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Autore: Nunki    22/09/2005    6 recensioni
One shot!
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi avevo voglia di scrivere e mi è venuta questa one-shot, naturalemente Ron/Hermione. Che ne pensate? Nuova pagina 4

Sette anni di repressione, sette anni senza riuscire mai a dirle quello che provo. È una sensazione terribile, quando mi è vicina il mio corpo e la mia mente cominciano a lottare. Il mio corpo vuole toccarla, stringerla a se, accarezzarla, baciarla, ma la mia mente dice che non devo, non posso, sarebbe troppo doloroso se lei mi respingesse, e poi sono troppo codardo per provarci.

Adesso lei sta qui, seduta vicino a me parlando con Ginny e le mie mani fremono in quella continua lotta “voglio ma non posso”. Non riesco a sentire quello che dice anche se sta a pochi centimetri da me, sono troppo preso ad osservare i gesti delle sue mani, il movimento delle sue labbra che non mi accorgo di sembrare pietrificato tanto che mia sorella mi sventola una mano avanti agli occhi risvegliandomi.

“Ron, tutto bene?” mi chiede Ginny.

“Come?” dico rendendomi conto di quello che stavo facendo e voltandomi verso lei. “Si, si tutto bene, stavo solo pensando”

“A cosa?” domanda mia sorella con un sorrisino ironico.

“Niente di importante, e poi non sono affari tuoi” le dico sentendo il mio volto infiammarsi.

Mi volto verso Hermione e vedo che anche lei è diventata leggermente rossa e sfugge al mio sguardo reprimendo un sorriso. Mi rendo conto di aver dato spettacolo e che anche lei si deve essere resa conto di come la fissavo. Sempre il solito stupido.

“Devo andare un attimo in camera mia, ho dimenticato di fare una cosa” trovo la prima scusa che mi viene in mente per allontanarmi da quell’imbarazzante momento e mi dirigo verso le scale salendo fino alla mia stanza. Entro e mi getto sul letto, di un colore fiammante quasi come la mia faccia e mi torturo i capelli guardando il soffitto pieno di crepe.

“Ron, la devi smettere di fare così, stai diventando patetico. Un giorno pure ti metterai a sbavare guardandola” mi dico a bassa voce ripensando quello che ho fatto pochi minuti prima. “Quanto sei stupido. Che ci vuole a dirle quello che provi. La prendi in disparte e le dici: Hermione mi sono innamorato di te e poi la baci. Si, così ti comincia a ridere in faccia e non riuscirai mai più a parlarle o a guardarla in vita tua. Il che sarebbe una vera tragedia. Uffa come è complicata la vita!” continuo a parlare tra me e me e non mi accorgo che la porta della mia stanza viene aperta.

“Ron, tutto apposto?”

Salto dal letto e mi rendo conto che sotto l’arco della porta c’è Hermione che mi guarda con uno strano sguardo e stranamente rossa in volto. Lei, qui, nella mia camera, sola con me mentre tutto il resto della famiglia sta cenando nel cortile. Penso che la mia mente stia per crollare insieme al mio corpo.

“Ehm si, tutto apposto, ma… ma tu che ci fai qui?” come ho fatto a non sentirla salire con tutto il rumore che fanno quelle scale?

“È quasi un quarto d’ora che non ti fai vedere giù, pensavo ti fosse successo qualcosa” disse Hermione buttandosi una ciocca di capelli dietro le spalle e guardandomi con aria preoccupata. Ero stato tutto questo tempo sul mio letto senza rendermene conto? Sto proprio perdendo la testa!

“Oh, forse mi d-devo… mi devo essere addormentato” le dico incespicando nelle parole per trovare una scusa accettabile. “Ora è meglio scendere, non vorremo far sentire la nostra mancanza?” non posso stare solo con lei nella mia stanza troppo tempo e mi dirigo verso la porta passandole molto vicino e sfiorandole la mano. La lotta ricomincia, devo resistere e continuare per la mia strada.

“Comunque, io non riderei” mi arriva la sua voce tremolante alle mie spalle. Mi volto rapidamente sbarrando gli occhi e sentendo ancora una volta il mio volto infiammarsi. Aveva capito bene? Lei aveva sentito tutto? O si riferiva a qualcosa che aveva detto giù e che non si ricordava?

“P-puoi r-ripetere?” le chiedo balbettando.

Hermione abbassa lo sguardo, anche lei leggermente rossa in volto. “Bè, si, se… se mi baciassi non riderei” la voce e le mani le tremavano.

Allora aveva sentito tutto quello che avevo detto prima. E adesso mi stava anche prendendo in giro.

“Stai scherzando, vero? Mi stai prendendo in giro?” se lo stava veramente facendo non era affatto divertente. Non poteva giocare così con i suoi sentimenti.

“No, non sto scherzando” e così dicendo mi guardò negli occhi. A quello sguardo non riuscii a capire più niente. Il mio corpo mise k.o. la mia mente e l’afferrai per la vita. La strinsi forte e la baciai. Le mie gambe sembravano diventate molli e quasi non riuscivo a tenermi in piedi. La sua mano mi accarezzò la guancia e a quel gesto capii di star per morire, se non fosse stato per il mio cuore che batteva terribilmente forte nel mio petto lo avrei pensato veramente. Le sue labbra premevano dolcemente contro le mie. Era fantastico, non avrei mai voluto staccarmi da lei, avrei voluto restare lì, legato a lei per sempre. Ma Hermione all’improvviso si staccò da me, tutto finì, avevo paura che se ne sarebbe andata ma così non fu, mi guardò negli occhi e mi gettò le braccia al collo.

“Ron, anche io ti amo” mi sussurrò all’orecchio. La strinsi più forte a me, i suoi capelli mi accarezzavano il mento. Che attimi fantastici.

“Ma hai sentito tutto quello che dicevo?” le chiesi con un sorriso.

“Si, quasi tutto, ti ero venuta a cercare e ho sentito che stavi parlando e casualmente ho ascoltato” mi disse con uno sguardo furbo.

“Casualmente?” le chiesi. “Non si ascolta ‘casualmente’ una conversazione di un quarto d’ora”

Hermione arrossì violentemente.

“Bè… ho iniziato ad ascoltare per caso poi… poi ho deciso di entrare ma… ma…” balbettava e sfuggiva al mio sguardo.

“Hermione” fermai quel suo tartagliare, le sollevai il mento facendo cadere i suoi occhi sui miei. “Non mi importa” e la baciai di nuovo.

Cercai di rendere quel bacio più intimo e profondo e lei me lo fece fare. Le nostre lingue si toccarono, si sfiorarono. E quel secondo bacio mi fece quasi accasciare a terra, troppe emozioni in così poco tempo il mio cervello non poteva proprio sopportarle. Mi separai da lei. “Scusami ma devo sedermi” che imbarazzo.

“Non ti senti bene?” la sua voce di nuovo preoccupata. Mi sedetti sul letto e la guardai, che vergogna che provavo.

“E io dovrei essere il sesso forte. Non mi hanno più retto le gambe dall’emozione. Patetico, vero?” le dissi grattandomi la nuca. Lei si sedette sul letto accanto a me, mi passò una mano tra i capelli e mi guardò sorridendo.

“Sai, credo che tu sia caduto perché mi stavo aggrappando a te, anche le mie gambe non mi reggevano” era anche per questo che l’amavo, sapeva sempre come farmi sentire bene.

“Sai che ti amo, vero?” avvicinai la mia fronte alla sua e la baciai di nuovo. Come prima ma con la consapevolezza che non l’avrei mai più lasciata, per nulla al mondo.

   
 
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