallentatore da parte di Anna mentre consolidavo la mia egemonia sul letto di sopra andandomici a sdraiare.

Lei mi guardò con aria sconfitta. -Me l'hai fatta!

-Eh beh. Tu hai fatto il viaggio vicino al finestrino.

-Almeno lasciamelo anche al ritorno!

-Uhm. Vedremo.

-Sei crudele!

-Lo so- dissi, mentre affondavo la testa nel cuscino.

Lei si rassegnò. -Uhm. C'è anche il bagno. Mi faccio una doccia, dai.

-Ok. Io allora vado a cercarmi un posticino tranquillo in giro- come al mio solito.

-Va bene! Quando torni?

-Tra un po'. Mezz'ora, un'ora. Non più tardi.

-Eh, magari poi disfo anche la valigia.

Detto questo, uscii dal bungalow, facendo attenzione a ricordami il numero.

Girovagai per un po', finchè trovai una tranquilla spiaggetta sul lago, vicino a un prato pieno di fiori di campo. Il mio posto ideale.

Nel frattempo mi ero procurata un regolamento e una mappa del campeggio.

Mi sedetti sulla sabbia e lasciai che per un po' il venticello mi accarezzasse dolcemente e il rumore dell'acqua mi rilassasse completamente. Poi presi la mappa.

Uhm. Un bar, una mensa, una discoteca, un palco per concerti, il lago, la spiaggia, la piscina, i negozietti con le cose essenziali... E il tutto circondato da una foresta! Wow!

Il regolamento...

  1. E' severamente vietato fumare, bere alcolici e fare uso di stupefacenti.

  2. E' severamente vietato inquinare l'ambiente in qualsiasi modo e disturbare la fauna locale.

  3. Bisogna rispettare gli orari per la colazione (dalle 8 alle 9 e mezza durante la settimana, dalle 8 alle 10 e mezza il sabato e la domenica), per il pranzo (dalle 12 alle 13 e 30) e per la cena (dalle 19 alle 20 e 30).

  4. E' severamente vietato attraversare la foresta, a meno che non sia un'escursione organizzata dagli animatori.

  5. E' severamente vietato lasciare il campo, tranne su autorizzazione o per una gita organizzata dagli animatori.

  6. E' permesso l'uso di cellulari, lettori MP3, radio, computer portatili e altri dispositivi elettronici, ma senza esagerare. Questo è un campo in cui si socializza.

Uhm. Severamente vietato attraversare la foresta? Uh, l'avrei fatto subito.

 

Anna

 

Mi guardai ancora un po' intorno e poi mi avviai verso il bagno, dopo aver tirato fuori dalla valigia il minimo indispensabile.

Mi infilai sotto la doccia e lasciai che l'acqua tiepida scivolasse lungo il mio corpo.

Avevo bisogno di riflettere e quello era sicuramente il modo più efficace che conoscessi. O per lo meno che funzionasse.

Chiusi gli occhi e ripensai agli ultimi avvenimenti. Da quando ero salita sul pullman avevo percepito una strana sensazione. Ma non sapevo spiegarmi cosa potesse significare e tanto meno come mi sentii. Erano troppe le emozioni concentrate in un unico momento.

Pensai che magari era stato dovuto all'agitazione dell'imminente partenza, ma anche una volta arrivati al campus non era cessata. Anzi, cresceva ogni volta che incrociavo qualcuno.

Avrei dovuto indagare. Avrei dovuto capire.

E poi.. Poi c'era Alex.

Vicino a lui era diverso. Tutto si annullava. Quelle sensazioni, quei presentimenti.. Tutto svanito.

Di certo era un bel ragazzo, ma non era quello che mi aveva attirato. Il suo comportamento, forse. Con uno sguardo era riuscito a calmare quello che stavo provando.

Non aveva senso.

Sospirai, non riuscendo a trovare anche solo una spiegazione plausibile.

Dopo qualche minuto uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano, tornando poi in camera per vestirmi.

Mentre guardavo fuori dalla finestra notai Martina avvicinarsi alla porta dell'ingresso.

-Ciao Marty- salutai, non appena sentii che era entrata -Già di ritorno?

Lei annuì. -Sì, ho solo fatto un giretto qua intorno.

Mi voltai a guardarla. Sapevo che probabilmente non ero stata solo io ad avere quelle strane sensazioni, quindi decisi di parlargliene.

Magari in due saremmo riuscite ad arrivare a un punto con un po' di logica.

Mi sedetti sul letto e aspettai che facesse altrettanto.

-Senti...- cominciai, grattandomi una guancia.

Dopo averle spiegato a grandi linee, si alzò e iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza.

Attesi che si calmasse e che riordinasse le idee, ma non sembrava molto intenzionata a farlo. Sbuffai. -Allora?

Martina finalmente smise di cercare di fare un buco nel pavimento e sospirò. -Vedi io... In un certo senso ho avuto le stesse sensazioni... in modo contrario, però.

Fantastico. La situazione era ancora più complicata di quanto pensassi. -Bene,- esordii - quindi secondo te cosa significa tutto questo?

Lei roteò gli occhi annoiata. -E che ne so! Magari siamo noi che siamo paranoiche.

Non trovai un pretesto per controbattere. Effettivamente, lo eravamo... E non poco. Nonostante ciò non credevo che si trattasse di una nostra fantasia un po' troppo ingrandita.

Forse avremmo dovuto aspettare a tirare conclusioni e vedere cosa sarebbe successo più avanti. Dopotutto eravamo in quel campus da meno di ventiquattro ore e avevamo già costruito castelli in aria. Scossi la testa.

-Be', aspettiamo, magari passerà.

-Già... aspettiamo. Nel frattempo che ne dici di andare a mettere qualcosa nello stomaco?- sfoderò uno dei suoi sorrisini da cucciola affamata.

Risi. -Ottima idea.

 

Martina

 

-Fame, cibo, cibo, voglio mangiare!- pronunciai la solita formula che partoriva il mio cervello per far capire agli altri che avevo bisogno di addentare qualcosa. Qualsiasi cosa.

-Sì, sì, ecco, siamo arrivati al bar!- disse Anna, per tenermi a bada.

-Bar! Gelato! Fresco!

-Ok, ora smettila di rispondere con frasi senza verbi!

-Ok- promisi -Tu non vuoi niente?

-No- disse lei, facendo l'altezzosa -Non sono un pozzo senza fondo come te.

Sbuffai. -Bah- lei si sedette ad un tavolo, mentre io andavo verso il bancone.

-Prendo...- pensai -Questo gelato- lo indicai sul tabellone affisso alla mia destra.

-Certo, subito- disse il barista, che si allontanò per andarmelo a prendere.

-Ehi, chi non muore si rivede, vero?

Mi voltai e poi vidi l'oggetto, anzi, il soggetto delle mie preoccupazioni. -Bella, bella frase. Devo ammetterlo. Molto lugubre...

-Eppure si usa- disse Peter -Comunque ho dovuto carpire il tuo nome dalla tua valigia. Non ti sei presentata ufficialmente- pronunciò queste ultime parole con tono sensuale. Volevo svenire, ma evitai.

-Ehm, scusami, per me l'educazione è un'opinione... Piacere-dissi con ironia -Mi chiamo Martina.

Lui rise. -Martina. Ha un bel suono. Deriva dal latino, vero?

Qualche volta avevo cercato le origini e il significato del mio nome, ma nessuno mi aveva mai chiesto qualcosa a riguardo. -Eh... Sì. 'Dedicata al dio Marte'. Palloso, vero?

-Tutt'altro- disse lui, quasi sorpreso dal sentirmi dire così -Marte era il dio della guerra. La guerra non è pallosa. E' un fenomeno sociale che porta cambiamenti nella cultura, nella religione, nell'arte, nel costume, nell'economia, nei miti, nell'immaginario collettivo... Marte aveva il mondo in pugno.

Rimasi meravigliata dal suo discorso. Era bello, intelligente e gentile. Dov'era l'inghippo?

Cercai di rispondere, ma non trovai argomenti validi.

-Spero di rivederti questa sera dopo cena. Che ne dici? Vorrei conoscerti meglio.

Cervello? Cervello? Mi senti? Vorrei una mano.

-Ehm... Certo- sorrisi.

Presi il mio gelato, salutai Peter e tornai da Anna, che mi guardava in modo strano.

  
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