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Autore: dream_more_sleep_less    20/07/2010    2 recensioni
Questa è una mia idea di come possa essere stato il passato di Hisoka. I suoi genitori sono prestigiatori e viene allevato dalla sua balia Carmen, e ora che i uoi genitori partono per l' ennesima tourne lui incontra Miyu, la figlia di Carmen... (nuovo personaggio)
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisoka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando riaprì gli occhi vide la mano di Hisoka che teneva la sua, e lui che correva affianco a lei trascinandosela dietro per salvare entrambi.
-Mi ha salvata!- fu l'unico pensiero che attraversò la testolina di Miyu.
Un sorriso le affiorò sulle labbra.

Dietro di loro però il puma li stava inseguendo.

"Dove stiamo andando?" chiese Miyu col fiatone "Immagino che tu ce l'abbia un' idea, no?".
"Non ne ho idea ma se ci prende saremo la pappa per i suoi cuccioli".

-Magnifico- pensò lei.

Stavano correndo alla cieca inseguiti da un puma di montagna, la situazione non era delle migliori. Eppure non erano spaventati, nessuno dei due lo era, avevano solo l'adrenalina a mille. Sentivano il sangue fremere nelle loro vene. Non capivano cos'era quella sensazione che li faceva sentire così bene. Continuavano a correre incerti se sarebbero morti o no, ma non interessava molto a loro la risposta a questa previsione di un futuro molto vicino. O almeno non ancora!

Cercavano di correre più veloce che potevano per seminare la fiera, inferocita. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato di riuscire a resistere così a lungo, pensare che non sentivano ancora la stanchezza.
Avevano le gambe piene di graffi causati dai cespugli del bosco e dai rami degli alberi.
Il terreno era accidentato perché non stavano percorrendo il sentiero, e in più avevano rischiato di cadere più volte.

La fiera intanto aspettava solo una loro mossa falsa per farli secchi con un colpo solo.


-Pensa idiota! Pensa! Dove dovremmo sbucare da qui?- continuava a domandarsi da almeno un paio di minuti. Perché era arrivato alla brillante scoperta che non avrebbero potuto continuare a correre per l'eternità. Prima o poi il puma li avrebbe raggiunti e uccisi senza troppe storie. Quindi doveva pensare ad una via d'uscita da quella situazione.
Guardava davanti a se e intorno, facendo roteare le palle degli occhi all'impazzata alla ricerca di un dettaglio di quel bosco che li suggerisse dove diamine si trovavano. Se qualche d'uno l'avesse visto in quel momento si sarebbe spaventato. Sembrava spiritato! Me era tutto uguale, dannatamente uguale, solo alberi e alberi e basta, nulla che richiamasse la sua attenzione.
Poi però quando fu al limite riuscì a riconoscerla, e una lampadina li si accese subito in testa. La cosa in questione era una roccia enorme tutta nera avviluppata da piante rampicanti secche. Veniva chiamata "La roccia nera" dagli abitanti del paese, quello infatti per i cacciatori era un un ottimo punto.
Ora per fortuna sapeva cosa li stesse aspettando di li a poco.
"So come possiamo anf anf salvarci!".
<"Tu seguimi e sta zitta".
"Non ci sto zitta. Allora come?". Stava iniziando a perdere le staffe.
"Non è il momento di anf litigare. Se no anf saremo anf il pranzo del puma."
"Uffa!" e sbuffò.
Correvano da così tanto che avevano perso la cognizione del tempo, non si sarebbero stupiti se uscendo dal bosco fosse stato il tramonto.


Continuavano a tenersi per mano e nemmeno se ne erano accorti.

La fiera intanto si faceva sempre più vicina, per fortuna erano riusciti a seminarla in mezzo ad un groviglio di rami secchi e liane di alberi.
Ora però li aveva quasi raggiunti!


Erano ancora nella boscaglia, quando i due bambini videro finalmente l'uscita del bosco.
"Ora devi solo correre più veloce che puoi. Capito?"
Lei non capiva se era sarcastico oppure serio, perché faceva strane smorfie mentre: correva, respirava e parlava insieme. In un' altro momento gli avrebbe sicuramente riso in faccia, da quanto era buffo ma ora non poteva; ne valeva della sua vita, e di quella di lui.
"Si" non protestò nemmeno.
Aumentarono la velocità per lo scatto finale; e in men che non si dica erano fuori. Fuori certamente, ma davanti ad un precipizio.
"Salta" le ordinò il rosso.
<"Cosa? Sarebbe questo il tuo brillante piano?"
"Salta, oppure finiremo all' altro mondo"


Hisoka prese la rincorsa mentre teneva la mano di lei, stavano per buttarsi, ma dalla fitta boscaglia emerse come un' ombra oscura il puma.
La creatura era davanti a loro pronta all'attacco per sbranarli.
Miyu nemmeno se ne accorse del puma che balzava su di lei, facendola cadere rovinosamente giù per il precipizio, seguita dal ringhiare della bestia. Non emise nemmeno un suono. Credeva ormai che la sua vita era finita, credeva che non avrebbe mai più rivisto sua madre, pensava a tante cose in un millesimo di secondo. Pensava a tutto e a niente.
La sua caduta però non durò più di qualche millesimo di secondo, infatti cadde su una sporgenza della roccia, ma si protesse col braccio destro il quale in sonoro crack si ruppe. Miyu urlò per il dolore, si girò a sinistra ma non c'era più nulla e cadde. Per fortuna riuscì ad aggrapparsi col braccio sinistro al bordo della sporgenza e fu salva. Non ancora per molto però, il dolore era lancinante in più le veniva da piangere, ma cercava di cacciare le lacrime indietro altrimenti sarebbe davvero caduta. Hisoka doveva aiutarla,
doveva salvarla; di nuovo.



Lui aveva visto tutta la scena impotente. L'animale intanto era ripartito alla carica per sbranarlo, ma lui riuscì a saltare nel precipizio; atterrando perfettamente senza nemmeno un graffio sulla sporgenza. Questa per lui era roba di tutti i giorni!
Protese la mano verso di lei, che era a penzoloni nel vuoto, per aiutarla.
"Dammi la mano." Miyu non provò nemmeno a muovere un muscolo, le faceva male tutto.
"Mi fa male! Non cela faccio più." si lamentò lei.
"Senti è questione di un secondo. Sarà come un cerotto, sarà solo un'attimo." cercava di rassicurarla con le stesse parole che diceva lui Carmen.
Miyu annui.
"Cerca di tirati su!"
"Non ce la faccio."
Hisoka allora impuntò i piedi per terra e cercò di tirarla su, usò tutta la forza che aveva in corpo. Faticava non poco, d'altronde era come tirare su come un sacco pieno di patate. Riuscì a tirarla su, lei si accasciò per terra dicendo titubante  "Mi sa che l'ho rotto!"
"Lo credo anche io". Non era un esperto ma chiunque lo avrebbe detto vedendo il braccio cadere giù per il corpo come morto leggermente rigirato
in una posizione innaturale.
"Come facciamo a tornare a casa?"
"Seguimi."
Lei si infervorì "Per seguirti alla cieca mi sono rotta un braccio. Voglio sapere dove andiamo."
Hisoka sbuffò.
"E va bene! Vedi lì sotto?"
Il bimbo le indicò una caverna alla sinistra della sporgenza.
"Si e allora dove porta?"
"Porta su." ed indicò il punto da dova si erano buttati nel vuoto.
"C'è ancora il puma la!" disse Miyu sicura di se.
Il bimbo negò con la testa, "No se ne è andato. Lui non viene qua, e non può lasciare soli i suoi piccoli per troppo tempo." Lei si stava spazientendo, non solo per l'aria da saputello che aveva involontariamente preso lui, ma anche perché il dolore non era diminuito poi di così molto.
"Va bene, va bene. Dopo di te allora."
Il rosso si accostò alla parete e allungò un piede in direzione della grotta, lo spazio tra essa e la sporgenza era di circa quaranta centimetri.
Riuscì ad appoggiarlo subito, dopo di che tenendo le mani attaccate alla parete; senza appigli, mise anche l'altro. Dopo di che facendo leva sui piedi si staccò dalla parete e si aggrappò subito alla parete destra della grotta e vi entrò dentro. "Ora devi farlo anche tu, ma ti dovrai far aiutare da me."
Miyu lo osservò tutto il tempo incantata!
Anche se le dava fastidio la sua aria un po' da saputello, era rimasta meravigliata da tutto ciò che sapeva. La cosa l'affascinava... Lei era sempre rimasta rinchiusa in casa fuori città, e sua madre non le aveva mai permesso di uscire.
Aveva sempre desiderato uscire da casa sua, e ci aveva anche provato tante volte ma ogni volta sua mamma riusciva a beccarla, lei però non sapeva come facesse. La cosa la faceva sempre infuriare, allora le chiedeva il perché, ma lei aveva sempre risposto dicendo "Sei troppo piccola. Non è ancora ora, e poi non è posto per te la città. Tu figlia mia, potrai uscire di qui quando avrai compiuto diciotto anni. Il mondo è brutto, e tu sei solo una bambina. Capirai."
Miyu però non voleva aspettare.
Un giorno però era arrivata e le aveva detto che sarebbe andata insieme a lei. La cosa la rese subito felice, ma quando poi aggiunse che era per lavoro, lei non volle più andarci. Carmen se l'era dovuta trascinare appresso come un sacco di patate, la bambina poi si era infuriata ancora di più, perché sua madre non l'aveva mai obbligata a fare qualcosa che lei non volesse. La madre l'aveva però ricattata minacciandola di mandarla a casa dei suoi zii, e lei li odiava.
Non li aveva mai sopportati, e in particolare i suoi cugini, tutti maschilisti,
viziati e sempre cattivi con lei, unica femmina della famiglia. Ogni volta voleva prenderli a schiaffi e pugni.

"Ora tocca a te. Fai quello che ho fatto io."
Hisoka la ridestò dai suoi pensieri che la tormentavano.
Solo in quel momento si accorse che il peldicarota era diventato più gentile nei suoi confronti, ma lei continuava a rimanere distaccata.
Annuì e basta. Miyu però non poteva aggrapparsi con entrambe le mani alla parete di roccia con le mani, avendo un braccio rotto, quindi la cosa era più complicata per lei. Stette qualche minuto a pensare sul da farsi perchè non non avrebbe potuto fare come il bimbo prima di lei, quindi pensò bene di saltare.
Il peldicarota avendo capito al volo le intenzioni della mocciosa, le disse serio "Se cadi io non ti prendo."
"Tsk! Tranquillo non succederà."
In realtà Hisoka era già pronto per prenderla al volo se lei avesse messo un pide in fallo.
Miyu fece cinque passi all'indietro poi prese la rincorsa e saltò.
Avendo fatto male i suoi calcoli, andò a sbattere con il braccio rotto, contro la parete della grotta opposta e cadde in terra, tirando un urlo di dolore.
Il bambino la tirò subito in piedi "Fa male?" chiese preoccupato.
Le lacrime le pungevano gli occhi; minacciando di cadere sul suo viso; per colpa del dolore allucinante che sentiva al braccio. "Ah! Anf! Ah! Ah! Che male."
Si appogiò alla parete di roccie tenendosi il braccio dolorante.
"Riesci a camminare?"
"Mi sono rotta un braccio non una gamba. Idiota."
"Ma che genio! Ma per uscire da qui, bisogna strisciare in terra non camminare."
"E dillo prima. Comunque ci proverò lo stesso."
Il bimbo non volle ribattere se nò non l'avrebbero più finita.
"Allora per di qua."
E le fece segno di seguirlo.
"Attenta che dopo qualche metro bisogna strisciare, quindi cerca di tenere il braccio stretto al petto."
 "Si."
E lo seguì senza batter ciglio.


Come preannunciatole dopo qualche passo il passaggio iniziava a restringersi, e dopo poco erano lì che strisciavano come vermi.
Per lei, procedere con una sola mano era difficile e faticoso, in più era buio pesto, e non aveva la più pallida idea di cosa stesse calpestando.
Lui però andava avanti sicuro e a proprio agio in quell' ambiente, così ostile per lei.

"Quanto manca ancora." le sembrava di parlere a vuoto, o con se stessa.
Entrambi avevano i vestiti, le gambe, e il viso sporch; appena sarebbero tornati a casa Carmen li avrebbe sgridati.
"Credo manca poco! Sta attenta alla tua sinistra, c'è una roccia che sbuca fuo..." Non finì la frase che sentì subito un urlo di dolore, di certo non era l'unico della giornata. Miyu non sapendo della roccia, ci sbattè contro il braccioe urlò.
Lì dentro però le mancava l'aria per respirare Il che unito al dolore al braccio le causò un pianto strozzato. Sentiva i polmoni chiudersi senza che prendessere nemmeno una goccia d'ossigeno; stava annaspando, si sentiva morire.
Hisoka si girò di scatto ma non sapeva cosa fare, l'uscita però non era molto lontana; così sela caricò sulle spalle. Se fino a prima lui aveva gattonato perché abituato a quel posto così angusto, ora stava strisciando anche lui come lei poco prima. Miyu gli stava conficcando le unghie nella spalla dal dolore insopportabile che sentiva.
Hisoka però non fiatò nemmeno e continuò a strisciare fino all'uscita.


Ad un certo punto però, non sentì più la presa della mano di Miyu sulla spalla; provò a squoterla e a chiamarla a gran voce, ma lei non rispondeva, capì che era svenuta. Fu costretto ad aumentare il passo, e in men che non si dica erano fuori, fuori all'aria aperta finalmente.
La luce del sole gli bruciava gli occhi abituati ormai all'oscurità della terra, gli ci volle qualche attimo prima di riprendersi.
Respirò finalmente aria fresca, che che abbituato a stare la sotto tutti necessitavano di aria fresca.
Erano sbucati in un punto del bosco vicino al sentiero proprio davanti ad una roccia.
Appoggiò piano Miyu sull' erba, facendola scivolare lentamente giù dalla sua schiena, era ancora svenuta.
"Ei! Ei! Svegliati." Ma lei non dava segno di vita, e il suo respiro era molto lento.
Provò a schiaffeggiarla, ma niente, era come morta.
Ora era nel panico più totale, non sapeva cosa fare né come diavolo comportarsi in una situazione del genere. Non sapeva come svegliarla o se lo avrebbe più fatto.

Fu allora che senza accorgersene, per la prima volta da quando l'aveva vista, la chiamò per nome.

"Miyu! Miyu! Svegliati dannazzione." le urlò.

E lei si svegliò come la bella addormentata dal suo lungo sonno, ma senza un bacio. Quello sarebbe venuto, ma soltanto poi!

Sbattè le palpebre degli occhi per tre volte perché la luce degli occhi la infastidiva.
"Come mai siamo già fuori?" era molto stupita non si aspettava di essere già lì.
"Sei svenuta." poi proseguì serio  "Ti ho dovuta portare fuori in spalle, te lo ricordi? Mi hai anche graffiato la spalla con le unghie."
e le fece vedere i segni sulla sua pelle.
Lei diventò rossa per l'imbarazzo come i capelli del bimbo di fronte a lei, abbassò lo sguardo e disse con un fil di voce  "Grazie."
Questa volta fu il turno di Hisoka di essere stupito, non si sarebbe mai immaginato che quella bimba l'avrebbe mai ringraziato per qualcosa.

L'atmosfera non era delle migliori, allora il bimbo "Su! Alzati che torniamo a casa, dovrai farti medicare."

Miyu alzò lo sguardo e vide Hisoka che le tendeva la mano per aiutarla ad alzarsi, e lei accettò senza troppe storie.
Ma appena fu in piedi si sentì girare la testa, e se non fosse stato per lui che l'aveva presa al volo per le spalle, sarebbe caduta rovinosamente a terra.
"Mi gira la testa." e si appoggiò una mano sulla fronte.
"E' perché sei svenuta... credo! Se vuoi ti puoi riposare poi possiamo ritornare a casa."
"No." squotè anche la testa decisa della sua decisione.
"Possiamo andare è passato."

Hisoka però fu costretto a sorreggerla per tutto il trasgitto di ritorno, perché le venivano dei mancamenti improvvisi, ma lei non voleva fermarsi e continuava a camminare.
Il bimbo si chiedeva quanto potesse essere testarda quella bambina.
Per loro fortuna durante il tragitto non trovarono intoppo, ovvero il puma il quale era tranquillo con i suoi cuccioli nel mezzo del bosco.

Arrivarono a casa che era mezzo dì passato e ad aspettarli c' era una Carmen non tanto di buon umore.

"Dove diavolo siete stati? Il mangiare è in tavola da più di mezz'ora, si puo sapere cosa eravate a f... " 
Ma le parole le morirono sulle labbra appena li vide.

"Carmen Miyu si è rotta un braccio perché è caduta."
La donna prese in braccio la figlia e la portò in camera da letto, seguita da un Hisoka alquanto preoccupato.
"Dimmi per filo e per segno cosa è successo!"
pronunciò seria e autorevole più che mai.



 

Spero sia piaciuto XP

 

ire40: Ciaoooooooo!!! Sono contentissima che ti piaccia la mia fic, e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. =D

Cercherò di fareil 4° al più presto. XP

   
 
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