Le
parole che non mi hai detto
by Lady Memory
Disclaimer: è tutto
suo, nel caso ci fossero dubbi.
Ancora
grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix, e a tutti coloro che
vorranno lasciarmi un messaggio.
...
2 ...
La bambina lo
guardava sorridendo, e Severus sentì vibrare in
petto qualcosa di immenso. Nessuno l'aveva mai guardato con tanta
fiducia,
nessuno gli aveva mai fatto capire che valeva davvero qualcosa. Per un
attimo,
sorrise anche lui, ricambiando sinceramente ciò che
sinceramente gli veniva
offerto. E sperò, con tutta la forza della sua mente
infantile, che quel che
aveva sognato si avverasse.
Poi
aprì la mano e presentò il suo dono. Era una
foto, ma la sua
peculiarità era data dal fatto che le persone al suo interno
si muovevano.
La ragazzina la
guardò incuriosita. "Oh!" disse poi con un sospiro
di sorpresa ed arrossì lievemente, emozionata. "Ma... ma
queste figure si
muovono, sono vive!"
Lui sorrise
ancora di più, sentendosi molto importante. Quante
cose ancora non sapeva Lily! Gliele avrebbe insegnate tutte lui, prima
di
andare ad Hogwarts, così lei gliene sarebbe stata grata e
avrebbe continuato a
sorridergli e ad essergli amica.
Al pensiero, il
petto gli si dilatò in un ampio respiro di gioia.
Hogwarts! Non era incredibile?
Eppure lui e
Lily sarebbero andati lì insieme. Tutti i giorni
Severus riviveva con la mente il momento in cui le aveva svelato il
segreto che
li accomunava, loro due così diversi eppure così
unici e speciali. E ogni
giorno Severus ringraziava il destino che li aveva resi simili,
incredulo e
riconoscente di fronte a tanta fortuna. Come avrebbe altrimenti osato
lui
accostarsi a quella meravigliosa bambina, come avrebbe potuto anche
solo
pensare di parlarle?
Sentì
le piccole dita calde sfiorare le sue per prendere la foto.
Stava accadendo adesso.
L'emozione di
quel tocco gli mozzò il respiro. Non capiva bene
perchè, ma la forza dei suoi sentimenti era qualcosa di
dolcissimo e, allo
stesso tempo, di inesorabile. Non poteva più sfuggirle. Da
quando l'aveva vista
la prima volta, Lily era diventata tutto il suo mondo. Non cercava
altri che
lei, non desiderava che stare con lei, voleva solo che lei gli parlasse
e lo
guardasse con quei suoi occhi ridenti e affettuosi, così
incredibilmente
sereni. Il sole non faceva mai capolino negli inverni a Spinner's End,
e il
cielo era perennemente grigio come le brutte case scure appiattite
sotto di
lui. Ma quando Lily sorrideva, a lui sembrava che la luce si
diffondesse
magicamente ovunque, fino ad arrivargli nel cuore.
Ora la bambina
aggrottava la fronte nello sforzo di interpretare
il mistero che aveva tra le mani.
"E' magia
questa, vero?" disse poi con un altro sospiro,
riconoscendo la superiorità del ragazzo che le stava di
fronte. "Ma come si fa
a farle muovere? Possono parlare? Possono... vedermi?"
Lui sorrise,
divertito e felice di essere lui a spiegarle,
orgoglioso di essere diventato piano piano più importante
dei genitori di lei,
che in fin dei conti, con tutti i loro soldi, non erano che miserabili
Babbani
come suo padre. Lui invece era un mago. Come sua madre. Come i suoi
nonni
materni, che peraltro non aveva mai conosciuto e non avrebbe conosciuto
mai;
scomparsi da tempo, lasciando figlia e nipote soli a districarsi nei
guai di
quella loro piccola, meschina esistenza.
Ma... c'era un
unico "ma", in tutta questa faccenda della foto. Lui
non aveva una spiegazione effettiva. Lui non sapeva cosa facesse
muovere e
agitare le mani e sorridere tutta quella gente rinchiusa in quella
cornice
bianca e lucida. Sapeva solo che era così, doveva essere
così, perciò mantenne
quella sua irritante aria di superiorità per impedirle di
indagare troppo.
"Sì,
è una foto magica. Imparerai a farle anche tu, quando saremo
a scuola," disse, e inclinò la testa, mordicchiandosi il
labbro, finchè decise
che il momento era arrivato. Cautamente, pronunciò la frase.
"Non so se loro ci
vedono veramente, però. Io preferirei di no."
"Perchè?"
chiese subito lei, curiosa come lui aveva sperato.
"Non vorrei che
ci vedessero adesso... sai, tu e io... da soli."
Il viso gli si
imporporò. Ecco, l'aveva detto, molto
maldestramente, ma le aveva offerto un pezzetto di sè,
qualcosa di segretissimo
che pure premeva per uscire. La guardò, speranzoso e
intimidito. Quella bambina
così bella, così solare, così potente
e così inconsapevole del suo potere,
così... così "magica". Lui avrebbe fatto
qualsiasi cosa per lei, se solo lei
gliel'avesse fatto capire... qualsiasi cosa.
Aspettò,
tremando dentro di sè. Lei guardò di nuovo la
foto e
scoppiò a ridere. "Scusami, non volevo offenderti," disse
subito dopo, con aria
contrita. "E' tuo padre questo signore, vero? Ha un'aria
così buffa qui, con
questo vestito... Anche tua mamma..."
Lui si
vergognò immediatamente. Ecco, aveva sbagliato tutto di
nuovo, e anche quell'occasione era andata sprecata. Ma lui aveva solo
quello di
magico, una stupida foto di famiglia che avevano fatto un paio di anni
prima,
quando erano venuti in visita i lontani cugini di sua madre. Erano
persone
importanti, potevano essere d'aiuto, e suo padre aveva voluto riceverli
con
tutti gli onori, sperando forse di far loro buona impressione. Dopo,
finita la
festa, avevano posato tutti insieme per una foto, per avere un ricordo
di
quell'incontro; almeno così avevano detto i parenti... ma
poi non si erano più
fatti sentire. Disgustati o delusi anche loro, sicuramente. O forse era
stata
una velata canzonatura, o una bugia compassionevole, come quella che
avrebbe
detto Lily adesso. Si irrigidì, aspettando il peggio,
perchè, spontanea e
impetuosa com'era, la bambina non sapeva trattenersi dal commentare.
"Anche tu hai
una faccia strana, qui..."
Lui
abbassò la testa, sentendo montare le lacrime.
Perchè piangeva
così facilmente di fronte a lei? Perchè si
sentiva così inadeguato? Eppure era
un mago, e un giorno... sì, un giorno sarebbe diventato
potente e famoso!
La fronte gli si
increspò nello sforzo di controllarsi. Lei lo
guardò in silenzio. Poi mormorò, "Severus..."
Lui
rialzò il viso con aria di sfida e mise le mani in tasca,
alzando le spalle come se non fosse successo niente, come se non gli
importasse
nulla. Poi diede un calcio alla polvere, perchè sassi
lì non ce n'erano, per
sfogare la sua amarezza.
Lentamente, gli
occhi di Lily si fecero tristi e comprensivi,
irradiando di nuovo quel potere così forte e così
incredibilmente ammaliante.
"Mi spiace,"
mormorò lei, stringendogli il braccio, e il ragazzo
si irrigidì di nuovo nella gioia di quel contatto,
sentendosi morire in un
vortice di tenerezza. Lei lo guardò sorpresa.
"Spero che tu
non ti sia offeso," disse poi, stupita nel vedere
come prodigiosamente il sangue gli affluiva al viso pallido,
accendendolo di
vita. Troppo emozionato per potersi esprimere coerentemente, lui
scrollò la
testa per farle capire che era tutto a posto.
Allora, con un
gesto esitante, lei gli restituì la foto.
"Meglio che vada, adesso. Petunia mi
starà aspettando, e non voglio
che dica alla mamma che ero in ritardo," disse in tono pratico,
ravviandosi i
capelli.
Lui annuì in silenzio e lei
arrossì.
"Sai, tu... tu sei simpatico,"
concluse imbarazzata. Poi si girò e
scappò via.
Con in mano la foto ancora calda delle
dita di lei, Severus la
guardò correre e allontanarsi per il sentiero,
così adorabile nella grazia dei
lunghi capelli rossi che le ondeggiavano sulle spalle.
"No", sussurrò poi, e lacrime amare fecero nuovamente capolino, in tempo per essere ricacciate giù con forza. "Non sono queste le parole."
(continua)