Capitolo 14: Il sigillo
Tsunade faceva avanti e indietro
per il suo ufficio nervosamente.
Insieme
a lei erano presenti Kakashi, Jiraya
e Yamato e Sai.
Quest’ultimo
era seduto su una sedia e tenuto legato dalla tecnica del legno di Yamato.
“Calmati
Tsunade, stai consumando il pavimento!” disse Jiraya, beccandosi un’occhiataccia da parte della donna.
“Non è
il momento dei fare dello spirito!” disse la donna fuori di sé r guardando
storto il ragazzo.
“Ok
che Sai ha trafitto nostro figlio, ma è anche vero che è stato Naruto a mettersi in mezzo. Il suo vero obbiettivo era Itachi!” disse l’uomo, il quale provava pena per il ragazzo
che da giorni era stato recluso, senza che avesse compiuto intenzionalmente un
crimine.
“Io
non ce l’ho con questo bamboccio in particolare, ce l’ho con Danzo. È stato lui
a voler a tutti i costi che lo aggiungessi alla squadra, quindi quanto successo
è colpa sua! Ma sono sicura che questo ragazzino è ha conoscenza di qualcosa
che potrebbe tornarmi utile. Dico bene?” disse fermandosi e guardando Sai che
sorrideva.
“Io
non posso raccontarle niente Hokage-sama!”
Tsunade afferrò per il colletto
il moro, sollevando lui, la sedia e i legni a lui legati e cominciò a
strattonarlo “Togliti quel fastidioso sorriso che hai sulle labbra e sputa il
rospo!”
“Cosa
dovrei dire? Il mio bersaglio era Itachi e fino a
prova contraria la missione era scovare e possibilmente catturare i membri
dell’Akatsuki!” disse Sai raccontando cose che tutti
i presenti già sapevano.
“Non
ti ho chiesto quale era la missione e cosa avevi intenzione di fare. Voglio
sapere perché Danzo ha voluto che tu ti unissi alla squadra!” disse la donna
urlando.
Sai la
osservò, ma non un suono usci dalle sue labbra.
Tsunade lo lasciò andare facendo
cadere il ragazzo, il quale non potendo avere il senso dell’equilibrio, cadde a
terra con tutta la sedia.
Kakashi gli si avvicinò per
tirarlo su “Ti conviene parlare o non solo tu passerai dei brutti momenti!”
disse l’uomo a bassa voce per non farsi sentire dall’hokage.
“Se
potessi aiuterei, ma non posso parlare per via di questo!” disse il ragazzo
mostrando la lingua.
Tutti
sussultarono e Tsunade non potè
fare a meno di sospirare.
“A
quanto pare Danzo ha studiato un modo
per eliminare coloro che avrebbero fatto la spia sul suo conto. Piuttosto
furbo, ma ciò sta anche a significare che ha qualcosa da nascondere. Mi chiedo
cosa!”
“è un
sigillo quello che ha sulla bocca?” chiese Jiraya non
avendolo mai visto quel tipo di sigillo.
“Esatto.
È un sigillo che se dici qualcosa di sconveniente contro la persona che l’ha
compiuto, la persona a cui è stato inferto muore all’istante.” Disse Tsunade per poi rivolgersi
a Yamato “Lascialo andare, a questo punto non
posso pretendere che apra bocca su di lui!”
Sai fu
libero e guardò i presenti.
“Ora
sparisci dalla mia vista, prima che cambi idea!” disse Tsunade
nervosa.
Sai si
congedò e chiuse dentro di se la porta dietro di se.
Sai si
diresse al covo della radice e si mostrò davanti a colui che coordinava le
operazione di tutti gli anbu che avevano promesso la
loro lealtà.
Danzo si
trovava al centro dell’intersezione di due ponti e aspettò pazientemente che
Sai si avvicinasse
Il
ragazzo si inginocchiò al suo cospetto.
“Sai,
mi domandavo che fine avessi fatto! Spiegami come mai non sei venuto a farmi
rapporto una volta rientrato dalla missione!” disse l’uomo che si era
avvicinato al ragazzo, appoggiandosi al suo bastone.
Lo
guardava dall’alto verso il basso e non per via delle loro posizioni, ma
semplicemente perché l’uomo di credeva migliore di chiunque altro.
“Ci
sono stati degli imprevisti! Non ho potuto portare a termine la mia missione!
Sono desolato!” disse il ragazza abbassando la testa.
Danzo
strinse il bastone contrariato “Che tipo di
imprevisti?”
“Itachi Uchiha era presente sul
posto come da lei sperato. Purtroppo a causa della presenza degli altri membri
non sono riuscito a eliminare il traditore. Stavo per farlo ma…”
si fermò pensando di aver detto troppo.
“Continua!”
gi impose Danzo.
“Ma Naruto si è messo in mezzo e la mia spada ha trafitto lui e
non la nostra preda! Per questo motivo L’hokage mi ha
tenuto prigioniero. Per raccogliere informazioni su di voi, ma non sono
riusciti nel loro intento.” disse Sai continuando a guardare a terra. Quando si
ci rivolgeva a Danzo nessun dei suoi sottoposti doveva osare guardarlo negli
occhi.
“Lo
vedo con i miei occhi. Sai, sono molto
deluso dal tuo operato. Mi fidavo di te. Avevo bisogno di quegli occhi, ma…ho riposto male la mia fiducia. Pagherai per il tuo
fallimento! Fuu!”
Un
ninja dai capelli castano chiaro, appartenente al clan Yamanaka
apparve a fianco dell’uomo. Esso era, insieme a Torame
Aburame, i ninja appartenenti alla radice, che Danzo
riteneva i migliori.
“Porta
Sai nelle segrete e assicurati che abbia il trattamento che merita chi non
porta a termine il proprio dovere!” Disse l’uomo sorridendo con cattiveria,
mentre Sai sussultò.
Il
ragazzo venne afferrato per un braccio e malamente portato via, nonostante non
avesse intenzione di porre resistenza.
Danzo
rimase sul posto e disse “Hai sentito tutto?”
Un ninja
con una maschera sul volto si avvicinò e disse “Si, signore. Ho sentito tutta
la conversazione!”
“Bene Torame, cosa ne pensi?” chiese Danzo.
“Non
saprei signore. Sinceramente mi ha sorpreso il fatto che Sai non sia riuscito
nel suo intento. È raro che accada, ma il fatto che il Jinchuukiki
abbia protetto Itachi Uchiha
è ancora più sorprendente. Potremo usare questa carta a nostro vantaggio!”
disse l’uomo.
“è
proprio quello che avevo in mente. Devo solo studiare bene le mie carte e
colpire al momento giusto! Mi cara Tsunade presto
avrai una bella sorpresa!” disse divertito l’uomo.
Due
giorni dopo, Sai venne rilasciato in libertà.
Non si
poteva dire che ci erano andati leggeri con lui. Ma nella radice vigeva una
regola. Chi non portava a termine un compito veniva punito con la reclusione e veniva
picchiato ripetutamente.
Danzo
era un tiranno che praticava la tecnica del terrore. I suoi ambu
per non essere puniti, avrebbero fatto di tutto pur di portare a termine i loro
compiti.
Il
ragazzo venne mandato a casa con una mantellina che coprisse il corpo, in modo
tale che i lividi e le ferite non fossero visibili.
Sai
camminò verso il suo appartamento cercando di evitare le strade più affollate.
Zoppicava
e questo avrebbe potuto insospettire le persone, i quali lo guardavano
stranamente.
Era quasi
giunto a destinazione, quando una fitta alla gamba lo fece cadere malamente a
terra.
Provò
ad alzarsi, quando qualcuno lo afferrò per un braccio per aiutarlo ad alzarsi.
“Tutto
bene?” chiese una voce femminile.
Il
ragazzo si girò per ringraziare, ma destino volle che quella persona fosse
proprio Sakura, la quale dopo averlo riconosciuto, lo lasciò andare e lo guardò
storto.
“Tu!” disse
malamente. Ce l’aveva ancora con lui per
quello che aveva fatto a Naruto.
Sai la
ignorò e si girò per riprendere a camminare, ma il fatto che era malconcio, insospettì
qualcuno che era insieme alla rosa.
“Sai
aspetta!” disse Naruto ponendosi davanti al ragazzo “Cosa
ti è successo?”
Sai sussultò.
Si domandava del perché gli importasse, dato che lo aveva quasi ucciso.
“Perché
ti interessa?” chiese Sai trattenendo un gemito di dolore. “Non dovresti
odiarmi?”
“Perché
hai tentato di uccidere Itachi? No, sono fermamente convinto
che ti è stato ordinato da colui che ti ha ridotto in questo stato!” disse Naruto.
Sakura
sgranò gli occhi “Dici sul serio? Perché avrebbero dovuto fargli del male?”
Naruto sorrise “Vedo che al
villaggio nessuno conosce Danzo come dovrebbe e forse nemmeno tu Sai, dico
bene?” disse, ma il ragazzo abbassò la testa.
“Non è
stato lui a conciarmi così. Ho messo male un piede e sono caduto per delle
scale!” ammise sta volta senza sorridere, chiaro segno che stava nascondendo la
verità.
“Non
ti crederebbe nessuno!” disse Sakura togliendogli la mantellina “Le scale non
provocano certi tipi di ferite, senza contare che sei un ninja della squadra Ambu e se avessi inciampato, saresti riuscito a rimetterti
in equilibrio.
Il
ragazzo sospiro, dopodiché venne portato all’ospedale nonostante continuasse a
ripetere che stesse bene.
“Avanti”
disse Tsunade seduta alla sua scrivania. “Naruto, cosa ci fai qui?”
“Volevo
parlarti di Sai!” disse e la donna alzò il sopracciglio sorpresa.
Il
ragazzo la mise al corrente di quanto successo. Tsunade
si recò a guardare fuori dalla finestra, ma non disse una parola.
“Non mi
sembri molto sorpresa mamma!” disse Naruto.
“non
che sappia cosa succeda all’interno della radice, ma che Danzo sia una pessima persona…quello lo so da sempre. Non ho prove per provarlo
altrimenti l’avrei già buttato via dal consiglio!”
Naruto sospirò. Con l’aiuto di Itachi avrebbe potuto incastrare Danzo come niente e non
solo lui, ma anche gli altri due anziani che non avevano la coscienza pulita.
“Mamma,
Itachi mi ha parlato di un sigillo che viene posto a
ogni membro della radice per impedire il tradimento. Scommetto che anche Sai ce
l’ha. Non si può sciogliere?”
Tsunade si girò, lo guardò e poi
sorrise. Certo che sei proprio figlio di tuo padre. Jiraya
ha avuto la stessa idea!”
Naruto sorrise “Eh allora?”
“Jiraya qualcosa ne sa di sigilli, ma non conosceva questo in
particolare. Ora è andato in un posto per vedere di scoprire qualcosa. Non resta
che aspettare che torni con buone notizie, così noi avremo qualche carta da
giocare contro Danzo!”