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Autore: Lena Mason    20/07/2010    10 recensioni
una idol famosa in tutto il mondo cade in un pozzo un pò particolare..cosa succederà se incontrerà il Principe dei Demoni?E se qualcosa di arcano si risvegliasse in lei?
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP 50 – E POI…

 

Al limitare del villaggio di Minokoto, nei pressi del palazzo Reale:

 

- Mizuki lascia in pace tua sorella Sayoko- stava urlando Sango alla sua figlia maggiore intenta a regalare alla sorellina un nuovo taglio di capelli.

-ma madre, le danno così fastidio- le disse, falsamente innocente la bimba. Sango sbuffò. Quella piccola peste di tre anni era la primogenita sua e di Miroku, totalmente somigliante al padre, con grandi occhi blu e lunghi capelli corvini. Era nata dopo nove mesi dal loro annuncio nel giardino di palazzo Tashio. Nella culla, ignara dei dispetti della sorella, dormiva beata la secondogenita di un anno. La piccola Sayoko invece era un bel miscuglio. Aveva i capelli della madre e anche i lineamenti del viso, ma il taglio degli occhi era sicuramente quello di Miroku. Purtroppo, come tutti i bimbi piccoli, anche la sua Mizuki era vittima della gelosia fraterna e non era la prima volta che faceva dei dispetti alla piccola. Sango era davvero molto stanca e si massaggiava ripetutamente il ventre, reso gonfio dalla terza gravidanza. Questa volta sperava fosse un maschio, così avrebbe dato del filo da torcere alla peste di Mizuki.

- Sango, sono a casa- Miroku era appena rientrato da uno dei suoi esorcismi, che compiva in coppia con Kagome. O almeno solitamente era così, ma la sua amica ora aspettava il primogenito di Inuyasha e si stancava troppo facilmente per assolvere i suoi doveri di miko del villaggio.

-Bentornato, la cena è quasi pronta. Verranno anche Kagome e Inuyasha-

-Bene, devo parlare con Kagome di un esorcismo complicato che mi si è presentato e valutare con lei se chiamare l’altra nostra amica-

-Non credo che Rossana verrà- disse Sango. La loro amica con i poteri di Kami, riusciva a purificare moltissimi demoni in poco tempo - Itachi e Sasuke le danno parecchio da fare. Sasuke soprattutto. Mi stupisco sempre nel costatare quanto sia degno figlio di suo padre. Ha uno sguardo talmente freddo che mi fa paura. Itachi invece sembra più dolce, vero Mizuki?- chiese Sango, sogghignando.

-Si, poi lui è il mio moroso e quando sarò grande, lo sposerò!-

Miroku a quell’affermazione, sputò il sakè e poi iniziò a piangere senza ritegno, mugugnando su quanto i figli crescessero in fretta, facendo ridere Sango di cuore.

Mentre la vita dei coniugi Mashimoto proseguiva tranquilla, in un’altra accogliente capanna, un mezzo demone dalla chioma albina stava aiutando la sua consorte ad alzarsi. All’ottavo mese di gravidanza, Kagome riusciva malapena a muoversi, soprattutto a causa dell’enorme quantità di chili presi. La miko ormai ne era convinta: erano due gemelli e sperava fossero delle femmine. Anche se era sicura che Inuyasha sarebbe diventato veramente geloso di loro e avrebbe allontanato con il terrore qualunque futuro ragazzo.

La miko era molto maturata in quei tre lunghi passati nell’epoca Sengoku. Faceva ancora da pendolare con la sua epoca, soprattutto per sua madre, orgogliosa di diventare nonna. Quando tornava nel suo tempo sentiva sempre una brutta fitta al cuore. Rossana la sua grande amica e famosa cantante della sua epoca, non poteva tornare mai più. Era impossibile per due motivi: primo in tre anni di vita Rossana non era cambiata di una virgola e dimostrava ancora diciotto anni, secondo nella sua epoca l’avevano ormai data per deceduta, tesi avvallata dal suo manager,ormai a conoscenza di tutto. Molti fans, anche dopo tre anni, continuavano il pellegrinaggio verso il tempio della famiglia della miko per rendere omaggio al monumento funebre della star. Kagome, nonostante sapesse la verità, non poteva fare a meno di sentirsi sempre triste quando vedeva la lapide dell’amica, perché nonostante fosse viva e felice, una parte di lei era davvero morta. Era sempre la sua amica Rossana, ma molto meno fragile ed emotiva. Aveva perso qualcuna delle sue peculiari caratteristiche umane. Per esempio, se Sasuke la faceva imbestialire, non gridava più come in passato, ma si limitava a fissarlo truce fino a quando il bambino non si profondeva in scuse accorate, con le lacrime agli occhi. I due maschietti di casa Tashio erano molto più terrorizzati dallo sguardo della madre che dalla spada del padre. Era ormai un anno che non li vedeva. Chissà come si erano fatti belli e grandi i due piccoli diavoli, che si divertivano sempre un mondo a torturare il loro zio, probabilmente su indicazione di Sesshomaru stesso che, anche se lo nascondeva bene, godeva un mondo nel vedere il piccolo Sasuke tirare le orecchie del fratellastro. Li avrebbe rivisti solo alla festa per le sue bambine…eh si ne era sempre più convinta..erano sicuramente due femmine.

 

 

 

-Piccolo diavolo dai capelli neri, fermati immediatamente!- la povera governante ogni santo giorno doveva combattere contro quella peste di due anni che rispondeva al nome di Sasuke No Tashio. I capelli neri come le ali di corvo e gli occhi ambrati, lo rendeva un bambino davvero bello, se non fosse per quel caratteraccio che si ritrovava. Era simile alla madre nell’aspetto fisico, ma il carattere era sicuramente quello di Sesshomaru. Infatti era freddo, scostante e si lasciava difficilmente andare a gesti di affetto.

-Sasuke, piantala e vieni a vestirti- lo esortò il fratello maggiore. Itachi, talmente calmo e serio da dimostrare almeno dieci volte i suoi tre anni, era un caso a parte. Ancora nessuno capiva a chi dei genitori assomigliasse. Aveva i capelli di un nero particolare, tendente al grigio, ma la cosa particolare erano i suoi occhi, che mutavano colore in base all’umore.I lineamenti era pressoché perfetti e qualche servo mormorava che assomigliasse in modo impressionante al defunto nonno. I suoi occhi, il cui colore variava dall’azzurro dei cieli al giallo dell’oro, in quel momento erano profondi e neri, segno che le grida della governante e gli strilli del fratello lo stavano infastidendo.

 Come Sasuke del resto, il piccolo Itachi era veramente sveglio per la sua età. Sapeva già scrivere il suo nome, leggeva brevi frasi scritte dalla madre, sapeva contare, ma la cosa più sbalorditiva erano i discorsi maturi che faceva.

-Se non ti vesti, la mamma si arrabbierà, ti guarderà male, piangerai e nessuno di noi due si allenerà con papà per punizione. Quindi vestiti e fai silenzio, scoiattolo!-

-Tsk. Va bene donnola dei miei stivali. Ora mi vesto e usciamo-

Sasuke nonostante la sua indole ribelle aveva solo due anni, ma come il fratello aveva abilità incredibili. Se Itachi era molto intelligente, Sasuke era il più forte fisicamente. A soli due anni sapeva già combattere molto bene, rendendo ancora più orgoglioso il padre. Ovviamente Sesshomaru era orgoglioso di entrambi i due figli donategli da Rossana, ma non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura dinnanzi a loro. Sapeva bene che Itachi, il primo nella linea di successione, sarebbe stato un regnante perfetto, data la sua intelligenza e pazienza, mentre Sasuke sarebbe sicuramente diventato un grande combattente e condottiero.

 

Mentre Sasuke indossava le scarpe per combattere, la presenza inquietante della madre giunse alle sue spalle. Sesshomaru poteva capire bene il figlio minore. La sua amata quando era arrabbiata faceva paura sul serio. Lui e Sasuke erano freddi di natura, mentre Itachi e Rossana erano molto più affettuosi e bonari, ma quando quei due si arrabbiavano erano dolori per tutti. Il loro sguardo era in grado di pietrificare e terrificare qualsiasi malcapitato avesse causato la loro ira.

-Dove credi di andare, Sasuke? Credi che io non abbia visto la faccia sconvolta della povera Chiyo?Hai di nuovo disubbidito?-.

Il piccolo Sasuke cercava di nascondersi dietro la gamba destra del padre.

-Mi dispiace, madre. Non succederà più!-

Stessa scena tutte le mattine. Lei lo sgridava, lui si scusava e lei s’infuriava ancora di più.

-Lo dici tutti i giorni, piccolo scoiattolo impertinente e maleducato! Ma adesso basta! Finisci diritto in punizione per due settimane. Niente allenamenti, ne libri, né altro! Così Itachi diventerà un genio e tu rimarrai uno stupido!-.

Sasuke aveva, come da copione, iniziato a piangere, tirando su con il naso e cercando di assumere un’aria da cucciolo innocente e colpevole. Di solito funzionava, ma quella mattina Rossana fu irremovibile. Il piccolo allora si tolse le scarpe e con passo funebre si diresse verso la sua stanza, borbottando frasi sconnesse su una donnola antipatica e ruffiana. Rossana lo sentì benissimo e pensò bene di rincarare la dose aggiungendo altri tre giorni alla punizione, facendo così tacere ogni borbottio.

Itachi intanto aveva ben pensato di nascondersi dietro alla poltrona su cui poco prima era seduto, cercando di leggere una nuova frase.

-Esci di lì, Itachi. So che sta volta non c’entri niente. La governante mi ha spiegato tutto-.

Il piccolo uscì dal suo rifugio e si avvicinò titubante alla madre, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.

-Alza lo sguardo. Sei o no un Tashio?-

Il moro allora la guardò. I suoi enigmatici occhi erano ora di un bel rosso caldo, segno che era felice, nonostante la sfuriata di sua madre. Felice perché lei gli stava sorridendo, in quel modo speciale che tanto amavano, sia lui che Sasuke.Il sorriso che lei gli donava quando facevano qualcosa di buono.

Sesshomaru era rimasto in disparte. A suo avviso la punizione era stata troppo pesante, ma purtroppo quando si parlava di Sasuke o Itachi, lui perdeva la sua razionalità. Amava quei piccoli demoni almeno quanto Rossana.

Stramente anche sua madre, nonché nonna dei piccoli, sembrava sopportarne la presenza. Il suo preferito, e non esitava a ostentare la sua palese preferenza, era Itachi, data la sua natura calma, paziente, ma soprattutto per la sua intelligenza sopraffina che la faceva ben sperare per il futuro del regno. Dopotutto quella ex-nigen aveva dato una degna prole a suo figlio. Quei due avrebbero fatto grandi cose in futuro, ne era certa. Ovviamente se non avessero frequentato tanto spesso nigen e mezzo demoni sarebbe stato meglio, ma purtroppo gli ‘amici’ di quella donna erano tutti di natura disdicevole. Così diceva ogni tanto la madre, rivolta la figlio.

 

-Hai qualcosa da dire, Sesshomaru?- gli chiese con un sopracciglio alzato Rossana

-No!- disse il demone per poi voltarsi –andiamo, Itachi-.

Mentre padre e figlio si allontanavano Rossana gli urlò:

-Ricordati che domani andremo da tuo fratello!-

Sesshomaru non diede nessun segno di aver capito, ma Rossana sapeva che era così.

Nella terra dell’est,intanto, un demone orso di nostra conoscenza era in trepidante attesa

 

-Hitoshi- sama è il momento- una governante piccola e minuta era entrata trafelata nel salotto di casa – la signora Sakura sta per partorire!-

Il vecchio demone orso si alzò di scatto, e con una notevole agilità, giunse in un batter d’occhio al fianco del figlio, cinereo in volto, appostato davanti alla camera della sua consorte, da cui provenivano grida di dolore.

-Avanti figlio mio. E’ normale per una donna urlare così in certi momenti!- lo rincuorò il padre appoggiando una grande mano, sulla spalla tornita del figlio.

 

I minuti scorrevano inesorabili e le grida di Sakura furono sostituite dal pianto di un neonato: il primogenito di Darius e Sakura era finalmente nato. Era una bella bambina con i pochi capelli di un verde scuro. Era bella paffuta e la madre sorrideva felice mentre la stringeva a sè per la prima volta. E fu allora che Hitoshi scoppiò a piangere senza ritegno. Sakura aveva dato alla bambina il nome della defunta nonna paterna: Asako.

 

I mesi passavano inesorabili tra litigi, punizioni e segni di affetto. Itachi diventava ogni giorno sempre più sveglio, mentre Sasuke inventava sempre nuovi modi per far infuriare la madre e far scappare le governanti.

Una mattina i regnanti attendevano i loro piccoli demoni davanti alla carrozza.

-Sasuke! Datti una mossa o ti lasciamo qui! Le bambine di Kagome non aspetteranno di certo te!- urlò Rossana all’indirizzo del minore.

-arrivo mamma! Solo un attimo!-

Il piccolo di casa Tashio, stava trafficando con uno zaino in cui di solito ci ficcava il numero maggiore di giochi che riusciva a portare con le sue forze. A differenza sua, da bravo ruffiano come lo descriveva sempre, Itachi pensò bene di portare dei libri.

-Guarda che io non ti presterò nessun gioco-

-Chissene, io leggerò, come vuole la nonna!-

-Ruffiano- borbottò Sasuke.

Mentre continuavano a battibeccare giunsero alla carrozza, dove uno sguardo truce di Rossana li fece tacere e accomodare, senza proferir verbo.

 

 

 

A Minokoto intanto Kagome stava allattando le due bimbe, nate da poco più di un mese: Kaede e Kikyo. Decise, in accordo con Inuyasha, di chiamarle come le due grandi donne che aveva conosciuto nel Sengoku e che erano scomparse. La vecchia Kaede era morta dopo la prima gravidanza di Sango, per problemi al cuore, lasciando un grande vuoto. Ma la miko non voleva lasciarsi andare a tristi ricordi e infatti sorrise felice, mentre Inuyasha prendeva Kikyo addormentata e sazia per adagiarla sul lettino.

 

Mentre sia i coniugi Tashio che i Mashimoto erano riuniti nella loro intimità famigliare sentirono lo sferragliare di carrozze. I loro primi ospiti erano arrivati.

Sentirono il pianto accorato di una piccola. Kagome sperava fossero Rossana e Sesshomaru, ma erano nientedimeno che Ayame e Koga. I due demoni lupo si erano uniti in matrimonio poco tempo dopo la fine della guerra e pochi mesi prima del loro arrivo a casa Tashio, Ayame aveva dato alla luce Akemi, una bimba deliziosa, dai capelli ramati.

-Su piccola, ora la mamma ti da la pappa- stava dicendo Koga zuccheroso

-Oddio lupo rognoso, mi farai venire il diabete- esordì Inuyasha con Kaede in braccio, per fare il ruttino.

-Senti chi parla! Botolo ringhioso tu sta facendo digerire tua figlia…-.

I due si guardarono per poi scoppiare a ridere, da veri amici quali erano.

-Siamo proprio ridotti male, lupastro. Incastrati da due marmocchie!-.

-Si ma guarda là –gli disse il demone lupo indicando la carrozze bianca in lontananza – arriva chi è messo sicuramente peggio-.

 

La carrozza bianca portò con sé una raggiante Sakura e un distrutto Darius. Purtroppo, come spiegò il demone orso, la piccola dormiva poco la notte e lui, troppo innamorato di lei, si alzava ogni qual volta piangesse, respingendo anche le proposte di Sakura di accudirla. Darius si era innamorato della piccola, subito dopo averla stretta tra le braccia, avvolta nell’asciugamano con cui l’avevano avvolta dopo il primo bagnetto e non riusciva a staccarsi da lei quando era a casa. Ovviamente adorava e amava anche Sakura, che riempiva di attenzioni, grato per il bellissimo dono.

 

Sango e Miroku giunsero a casa Tashio con le due pesti.  Mizuki, sapendo dell’arrivo di Itachi, ci aveva messo una vita a scegliere il kimono da indossare. Ne aveva scelto uno bianco come la neve dai ricami argentati. I capelli corvini erano allacciati sopra la nuca. Quella bambina era davvero meravigliosa. La più piccola di casa Mashimoto invece, giaceva addormentata tra le braccia del padre, che sorrideva ebete guardando la sua bimba. Miroku ogni tanto si lasciava ancora andare a qualche comportamento libertino con le ragazze del villaggio, ma poi il pensiero delle sue tre donne lo faceva desistere dai suoi comportamenti. Amava la sua famiglia. Ed era estremamente felice di avere al fianco Sango.

 

Alcuni schiamazzi fecero voltare il nutrito gruppo di persone di fronte a casa Tashio. Rin e Shippo stavano correndo verso la capanna. La non più bambina Rin si era trasformata in una bella ragazza di tredici anni, con lunghi capelli corvini legati in una mezza coda e due grandi occhi cioccolato,e il piccolo Shippo era cresciuto sia in età, era coetaneo di Rin, sia in fascino. Aveva perso un po’ dei lineamenti da cucciolo e ora, era in grado di avere una forma umana completa: quindi niente più coda né zampette da volpe. I suoi occhi verdi e i suoi capelli ramati, ormai cresciuti e legati in una coda, facevano sospirare parecchie ragazzine del villaggio, ma i suoi amici sapevano che lui non aveva occhi che per la protetta del Re: Rin per l’appunto.

 

 

Mentre tutti si salutavano e facevano i complimenti alle neo-mamme, una carrozza nera e argento fece la sua apparizione al limitare del villaggio. Il re e la regina erano arrivati.

 

Mentre Sesshomaru smontava dalla carrozza con la sua estrema grazia, un proiettile nero giunse in un lampo di fronte a Inuyasha. Il piccolo Sasuke era pronto a torturare lo zio, ma i suoi piani furono bloccati dalla vista della bimba in braccio a Koga.

-lei chi è?- chiese il piccolo scoiattolo, non avendo mai visto la bimba, al demone lupo.

-Lei è la mia bambina, Akemi-.

-E’ bella-.

-Grazie- rispose Ayame, incuriosita da quel bambino, così piccolo e così carino –anche tu sei un bel bambino-.

-Ho deciso!- proruppe Sasuke, attirando su di sé gli sguardi di tutti, compreso quello preoccupato di sua madre – io sposerò Akemi quando sarò grande!-

Tutti i presenti ammutolirono. Koga lo guardava con la bocca e gli occhi spalancati. Quel marmocchio aveva appena detto che Akemi sarebbe diventata sua moglie? Lo guardò bene e il suo sguardo deciso, così simile a quello di Sesshomaru, lo fece scoppiare a ridere.

-Sai, non mi dispiacerebbe avere te, piccola peste, come genero!-

Rossana tirò un sospiro di sollievo e rimase stupita quando Sasuke, con una dolcezza mai vista, si sedette vicino a Koga per osservare la bimba. Questa, appena si svegliò lo guardò e, sotto lo sguardo stranito di Koga, sorrise a Sasuke.

-Ehi marmocchio! Tu le piaci! È il suo primo sorriso!-

 

Mentre Sasuke sorrideva gioioso, Itachi si era appartato sotto un albero ed era già intento a leggere il libro che si era portato, quando Mizuki gli si avvicinò.

Il ragazzo dagli strani occhi sollevò il suo sguardo enigmatico verso la sua amica.

-Ciao Itachi-san-.

-Ciao Mizuki-san-.

-Posso sedermi?-

-Certo. Però aspetta- il bimbo tirò fuori un fazzoletto pulito dalla tasca e lo adagiò sul terreno accanto a sé. La bimba lo guardò strana e lui le disse sorridendo –altrimenti ti sporcherai il kimono che indossi e che ti sta bene-.

Mizuki arrossì fino alla punta dei capelli e si sedette al fianco di quel bambino, senza vedere che i suoi occhi erano di un bel rosso profondo, segno della sua contentezza.

 

 

-Ehi Rossana!- esordì Inuyasha – quand’è che ci darete una bella femmina? Quei due marmocchi sono fin troppo simili al padre! Voglio vedere una piccola Rossana che li tiene d’occhio!-.

Rossana rise guardando la faccia di Sesshomaru. Il demone albino voleva sì un altro figlio dalla consorte, ma preferiva di gran lunga un maschio. Se avesse avuto una bimba, sarebbe stato talmente protettivo che nessuno l’avrebbe potuta toccare. Guardò la sua compagna e vide che il suo sguardo era rivolto al ventre. E capì. Il suo timore era fondato. Rossana aspetta il terzo.

-Credo che ben presto ci sarà un altro arrivo oltre a quello di Sango- sussurrò la ex-nigen. Tutti la guardarono, prima di congratularsi con lei e con Sesshomaru.

 

 

E così, mentre il piccolo Itachi insegnava a leggere a Mizuki, Sasuke accarezzava delicatamente la fronte di Akemi sotto gli sguardi dolci di Ayame e Koga, Miroku e Sesshomaru accarezzavano i ventri pieni di amore delle compagne, Kagome sorrideva a Inuyasha mentre Kaede gli tirava una ciocca di capelli e Shippo donava un giglio bianco a Rin, Rossana si ricordò di aver scritto una canzone proprio per quel momento.

La ex Idol prese la chitarra nella carrozza e mentre i suoi due figli,Itachi mano nella mano con Mizuki, innamorati della voce della madre, la raggiungevano, iniziò a pizzicare le corde della chitarra:

 


Waking up I see that everything is ok
The first time in my life and now it’s so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn’t change a thing about it
This is the best feelingThis innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don’t go away, I need you now
And I’ll hold on to it, don’t you let it pass you by

I found a place so safe, not a single tear
The first time in my life and now it’s so clear
Feel calm I belong, I’m so happy here
It’s so strong and now I let myself be sincere
I wouldn’t change a thing about it
This is the best feeling

This innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don’t go away, I need you now
And I’ll hold on to it, don’t you let it pass you by

It’s the state of bliss you think you’re dreaming
It’s the happiness inside that you’re feeling
It’s so beautiful it makes you wanna cry

It’s the state of bliss you think you’re dreaming
It’s the happiness inside that you’re feeling
It’s so beautiful it makes you wanna cry

It’s so beautiful it makes you want to cry

This innocence is brilliant, it makes you want to cry
This innocence is brilliance, please don’t go away
Cause I need you now
And I’ll hold on to it, don’t you let it pass you by

This innocence is brilliant, I hope that it will stay
This moment is perfect, please don’t go away, I need you now
And I’ll hold on to it, don’t you let it pass you by

 

Finita la canzone tutti guardarono Rossana. La sua voce era sempre la stessa. La stessa voce melodiosa che aveva fatto capitolare il freddo principe dei demoni. Lo stesso che la stava baciando di fronte a tutti, mentre Sasuke esordiva con un ‘ma che schifo’ suscitando l’ilarità generale.

 

La giornata trascorse piacevolmente tra i ricordi di tutti, fino a quando il tramonto non lasciò spazio alla notte e mille lucciole si alzarono dal prato in cui avevano preparato il tavolo per il banchetto serale, facendo sorridere tutti.

 

-Sesshomaru?- lo chiamò la ragazza, mentre lui la abbracciava da dietro

-Si, Rossana?-

-Sai che ti amo più della mia vita?-

-Certo, e tu sai che per me è lo stesso?-

-Si, ma è piacevole sentirselo dire!-

La donna si voltò verso di lui e si baciarono ancora, mentre Sasuke da lontano urlava:

-Ehi sono troppo piccolo per queste cose, genitori senza pudore!-

Ma dove diavolo trovava quei vocabolari quel piccolo demone dai capelli neri?

 

 

La vita di tutti proseguiva serena e felice da quella sera. Grazie alla vicinanza Kagome, Rossana e Sango si vedevano spesso ed erano raggiunte molte volte da Sakura e Ayame.

Finalmente Rossana era felice.

Finalmente era a casa.

Finalmente era completa.

 

 

 

FINE

 

 

 

Spero che quest’ultimo capitolo sia stato soddisfacente per tutti coloro che mi hanno sempre seguito.In particolare devo ringraziare Marrion, Sara_sessho, Dragona, Dark Angel (contenta che ti sia passata l’arrabbiatura),Elfosnape, Riza_Hawkeye, GiulyRedRose, Sweetnigthmares, The_girl_that_punk, Nicole221095, crisan, razieletta95, bennirobin, Earandir e Kira kira 90, che sono coloro che bene o male mi hanno sempre lasciato una recensione, chi tante (come la mia adorata marrion, sempre presente dal primo capitolo) chi solo una, facendomi comunque felice!!!!

 

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Grazie infinite a tutti….anche alle quasi 2400 persone che hanno letto la fic....mettere la spunta su conclusa a questa fic mi fa diventare un po' triste perchè è stata la prima...sono commossa dal vostro affetto…spero che seguirete il mio futuro lavoro nel fandom di naruto (da cui ho preso spunto per i nomi dei figli di Rossana…i fratelli Uchiha  versione demoni. Per chi non seguisse naruto, informo che il nome Itachi significa davvero donnola mentre Sasuke, scoiattolo.) e anche la fic su beyblade….Arigatou!!!!

 

La canzone dell’ultimo capitolo è Innocence  di Avril Lavigne

Traduzione

 

Svegliandomi vedo che tutto va bene
la prima volta nella mia vita e adesso è tutto così bello
rallento, mi guardo attorno e sono così meravigliata
penso alle piccole cose che rendono grande la vita
non cambierei niente, e questa è la migliore sensazione

questa innocenza è brillante, spero che durerà
questo momento è perfetto, per favore non andare via
ho bisogno di te adesso e terrò stretto questo amore
non permetterai che questo amore ti sorpassi vero?

ho trovato un posto così sicuro, nemmeno una lacrima
la prima volta nella mia vita e adesso è così chiaro
mi sento calma, so di appartenere a questo posto
e sono felice qui, è così forte (questa sensazione)
e adesso sarò sincera: non cambierei niente,
e questa è la migliore sensazione

questa innocenza è brillante, spero che durerà
questo momento è perfetto, per favore non andare via
ho bisogno di te adesso e terrò stretto questo amore
non permetterai che questo amore ti sorpassi vero?

è lo stato di beatitudine che pensi di star sognando
è la felicità dentro quella che stai sentendo
è così bello che ti fa venir voglia di piangere (x2)

è così bello che ti fa venir voglia di piangere

questa innocenza è brillante, spero che durerà
questo momento è perfetto, per favore non andare via
ho bisogno di te adesso e terrò stretto questo amore
non permetterai che questo amore ti sorpassi vero? (x2)

 


 Elenasama

   
 
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