Eccomi qui di
nuovo... contente?
Perché
dite di no?!?!?!
CATTIVE!!!!!!!!
Allora,
come vendetta, vi somministro la mia seconda FF su Sailor Moon. (eh eh eh eh eh)
A differenza di quello
che avevo annunciato sull’altra storia (che si intitolava “Una vacanza
assurda”... così mi faccio pubblicità ^__^ ) questa non parla di un possibile
futuro dopo Galaxia ma é un’altra AU.
Purtroppo con l’altra
sono arrivata ad un punto morto... non riesco più ad andare avanti ( T___T
sing... capita pure a voi?).
Spero
che anche questa vi piaccia!
Buona lettura!
Elena
P.S: starei
cercando tre/quattro ragazze per scrivere assieme a me una nuova storia. Se vi
va, se volete sapere su cosa o se avete qualche idea da propormi, mandate pure
un e-mail a ellyson@virgilio.it.
Grazie!
Ok ora ho veramente finito!!! Buona lettura!
CAP 1: Il nuovo compagno di classe
Un urlo fece tremare i vetri di
casa Tsukino quella mattina:
- SONO IN RITARDOOOOO!!!!!!
- Anche il primo giorno di
scuola deve esser in ritardo. – sospirò il padre di Usagi mentre leggeva il
giornale seduto in cucina.
Come un ciclone, la giovane
Usagi Tsukino, corse giù per le scale, afferrò due fette tostate al volo, prese
la sua cartella, si infilò le scarpe e, urlando dei saluti, uscì di casa.
La madre prese il piccolo
fagotto rosa dal tavolo della cucina e aspettò davanti alla porta di casa:
- Tre... due... uno...
- Il pranzo! – urlò Usagi
rientrando di corsa.
- Ecco qui tesoro. – rispose con
un sorriso Ikuko passandogli il cestino.
- Grazie mamma! Ciao!
Usagi stava correndo come una
forsennata lungo quella strada, dopo qualche minuto Makoto
la raggiunse, anche lei stava correndo con la differenza che non aveva il
fiatone.
- Anche tu in ritardo?- chiese
l’altra con un sorriso.
- Già... – ansimò Usagi –
ancora... una... volta... la... sveglia... non... ha... suonato.
- O sei tu che non l’hai
sentita, neppure il primo giorno di scuola! – ammiccò l’altra con un sorriso
sornione.
- Makoto! – urlò Usagi trovando
un po’ di fiato nei polmoni.
In quel momento un ragazzo che
indossava la divisa della loro scuola, li affiancò e li superò accelerando la
corsa già molto veloce.
- Accidenti!- fece la ragazza
mora molto colpita. – Quella sì che è una corsa veloce!
Riuscirono ad entrare qualche
istante prima che la campanella suonasse, era l’ultimo anno di scuola per Usagi
ed era elettrizzata.
Finalmente diventava adulta,
avrebbe trovato un lavoro, magari poteva anche continuare a studiare
all’università, sperava di incontrare il principe azzurro e di vivere una storia
d’amore proprio come nelle favole.
C’era un solo piccolo,
trascurabile, minuscolo, insignificante problema: gli esami di fine anno!
Mancano nove mesi agli esami e
lei già era terrorizzata.
- Allora Usagi. – fece Minako
con un sorriso molto malizioso – Com’é andata la sua vacanza romantica con
Jonathan?
La ragazza sospirò, Jonathan era
un ragazzo che aveva conosciuto al mare due anni fa, erano rimasti molto amici
e, l’estate dopo, la loro amicizia profonda era diventata qualcosa di molto di
più.
- L’ho lasciato. – rispose
poggiando la cartella sul banco.
- Tu cosa?- urlò l’amica
sconvolta – Era perfetto, bellissimo, intelligente, spiritoso... si può sapere
che difetto ci hai trovato?
Usagi si morse un labbro, era
vero trovava difetti in tutti i ragazzi che frequentava, ognuno aveva qualcosa
che non andava, un piccolo neo nella loro infinita perfezione, oppure era la
loro perfezione ad essere un problema.
Lei non era perfetta, goffa,
pigra e golosa... insomma cosa potevano vedere quei ragazzi così perfettini in
lei?
- Allora?- insistette Minako con
uno sguardo omicida – Cosa c’era in lui che non andava?
Ma, per fortuna, il caso di
Jonathan era ben diverso dagli altri, il difetto c’era... ed era enorme.
- Vuoi sapere quello che mi ha
fatto?- quasi gridò Usagi rossa in volta – Quando sono arrivata al mare l’ho
scoperto con un’altra! E poi vengo a sapere che aveva due relazioni, una con me
e una con questa della sua città!
Minako era a bocca aperta:
- COSA TI HA FATTO? – urlò
scattando in piedi – Io quello lo strozzo!!! Non si può esser così falsi e
bugiardi! E tu Usagi come l’hai presa?
La ragazza con i codini fece un
triste sorriso e si mise a sedere al suo posto.
- Beh... all’inizio sono stata
male... sai Jonathan era il mio primo vero ragazzo ma poi ho capito che era
solo un’idiota! –era vero quel ragazzo era stato archiviato nel reparto più
buio e desolato della sua mente, un cretino del genere non merita neppure una
lacrima.
Minako, invece era furiosa e
triste allo stesso tempo:
- Perché non ti sei sfogata con
noi Usagi?- chiese titubante – Potevamo starti vicino.
- Volevo affrontarlo da sola
questo problema... avevo bisogno di stare un po’ per conto mio e poi, - prese
la mano dell’amica e fece un sorrisino sadico – e poi... se chiamavo te e Makoto
lo avreste fatto a pezzettini in pochi secondi.
- Come minino!- sorrise a sua
volta Minako.
- Prima o poi arriverà quello
giusto. – fece Usagi tranquilla rilassandosi sullo schienale della sedia.
- E se arriva e noi non lo
riconosciamo?- chiese Minako ansiosa e preoccupata.
- Io dico che non possiamo non
riconoscerlo... – rifletté Usagi alzando gli occhi al cielo - ci verrà come una
morsa allo stomaco...
I sogni delle due ragazze bionde
furono interrotti dall’entrata del professore di lettere, dietro di lui
camminava un ragazzo nuovo. Era alto almeno quanto il professore, aveva i
capelli neri e uno sguardo di ghiaccio, Usagi lo riconobbe subito, era il
ragazzo che aveva superato lei e Makoto quella mattina.
- Seduti ragazzi, - fece il
professore andando in cattedra, il ragazzo rimase in piedi al suo fianco – bene
vi presento il vostro nuovo compagno, si chiama Mamoru Chiba.
Il ragazzo moro fece un piccolo
inchino.
- Piacere di conoscervi. –
lanciò un’occhiata ai suoi nuovi compagni di classe, mentre le ragazze lo
guardavano con la bocca spalancata, i ragazzi tremavano di fronte a quei due
occhi di ghiaccio.
- Mamoru si é appena trasferito
a Tokyo, - spiegò il professore – non conosce nessuno, spero che possiate
aiutarlo a farsi nuovi amici. – guardò la classe per individuare un banco vuoto
– Puoi sederti laggiù. – disse, infine, indicando il banco dietro Usagi. – E,
visto che sei già lì, sveglia la signorina Tsukino quando si addormenterà nella
mia lezione. – finì guardando la ragazza in questione al di sopra delle lenti
degli occhiali rotondi.
Usagi divenne rossa mentre i
suoi compagni sghignazzavano di nascosto e Mamoru camminava veloce fino al
banco indicatogli dal professore.